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Autore: Anna2    10/06/2015    3 recensioni
Non avrei mai immaginato tutto questo.
Non avrei mai pensato tutto questo.
E, sono sicura sia solo un sogno, queste cose non esistono.
Non esiste che un mostro di non-so-quanti-metri ti rincorra presso delle collinette vicino a una delle spiagge di Long Island, per di più con una ragazzina alta quanto un puffo a tuo fianco.
Il petto mi faceva male, e il cuore batteva così forte che credevo che stesse per scappare dalla cassa toracica, e giuro su tutto quello che c’è di bello nel mondo che i polmoni bruciavano tantissimo – come cazzo ci sono finita, fra parentesi?
Ah, sì, giusto.
Genere: Avventura, Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Gli Dèi, Nuova generazione di Semidei
Note: AU, OOC, What if? | Avvertimenti: Violenza
Capitoli:
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-Chapter Three.
«Sono la regina delle Ombre!»
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{anna soter; P.O.V.}

Mercoledì 12 maggio; ore 11: 20 AM. Alla fine non è tanto male stare qui al campo, è strano sì, soprattutto perché credevo che avrei incontrato almeno una volta Zeus— non oso chiamarlo padre, mi fa una tristezza assurda chiamarlo così, ma la verità è che non voglio accettare questa cosa. Ora sto facendo prove di tiro con l’arco, dal momento che con la spada ho fatto più che schifo, in verità mi ha piazzato Nich qui, mentre ha praticamente costretto tutto il campo ad andare con lui; in pochi si sono salvati.
Tendo la corda e prendo la mira, chiudo l’occhio destro e faccio un respiro profondo, schiocco la freccia, essa non ci mette poco ad arrivare al bersaglio e sorrido, non ho centrato pienamente la mira ma per essere la prima volta non è tanto male: metto le mani ai fianchi soddisfatta, okay forse mi sto gasando troppo per una stronzata ma per me riuscire in qualcosa complicata come questa è fantastico. 
Sento Nich in lontananza incitare alcuni ragazzi a correre dietro di lui, e li guardo per un po’, stanno facendo il giro del campo—non ho idea del perché – decido di andare a recuperare la freccia e di non fissarli troppo, mi stanco solo a guardarli. Chissà se Anna è lì in mezzo, non la vedo da ieri, avvicino la mano ed estraggo la freccia dal bersaglio a forma di omino fatto di paglia – è carino il fatto che per indicare gli occhi hanno messo delle “X” e hanno disegnato la lingua di fuori – sospiro, mi chiedo se dovrò fare davanti e indietro così finché non arriverà l’ora di pranzo. I raggi del sole mi accecano, sto cominciando a pensare di stare antipatica ad Apollo. Mi copro gli occhi con la mano libera e ritorno a passo lento dov’ero prima, mi preparo a lanciare di nuovo, stavolta lottando contro la luce per il fastidio agli occhi, ho mirato al bersaglio e respiro con fatica – per paura che mentre respiro io riesca a spostare la mira .
«ANNA ATTENTA!»
Vengo distolta dal mio obbiettivo, ho lasciato andare via la freccia ma ormai la mira era andata a farsi benedire e ora la freccia chissà dov’è finita, ma non faccio in tempo ad arrabbiarmi – volto il capo verso la direzione da cui proveniva la voce e la mia faccia viene colpita da qualcosa di pesante. Subito il mio naso si paralizza dal dolore, un allucinante dolore, l’arco scivola dalla mia mano e mi porto la mano al naso – le mie ginocchia cedono e io finisco sul pavimento, mi pizzicano gli occhi e minacciano di far uscire delle lacrime. Realizzo che la cosa che mi aveva colpito era un cazzo di pallone. Sul terreno vedo delle ombre avvicinarsi a me e io cerco di trattenere il pianto che da lì a poco si sarebbe trasformato in grida isteriche ai danni di colui che mi ha colpita. Alzo gli occhi e vedo un gruppo di ragazzi, ma io riesco a riconoscere solo Leo e Christian – che mi fissano con fare preoccupato.
«Di cosa cazzo è fatta quella palla, mi ha distrutto il naso!» grido contro di loro indicando la palla e, come temevo, il mio un è grido isterico – ma cazzo quella palla sembra fatta di cemento.
«Ehi figlia di Zeus calmati, è una semplice palla» mi dice una tipa, con capelli biondi e occhi verdi, la sua bellezza mi stronca e rimango a fissarla per alcuni secondi.
«Sheen ma se lo sai che quella è la palla di cuoio più dura che abbiamo qui al campo, avrei voluto vedere te al suo posto», mi difende Leo, e io lo ringrazio mentalmente, e con lo sguardo.
«Oh, immagino la scena: “Oh mia Afrodite! Mi sono spettinata i capelli!”, hahahah», interviene Christian scimmiottando le parole come farebbe una bambina di due anni, ma posso dargli ragione, la tizia lì sembra proprio tipo da dire quelle parole. 
«Bro, non credo che si preoccuperebbe solo dei suoi capelli... ma anche delle unghie e del suo perfetto naso! Insomma spazio a cose importanti!» Chris e Leo si guardano un attimo con serietà, ma non passano nemmeno cinque secondi che scoppiano a ridere e a prendersi entrambi sotto braccio, Sheen rotea gli occhi e mi guarda male… non la capisco: loro la stanno prendendo per il culo, perché con quello sguardo sembra prendersela solo con me?
«Non intendo stare qui a farmi prendere in giro da voi e dalla figlia di Zeus, qualcuno prenda il pallone e che venga a giocare con me, io vi aspetto vi conviene venire, e anche in fretta!» ordina, e la maggior parte dei ragazzi la seguono, forse per paura chi lo sa. Alcuni sembrano mandarmi sguardi di scuse, altri se ne sbattono completamente il cazzo di me. Solo Chris e Leo rimangono qui, ed io sono ancora con le ginocchia immerse nell’erba. Chris mi porge la mano, sorridendomi, stranamente sembra più simpatico di quando l’ho incontrato la prima volta, chissà forse aveva il ciclo l’altro giorno, io l’afferro e mi tira su’. Incredibile quanto sia fisicamente forte, ma sta di fatto che il naso ancora faceva male. 
«Ti fa male, ti porto in infermeria?» mi chiede con fare preoccupato, Leo sembra spalleggiarlo, annuisce con lo stesso sguardo preoccupato.
«No, non voglio andare infermeria. Sto bene, voi andate pure a giocare» rispondo raccogliendo l’arco. Non è vero, mi fa ancora male, ma sono passati meno di tre giorni e non voglio andare già in infermeria. Batterebbe il record di metà settimana fatta quando ancora frequentavo il college: riuscì a beccarmi una vagonata di palloni in faccia e rimasi tramortita per i troppi colpi.
«No, abbiamo accettato di giocare con i figli di Afrodite soltanto perché non volevamo fare il giro dell’intero campo»
«E soprattutto perché le ragazze sono davvero carine!» interviene Leo con un sorriso smagliante. Sorrido a disagio, mentre vedo Chris roteare gli occhi e guardarlo male, Leo sembra rendersi conto che davanti a loro c’è una ragazza, cioè io, non solo perché Christian l’ha fulminato con lo sguardo indicandomi con la testa. Sorrido giusto per far vedere che non me la sono presa affatto e anche lui lo fa.
«Se vuoi, puoi venire con noi agli allenamenti, non credo che Sheen ci voglia a giocare» mi dice Chris. Io mi pietrifico, sono stata attaccata ad Anna e Nich per tutta la mia durata al campo: allenarmi con qualcun’altro sarebbe imbarazzante. Stringo l’arco fra le mani, sono tentata di chiamare la mia ninfa, ma sarebbe abbastanza inutile, non devo fare la figura della cacasotto, li guardo e loro attendono una risposta.
«Ecco, sì, no... è stra—»
«Se non vuoi, fa’ niente».
«No, no, vorrei ma—»
«Ti vergogni?» domanda avanzando verso di me.
«Non che mi vergogno!» mi affretto a rispondere e facendo qualche passo indietro, lui si avvicina e io mi allontano, ride, sembra divertito. Il calore sul mio viso si affretta ad arrivare, certo che anche lui potrebbe farmi finire una frase! Mi sento a disagio, se si può dire, loro non migliorano la situazione guardandomi, in più Chris si sta spazientendo, Leo mi guarda incuriosito, si vede che non lo fanno apposta a guardarmi in quel modo, ma m’inquietano.
«Facciamo domani?» chiedo a mia volta, e Christian si ferma dopo la frase, «Oggi ho promesso a Nich che avrei fatto tiro con l’arco, si spazientisce se non mi vede tirare, voi lo conoscete meglio di me, sapete com’è? E’ severo, no?» continuo indifferente e con un sorriso.
Loro due sembrano capirlo, ci ho azzeccato con il fatto che sia severo, annuiscono e la smettono di guardarmi nel modo in cui mi stavano fissando prima, sorridono e si allontanano piano salutandomi con la manina.
Quando sono finalmente lontani, tiro un sospiro di sollievo, sono indecisa se chiamare o no Gentian, ma è da meno di due giorni che ho ricevuto la campanella, non credo che nessuno abbia chiamato la ninfa così presto …poi non lo so’… da quello che ho capito dovrebbero essere delle consulenti\psicologhe, e che tutti nel campo, esclusi Chirone e il Signor D, hanno. Quando si presentò da me con un’aria dolce e gentile subito mi sembrò una creatura divina, e immediatamente avvertii un senso di benessere. Mi disse di non farmi problemi nel chiamarla, e io me li sto facendo eccome ora!
Basta. Decido di suonare la campanella. Compio i tre rintocchi. Non ci vuole molto prima che Gentian arrivi: si presenta proprio come me la ricordavo, i fiori a cui appartiene sono legati in una coroncina, e il vestito lungo di un colore blu\violetto. È incantevole, mi guarda con un piccolo sorriso, i suoi due occhi grigi che alla luce del sole sembrano neri. Si avvicina prendendomi entrambe le mani, io avverto una sensazione strana nello stomaco, sento la nausea, sento di aver sbagliato a parlare con loro, non dovevo uscire dalla mia Cabina oggi.
«Cos’è successo cara?» mi dice. Io cerco di non guardarla, tenendo la testa bassa, mi sento in colpa per averla chiamata.
«Io, non lo so, sento di aver sbagliato tutto— non credo che rimanere qui sia la scelta giusta...»
Gentian mi guarda, stacca la mano dalla mia che stringe e la porta sulla mia guancia, accarezzandola lentamente.
«Non c’è nulla di cui avere paura, cara, loro non hanno assolutamente nulla contro di te»
«Sì però mi hanno abbastanza turbato»
«Devi calmarti, respira, è solo frustante. È lo stress e il fatto che tutto sia successo così in fretta, per loro non hai nulla che non va, gli sei anche simpatica». E mi sorride, un sorriso dolce, e in un modo o nell’altro riesco a credere alle parole di Gentian. La guardo, sembra convincente, sospiro e riesco a ricambiare quell’amabile sorriso, molto più acceso del mio. I suoi occhi sprizzano felicità, molto più dei miei.
E la cosa non mi sorprende.

 
{anna stygeros; P.O.V.}


Giovedì 13 Maggio; ore 05:01 PM Ormai questo è il mio terzo giorno al campo e riesco a cavarmela, per adesso. Nich ed io cominciamo a socializzare di più da quando gli lecco il cul… cioè da quando lo ascolto; ma oggi non si prospetta una giornata “normale”. Appena sveglia, Nich è già sparito, Anna non si è presentata all’orario stabilito ieri per colazione e l’arena è vuota.
Ho deciso di allenarmi da sola nell’arena, mi ricorda la gita che ho fatto da piccola all’Arena Di Verona.
Ogni spada che uso mi sembra troppo pesante o troppo leggera. Ma Nich dice che è normale, che non mi trovo mai bene con le spade di bronzo celeste. Mi ha spiegato che la maggior parte delle lame è fatta di bronzo celeste, il metallo che disintegra i mostri e ferisce i semidei. Ma io dovrei usare una spada come la sua, cioè fatta dallo Stige, il fiume degli Inferi. La dovrei chiedere ad Ade, ma non ho il coraggio di parlare con lui, lo so che è mio padre, ma sono spaventata. Ieri Nich mi ha fatto allenare duramente, ma oggi mi toccherà stare da sola, dal momento che tutti sono scomparsi dalla faccia della terra. Oggi è persino il mio compleanno, mi sa che non avrò nemmeno gli auguri. Se non sbaglio Chirone ha tutti i miei dati personali, ma chissà se li ha letti. Da quando avevo sette anni, i miei genitori non mi hanno mai festeggiato visto che non volevano che la gente mi vedesse parlare con i fantasmi davanti a loro. Incomincio colpendo i fantocci con la lingua di fuori e gli occhi a X, ma mi sto annoiando.
 A un certo punto, sento dei passi dietro di me, agisco senza pensare, mi giro di scatto e punto la spada verso il collo della persona dietro di me: due occhi di uno splendido grigio chiaro e una piccola macchiolina in basso più scura. Li guardo ma non riesco a staccare lo sguardo da lui, troppo perfetti, troppo particolari, poi un dolore improvviso alla pancia immenso e cado a terra. Ora vedo per intero il mio “aggressore”, un ragazzo circa della mia età forse un po’ più grande, biondo, magro, lentigginoso, con quegli occhi speciali e la carnagione chiara. Indossa una maglia del campo e dei pantaloni piegati fino alle ginocchia. Lui si china vicino a me con viso amichevole.
«Ehi ciao, devi essere la nuova. Se non sbaglio, ti chiami Anna e sei la figlia del Signore degli Inferi», sorride e mi porge la mano, l’afferro e mi tira su. Diventa rosso e continua dicendo:
«Scusa per il pugno ma è legittima difesa quando ti puntano una spada in faccia. Sono Johnathan Broflovski, figlio di Atena, piacere». Guardo in basso imbarazzata, sembra un ragazzo davvero gentile, malgrado il pugno che mi ha dato prima... ma dettagli. 
«Scusa, usare una spada per me è difficile. Comunque, piacere di conoscerti. Io sono Anna Stygeros»
«Quindi vivi nella stessa cabina di Nichy?»sorride domandandomi  con fare troppo eccitato.
Lo guardo sconvolta. «Intendi Nicholas?», cerco di trattenermi dal ridere, Nichy? Neanche da Anna credo si farebbe mai fatto chiamare così, quei due devono essere davvero molto amici.
Si porta l’unghia del pollice nella bocca mordendosela, «Si!»
«Bè sì, io e Nich viviamo sotto lo stesso tetto ma in due camere differenti. P-Perché?»
«Solo per sapere. Io e Nichy andiamo molto d’accordo. C-come ti sembra?»
«Simpatico e un po’ severo» dico confusa.
«Wow, davvero. So che non è molto felice di avere una sorella. Ma penso che andrete d’accordo, basta far passare il tempo. Sii te stessa e offrigli un Burger King o del sushi, lui ne va pazzo!»
Lo guardo sbigottita, ma sorrido «Grazie per il tuo consiglio. Sei proprio gentile!»
«Figurati. Ah, comunque Auguri!» lo guardo stupita.
Eh? Aspetta come?
«Come fai a saperlo? Mi stai spaventando».
«Scusa, ho preso i tuoi dati personali da Chirone; non ti preoccupare non sono uno stalker, sono già interessato a un’altra persona» dice grattandosi la nuca. 
Ah, quindi stalkeri quella persona? Penso ironicamente, ma a parte gli scherzi sono troppo curiosa di sapere chi è, quindi riprendo sorridendo;
«Grazie per gli auguri, almeno qualcuno me li ha fatti oggi. Ma posso sapere chi ti piace?» Si morde il labbro inferiore e guarda a terra imbarazzato 
«È inutile dirtelo tanto non la incontrerai mai»
Okay non me lo vuole dire e non lo costringo, la sua ragazza è molto fortunata visto che lui è bello e intelligente. Cambiamo discorso, non voglio giocare con il fuoco. 
«Sei bravo con la spada?» Dico indicando la sua che tiene attaccata alla cintura. 
«Sì abbastanza, devi sapere che questa è una xiphos, era usata nell’antica Grecia. È un regalo di mia madre, è capace di creare una ferita che non si rimarginerà mai».
«A me sembra normale. Come mai riesce a fare tutto ciò?»
«Beh mia madre Atena l’ha cosparsa di ambrosia per 3 notti e fatta asciugare con il fuoco divino. In ogni caso, sì, ci so fare con la spada ma mai quanto Nich, lui è il migliore».
Lo dice con troppa convinzione secondo me. 
«Complimenti a tua madre per il regalo. Ma mi annoio a stare qui sola. Nich oggi è anche scomparso dalla faccia della terra».
«L’ho notato, ma forse starà facendo qualcosa per il Signor D. Anzi, oggi ti alleno io in mancanza di Nichy, okay?» . Faccio spallucce: 
«Accetto, ma vacci piano con me». Dico sorridendo e mi metto in posizione, Johnathan si avvicina a me e porge la xiphos «Tieni, almeno non sei in svantaggio con me» Lo ringrazio, e prende una semplice spada.
«Pronta?» mi dice, dai almeno Nich mi ha insegnato molti trucchi. Annuisco decisa.
«Iniziamo» e comincia ad avanzare verso di me, schivo tutti gli attacchi che mi fa. Decido di provare un affondo, appena si ferma un attimo per prendere fiato; ma, non so come riesce a schivarlo. Mi spinge contro il muro, ma prendo uno scudo da terra giusto in tempo e provo a difendermi. Continuiamo per un bel po’ finche sentiamo una voce femminile da dietro;
«Oh, Mio unico amore, Johnny. Ti stai allenando?» lui guarda indietro e ne approfitto per fargli lo sgambetto. Gli punto la spada in faccia e sorrido. 
«Mi sono distratto, non per colpa mia», lui sembra molto annoiato dall’arrivo della ragazza che si avvicina a noi e la guardo: capelli biondi lisci e occhi verdi, davvero molto carina, ma troppo perfetta per i miei gusti.
«Sheen, come ti posso aiutare?» E le sorride, anche se lo dice con una voce un po’ seccata e si alza da terra mettendosi di fronte alla ragazza. 
«Lei è la figlia di Ade? Che ci fa qui?» La guardo male e poi esamino Johnathan che sbuffa, spero che lei non sia la sua ragazza, lui è un tipo in gamba, mentre lei sembra essere tutto fumo e niente arrosto, penso che non se la caverebbe in battaglia.
«Allora mia cara, prima di tutto non ti comportare come se noi stessimo insieme, e poi vado in giro e sto con le persone che voglio!» Dice cercando di rimanere calmo.
«Ho capito, stai allenando lei soltanto per aggraziarti Nicholas, John, smettila di essere ossessionato dall’amicizia con Nich! Quel ragazzo è Anormale». Esclama Sheen alzando la voce. Faccio dei passi indietro, non voglio immischiarmi ma mi stanno abbastanza spaventando. Insomma per quanto definissi strano Nich chiamarlo anormale è esagerato, è pur sempre mio fratello, la tizia ha offeso in qualche modo pure me.
John guarda per terra, stringe i pugni fino a far diventare le nocche bianche.
«Non parlare così di Nichy di fronte a me, e poi la prima Anormale qui sei tu!» replica con voce fioca, poi alza lo sguardo verso di lei – quegli occhi che ritenevo stupendi ora mi stanno spaventando, così pungenti e pieni di rabbia.
«Ti ha fatto un bel lavaggio del cervello quel tipo, ma non provare a parlarmi in questo modo!» Ribatte lei. Mi sembra che stia tremando, ma solo ora noto una collana che le stringe il collo: un ciondolo rotondo con inciso sopra il numero sette in romano. Dopo alcuni secondi di silenzio, John, continuando a guardare Sheen e con voce calma ma stranamente potente le ordina «Vai Via Sheen!»
Per un secondo ho visto un occhio dorato e l’altro argentato, ma sarà stata solo una svista. Sheen corre via in lacrime e Johnathan si gira verso di me.
«Scusa per questa scenata» E ci sediamo sulle gradinate dell’arena «Sheen è solo gelosa del mio rapporto con Nich» si porta una mano sulla fronte. 
«Ti vuole bene, penso». E sorrido, ma suppongo che lui non ricambi quello che prova lei.
«Per essere una nuova, non sei messa male a combattere», dice. Forse voleva cambiare argomento, e io lo assecondo.
«Ho imparato tutto da Nich, è un grande insegnate». Incomincia a sorridere e mi guarda negli occhi.
«Perché mi guardi così? Che ho detto?» dico riprendendo.
«Niente» e ridacchia. Perché tutte le persone di questo campo soffrono di vari problemi mentali?
John guarda in alto e annuncia «È già ora di pranzo, andiamo?» 
«Scusa, ma vado prima in cabina»
Si alza, ma lo fermo prendendolo per il polso e lui si gira guardandomi dritto negli occhi «Scusa, è che la collana di Sheen mi attira troppo, sai dove l’ha presa?»
Mi guarda con una faccia preoccupata 
«L’hai vista? Quella con il sette in romano» 
«S-sì, la trovo carina». Okay forse dovevo stare zitta.
«Cercherò di prenderne una anche per te, ma non dirlo a nessuno, va bene?» Detto ciò, annuisco e mi fa l’occhiolino, per poi girarsi e uscire dall’arena.
Vorrei sapere, dove sono finiti Anna, Nich e gli altri. Tolgo il sorriso dalla faccia, sono stanca e odio questo posto. Mi avvio verso la Cabina 13 resterò chiusa dentro per il resto della giornata, e non voglio chiamare i miei genitori, almeno non ancora.  

 
o 0 O 0 o

E’ quasi ora del Falò, mi sono appena lavata e sto sul mio letto, sono stanchissima ma mi manca poco prima che Ipno mi mandi nel suo mondo di sogni e calma. Anche se ultimamente sogno Fantasmi a Go Go. Sono anche delusa dal comportamento di Anna che durante la giornata di oggi si è tipo estinta peggio dei dinosauri. Mi aveva promesso di venire a colazione con me o almeno vederci per oggi. Prendo il campanello della ninfa e lo guardo: un ciondolo d’oro con le mie iniziali e quelle di Cherry Plumb. Non voglio usarlo per niente, aspetterò un’emergenza.
Mi alzo, scendo le scale ed esco. Il sole è già tramontato, mi avvio già verso il falò. So che ci saranno come sempre i figli di Apollo a provare i canti della serata.
Mi siedo al solito posto, se Anna non arriva peggio per lei. Mi guardo intorno e non ci sono nemmeno i figli di Apollo. Strano.
Nicholas è davanti a me con una pala sulle spalle, una busta della spesa piena in una mano e la spada nell’altra. Ha una canottiera nera con un teschio e pantaloni con fantasia militare scura.
Sono ufficialmente confusa «Perché sei conciato così?»
Sorride «T’insegno a evocare i morti». Esclama felice con un sorrisetto maligno.–
«Ma hai detto che non possiamo uscire dal campo senza il consenso di Chirone o del signor D».
«Giusto, ma io sono Nich, quindi fermo il tempo e usciamo».
E mi porge una mano per alzarmi, l’afferro e lo seguo mentre al falò incomincia ad arrivare gente. Arrivati al confine con la barriera, mi prende per mano, mi ci sono quasi abituata – ho detto quasi. E schiocca le dita e noto che il rumore del fuoco del falò non c’era più. Lo guardo: i ragazzi che iniziavano ad andare verso il falò sono completamente immobili.
«Ho fermato il tempo grazie a quest’anello, calma». Mostrandomi l’anulare destro dove porta un anello nero.
«Forte! Te l’ha regalato nostro padre?» Fa strano chiamare Ade padre ma devo abituarmi.
Nich annuisce «Ora andiamo, la notte non dura in eterno»
Attraversiamo la barriera e andiamo avanti. Guardo in basso e noto una farfalla immobile su un fiore, a dir poco stupenda. La prendo con la mano libera senza toccarle le ali. Nich mi osserva ma non parla, schiocca le dita. La farfalla tra le mie mani incomincia a sbattere le ali e vola via.
«Wow» Sono un po’ troppo stupita, e Nich sta sorridendo.  
Camminiamo per dieci minuti sempre andando dritto e arriviamo in una distesa circondata da alberi. Posa la borsa per terra con la spada e la pala e si mette davanti a me. Alzo la testa per guardarlo, sono così bassa che gli arrivo a metà petto ed lui sarà alto 1 metro e 80 forse. 
«Anna» batte le mani «Ora ti faccio viaggiare nell’ombra: il Viaggio dell’ombra ti può portare in qualsiasi luogo tu voglia, ma non lo puoi usare sempre perché ti stanchi facilmente e le ombre possono prendere il sopravento su di te! Per il resto è rapido e facile, anche se fa male. Vieni». 
«Non voglio!» Sto tremando. Perché devo fare una cosa del genere se rischio di morire?!
«Calma, se stai con me, non ti succederà niente. Dopo tutto sei una figlia di Ade e alla fine lo userai senza pensarci e ti potrai trovare ovunque senza saper tornare indietro»
Devo per forza, mi fido di Nich ma vogliamo ricordare che mi voleva morta… «Va bene, ma vai piano» Prendo un bel respiro e lui si mette dietro di me e poggia le mani sulle mie spalle, un secondo dopo il nero più totale ci assale.
Ho un brivido alla schiena, sono nel nulla assoluto, mi sento bene. Ci fermiamo di scatto, chiudo gli occhi, perdo un battito del cuore, ho paura e le gambe non reggono, cado. 
«Come ti senti?» Sento Nich ansimare e cerca di riprendersi. Apro gli occhi, siamo un paio di metri più avanti nella distesa di prima, mi guardo le braccia e le gambe, nemmeno un graffio.
Guardo Nich, ed è steso a fianco a me «Sono pesante o ti sei fatto male?»
«Niente di tutto ciò. È che non viaggio da tanto» Dice sedendosi e cercando di alzarsi.
«Quindi non viaggiamo più?» Dico con un tono deluso e triste.
«Haha, io no ma se vuoi, vai pure al campo e ritorna» 
«E come? E non dire viaggiando nell’ombra»
«Chiudi gli occhi e immaginati il luogo dove devi andare o una persona in particolare, cerca di non cambiare pensiero. Quando le ombre ti spostano le sentirai bisbigliare, mantienile a quel tono di voce altrimenti ti faranno impazzire. Per il resto buona fortuna»
E mi dà una pacca sulla spalla e si alza. Faccio lo stesso. Prende la pala e incomincia a scavare, okay mi sa che devo provarci, ma se mi perdo?
«Nich se non riesco a ritornare?»
Mi lancia una dracma, la moneta divina per il messaggio Iride «Mi chiami. Ti ricordi come si fa?»
«Si si» Non so perché, ma sono sicura di riuscirci e poi non ha fatto tanto male.
Chiudo gli occhi, sento le ombre avvicinarsi e sussurrare in greco antico, che riesco a capire, dicono cose tipo «Ti uccideremo» o «Prenderemo la tua anima» ma le riesco a mantenere a bada.
Penso al letto della cabina, ma le ombre incominciano ad alzare la voce «Ti massacriamo». Non so cosa fare, mi sento opprimere, eppure ho ancora forza di urlare.
«ZITTE STUPIDE OMBRE!»
Ora sento solo un brusio di voci che chiedono perdono chiamandomi regina. Grandioso, sono la Regina delle ombre da oggi ma, mentre mi monto la testa, le ombre rallentano, piano, fino ad adagiarmi seduta sul letto.
Penso di essere arrivata sana e salva (anche se avverto un po’ di paura) ma sento una voce gridare: «OH DIVINO VULCANO!»
Okay ho sbagliato letto, non oso aprire gli occhi e sto pure tremando.
«Leo vieni a vedere!» Continua la voce.
Leo? Ti prego Ade fa che sia Leo Valdez, mi copro la faccia con le mani sono imbarazzatissima, penso di essere del tutto rossa. Sento che il ragazzo si sta avvicinando a me «C-ciao, io mi chiamo Flame, tu? Non ti farò del male» e mi mette una mano sulla testa.
Abbasso le mani e lo guardo: Riccioli arancioni, pelle abbronzata e occhi color Ambra. Quelli di John sono il niente in confronto alla bellezza di questi occhi.
«P-piacere, mi chiamo Anna Stygeros» e gli sorrido. Spalanca la bocca e borbotta un «Wow, sei molto carina»
Subito dopo Leo Valdez entra in stanza pulendosi le mani con una pezza e mi chiede «Ehi Anna2, che ci fai qui?»
«Scusatemi, è che ho provato a usare il Viaggio nell’ombra, ho sbagliato destinazione» abbasso lo sguardo, sono una deficiente.
Flame si gira verso Leo e gli domanda «Tu la conosci e non mi hai mai parlato di quest’angelo!»
«Fratellino è FIGLIA DI ADE, e sotto la protezione di Nich, anche se non sembra» Flame si gira verso di me e dice «Leo ritorna a lavorare» e quest’ultimo esce sbuffando dalla stanza.
«Io, tra poco devo andare» anche se non vorrei, Nich deve insegnarmi altro.
«Okay» dice rattristandosi un po’ «Da quanto sei al campo? Nessuno mi ha raccontato di te, so solo di una figlia di Zeus»
«Da un paio di giorni, e tu dov’eri? Intendo, ci sono poche persone al campo ed è strano che non ti abbia mai visto» 
«Faccio parte del campo di Giove che è simile a questo, ma è per le divinità romane, è complicato da spiegare».
«Nich non me ne ha mai parlato. Aspetta…» Lui è fratello di Leo. Leo è figlio di Efesto, quindi anche Flame lo è, Leo e Flame hanno gli stessi poteri… «SAI CONTROLLARE IL FUOCO!» È fighissimo il loro potere e lo guardo come se fosse l’ultimo barattolo di Nutella al supermercato.
Lui guarda in basso e si gratta dietro la testa 
«Non tutti i figli di Efesto sanno controllare il fuoco. Sto cercando di imparare»
«Sai accendere una stella filante?» Domando riprendendo il suo sguardo.
«Si, è facile» Mi guarda confuso.
«Allora sai dominare il fuoco, per me!»
Ride e lo seguo a ruota, ma devo proprio andare da Nich. 
«Scusami Flame, io devo ritornare da mio fratello, ci possiamo vedere domani»
«Okay, ma hai già una spada dello Stige come quella di Nich?» Dice alzandosi dal letto.
«In realtà no, devo ancora chiedere a mio padre».
«Bene. Allora a domani» E mi dà un abbraccio, non so il perché ma è stato molto affettuoso.
Un secondo dopo sono già tra le ombre, ritorno velocemente da Nich che ha appena finito di scavare una fossa grande per una bara. Esce dalla buca nel terreno, prende la busta della spesa e tira fuori quattro bottiglie di Pepsi.
«Vieni ti faccio vedere come evocare i morti per parlare con loro e chiedere informazioni vitali» 
Ci avviciniamo al buco e incomincia a versare il contenuto delle bottiglie quando sentiamo qualcuno urlare:
«Nich che combini? Perché sprechi quella bevanda umana?» 
«Ciccio, sto insegnando ad Anna la Necromanzia!»
Il ragazzo, che riconosco, è uno dei figli di Apollo, non si chiamava Francis? Comunque si avvicina mettendosi tra la buca e Nich 
«Senti, perché lo devi fare?»
«Te l’ho detto» Nich sta perdendo la pazienza «Vai al campo o ti faccio arrivare negli Inferi in un nano secondo»
«Sta’calmo» dice il tipo mettendo le mani avanti «Vado, scusa il disturbo»
Ma mentre si muove per camminare, scivola e cade ne buco bagnandosi con la Pepsi. 
«Ciccio sei un DEFICIENTE! Ora non posso più evocare i morti, sai qualcuno è caduto nel composto!»
«Opss, non volevo» Francis o Ciccio devo ancora capire come si chiama, esce velocemente dalla fossa bagnato fracido, Nich lo guarda, prende la spada, la infilza per terra e comincia a contare.
«Uno, Due, Tre»
«Nich non puoi davvero arrivare a tanto» Ciccio incomincia indietreggiare, ho un brutto presentimento.
«Quattro, Cinque» Si apre uno squarcio da terra vicino alla lama della spada, dove delle mani scheletriche incominciano ad uscire.
«Sei, Sette, Otto». Dalla crepa si alzano degli scheletri con elmi, spade e armatura di vari tempi storici.
Ciccio è già sparito tra gli alberi, Nich mi guarda e dice indicando i guerrieri «Mi sa che ti devo insegnare a chiamare rinforzi. Avanzate verso di lei»
«Nich scherzi!? Che cosa devo fare?»
«Pensa a loro, apri il terreno con la spada e dai ordini» E mi lancia la spada.
Faccio quello che dice Nicholas, conficco la lama nel terreno e comincio a chiamarli nella mente “Scusate morti, mi date una mano?”
Niente. Dico di tutto, ma non appaiono. Quelli di Nich mi sono vicinissimi … «Uscite ora, è un ORDINE!» urlo in preda al panico. Saltano fuori dei Morti viventi che incominciano a difendermi.
«Oh Miei Dei, Ce l’ho fatta!» Salto sul posto, mi sento fiera di essere figlia di Ade.
«Davvero brava, complimenti!» Nich si avvicina battendo le mani: «Sei stata molto veloce a imparare a usare alcuni dei tuoi poteri. Ritorniamo al campo, altrimenti non ti sveglierai domani»
Arrivati alla cabina 13 gli chiedo «Nich, il Viaggio nell’ombra non mi fa male, mentre tu dicevi che avrebbe dovuto, è normale».
«Forse sei solo brava a dominare le ombre, non ti preoccupare»
«Va bene, quasi dimenticavo. Oggi ho conosciuto Johnathan, mi ha allenato lui. Ha detto che siete grandi amici
»
«Johnny è il mio miglior allievo, non che miglior amico. È molto carino e intelligente. Ma Sheen pensa che sia solo sua. Quella è proprio stupida come… un’oca»
«Anche lei l’ho visto: era venuta per John ma lui l’ha cacciata. È stato molto severo con lei».
«Se l’è meritato. Se John si arrabbia c’è sempre un motivo serio». E incrocia le braccia fin che non siamo arrivati alla cabina.
Mi da la buonanotte e faccio lo stesso. Ora voglio solo dormire senza più pensare hai morti per un bel po’. 


 
:.:..angolo delle due A..:.:

Salve a tutti, parto col fatto che questo capitolo sarebbe dovuto essere più lungo ma per problemi di lunghezza abbiamo dovuto dimezzare una parte. Ma amateci lo stesso. Anyway, in questo capitolo abbiamo incontrato la ninfa di Anna, come avete visto lei non è proprio una ragazza forte, è "timida" anche se vorrebbe non farlo vedere, a nessuno. Tra parentesi - che non c'è, ma dettagli -, mi scuso per non aver accennato alle ninfe nell'altro capitolo, è stata un'idea della mia compagna, che io ho trovato geniale, come avete già intuito tutti hanno una ninfa nel campo e piano piano scoprirete quali saranno. Mi scuso pure per l'enorme ritardo (come se la fic la seguisse qualcuno, ma ehi!), eravamo indecise se mettere il pezzo eliminato o no, chiedo venia ma sono questi i veri problemi se si scrive in due.
Vi ringraziamo e a presto, si spera.
Anna
   
 
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