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Autore: _Lillian_    09/06/2015    4 recensioni
"Sarà come se non fossi mai esistito".
Aveva detto così prima di scomparire e così sarebbe stato se dentro me non stesse crescendo qualcosa che mi lega ancora più inesorabilmente a lui.
"Quando non si ha più nulla a cui potersi aggrappare anche il pericolo diventa un'ancora di salvezza, e i Volturi per me, per loro... lo sono stati"
Mi chiamo Isabella Marie Swan e sono un'immortale.
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan, Nuovo personaggio, Un po' tutti, Volturi | Coppie: Bella/Edward
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: New Moon
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Chapter 19
 
POV ANTHONY
 
“Ragazzi questa è l’ultima volta che lo ripeterò!”.
Aglia.
“Svegliatevi IMMEDIATAMENTE!” urlò mamma dal piano di sotto come una forsennata.
Un odio profondo e alquanto viscerale verso la scuola, lentamente stava montando dentro  me.
“Non ne posso già più” borbottò Nessie entrando nella mia stanza e buttandosi a peso morto al mio fianco.
L’abbracciai stretta affondando il viso nei suoi capelli in cerca di buio, sperando vivamente di riuscire a riappisolarmi, anche solo per poco.
“NON COSTRINGETEMI A VENIRE DI SOPRA!” urlò nuovamente nostra madre, oggi sembrava una iena mestruata e isterica.
“Ma che le prende questa mattina?!” chiese Deliah entrando nella stanza con gli occhi ancora chiusi.
Per miracolo non andò a sbattere contro lo stipite della porta.
A volte eravamo davvero la vergogna dei vampiri…
Con il braccio libero l’afferrai per la mano quando fu nei pressi del letto e la feci stendere accanto a noi.
“Dio che sonno!” sbottò Ness infilando la testa sotto il cuscino di nostra sorella.
“Siamo sicuri che non abbia più il ciclo?!” chiese Lilian entrando in scena con occhi molto più svegli rispetto ai nostri e già vestita di tutto punto.
Telepatia gemellare, così la chiamavano.
E mamma aveva il ciclo, così si era stabilito.
“STO SALENDO!”.
“Siamo svegli mamma!” sentenziò di rimando Lily alzando gli occhi al cielo e incrociando le braccia al petto.
Come un automa mi alzai spostando delicatamente le mie sorelle e arrancai stanco verso l’armadio.
Era proprio in questi momenti che odiavo anche il mio lato umano oltre all’istruzione.
“Ness, Dely vi conviene alzare le chiappe prima che a mamma venga qui e ve le faccia quadrate” disse poi lanciando ad ognuna di loro dei vestiti.
Pochi minuti dopo stavamo tutti dormendo sulla nostra colazione.
Quale gioia!
“Oggi ricomincia la scuola e spero non ci siano più interruzioni d’ora in poi. L’istruzione è una cosa seria!” disse nostra madre convinta.
La guardai scettico.
“Mamma sei seria?” chiese Deliah osservandola di sottecchi.
E per essere scettica la secchiona di casa…
“Certo che si, avere un lauto bagaglio culturale è sinonimo di grande ambizione e spiccata intelligenza”.
“Ma noi sappiamo già tutto quello che c’è da sapere mamma, abbiamo ottant’anni!” borbottò in disaccordo Renesmee.
“E poi rallegrati, sappiamo anche cosa significa lauto!” risi io guardando Nessi osservarmi perplessa.
Beh forse non tutti sapevano cosa significasse.
Ma tre su quattro era davvero un ottima percentuale!
“Potete averne anche duemila a testa per me non cambierebbe nulla, nella vita non si finisce mai di imparare. Quindi non peccate di presunzione e alzate i vostri bei sederini. Filate a scuola” sentenziò guardandoci uno alla volta.
Nessuno si mosse.
“SUBITO!” sbottò irritata battendo le mani un'unica volta, quella che bastò per farci saltar su in piedi e dirigere verso la porta.
“Despota!”.
“Isterica!”.
“Mestruata!”.
“Dittatrice!”.
“VI HO SENTITI! BUONA GIORNATA TESORI MIEI!”.
“Sto seriamente prendendo in considerazione l’idea di andare a vivere con Edward” sbuffò Ness battendo i piedi a terra impettita.
“Poi non potresti vivere sotto lo stesso tetto con Jake” dissi nonostante fossi alquanto propenso alla sua idea.
Meno pomiciamenti, Anthony felice.
“Con quello che conta! Non c’è mai in casa, ieri sera è andato a La Push e stamattina non era nel suo letto”.
Oh oh, aria di guai per il lupacchiotto.
“Buongiorno ragazzi!”.
Lasciando perdere la vita amorosa di nostra sorella per quel momento, alzammo lo sguardò verso la mano che Grace stava sventolando all’aria per farsi vedere, dietro di lei, tutti gli altri con occhi impastati dal sonno.
“Perché sei così piena d’energia?” chiese Lilian scompigliandole i capelli infuocati.
“Ho mangiato ventitré Pancake!” rispose Grace tutta soddisfatta facendoci uscire gli occhi fuori dalle orbite per la sorpresa e nel caso di Lilian, per il disgusto.
“Sei indescrivibile Grace!” risi io passandole un braccio intorno alle spalle e ricevendo in risposta un bacio con tanto di schiocco sulla guancia.
Sorrisi alla mia migliore amica mangiona.
Adoravo Grace sopra ogni cosa.
“Dovremmo muoverci ragazzi, siamo in ritardo” disse Clara iniziando a correre verso la foresta.
Fantastico, oggi neanche in macchina si andava a scuola!
 
“Questa storia deve finire! Non è possibile che io, Lilian Cullen, debba presentarmi a scuola senza auto e con i capelli fuori posto!” sbottò mia sorella nella sua fase cornacchia inviperita.
Ma le cornacchie potevano essere imviperite poi?
Bah.
“Sei bellissima comunque Lilian, non temere!” la prese in giro Aria alzando gli occhi al cielo.
Daniel si avvicinò alla ragazza portandole un braccio a cingerle le spalle, facendola arrossire fino all’ultima punta dei capelli.
“Ci muoviamo? C’è un gruppo di ragazze che aspetta paziente che io passi loro davanti” disse ammiccando in direzione delle suddette.
Vidi le sopracciglia di Aria corrugarsi così tanto, da sembrare un mono ciglio.
“E allora cosa aspetti” sibilò velenosa gettando il braccio di Daniel via dalle sue spalle davvero in malo modo.
Il gemello la guardò smarrito.
“Va da loro, non sia mai vedano un tuo arto sfiorare un’altra ragazza. Potrebbe venir loro un infarto! Deliah andiamo!” sentenziò facendo scattare mia sorella nella sua direzione e lasciandoci indietro nella sua camminata aggressiva verso l’istituto.
“Ma che ho fatto?!” chiese Daniel confuso ora più che mai.
“Amico, sarai anche affascinante ma nel tuo cervello i neuroni davvero non riescono a connettere fra loro” disse Nicholas affibbiandogli una pacca sulla spalla.
 
POV BELLA
 
Il modo migliore di una madre per non pensare alla sfiga perpetua dei suoi figli era distrarsi.
Ma se la suddetta madre era un vampiro con la mente formato famiglia come la si poteva mettere nome?
Accidentaccio a quel libro del cavolo!
Mi aveva reso isterica e sicuramente i ragazzi se ne erano accorti, ma cosa potevo farci?
Mamma chioccia dentro me scalpitava impazzita e di certo non potevo ignorare il suo insorgere.
Era parte di me.
“Sei una vampira bellissima, ma incredibilmente distratta. Non hai perso questa caratteristica e ne sono felice”.
Il cuore mi saltò letteralmente in gola.
Metaforicamente parlando.
“Non dovresti essere a scuola?” chiesi nel modo più freddo a me disponibile.
“Bell…Isabella, credi davvero che m’importi della scuola in questo momento?”.
“Non so cosa t’importi Edward, e ho smesso di interessarmene molto tempo fa” dissi per poi sorpassarlo.
Ci mancava solo che facessi ritardo a lavoro.
“Non puoi ignorarmi in eterno, lo sai anche tu questo Isabella”.
Perché mi chiamava così? Era irritante!
Anzi se non mi chiamava affatto era meglio.
Tuttavia…
“Se stai parlando dei nostri figli non vieterò né a te né a loro di avere contatti, ma questo non implica un contatto fra noi” sentenzia guardandolo per la prima volta.
Oro nell’oro.
“Se solo tu mi lasciassi spiegare…”.
“Non  hanno importanza le parole ora, l’avrebbero avuta forse tanto tempo fa, ma non ora, non per me” dissi secca, interrompendolo.
“Se avessi saputo prima di loro…e di te io avrei…”.
“Cosa? Avresti fatto cosa? Tornare indietro? Prenderti cura di loro? Sacrificare le tue distrazioni e la tua vita con un degna compagna per poter vivere con un umana e quattro mezzi vampiri pieni di problemi?” sibilai cattiva.
“I nostri figli per me non sarebbero mai stati un problema e non lo sono tutt’ora. Io li amo sopra ogni cosa e avendo avuto l’opportunità di parlare con loro ne ho preso ancor più consapevolezza. Sono fantastici! Anthony è forte e fiero, Deliah è delicata e tanto buona d’animo, Renesmee genuina e solare e Lilian un uragano di emozioni e un concentrato di energia. Io li amo Isabella!” disse con la voce più ferma che avessi mai udito.
Sentir parlare di loro in quel modo non solo mi resa la madre più fiera del mondo, ma fece tremare anche il mio cuore.
“Lilian mi ha chiamato papà sai?” continuò lasciandomi di stucco.
Questo non me lo aspettavo.
Ma ne ero felice, troppo.
“Certo, non rendendosene davvero conto, ma lo ha fatto. E credo sia stata l’emozione più bella di tutta la mia esistenza. Alla pari se non più forte di quello che provai e provo per te”.
Sobbalzai.
E lui ne approfittò.
“Io ti amo Bella. Ti amo da sempre e ti amerò per sempre. Puoi non credermi, puoi odiarmi, puoi uccidermi. Ma nulla, nulla cambierà una verità tanto radicata in me. Io ti amo” sentenziò fissandomi intensamente con quelle gemme onice.
Avevo amato quella pietra per lui.
“Non capisco dove tu voglia arrivare”.
“Probabilmente da nessuna parte, probabilmente ovunque se con te. Ma per ora, mi basta anche solo sapere che tu sappia”.
“Io non posso ignorare tutti questi anni e non ho neanche intenzione di farlo Edward” dissi brusca ferendolo.
Lo seppi nel momento io cui i suoi occhi divennero liquidi e intrisi di dolore.
Ti prego non guardarmi così…
Sorrise triste.
Non farlo…
“Non potevo aspettarmi altro. Ma sai, sono così orgoglioso di te e di ciò che sei diventata. Amavo la piccola ragazza che con passi incerti correva tra le mie braccia, il suo calore, i suoi occhi cioccolato fuso, le manine morbide e piccole pronte a stringere le mie, quelle di un abominio. Poi però… ti ho rivista, ed eri una donna. La donna più bella che avessi mai visto in vita mia e che probabilmente non avrò più occasione di vedere in nessuna altro luogo, né universo, né mondo parallelo. Le mie certezze da allora si sono incrinate come una foglia in balia del vento invernale. Tu non potevi essere un abominio della natura Bella, per quanto la nostra vita ora sia la stessa, tu non puoi essere un abominio.
Sei una donna che è stata in grado di crescere da sola quattro meravigliosi ragazzi e hai affrontato altrettanto sola tutti i loro problemi senza mai perdere te stessa. Sei forte, gentile e fredda al contempo. Doti che ti rendono completa e ai miei occhi ancor più irraggiungibile. Ma stammi bene a sentire Isabella Marie Swan. Fin quando io avrò vita, non passerà giorno senza che io cerchi di riprenderti. Tu sei mia. Chiamami egoista, chiamami possessivo, dimmi che non mi vuoi. Ma tu sei mia e io ti riporterò da me, dovessi uccidere il mondo intero!”.
Sbarrai gli occhi nonostante mi fossi prefissata di mantenere una maschera di algida freddezza.
Tutte le parole appena pronunciate vorticavano nella mia mente a velocità impressionante lasciandomi senza fiato.
Quegli occhi in cui ora vi si leggeva solo una bruciante determinazione mi destabilizzarono sino all’inverosimile.
Perché ora Edward… cosa vuoi da me?
Cosa pretendi dal mio cuore ferito che non batte se non pe te?
“E sarò capace di conquistare i miei figli. Loro sono con te, la cosa più preziosa di questo mondo per me. Sono la ragione di ogni mio sorriso in queste ultime settimane, le mia ancore di salvezza e tutto ciò che abbia sempre sognato. Li amo e li voglio per sempre!”.
Indietreggiai colpita da tanta forza.
“Io devo andare a lavoro”.
Brava Isabella, un uscita davvero consona e intelligente.
Complimenti, un applauso a te!
Sorrise.
Perché diavolo sorrideva ora?
“Va bene, sfuggimi pure piccola tigre, ma io tornerò sappilo” disse sparendo poi dalla mia vista.
Mi lasciai incantare dalla sua figura che alla velocità del suono, sparì nella foresta.
OH MISERIACCIA!
 
POV EDWARD

 
Lo avevo fatto, avevo vuotato il sacco e ora stavo meglio.
Credevo di non riuscire minimamente a scalfire la nuova Bella, ma quando i suoi deliziosi occhi si erano dilatati e aveva fatto incerta qualche passo indietro, avevo capito che in qualche modo le mie parole le erano arrivate forti.
Questo mi faceva sperare in positivo.
Avrei distrutto quella corazza composta e me la sarei ripresa.
Bella era mia, e lo sarebbe stata per sempre.
Non era più una questione di priorità, la sua felicità ovviamente era sempre al primo posto, ma avevo smesso ormai di autocommiserarmi e di struggermi in una vita dove lei non era contemplata.
Basta così.
Sarebbe tornata fra le mie braccia, fosse stata l’ultima cosa che avessi fatto in questa imperfetta vita.
Arrivai a scuola per l’ora di pranzo, ma non me ne curai.
Ora avevo solo bisogno di vedere i loro occhi, gli occhi dei miei quattro pazzi gemelli.
Un sorriso dolce si formò autonomamente sulle mie labbra.
Quando si parlava di loro o semplicemente venivano nominati da uno dei miei familiari, succedeva sempre così.
In una giornata come quella, dove sole non ce n’era ma fuori si stava discretamente bene nonostante il mese invernale, gli studenti erano affluiti sulle panchine del parcheggio schiamazzando a più non posso.
Pensieri di ogni tipo schiaffeggiarono la mia mente orami tropo tramortita dagli anni.
Per ironia della sorte i pensieri di colore che mi stavano a cuore, erano anche gli unici ad essermi preclusi.
Decisi così di affilare l’udito e trovare le loro voci.
Le avrei riconosciute fra mille.
“Sissi dovresti seriamente smetterla di saltare educazione fisica o il professor Boffs ti ammazza”.
“Cosa credi che me ne importi, io non faccio quegli stupidi allenamenti con quelle stupide cheerleader che credono di muoversi bene quando sembrano solo papere affogate nel Whisky”
Vidi il ragazzo sospirare esasperato per poi abbassarsi all’altezza di mia figlia e poggiare la fronte contro la sua.
Quello era Nicholas, il ragazzo ferito.
“Come devo fare con te?” sussurrò piano chiudendo gli occhi.
Vidi il volto di mia figlia passare dal rosato al rosso intenso.
“Non puoi…non puoi far nulla…credo” rispose incerta.
Sentii chiaramente il suo cuore tamburellare ad una velocità assurda e per un istante quel suono si mischiò ad uno passato.
Lo stesso per cui la mia vita aveva un senso.
“Il tuo cuore batte forte” rise piano il ragazzo aprendo gli occhi e fissandola nello stesso modo in cui io guardavo e guardo ancora la madre.
Lo riconobbi subito quello sguardo.
Era lo stesso per cui sarei rimasto a digiuno per anni solo per lei, avrei spostato mondi per lei, portatole la luna, il sole e le stelle se solo avesse voluto.
Era lo sguardo di colui che avrebbe affidato mille e mille volte la sua vita nelle mani di quella piccola donna, nonostante tali mani potessero essere le più irresponsabili del mondo.
“Chissà perché” rispose Lilian portando una sua manina sulla guancia del ragazzo.
La risata di quel Nicholas, riempì l’aria di un sentimento nuovo, prima che una sua mano venisse posizionata possessiva sulla schiena di mia figlia e le sue labbra andassero a poggiarsi su quella di Lilian.
Assassino.
Quella parola si piantò nel mio cervello come trapanata con forza e io inizia ad agitarmi.
Quello era l’assassino! Oddio l’assassino aveva le mani su mia figlia, le labbra su mia figlia e mia figlia, quella folle lo stringeva pure.
“Lilian!”.
Mi resi conto solo dopo di aver urlato il suo nome per davvero.
“Pa…ehm…Edward?” chiese lei stranita e oltremodo imbarazzata.
Il ragazzo invece dal canto suo, le circondò le spalle e mi sfidò on lo sguardo.
Che faccia di bronzo.
Guardai scettico quella mano posata possessiva sulla spalla di mia figlia e un moto di gelosia acuta mi pervase.
“Dio ho bisogno di fare del sano sesso con Jak…Oh porca miseria!” sbottò Renesmee accorgendosi della mia presenza.
Lei aveva bisogno di far cosa?!
“Ehm Edward cosa ci fai qui?” chiese con un sorrisetto nervoso lanciando occhiate incenerirtici verso la sorella probabilmente per non averla avvertita della mia presenza.
Mia figlia faceva sesso con un licantropo?
Dio voglio morire adesso.
Una con un assassino.
L’altra con un licantropo.
Datemi una flebo.
“Dicevo… la conoscete quella canzone che fa ‘Ho bisogno di fare del sano sesso Dioooo, ho bisogno di fare del sano sesso con Jacobbeeee’”.
La sorella la guardò scettica mentre Nicholas tentò in tutti i modi di trattenere le risate.
“Ora Jacob lo chiami Jacobbe? E ti prego Renesme, uno, non cantare. Due, evita questi commenti a ora di pranzo se non vuoi farmi fare il digiuno universale!” sbottò Anthony entrando nella discussione e accorgendosi subito dopo della mia presenza.
Mi osservò, non mi sorrise, non mi parlò, né fece altro.
Però non mi aveva neanche incenerito e questo era davvero un buon passo avanti.
Renesmee invece mi guardava distratta aspettandosi una chissà quale reazione.
Oh tesoro di papà, meglio che io stia zitto se non vuoi che faccia una strage di massa avanti ai tuoi occhi, iniziando da quel lupo spelacchiato.
Che nervi.
“Oh siete tutti qui” disse Deliah arrivando nel parcheggio accompagnata dai due gemelli e dalla ragazza dai capelli rosso fuoco.
Quando i suoi occhi si posarono su di me un sorriso sincero si spiegò sulle sue labbra del tutto identiche a quelle della madre.
La somiglianza tra le gemelle era impressionante, se non fossi un vampiro e non fossi loro padre, le avrei confuse a vita.
Eppure ora ero capace di cogliere ogni loro minima differenza l’una dall’altra, e chissà quante altre ce n’erano ancora da scoprire.  
“Che cosa succede qui?” chiese uno dei gemelli biondi, Kein se non sbaglio.
Mi guardò con occhio critico per poi posizionarsi esattamente alle spalle di mia figlia.
Ma che avevano questi ragazzi?!
Dovevamo fare una chiacchierata padre-pretendenti del caspio!
Io vi disintegro, quelle sono le MIE bambine!
Bambine!
“Nessi ha specificato di voler far sesso con Jake, per gli amici Jacobbe, dinanzi a papà” fece spallucce Lilian raccontando il tutto melliflua.
Venni scosso da brividi di disgusto mentre la gemella in questione prese fuoco e Deliah pure.
“Ness!”.
“Non sapevo ci fosse anche lui!”.
“E credo che il problema sia anche il fatto che io abbia baciato sua figlia, vero?” chiese sfacciato Nicholas facendo bloccare tutti.
Gli occhi di ogni singolo presente divennero formato padella.
Evidentemente quella era una bomba fresca di giornata.
A prendere il colore di un pomodoro maturo fu ora Lilian che cercò presto gli occhi di Nicholas.
Non li trovò poiché erano piantati nei miei, ma la mano del ragazzo corse al suo fianco.
“TU COSA?! VOI COSA?!” urlò la rossa allibita.
“Ehi, quella è mia sorella!” sbottò Anthony ricevendo la mia più totale ammirazione.
“Il problema è forse il mio passato signor Cullen?” chiese Nicholas ignorando mio figlio e chiunque altro gli avesse rivolto la parola.
Solo la mano che accarezzava rassicurante la pelle di mia figlia, tradiva la preoccupazione nei suoi confronti.
“Tu eri un assassino” dissi come se fosse la cosa più ovvia del mondo.
“E chi non lo è qui in mezzo!” fece l’altro gemello, Daniel, alzando le spalle.
“Anche io lo sono” disse risoluta Lilian fissandomi glaciale.
“E se non riesci ad accettarlo non credo siano problemi miei” sentenziò fredda e calcolatrice prima di prendere la mano con cui il ragazzo la stava accarezzando e andar via.
 
POV ANTHONY
 
Che alcova di matti!
Ma perché non faceva in tempo ad aggiustarsi una cosa che subito se ne distruggevano altre mille?!
“Accidenti!” dissi gettandomi all’indietro verso un albero.
“Ahi”.
“Dio, scusami io non…”
 
Angolo autriceee.
Scusate il ritardo ma mia madre ha iniziato a fare le chemio ed è un po’ un macello.
Spero il capitolo non vi abbia delusi e alla prossima con molte novità Spero il capitolo non vi abbia delusi e alla prossima con molte novità ♥
 
 
 
 
   
 
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