Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: labliz    15/06/2015    0 recensioni
Liberty è una giovane ragazza che a 12 anni si trova catapultata nell'alta società di New York in seguito all'eredità che il nonno ha lasciato a sua madre. Un'infanzia particolare l'ha resa una ragazza insicura, incapace di amare e lasciarsi amare, almeno fin quando a 18 anni una parte del suo passato torna nella sua vita..
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Universitario
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

'Liberty finisci di caricare i tuoi scatoloni!' Mi disse mia madre. Il grande giorno era arrivato, stavamo per andare via da GreenVille, in North Carolina per andare nella famigerata New York, dove l'alta società dei Miller attendeva mia madre. Mio nonno, che per altro non avevo mai conosciuto, era morto qualche settimana prima nel suo attico a Manhattan, lasciando a mia madre la catena milionaria degli Hotel Miller, diffusi in tutti gli Stati Uniti. Mia nonna era troppo anziana per occuparsene così decisero di chiamare al comando la loro figlia primogenita Annabelle, mia madre. 'Hai caricato tutto?' disse mia madre. ' Si' Risposi io, con poca enfasi. 'Vedrai che ti divertirai, farai nuove amicizie e potrai comprarti un sacco di cose nuove' esclamò mia madre, senza risponderle allacciai la cintura e guardai fuori dal finestrino. Avevo solo 12 anni, avrei dovuto cambiare scuola, fare nuove amicizie, incontrare nuove persone, e la cosa non mi entusiasmava molto.


2 ANNI PRIMA

' Fermati Ray!!!' urlai ridendo mentre cercavo di correre il più lontano possibile da lui. 'Tanto ti prendo!' Esclamò Ray. Inutile dire che mi raggiunse, avevamo la stessa età ma era più alto di me, abitava nella casa accanto alla mia e passavamo ogni giorno insieme, le mie compagne di classe abitavano lontano e raramente potevamo passare del tempo insieme, ma non mi dispiaceva affatto, mi divertivo con Ray.

' Ragazzi smettetela di tirarvi l'acqua sta calando il sole!' Sentimmo la voce potente di mio padre.

Ci fermammo uno di fronte all'altro, Ray era bagnato a chiazze, i capelli castani gli ricadevano sopra gli occhiali e il sorriso caratterizzato dall'apparecchio non accennava da andarsene, mentre io ero completamente bagnata dalla testa ai piedi, i miei lunghi capelli castano chiaro pendevano dalle spalle, e i miei occhi color ambra non volevano perdere la sfida contro quelli verdi di Ray.

'Liberty vieni subito qua!' urlò mia madre, subito mi raddrizzai e la guardai, aveva uno sguardo severo, lei e mio padre ci fissavano da sotto il portico. 'Ray credo sia ora che tu torni a casa tua' continuò mia madre, lei non aveva mai provato una grande simpatia per i Carter, li considerava una famiglia dei bassi fondi. Mio padre non commentò e rientrò in casa,

' Ci vediamo domani Ray' Gli sussurrai con uno sguardo di scuse.

'A domani Lib' mi sorrise debolmente. Solo lui mi chiamava in quel modo e mi piaceva mi sembrava una cosa.. intima.

 

 

'Ehi papà che facciamo oggi?' dissi, dondolandomi dalla sedia.

'Devo fare dei giri per il lavoro, vieni con me?' Mi sorrise.

'Si!' risposi con sorriso da una guancia all'altra. Mio padre era tutto per me, io e lui eravamo una squadra infallibile, con mia madre non avevo buoni rapporti, essendo lei sempre autoritaria e severa, non mi aspettavo mai troppo affetto. Avendo le amiche a distanza, passavo le mie giornate con Ray o con Papà, mi piaceva andare con lui ovunque il lavoro lo portasse.

La sua ditta di automobili però non andava bene, e mio padre aveva un sogno nel cassetto, la ristorazione, così durante le nostre giornate mi portava a vedere i locali che avrebbe voluto prendere, nonostante mi comprava sempre tutto ciò che volevo, sapevo che non se la cavava bene, avevo 10 anni, ma non ero stupida.

Mamma era del tutto contrariata, e non voleva avere a che fare con i ristoranti, e loro litigavano sempre di più, mio padre si assentava sempre di più..

Una sera mi portò in un ristorante, mi presentò una signora, bionda, bianca come il latte che sembrava fatta di plastica.

'Ciao pulcina, mi chiamo Victoria' io le sorrisi e risposi con un debole 'Ciao.'

Passammo la serata lì, il ristorante era carino e Victoria sembrava simpatica.

Quando tornammo a casa mio padre mi disse ' Ti piace il locale?' e io risposi ' Si! E Victoria e' molto simpatica, mi piace.'

Arrivati a casa, scesi dalla macchina, ma mio padre non lo fece.

Lo guardai perplessa, ' Tu non scendi?'

E lui rispose ' No.'

Un giorno ero in camera mia con Ray, stavamo giocando, fin quando sentimmo un enorme rumore provenire dalla sala, corremmo in quella direzione e trovai mia madre in lacrime con mio padre che scaraventava a terra ogni cosa si trovasse fra le mani.

'Venite qua bambini!' Disse mia madre, con la voce rotta.

Ci precipitammo da lei, non riuscivo a capacitarmi di ciò che stava facendo mio padre.

I giorni passavano, ed io ero sempre in lacrime, fra mio padre e mia madre che si urlavano contro.

Ray era sempre lì, a consolarmi, spesso di notte sgattaiolava da casa sua per venire in camera mia, e dormivamo abbracciati, sperando che le urla smettessero. La mattina presto lo svegliavo e lui tornava a casa sua, Ray era l'unica certezza che avevo.

Andando avanti passavo le giornate divisa fra mio padre e mia madre, generalmente il pomeriggio a casa e la sera al ristorante, chiedevo sempre a mio padre dove dormisse ogni notte, chiedevo se Victoria c'entrava in tutto questo, ma lui negava sempre e trovava altre risposte a cui io credevo, perchè era mio padre, l'uomo che amavo di più a questo mondo, non mi avrebbe mai mentito.

Mia madre mi dava contro, cercando di scoprire informazioni su mio padre, scaricava la sua rabbia su di me perchè sapeva che io difendevo mio padre, ma ero piccola e le cose non le sapevo.

Passato un anno mio padre se n'era andato del tutto da casa, e io cercavo sempre di trovare delle spiegazioni, Ray mi aiutava ad affrontare tutto questo, mi consolava, dormiva con me ormai ogni notte e mio ero abituata ad averlo abbracciato a me, mi faceva sentire amata.

Le serate che passavo al ristorante cercavo di analizzare ogni dettaglio, Victoria era sempre troppo vicina a mio padre e sempre troppo viscida con me.

Una sera mentre mio padre riaccompagnava a casa dissi ' Tu abiti con lei'

Lui vacillò con lo sguardo e poi disse, 'Si'

'Scommetto che le camere non sono separate'

Lui cercò una scusa, mi sentii ferita in un modo che non pensavo possibile, alla fine si arrese 'No'.

Quella notte piansi, tanto, troppo.

Lui era tutto per me, se non potevo fidarmi di mio padre come potevo fidarmi degli altri?

 

 

Fra pochi giorni avrei compiuto 12 anni, e come sempre mio padre non c'era, da qualche mese si era trasferito dall'altra parte dell'America, mi aveva abbandonato del tutto. Mi aveva lasciato con mia madre che mi faceva sentire una patetica ragazzina, l'unico che mi restava era Ray, forse.

Negli ultimi periodi spesso pure lui mi lasciava sola, si era fatto nuove compagnie, e io mi sentivo sempre più sola. Passavo le nottate a piangere, e non è quello che una undicenne dovrebbe fare.

'Lib posso entrare?' sussurrò Ray dalla finestra.

'Sto dormendo' risposi stupidamente.

'Non mi sembra, mi hai risposto.', sentii dei passi avvicinarsi al letto, non dissi nulla.

'Mi dispiace per oggi ma sono dovuto andare a casa di Derek' continuò.

'Non mi interessa' sussurrai.

'Ti prego Lib' rispose.

Mi girai di scatto, fissandolo in quegli occhi verdi che avevano il potere di calmarmi ogni notte dai miei pianti, mi incantavo sempre a guardarvi la luce della luna riflessa, ma non questa volta.

'Te ne andrai, proprio come ha fatto mio padre, ma questa volta non ci casco, non mi fido di te, non mi fido di nessuno, mi lascerai da sola ed io non voglio stare ancora male quindi sarò io a farla finita prima che possa versare lacrime pure per te, vattene via! Dissi in tono glaciale.

Lui mi fissò, stupito da quella rabbia.

'Lib..'

Fece un passo indietro, vidi una lacrima rigargli la guancia, aprì la finestra e se ne andò.

   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: labliz