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Autore: emptyhanded_    13/06/2015    3 recensioni
Volete sapere perchè io, Leanne Morgan, sono una stupida? Prima di tutto, non so come si scrivano trame; secondo sono innamorata dell'unico ragazzo al mondo di cui non mi dovevo innamorare. Non perchè lui sia un poco di buono o un soggetto da allontanare dalla comunità, ma perchè il mio migliore amico lo odia con tutto il suo cuore da anni. Solo che la morale di questa storia la conosco già: la ragazza innamorata dell'artista misterioso rimarrà con il cuore a pezzi. E' già successo e non stento a credere che capiterà un'altra volta.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta | Contesto: Universitario
Capitoli:
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Secondo Capitolo

 

<< Ragazze, davvero, Verona è una delle città più belle che io abbia mai visto >>

Cameron finisce di raccontare la loro esperienza in Italia, avvolto da una coperta di pile rossa e con in mano una tazza fumante di the.

Ci siamo sistemati tutti e dieci sui due divani della sala. Solo Ellie si è seduta per terra, sopra lo spesso tappetto bordeaux. I ragazzi sono ancora bagnati, nonostante Carrie e Claire gli abbiano portato una dozzina di coperte e degli indumenti caldi e puliti.

Scruto i loro visi. Sembrano tutti e quattro felici, ma hanno l'aria stanca. Non rimango stupita, da quello che ci hanno raccontato sono stati tre mesi in giro senza fermarsi nemmeno un momento. Sotto questo aspetto li invidio. Vorrei anche io poter lasciare tutto ed avere i soldi necessari per passare tre mesi all'estero, ho sempre voluto viaggiare. Peccato che mi ritrovi povera e intrappolata tra università e lavoro.

Mi sento in colpa ad essermi dimenticata che sarebbero arrivati in questi giorni, dopo tutto sono i miei migliori amici, solo che ultimamente sono presa da tante cose. Carrie e Claire, invece, sono state avvisate da Cameron, che è il fratello di quest'ultima, e insieme a loro quattro, hanno deciso di farci uno scherzo. I ragazzi hanno sempre avuto la fissazione di fare delle entrate trionfali, anche se queste entrate possono causare infarti.

<< Allora, ti è piaciuto lo scherzo Superstar? >> Domanda Luke facendo un mezzo sorriso. Allunga il braccio lungo la spalliera del divano, in modo da cingermi le spalle, ma riesco ad allontanarmi, finendo quasi seduta sopra Dan. Lui ride, prendendomi per i fianchi e mettendomi seduta sulle sue gambe. Guardo Luke socchiudendo gli occhi, mentre mi tengo a Dan.

<< Sto ancora progettando il modo migliore per vendicarmi >> Sussurro.

I ragazzi scoppiano a ridere e si guardano fieri di quello che hanno fatto.

<< Lea ti dovevi vedere, mi hai fatto morire. “ c'è qualcosa e non è pioggia!” >>

Le risate aumentano e anche io non riesco a trattenermi, sebbene stia cercando di fulminare con lo sguardo Cameron che ha cercato di imitarmi.

<< Ma facevi ridere, tutta rannicchiata sul divano abbracciata a Sarah! >> Commenta Bianca con le lacrime agli occhi dal ridere. Ci fermiamo per qualche secondo. Penso che tutti gli altri, come me, stiano cercando di capire cosa passa le per la testa , ma sorrido lanciandole piano un cuscino addosso.

<< Scema, quella eri tu >> Le rispondo affettuosamente.

Bianca si ammutolisce e Claire le posa una mano sulla spalla in modo da poterle dare un qualsiasi tipo di sostegno. Dan, dopo aver riso per altri quaranta secondi, si alza dal divano, facendomi spostare con delicatezza. Prende un polso di Bianca e la trascina in cucina, con l'intenzione farle assaggiare la torta che i ragazzi hanno portato dall'Italia. Noi altri, invece, rimaniamo ancora seduti sul divano per mezz'ora, lasciandoci raccontare tutto quello che Luke, Cameron e Liam non ci avevano detto sul loro viaggio. Mi perdo tra le loro parole, immaginandomi in quei posti bellissimi. Liam è così bravo a descrivere i luoghi in cui sono stati, che mi sembra di essere lì, a vedere tutti i monumenti e i musei che hanno visitato. Un giorno sarò io al loro posto, li farò pendere dalle mie labbra come stanno facendo con me.

Quando Ellie torna a parlare di tutti i progetti che ha fatto per l'università, Luke mi fa cenno di andare nella cucina ormai vuota. Lo seguo incuriosita, anche se è il mio migliore amico, da quando siamo diventanti una grande compagnia, non passiamo molto tempo soli. Se succede, significa che vuole dirmi qualche cosa di importante.

Quando ci chiudiamo in cucina, mi getto tra le sue braccia. Mi stringo forte a lui, in punta di piedi. Luke mi avvolge il bacino con le braccia e gli do un bacio sulla sua guancia, facendo sfregare le mie labbra contro la sua barba ispida.

<< Mi sei mancato, Lukey >> Sussurro.

Sciogliamo l'abbraccio, ma rimaniamo a guardarci. Ha i capelli castani un po' più lunghi rispetto a come li tiene di solito e sono spettinati. E' dimagrito e anche lui indossa una camicia di jeans, con le maniche arrotolate fino ai gomiti.

<< Ovvio che ti sono mancato, come faresti senza di me, Superstar? >>

Alzo gli occhi al cielo e mi siedo sopra il tavolo, lasciando le gambe a penzoloni.

<< Ti piacerebbe, Jackson >>

<< Lasciami sognare, noiosa! >>

Si avvicina a me, battendo le mani sulle mie cosce. Faccio una smorfia, prima di prendergli le mani e allontanarle da me. Nonostante io lo conosca da ventun anni, ho sempre trovato strano il contatto fisico con lui. Forse perchè quando eravamo piccoli, le uniche volte che mi toccava era perchè mi stava picchiando.

Luke sbuffa e poi si schiarisce la voce.

<< Tralasciando i convenevoli, ho promesso a mia mamma di passare questo week end da lei, che ne direbbe la mia migliore amica di seguirmi e passare due giorni insieme a me nella nostra città natale? >> Ha usato il tono più incalzante che riuscisse a fare, mi guarda speranzoso, senza smettere di sorridere.

Nella mia mente sto valutando la sua proposta. Due giorni con lui valgono la pena di tornare a Doncaster, nel nulla più totale, da mia mamma che è una pazza psicopatica e da mia sorella, che è ancora più pazza di lei?

<< La tua migliore amica ti ringrazia ma rifiuta l'offerta e va avanti! >>

Gli do una pacca sulla spalla, ma il ragazzo mi guarda male, serrando le labbra.

<< Stronza. >>

Non lo biasimo. Dopo così tanto tempo che non ci vediamo, è da persone egoiste non voler stare con il proprio migliore amico solo per evitare di stare in famiglia. Solo che io non ce la faccio. Non sono mai andata d'accordo con mia madre e, dopo il divorzio, la situazione tra noi due è diventata ancora più ingestibile.

<< Me lo dicono in tanti >>

<< E dai, sono solo due giorni, non muori mica. Partiamo domani mattina e torniamo domenica pomeriggio. >> Insiste lui.

Io rimango zitta, continuando a pensare a cosa fare. Mi dispiace anche andare da mia mamma perchè volevo passare del tempo insieme a tutti i miei amici, ora che i ragazzi sono tornati. Luke, però, sembra tenerci tanto e non voglio comportarmi come se non mi interessasse di lui, non in questo momento, non dopo tre mesi in cui siamo stati in due parti diverse del mondo.

<< Dormiremo sulla nostra casa sull'albero se non vuoi stare a casa tua. Farò tutto quello che vuoi >>

Scendo dal tavolo, avvicinandomi piano a lui, in modo da avere i nostri copri a pochi centimetri di distanza. Lo guardo negli occhi, facendo un mezzo sorriso che dovrebbe incutere timore. Lui sostiene il mio sguardo, serio. Apre la bocca per parlare ma lo zittisco con un cenno della mano.

<< Hai detto 'tutto quello che voglio'? >>

<< Superstar, ho paura >>

Trattengo una risata, ma gli do un lieve pizzicotto su un fianco, facendolo indietreggiare.

Sorride anche lui, ha capito che ormai la mia risposta è un si.

<< Devi, d'altronde hai due possibilità >>

Ritorno seria, lui alza un sopracciglio, confuso.

<< Due possibilità? >>

<< Esattamente. Devi decidere se fare tutto quello che voglio o morire a causa della terribile vendetta che escogiterò per punirti dello stupido scherzo che ci avete fatto >> Spiego tenendo il conto delle due eventualità con la mano, assumendo l'aria di una trattatrice.

Lui si gratta il mento, fingendo di scegliere l'opzione che gli piace di più.

<< Scelgo la prima opzione, Miss Morgan. Affare fatto? >>

Mi porge la mano, io gliela stringo accennando una risata.

<< Affare fatto! >>

<< Allora ci vediamo domani mattina alla stazione di King's Cross per le otto >>

 

*

 

Il sabato mattina l'ho sempre trovato tranquillo. I ragazzi non vanno a scuola e la maggior parte della gente rimane a casa. Le strade diventano quasi vuote, si possono incontrare solo persone assonnate che raggiungono lenti le loro mete. La metropolitana, infatti, è agibile. Al suo interno riesco ad avere spazio vitale a sufficienza per respirare aria che non sia impregnata dell'odore del sudore di qualche passeggero.

Mi stupisco ancora del fatto che, dopo quattro anni, sono ancora innamorata di Londra come se fosse il primo giorno. Per una ragazza di provincia, Londra è il centro del mondo, dove puoi trovare di tutto. La cosa che amo di più di questa città, è il fatto che si possono incontrare persone diversissime tra loro, provenienti da paesi diversi. E' come se tutto il mondo si fosse incentrato a Londra per incontrarsi.

Mi sono trasferita dopo il liceo. Ho approfittato del fatto che mio fratello si fosse già spostato da Doncaster per andare a studiare a Londra, per convincere mia mamma a fare lo stesso. Alex vive da mia nonna Angela e dal suo compagno Ben e, nonostante abbia lasciato l'università, continua a farsi mantenere da loro. Io ho avuto fortuna, anche i miei migliori amici erano a Londra e ,sin da subito, ho avuto la possibilità di andare a vivere per conto mio.

Adoro mia nonna, ma non riuscirei mai a stare da lei come fa Alex.

 

King’s Cross è una delle stazioni più affollate di Londra. La causa principale sono i fan di Harry Potter che, ogni singolo giorno, si accalcano davanti al triste muro spacciato per il binario nove e tre quarti, solo per farsi scattare una misera foto e spendere capitali all’interno del negozio ufficiale della saga. Un tempo ero anche io come loro, ma, anziché seguire la folla che portava a quel muro, mi ero messa a cercare il binario magico tra i veri binari della stazione. Riuscii a scoprire la delusione del muro falso, solo grazie all’aiuto di un poliziotto che mi avrà scambiato per una malata mentale.

Luke è proprio lì davanti, che guarda sogghignando i turisti impazienti di immedesimarsi nel mago. Indossa una maglietta bianca sopra a dei jeans neri, con le mani nascoste dentro le tasche della sua giacca di jeans. Quando lo vedo non riesco a fare a meno di sorridere. La sua assenza mi ha fatto dimenticare quanto lui mi renda felice.

<< Jackson! >> Esclamo raggiungendolo. Lui si volta a guardarmi e solleva lo zaino da terra infilandoselo solo da un lato, venendomi incontro.

<< Superstar, temevo ti fossi dimenticata >>

<< Sono tanto in ritardo? >>

Non mi ero resa conto di averci impiegato un’ora a prepararmi. Faccio così ogni volta che torno a casa, passo le ore a controllarmi e sistemarmi in modo da non avere niente fuori posto. Peccato che quell’arpia di mia madre riesca a trovarmi ogni singolo difetto. Purtroppo io sono il disordine vivente. I miei capelli sono talmente tanto ricci da sparare sempre in tutte le direzioni, e di viso sono troppo brutta per trovare qualche rimedio.

Luke scuote la testa accennando una risata, mentre andiamo verso il binario che porta a Thorne North.

<< Sei arrivata giusto in tempo per prendere il treno, anche se avevo intenzione di fare colazione con te >> Mi passa il biglietto che si è offerto di pagarmi e saliamo sul treno. Come due bambini, corriamo fino al vagone dove sono i nostri posti, facendo a gara per prendere il posto a lato del finestrino. Luke mi fa più volte inciampare, ma solo dopo la gomitata che gli do sulle costole mi aggiudico il sedile tanto ambito. Una volta seduti scoppiamo a ridere, sotto lo sguardo di due passeggeri anziani che ci osservano allibiti. Non mi sento nemmeno per un secondo in imbarazzo, dopotutto ho anche vinto.

<< Sei una schiappa, Jackson >>

<< In realtà ti ho lasciata vincere, sai quante volte sono stato vicino al finestrino in tre mesi? >>

Scuoto la testa accennando una risata, sta mentendo. Ogni volta che dice una bugia, muove la testa come se stesse annuendo e corruga la fronte. Gli do un altro pizzicotto.

<< Bugiardo >>

Lui sbuffa senza riuscire ad essere serio, prima di posare la testa sulla mia spalla. Rimaniamo in silenzio per qualche minuto, ascoltando il rumore del treno in partenza. Poso lo sguardo fuori dal finestrino, osservando la città sfrecciare lontana. Luke non si muove, credo si sia addormentato. Mi volto a guardarlo, cingendogli le spalle con il mio braccio.

<< Ti voglio bene >> Sussurro.

Rimango con lo sguardo fisso sul panorama fuori dal finestrino, con la mano destra che tiene il viso. Gli occhi seguono il paesaggio, cercano di definire i contorni della città che scompare veloce alle mie spalle. Un giorno anche io partirò allo sbaraglio in giro per l'Europa come hanno fatto i ragazzi. Tre mesi prima, quando ci avevano detto che erano intenzionati a prendersi una pausa da tutto e andare lontano, gli avevamo riso in faccia. Quei quattro, non sono mai stati bravi ad organizzarsi in vita loro, l'idea che potessero aver progettato una vacanza del genere era impossibile anche solo da pensare. Invece, sono partiti due giorni dopo, lasciandoci stupefatte. E' stata la prima volta in cui ci siamo separati dopo tre anni che ci conosciamo. Mai nella mia vita ho avuto un gruppo così unito di amici. In realtà, mai nella mia vita ho avuto così tanti amici. Fino al liceo, i miei unici amici erano Luke e i miei fratelli.

Conosco Luke Jackson da quando sono nata. Le nostre madri, migliori amiche sin dai tempi del liceo, una volta sposate, avevano deciso di andare ad abitare vicine e, quando dico vicine, significa che una siepe separa una casa dall'altra. In questo modo, sono cresciuta come se la famiglia di Luke appartenesse alla mia. Passavamo tutti i pomeriggi insieme, giocando con i miei fratelli maggiori. Ammetto che all'inizio, io e Luke ci odiavamo. Quando eravamo piccoli, non perdeva l'occasione di farmi dispetti e picchiarmi. Io non lo sopportavo. Lo odiavo talmente tanto, che quando soffiavo le candeline di compleanno, desideravo sempre che sparisse dalla faccia della terra. La nostra relazione cambiò quando andai alle medie, in quel periodo i nostri tre anni di differenza non erano così netti, e Luke diventò il mio migliore amico.

Sorrido, mentre osservo Luke dormire. Ha ancora la testa sulla mia spalla e ha le labbra socchiuse. Starà sbavando come al solito. Appoggio il capo contro la parete del treno e chiudo gli occhi. Non gli dirò mai che è la cosa più bella che mi sia successa.

 

*

 

Dopo due ore e mezza, arriviamo a Thorne North. Cambiamo treno per prendere la linea che arriva diretta a Doncaster e, fortunatamente, in venti minuti siamo lì. Assopiti, ci dirigiamo lenti fuori dalla stazione, mentre Luke continua a ripetermi venti mila volte come è stato bello vedere una partita di calcio a San Siro. Distolgo l'attenzione da lui, quando vedo che mio fratello Robert è venuto a prenderci. Robbie è il fratello più grande dei quattro. Ha la stessa età di Luke e, a differenza di me e Alex, ha preferito rimanere con la mamma a Doncaster. Sono sempre stata più legata a lui, così, quando lo vedo, ignoro Luke e corro verso mio fratello.

<< Ragazzina! >> Esclama stringendomi forte tra le sue braccia.

Robert è anche più alto e muscoloso di Alex. Porta i capelli riccissimi in una pettinatura afro, leggermente rasata sui lati e, a differenza di Alex che è sbarbato, Robbie si è sempre fatto crescere una folta barba. Per me, è uno dei ragazzi più belli che abbia mai visto. Non lo penso solo io, infatti Carrie ha un debole per lui da quando ci conosciamo. Le è bastato vederlo una volta per prendersi una cotta.

<< Come stai? >> Domando mentre lascio che mi prenda lo zaino e lo metta dentro il baule della macchina.

Robert comincia a parlarmi di come è emozionato ad insegnare storia e filosofia al liceo, sotto lo sguardo scioccato di Luke . Non capisco ancora come Robert sia riuscito a laurearsi in cinque anni e trovare lavoro come professore subito dopo. Se penso a me, che sono al mio terzo anno e sono senza uno scopo, o a Luke, che dopo due anni ha rinunciato, mi viene ancora più difficile mettermi nei suoi panni. Il mio amico interrompe Robbie per raccontargli il viaggio da cui è appena tornato e quando passa alle partite di calcio che ha visto, mi chiudo in me stessa fino a quando non arriviamo a casa.

Casa Jackson e Casa Morgan sono due villette bianche identiche, con lo stesso giardino pieno di fiori e la stessa siepe potata male. Quando Robbie parcheggia l'auto dall'altra parte della strada, scendo riluttante dall'auto. Non voglio incontrare mia madre.

<< Sono entrambe a casa nostra per prendere un the >> Ci informa Robbie. Scarica il bagagliaio, mentre io do un'occhiata sconsolata a Luke . Lui, per tutta risposta, mi prende la mano, stringendola.

<< Dai che andrà bene >> Sussurra.

Sorride e mi guarda negli occhi, lasciando che io mi convinca delle sue parole. Spero che abbia ragione, perchè l'ultima volta che ho visto mia madre, sono finita in lacrime.

Robbie ci fa cenno di seguirlo dentro casa, aspettando che facciamo come ci dice. Io aumento la stretta sulla mano di Luke , non sono mai stata così impaurita.

Quando entriamo in casa, l'odore famigliare di incenso alla cannella mi inebria le narici. Accenno un piccolo sorriso, ricordandomi quando papà lo accendeva prima di suonare la chitarra. Mi sedevo a gambe incrociate ai suoi piedi, incantata dalla sua musica. Avevo quattro anni e in quel periodo, il mio papà era il mio eroe. E' a lui che devo la mia passione per la musica.

<< Mamma siamo a casa! >> Esclama mio fratello.

La casa non è cambiata di una virgola dall'ultima volta che ci sono andata. Le pareti della sala sono dello stesso rosso sbiadito di sempre e i mobili di legno hanno ancora la stessa posizione orribile che mia mamma aveva deciso quando aveva comprato casa. L'unica cosa che non è uguale a prima è lei. E' seduta sul divano verde oliva con le gambe accavallate, mentre tiene la tazzina bianca tra le mani. I suoi capelli castani sono diventati rosso fuoco e le arrivano fin sopra spalle. E' vestita come un'adolescente, con una canottiera bianca ed un gilet sdrucito di jeans sopra, che richiama gli skinny bucati che indossa. Lei non è la donna che conosco. Cat, invece, è sistemata sull'altro divano, con un look molto simile a quello di mia madre.

Sono terrorizzata.

<< Lea tesoro! >> Trilla mia mamma alzandosi. Mi viene incontro e mi avvolge in un abbraccio prima di fare la stessa cosa con Luke.

Sia io che lui rimaniamo allibiti, cosa è successo alle nostre madri?

Dopo essere stata strapazzata anche da zia Cat, le due donne tornano a sedersi ridacchiando.

<< Luke ma tu sai qualcosa di questo? >> Mormoro.

Lui scuote la testa, sposto lo sguardo in direzione di Robbie che sta osservando divertito la scena. Gli faccio cenno di parlare, ma si limita ad alzare le spalle ridendo.

<< Catherine ma li stai guardando?! >>

<< Oddio Susan, si. Non sono bellissimi? >>

<< Le loro mani!>>

Abbasso gli occhi sulla mia mano ancora intrecciata a quella di Luke , prima di avvampare e staccarla. La passo sulla mia gamba, incrociando poi le braccia al petto. Anche Luke è arrossito, tiene lo sguardo basso mentre porta le braccia dietro la schiena. Io non capisco quelle due che hanno intenzione di fare. Mia mamma dice a Cat qualcosa nell'orecchio che la fa ridacchiare. Mi stanno mettendo a disagio.

<< Cat, tuo figlio è diventato davvero un bel ragazzo >>

Sia io che Luke ci guardiamo. Voglio uscire di casa, mia mamma non si è mai comportata in questo modo infantile.

<< Ma tesoro, è tua figlia che è una splendida donna, ha preso sicuramente da te >>

Alzo gli occhi al cielo. Che cosa patetica, non hanno mai decantato i propri figli in questo modo, perchè farlo ora? Intanto Robert si è seduto su un gradino della scala che porta al secondo piano, mentre si gusta la scena.

<< Non è vero, Luke caro? >> Continua Cat. Incita Luke a parlare con un gesto del capo, ma lui sbuffa seccato.

<< Io so che Superstar è bellissima, anche senza che me lo dici tu >>

<< CAT LO HAI SENTITO? >>

<< Susan. Sto. Per. Piangere. >>

<< Noi eravamo qui per... >>

Luke viene interrotto da mia madre, che si alza di nuovo per prendergli il viso tra le mani e stampargli un bacio sulla fronte.

<< So che un giorno diventerò tua suocera >>

<< MAMMA >> Urlo con tutto il fiato che ho in gola. Ho le guance in fiamme, sto sudando freddo per l'imbarazzo. Mai avrei pensato di dire che preferisco quando mia madre non si droga e mi insulta come suo solito. Luke si lascia sfuggire una risata che blocco innestandogli una gomitata tra le costole. La storia del matrimonio mio e di Luke è nuova, stanno dando il meglio di loro.

<< Ma pensi ai nostri nipotini? Io me li vedo con i capelli meravigliosi di Lea e gli occhi azzurri di mio figlio >>

<< Sembreranno usciti da una pubblicità, Cat ! >>

<< Io so che se potesse Luke salterebbe addosso a Leanne, capisci? >>

<< MAMMA >>

Non ho mai sentito Luke urlare così tanto in vita mia e lui è uno che urla spesso. So che Cat ha mentito, ma il ragazzo ha gli occhi spalancati e per la prima volta in tutta la sua vita, non sa che dire. Oggi è la giornata dove qualsiasi cosa può accadere a quanto pare. Mi siedo sconvolta su una sedia del tavolo, mentre le due donne continuano a confabulare tra di loro.

Luke si siede accanto a me e, mentre le osserviamo prese dalla loro conversazione, mi domanda:

<< Superstar, ma che è successo in questi tre mesi? >>

<< Non ne ho idea! Io non le vedo da Natale! >>

Sembrano sotto l'effetto di qualche stupefacente e, a giudicare dal loro abbigliamento, possono essere appena uscite da un rave party. Mia mamma torna a guardarci, porgendoci la sua attenzione.

<< E' un vero spreco che tu sia innamorata di un certo Eric >>

Mia mamma pronuncia il nome di Eric come se fosse l'essere più ripugnate della terra e, in quel momento, mi accascio sulla sedia turbata. Io non le ho mai parlato di Eric, come può saperlo? Luke mi fulmina con lo sguardo.

<< Eric? >> Sibila.

Se i suoi occhi potessero incenerirmi, credo che in questo momento lo farebbero. Apro la bocca per spiegargli la situazione, ma, ancora una volta, vengo interrotta.

<< Si, caro. Eric. Che poi non so nemmeno chi sia ad essere sincera. Me lo ha detto Alex qualche settimana fa e a giudicare dalle sue parole, Lea è innamorata persa. Che schifo, vero? >>

Mi alzo di scatto dalla sedia, adirata. Se ieri ero arrabbiata perchè le mie amiche parlavano di questo tra di loro, oggi sono furiosa. Non possono farlo anche i membri della mia famiglia. Stringo i pungi e mi mordo il labbro per non urlare troppo, ma quando Luke dice che mia mamma ha ragione, esplodo.

<< Ah perchè sarebbe meglio che fossi innamorata di Luke come vuoi tu? Non è successo in ventun anni e non succederà mai, allora. E prova a dire che Eric fa schifo quando non lo conosci nemmeno e …. sinceramente non lo so. So solo che se seguissi i tuoi consigli, finirei sposata con un uomo confuso che dopo quasi trent'anni di matrimonio, riesce ad avere le palle di dirmi che è gay! >>

Un silenzio innaturale cala nella stanza. Ho gli occhi di tutti e quattro puntati addosso, le mie parole riecheggiano tra i muri e mi sento in colpa. Ho esagerato, ma non mi importa. Serro la mascella, sostenendo lo sguardo di mia mamma che posa la tazzina sul tavolino in mezzo ai divani.

<< Hai ragione, sono una fallita. Solo che tu non hai il diritto di giudicare la mia vita, quando tu sei ancora troppo immatura per averne una. Scusami se mi preoccupo per te, sarai felice di sapere che non lo farò mai più. >>

Mia mamma si alza dal divano e sparisce al piano superiore, seguita da Cat che ha l'aria di una che non sa cosa fare. Nemmeno io so che fare. Mi mordo l'interno della guancia per impedire alle lacrime di uscire. Sospiro cercando di ricompormi. Luke ha lo sguardo impassibile e sta fissando un punto indefinito a terra.

<< E' stato un errore madornale seguirti qui. >>

Con queste parole, esco di casa sola. Non ho idea di dove devo andare, ma cammino lungo il marciapiede lasciando che le lacrime siano libere di scorrere sulle mie guance.

Mia mamma ha colpito di nuovo il segno. Odio il fatto che non riesca ad essere fiera o, per lo meno, contenta di quello che io stia facendo. Mi deve considerare immatura o deve dirmi che ciò che provo fa schifo, piuttosto. Mi ha ferito anche il comportamento di Luke. So che lui odia Eric, ma appoggiare mia madre dopo quello che ha detto, è stato troppo. Anche per lui.

Entro nel parco di Doncaster per andare a sedermi su una panchina, quando i miei pensieri vengono interrotti dall'avviso di un messaggio. Tiro fuori il cellulare dalla tasca del giubbotto e noto la notifica di Sarah. Lo apro e quando lo leggo, tutti i miei problemi svaniscono.

 

Torna a Londra, abbiamo un problema urgente”

 

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 Ciao a tutti! In questo capitolo è apparso il mio Luke, che amo alla follia. Inoltre credo di aver descritto Robbie come il ragazzo dei miei sogni e la mamma di Lea è solo una proiezione di me nel futuro, una donna in crisi di mezza età che ama fangirlare per le sue otp.
Grazie per le visualizzazioni e i voti, ci sentiamo al prossimo capitolo e fatemi sapere che ne pensate!
Becka
  
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