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Autore: Lost_blood_Guardian    13/06/2015    0 recensioni
Catriona Drum è un'archeologa di successo di soli venticinque anni. Nell'ultimo periodo ha lavorato sul caso di un antico palazzo di Firenze,di cui dopo anni di ricerca non si conosce il nome del proprietario.
Una notte Catriona non riesce a darsi pace e scende nei sotterranei per trovare degli indizio,fino a che qualcosa non la coglie di sorpresa.
In pochi attimi tutto era cambiato.
In positivo o in negativo? Questo sta a voi scoprirlo!
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Storico
Capitoli:
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CAPITOLO 1

 

L’uomo dalla voce roca portò la ragazza fuori dai sotterranei. Era leggera,quasi non ne sentiva il peso. Dietro di lui,Lorenzo de’Medici lo seguiva preoccupato per la donna,che al solo vedere il suo viso era svenuta. Lorenzo pensava e ripensava alle parole che la donna aveva sussurrato,non capiva perché dovesse essere morto. Nel frattempo salirono le scale che portava alle camere da letto del padrone del palazzo e girato qualche angolo si ritrovarono di fronte alle porte della camera padronale che doveva spettare alla signora del palazzo. Lorenzo aprì la porta aiutando il suo amico, che in quel momento era impossibilitato a fare qualunque tipo di movimento se non tenere in braccio quella strana sconosciuta. L’appoggiarono delicatamente sul letto,coprendola poi con delle pesanti coperte.

<< Secondo voi chi è,amico mio? >> chiese Lorenzo che ora fissava il viso della fanciulla alla calda luce delle candele della stanza. Era molto bella e aveva dei lineamenti che non aveva mai visto,sicuramente non era di Firenze o tanto meno italiana. La sua carnagione era leggermente olivastra come se fosse stata perennemente sotto la luce del sole,ma in realtà era naturale. Volse il capo in direzione dell’amico e notò che questi la fissava che la stessa intensità o forse anche di più. Era chiaramente incuriosito tanto quanto lui. Una giovane donna era spuntata dal nulla nei sotterranei segreti del palazzo senza che lui lo venisse a sapere,e per di più la stessa donna affermava che questo palazzo fosse suo e non del suo fidato amico.

<< Non lo so vostra grazia. Ma di sicuro non è una spia della vostra famiglia nemica. >>

<< E voi come fate ad esserne così sicuro? >> Gli era già venuto questo sospetto a Lorenzo. Da mesi la sua famiglia stava cercando un modo per estirpare la famiglia de’Pazzi dalla sua amata Firenze. Troppe volte avevano cercato di uccidere lui e la sua famiglia e ora era arrivato il momento di fare lo stesso con loro.

<< Guardatela. Non sembra affatto una spia,vostra grazia. >> Il secondo uomo era assolutamente certo delle sue parole,quella donna non sembrava affatto un spia,troppo imprudente.

<< L’aspetto inganna amico mio. Non abbiamo nessuna prova che non lo sia. >> Lorenzo faceva fatica a fidarsi delle sue parole. Troppe volte aveva dato ascolto al suo istinto e troppe volte la sua famiglia ci aveva rimesso quasi la vita per la sua imprudenza. Non avrebbe fatto più un errore del genere,ormai non era più un ragazzino e oltre a lui doveva pensare al benessere anche di altre famiglie fiorentine, che lo sostenevano. Nessuno voleva che i Pazzi diventassero i nuovi signori di Firenze.

<< Ne sono consapevole. Per questo vi chiedo di guardare questo. >> Il secondo uomo tolse le coperte dalla donna facendo notare a Lorenzo il suo strano abbigliamento. Indossava una semplice camicia bianca e degli strani calzoni aderenti che le fasciavano le gambe in modo quasi indecente. Il Duca la osservò curioso,non aveva mai visto nulla del genere.

<< Chiaramente non è fiorentina e la famiglia de’ Pazzi non è così potente da permettersi un alleato al di fuori dell’Italia. >> Aggiunse il secondo uomo.

<< Avete ragione come sempre amico mio. >> Anche se Lorenzo pronunciò queste parole non era certo di potersi fidare di quella donna,troppi pericoli lo aspettavano ad ogni angolo e lui non voleva correre rischi. In fondo come diceva sua moglie,la prudenza non era mai troppa per un signore locale potente come lui.

I due uomini rimasero ancora qualche minuto ad osservare la donna,poi vedendo che quest’ultima non accennava a muoversi decisero di sedersi sulle poltrone accanto alla finestra della camera padronale. Bevvero qualche sorso di Chianti nell’attesa. Non parlarono,troppo occupati dai loro pensieri e poi parlare in un luogo così scoperto non era per niente sicuro, di quei tempi anche i muri avevano le orecchie a Firenze.

Solo dopo un’ora di silenzio i due uomini sentirono il fruscio delle lenzuola che venivano smosse. Si voltarono in contemporanea verso il letto e videro che la donna si era sollevata a sedere tenendosi la testa con una mano,come se fosse troppo pensante per tenerla in posizione eretta. Si alzarono e lentamente si diressero verso di lei che li notò solo quando ormai erano talmente vicini che la coprivano con le proprie ombre.

Catriona alzò lentamente lo sguardo cercando di abituarsi a quella luce soffusa che c’era nella stanza. Puntò i suoi occhi su i due uomini e non poté fare a meno di spalancarli alla vista di Lorenzo de’Medici. Si rese conto che tutto quello che aveva visto prima di svenire non era solo un sogno ma pura verità. Ancora scossa guardò l’altro uomo e si accorse di non avere la minima idea di chi fosse. Era molto alto ed aveva le palle larghe quasi come un soldato ma i suoi abiti dicevano tutt’altro. Erano pregiati e decorati con motivi che si inspiravano molto alla moda bizantina,c’erano molte rifiniture in oro. L’uomo la stava osservando con la medesima attenzione che lei gli stava riservando e sentendosi come colta in flagrante abbassò il capo. Sentiva che le sue guancie stavano letteralmente andando a fuoco,non le era mai capitato di sentirsi così in soggezione alla presenza di un uomo.

Fece un respiro profondo cercando di far scomparire quel calore che si era addensato sulle sue guancie,e quando fu certa di esserci riuscita alzò nuovamente la testa.

<< Chi sei? >> chiese con voce leggermente roca la donna all’uomo di fronte a lei.

<< Giovanni de’Monreale >> le rispose. Giovanni piegò leggermente la testa verso sinistra,come se la stesse incitando a fare lo stesso con lui. Da quel movimento quasi impercettibile capì che quell’uomo non doveva essere un tipo molto loquace.

<< Catriona Drum >>

<< Che nome bizzarro! Non pensate anche voi,amico mio? >> Questa volta era stato Lorenzo a parlare. La sua voce era severa ma in qualche modo le ispirava fiducia. Osservò meglio il famoso Duca di Firenze e notò che portava gli stessi abiti che aveva il suo compare. Il suo aspetto era esattamente come veniva ritratto nei quadri che erano arrivati sin alla sua epoca. Aveva capelli lunghi e neri che gli arrivavano alle spalle,il naso prominente e quell’espressione rilassata tipica di un uomo che sa di avere sempre il coltello dalla parte del manico.

<< Il mio nome è normale,vostra grazia. Solo non è italiano >> Catriona era leggermente offesa dall’osservazione del Duca. Lei amava molto il suo nome,era originale e ben poche volte aveva incontrato qualcuno con un nome uguale al suo. Ne andava molto fiera.

<< Mi scuso,madonna. Non volevo offendervi,è solo che qui a Firenze non si sentono molto spesso nomi particolari come il vostro. >> L’uomo sembrava sinceramente pentito di averla offesa,quindi gli sorrise in segno di ringraziamento per le sue scuse. Non poteva essere arrabbiata per una simile sciocchezza con qualcuno del suo calibro. Tutti gli storici conoscevano il suo nome e tutti ne portavano rispetto,pochi avevano avuto il suo stesso genio politico.

<< Avete detto di non essere italiana,quindi da dove venite? >>  Le chiese il Duca.

<< Sono originaria della Bulgaria ma ho sempre vissuto in Inghilterra. >> A quella risposta i due uomini parvero molto sorpresi dalla sua risposta.

Giovanni fissava la donna cercando di capire se quello che stava dicendo fosse vero oppure no,ma dopo qualche attimo di attenta osservazione dovette momentaneamente arrendersi.

Rimasero per qualche minuto in silenzio fino a quando un urlo agghiacciante non fece loro scattare la testa verso la porta. Pensando di avere avuto solo un’allucinazione i tre non si mossero,ma quando sentirono di nuovo quell’urlo i tre uscirono dalla stanza.

<< Da dove veniva? >> chiese la donna a Giovanni,che presumeva fosse il proprietario del palazzo. Aveva dedotto di non trovarsi più nella sua epoca,era troppo intelligente per illudersi che tutto quello che stava passando fosse solo un sogno.

<< Veniva dalle stanze della servitù a pianterreno. >>

L’uomo non aveva nemmeno finito di pronunciare la frese che Catriona si era già gettata sulle scale,scendendo a tutta velocità. Sentì ancora quell’urlo e si diresse dalla sua parte. Quando finalmente arrivò forse a destinazione notò che davanti ad una porta vi era un piccola folla,composta interamente dalla servitù. Con alcuni spintoni riuscì ad entrare nella piccola stanza e notò una donna distesa sul letto che si teneva la pancia gravida,urlando di dolore per le contrazioni che stavano squassando il suo esile corpo. Catriona non perse tempo e si diresse immediatamente verso la partoriente. Era sola, nessuno entrava in quella stanza,troppo timorosi di farle ancora più male se l’avessero toccata,tutti tranne una donna anziana che le asciugava la fronte con un panno fresco. L’archeologa la guardò e cercò di capire com’era la situazione,avvicinandosi ancora un po’ chiese alla donna anziana << Da quanto tempo è in questo stato? >>

La donna anziana sollevò lo sguardo,aveva le pupille dilatate ,chiaramente anche lei spaventata dalla situazione. << Signora! >> urlò Catriona,cercando di destarla da quella specie di trance in cui era caduta.

<< Io….io non lo so! >> urlò la signora in risposta.

Catriona decise di prendere in mano la situazione,a quel punto era l’unica cosa che poteva fare per aiutare quella povera donna sofferente. Con un colpetto sulla spalla alla signora le fece cenno di allontanarsi per lasciarle maggior spazio di manovra,ma quella protestò vivacemente rifiutandosi di lasciare la mano alla giovane donna stesa sul letto. Con sguardo preoccupato si girò verso la porta e notò che Giovanni e Lorenzo l’avevano raggiunta e che ora erano nella stanza che guardavano la situazione con l’apprensione che solo un uomo poteva avere in momenti del genere.

<< Giovanni porta per favore la signora lontano da qui! >> urlò Catriona.

Giovanni come un automa eseguì gli ordini della donna,ignorando la sua maleducazione nel dargli del tu. In quelle situazione era meglio affidarsi ad una donna.

<< Duca vieni qui e tienile la mano,ben forte! >> disse ancora l’archeologa. Anche Lorenzo eseguì senza tentennamenti. Pur avendo avuto molti figli non era mai stato presente ad un parto.

La donna si volse verso la partoriente e prendendole il viso a due mani le disse quello che ora stava per fare << Ascoltami bene,ora controllerò fino a che punto sei dilatata e poi vedremo di far uscire il bambino,okay? >>

La partoriente ormai preda delle contrazioni annuì con il capo incapace di parlare. Catriona si spostò verso la fine del letto,sollevò le gonne della donna e notò che ormai era il momento che la donna aveva atteso per nove mesi.

<< Quando arriva un’altra contrazione devi spingere! >>

L’archeologa si mise più comoda e quando vide la donna irrigidirsi urlò << Spingi! >>

La donna spinse e spinse,con il sudore che le imperlava ogni parte del corpo e con la gola ormai dolorante per i troppi urli. Qualche minuto dopo Catriona teneva in braccio un bel maschietto che piangeva con i polmoni di un tenore. A quel suono tutta la piccola folla che si era radunata fuori dalla porta,esplose in urla festanti e gioiose. L’archeologa prese un piccolo coltello che portava sempre con se e girandosi verso la fosse disse,anche lei con il sorriso << Chi è il padre? >>

Dalla folla emerse un piccolo uomo che teneva nelle mani tremanti un cappello,ormai completamente stropicciato a causa della tensione. Catriona gli porse fiduciosa il coltello indicandogli quello che doveva fare. Ancora incerto l’uomo le si avvicinò e guardando quel piccolo miracolo che era suo figlio recise con un taglio netto il cordone ombelicale. Catriona si affrettò a fermale la fuoriuscita di sangue legando il cordone,poi prese un paio di lenzuola dal letto e ci avvolse il bambino,che diede subito al padre.

Si allontanò per lasciare un po’ di privacy ai neo genitori. Fece un cenno del capo al Duca di Firenze che nel frattempo era rimasto immobile a fissare la scena con un sorriso felice sulle labbra. Comprendeva benissimo la gioia che dovevano avere i due neo genitori. Insieme uscirono dalla stanza e si chiusero la porta alle loro spalle suscitando alcune piccole proteste che vennero subito sedate dallo sguardo glaciale della donna. Seguita dai due uomini la giovane archeologa uscì dagli alloggi della servitù per trovarsi nell’androne principale del palazzo. Voltandosi verso Giovanni e Lorenzo apri le braccia e con un sorriso disse << Avanti,domandate tutto quello che volete sapere. >>

I due uomini si guardarono con uno sguardo di intesa. Avevano molte cose da chiederle.

  
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