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Autore: Snaps    11/06/2015    0 recensioni
L’Armadio si ostinava a rimanere rotto, nessuno poteva attraversarlo incolume.
Qualche volta lo aveva preso anche a calci, ma poi ricordava la Granger che gli diceva: "Malfoy, sei un mago o uno scimmione?" e allora smetteva subito.
Quella sporca mezzosangue l’aveva umiliato quella sera, ma non c’era proprio tempo per una vendetta.
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Draco/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VI libro alternativo
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Forse potresti aggiustarlo. Forse potresti farcela. Quelle parole tormentarono Hermione per il resto della settimana. Era distratta e ogni volta cercava la sua figura tra la folla.
Draco Malfoy era entrato nella sua mente e non aveva nessuna intenzione di uscirne.
Anche Harry aveva notato il suo cambiamento. Chiedere lo stesso da parte di Ron era fantascienza, visto quanto si concentrava su se stesso.
"Questo fine settimana si andrà ad Hogsmead, ok? Così potremo rilassarci un po’, che dici?" Harry era preoccupato, ma riteneva che i malumori di Hermione dipendessero solo dall’impegno scolastico non indifferente. Era della convinzione che era uno stato che poteva essere combattuta con una buona Burrobirra ai Tre Manici di Scopa.
Solo Ginny aveva sospettato il motivo del suo comportamento, ma la sua conoscenza sull’argomento si fermava a questa intuizione, visto che Hermione si era rifiutata di confidarsi anche con lei.
Il fatto è che prima di rendersene conto, aveva deciso che voleva aiutare Malfoy. Evidentemente aveva bisogno di qualcuno che lo aiutasse (del resto non gli aveva detto: ‘sei fortunata Hermione. E lo è anche Potter e Lenticchia’? in quell’occasione e per la prima volta, l’aveva chiamata per nome). Era chiaro che il serpeverde non avesse nessuno su cui contare al castello. E lei era decisa a scoprire cosa avesse.
Harry aveva notato che il ragazzo scompariva dalla Mappa del Malandrino periodicamente e per lunghi intervalli di tempo. Hermione si era resa immediatamente conto che questo significava che il ragazzo si rifugiava nella Stanza delle Necessità, che non era riportata sulla Mappa, ma non lo aveva confidato agli amici: temeva che Harry prendesse l’abitudine di appostarsi là davanti.
Sicuramente alla fine anche lui avrebbe capito ma la ragazza non voleva di certo facilitargli le cose. Come Harry anche Hermione voleva scoprire cosa tramava Malfoy, ma non per la voglia di coglierlo con le mani nel sacco come l’amico, ma per aiutarlo se le era possibile.
Sperava profondamente che non fosse qualcosa di disonesto o peggio ancora, un servizio da Mangiamorte. Il desiderio di scoprirlo le toglieva il sonno e la concentrazione per studiare.
Doveva sapere assolutamente.
Prese a seguire Malfoy dovunque andasse, approfittando delle rare ore libere che aveva e che avrebbe dovuto impiegare –e il senso di colpa l’assalì qualche volta- per studiare.
Per la prima volta nella sua vita, Hermione sentiva che un ragazzo era più importante dell’esame. Forse perché non era semplice infatuazione la sua, ma bisogno di aiutare qualcuno che evidentemente non riusciva a chiederlo.
Una volta seguì passo passo Malfoy fino al bagno dei maschi del sesto piano, raramente utilizzato perché Mirtilla Malcontenta aveva preso l’abitudine di appostarsi lì a spiare.
Si era appena affacciata, non senza sentirsi arrossire violentemente, e le sembrava di aver sentito un singhiozzo. Poi Mirtilla Malcontenta parlare. A quanto pare consolava qualcuno che stava piangendo. Ma in bagno non c’era che Malfoy… poteva essere? Le sembrava impossibile che quello stesso ragazzo che faceva lo spavaldo nei corridoi solo un anno prima adesso si trovasse a doversi confidare con Mirtilla Malcontenta.
Ad ogni modo non le andava molto l’idea che lui la trovasse lì, appostata, a spiarlo, per cui stava per andarsene, persa totalmente nelle sue riflessioni.
Quando una voce la fece raggelare.
"Chi è quella lì" era Mirtilla che l’aveva vista alla porta, cui Malfoy dava le spalle.
Il ragazzo si voltò di scatto e fece in tempo a vedere una chioma castana sparire oltre l’angolo.
 
L’esperienza era decisamente bastata ad Hermione. Il rischio che aveva corso di essere scoperta le faceva ancora battere forte il cuore per l’agitazione. Ogni volta che vedeva il ragazzo abbassava lo sguardo e avvampava, anche perché lui sembrava guardarla molto più spesso del solito. Sentiva il suo sguardo freddo sulla nuca mentre mangiava in Sala Grande, mentre andavano a lezione di Trasfigurazione e in Biblioteca. Pur di evitarlo aveva anche rinunciato ad andarvi, sebbene sentiva che quel luogo era l’unico in cui potesse stare in pace.
Non c’era il chiasso della Sala Comune, non c’era il via vai continuo o frisbee zannuti che volavano qua e là facendo cadere tutti i suoi appunti dal tavolo. E poi non c’era Ronald Weasley, che ancora non le rivolgeva la parola. Aveva anche smesso di soffrire per questo. Tutta se stessa era tesa verso Draco Malfoy. Non riusciva a pensare ad altro.
Dopo una lezione particolarmente difficile di Aritmanzia, Hermione stava scendendo le scale, controllando delle tabelle dai calcoli complessi segnati sulla pergamena. Intanto si mordicchiava il labbro distrattamente. Non guardava neppure dove andava e forse fu per questo che si spaventò quando Draco Malfoy svoltò con sicurezza da un arazzo nascosto nella parete, parandosi di fronte a lei.
"Malfoy!" Hermione era nel panico e Draco sembrava essersene accorto, perché la squadrò con arroganza prima di dire: "È maleducazione spiare la gente, Granger."
"Cosa? Io non spiavo nessuno! Sei tu che mi tendi agguati, Malfoy!" era arrossita fino alla punta dei capelli. Allora l’aveva vista in bagno…
"Cosa hai sentito?"
Visto che negare era ormai inutile, Hermione decise di non farlo.
"E tu perché piangevi?"
Ora fu il turno di Malfoy arrossire.
"Io non… io non piangevo!"
"Ah no? O eri tu o era Mirti…" ma prima che potesse finire, Malfoy l’aveva presa per un braccio e l’aveva trascinata dietro l’arazzo da cui era sbucato fuori.
"Ascolta mezzosangue… tu non ti devi impicciare dei fatti miei, hai capito?"
"Tu stai nascondendo qualcosa… e io posso aiutarti!"
Draco la guardò, profondamente sorpreso.
"Vuoi aiutarmi? E perché mai?"
"Bè perché sembra che tu ne abbia bisogno." la ragazza evitava di guardarlo negli occhi.
"Sei più stupida di quanto sembri insomma."
Lei alzò infine lo sguardo, profondamente ferita.
"Io volevo solo darti una mano, ma sai cosa? Cavatela da solo, serpe!" e fece per andarsene con le lacrime agli occhi.
Prima Ron, poi Draco Malfoy…
Ma prima che potesse uscire dal passaggio nascosto, Draco le afferrò la mano, spinse Hermione verso di sé.
"Nessuno mi può aiutare, Granger..."
E prima che si rendesse conto di averlo fatto, senza averlo minimamente premeditato, la baciò con passione.
 
Hermione stava tornando in Sala Comune, totalmente stralunata.
L’aveva baciata. L’aveva davvero baciata.
Il ritratto si aprì davanti a lei, lasciando scorgere l’interno confortevole della Sala, dove molti studenti si erano già radunati, chi a studiare, chi a chiacchierare di fronte al camino.
L’aveva attirata a sé e aveva premuto le sue labbra sulle sue, aggrappandosi a lei, quasi con disperazione.
Meccanicamente sorrise a Ginny, seduta su una poltrona vicino alla finestra, con in braccio Grattastinchi. Gli grattava le orecchie mentre lui faceva le fusa. Hermione si avvicinò all’amica, lascandosi cadere mollemente sulla poltrona morbida.
E lei glielo aveva lasciato fare!
"Hermione? Tutto ok?" Ginny la guardava con uno strano sguardo, quasi avesse capito cosa passava per la testa dell’amica.
"Sì… tutto ok, Ginny, sono solo un po’ stanca sai, per gli esami. Credo che andrò a letto." e così dicendo si alzò, dirigendosi verso la scala del dormitorio.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
   
 
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