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Autore: sheeranshobbit    09/06/2015    2 recensioni
"Quello era il giorno. Me l'ero ripetuto mentre salutavo mia madre che mi faceva le ultime raccomandazioni. Me l'ero ripetuto mentre mio padre mi ricordava di chiamare come minimo tre volte al giorno perché altrimenti si sarebbero preoccupati. Me l'ero ripetuto mentre aprivo la porta di casa per l'ultima volta, lasciando le mie chiavi sul comò dell'ingresso, perché tanto non mi sarebbero servite per un po'. Me l'ero ripetuto mentre afferravo il manico delle mie due valigie, zaino in spalla e Canon al collo, e mi dirigevo verso il taxi bianco che mi avrebbe accompagnata, perché i miei genitori dovevano lavorare."
'Con questo mio scritto, pubblicato senza alcuno scopo di lucro, non intendo dare rappresentazione veritiera del carattere di questa persona, nè offenderla in alcun modo'
Genere: Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ed Sheeran, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Secrets

 
Nei capitoli precedenti:
La band è stata ingaggiata per un tour di concerti a New York.
Secondo alcune fonti, anche Vince è a New York, ma solo Ed e Cat lo sanno.
Walt è tornato, intenzionato a seguire la band nel tour, ma dopo aver parlato con Ed è sparito.
Ed e Cat hanno passato la notte al parco, si sono ubriacati.
Cat non ricorda cosa sia successo.
Ed e Vince hanno una rissa in un vicolo.
Cat interviene e riesce a salvare Ed.

 
 
 Entro nella stanza di Ed con un the freddo in mano e mi siedo silenziosamente sulla sedia di fianco al suo letto. Sta dormendo, i ciuffetti rossi gli ricadono sulla fronte e la sua espressione è rilassata.
 
Non è ridotto così male come pensavo. Un paio di punti sotto il mento e sulla fronte. Dovrà tenere un tutore al polso per qualche giorno, ma il resto sono solo un sacco di lividi. Hanno deciso di ricoverarlo per accertarsi che la sua caviglia non sia rotta, ma presto sarà dimesso.
Io me la sono cavata abbastanza bene: impacchi ghiacciati in testa e qualche bernoccolo. Ho le mani e le ginocchia maciullate dall'asfalto, ma sono bastati un paio di cerottoni e qualche garza.
Mi preoccupa molto di più la reazione che avranno Lynch e Morris non appena arriveranno all'ospedale. I medici hanno insistito per chiamarli, e io sono nei guai fino al collo. In più non ho più un telefono, perché Vince ha pensato di lanciarlo amorevolmente in terra. Mi fa rabbrividire anche solo pensare a quell'essere.
In quel momento Ed si scuote e apre lentamente gli occhi.
-Buongiorno- mormora.
-Tecnicamente sono le undici di sera.
-Sempre dolce e delicata- mi prende in giro.
-Come stai?
-Ho avuto periodi migliori.
Gli sorrido e gli allungo il bicchiere di plastica con dentro il the.
-Al limone- lo informo, mentre mi avvicino con la sedia.
Lui sorride di rimando.
-Non riesci proprio a starmi lontana?- chiede dopo un po'.
-Tranquillo, puoi anche non ringraziarmi, intaccherebbe la tua virilità- lo prendo in giro.
Lui aggrotta la fronte e si finge accigliato.
-La mia virilità è già stata intaccata nel momento in cui sono stato salvato da una ragazza.
-Se fosse stato per me, ti avrei lasciato per terra agonizzante.
-Allora per chi l'hai fatto?- chiede, ridendo. Esito un attimo. Che risposta si aspetta? Che risposta mi aspetto io da me stessa? Alzo le spalle con noncuranza.
-L'ho fatto per te, immagino.
-Ho fatto breccia nel tuo cuore di pietra, non avevo dubbi che sarebbe successo. Lo so, faccio questo effetto ma che ci vuoi fare?
Alzo gli occhi al cielo.
-Lo so, lo so. Non ti preoccupare, è normale- continua. -Mi chiedo come sia possibile che tu abbia resistito fino a questo momento.
-Oddio, infermiera?!- urlo. -Magari ha un sedativo per metterti fuori combattimento- scherzo, mentre mi alzo in piedi.
-No no fermati!- mi afferra il braccio e cominciamo a ridere.
Improvvisamente Ed si fa serio.
-A proposito, come hai fatto a trovarmi?
-Ho letto il messaggio di Vince sul tuo telefono e sono stata aiutata da una buona dose di fortuna..- ammetto. -E a te cosa è saltato in mente? Ti presenti là da solo, senza avvisare nessuno. Non voglio neanche pensare a cosa avrebbero potuto farti.
Lo sguardo di Ed si rabbuia.
-Volevo chiudere con Vince, definitivamente, prima che partisse per New York.
-Io pensavo che fosse già là..
-Si beh- esista. -Diciamo che ho preferito alterare un piccolo particolare della realtà per farti stare calma.
-Quindi mi hai detto una gran balla?
-La mia definizione era più poetica..- scherza.
-Ti riempirei di botte- scuoto la testa, poi ci mettiamo a ridere.
-Non saresti dovuta venire, poteva andarti molto peggio. Credo che Lynch mi ucciderà per averti cacciato in questo casino.
-Nei casini mi ci caccio da sola, ma ora sono qui e sto bene. Stiamo bene.
-Se ti avesse fatto qualcosa..
-Sto bene, Ed- lo rassicuro di nuovo.
Gli sorrido e lui sorride di rimando.
Sto bene.
 
In quel momento una figura maschile fa irruzione nella stanza, urlando senza il minimo riguardo per gli altri pazienti.
-Honey, honey stai bene? Oddio honey ma tu sei pazza! Lynch ti ucciderà, prima te - Oh, ciao Ed, tutto bene?- e poi anche lui. Ha quasi avuto un collasso quando l'hanno chiamato i medici e ora..
-Ok, Morris calmati! Respira lentamente. Sto bene, sta bene- indico Ed- stiamo tutti bene. Chiarito questo, dov'è Ly..
-CATHERINE NICHOLSON!
-Oh.. Eccolo..
-SI ECCOMI!
-Lynch, per l'amor del cielo smettila di urlare!- si lamenta Morris.
Lynch fa un respiro molto -troppo- profondo, poi riprende a parlare.
-Spiega- intima.
-Sto bene Lynch- lo rassicuro.
-Anche io sto bene!- si intromette Ed, sorridendo a Lynch.
-TU NON EMETTERE UN SUONO!- tuona mio cugino.
Ed spalanca gli occhi, sta per aggiungere qualcosa ma Morris inizia a scuotere energicamente la testa, e il rosso decide che è meglio riprendere a sorseggiare il suo the in silenzio.
-Spiega.
Gli racconto come sono andate le cose e riesco a tranquillizzarlo quel poco che basta per evitare che si metta di nuovo ad urlare. Una volta finito il mio resoconto, arriva la pioggia di domande. C'era da aspettarselo.
-Quindi, Vince ce l'ha con te- Lynch mi indica- e anche con te- e indica Ed. Scuotiamo la testa in segno di conferma.
-Bene..- la calma prima della tempesta?
perché ce l'abbia con te mi sembra abbastanza chiaro, sei una ragazza e non ti sei ancora piegata al suo volere implorandolo di amarti..- Morris si passa una mano tra i capelli.
-Ma Ed? Tu cosa c'entri con Vince? Non mi è chiaro..
Ed, che fino a quel momento è rimasto in silenzioso isolamento, si irrigidisce e mi guarda di sfuggita.
-Io..ehm..- indugia. Non dire la verità, non dire la verità. Cosa succederebbe se Lynch e Morris venissero a sapere che Ed è strettamente collegato a Vince? Di sicuro lo caccerebbero, ma solo questo? Sto pregando con tutte le mie forze che il rosso trovi una scusa logicamente accettabile entro i prossimi quattro secondi.
-Ecco io.. Vince è..- indugia. Mio cugino e Morris si scambiano uno sguardo interrogativo, ma finalmente Ed mette insieme i pezzi e si salva sull'orlo del precipizio.
-Vince è arrabbiato con me perché ho preso il suo posto nella vostra band.
C'è un attimo di esitazione da parte dei due ragazzi, ma poi a tutti sembra una motivazione più che plausibile, per lo meno con uno come Vince.
-Ah, solo questo. Bene, allora direi che hai già scontato la tua pena- sentenzia mio cugino, indicando i vari segni del combattimento.
-E tu- continua minaccioso, indicandomi. -Sarà meglio che per i prossimi mesi io sia costantemente informato su dove vai e con chi sei, se non vuoi ritrovarti a fare l'elemosina sotto il Big Ben- e detto questo esce dalla stanza seguito da Morris, che ridacchia senza farsi vedere.
-Però..- sussurra Ed con fare complice.
-Iperprotettivo. Lo è sempre stato- lo informo, mentre mi siedo nuovamente.
-Sai, eri molto sexy mentre cercavi di atterrare Vince. Molto Lara Croft, o Cat Woman, o..-
-Ed- lo interrompo, ridendo.
-Cosa c'è? Dico sul serio! Con quel cappuccio da cattiva ragazza.
-Smettila- continuo a ridere, tirandogli un colpo amichevole sul braccio. Fa una smorfia di dolore e mi pento subito.
-Oddio, scusami!- mi alzo e mi avvicino a lui. In quel momento mi afferra per un braccio e mi trascina vicina, molto vicina. Lo fisso negli occhi mentre mi torna in mente la serata al parco e il fatto che io ancora non ho ben chiaro che cosa  sia successo nell'arco di tempo tra la bottiglia di Vodka e il mio risveglio.
-Non puoi sfuggirmi per sempre- mi sussurra all'orecchio.
-E' una sfida?
Non capisco come possa essere ancora così incredibilmente bello sdraiato su un lettino d'ospedale. Il suo sguardo incontra il mio e credo di arrossire, ma poi riesco a riprendere in mano la situazione. Mi libero dalla sua presa e mi risistemo sulla sedia.
-Prima, per un attimo, ho temuto che raccontassi tutto a Lynch- cambio argomento. -Era una scusa fantastica.
-Già, be' ecco.. Non era esattamente una scusa.
-Ce l'ha con te per quello? Davvero?- chiedo sorpresa.
-Si. Però gli brucia più il fatto che io non abbia ancora sistemato Walt.
A quelle parole mi irrigidisco un po' e Ed sembra accorgersene.
-Tranquilla, non ho intenzione di farlo. Walt è un ragazzo molto fortunato.
Gli sorrido.
-Vince ce l'ha con te per un sacco di cose- scherzo.
-Già. Era così anche da piccolo, quindi..- alza le spalle.
Lo guardo stupita.
-Da piccolo?
-Ehm..- indugia.
-Ed?
-Cazzo..
-Ed da quanto conosci Vince?
-Non posso dirtelo.
-Perché no?
-Cat lascia stare, ti prego.
-Dimmelo.
-Non posso- scuote la testa. -Ti perderei.
Mi alzo in piedi e mi avvicino a lui. Lo guardo per un attimo e mi accorgo che è molto preoccupato.
-Non me ne vado, promesso.
-No Cat, non fare promesse che sai di non poter mantenere.
In quel momento mi torna in mente la sera sul balcone di qualche tempo prima. Ci eravamo promessi un segreto per un segreto. Io gli avevo detto il mio, era il suo turno. Gli prendo la mano e lo sento irrigidirsi sotto il mio tocco.
-Un segreto per un segreto, ti ricordi?
Ed mi guarda per un attimo e trattiene il respiro, poi finalmente cede, sbuffando.
-Ti prego, non te ne andare.
-Non vado da nessuna parte- lo rassicuro, stringendogli ancora la mano. Annuisce e fa un respiro profondo.
-Mia madre è morta il sette Luglio di sedici anni fa. Avevo otto anni. Non ho mai conosciuto mio padre, così mi sono ritrovato solo di punto in bianco. Non avevo più nessuno su cui contare. Mi trasferirono in un collegio per bambini orfani, ma qualche anno dopo me ne andai. Non volevo più avere nulla a che fare con le persone e me ne stavo solo il più possibile. Vivevo dove mi capitava. Riuscii a raggiungere Londra dove conobbi il proprietario del negozio di dischi del centro. Fu lui ad aiutarmi più di tutti e fu lui a regalarmi la mia prima chitarra. Poco dopo morì, e io mi ritrovai solo di nuovo- fa una pausa.
-E hai conosciuto Vince..
-E ho conosciuto Vince- annuisce. -E gli volevo bene. Molto. Lui è stato la mia famiglia per quasi tutta la vita. Lo seguivo in tutto ciò che faceva. Tutto. Finché non mi sono reso conto che stavo sprecando la mia vita e la mia passione- sorride. -Quindi ho deciso di allontanarmi da lui, ma sembra non aver accettato la cosa.
Cerco di assimilare tutte queste informazioni sul passato di Ed Sheeran mentre lui mi fissa preoccupato. Non sono arrabbiata, non sono delusa, sapevo che aveva a che fare con Vince e sapevo che lui era molto meglio di ciò che pensava. Non vedo perché dovrei avercela con lui.
-Cat, dimmi qualcosa.
Gli sorrido e mi chino per abbracciarlo.
-Non vado da nessuna parte. 
 
 

 
**
 
Sono passati due giorni.
Hanno dovuto steccare la caviglia di Ed, ma è tornato a casa e, a parte i souvenir della rissa, sta bene.
Walt sembra essere scomparso.
Anche Vince.
Mars e Mike si sono stabiliti sul nostro divano in vista della partenza di stanotte.

 
In casa regna il panico.
 
 
Sono ancora a letto quando sento dei pesanti colpi alla porta e mio cugino che urla ripetutamente il mio nome. Lancio un'occhiata alla sveglia ed emetto un lamento quando mi rendo conto che sono solo le nove.
-Cosa c'è?- sbotto, non appena apro la porta.
-Niente, volevo solo informarti che sono arrivati i tecnici e dobbiamo provare alcune apparecchiature per portarcele via. Ti volevo avvisare nel caso ti disturbassimo..
Lo fisso per capire se mi sta solo prendendo in giro oppure è davvero così mentalmente confuso.
-Lynch, tu mi hai appena disturbato.
Si finge pensieroso, mi tira un pugno sulla spalla e se ne va.
Chiudo lentamente la porta tenendo lo sguardo fisso sul corridoio deserto mentre mi interrogo su quali possano essere le mancanze cerebrali di quel ragazzo. In quel momento un pensiero mi investe come una doccia fredda. Domani sarò a New York. Comincio a saltellare per la stanza mentre apro l'armadio e mi vesto, canticchiando una canzone che non ricordo bene quale sia.
-Buongiorno!- ridacchia Ed, sulla soglia della porta.
-Ciao Ed- lo saluto, aiutandolo a sedersi sul mio letto. E' una delle persone più imbranate che io conosca già normalmente, ma sulle stampelle è quasi un pericolo pubblico. Ricomincio a buttare vestiti a caso nella valigia che mi ha procurato mio cugino, mentre Ed mi fissa sorridendo.
-Cosa c'è?- gli chiedo, ridendo.
-Nulla- risponde sornione.
-Allora smettila.
-Di fare cosa?
-Di fissarmi.
-Non ti sto fissando.
Scuoto la testa mentre torno a concentrarmi su quali paia di scarpe portare con me.
-Ti devo parlare- mi comunica Ed. Lo guardo interrogativa.
-Certo, dimmi- sorrido.
Comincia a torturarsi le dita come fa sempre quando è teso. Mi avvicino.
-Ed, va tutto bene?
-Oh, si si certo- farfuglia.
 In quel momento sento Lynch che mi chiama dal piano di sotto. Guardo Ed e lui mi fa un cenno verso la porta.
-Non ti preoccupare, vai- sorride.
-Sicuro?
-Certo, parliamo dopo.
-Ok..
Scendo le scale e raggiungo mio cugino.
-C'è una persona per te in giardino.
-Una persona?- chiedo stupita.
Apro la porta.
-Ciao Cat- la sua voce è più dura del solito.
-Ah, ciao Walt!

 
Ciao a tutti :) Dopo una fin troppo lunga assenza eccomi tornata con i miei capitoli inutili. Mi dispiace tantissimo di non esserci stata per così tanto tempo, ma ho avuto varie situazioni problematiche tutte in una volta e non riuscivo più a starci dietro, quindi ho dovuto abbandonare qualcosa.. Comunque ora sono tornata e ho un paio di capitoli pronti da riguardare e pubblicare. Ringrazio tutti quelli che continueranno a seguirmi e che hanno avuto pazienza con me. Prometto che mi farò perdonare e spero che questo capitolo (che è stato un parto) vi piaccia. Un bacio e a presto :)
Nel caso in cui aveste qualche domanda da farmi, ho creato un profilo ask e tutte le vostre domande sono le benvenute, inoltre vi lascio anche il link del mio Twitter.

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