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Autore: VENDA    15/06/2015    3 recensioni
Serie di OS STEREK scritte durante vari Drabble Event su diversi gruppi Facebook. Di volta in volta specificherò il nome del gruppo e la data dell'Event. Rating ROSSO anche se non tutte lo saranno.
Genere: Commedia, Generale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Derek Hale, Stiles Stilinski
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Partecipa al Drabble Event del gruppo We Are Out For Prompt. STEREK – I piani di Stiles sono sempre perfetti, tranne quando implicano lui e Jackson in un locale per gay, vestiti come due dei Village People, a caccia dell’ennesimo killer psicopatico e Jackson in crisi ormonale. Stiles sospira di sollievo all’arrivo di Derek, almeno finché non vede il ghigno soddisfatto sulla sua faccia.

 

Il barista del locale aveva una faccia conosciuta, ma Stiles aveva bevuto troppo per riuscire a concentrarsi a sufficienza per dare un nome a quel ragazzo moro, alto, muscoloso e decisamente indaffarato che si muoveva come una trottola dietro al bancone.

La nuova minaccia che incombeva su Beacon Hills si aggirava per i locali notturni e colpiva sempre tra mezzanotte e le 2 del mattino, le sue vittime erano giovani carichi di ormoni e adrenalina che si sfogavano, ballando e strusciandosi gli uni contro gli altri, in grandi sale illuminate da colorate luci intermittenti e invase dall'assordante musica da discoteca. Quel giovedì sera solo tre locali corrispondevano al profilo: Allison e Lydia erano andate in una discoteca dove si organizzava un revival anni 80, Scott e Isaac perlustravano un locale interrato in cui era in corso una festa a tema gotico con musica heavy metal, mentre a Stiles e Jackson era toccato in sorte un gay disco-bar dalla parte opposta della città, dove in caso di pericolo nessuno sarebbe arrivato in tempo per salvarli. Il figlio dello sceriffo continuava a chiedersi come avesse fatto a farsi incastrare dal suo stesso piano.

«Rilassati, Stilinsky! È solo un locale!» gli disse il compagno di disavventure per l'ennesima volta. Peccato che la divisa da poliziotto sexy lo rendesse poco credibile.

La faceva facile lui, che evidentemente con la sua sessualità aveva fatto pace già da un pezzo. E poi perché diavolo continuava a stargli addosso mentre parlava?? Troppo alcool, troppi feromoni, troppi corpi su corpi lo stavano facendo sbarellare: Stiles era eccitato e frustrato allo stesso tempo, ma per fortuna di Jackson lui preferiva i mori ai biondi, anzi, un moro in particolare che...

«Senti, me ne dai un altro?!» urlò Stiles quando realizzò cosa stava pensando, attirando l'attenzione del barista.

Il ragazzo gli riempì di nuovo il bicchiere, mentre finalmente sembrava che ci fosse un po' di tregua per lui. Jackson stava guardando due ragazze che ballavano e limonavano al ritmo della musica, e anche Stiles poté tirare un po' il fiato ora che aveva indirizzato altrove la sua evidente crisi ormonale.

«Sono Josh!» disse il barista. «È il tuo ragazzo?» chiese poi, indicando il co-capitano.

«Cos-? No! Certo che no!» rispose, urlando per sovrastare il casino. «Siamo qui per indagare sul serial killer!»

«Capisco! Quindi è per questo che siete vestiti come i Village People?!»

«No, questa è stata un'idea di... oh! Lascia perdere, va!»

Stiles mandò giù il cocktail tutto d'un fiato. Quando si girò, Jackson non era più solo: accanto a lui c'era Derek. La sorpresa fu così grande che gli ultimi sorsi d'alcool che ancora non aveva ingoiato finirono sulla maglietta bianca del lupo, che gli si incollò all'istante sui muscoli perfettamente scolpiti del torace. Stiles, sotto shock, rimase a guardarlo con la bocca semiaperta e gli occhi spalancati: era da stupro!

Derek ringhiò qualcosa sul suo essere imbranato, che però il cervello dell'umano non registrò, troppo occupato a cercare di mantenere il controllo.

"Devono avermi drogato il cocktail, non c'è altra spiegazione..." tentò di auto convincersi. In ogni caso, il fatto che il licantropo fosse lì l'aveva fatto sentire sollevato: un bel set di artigli in caso di necessità avrebbe fatto comodo. Il sollievo però durò finché non scorse un ghigno soddisfatto che gli stirava le labbra.

«Bene, io il mio l'ho fatto» disse Jackson. «Ora vi lascio... buona serata!»

Alcool, musica assordante, Derek Hale con la maglietta bagnata... cos'aveva detto Jackson? Boh...

«Bene... ehm... che si fa?» chiese Stiles, indeciso.

Josh prese il bicchiere vuoto e si sporse verso di lui per sussurrargli qualcosa all'orecchio.

«Con un tipo del genere saprei bene cosa fare!» ammiccò.

Ma Stiles non riuscì a rispondere, perché quando il barista si fu di nuovo allontanato gli si avvicinò Derek, inchiodandolo con la schiena contro il bancone e parlando nell'altro orecchio. Un brivido gli corse da capo a piedi, quando sentì il fiato del lupo sulla sua pelle.

«Non posso continuare le indagini così conciato, Stiles» soffiò. «Ora andiamo a casa tua e tu mi presti una maglietta pulita.»

L'umano deglutì a vuoto, certo che Derek avesse sentito distintamente l'erezione che aveva in quel momento. Col cervello in tilt gemette senza accorgersene e questo fece capitolare anche il lupo, che baciò quelle labbra in perenne movimento affondandogli la lingua fino in gola, prima di prenderlo per mano e trascinarlo fuori dal locale.

   
 
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