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Autore: Word_shaker    15/06/2015    1 recensioni
Era proprio di lui che si discuteva senza sosta al Paiolo Magico. Mentre ad Ernie Urto e Muriel Prewett premeva terminare le scorte di Whiskey Incendiario della casa, seduta ad un tavolo al centro del locale, quasi nascosta dalla folla, un’affaccendata Rita Skeeter stava succhiando la sua penna prendiappunti per carpire quante più informazioni possibili in mezzo al chiacchiericcio generale. Chissà quanti galeoni avrebbe guadagnato se avesse scritto un articolo dettagliato sul leggendario figlio dei Potter, il primo ad aver vinto l’anatema che uccide e lo stesso Voldemort! [...] Quell’articolo sarebbe stato la svolta giusta per lei… Sennonché un marpione da strapazzo si sedette vicino a lei e cominciò a parlare, fuorviando, così, la mente di Rita dal discorso di Doge e, quindi, la penna dai suoi appunti.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Gilderoy Allock, Rita Skeeter
Note: What if? | Avvertimenti: Incompiuta | Contesto: Nessun contesto
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«In quanto tempo speri di farmi imparare?» mormorò Rita fra i denti, in modo che soltanto Allock la sentisse.
«In un mese sarai un perfetto prodotto giornalistico… Tu rilassati e fa’ come ti ho detto!» sussurrò lui al suo orecchio con un sorriso malizioso, dopodiché fece l’occhiolino al fotografo senza un apparente motivo e cominciò a battere le mani «Sbrighiamoci! Non ho molto tempo per questa intervista!».
«Caro, prima dobbiamo dare spazio alle foto, altrimenti non potranno essere pronte per l’impaginazione!» spiegò lei con un sorriso che non le apparteneva ma, per qualche strana ragione, cominciava a piacerle.
«Bene! Chi vuole vedere il mio brillante sorriso?».
Mentre Thomas si preparava a catturare qualche scatto, Allock sorrise mostrando tutti i denti ed allargando le braccia; posizionandosi vicino a lui, Rita provò ad imitarlo.
Dopo una decina di minuti, il fotografo annunciò: «Ho finito. Oggi pomeriggio le consegnerò gli scatti, signorina Skeeter».
«Benissimo! Potresti consegnarmi due copie della foto migliore? Così, la prossima volta che incontrerò Gilderoy Allock, potrò avere un suo autografo!».
Non che la giornalista fosse entusiasta di ciò che stesse dicendo, ma dall’espressione di Allock capì che lui era pronto a reggerle il gioco: in altre parole, stava andando alla grande per una che stava appena sperimentando il suo carattere “commerciale”.
«Oh, ZuccheRita,» - la Skeeter inghiottì a malincuore quell’appellativo - «sei troppo premurosa! Dato che vuoi il mio autografo – come biasimarti? – ti regalerò una copia del mio Guida alla disinfestazione domestica e la firmerò proprio qui davanti a te!» e con un sorriso che non celava affatto un ego compiaciuto, fece apparire con un colpo di bacchetta il libro sulla scrivania.
«L’inconveniente è che… Non ho una penna» borbottò il vanitoso con una punta di dispiacere.
«Prendi la mia!» la penna prendiappunti di Rita Skeeter non aveva smesso di scrivere nemmeno per un attimo da quando lui era entrato; poiché a lei interessavano i suoi consigli, era sicura che l’unica cosa correttamente riportata sarebbero stati proprio quelli.
Staccò la penna dalla pergamena fluttuante con un piccolo sforzo e gliela porse; lui non gradì ciò che essa scrisse al posto suo.
“Da Gilderoy Allock – quel belloccio da strapazzo deciso a romperti i Pallini Acidi”.
«Thomas, puoi andare» disse lei con fermezza squadrando il fotografo in preda alle risate, che non ci pensò due volte a lasciare lo studio a gambe levate.
«Scusa, è che la mia penna pensa» spiegò Rita con un tono pungente.
«Mi piace, davvero!» commentò Allock con un piccolo sorriso.
«Ci siamo persi in chiacchiere a sufficienza: passiamo all’azione».
La penna prendiappunti tornò sulla pergamena e cominciò a scrivere freneticamente. 
Nuova intervista, nuova Rita Skeeter.

L’intervista non fu molto lunga, ma conteneva l’essenziale per essere notata.

«Cari lettori, oggi ho qui davanti a me Gilderoy Allock per un’intervista!»
«Salve a tutti i lettori di Gossip da Rita! Anche se lei oggi mi ha chiamato qui per non parlare di gossip. Che cosa bolle nel tuo calderone, ZuccheRita?».
Sapete, cari lettori, Gilderoy Allock è un giocherellone! E’ stato così gentile da portarmi una scatoletta di Scarafaggi a Grappolo stamattina – questa è la prova che anche lui legge i miei articoli! – e mi ha affibbiato il dolcissimo soprannome di “ZuccheRita”. Non è una persona adorabile?

«Stamattina, Gilderoy, volevo parlare con te di Harry Potter, il bambino sopravvissuto. Vorresti dirmi in poche parole che cosa pensi della sconfitta di Colui-Che-Non-Deve-Essere-Nominato?»
«Non si parla d’altro!», lui ride, «Mi ricorda molto l’uscita del mio primo libro, sono stato sulla bocca di tutti per mesi!»; il suo sguardo rivela una nota nostalgica e fiera di sé: chissà se ha in mente di pubblicare un nuovo libro a breve?
E’ sempre molto riservato sull’argomento, il che rivela la sua infinita modestia!
 «Credo che sia un bambino a dir poco portentoso, se è vero il fatto che sia riuscito a sconfiggere Tu-Sai-Chi senza neanche il potere della parola, ma credo che, se mi fosse stato concesso l’onore di affrontarlo, sarei potuto riuscirci anch’io» risponde senza scrupoli. Sicuramente è un uomo consapevole delle sue capacità!
«Quindi, Gilderoy, stai dicendo che Harry Potter potrebbe essere o diventare un mago bravo quanto lo sei tu?» gli domando con un’ammirazione palpabile.
«Ma certo! Sono sicuro che, quando arriverà a Hogwarts, farà grandi cose! Forse avrà addirittura l’onore di collaborare alla stesura di uno dei miei libri!» nei suoi occhi ora si intravede un barlume gioioso, come se non vedesse l’ora di conoscere il fantomatico bambino sopravvissuto.
«Che cosa pensi di questo periodo di prosperità che Harry Potter ci ha regalato, Gilderoy?»
«Lo vedo come un periodo di grandi aspettative per tutti quanti, un periodo in cui tutti potranno avere tanti amici e respirare aria pura… E magari anche leggere i miei libri!». Oh, quanto è spiritoso!
«Ti piacerebbe fare un saluto ai nostri lettori per la rubrica?» come si può non pensare a voi, cari lettori, quando ho davanti Gilderoy Allock in persona? Non si può!
«Certo che sì! Un bacio affettuoso a tutti coloro che hanno letto questa breve intervista di questa favolosa giornalista! Continuate a seguirmi, perché presto ci saranno delle novità!»

 
Il giorno dopo quell’intervista era comparsa su tutte le edizioni del Profeta. Rita si era sentita un’idiota nel riportare quelle cose nero su bianco, ma forse, con il tempo, quella sensazione sarebbe svanita. Era come un senso di colpa, un veleno da sputare, un’impurità che lei aveva voluto costruire sul proprio corpo…
Magari le impurità si sarebbero conformate a lei e lei sarebbe diventata immune a quel veleno; magari l’abitudine avrebbe fatto in modo che quel senso di colpa le scivolasse addosso.
Per ora, non poteva fare a meno di guardare la foto di lei ed Allock che facevano stupidamente a gara a chi sorridesse di più – o più falsamente? – sulla propria scrivania.
 Aveva incorniciato la loro fotografia per ricordare meglio il suo obiettivo, per non dimenticare che, per diventare qualcuno, per diventare Rita Skeeter, avrebbe dovuto vendersi.
   
 
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