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Autore: jo_gio17    09/06/2015    3 recensioni
Il mondo era ancora in preda alla resistenza, le isole fedeli al Re dei Pirati cercavano ancora di ribellarsi, ma la marina aveva intrapreso un rigido sistema di punizioni. Dopo la tragedia di Alabasta, otto mesi dopo il Grande Conflitto, le acque si placarono un poco.
Il sole brillava nel cielo che copriva il Villaggio di Coco, lì la rivolta sembrava non aver attecchito particolarmente; la gente aveva paura e non erano abbastanza forti per contrastare la potente morsa della marina. Quello che una volta era Arlog Park, adesso era la sede di un’accademia per l’addestramento delle nuove reclute: Marine Park.
Proprio in questo clima di terrore e di disperazione nascerà la nuova speranza.
Spero di avervi incuriosito... Vi Aspetto!
Baci Baci
Jogio
Genere: Avventura, Guerra, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nami, Nuovo personaggio, Sanji, Un po' tutti, Zoro\Robin | Coppie: Rufy/Nami
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Fino in Fondo '
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Incredibile, sono riemersa… non ho molte giustificazioni né scuse, mi spiace essere sparita ma come promesso non abbandonerò la storia, anche se ci vorrà tempo e pazienza. Non sono una persona costante e questo l’avrete notato anche voi. Quindi che dire… spero non la abbandoniate nemmeno voi.
 
Complicazioni
 
Sanji si inoltrò nella boscaglia senza attendere la partenza, nel profondo sarebbe voluto andare con loro, il mare gli mancava più di quanto volesse ammettere, ma mai l’avrebbe abbandonata, avrebbe mantenuto la sua ultima promessa a qualsiasi costo. Nonostante tutto indugiò nel ritorno, non temeva altre squadre di marines, sentiva solo il bisogno di camminare e lasciare che la sua mente vagasse. Gli ultimi giorni erano stati per lui come un balsamo fresco su una bruciatura, si sentiva stranamente rifrancato, non sapeva dire se il merito fosse di Zoro, di Saki o se fosse per via delle buone intenzioni di Nami o ancora per le parole di Nojiko. Forse davvero sarebbe andato tutto meglio come pensava Haruki; si concesse così il lusso di sperare.


***
 

Nel frattempo sulla battigia Zoro e Robin attendevano la compagnia che li avrebbe riportati all’Isola.

- Stanno tardando – sentenziò Zoro impaziente.

- Pensi abbiano avuto delle complicazioni? – rispose Robin mentre scrutava l’acqua nera come pece.

Zoro fece spallucce e si sedette sulla sabbia umida a gambe incociate – Comunque non ci resta che aspettare.

Finalmente la fiamma di una candela illuminò la baia come un faro in un porto, una, due, tre volte: era il segnale.

- Ci siamo – sbuffò Robin.

Zoro sorrise leggermente – So che non ti piace, ma secondo i ribelli è il modo più veloce per scappare in caso di emergenza.
La donna si avvicinò con il suo fare altezzoso che divertiva sempre Zoro; lui la aiutò ad issarsi sulla sua schiena e lentamente si addentrò nell’acqua calma e cheta della notte. – La barca non è lontana.

- Mi sento al sicuro con te.

Appena l’acqua lambì la sua pelle diafana, Robin come ogni possessore del frutto del diavolo, si sentì mancare, ogni volta era una sensazione terribile, poteva sentire letteralmente le energie scivolare via secondo dopo secondo fino al punto in cui il suo corpo diventava pesante e completamente inutile. A Zoro non sembrava pesare, anzi si affannava affinché il tratto sembrasse più breve.

Erano a metà strada quando un colpo di fucile ferì l’aria creando un frastuono che riecheggiò per la baia, Zoro arrestò di colpo la sua corsa, la candela che segnava il punto in cui sarebbe dovuto arrivare si era spenta, intorno a lui solo acqua, tenebre e i chiari rumori di un’imboscata. Il suo primo istinto fu di controllare i nodi che legavano il suo corpo a quello inerme della sua amata e con uno scatto improvviso cambiò direzione puntando verso la riva. Un secondo colpo, stavolta troppo vicino, miravano a lui.

“Ma come diavolo fanno a vedermi” imprecò fra sé e sé. Non fece in tempo a prendere fiato che una pioggia di proiettili gli cadde addosso, un paio di questi centrarono il bersaglio. Immediatamente si immerse l’acqua intorno a lui sapeva di sangue, auspicava fosse solo il suo.
I polmoni iniziarono a bruciargli in petto, doveva resistere, doveva portare Robin a riva.

“Ancora poche bracciate” continuava a ripetersi.

A un tratto un barlume di speranza, le sue mani toccarono la sabbia, riemerse ispirando rumorosamente, era senza fiato e lievemente ferito, ma sulla terra ferma avrebbe sicuramente avuto qualche chance in più. Fece per mettersi in piedi quando un potente fascio di luce lo accecò nello stesso istante venne investito da quello che gli sembrò un’onda fatta di piccole lame affilatissime. Il sangue caldo ora colava copioso lungo il suo corpo, fece per estratte la prima katana ma questa strappò la corda già lacera che teneva Robin ancorata alle sue spalle. La sentii scivolare via, si girò per cercare di afferrarla, ma questo momento di distrazione gli costò un’altra ferita, stavolta più profonda. Una katana aveva trapassato il suo braccio sinistro. Zoro serrò i denti e sferrò il suo colpo verso lo sconosciuto aggressore, questo lo bloccò incrociando le sue katane di fronte a sé.

- Sei pieno di ferite eppure hai ancora la forza di attaccare.

L’occhio di Zoro si stava iniziando ad abituare a quella luce folgorante e intravide di fronte a sé una sagoma conosciuta. – Comir!

- Sbagliato, ma ci sei andato vicino. – Rispose slanciandosi in un altro attacco.

Le lame degli avversari produssero alcune scintille al loro contatto, i volti dei due combattenti si avvicinarono quasi a volerle sfiorare.

- Sono suo figlio, schifoso pirata. Il mio nome è Guro.

Inaspettatamente l’ammiraglio lasciò una delle due spade e con la mano libera lanciò una strana polvere sul viso di Zoro. Di nuovo il pirata si ritrovò accecato. Un secondo colpo gli trapassò il fianco destro stavolta cedette e cadde in ginocchio.

Prima che potesse rialzarsi Guro gli sferrò un pugno – Feccia, ho preso le giuste precauzioni, la polvere che ti ho tirato è un estratto di veleno di pesce palla, immobilizza muscoli e sistema nervoso - sussurrò prima di impartire i suoi ordini.

- Prendete la donna, il pirata potete lasciarlo agonizzare qui.

Il corpo di Zoro non rispondeva ai comandi impartiti dalla sua mente perfettamente lucida. Vide chiaramente il volto dei due marines che ammanettavano Robin e la allontanavano da lui, cercò di nuovo di muoversi o di urlare. Poteva seguire i movimenti ormai silenziosi della squadra che gli aveva teso la trappola ma non poteva reagire in nessun modo, era furente come una bestia legata ad una catena troppo stretta. L’ultima cosa che occupò il suo campo visivo fu lo stivale di uno dei marines che gli assestava un tremendo calcio.
 
NdA:
Dopo tanto, anzi tantissimo tempo ho ripreso a scrivere, spero non ci siano troppi errori e che il testo sia sensato XD
Mi pento di aver accantonato la mia passione, è stato sciocco da parte mia, comunque sto ricominciando da questa ff, forse perché è una di quelle a cui sono più legata. Come sempre grazie per la pazienza.
Baci Baci
Jogio
  
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