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Autore: Lady Lee    16/06/2015    1 recensioni
Blaine Anderson è il miglior ballerino della scuola di danza frequentata da Rachel Berry, la migliore amica di Kurt, che proprio grazie a lei conoscerà Blaine. I due si innamoreranno, ma la loro storia non sarà semplice, e un grande ostacolo potrebbe separarli. Riusciranno a superarlo insieme?
Klaine AU, Dancer!Blaine
Genere: Fluff, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel, Rachel Berry, Un po' tutti | Coppie: Blaine/Kurt
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Note: so che questi primi capitoli sono noiosi, ma Blaine e Kurt si stanno ancora conoscendo... e voglio, prima di tutto, delineare bene i caratteri dei personaggi. Detto ciò, buona lettura!

  Lee
 






Impercettibile
 

 
Q
 

uel  martedì, mentre passeggiava diretto al Dance Studio, Kurt provò un’insolita emozione, che ipotizzò fosse una specie di ansia. Il cuore gli batteva velocemente, ma non impiegò molto a capire che non era l’affanno che portava a quella sensazione. Socchiuse gli occhie e fece un respiro profondo per cercare di calmarsi.
Poi, i suoi pensieri lo condussero agli occhi di Blaine Anderson. E allora capì che la sua euforia era dovuta al deisiderio che aveva di guardare quegli occhi di nuovo, e incatenarsi al suo sguardo.
Ciò, per lui, sfiorava la soglia delle cose che considerava assurde.  Com’era possibile, d’altronde, che un ragazzo che aveva visto una volta sola gli facesse provare una sensazione simile? Non gli era mai successo.
E soprattutto, rimase sbalordito quando si chiese che tipo di sentimento fosse quello che lo stava travolgendo e non seppe trovare una risposta concreta. Infatuazione? Ammirazione? Meraviglia?  Erano tante le parole che correvano nella sua testa, e la sua indole razionale ne stava risentendo: era completamente incapace di formulare un pensiero coerente senza tentare allo stesso tempo di allontanare quella sensazione.
Ci riuscì, e per un attimo mise da parte Blaine e l’indagine da psicanalista che stava conducendo a se stesso per focalizzarsi sui propri futuri impegni – cose comunque abitudinarie, come fare shopping, ma che non rientravano nella sua routine.
Erano le 19.30 quando entrò al Dance Studio. La lezione di Rachel era appena finita, e Kurt sapeva che avrebbe dovuto aspettare almeno un’altra decina di minuti prima che l’amica fosse pronta per andare a cena con lui.
Vide altri alunni che lasciavano la palestra, ma tra questi non c’era Blaine. A quel pensiero, provò di nuovo quella sensazione. Che stavolta gli sembrò un… vuoto, come se gli mancasse qualcosa.
Sentì una risata provenire dal corridoio che aveva percorso la settimana precedente, e subitò riconobbe che si trattava di quella di Rachel. Inconfondibile e cristallina, una risata piena di energia.
Alla sua destra c’era Blaine, che camminava più indietro di lei e sorrideva.
Blaine, capelli mori adorabilmente ordinati e papillon bordeaux.     
Lo guardò mentre si avvicinava, reggeva con la mano la cinghia della borsa che portava a tracolla.
Ed ecco che provò nuovamente quell’emozione, il suo cuore accelerò e assunse un’espressione quasi sorpresa, come se fosse colpito dalla bellezza del ragazzo davanti a lui.
‹‹Kurt!›› esclamò Rachel, sorridendo e abbracciando l’amico.
‹‹Ciao›› disse lui, spostando nervosamente lo sguardo da lei a Blaine, muovendo gli occhi da destra a sinistra.
 Rachel, Blaine, Rachel, Blaine, Rachel, Blaine, Blaine, Blaine, Blaine.
Lo fissò per un attimo, e si accorse appena delle sue parole ‹‹Ciao, io sono Blaine›› disse, tendendogli la mano, i suoi occhi, di un colore chiaro ma caldo, brillavano.
“Lo so” pensò Kurt, “certo che lo so.”                              
‹‹Io sono Kurt.›› gli strinse la mano – e un poco tremava – sorridendo, evitando di sembrare imbarazzato.
Rachel nel frattempo osservava la scena compiaciuta, soddisfatta di averli fatti conoscere. ‹‹Io e Kurt stiamo andando a cena in un ristorante qui vicino›› sentenziò, ‹‹ti va di unirti a noi?››
Quando il contatto con la mano di Blaine venì a mancare, Kurt abbassò lo sguardo, posandolo sui propri mocassini.
‹‹Sarebbe un piacere per me›› dichiarò il moro, guardando il ragazzo di fronte a lui. Le guance di Kurt assunsero un colorito più roseo del solito, e le sue labbra sìincurvarono in un sorrisetto appena accennato.
I tre si incamminarono verso il locale, e Rachel prese le redini della conversazione parlando della pasta deliziosa che facevano lì. Kurt annuiva ogni tanto, commentando i suoi piatti preferiti.
L’interno era arredato in modo semplice ma elegante, tuttavia non raffinato. C’erano delle finestre a nastro che nelle ore diurne rendevano la sala molto luminosa.
Entrati nel ristorante – il nome era “La Belle Èpoque” – subito accorse Brittany, con i capelli lunghi biondi raccolti in una coda alta. La frangetta le copriva parte della fronte, donandole un’aria seria, in contrasto con i suoi occhi chiari e vispi, che invece lasciavano trasparire un’eccessiva allegria, per essere una ragazza che stava lavorando. Ma Brittany era fatta così, vicace e allo stesso tempo responsabile. Lavorava alla Belle Èpoque come cameriera, ed era per questo motivo che Kurt e Rachel avevano scoperto il posto: Brittany frequentava il liceo McKinley, come loro, e faceva parte del Glee Club.
‹‹Ciao, ragazzi›› salutò la ragazza.I suoi amici la baciarono sulla guancia. Lei guardò Blaine: ‹‹Non ti ho mai visto qui›› enunciò.
‹‹No, non ci ero mai venuto.›› disse semplicemente lui.
Fu Rachel ad occuparsi delle presentazioni, cosa che Kurt riteneva un’inutile formalità. Gli tornò in mente la scena di poco prima, quando Blaine gli aveva preso la mano e aveva detto il suo nome senza aspettare che fosse Rachel a farlo. Pensò che questa spontaneità gli piaceva molto. Non solo quella, in realtà.
Poi, si accomodarono in un tavolo e Brittany lasciò loro i menù. Dopo averli sfogliati, Rachel ordinò la pasta, Kurt un’insalata di pollo. Blaine aspettò che il castano ordinasse per poi dire: ‹‹Lo stesso per me.››
Si creò un attimo di silenzio, mentre la ragazza portava via i menù. Fu Rachel ad interromperlo, dicendo con aria entusiasta: ‹‹Sai, Kurt, io e Blaine faremo il saggio tra poco… metteremo in scena un balletto.››
‹‹Sì, al Teatro di Lima›› continuò Blaine, ‹‹pensi di venire?›› la sua espressione era rilassata.
Kurt lo guardò e descrisse il suo volto come quello di un ragazzo felice. Visibilmente felice. Quel sentimento positivo di Blaine inondò anche lui, trasmettendogli un senso di pace e tranquillità.
‹‹Direi di sì›› rispose Kurt, riempiendosi il bicchiere di acqua naturale. ‹‹Ma… sono invitato?››
‹‹Direi di sì›› lo imitò Rachel, sfoggiando un sorriso.
Arrivarono i piatti e la serata passò in modo tranquillo. Risero, parlarono di film e di Broadway, di musica, di Vogue.
Kurt aveva imparato, nel tempo, come comportarsi in questo tipo di occasioni: non toccò argomenti personali, si mostrò interessato, ma non invadente. Una delle sue prerogative era quella di lasciare alle persone i propri spazi, assicurandosi che gli altri facessero lo stesso con lui.
 Parlare con Blaine fu piacevole. Era brillante e divertente, oltre che bello. Più volte Kurt aveva sorpreso se stesso a concentrarsi sulle sfumature degli occhi del moro piuttosto che sulle parole di Rachel.
Uscirono dal locale verso le 22. Rachel disse che era stanca, così, dopo aver salutato entrambi e ringraziato per la serata, si dileguò, voltando verso sinistra in direzione di casa sua.
‹‹Io… mh… abito di là›› mormorò Kurt, indicando la strada che si apriva dietro di lui.
Blaine lo guardò. Sembrava che stesse riflettendo su qualcosa, perché dapprima aggrottò le sopracciglia in un gesto impercettibile – e Kurt era davvero bravo a cogliere quel tipo di cose – e poi le sue labbra si incurvarono verso l’alto, in un sorriso appena accennato, ma sincero. Poi: ‹‹Ti accompagno›› disse semplicemente, con un tono impercettibilmente speranzoso.
Kurt non seppe perché – o forse non voleva riconoscere il perché – ma il suo battito cardiaco cominciò ad accelerare.  
Sorrise e sussurrò: ‹‹Grazie…›› arrossendo lievemente.
 



 
  
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