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Autore: crazygurl91    15/06/2015    2 recensioni
-FANFICTION INTERATTIVA- Ultimamente ho visto moltissime Fanfiction interattive e mi sono piaciute un sacco, ed ecco che mi sono decisa di crearla anch'io una. Segalatemi la vostra presenza nelle recensioni e la scheda del personaggio con un messaggio privato...acetto un max di 20 persone, quindi accorete!
Genere: Commedia, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alice Paciock, Alice Paciock Jr, James Sirius Potter, Lily Luna Potter, Un po' tutti | Coppie: Rose/Scorpius
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
Capitoli:
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Speranza...grandissima Bastarda!

 

 

 

 

Il treno correva veloce tra i binari, sicuro della sua strada, senza alcuna esitazione su di essa: quello era il suo percorso e niente e nessuno lo avrebbe ostacolato.

Anche Erika voleva essere cosi, o meglio, di solito lei era cosi, ma quando si trattava di un sentimento in particolare, di una persona in particolare, il suo treno deragliava facendole perdere completamente il controllo e perdere la strada giusta.

Quanto lo odiava!

Ma purtroppo lo amava.

Odiava Albus Severus Potter allo stesso modo in cui lo amava.

Ecco perché quando era arrivato l'invito per passare l'ultimo del anno in Finlandia aveva rifiutato con tutta se stessa: era matematicamente impossibile che lei avrebbe passato tutti quei giorni chiusa in una casa, in mezzo al nulla, con delle persone intente a farsi gli occhietti dolci, senza fare la figura della Tassa d'avanti ad Al.

Già una volta aveva messo da parte il suo orgoglio per chiedergli scusa, non aveva cosi tanta fretta di farlo nuovamente.

In più non voleva più sentirlo blaterare di quella stramaledetta di Shey.

E sì. Perché non solo era innamorata di uno scemo che nemmeno la guardava, ma lo scemo era innamorato di un'altra e, ultimamente, sembrava che il suo nuovo hobby fosse quello di parlare di lei e tessere le sue lodi. Persino quando portava la forchetta alla bocca sembrava un atto unico e celestiale...ma si poteva essere cosi tonti!

E lei era più tonta di lui, visto che non era ancora riuscita a toglierselo dalla testa.

Avrebbe tanto voluto prendere a testate il vetro...ehi!

Magari funzionava.

<< Che fai Erika? Ti godi il panorama? >>

Ma perché quello aveva il super potere di arrivare all'improvviso nei momenti meno opportuni?!

<< No Potter, sto cercando di spaccarmi la testa. Quindi se non ti dispiace vorrei starmene da sola >>

<< Pensieri fastidiosi? >>

<< Non puoi immaginare quanto >>

Albus osservò l'amica sorpreso, la conosceva da molto tempo e, nonostante, i suoi innumerevoli difetti e quel suo bruttissimo carattere che, senza esagerare, avrebbe potuto competere senza problemi con quello di Rhydian, non l'aveva mai vista confusa.

Lei non era cosi.

Segretamente l'aveva sempre ammirata per la sua forza d'animo: sembrava che niente e nessuno poteva scalfirla o farle perdere il controllo, ma adesso gli stava dimostrando l'esatto contrario.

<< Posso darti una mano? Magari potrei darti la soluzione hai tuoi problemi >>

Alla Gray ci volle tutta la sua forza di volontà per non scoppiargli a ridere in faccia: lui che poteva risolvere i suoi problemi? Ma se era proprio lui la causa del suo stato!

Beata ignoranza.

<< Ti ringrazio ma è una cosa che devo risolvere da sola >>

<< Mica centrerà un ragazzo? >>

A quell'affermazione Albus scoppio immediatamente a ridere.

Quell'idea gli era venuta in mente in un secondo di follia: era impossibile che Erika Gray avesse una cotta per qualcuno, aveva visto troppi ragazzi massacrati solo perché avevano osato dichiararsi a lei. Ormai era convinto che se mai quella ragazza si sarebbe sposata sarebbe stato solo tramite un matrimoni combinato, per mantenere la purezza del sangue.

Per un momento il cuore di Erika aveva smesso di battere, per la paura che in un raro ed estremo momento di intelligenza, Severus avesse capito i suoi sentimenti, ma quando aveva sentito il suono di quella risata canzonatoria la rabbia aveva cominciato a crescere dismisura dentro di lei.

Come si permetteva quella testa di troll di ridere di lei.

<< E anche se fosse? >>

A quelle parole le risate morirono nella gola del ragazzo: Erika Gray innamorata?

<< Chi è? >>

<< Non sono affari tuoi Potter e ora, se non ti dispiace, ritorno nel mio scompartimento e guai a te se mi segui >>

Senza aggiungere altro la ragazza si voltò, dando le spalle al giovane Serpe, dirigendosi verso il suo posto con passo di marcia. Mentre Albus la guardava a bocca aperta.

Erika Gray innamorata?

Poteva ripeterlo mille volte nella sua mente, sempre gli suonava strano, ma in fondo spiegava ogni cosa a partire dal suo strano comportamento.

Ma c'era qualcosa che lo infastidiva.

Chi diamine era questo ragazzo uscito dal nulla? E soprattutto perché sentiva qualcosa che gli rodeva dentro?

 

 

<< Ma dove diamine è finita Rose? >>

Lene camminava lungo il corridoio mentre i suoi occhi verde scorrevano a destra e sinistra in ricerca della sua amica.

Voleva chiederle una o due cosette?

Tipo perché era scappata a gambe levate appena aveva visto suo fratello? O perché Scorpius era scoppiato in una risata nevrotica?

Ormai conosceva quei due come le sue tasche e, per il perizoma di Merlino, tra quei due era successo qualcosa di grosso, di molto grosso e lei aveva tutto il diritto di saperlo.

Era arrivata alla fine della carrozza, quando si senti afferrare il braccio ed essere trascinata dentro, l'istinto primario di urlare prese il controllo su di lei, ma un enorme mano grande e forte le tappo le labbra.

Quel contatto le fece tornare la calma.

Lei conosceva alla perfezione quella mano.

Come conosceva quei splendidi occhi scuri come la notte, dello stesso colore dei suoi setosi capelli,ma la cosa che da poco aveva imparato a conoscere erano le sue labbra: soffici come il velluto e dolci come il cioccolato, ma piene di passione e di amore che la facevano perdere ogni forza e cedere completamente.

Quando, con tutto il disappunto della ragazza, quelle dolci e calde labbra si staccarono da lei venne sommersa da due pozze nere capaci di incantarla, mentre un sorriso smagliante le illuminava il volto; il suo cuore non accennava di smettere di battere, mentre la sua mente era bella che andata.

Se Fran e Rose l'avessero vista sicuramente le avrebbero detto che era completamente rincretinita, ma che andassero al diavolo!

Ora era tra le sue braccia e niente nessuno poteva rovinare quel momento cosi perfetto.

<< Mi sei mancato moltissimo Jason >>

<< Ehy Shailene. Non ci vediamo da un giorno >>

<< E già troppo per i miei gusti, se non ti vedo per almeno un ora mi sento morire. Sono stata cosi al lungo a pensare che i miei sentimenti non fossero ricambiati che, adesso che stiamo finalmente insieme, non voglio passare un minuto di più lontana da te >>

Jason sorrise alle parole della sua fidanzata: era cosi dolce, gentile e affettuosa che era stato impossibile per lui non innamorarsi, in realtà erano ormai due anni che non riusciva più a vederla come la piccola Lene, la sua amica d'infanzia che non faceva altro che seguirlo ovunque andasse, ma aveva sempre taciuto credendo che lei non vedeva altro che il bambino con cui giocava in passato.

Dio solo sapeva quello che aveva passato.

Aveva represso ogni desiderio e pulsione, soprattutto quello di spaccare la faccia al cretino di turno che faceva il casca morto con lei, era diventato bravissimo a nascondere la sua gelosia, tanto che anche Nico non si era accorto di nulla, ma dentro di lui il mostro dagli occhi verdi lo divorava; ogni scusa era buona per abbracciarla, per avere quel contatto fisico che bramava più dell'aria stessa.

Ma poi era arrivato capodanno, sia lui che Shailene erano rimasti in Inghilterra: lui per studiare e lei perché aveva deciso di fare compagni ad Astoria, visto che Draco era pieno di lavoro e aveva pochissimo tempo per dedicare alla sua famiglia. Cosi la famiglia Nott aveva invitato le due donne a casa loro per festeggiare insieme l'arrivo del nuovo anno; mentre gli adulti parlavano dei bei vecchi tempi andati i due ragazzi si erano diretti negli immensi giardini della villa; a Shailene piaceva camminare sulla neve e Jason lo sapeva bene, per questo aveva fatto apparecchiare un piccolo tavolo pieno di tutte le cose che alla ragazza piacevano solo per loro due e si beo la vista nel guardarla sorridere per la felicità.

Era talmente contenta che gli aveva gettato le braccia al collo e aveva iniziato a tempestarlo di baci su tutta la faccia smettendo quando, per sbaglio, le sue labbra incontrarono le sue. La ragazza si allontanò immediatamente, completamente rossa in viso, cominciando a scusarsi e a torturarsi i capelli dal nervosismo, ma ormai il danno era fatto.

Nott si avvicinò a lei e, bloccandola contro un albero, la baciò con forza. Anche se dopo lo avrebbe odiato non gli importava, voleva sentire ancora il tepore di quella bocca a cuore sulla sua; al inizio sentiva la ragazza ribellarsi, ma pian piano la sentiva calmarsi poi, dopo aver posato le sue piccole mani sui suoi fianchi, ricambiare il suo bacio.

Da quel momento la loro storia era iniziata, ma per il momento era una storia segreta: voleva godersela ancora un po' prima di dirlo ai loro amici, anche perché Scorpius era molto geloso della sua piccola sorellina e gli avrebbe messo, sicuramente, i bastoni tra le costole.

<< A cosa pensi? >>

Gli enormi occhi di Shailene lo stavano osservando incuriositi, ma pieni d'amore.

<< A quanto ti amo >>

<< Stupido >>

La ragazza affondò il viso sul ampio petto del Serpeverde, ispirando il suo profumo...Rose poteva aspettare, ora si trovava nel suo Eden e non ci avrebbe rinunciato tanto facilmente.

 

 

Jonathan era comodamente seduto nel suo scompartimento che, per qualche grazia divina, era completamente vuoto ed era intento a leggere uno dei libri babbani che aveva trovato nella libreria di Rhydian: “Racconti di Raziocinio” di un certo Edgar Allan Poe; aveva letto solo una ventina di pagine ma aveva capito una cosa molto importante: se quelle erano le letture che piacevano alla ragazza, si capivano molte cose del suo carattere.

La porta a soffietto si apri di scatto, riportando il ragazzo alla realtà e rovinando la sua pace, mentre Nico si metteva seduto difronte a lui con il suo solito sorrisetto; non ne capiva il motivo, ma quando il suo amico aveva quel sorriso desiderava moltissimo dargli un pugno.

<< Allora mio carissimo Foster, piaciuto la nostra piccola vacanza? >>

<< Dove vuoi andare a parare Nico? Non ho tempo per i tuoi subdoli giochetti >>

<< Mamma mia quanto sei musone, hai mai sentito parlare di “senso del umorismo”? Ti farebbe davvero bene sai? >>

Se uno sguardo potesse uccidere, a quest'ora il greco sarebbe esploso sul sedile, visto che Jonathan era davvero infastidito. Nico alzo le mani in alto, in segno di resa, conosceva molto bene il portiere dei Serpeverdi e sapeva che quando ti guardava in quel modo era meglio non tirare troppo la corda.

<< Sono venuto a parlarti di Stark >>

<< Che cazzo vuole quel Grifone sbiancato? >>

<< Solo fregarti la tua donna >>

A quella affermazione Foster sgrano gli occhi; credeva di essere stato attento a non manifestare troppo la confusione che provava per la ragazza, ma a quanto pare Manos l'aveva scoperto in pieno. Conoscendolo adesso, sicuramente, si sarebbe divertito un mondo alle sue spalle, proprio come un perfetto Serpeverde malizioso.

Con una semplice alzata di spalle, Jonathan ritornò a fissare il libro.

<< Lo sapevo già questo >>

<< Come sapevi che secondo i suoi bei occhini tu sei il cattivone che vuole stuprare la sua bella e lui, invece, è il prode cavaliere dalla scintillante armatura che la salva? >>

<< Che cosa?! >>

Foster era scattato in piedi dallo stupore e dalla rabbia: ok, non era un santo, ma ad arrivare a pensare di lui in quel modo era troppo. Non aveva mai ingannato nessuna e, soprattutto, non aveva mai obbligato nessuna a fare nulla, era sempre stato sincero con tutte ripetendo, fino alla nausea, che lui non voleva storie serie ma solo sesso.

In più chi si credeva di essere per poter dire certe cose sul suo rapporto con Rhydian?

Per la prima volta aveva incontrato una che non lo attirava solo da quel punto di vista, e a causa di quello era andato completamente nel pallone non sapendo come comportarsi e cosa cavolo dire, che a stento lui stesso si riconosceva e adesso, dal nulla, veniva quello sbiancato a giudicarlo?

Era un uomo morto.

Senza farlo apposta vide, attraverso il vetro della porta, la testa candida di Fraser che camminava incurante di ciò che gli stava per accadere.

Senza pensarci troppo Jonathan apri di scatto la porta, lo afferrò per il cappuccio della sua felpa e, malamente, lo trascino dentro lo scompartimento, mentre Manos se la rideva sotto i baffi, si stava divertendo come mai in vita sua.

<< Che diavolo ti è preso Foster? >>

<< No, che cazzo ti prende a te brutto bastardo stinto! Senti non mi da fastidio che fai gli occhini teneri alla Harvey, come non mi da fastidio che gli vai dietro come il cane che sei. Ma non ti azzardare a dire cazzate sul mio conto, solo perché vuoi screditarmi ai suoi occhi >>

Stark, con uno strattone, riusci a liberarsi dalla prese della Serpe e, con lo sguardo pieno sfida, cominciò a tenergli testa.

<< Io dico solo la verità Foster. Non è forse vero che ogni notte ti porti una donna diverso nel tuo letto? Non è forse vero che hai lasciato mezza scuola in lacrime perché hai illuso quelle povere ragazze? Non è forse... >>

Fraser non riusci a concluder la sua ramanzina, che si trovo a sbattere con forza contro la porta, mentre Foster lo stringeva per il colletto e lo guardava con occhi iniettati di sangue.

Per la prima volta comprese i racconti di quei pochi che si erano ritrovati a scontrarsi con lui: aveva gli occhi di una belva!

Ma se credeva che in quel modo gli avrebbe messo paura, si sbagliava di grosso; dopo anni il suo cuore aveva ricominciato a battere per un altra ragazza e, questa volta, l'avrebbe salvata, anche da se stessa se fosse stato necessario.

<< Senti un po brutto stronzo con il cervello di un troll, invece di dare retta le voci di corridoio messe in giro da qualche povera illusa che era troppo occupata a farsi film mentali, invece che ascoltarmi, fa un favore a tutto il mondo e comincia a pensare con la tua testa. E per quanto riguarda Rhydian: lei è diversa da tutte le altre, non ha bisogno di qualcuno che la salvi, perché ha differenza di te ha le palle. Ora ti conviene sparire dalla mia vista, non ho voglia di sporcarmi le mani del tuo sporco sangue >>

Sempre tenendolo per il colletto della felpa, apri la porta e, malamente, lo butto fuori per poi richiuderla dietro le sue spalle.

Jonathan comincio a respirare profondamente, cercando di darsi una calmata: odiava arrabbiarsi in quel modo, ecco perché la maggior parte delle volte ignorava chiunque gli stava intorno, ma quando qualcuno esagerava non c'era altro modo che darli la lezione che si meritava.

Un rumore di applausi gli fece alzare lo sguardo; Nico stava battendo le mani con il suo solito sorrisetto irritante.

Incredibile!

Anche se era un suo amico faceva davvero schifo da quando era infido.

<< Ti stai divertendo? >>

<< Moltissimo vecchio mio e, ne sono sicuro, mi divertirò ancora di più osservando come andrà avanti questa storia. Ora, se non ti dispiace, me ne vado. Sai questa camicia è nuova e non vorrei rovinarla >>

Detto questo Nico usci dallo scompartimento, lasciando l'amico a darsi una calmata.

 

Dominique era intenta a fissarsi le scarpe mentre Lola si stava limando le unghie e Fray leggeva un libro, il silenzio di tomba regnava sovrano sul loro scompartimento e la tensione si tagliava con un coltello. Non ci voleva un genio per capire che le sue due migliori amiche erano incavolate nere con lei, e come poteva darle torto: le aveva dato buca per l'ultimo del anno per andare in Finlandia con Manos, sapendo benissimo che le sue due migliori amiche non lo potevano ne vedere ne sentire.

Si avevano tutte le ragioni del mondo per ignorarla.

<< Dai ragazze! Ok, ho sbagliato a piantarvi in asso e per questo vi ho già chiesto scusa un milione di volte, ma non credete di stare esagerando? >>

<< Davvero Dom, avvolte sembri davvero più stupida di quanto tu sia davvero >>

<< Quello che Fray voleva dire, è che non hai capito il motivo per cui siamo davvero arrabbiate con te >>

<< No, no, io volevo proprio dire che è una stupida! >>

Lola fulminò con lo sguardo Fray, purtroppo quei enormi occhioni azzurri, cosi intelligenti e pieni di sapienza, non conoscevano il significato della parola “tatto” o “gentilezza”.

Per carità! Sia lei che Dom adoravano quel lato di lei cosi schietto, avvolte anche ingenuo, era l'amica ideale per due Veele come loro due che spesso, e volentieri, venivano circondate da false amicizie, ma avvolte poteva risultare troppo pesante e le sue parole diventavano talmente dure e spietate da sembrare dei poderosi pugni in faccia.

<< Invece credo di sapere benissimo il vero motivo. Non sono cosi stupida come credi Fray >>

Prima ancora che la ragazza potesse ribattere all'affermazione dell'amica, Lolla le attrappo la bocca con la mano, avvolte doveva ricorrere alle maniere forti per farla stare zitta, facendo segno a Dominique di continuare.

<< Siete incavolate perché ho rinunciato alla nostra festa per conoscere meglio Nico >>

All'improvviso Lolla cacciò un urlo, Fray le aveva appena morso la mano liberandosi dalla sua presa, e guardava furente la Weasley; poche volte le due ragazze l'avevano vista in quello stato di colera e, ogni volta, avevano appurato che era meglio starle alla larga, ma ormai il danno era fatto e non avevano tempo per darsela a gambe.

<< Ok non sei stupida. Sei la regina, imperatrice, sovrana, dea, suprema massima delle stupide! Da quando siamo diventate amiche abbiamo sempre passato l'ultimo del anno insieme, non importava dove, l'importante era che fossimo solo noi tre unite, come i moschettieri. Ma tu, oltre averci snobbato alla stra grande, ci hai rimpiazzato con quel maniaco sessuale, dagli ormoni impazziti, di un greco che, se ben ricordo, fino al anno scorso ti stava sulle scatole, tanto che avevamo pianificato il suo omicidio e poi farlo sembrare un incidente alla perfezione. E poi scusami tanto, regina dei cervelli di gallina, da quando in qua Manos è diventato Nico? >>

<< Fray stai esagerando. Guarda l'hai fatta piangere >>

<< Stì cazzi! Quello che dico è il mio pensiero e, sono sicura, che anche il tuo quindi se a lei non sta bene che se ne vada al diavolo. Con me a chiuso! >>

detto questo Fray scatto in piedi, ancora tremante dalla rabbia, per poi uscire dallo scompartimento sbattendo la porta alle sue spalle.

Lolla guardava l'amica scuotendo la testa: tempo qualche giorno e sarebbe ritornata su i suoi passi, doveva solo ritornare razionale, solo che adesso toccava a lei raccogliere i pezzi.

Senza dire una parola si avvicinò alla sua amica e l'abbraccio il più forte che poteva, anche lei era delusa dal suo comportamento, ma non per questo le avrebbe voltato le spalle, intanto Dom aveva poggiato la testa sul suo petto ed era scoppiata in un pianto disperato mentre Lolla, sempre in silenzio, le accarezzava i lunghi capelli dorati.

 

Louis camminava tranquillamente per i corridoi del treno 9 ¾, fischiettando allegramente una canzoncina francese, alla ricerca di un posto tranquillo dove non ci fosse la presenza di qualche suo famigliare, o amico, cosa impossibile ma ci si poteva pur provare.

Tutti erano ormai presi, anima e corpo, dal mistero della Harvey e, per carità anche lui adorava i misteri soprattutto se da essi ci si poteva mettere nei guai, era pur sempre un Weasley, ma per la maggior parte del gruppo quella storia era diventata un ossessione e lui quel genere di cose annoiavano parecchio.

Era quasi arrivato alla fine del treno quando vide una macchia rosa svolazzante.

Avrebbe riconosciuto fra mille quei strambi capelli: Lizzie!

Lindsay Austina, un nome una garanzia...di follia!

Ma infondo a lui era simpatica proprio per questo. Era completamente matta, pronta a buttarsi al centro del attenzione di tutti, non si vergognava di nulla e, cosa molto importante, non gli importava cose diceva la gente.

Anche se tutta la scuola parlava di lei e delle sue stramberie lei non perdeva tempo ad ascoltarli, andava dritto per la sua strada a testa alta e con il sorriso stampato sulle labbra. Era una delle persone che più ammirava, ma non glielo avrebbe mai detto visto che aveva il bruttissimo vizzi di essere un po troppo appiccicosa, soprattutto con lui a causa del enorme, come lei diceva, amore che provavo con lui.

Però era la perfetta compagnia se si voleva parlare con leggerezza.

<< Ehy là Lizzie! È raro vederti da sola e in silenzio, tutto a posto? >>

La ragazza si volse di scatto travolgendolo in pieno con i suoi occhi azzurro cristallo, oltre ad essere simpatica, scatenata e spavalda, Louis doveva ammetterlo, era davvero molto bella e il sorriso che gli stava appena regalando era maglifico, tanto da fargli battere leggermente il cuore.

<< Ciao Louis, si tutto bene tranquillo. Avevo bisogno di un po d'aria >>

<< Allora? Come hai passato queste vacanze invernali? >>

<< Niente di che. Mi sono vista con Cat e Shey...ah! C'era anche Marco >>

<< Chi diavolo è Marco? >>

A quella domanda un sorriso furbetto si fece largo sul viso della Tassa; anche se il bel Weasley gli piaceva da matti questo non significava che non poteva stuzzicarlo un po'.

<< Geloso biondino? >>

<< Ti da fastidio? >>

<< No, questo vuol dire che non ti sono del tutto indifferente. Comunque, non te lo dico >>

Senza aggiungere altro la ragazza se ne andò al suo scompartimento, mentre Louis sorrideva tra se e se; quella ragazza gli aveva mostrato un lato del suo carattere che, prima, non aveva notato: era maliziosa, cosa non comune in una fanciulla appartenente alla casa dei Tassirossi, ma infondo lui amava le sorprese.

 

<< Ma dove cavolo si è andata a cacciare quella svampita di Lizzie? >>

Shey stava ormai percorrendo il treno da diversi minuti alla ricerca della sua amica; Cat era scoppiata e aveva cominciato a straparlare di quello stupido gioco babbano di cui era ossessionata e, molto gentilmente, Lizzie l'aveva abbandonata a subire quella tortura, peccato che aveva cominciato a piangere e a ridere allo stesso tempo perché gli mancava il suo fidanzato: sulle sue ossessioni poteva passarci sopra, ma le lacrime...non era il suo forte consolare gli altri, soprattutto se erano lacrime d'amore.

Non era proprio un esperta sul argomento.

Anche se scemo e più scemo litigavano come bambini per lei.

<< Oh dolce visione che m'illumini la giornata, è un piacere vedervi qui >>

Ed ecco più scemo.

<< Scamandro, non è il momento >>

<< Scusa, io volevo farti un complimento. Ma dalla tua faccia qualcosa mi dice che qualcosa non va, che succede? Magari ti posso essere d'aiuto >>

Shey porto le mani sui fianchi, sbuffando rumorosamente, non sapeva se fidarsi del biondino: avvolte si era rivelato molto affidabile e, sorprendentemente, serio,ma solo in situazioni di massima importanza, anche se Cat era la sua migliore amica e avrebbe dato la vita per lei, non poteva considerare i suoi problemi amorosi a distanza come qualcosa di importanza mondiale.

Ma il modo che Lysandre la guardava le diceva che ci teneva: aveva un sorriso rassicurante e gli occhi erano diventati enormi, gli sembrava un cucciolo bisognoso di coccole. Era furbo, davvero molto furbo, sapeva che non poteva resistere a quello sguardo e sene stava approfittando.

<< Non ti sopporto quando fai cosi >>

<< Quando faccio cosi...come? >>

<< Quando mi guardi come se fossi pronto ad affrontare ogni sorta di cataclisma, pur di aiutarmi >>

<< E che ci trovi di strano? Per la ragazza che mi piace sono disposto a fare questo e ben altro >>

La Grifondoro scosse la testa: il Corvonero era ritornato al attacco; anche se era proprio curiosa di sapere perché lei gli piaceva fino a questo punto ma, pensandoci più razionalmente, non era cosi importante.

<< Mi ascolterai? >>

Lysandre le si avvicino, senza togliersi quel sorriso smagliante, per passargli un braccio intorno alle spalle.

<< Vieni, cerchiamo uno scompartimento vuoto, cosi potrai sfogarti come non hai mai fatto in tutta la tua vita e non verrai ascoltata da nessuno, eccezion fatta dalle mie graziose orecchie >>

<< Che pallone gonfiato >>

 

<< Quelle due teste di Troll! Non si abbandona in questo modo un amica! Soprattutto se è disperata >>

Cat era seduta con le gambe incrociate, il viso era corrucciato e gli occhi ancora arrossati per il pianto, mentre stava divorando, furiosamente, dei dolci di una famosa pasticceria italiana, regalo di Marco quando si erano separati alla stazione di Londra.

Quelle vacanze invernali erano state magiche: Marco l'aveva raggiunta in Inghilterra, carico zeppo di dolci e gadget della MotoGP, quel bellissimo ragazzo italiano sapeva come rendere felice la sua fidanzata; avevano passato qualche giorno da soli, per ritrovare quel intimità perduta a causa della distanza, poi si erano diretti a casa di Lizzie per festeggiare insieme il resto delle vacanze. Tutto era stato perfetto: le sue amiche avevano, finalmente, conosciuto il suo Marco e, grazie a Merlino, avevano fatto subito amicizia, lei poteva liberamente parlare delle sue passioni senza che nessuno la guardasse storto e Marco sembrava a suo agio circondato da oggetti magici; quando erano arrivati a casa di Liz con la metro polvere disse che voleva rifare un altro giro, per lui il suo mondo era simile a un parco giochi e a lei piaceva, perché infondo anche per lei era cosi.

Poi le vacanze erano finite e sia lei sia Marco dovevano far ritorno a scuola; si erano salutati vicino al entrata del treno 9 e ¾, i due giovani si erano stretti talmente forte che lei poteva ancora sentire il suo profumo sui suoi vestiti, ormai salutarsi era diventato impossibili; i loro sentimenti erano cresciuti e non volevano più separarsi, ma lei era una strega e lui un babbano, senza contare che lei viveva in Inghilterra e lui in Italia, doveva solo avere pazienza...anche se la pazienza non era una delle sue doti migliori.

Lei apriva sempre il Gas!

<< Posa immediatamente quei dolcetti, sei troppo giovane per rovinarti la linea >>

Cat alzò lo sguardo e vide le sue due migliori amiche sulla porta che la guardavano sorridendo.

<< Tanto è inutile. Avete perso posizione sulla Griglia dell'amicizia >>

Shey e Lizzie si guardavano perplesse, ormai sapevano che quando era arrabbiata o triste cominciava a parlare con la terminologia di quel gioco che le piaceva tanto, peccato che loro due non ci capivano nulla, ma la loro amica aveva bisogno di loro due e, anche se inizialmente se l'erano date a gambe,erano pronte a dargli tutto il sostegno di cui aveva bisogno.

Senza dire niente le due ragazze saltarono addosso alla Tassa, cominciando a farle il solletico. Questa, al inizio, inizio ad urlare dando delle traditrici alle due ragazze, ma poi scoppio a ridere come una pazza, supplicandole di smetterla. A quel punto smisero di farle il solletico, sostituendolo con un lungo abbraccio coccolone, mentre Liz gli sussurrava al orecchio.

<< Perdonaci se siamo state delle vere cacche di troll ma, lo sai, non siamo molto brave a consolare gli altri, l'asso in materia sei tu, ma adesso siamo qui e ti faremmo tutte le coccole del mondo finché non la pianterai di frignare >>

<< Non credo che frignare sia la parola esatta >>

Ma a Cat non importava: Marco le mancava un casino, anche se si erano separati da poche ore, e sarebbe stato sempre cosi finché non avrebbe finito la scuola, ma almeno aveva le sue due migliori amiche a sostenerla e, a modo loro, di tirargli su il morale.

Aveva incontrato l'uomo della sua vita e aveva due amiche splendide che, ne era sicura, sarebbero state sempre presenti nella sua vita.

Era fortunata ed era a questo che lei doveva pensare.

 

Lily era seduta tranquillamente al suo posto intenta a scribacchiare sul suo diario segreto, con il russare di Hugo come sottofondo musicale. Prima a tenergli compagnia c'erano i suoi fratelli ma, come c'era da aspettarsi, quei due si erano defilati: Albus da i suoi amici a progettare scherzi contro i Grifondoro, e James dalla sua ragazza e i suoi amici a progettare scherzi contro le Serpi...quei due erano più grandi di lei ma si comportavano come due poppanti del asilo.

Quei due si comportavano da fratelli maggiori solo quando si trattava di romperle le scatole: quando un ragazzo, qualunque ragazzo, le si avvicinava perché la trovava carina, interessante e simpatica i due fratelli Potter erano pronti a sbucare dal nulla e minacciarlo di morte.

Quando cavolo si sarebbero accorti che anche lei era una ragazza!

Non era più una bambina e, come tutte le sue coetanee, desiderava di avere un appuntamento con un ragazzo carino e dal sorriso splendido.

Tipo...

<< Ciao piccola Potter. Passato bene le tue vacanze? >>

Per poco a Lily non prese un colpo, difronte a lei c'era il ragazzo che la sua mente e il suo cuore stava pensando: Luke Cannon, il più bel Corvonero che si fosse mai visto e, da qualche mese, era l'oggetto della sua cotta segreta.

Era perfetto: intelligente, bello, gentile e altruista, ma aveva un unico difetto: continuava a chiamarla Piccola Potter!

<< Per la milionesima volta Luke, io mi chiamo Lily >>

<< Lo so, ma ha me piace di più Piccola Potter >>

La tredicenne alzò gli occhi al cielo sospirando, temeva che quello stupido nomignolo non se lo sarebbe mai tolto di dosso, anche se sua madre le assicurava che crescendo nessuno l'avrebbe più chiamata in quel modo, ma adesso come adesso le sembrava impossibile.

<< Ehi Piccola Potter ho bisogno di qualche dolcetto, vieni con me a cercare la Signora del Carrello? Ti offro qualche cioccorana >>

Oltre a chiamarla in quel modo stupido, si era offerto di comprarle dei dolciumi? C'era un limite a quel umiliazione?

Voleva tanto dirgli di andarsene e di ritornare quando si sarebbe reso conto che lei non aveva cinque anni, ma non poteva resistere a quello splendido sorrido che gli illuminava il viso, a quei occhi speranzosi e a quella mano grande, ma anche gentile, che era tesa verso di lei.

Era stra cotta di lui e, proprio per questo, era giustificata a comportarsi da perfetta rimbambita.

 

Allison era da sola nel suo scompartimento: Erika, dopo aver incontrato Al, aveva dato di matto e Adel l'aveva portata via, per farla calmare. Peccato che anche lei aveva bisogno di calmarsi; era stata obbligata a rimanere a casa durante quelle vacanze invernali a fare da baby-sitter a quella feccia, mentre i suoi se ne erano andati in giro a divertirsi e a fare baldoria, ma almeno non era rimasta con le mani in mano.

Aveva approfittato del lungo lasso di tempo per mettere a punto il suo piano di vendetta contro quella bastarda di Rhydian e, con sua enorme soddisfazione, era riuscita anche a portarlo a termine.

Non vedeva l'ora che fossero arrivati e godersi, in diparte, quella schifosa rossa cadere nel fango.

In quel preciso momento senti il fischio del treno.

Erano arrivati...che il gioco abbia inizio!

 

 

 

 

 

 

 

Note dell'Autrice: per prima cosa...non si lincia l'autrice, so che sono mancata per molto tempo, ma non mi sono dimenticata di voi, dei vostri personaggi e della mia storia, semplicemente sto studiando per gli ultimi esami prima della tesi...approposito domani ne ho proprio uno.

Quindi non uccidetimi, o almeno aspettate che prima mi lauri.

Spero che vi piaccia questo capitolo e recensite in molti...cercherò di aggiornare questa settimana, ma non prometto nulla.

Come sempre, un bacio.

Vero.     

  
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