Cap.6
Human Optimus
Steve
guardò Optimus steso su un tavoli di
metallo e corrugò la fronte, assottigliando gli occhi.
«Sei
riuscito finalmente a guarirlo? Tutti quei
robottoni che abbiamo recuperato chiedono di lui»
disse. Avanzò, affiancando Tony intento a girare una
manopola: una
pompa grondante d'olio scuro mandava una serie di rumori.
«…
E Clint che mi prende in giro, è difficile non
rispondergli male»
rispose.
Tony
alzò il capo guardando un grafico, sbuffò
passandosi una mano unta tra i capelli appiccicosi.
«Credi
che io sia un esperto di bioingegneria
aliena? Perché se lo credi, ti sbagli»,
sbuffò
sonoramente, guardò Optimus e storse il
labbro, arricciando il naso. «Comunque
credo sia stabile, secondo i canoni che ho a disposizione. Si
riprenderà».
Steve
incrociò le braccia e strinse le bretelle
che gli tenevano lo scudo sulle spalle. «Vado
a controllare che smettano di scannerizzare cose come semafori o
pullman, per
finire di scannerizzare esseri umani».
Si
voltò, dando le spalle allo Stark e si
allontanò con passi cadenzati. Gridò: «Tu
fai scannerizzare il loro capo appena sarà in grado!
Dobbiamo essere operativi
contro l'Hydra, siamo ancora al principio!».
Tony
sbuffò sonoramente, si sedette accanto al
robot e guardò degli schermi ricoperti di dati.
"Biotecnologia
aliena. Avrei dovuto leggere meno fantasy e più
fantascientifici, al liceo" pensò. Fece
scorrere velocemente lo sguardo da uno schermo all'altro con gli occhi
socchiusi.
"Sono
organismi auto-rigeneranti, si
nutrono di oli, gas e benzina in maniera del tutto simile a quella
delle nostre
auto, ma sembra che il loro sistema abbia difficoltà a
digerirli, come cibo
precotto o scaduto. Evidentemente è simile, ma non uguale, a
ciò di cui si
nutrivano", sospirò,
si alzò e
guardò dall'alto in basso Optimus. «Come
ne veniamo a capo?»
sussurrò.
La
punte aguzze e metalliche ai lati della testa
di Optimus tremarono, quest'ultimo si voltò e tolse la
maschera di metallo che
teneva sulla bocca, mostrando le labbra. Le sue iridi blu brillarono
più forte
e una serie di rondelline tremarono intorno ai suoi occhi, facendo
fremere
delle lunghe ciglia metalliche. «Umano,
stai mettendo a rischio la tua vita per aiutarmi, ma non tutti coloro
che voi
conoscete come Transformers ti aiuterebbero»
disse, con voce cavernosa.
Tony
sogghignò, arricciò il naso.
«Fantastico.
Non temere, tendiamo a sparare a chi vuole
ucciderci».
Osservò
le rondelle girare su loro stesse e lanciò uno
sguardo allo schermo guardando i dati, strinse le labbra.
«Credo
tu stia bene. Meglio di prima, comunque. Spero.
Siete di un metallo abbastanza simile al vibranio e la vostra
conformazione
biologica si avvicina a quella umana, quindi non credo di aver rotto
niente»
illustrò.
Optimus
si accarezzò il petto, aprì gli
sportelli che gli formavano i pettorali e indicò una luce
azzurra grande un
pugno. «Quella
che corrisponde alla
vostra anima è intatta. Oltre la scintilla non necessito di
nulla»
spiegò con tono solenne.
Tony
si passò la mano tra i capelli, sospirò.
"Grandioso.
Robot animisti… Ed io che
volevo solo una macchina nuova" pensò. Dimenò
le braccia muovendo le mani, camminò su e giù.
«Uh,
bene. Abbiamo di là i tuoi amichetti che
sono preoccupati per te. Ci sarebbe di grande aiuto se tutti voi
diventaste
umani, giusto per non farci arrestare prima di aver salvato il mondo».
Optimus
si portò la mano alla bocca, strinse le
labbra e annuì, le placche che formavano la sua fronte si
sovrapposero. Acconsentì:
«Darò
il buono esempio ai miei soldati».
Si
mise in ginocchio, sentendo delle fitte al petto, richiuse gli
sportelli e
piegò il capo in avanti, passò il raggio dello
scanner su Tony, attraverso lo
specchio bucherellato che li separava.
Tony
osservò il raggio fare su e giù, si
leccò
le labbra e inspirò.
"Vediamo
come funziona questa
scannerizzazione aliena".
La
figura di Optimus iniziò a ridursi, le
placche colorate si trasformarono in stoffa ricadendo sul suo corpo che
diveniva sempre più minuto.
Tony
lo osservò diventare sempre più piccolo, si
passò la mano sul volto.
«Oh
no»
mormorò, sbirciò
tra le dita e sospirò.
"Cap
ci ucciderà tutti. Non credo approvi
minori in guerra".
Optimus
si sedette a terra: indossava una giacca
blu con disegnate delle fiamme vermiglie; sulle spalle aveva legata una
spada
di metallo rosso, luminescente come le sue iridi azzurre.. Si
rialzò in piedi,
facendo ondeggiare i corti capelli blu notte e si mise una ciocca di
capelli
dietro un'orecchia aguzza. Un bagliore azzurro proveniva dal suo petto.
Avanzò,
facendo scricchiolare gli stivaletti vermigli che indossava,
aprì la porta a
vetri e raggiunse Tony.
«Posso
raggiungere i miei uomini?»
domandò con voce seria. Indossava una coroncina
d'avorio sulla fronte con incastonati dei frammenti del cubo.
Tony
fissò la coroncina. "Ha
una coroncina. Ha davvero una fottuta
coroncina alla Sailor Moon"
pensò. Annuì
con gli occhi dilatati e
indicò la porta dietro di sé con il dito.
Optimus
avanzò con passo cadenzato, facendo
ondeggiare la spada sulle sue spalle a ogni movimento. Teneva gli occhi
socchiusi e il suo volto pallido era illuminato dalla luce delle sue
iridi.
«Al
contrario dei miei uomini, non è la prima
volta che assumo il vostro aspetto. Ho imparato a rispettare gli umani,
per
quanto siano un popolo giovane e fragile, dai loro corpi scaturisce
coraggio»
spiegò. Aprì
la
porta ed uscì, voltandosi verso Tony.
«Resterai
qui o verrai dagli altri?»
chiese.
Tony
scosse il capo, lo seguì fuori dal
laboratorio. «Abbiamo
i nostri pro e i
nostri contro, ma non siamo tutti uguali. Suppongo che questo valga per
ogni
razza dell'universo»
disse.
Salì
le scale, fino alla sala comune.
Optimus
annuì, un paio di ciocche gli finirono
davanti alla fronte spaziosa, coprendo una porzione della sua corona.
Tony
sogghignò e incrociò le braccia.
“Speriamo
solo non siano tutti dei bambini”.