Camelot: scene di vita quotidiana.
#5
“Gwen” Arthur sorride alla ragazza con gentilezza, quando gli si avvicina, e lei ricambia con un leggero inchino.
“Sire” dice, sistemandosi distrattamente la lunga gonna e lanciandogli occhiate furtive, e “oggi è proprio una bella giornata” nota, guardando velocemente il cielo limpido sopra di loro: Arthur la imita.
“Fortunatamente” risponde, prima di chinarsi a raccogliere un fiore appena caduto dal cesto che quella tiene in mano, poi glielo porge cordialmente e lei – arrossendo – lo prende e lo ringrazia in un bisbiglio imbarazzato.
“Figurati” ribatte Arthur, prima di incrociare per sua (s)fortuna lo sguardo di qualcuno, un qualcuno impiccione affacciato a una finestra alta, nelle stanze reali.
Appena gli occhi blu si accorgono di quelli azzurri puntati su di loro, una tenda viene malamente tirata e dalle labbra del Re esce uno sbuffo divertito.
Gwen assume un’espressione confusa, ma – prima che possa dire qualcosa – il biondo si è mosso, ormai distratto.
“Ci vediamo, Gwen” dice frettoloso, e la risposta dell’altra non fa in tempo a raggiungerlo, che lui è già corso verso il castello.
Quando Arthur apre la porta della sua camera, lo trova lì: Merlin si sta tenendo occupato spostando cose a caso, ora più che mai così da avere una ragione per non considerarlo, e allora il Re si chiude dentro e resta poggiato da una parte per guardarlo.
È divertito.
“C’è un libro fuori posto, sulla scrivania” lo deride un po’, indicandogli ironicamente il punto vicino alla finestra: Merlin fa un verso stizzito, senza dare l’idea di volergli reggere il gioco.
“Sai, non è molto carino spiare le persone” aggiunge allora Arthur, muovendosi verso di lui con passo lento e felpato.
Il mago gli lancia un’occhiata piena di scetticismo, soffermandosi più di quanto vorrebbe realmente – con la piena soddisfazione dell’altro – prima di tornare al suo lavoro, e “sai, non ti facevo così gentiluomo, ma – ogni volta che incontri Ginevra – mi sorprendi” borbotta, cercando inutilmente di trattenere il poco piacere che prova a riguardo.
Arthur ride, sinceramente divertito e piacevolmente soddisfatto di fronte a questo atteggiamento, beccandosi l’ennesima occhiataccia da parte del suo servo, che “oh sì, prendimi pure in giro” lo rimprovera, mollando tutto e portando le braccia al petto.
Il biondo si asciuga teatralmente le lacrime e poi torna a guardarlo, le labbra irrimediabilmente distese in un sorriso, mentre gli si avvicina e lo scruta attentamente.
Merlin si perde a fissargli le labbra: dannato Arthur.
“Sei geloso” e sembra più una constatazione la sua.
Merlin – senza distogliere lo sguardo – fa una smorfia.
“Sta zitto, asino”
“Sire” dice, sistemandosi distrattamente la lunga gonna e lanciandogli occhiate furtive, e “oggi è proprio una bella giornata” nota, guardando velocemente il cielo limpido sopra di loro: Arthur la imita.
“Fortunatamente” risponde, prima di chinarsi a raccogliere un fiore appena caduto dal cesto che quella tiene in mano, poi glielo porge cordialmente e lei – arrossendo – lo prende e lo ringrazia in un bisbiglio imbarazzato.
“Figurati” ribatte Arthur, prima di incrociare per sua (s)fortuna lo sguardo di qualcuno, un qualcuno impiccione affacciato a una finestra alta, nelle stanze reali.
Appena gli occhi blu si accorgono di quelli azzurri puntati su di loro, una tenda viene malamente tirata e dalle labbra del Re esce uno sbuffo divertito.
Gwen assume un’espressione confusa, ma – prima che possa dire qualcosa – il biondo si è mosso, ormai distratto.
“Ci vediamo, Gwen” dice frettoloso, e la risposta dell’altra non fa in tempo a raggiungerlo, che lui è già corso verso il castello.
Quando Arthur apre la porta della sua camera, lo trova lì: Merlin si sta tenendo occupato spostando cose a caso, ora più che mai così da avere una ragione per non considerarlo, e allora il Re si chiude dentro e resta poggiato da una parte per guardarlo.
È divertito.
“C’è un libro fuori posto, sulla scrivania” lo deride un po’, indicandogli ironicamente il punto vicino alla finestra: Merlin fa un verso stizzito, senza dare l’idea di volergli reggere il gioco.
“Sai, non è molto carino spiare le persone” aggiunge allora Arthur, muovendosi verso di lui con passo lento e felpato.
Il mago gli lancia un’occhiata piena di scetticismo, soffermandosi più di quanto vorrebbe realmente – con la piena soddisfazione dell’altro – prima di tornare al suo lavoro, e “sai, non ti facevo così gentiluomo, ma – ogni volta che incontri Ginevra – mi sorprendi” borbotta, cercando inutilmente di trattenere il poco piacere che prova a riguardo.
Arthur ride, sinceramente divertito e piacevolmente soddisfatto di fronte a questo atteggiamento, beccandosi l’ennesima occhiataccia da parte del suo servo, che “oh sì, prendimi pure in giro” lo rimprovera, mollando tutto e portando le braccia al petto.
Il biondo si asciuga teatralmente le lacrime e poi torna a guardarlo, le labbra irrimediabilmente distese in un sorriso, mentre gli si avvicina e lo scruta attentamente.
Merlin si perde a fissargli le labbra: dannato Arthur.
“Sei geloso” e sembra più una constatazione la sua.
Merlin – senza distogliere lo sguardo – fa una smorfia.
“Sta zitto, asino”
Buondì, cari.
I'm back... Con quella che doveva essere l'ultima flash della raccolta, ma penso proprio di no (?)
Eh beh... Succede.
A parte questo, I'm happy per la long nuova merthur che ho pubblicato e, come avrete capito, ultimamente mi dedico solo a Merlin
Qui vi mostro una Gwen spensierata, un Arthur furbo e un Merlin geloso, tanto amore insomma.
Grazie mille ancora a chi segue questa raccolta e a chi mi lascia un parere ^^
Poi, come al solito, spero vi sia piaciuto e alla prossima,
Lawlietismine