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Autore: subaku no temari    09/01/2009    6 recensioni
salve questa piccola crezione a capitoli parla di una piccola (tutti piccoli XD) band punk e che tra il cantate (scoprirete chi) e la sorella di uno dei chitarristi nascerà qualcosa! AU Naruto... [NaruHina] [SasuSaku] [GaaraMatsu] [ShikaTemari] Buona lettura ^-^
Genere: Romantico, Commedia, Parodia | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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Chiedo scusa per il ritardo…il PC ha fatto i capricci, poi…sto passando un periodo un po’ pesantoccio…chiedo ancora scusa per il ritardo…Rispondo sotto ai commenti.

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9: Esprimi un desiderio

 

Fatta una doccia veloce e rigenerante, Temari, ancora con i capelli umidi, afferrò il borsone sportivo, caricandoselo sulle spalle.

Mentre camminava le scarpe da ginnastica ghignavano e rimbombavano fastidiosamente intorno, dato che gli spogliatoi femminili non erano usati affatto ed erano sempre deserti, perché le ginnaste del circolo erano estremamente schizzinose e preferivano lavarsi nel propri bagni.

Rapida uscì dalla grande porta antipanico blu, che si chiuse con un leggero sbuffo alle sue spalle.

Alzò il viso pallido e freddo, stringendosi la sciarpa rosa al collo; quando notò che un Suv era parcheggiato poco più avanti, e si poteva intravedere una figura che giocava convulsiva con un accendino, accendendo e spegnendo la fiammella, mentre lentamente consumava una sigaretta.

Per un attimo la bionda Sand pregò che non fosse quella persona.

Le stava creando troppo problemi per lei; o almeno per lei erano problemi.

Sospirò un attimo e prese a camminare indifferente verso l’automobile dalla grossa cilindrata, con l’intenzione di superarla.

Si avvicinava sempre di più e si era imposta di non guardare il proprietario del mezzo.

Appena fu vicina, la figura fece cadere il mozzicone ormai esaurito, prendendo fiato per parlare

-Non hai paura che una ragazza carina come te, giri da sola a quest’ora?- domandò lui alzando gli occhi. Temari stava per scappare a gambe levate; l’ultima persona che avrebbe voluto vedere, ovviamente!

-E da quando mi consideri una ragazza “carina”?- girò il viso assumendo un’espressione acida, quasi disgustata, ma appena si girò lo trovò con lo sguardo serio, avvolto nella penombra con appena un po’ di luce della luca che illuminava il viso dalla pelle color neve. Strinse il borsone, cercando di dissuadere pensieri che non erano consoni alla situazione, quando lo vide dischiudere le sottili labbra nel tentativo di parlare

-Perché lo sei, che domanda idiota- rispose lo stesso acido riponendo l’accendino nella tasca destra dei pantaloni.

Temari “riprese conoscenza”, scuotendo un attimo la testa, e avanzò verso di lui, decisa

-Si può sapere che vuoi da me?- domandò fingendosi contraria

-Voglio accompagnarti a casa, che altra domanda idiota!- sospirò notando l’ingenuità della ragazza prendendola per un braccio –Andiamo…non ti mangio mica-

-Però mi fai male! Prima…mi hai quasi rotto il polso!- disse lei frenetica tentando di rompere la stretta a cui lui la stava obbligando

-Esagerata. Non volevo farti scappare…tutto qui- disse semplicemente tirandola verso di se – Allora…vogliamo andare?- domandò appoggiando la fronte su quella della ragazza, che cominciava ad avere caldo, tanto caldo.

Chiuse gli occhi verdi, giusto un attimo, per prendere controllo delle proprie facoltà fisiche e mentali

-Come vuoi…- si limitò a rispondere con un mormorio appena udibile, mentre con la mano sinistra afferrava quella di Shikamaru, intrecciando le morbide dita affusolate, continuando a guardarlo bene negli occhi. Gli sorrise e veloce gli schioccò un bacio sul viso, annusando a fondo il profumo che tanto amava e bramava di lui; e in un attimo, quasi inesistente, si ritrovò ad aprire la portiera del posto di passeggero.

 

Il Suv nero metallizzato, di cui era proprietario il cantante, era enorme, con sedili di pelle nera e un impianto MP3 da 6 CD. Niente male per un cantante di un gruppetto appena famoso ad Okinawa.

Continuava a stringere il borsone, mentre il silenzio regnava sovrano nel veicolo. Spostò lo sguardo su di lui, che tranquillo impugnava il volante con la mano destra e con la sinistra scalava abilmente le marce* , per rendere fluida la corsa

-Perché mi sei venuto a prendere?- d’improvviso domandò lei, tranquilla, al caldo del condizionatore

-Perché ho paura che torni a casa da sola…- rispose dicendo la verità, mentre inspirò un attimo, stringendo la presa del volante

-Ma perché?!- insistette lei volendo capire sporgendosi verso di lui, ma appena si mosse Shikamaru dovette scansare un auto che andava in contro senso, e si risparmiò le bestemmie per rispondere a lei

-Non sono affari tuoi…- concluse spostando gli occhi su di lei, che delusa tornò a guardare fuori dal finestrino.

Lui si sentì un vero imbecille. Certo! Come dirle che aveva paura per lei perché ci teneva? Meglio così che fare la figura dell’idiota innamorato, questo era certo; ma era stato scortese nei suoi confronti.

Così si ricordò che il giorno dopo sarebbe andato alla posta di pattinando con gli altri ragazzi; almeno avrebbe auto un’occasione per farsi perdonare

-Ehm…senti…domani io e gli altri andiamo alla pista di pattinaggio…ti andrebbe di venire?- domandò quasi gentile spostando la mano sinistra dal cambio per prendere quella della ragazza e stringerla forte.

Per poco il cuore di Temari non smise di battere; così per non dare a vedere questo suo stato di piacevole disagio, tenne lo sguardo rivolto al vetro del finestrino, rispondendo però alla stretta della mano calda

-Si…grazie per avermelo detto- rispose apparentemente indifferente, mentre apriva un sorriso compiaciuto e il suo viso si accaldava di un morbido rossore.

Il resto del viaggio trascorse tranquillo, e non si sa come Shikamaru riuscì a guidare con una mano sola, visto che di lasciare quella di Temari, non ne voleva sapere.

Appena fu arrivato, si fermò davanti al piccolo cancelletto, e appena fermo sospirò un attimo senza farsi vedere, girandosi dalla parte di lei che lo guardava ignorante del perché di un tale comportamento galante.

-Allora… ci vediamo domani…- disse sorridendo un attimo, mentre si apprestava a lasciarle la mano liscia e morbida

-A domani…- confermò lei avvicinandosi e toccandogli le labbra con le proprie, come piccolo e dolce ringraziamento; e subito dopo scappò letteralmente prima venne fermata dalla voce del ragazzo che la chiamava.

-E quello ti sembra un bacio?!- domandò a scherno aprendo un meraviglioso sorriso.

-Accontentati per ora!- rispose lei entrando nel giardino quasi con i piedi staccati da terra, rimanendo dietro al muretto per avvertire il rumore del motore della grossa macchina allontanarsi velocemente.

Temari scivolò sull’erba sospirando, chiudendo gli occhi in quel momento chiarissimi, che erano rivolti verso il cielo scuro con qualche nuvola che lo sovrastava.

 

Tutto pronto! Una serata tra donne le ci voleva davvero.

Tirò fuori un pacchetto di patatine e le mise dentro una ciotola di plastica trasparente, e appena finito di preparare la tavola con un qualche cosa da sgranocchiare, che la porta cominciò a suonare ripetutamente, con insistenza fastidiosa.

Andò ad aprire e trovò Hinata e Matsuri, che presentavano una borsa enorme; ci saranno state le cose per la serata.

-Grazie per averci invitate, Temari!- esordì la piccoletta con i capelli castani entrando velocemente nella piccola casa, prendendo possesso del tatami.

-Diventa un po’…noioso starsene sempre in albergo…- conclusela Hyuuga, entrando meno frenetica superando l’ingresso sotto lo sguardo divertito della Sand.

Chiuse la porta alle sue spalle, notando che le due ragazze di erano messe già a proprio agio

-Che mi raccontate di bello?- domandò la biondina sedendosi sulla piccola poltrona

-Mh… Niente… E’ davvero una fortuna avere un’amica che ha un appartamento a Tokyo- sbuffò Matsuri roteando gli occhi, mentre esplorava l’ambiente con occhio furbo e curioso.

-Beh se la chiami fortuna…- Temari strinse le spalle non sapendo cosa ci fosse di tanto fortunato.

Un attimo le venne un lampo.

Lei…non sapeva pattinare!

Le venne in mente dopo, non avendo pensato a questo piccolo particolare. Scattò su dalla sedia, correndo in camera propria per prendere il telefono, nel tentativo di avvisare Shikamaru che non sarebbe andata il giorno dopo alla pista di pattinaggio dato che non sapeva pattinare in tutti i senti. Avrebbe rischiato seriamente di farsi male.

-Temari! Che hai!?- domandò Matsuri seguendo i movimenti veloci dell’amica che era letteralmente schizzata via dalla poltroncina nera.

-Devo fare una chiamata!- alzò la voce per farsi sentire dalle scale, mantenendo vago il destinatario della telefonata, si sarebbe subito pensato male. Cavolo! Era solo un amico, niente di che, o almeno questa era la versione ufficiale del suo rapporto col primogenito Nara.

La giovane castana, furba, ne sapeva una più del demonio e subito cominciò a fare domande per capirne di più. Era sempre stata una sua caratteristica, quella di essere una ficcanaso e curiosa. Brutta cosa, perché ogni volta perdeva puntualmente tutte le amicizie che si era creata, che la reputavano, appunto, troppo impicciona e pettegola.

-A chi!?- chiese ancora continuando a seguirla frettolosamente nella sua stanza, notando che aveva afferrato, veloce, il telefonino, e in quel momento stava componendo un numero telefonico.

-A un’amica- rispose semplice, mentendo sul sesso del destinatario della chiamata. Intanto la chiamata prese a squillare, lentamente, quasi in modo fastidioso e lento,  quando finalmente rispose qualcuno.

-Sì?- rispose vagamente la voce maschile dall’altra parte.

-Ah…ciao! Sono Temari…- si annunciò l’altra un po’ timida cominciando a camminare da una parte all’altra della stanza.

-A cosa devo questa chiamata da un angelo?- domandò. Non sembrava serio, come se lo dicesse come un scherzo. Temari però, colta di sorpresa, non seppe che pensare, e avvampò violentemente fermandosi in mezzo alla stanza, tenendosi una mano sul cuore.

-Ecco…io…volevo dirti che non so pattinare, non credo di…poter venire…- cominciò timida cominciando a girarsi i pollici.

-Tranquilla. Avevo pensato a questa evenienza. Ti insegno io. Non ci sono problemi- la rassicurò sereno aprendo un piccolo sorriso. Shikamaru intanto si era appena ritirato da una doccia bollente, per combattere quel freddo allucinante. Non si poteva permettere di ammalarsi prima della registrazione alla casa discografica; così si era rintanato nella stanza dell’hotel, e ora giaceva, a petto nudo sul letto caldo appena rifatto. (*ççç* Ndme)

-Dici davvero? Beh grazie…sei…molto gentile- balbettò imbarazzata lei continuando a girarsi i pollici mentre, la furba Matsuri, aveva capito chi era. Con le sue amiche non si comportava mai così. Quindi l’unica soluzione è che fosse lui

-Allora ci vediamo domani?- domandò Shikamaru alzandosi una ciocca di capelli neri con le dita, mentre contemplava il soffitto bianco, pensando a cosa lo aveva trasformato in poco tempo quella dannata ragazza.

-Certo, se a te fa piacere- pronunciò vaga sorridendo, avvolgendo il viso in un rosso morbido d’imbarazzo.

-Perfetto…allora a domani, angelo…- concluse sussurrando appena.

-Ma…perché angelo?- domandò lei, cercando di capire cosa gli stesse passando per la testa.

-Perché tu sei il mio angelo…- rispose, sperando di essere stato abbastanza eloquente.

Temari rimase un attimo in silenzio, cercando si sentire se il suo cuore si fosse fermato o meno; poi dopo aver ripreso fiato, riprese a parlare.

-A domani- disse semplicemente, non sapendo che forza la stava tenendo ancora in piedi, dopo quella conversazione.

Fu Temari a chiudere la conversazione, lanciandosi dopo, sul morbido letto.

La bruna Matsuri, senza farsi sentire, sgattaiolò di sotto per chiamare Hinata, che intanto era ancora ingessata sul divano, in preda ad una seria crisi d’imbarazzo.

-Hinata!- la chiamò cinguettando dalla rampa di scale. Temari di certo, in quello stato, non l’avrebbe sentita molto facilmente, a meno che non le avesse sparato una cannonata nelle orecchie.

-Che c’è Matsuri?- si alzò l’altra, arrivando, con discrezione impressionante,dove si trovava la più bassina, che era in iperventilazione.

Esagerata, direte. Eppure Matsuri, purtroppo per lei, era una ragazza che tendeva ad amplificare le emozioni, non solo quelle negativa, ma, purtroppo, anche quelle positive.

-Seguimi…- disse semplicemente, trascinando per il polso la povera Hyuga che era stata travolta da quella furia dai capelli castani, ed ora l’aveva portata sulla soglia della stanza da letto di Temari, che, come in coma, contemplava il soffitto mormorando qualcosa che, per sua enorme fortuna non fu captato dalle due, soprattutto da Maturi.

-Ehi! Temari?- si avvicinarono al letto, affacciandosi per vedere cosa stesse facendo la ragazza.

-Ti senti bene?- domandò Hinata notando che aveva il viso completamente rosso; era quasi preoccupante. Dopotutto con quel tempo da cani che inondava la città, poteva benissimo essere influenza.

-Si…sto benissimo…- mormorò chiudendo appena le palpebre, comprendo un attimo gli occhi verdissimi che bucavano il soffitto con la loro intensità.

-Ti ha chiamata Shikamaru…non è vero?- disse Matsuri sedendosi vicino alla bionda, appena in tempo, per vederla scattare seduta, ancora più rossa di prima.

-Che diavolo dici! Ti pare che quello mi chiami?- incrociò le braccia, mentre Hinata prese a ridacchiare contenta di tanta allegria.

-Sta volta devo concordare con Matsuri…ti ha chiamato e scommetto che ti ha invitato domani con noi….-azzardò giusta la Hyuga che era stata invitata a pattinare da Naruto, ottima occasione per provarci aveva valutato.

-Cosa? No! Ma per favore!- cominciò a ridacchiare nervosa aggiustandosi convulsiva una ciocca di capelli, spostando nervosa gli occhi da un capo all’altro della coperta nera.

Matsuri scoppiò a ridere di gusto, mentre Hinata, sommessa, ridacchiava avendo notato anche lei, con infinito piacere, che Temari era arrossita da far paura; conferma di tutto ciò che avevano sostenuto fino a quel momento.

-Racconta…- disse semplicemente la bruna più piccola calmando la frenetica risata, aprendo le orecchie al discorso che, con molta probabilità Temari avrebbe esposto.

-Che seccatura che sei…- mormorò spostando gli occhi verso il pavimento con la moquette.

-Vedi!? Ahah! Cominci anche a parlare come lui!- aveva notato riprendendo un attimo a ridere, mentre la giovane Hyuga apriva un largo sorriso quasi ad incoraggiare la bionda Sand a parlare .

-Ah…d’accordo…qualche ora fa…mi ha riaccompagnato a casa da karate…-cominciò tenendo basso lo sguardo pronta ad accogliere le frecciatine di Matsuri.

- Oh! Che galante…- ridacchiò lasciandole la possibilità di parlare .

-Se devo essere sincera contavo di tornarmene a casa, avevo fatto anche il biglietto dell’autobus- ammise alzandosi dal letto per mostrare il biglietto fatto appena quella mattina, nel caso che uno di loro non ci avesse creduto. Prese a frugare nelle tasche dei jeans afferrando un fogliettino di colore arancione.

-Ecco…- si risedette sul letto tra le due amiche che presero a guardare il pezzo di carta colorato, notando la data e l’ora in cui lo aveva comprato.

Non mentiva.

-Ma allora…che gli frulla nella testa a quello?- domandò Matsuri più che alla bionda Sand a se stessa. Afferrò il biglietto dell’autobus non utilizzato, girando, e rigirandoselo tra le dita.

-Secondo me gli piaci e ti piace…- cominciò temeraria Hinata.

-Ma che dici Hinata! Ti prego!- cercò di smentire –Lui non mi piace, e tanto meno io non piaccio a lui…- concluse stringendo le spalle in modo innocente.

Matsuri sorrise.

-Sai c’è una canzone apposta per te…- si alzò dal letto mettendosi davanti ad esso.

Un vecchia canzone di un cartone animato. Da cartone animato a vera storia d’amore in quel momento. Si fermò un attimo a pensare alle parole. Di solito le canzone di un cartone animato durano poco e hanno strofe quasi ripetitive, ma orecchiabili.

In quel momento Megara di Hercules le fu molto utile.

-Dai Temari la prima strofa a te…- si poggiò le mani sui fianchi, sapendo che l’amica era brava a cantare, e soprattutto la canzone cominciava con la protagonista in crisi d’amore.

-Ah…d’accordo…- prese fiato cominciando a cantare.

Se esiste un premio per gli ingenui,

io l'ho già vinto da tempo.

Ma nessun uomo vale tanto,

di delusioni ne ho avute troppe.

Accavallò leggermente le gambe poggiando i gomiti sulle ginocchia, sbuffando un po’, guardando scocciate le amiche che si affiancavano davanti e lei prendendo a fare un ballo tipo Hawaiano, tanto per tenere il ritmo.

Cosa credi amica, non si può far finta quando

tutto parla chiaro ma noi ti leggiamo dentro

e anche se lo neghi, sai si vede bene quanto immenso sia.

Drizzò la schiena guardandole quasi indignata;  non si ricordava quella strofa. Certo era vero, gli piaceva, e in un certo senso lo amava, ma non poteva mica dirlo così su due piedi, con una canzone che, oltretutto, veniva da un film d’animazione. Ma forse…poteva anche servire…cantare fa bene come parlare; se non meglio.

Non so perché non lo ammetterò mai.

Temari strinse le spalle, incrociando poi le braccia in una mezza smorfia offesa, determinata a non parlare. Determinazione che sarebbe crollata in poche strofe.

Ti vada o no, l'ami e dillo, oh oh

Uno sguardo di finto disprezzo guizzò sul viso di Temari, per legittima autodifesa. Purtroppo stavano facendo cadere un muro tenuto su vent’anni.

Ma è certo che l'amo e non lo saprà.

So bene come andrà a finire, ed i pensieri miei vanno.

Io sento dentro "puoi fidarti", mentre la testa mia "non lo fare".

Le due amiche si guardarono esilarate. Era una canzone, ma come l’aveva detto faceva intuire altro. Cominciarono a scambiarsi delle parole all’orecchio, sussurrate il più piano possibile, per evitare che Temari possa captarne una cosa sillaba. Intanto la bionda ragazza nel cantare si era diretta alla finestra schiusa, aprendola leggermente.

 Quanto sei curiosa, tu nascondi l'evidenza.

Noi ti conosciamo, non t'arrabbieresti tanto senza una ragione,

se non fossi tanto presa da, da, dall'eroe!

La figura dell’eroe l’aveva. Quasi aitante…quasi perfetto…quasi misogino…anzi…praticamente misogino. Anche se a lei questo suo aspetto piaceva molto. Era una sfida. Questo suo odiare le donne era davvero allettante per una persona che non si da per vinta come Temari. Le due amiche lo avevano intuito che sarebbe finita così. Era troppo evidente. E ora il caro Kiba avrebbe vinto la scommessa di 500 yen con Naruto, che già contava amaramente le finanze. In effetti, non serviva arrabbiarsi tanto; avrebbe sono fatto crescere tutti i presentimenti, che si sarebbero trasformati in certezze. Ma ormai, Temari, era caduta. E non riusciva più a rialzarsi.

 Non so perché, ma è più forte di me!

Era come una calamita e lei il polo positivo, attratta da una carica potentissima dal polo negativo. Quel ragazzo le stava quasi dannando l’anima. Gliela stava rodendo, con un piacevole sgretolio intenso. E lei si accorgeva sempre di più e sempre più amaramente che lo voleva accanto. Non ce la faceva.

Ammettilo, che felice sarai.

Altro che felice. Al settimo cielo! Per la prima volta si sentiva, tra le braccia di un ragazzo, non stupida o quasi una ragazza facile; si sentiva lei, e basta. Quasi come se lui andasse a completare quel puzzle, che era l’anima che strava sgretolando. Ma forse non la stava corrodendo. Forse la stava soltanto rinforzando oppure stava facendo un po’ di spazio a quella parte che mancava. Qualsiasi cosa fosse, sarebbe stata la donna più felice della terra.

Scusatemi, ma non glielo dirò

Che storie fai? Tanto glielo dirai!

Non lo farò, io, piuttosto, lo so

Tanto lo sa già

Lasciatemi, tanto no...

Non poteva fare una cosa del genere! Poteva mandare a puttane tutta la sua reputazione con due parole! Non poteva permetterselo assolutamente! Ma…c’è un motivo a tutte quelle attenzioni che le dava? Beh forse si…ma non si voleva illudere! Avevano ragione. Comunque sarebbe spuntata fuori la verità, in qualunque momento, e certo non le andava di affrontare le conseguenze. Ma il suo comportamento tanto galante, potrebbe significare che lui l’abbia già capito…no! Sarebbe un disastro di dimensioni colossali! Eppure…era stato così bello…possibile che qualcosa di tanto imbarazzante potesse essere così piacevole? Temari se lo chiese per un attimo mentre intonando ancora qualche nota osservava fuori dalla finestra e Hinata e Matsuri che dietro smentivano tutto con le parole della stessa canzone, che era di parte.

Ti vada o no, l'ami e glielo dirai

Beh…a pensarci bene…non poteva essere tanto male…certo un po’ rischioso, ma comunque piacevole. Non sarebbe stata una cosa facile; ma per verificare se lui aveva intenzioni seria, avrebbe dovuto dirglielo in qualche modo. Ma si…la temeraria Temari non si sarebbe fatta spaventare da una cosa…o qualcosa di più. Prima di partire per Okinawa, aveva piantato un piccolo stelo di margherita spezzato, che era fiorito in quell’arco di tempo. Spezzò il gambo toccandone i petali bianchi. L’unica cosa che era certa, è che, per la prima volta, amava seriamente qualcuno.

Non cederò, ma io l'amo e lo so…

Basta Temari, basta fingere. Forse gliel’avrebbe detto…ma non adesso. Lo amava e anche tanto. Bastava sapere questo. Temari si voltò vero le amiche rassegnata.

-Siete contente ora?- domandò mettendosi le mani sui fianchi, mentre Matsuri e Hinata, ormai, stavano pianificando qualcosa per farli rimanere da soli.

-Oh sisi… Soddisfattissime…- concluse la bruna Matsuri sorridendole. Temari le guardò un attimo, scoppiando dopo in una fragorosa risata, che fu seguita dalle due.

La ghiacciata sera non lo metteva K.O. Pedalava sempre più velocemente, con una delle biciclette, noleggiate in centro. Dov’è che abitava Kankuro? Ah si… Abitava della casa accanto a quella di sua sorella. Un po’ monotono, però non gli andava di allontanarsi più di tanto da lei. Era quasi geloso. Continuava a pedalare freneticamente nei piccoli vialetti del quartiere periferico di Tokyo. Da dove proveniva lui on c’era tutto questo ordine. Osaka era peggiore. Gli venne il fiatone a furia di pedalare, ma doveva risolvere questa situazione al più presto possibile. Com’era potuto accadere?! Lui, Kiba Inuzuka! Come poteva pensare di…essersi preso una cotta per un ragazzo! Andiamo, era ridicolo. Doveva assolutamente sistemare quella faccenda una volta per tutte. E se fosse andata a finire come in quelle strazianti soap? Non poteva andare a finire così…era scontato ed estremamente banale.

Pedalò ancora qualche metro arrivando a destinazione. Non badò molto a dove parcheggiare la bicicletta, infatti la lasciò incustodita in mezzo alla strada, senza neanche prendersi la briga di mettere il cavalletto d’acciaio. Prese fiato, cominciando a camminare deciso verso la porta. Appena lì bussò alla porta aspettando un po’ nervoso che aprisse. “Inuzuka! Datti un contegno!” Si ripeteva aggiustandosi convulsivamente i capelli che continuavano a scendere davanti a gli occhi. Lo scattare della maniglia rotonda lo fece sobbalzare un attimo. Quando fu aperta la porta  cacciò dentro tutto quello che pensava e che avrebbe voluto dirgli

-Ciao…- salutò semplicemente tirandosi ben bene le maniche della felpa grigia. Certo che era strano con quel freddo e portava solamente una felpa. Kankuro lo guardò sorpreso

-Ciao…che ci fai qui?- domandò socchiudendosi la porta alle spalle, per evitare di rimanere chiuso fuori, non capendo il perché della visita del ragazzino.

-Perché…? Disse semplicemente a bassa voce guardandolo con i suoi occhi marroni, così cattivi e così attraenti.

-Perché cosa?- strinse le spalle aprendo un piccolo sorriso.

-Perché ieri mi hai baciato…! Ti rendi conto che non si dovrebbe fare?!- disse quasi isterico, astenendosi dal zompagli addosso e sbranarlo.

-E tu non ti rendi conto di essere terribilmente carino e sexy quando sei isterico?- si appoggiò allo stipite bianco della porta continuando a guardarlo fisso, notando ogni cambiamento della sua espressione, ogni volta che arrossiva, anche qualcosa appariva una piccola ruga ai lati delle labbra.

- Ma ti senti! Non è normale…- sbuffò leggermente stuzzicandosi il viso liscio evitando il suo sguardo che lo passava da parte a parte

- Si… Altrimenti non avrei fatto quel che ho fatto…- disse semplicemente avvicinando una mano per tirarlo vicino a se. Stranamente non oppose resistenza, e si ritrovò con la testa su petto del Sand, riuscendo a sentire il battito del cuore, mentre quest’ultimo prese a giocare con una ciocca dei suoi capelli castani e fini.

- E se anche tu mi piacessi?- mormora alzando gli occhi verso di lui, che teneva il suo sorrisetto strafottente sulle labbra. A Kiba stranamente piaceva quel sorrisetto.

- Ne sarei felice e onorato- concluse prendendo ad accarezzargli la testa. La sera era freddissima, e non si sentiva anima viva camminare per le strade della città. Lo abbracciò forte, tenendolo stretto, per proteggerlo da quel freddo abnorme che penetrava bastardo nelle ossa.

- Mi sembra un po’ affrettato…- cominciò Kiba chiudendo i suoi occhi di nocciola che tante volte avevano emanato odio e disprezzo, ma in quel momento insicurezza e debolezza. Kankuro non poté fare a meno che concordare.

- Sì, però possiamo provare…- gli scostò i capelli dal viso spostandoli al lato

Kiba sorrise. Forse non poteva essere tanto male. In fondo quel bacio il giorno prima gli era piaciuto, in qualche modo…

_____________________

Spazio ringraziamenti:

Scusate se li posto qui…è successo un booooooordello! E poi volevo finire in bellezza visto che il capitolo è finito di merda !XD

Bene! Passiamo ai ringraziamenti (da questo capitolo mi sa che i ringraziamenti li metto alla fine XDD)

Fly_92: Beh…sisi! Si zia…è come dici tu! Sono contenta che ti sia piaciuto. Dire che però prendere sia esagerato! XD con questo capitolo poi! Bella schifezza XD E nonononononono! Credo che le nostre mosche nere abbiamo sentito l’errore di traduzione carissimo signor “la mia presunta ragazza” (o.o *beccato* NdShika) NON NEGARLO NARA XD!!!! Bene finiamola con gli scleri J

Grazie anche a voi per aver letto! Recensite questo mio obbrobrio ç_ç

  
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