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Autore: LadySissi    16/06/2015    2 recensioni
Al bordo di una piccola piscina, su una sedia a sdraio a righe bianche e blu, una ragazza con un caschetto di capelli bruni, un costume vintage e grandi occhiali da sole leggeva con aria svogliata. Pansy Parkinson sbuffava, scorrendo rapida le notizie del Profeta e sorseggiando il suo the al limone.
Era già la fine di agosto: mancavano quattro giorni all'inizio di settembre, alla riapertura della scuola ed al suo quinto anno.
(George/Pansy)
Genere: Commedia, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Cho Chang, Daphne Greengrass, Draco Malfoy, George Weasley, Pansy Parkinson | Coppie: Cho/Harry, Draco/Pansy
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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(Citazioni tratte da: “Il cielo ha una porta sola”, Biagio Antonacci)

 

Passarono alcuni giorni dalla discussione di quella sera, e né Pansy né George tornarono sull'argomento. Anzi, entrambi smisero quasi di parlarsi, e si salutavano appena. Pansy era consapevole che sarebbe toccato a lei fare il primo passo, ma sapeva anche che questo avrebbe comportato una sua decisione che fosse, almeno in parte, definitiva. E lei no, ancora non aveva deciso. Si sentiva in una crisi più totale. Una parte di lei- la vecchia Pansy?- cercava di sminuire il problema e di evitare quel doloroso tasto, persino nella sua testa. D'altra parte, invece, non poteva fare a meno di pensarci. Un paio di volte, guardando il ragazzo, le era quasi parso che lui fosse sul punto di dirle qualcosa, come se aspettasse una sua mossa.

Forse le stava semplicemente lasciando del tempo, e questo era davvero un grande atto di rispetto da parte sua, perché Pansy sapeva bene che, la maggior parte delle volte, lui non era in grado di trattenersi. Restava il fatto che lei non sapeva ancora quale sarebbe stata la sua strada.

 

Era stanca, ecco tutto. Le lezioni di quel giorno erano state devastanti, e aveva così tanti pensieri da non riuscire più nemmeno a distinguerli tra loro. Si avviò giù per i corridoi dei sotterranei, decisa a chiudersi nel bagno per farsi una doccia e poi, finalmente, sdraiarsi sul letto. Ma, girato l'angolo, si accorse che il corridoio era insolitamente stipato di gente che schiamazzava e gesticolava, come se fosse appena successo qualcosa di straordinario.

“...E sono fuggiti così, con le scope, fuori dalle finestre!”
“Devi vedere che volo hanno fatto! È stato bellissimo!”
“Che invidia! Vorrei farlo anch'io!”
“Ahah! Questo sarà ricordato come il giorno della fuga dei gemelli Weasley!”
Fuga? Ma di che diavolo stavano parlando? Non poteva essere! Aveva bisogno di qualcuno che le raccontasse una versione obiettiva dei fatti. E lo trovò subito.

“Granger! Ehi!”

Hermione si voltò, sorpresa, e si trovò davanti una Pansy un po' combattuta.

“Dai, Parkinson. Dimmi pure!”
“Che cos'è questa storia della fuga? Per favore, dimmi la verità. È già abbastanza penoso che George non mi racconti più niente.”
“Purtroppo è vero. Lui e Fred hanno pensato bene di fare un'altra delle loro bravate...”
“Cioè...?!?”
“Beh, per dirla tutta, hanno creato una palude in un corridoio.”
“Che cretini...” commentò Pansy, passandosi una mano tra i capelli. Non voleva crederci.

“Sì, per la prima volta sono d'accordo con te. Comunque, non è tutto. La Umbridge li ha sorpresi. E voleva infliggere loro una delle sue punizioni sadiche. Ma loro le hanno riso in faccia, hanno Appellato le loro scope e sono volati fuori dal Castello, così, dichiarando che questo era il loro abbandono ufficiale dalla scuola. Mi dispiace, Parkinson. Sono sincera!”

“...Ti credo. Scusami adesso, torno in Dormitorio.”

Non ci dormì la notte, ancora una volta. E no, non era scocciata, né arrabbiata, nemmeno vagamente sollevata. Era sinceramente addolorata. Se ne rese conto nel momento stesso in cui scoppiò in lacrime. Era moltissimo tempo che un ragazzo non la faceva piangere. Perché quella scelta di abbandonarla? E proprio ora, in un momento così cruciale per la loro storia. Perché aveva voluto mettere una distanza così fisica tra loro?

Ogni volta che Pansy si trovava alla fine di una relazione o anche solo di una cotta, riusciva a consolarsi piuttosto bene. Elencava i difetti del ragazzo in questione, trovava qualche motivo per arrabbiarsi o per imputargli qualunque colpa.

Ma quella volta riusciva solo a pensare a quale sbaglio tremendo fosse stato non chiarire con lui prima di lasciarlo andare.

 

La mattina dopo, Pansy si alzò comunque presto e si mise a cercare la divisa pulita nell'armadio. Come al solito, era la più mattiniera delle sue compagne (anche perché Daphne era un caso perso), quindi vi era molto silenzio. Per questo motivo sentì immediatamente uno strano ticchettio proveniente da una delle piccole finestre del Dormitorio, che era seminterrato. Voltandosi, vide un gufo sconosciuto. Era una lettera! La prese subito, e non ci mise molto a riconoscere la calligrafia.

 

Oye, como va? Ha smesso quel bel vento

considera che in me è primavera da mezz'ora

il cielo ha una porta sola!

 

“Cara Pansy,

avrei voluto parlarti piuttosto che scriverti, ma il tuo atteggiamento degli ultimi giorni mi era parso piuttosto scostante, ed ho preferito lasciarti in pace. Non sono molto bravo ad esprimermi sulla carta, perciò cercherò di spiegarti tutto nel miglior modo possibile. Come ben saprai, in questo momento io e Fred non siamo più a scuola. Non avevamo programmato questa fuga, anche se non ti nego che ci avevamo già pensato. Stanotte siamo arrivati nella nostra nuova sede, al 93 di Diagon Alley. È ancora tutto sporco ed incasinato, ma noi confidiamo che, in breve, possa diventare il miglior negozio di scherzi mai creato. Non te lo nascondo, non sono tanto dispiaciuto per aver mollato la scuola. Con i miei voti, avrei fatto fatica a prendere la sufficienza in un terzo delle materie. E poi, questo è il nostro sogno, e per me è una primavera, un nuovo inizio. L'unica cosa che mi dispiace veramente di aver lasciato in quella scuola sei tu.

 

Hai smesso di far male ai tuoi fragili pensieri

hai cominciato a fare pace con te stessa

tu, che vivi tutto sempre in ombra!

 

Sai, prima di conoscerti meglio, quest'anno, non avrei scommesso un soldo su di te. E nemmeno su me stesso come fidanzato in una relazione stabile, per dirla tutta...!
Beh, sei riuscita a far maturare un gemello Weasley, ti pare una cosa da poco? Ma, credimi, non sono l'unico ad essere cresciuto, e tu lo sai bene.

Non ti accorgi anche tu di quanto sei più aperta, di come ti fai meno spesso problemi, di come hai trovato un tuo equilibrio...senza cercarlo, una volta tanto!
Sei più protagonista della tua vita, insomma. Quando ti ho conosciuto, sembrava che tu vivessi tutto all'ombra di qualcun altro. Dei tuoi amici, della tua famiglia, del tuo ex. Ed anche a te stava bene così. Ma mettendoti con me hai cominciato a mettere in discussione tutto ciò.

 

Tu...mi piaci! Tu... mi dici:
“Non sono in grado di amarti come vuoi”:

Tu … mi piaci! Tu... mi dici:

Non meriti la parte mia peggiore, no, tu no.”

 

E' per quello che ho perso la pazienza con te l'altra sera. Tu queste cose le sai già! Perché le nascondi? Mi sembra quasi che tu abbia paura di quello che siamo diventati. Se hai bisogno di più certezze, possiamo trovarle insieme. Ma non reagire così, rischi soltanto di richiuderti nel tuo guscio!

 

Scriverti da qui

che è anche terra tua

è come farti respirare quello che respiro

la nave bianca d'ogni ora

 

Vedi, per me è molto bello essere qui. Significa realizzare un progetto di vita a cui stavo pensando da tanto. So che li hai anche tu, me ne hai parlato più volte. Sarò presuntuoso (un po' sai che lo sono, eheh!), però credo che anche per te sia giunto il momento di fare qualche scelta.

 

E non è per farti fretta!

E non è per la distanza!

Tutto vivo e vive senza te

io ti scrivo per sentire

io ti scrivo senza tempo

potrei anche non ricevere

perché quello che sento di te è forte

perché quello che sento è sempre che tu mi piaci!

 

Non voglio convincerti a restare con me con qualche assurda promessa o con della retorica sdolcinata. Sai meglio di me che non siamo mai stati proprio una coppia romantica, non è nel nostro stile e non mi interessa. Però mi interessa scriverti per sapere come stai, cosa fai, che cosa pensi. Se hai riflettuto. I miei sentimenti per te sono sempre gli stessi!

 

Lì che tempo fa? Tu sarai già al mare

prenditi il tuo tempo e non sentirti in colpa, mai!
La volontà decide ancora!

 

Perciò, se anche tu provi ancora per me quello che io provo per te, te lo chiedo ancora: Pansy, resta insieme a me! E, se ti va, vieni anche in Spagna con me! Non voglio che tu sia tormentata dai sensi di colpa: quando hai preso la tua decisione, fammelo sapere.

Sono sicuro che con la tua forza di volontà resterai ferma sulla tua scelta.

Ti abbraccio e ti bacio! Con immutato affetto, George.”

 

Tu...mi piaci! Tu...mi dici:
“Il cielo ha una porta sola, aprila!”

 

Non c'era altro da aggiungere. Pansy prese dal comodino una busta, vi infilò un oggetto ben preciso, la sigillò, la diede al gufo e lo mandò via.

George avrebbe capito. Era un sì.

NOTA AUTORE: eccoci al capitolo che dà il nome a questa fanfiction! Questa è la canzone che mi ha ispirato tutta la storia e mi è sembrato giusto che accompagnasse i pensieri dei nostri protagonisti. Forse è un po' inusuale immaginare George che scrive una lettera, ma io me lo vedo così, nella mansarda sopra il negozio di Diagon Alley :-) L'ho già scritto tante volte, ma davvero non ho parole per ringraziare voi lettori per tutto il sostegno che mi date. Ci sentiamo presto per... l'ultimo capitolo!!! <3
  
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