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Autore: AnonymousA    14/06/2015    2 recensioni
Renesmee è cresciuta, così come i suoi sentimenti che, giorno dopo giorno, diventano sempre più insistenti, prepotenti. Difficili da ignorare.
E' innamorata di Jacob, il compagno di giochi di una vita. Ma nei suoi occhi non riesce a scorgere l'amore che desidera.
Nel frattempo Jacob ha una vita sociale impegnativa: dopo la ronda, si diverte nei locali di notte, in compagnia di diverse ragazze.
Reneesme rimane impotente a guardare, ignara di una verità più grande di lei.
Genere: Avventura, Azione, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jacob Black, Renesmee Cullen | Coppie: Jacob/Renesmee
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, PWP, Violenza | Contesto: Successivo alla saga
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Ciao a tutti, eccomi con un nuovo capitolo.
Spero vi piaccia, buona lettura!
Un abbraccio, A.



Quando varco la soglia dell'immacolata villa dei nonni, la malinconia del saluto con June è ancora impresso sulla mia pelle. 
Spalanco la porta vetrata ed entro nel salotto vuoto.
Dove sono tutti? Mi chiedo impreparata nell'aver trovato la casa vuota. Dovevano essere tutti qui..
Mi dirigo a grandi passi nella cucina e, prima che possa entrare, la voce di mio padre mi giunge alle orecchie: « Non lo so » dice, rivolto al nonno. 
Un odore dolciastro che mi fa pizzicare il naso, mi dice che Jacob è qui. Il cuore comincia a battermi forte e devo ricorrere a tutti i modi possibili per non farmi scoprire.
« Dovremmo tenere gli occhi aperti, Edward »
asserisce Jacob duro, il tono di voce completamente differente da quello a cui sono abituata.
« Lo faremo sicuramente » lo rassicura zio Jasper. Zio Emmett annuisce impaziente.
Una mano sulla spalla mi fa voltare di scatto. La prima cosa che vedo sono gli occhi dorati e i capelli castano scuro di mia madre. 
Il sorriso caldo e amorevole, come sempre, mi arriva fin nel profondo.
Nonostante questo, sono stata beccata con le mani nel sacco. Come una principiante.
« Non dovresti origliare, Reneesmee » afferma severa.
« Sono appena arrivata » mento.
Mia madre non si lascia ingannare, ma decide di far finta di nulla. Allaccia il suo braccio attorno al mio collo e mi conduce all'interno della cucina.
« Eccoci qui » squilla allegra e non posso evitare di pensare che questo suo modo di fare sia un chiaro segnale ai presenti di continuare questa conversazione in un altro momento.
Cosa mi stanno nascondendo?
Nonostante cerchi di evitarlo con tutta me stessa, sento lo sguardo prepotente di Jacob su di me come lava incandescente. M'infiamma dentro.
Mio padre si schiarisce la voce.
Arrossisco terribilmente e, mentalmente, gli chiedo scusa. Lui sorride.    
« Hai accompagnato la tua amica alla stazione, tesoro? » chiede mio padre, cambiando abilmente discorso.
« Chi » s'intromette zio Emm « Quella che crede nell'esistenza degli alieni ma non in quella dei vampiri? »
« Quella » ribatto velenosa « Si chiama June »
Jacob ridacchia mentre mia madre dà un buffetto sul braccio a zio Emmett.
« Sì, comunque » rispondo in definitiva a mio padre.
La nonna mi cinge dolcemente le spalle, emettendo un piccolo suono di comprensione. Sorrido con tristezza, aggrappandomi alla sua esile, ma forte, mano.
« Cosa farai, adesso? » chiede con interesse la nonna. Scrollo le spalle. 
« Non è mica caduto il mondo » borbotta zio Emmett.
« E' come se lo fosse » sussurro.
La mamma lancia un'occhiata eloquente a mio padre che non mi sfugge.
Incrocio le braccia al petto, inarco le sopracciglia e sorrido loro con un ghigno.
Siete incredibili, penso ad alta voce, affinché il mio pensiero arrivi forte e chiaro a mio padre.
Lui ridacchia e, di fronte all'espressione corrucciata di mia madre, scuote la testa.
« Perché non esci con me, stasera » sbotta Jake all'improvviso « Ti va? »
« Ci siamo » borbotta ancora una volta zio Emmett, sgomitando verso mio padre. 
Inarco il sopracciglio « Con te? »
« Certo »
« E non intralcerei le tue conquiste? » replico acida.
« Per una sera posso farne a meno ».
Maledetto Jacob Black.
« Papà? » chiedo eludendo l'affermazione di Jake. Una punta di risentimento s'insedia dentro di me rendendomi nervosa ed elettrica. Adesso farebbe comodo una scazzottata con zio Emmett. 
Mio padre inarca il sopracciglio dinanzi ai miei pensieri, poi risponde: « Va bene »
« Okay » rispondo apatica. Per evitare di dargli soddisfazione, ignoro completamente Jacob e mi fiondo fuori diretta al cottage.
« Passo a prenderti alle dieci, succhiasangue! » mi urla dietro.
Sorrido con lo stomaco in subbuglio e le farfalle nel cuore.

Il tubino verde smeraldo cade morbido sulle mie cosce fermandosi molto prima delle ginocchia.
Si allaccia al collo attraverso una catena intrecciata di metallo dorato, lasciando scoperta la schiena fino alle fossette di Venere.
Sospiro guardandomi ancora una volta allo specchio: sono perfetta, non c'è che dire.
La creatura mitologica che è in me non potrebbe rendermi altrimenti e so già cos'è che vedranno gli umani: una dea, una modella. 
Ma mi sento a mio agio? Poco.
E allora perché decido di osare così tanto? Per sorprendere Jacob, che è abituato a vedermi in abiti vintage o sportivi che non mettono propriamente in risalto le mie curve. 
« Sei fantastica, tesoro » mormora zia Rose alle mie spalle, mentre arriccia le punte ramate dei miei capelli.
Un sorriso che non mi accende il cuore spunta sul mio viso e cade come una stella cadente.
« Ecco » tuona zia Alice mentre entra con un paio di décolleté spuntati color fango tra le mani « Prova questi ».
Li sfilo dalle sue mani ed obbedisco, allaccio il cinturino et voilà!
« Sono dei trampoli, questi » mi lamento.
Zia Alice sminuisce tutto con un gesto della mano « Sciocchezze »
Zia Rosalie mi sorride nello specchio « Sotto quest'abito non potevi indossare altro »
Mi arrendo davanti alla caparbietà delle mie zie e accetto, a malincuore, questo outfit per niente personale. 
Scendo le scale attraversando il salotto per salutare i miei genitori.
Quando mi vedono, i presenti si ammutiliscono di colpo.
Mi schiarisco la voce in evidente difficoltà « Allora... io vado »
Silenzio.
Mi mordicchio l'interno della guancia, agitata. La mascella di mio padre s'irrigidisce mentre mi scruta dal basso verso l'alto. Il suo giudizio è molto importante per me per cui quest'atteggiamento mi mette a disagio.
Mia madre, lentamente, gli afferra il braccio come per trattenere una sua forte emozione; lui si volta a guardarla e col sorriso di lei, sospira anche lui.
Una parte del mio cuore si scalda, si sbriciola e si consuma davanti a un amore così immenso. L'immagine del loro amore sarà sempre impressa in me.
Li saluto con discrezione mentre un clacson impaziente bussa senza sosta.
« Stupido cane » borbotto agitata tra me e me mentre attraverso il giardino dei nonni.
Cammino a testa bassa nella speranza di tardare  il momento in cui sentirò i suoi occhi su di me.
Impaziente, alzo il capo e vedo la Volkswagen blu di Jacob. 
Intravedo la testa di Jake dal finestrino che scatta in avanti, poi tira il freno a mano e scende dall'auto, lasciando lo sportello aperto. Questa reazione mi fa fermare di blocco ma, prima che lui possa accorgersene, riprendo a camminare.
Jake fa il giro della vettura e si appoggia sul fianco della macchina, davanti al finestrino.
Con le braccia incrociate, le sopracciglia che schizzano verso l'alto e lo sguardo incollato su di me.
« Ehi » dico quando sono di fronte a lui.
Lui, senza preoccuparsi di risultare indelicato, mi osserva dal basso verso l'alto « Tuo padre non ti ha vista uscire di casa? »
Alzo gli occhi al cielo e sbuffo sonoramente « Hai paura che possa essere più bella delle tue amichette? »
L'espressione divertita scompare dal suo viso e diviene estremamente serio, si stacca dall'auto e si avvicina. Questo cambiamento di umore mi fa venire la pelle d'oca e il cuore prende a battermi in maniera forsennata.
La sua mano vola sotto al mio mento. Il contatto con la sua pelle scatena un miliardo di reazioni chimiche dentro di me. Vorrei poter sprofondare nel suo dolce profumo.
I suoi occhi sono dei pozzi neri che splendono di luce propria. Non si era mai visto che una tale oscurità potesse illuminare ogni cosa.
 « Non ho paura » soffia vicinissimo al mio viso « Lo so già ».
  
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