Nulla
et umbris
Ecco, segreta
Piangi ancora triste
Il doloroso parto,
Commiato da l’infinito,
e il tuo infame esilio
nel carcere carnale.
Nasci, uomo.
Forte sentire
Doni al tuo carceriere
E lo ammali.
Con mielose carezze
Scaldi il suo freddo essere
E con pregia maestria
L’istinto
A ragion rendi eguale.
Pensiero.
Dispieghi le tue ali,
Vento delle passioni,
così sfidi le sbarre,
ma vinta cadi
ed è l’umana bocca
a sgorgar il tuo sangue.
Parole .
Nell’aria spargi
I tuoi frammenti
Ma vagan persi
Amor sì tersi
Nell’ombra del Diavolo.
Anima.