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Autore: Princess Kurenai    10/01/2009    4 recensioni
Altra raccolta della Naruto's People Series. Questa volta solo fic Alternative Universe, ovvero AU. Iniziata per festeggiare il mio primo anno come autrice di EFP. Come le precedenti raccolte si accettano richieste yaoi, etero e yuri.
§ 057 - Non tutto è "estetico" [KakuzuInoSasuke]: Ino era sempre stata innamorata di Sasuke.§
Genere: Romantico, Drammatico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Genere e Avvertimenti: Introspettivo, Malinconico, Mistero

 

055 - Forever with you [JuugoTemari]

 

[Juugo parla.

Juugo ride.

Juugo piange.

Juugo è vivo.]

 

*“ Resteremo sempre insieme, vero Temarichan?”

La bambina di circa undici anni sorrise divertita da quella domanda, benché fosse posta con una certa serietà.

“ Ma certo Juugo! Ma che domande fai? Io non ti lascerò mai!”, rispose guardando il suo compagno di giochi dai capelli ramati.

“ Mai mai?”, insistette l’altro con un leggero broncio.

Temari allora gli prese la mano, stringendogliela forte, donandogli un sorriso sincero.

 “ Mai! Finché morte non ci separi!”, dichiarò.

“ Ma così sembra un matrimonio!”, ribatté schifato Juugo arricciando buffamente il naso.

La bionda scoppiò a ridere e gli scoccò un leggero e minuscolo bacetto sulla guancia poco prima di scappare, inseguita dal ragazzino che, imbarazzato, voleva vendicarsi.

“ Smettila di baciarmi a tradimento!!”*

 

[Temari parla.

Temari ride.

Temari piange.

Temari è ancora viva.]

 

Osservava la bianca camicia di forza stringere il giovane corpo del ragazzo in una crudele ma necessaria gabbia.

Teneva la testa bassa, reclinata a poggiare il mento al petto con i capelli rossicci che, lunghi, gli coprivano il viso di un pallore quasi mortale.

E Temari, promettente dottoressa, segnò con minuziosità ora, data e risultati delle analisi sul suo blocco.

Rilesse la data più volte.

Era l’equinozio di primavera.

Si ritrovò a sospirare, poggiandosi a quel muro di un bianco quasi anormale, trattenendo stoicamente le lacrime.

Un’altra primavera era iniziata portando felicità a gioia nel mondo, a tutti tranne che a lei.

Quella era la stagione che più lei e Juugo avevano amato e che da ormai cinque anni vivevano in quell’Ospedale Psichiatrico di Okinawa.

" Resteremo sempre insieme, vero Temarichan?", domandò una voce, a lei familiare, nella sua testa.

La scosse subito come per cacciarla via, non era il momento di lasciarsi andare a quel ricordo.

" Resteremo sempre insieme, vero Temarichan?", ripeté ostinata quella voce.

“ Sì, Juugo. Non lo vedi? Non ti ho mai lasciato.”, si decise a rispondere.

Le sue erano parole vere.

Non aveva mai lasciato il suo migliore amico e amante.

 

* “ Ci siamo laureati, ma credi?”, domandò il giovane uomo ridendo e lasciandosi andare sul verde prato del giardino della Facoltà di Medicina.

La bionda lo osservò, divertita.

“ Con quello che abbiamo fatto mi sembra anche ovvio.”, ribatté, sedendosi accanto a lui.

“ Va bene… va bene.”, concesse lui, alzandosi sui gomiti per guardarla in viso.

Temari gli sorrise, sporgendosi verso di lui posando le labbra sulle sue in un leggero bacio.

“ Ora non scappi più, vero?”, ironizzò staccandosi.

 “ Non sono più un moccioso.”, rispose Juugo, costringendola a restare su di lui con un forte abbraccio.

“ Ma davvero? Piagnucoli ancora se è per quello.”

“ Non è assolutamente vero.”, si imbronciò facendola ridere ancora.

“ Ti amo, baka.”

“ Anch’io Temari. Non ti lascerò mai.”, le sussurrò dolcemente all’orecchio.

“ Ehi! Quella è la mia battuta!”, esclamò la bionda fingendosi offesa.

“ Allora dillo anche tu no?”

“ Non ti abbandonerò mai Juugo.”*

Tremò da capo a piedi a quel ricordo.

 

Lì andava ancora tutto bene.

Tutto sembrava perfetto, anzi tutto era perfetto.

Erano insieme.

Si erano laureati.

Presto avrebbero iniziato a lavorare in un Ospedale.

Si erano anche presi una casa insieme e Temari era anche certa che Juugo le avrebbe chiesto di sposarla.

Ma non era mai accaduto.

Pochi mesi dopo lui si era sentito male e da una semplice influenza tutto era degenerato.

La febbre troppo alta aveva minato il suo cervello ed… era impazzito.

Non riconosceva più le persone che lo circondavano.

A nessuno, neanche a lei.

Era diventato violento e una volta aveva anche cercato di ucciderla.

Temari però non si era mai arresa, non poteva credere che Juugo fosse cambiato così tanto e aveva combattuto per ottenere quel ruolo e controllarlo ventiquattro ore su ventiquattro.

Lei sapeva che poteva curarlo, solo lei e nessun altro

E per quello non poteva permettersi errori.

Perché lui non doveva morire a causa sua.

Lei aveva promesso che non l’avrebbe mai lasciato, che l’avrebbe protetto.

 

[Juugo non parla più.

Juugo non ride più.

Juugo non piange più.

Juugo non vive più.]

 

*“ Resteremo sempre insieme, vero Temarichan?”

La bambina di circa undici anni sorrise divertita da quella domanda, benché fosse posta con una certa serietà.

“ Ma certo Juugo! Ma che domande fai? Io non ti lascerò mai!”, rispose guardando il suo compagno di giochi dai capelli ramati.

“ Mai mai?”, insistette l’altro con un leggero broncio.

Temari allora gli prese la mano, stringendogliela forte, donandogli un sorriso sincero.

 “ Mai! Finché morte non ci separi!”, dichiarò.

“ Ma così sembra un matrimonio!”, ribatté schifato Juugo arricciando buffamente il naso.

La bionda scoppiò a ridere e gli scoccò un leggero e minuscolo bacetto sulla guancia poco prima di scappare, inseguita dal ragazzino che, imbarazzato, voleva vendicarsi.

“ Smettila di baciarmi a tradimento!!”*

 

Ancora.

Ancora quel lontano ricordo che si ripeteva e ancora una volta lei si ritrovò a segnare, su quel suo blocco, data, ora e risultati delle analisi, rispondendo un: “ Sì, Juugo. Non lo vedi? Non ti ho mai lasciato.”

In un circolo vizioso tutto si ripeteva.

Infinito, senza fine.

Era sempre l’equinozio di primavera e lei ricordava la loro infanzia, ricordava la loro laurea, ricordava del momento in cui lui si era ammalato e della sua battaglia per ottenere quel posto.

 

* “ Lui è il mio ragazzo! Spetta a me stargli vicino! Devo farlo!”, gridò, sbattendo con forza i pugni sulla scrivania.

Il primario sospirò, per niente intimorito da quella reazione rabbiosa.

“ Non hai esperienza. Il caso che tu mi stai chiedendo di seguire è fuori dalla tua portata.”

“ Lei pensa veramente che farei degli errori e metterei a repentaglio la sua vita? Se pensa questo è lei il pazzo, non Juugo!”

“ Temari, calmati.”, la voce dell’uomo risultò ferma e decisa, ma incredibilmente dolce, tanto che la bionda tacque, osservandolo accigliata e mortificata.

Lei voleva quel posto ad ogni costo, era ovvio che si comportasse così.

“ Potrai seguirlo, ma il tuo ruolo non sarà quello di suo medico personale. Non posso fare altro. Impegnati e restagli vicino.”*

 

Si era rimasta con lui fino alla fine.

Non l’aveva mai lasciato e mai l’avrebbe fatto.

" Mi dispiace, Juugo.", mormorò la bionda abbassando il capo per lasciare che le lacrime avessero finalmente il sopravvento su di lei.

 

[Temari parla da sola.

Temari ride da sola.

Temari piange da sola.

Temari è morta con Juugo.]

 

Tsunade osservò la ragazza bionda rinchiusa nella cella d'isolamento dell'Ospedale Psichiatrico di Okinawa.

Seduta in un angolo, intrappolata dalla camicia di forza parlava da sola, rideva da sola e piangeva, come in quel momento.

I lunghi capelli biondi, lasciati sciolti, non coprivano le sue lacrime di dolore.

Non potevano coprirlo neanche se l’avessero voluto.

Quel sentimento era quasi tangibile da quanto forte.

" Che le è successo?", domandò la sua giovane assistente, Sakura, rompendo quel silenzio quasi oppressivo.

La donna le sorrise tristemente.

“ Lei un tempo era una mia assistente.”, rispose. “ Proprio come te.”

La giovane assentì, guardando all’interno della cella d’isolamento.

“ La conosceva bene?”

“ Sì.”, iniziò a camminare per il lungo corridoio bianco, seguita da Sakura. “ Ho passato con lei un anno, dato che ormai versa in quello condizioni da quattro.”

Non si sarebbe mai dimenticata la giovane Temari.

 

* “ Ancora qui ferma?”, domando la donna, raggiungendo la bionda, ferma da ormai ore di fronte alla cella di Juugo.

“ Si… non posso lasciarlo…”

Tsunade assentì affiancandola.

“ Lo ami veramente tanto, vero?”

Temari non arrossì né rispose, era chiaro che lo fosse.

Così come era chiaro che non sarebbe mai guarito quel ragazzo.

Non sarebbe mai più tornato quello di prima, ma la ragazza si era imbottita di così tante false speranze che era impossibile anche solo dirle che era solo tempo sprecato.

Talvolta Tsunade pensava che anche la bionda fosse ormai sull’orlo della pazzia.

Passava la sua vita lì.

Non si muoveva se non per andare a pranzo e al bagno, ma sembrava vicina ad abbandonare anche quelle elementari funzioni vitali.

Infatti aveva già smesso di dormire.

“ Temari… dovresti riposare.”

“ NO!”, l’esclamazione, forse un po’ troppo alta fece accigliare la donna. “ Non posso. Se lui mi chiama non posso essere lontana. Devo rispondere… ha bisogno di me…”, la sua voce si abbassò pericolosamente, quasi stesse per piangere ma non lo fece.*

 

Ripensandoci, non aveva mai visto la ragazza piangere eccetto quando era rinchiusa in quella cella, persa in chissà quali ricordi.

“ Lei quindi è rimasta sempre qui? Non si è mai mossa? Mi scusi, ma se era un medico l’avrebbe dovuto sapere che rischiava un collasso!”, esclamò indignata la ragazza.

“ Sì, Sakura. Lo sapeva benissimo, per quello credo che restasse lì ferma.”

“ Come?”, l’Haruno la guardò come se stesse dicendo una qualche eresia.

“ Penso che dentro di lei qualcosa già sapesse che il suo amato non si sarebbe più ripreso, e il quel modo forse… si sentiva più vicina a lui.”

Sakura assentì, esortandola con il suo silenzio a continuare il suo racconto.

“ Circa un anno dopo il ricovero di Juugo, lui si aggravò. Divenne ancor più instabile, tanto che mentre lo stavamo visitando, cerco di uccidere Temari.”

La sua assistente sussultò, colta alla sprovvista da quelle parole.

 

* Le analisi come al solito erano inconcludenti.

Nessun miglioramento e nessun peggioramento.

I parametri erano stabili.

Invariati da ormai dodici mesi.

“ Bravissimo, Juugo. Migliori ogni giorno di più.”, il sussurro di Temari raggiunse le sue orecchie ma non ribatté e si limitò ad aiutarla a infilare la camicia di forza al giovane che, apatico, non faceva niente per agevolare il loro compito.

Quella era la classica routine giornaliera.*

 

“ Quel giorno però qualcosa andò storto. Il paziente appena vide la camicia si scostò, afferrandola e passandola attorno al collo di Temari, come per strozzarla.”

Inconsciamente Sakura si  portò la mano alla gola.

“ Con l’aiuto dei medici li vicini riuscimmo a salvarla, ma non del tutto.”

 

* Era di nuovo lì, ferma di fronte a quella cella di isolamento.

Sul collo stava una vistosa fascia bianca che copriva i lividi di qualche giorno prima.

“ Temari…”

“ Non mi allontano.”, rispose subito.

“ Devi farti controllare.”, ribatté la donna.

“ E allontanarmi da lui? Neanche per idea. Mi ha ferita perché l’ho lasciato solo, si è sentito abbandonato…”, la sua voce risultò isterica.

“ Ti stai ferendo da sola!”, Tsunade la afferrò per le spalle, decisa a farla ragionare, ma guardandola negli occhi capì che ormai era troppo tardi.

Erano spenti.

Vuoti.

Continuava a parlare della guarigione del suo amato che però, con il suo gesto, le aveva fatto crollare tutte le sue convinzioni.

Temari sapeva che era tutto finito e voleva essere vicino a lui quando su tutto sarebbe calato il sipario finale.

“ Io lo amo…”*

 

“ Poco dopo scoprimmo che Juugo si era tagliato via a morsi la lingua. Abbiamo cercato di salvarlo ma era ormai troppo tardi. Forse aveva sentito tutto e nel suo ultimo bagliore di ragione ha tentato di dare la possibilità alla sua ragazza di vivere un'altra vita.”

“ M-ma è terribile.”, mormorò Sakura.

“ Già, perché subito dopo è stata Temari a finire in quella cella. Ha perso il senno, non si è rassegnata dall’averlo perso e continua ostinatamente a cercare un modo per curarlo.”

L’Haruno assentì.

“ Quindi… anche per lei non c’è più speranza…”

“ Esattamente, o almeno non ci saranno fino a quando non accetterà la sua morte.”

 

[Juugo e Temari non parlano più insieme.

Juugo e Temari non ridono più insieme.

Juugo e Temari non piangono più insieme.

Juugo e Temari non vivono più insieme ma presto lo sarebbero stati di nuovo.

E questa volta sarebbe stato per sempre.]

 

* “ Resteremo sempre insieme, vero Temarichan?”

 “ Ma certo Juugo! Ma che domande fai? Io non ti lascerò mai!”

 “ Mai mai?”

“ Mai! Finché morte non ci separi!”

“ Anch’io Temari. Non ti lascerò mai.”

“ Non ti abbandonerò mai Juugo.”*

 

.: Spazio di Miki :.

Questa fic ha partecipato al contest sulla Pazzia.

Non ho molto da dire se non che l’ho scritta quest’estate e i risultati sono arrivati solo ora =.=

In ogni caso, ho messo nel mio account un calendario per la pubblicazione delle mie fic ù.ù

Seguitelo perché se ho problemi segnalerò lì.

 

.: Recensioni! :.

ElderClaud - L’ambiguità di quella parola era ovviamente voluta XP

Slice - Grazie tesoro ^O^/

Princess of the Rose - Se ti interessa, nell’account ElderKurenai io e ElderClaud stiamo scrivendo una fic di quel genere ^O^

Talpina Pensierosa - Grazie tesoro^^

Lalani - Grazie^^

   
 
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