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Autore: Euachkatzl    16/06/2015    3 recensioni
“Avevi un'amica a cui hanno fatto del male?” azzardò un'ipotesi; avrebbe voluto dirne un'altra, quella che gli sembrava la più probabile, ma non ne aveva il coraggio nemmeno lui.
“No” rispose Amelia, con la voce sempre più debole. Tutta quella situazione non le piaceva.
“Hanno fatto del male a te?” chiese Brian, tentando di sembrare il più calmo possibile, quando in realtà gli tremavano le ginocchia: aveva paura. Aveva paura perché aveva capito cosa era successo ad Amelia, e non sapeva come gestire la cosa; non sapeva se cavarle le rispose di bocca o aspettare che lei si sciogliesse, anche a costo di attendere anni.
La ragazza respirò profondamente e alzò lo sguardo.
“No” rispose nuovamente, tentando di liberarsi dalla presa di Brian con uno scossone, ma senza successo: il ragazzo continuava a tenerle stretti i polsi. Amelia stava iniziando ad andare in panico.
“Dimmelo” le ordinò, perché nonostante la compassione che provava iniziava a spazientirsi: lui voleva aiutarla, e lei nemmeno provava a parlare.
Genere: Commedia, Erotico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Morgana balzò giù dal palco, lasciando Matt in balia della folla, che dopo l'assolo di Brian si aspettava un concerto epico.
"Buonasera..." sentì il ragazzo mormorare impacciato, non abituato a parlare a così tanta gente in una volta. Era il loro primo concerto, nonostante avessero passato mesi a suonare assieme, e l'ansia e l'agitazione stavano fottendo la mente di Matt. Morgana tornò sui suoi passi e si posizionò sotto al palcoscenico, tentando di incoraggiare i ragazzi, che si erano bloccati a fissare le teste che vagavano per la sala.
La ragazza risalì sulle tavole di legno, riprendendo possesso del microfono e dando una leggera spinta a Matt, in modo da farlo tornare nel mondo reale. Con un'occhiata dalla quale traboccava solo e unicamente angoscia ordinò a Brian di suonare di nuovo qualcosa di incredibilmente figo. Il ragazzo, che in fatto di egocentrismo e voglia di dare spettacolo riusciva ad eguagliare Morgana, partì con un riff sicuro e deciso. Il pubblico sembrava apprezzare, dato che nessuno aveva ancora attentato alla vita di qualcuno dei ragazzi sul palco, ma non bastava certo qualche nota buttata lì da Brian, per quanto bello fosse ciò che stava suonando. Morgana guardò Matt con uno sguardo disperato, facendogli intuire che se non avesse iniziato a cantare seduta stante, quello sarebbe stato il loro primo e ultimo concerto, nonché la prima e ultima notte del Pentacle.
"La prima la cantiamo insieme" gli urlò in un orecchio quando lui finalmente si avvicinò e Jimmy si decise a fare un po' di casino con la batteria.
"Tu non sai cantare come faccio io" le fece notare Matt, beccandosi una fulminata da Morgana, che voleva ricordargli che non era il momento per vantarsi, dato che lei stava salvando il culo a tutti.
"La adatti" rispose semplicemente lei, lasciandolo un attimo confuso. Come potevano cambiare così radicalmente Lips of Deceit? E soprattutto, lui non aveva idea di che voce avesse Morgana. Non l'aveva mai sentita cantare; non sapeva nemmeno se fosse intonata o se stesse lì sul palco solo per fare scena. Di altro avviso era Brian, che non si preoccupava affatto della voce dell'uno o dell'altro: a lui bastava suonare e farsi guardare da tutta la gente nel locale.

Finita la canzone, Morgana scese velocemente dal palco e senza farsi notare girò l'angolo e si posizionò dietro il bancone del bar, dove Amelia aveva il suo bel daffare, lasciata sola a gestire tutta la gente. Morgana sorrise dolcemente alla sua ragazza, notando che, ovviamente, non si era preparata granché, nonostante la serata fosse una delle più importanti della sua vita. Amelia si era limitata a mettersi una maglietta e una gonna, e le sue amate converse nere ai piedi. Un paio di calzini rossi facevano capolino dalle scarpe: erano il portafortuna di Amelia, li indossava ad ogni occasione importante, ogni volta che temeva che il suo carattere e le sue precauzioni non sarebbero state abbastanza e necessitava di una dose di fortuna.
"Ho sentito che anche con lo scream te la cavi" commentò Amelia, che non ebbe il tempo di ascoltare le lamentele di Morgana, dato che un consistente gruppo di amici la stava chiamando per farsi versare da bere. Quella fu probabilmente una fortuna per Amelia, che avrebbe subito altrimenti tutta la rabbia che era montata a Morgana durante quei quattro minuti di canzone. Matt non aveva adattato un bel niente, nonostante lei avesse cantato tutta la prima strofa per fargli ascoltare la sua voce. Lui non si era nemmeno sforzato di provare, aveva semplicemente cantato come faceva sempre, facendo sentire Morgana e la sua strofa fuori posto, come se fosse stata lei a sbagliare. Lei lo aveva lasciato continuare, visto che schiaffeggiarlo davanti a tutti non sarebbe stato carino, e aveva provato ad andargli dietro, cantando in un modo che non era suo, che non aveva mai provato e che le aveva distrutto la gola in pochi secondi.

Un ragazzo schioccò le dita davanti a lei, aspettando di essere ascoltato. Morgana prese un profondo respiro per non saltare addosso a quel tizio e ucciderlo e sfoderò uno dei suoi migliori sorrisi.
"Che cosa mi consigli?" chiese lui, sporgendosi sul bancone.
'Cianuro' sarebbe stata la pronta risposta della ragazza, che invece disse sorridente: "Abbiamo tutto quello che vuoi"
"Ma un'opinione da parte tua?" insistette il ragazzo.
'Acido muriatico' Morgana trattenne di nuovo i suoi pensieri e, mantenendo quell'espressione felice, rispose: "Non so, volevi qualcosa di forte o qualcosa di più leggero?"
"Tu cosa preferiresti?" le chiese nuovamente il tizio, guardandola fissa negli occhi. Morgana perse la pazienza, prese un bicchiere a caso e la prima bottiglia che vide e riempì il bicchiere, accorgendosi solo dopo che aveva riempito di rum un calice da vino.
"Quant'è?"
"Se ti levi dai coglioni all'istante è gratis" sibilò Morgana, sentendosi sollevata quando il ragazzo finalmente si voltò e se ne andò, non senza prima averle fatto un occhiolino senza senso.
"Non penso che questo sia il lavoro adatto a me" commentò Morgana. Amelia la sentì di sfuggita, farfugliando qualcosa in segno di approvazione, mentre correva da una parte all'altra del bancone. Se non altro, pensò Morgana, stavano guadagnando qualcosa.

Dopo quelli che a Morgana sembrarono anni, i ragazzi smisero di suonare e lasciarono sul palco solo Jimmy, che ora che aveva la possibilità di sfogarsi attaccò un assolo di batteria che non stava né in cielo né in terra.
"Bellezze, abbiamo sete" urlò Zacky, evidentemente esaltato, passando davanti alla gente ammassata al bar. Brian, che era sempre esaltato di suo, e che grazie al concerto che stava andando a gonfie vele era decisamente fuori di testa, scavalcò il bancone, raccolse una bottiglia di vodka da uno scaffale, e con estrema nonchalance si avviò nuovamente verso il palco, lasciando Amelia con un palmo di naso. La ragazza impiegò alcuni attimi per realizzare che Brian era appena saltato oltre il bancone, aveva preso una bottiglia senza dire niente e se n'era andato. Tutto questo davanti a lei, quando tutti sapevano benissimo che una cazzata del genere di fronte ai suoi occhi avrebbe significato morte certa. Si appuntò mentalmente di dire due parole a Brian a fine serata e di ripetere a tutti il discorso sui paletti che possono e non possono essere superati. Morgana aprì quattro bottiglie di birra e le porse ai ragazzi.
"Date da bere anche a Jimmy, che sennò muore di sete sul palco. E togliete la vodka a Brian; se lui muore di sete sul palco, gli sta bene" ordinò Morgana. I ragazzi annuirono e tornarono sul palco, eseguirono gli ordini e scoprirono che mezza bottiglia di vodka se n'era già andata.

"Ma sei rincoglionito?" chiese Zacky, rendendosi conto che Morgana l'aveva contagiato, per quanto riguardava lo sgridare gli altri.
"Avevo sete" si giustificò Brian, come se scolarsi mezza bottiglia di vodka in due sorsi fosse normale.
"Ma non è acqua fresca questa roba, te ne sei accorto?"
Brian annuì, spiegando che in effetti la gola gli bruciava un pochino. Zacky lo spinse sopra al palco, minacciando di prenderlo a calci in culo se avesse osato sbagliare anche una sola nota per colpa di quello che si era bevuto.
"Ma io sono un dio, non sbaglierei nemmeno se suonassi con le mani legate dietro la schiena" commentò a tono Brian, lasciando perplessi i ragazzi, che gli ricordarono che per suonare la chitarra servivano entrambe le mani, e che se gliele avessero legate dietro la schiena avrebbe combinato ben poco.
"Dieci dollari che più tardi vi mostro che sono in grado di suonare anche in quello stato" scommesse Brian. Gli altri fecero spallucce e fermarono Jimmy, che avrebbe volentieri continuato quell'assolo di batteria per tutta la notte.

La serata stava procedendo tranquilla, e il ragazzone che controllava la folla dall'alto del terrazzino se la passava bene: stava ascoltando buona musica, seduto comodamente con le gambe a penzoloni oltre il parapetto nero; l'unica cosa che gli dispiaceva era forse che Amelia gli aveva proibito di bere durante la festa, ma non gli pesava poi molto. Si passò le mani sul volto e diede un'altra occhiata generale alla gente al di sotto di lui; tutti ballavano, andavano al bar, qualcuno dava qualche spintone per passare, ma niente di che. La gente continuava ad arrivare, attratta dalla musica che si sentiva all'esterno del locale e dai messaggini degli amici che si stavano già godendo la festa. Tra la gente che entrava, il ragazzo non notò due ragazze che erano già state al Pentacle poche ore prima, e che erano state cacciate a forza dalle giovani proprietarie.

"Sei sicura di volerlo fare?" domandò incerta Nishelle all'amica, che invece era sicura di sé e voleva a tutti i costi farla pagare a quelle due stronze che avevano impedito loro di ballare quella sera.
"Se non vuoi farlo vattene, io mi posso arrangiare" rispose seccata Heather, scivolando in mezzo ad un gruppo di ragazzi e continuando a camminare con passo svelto verso il palco. Quelle due tizie non volevano farla salire sul palco? Lei ci sarebbe salita da sola.
"Aspetta" chiamò nuovamente Nishelle, afferrando la mano dell'amica e riuscendo finalmente a fermarla. Heather la guardò scocciata. Avevano formulato un piano perfetto, mentre tornavano a casa in autobus quel pomeriggio. Non che fosse poi un piano così elaborato: avrebbero dovuto semplicemente entrare, spintonare la gente fino ad arrivare sotto al palco e salire. Le proprietarie non se ne sarebbero accorte, relegate dietro al bancone del bar a preparare da bere per i clienti, e i ragazzi che suonavano non si sarebbero certo opposti a due ragazze mezze nude che si strusciavano contro di loro. Scocciata dal comportamento dell'amica, Heather diede una gomitata ad un ragazzo che non si decideva a lasciarla passare e proseguì calma e risoluta verso la sua meta. Nishelle sgusciò tra la gente, pedinando la rossa davanti a lei, sempre meno convinta di quello che avevano progettato di fare. Morgana le avrebbe uccise. Loro la conoscevano bene, e sapevano che quando Morgana diceva una cosa era legge: lei non era abituata a ricevere un no come risposta, e chiunque osasse disobbidirle imparava ben presto che sarebbe stato meglio non farlo.

Quando Nishelle sollevò la testa e si riscosse dai pensieri sulla severa punizione che Morgana avrebbe inflitto loro, notò che Heather era già sul palco e ballava tranquilla di fianco al chitarrista, che tuttavia non la filava di striscio. Un sorrisetto apparve sulle labbra di Nishelle, e la voglia di salire sul palco e fare casino le passò completamente: era molto meglio guardare Heather fare una figura di merda colossale pur di essere notata da quel ragazzo.
Nishelle si piazzò sotto il palcoscenico, a guardare ridendo l'amica che continuava a ballare e muoversi attorno al chitarrista, che impassibile continuava a suonare come se attorno a lui non ci fosse nessuno. Come se in quella sala ci fosse solo lui, la sua chitarra a righe un po' bruttina e nessun altro.
Una mano passò davanti al viso di Nishelle, che alzando lo sguardo vide Heather pararsi davanti a lei, infuriata come non mai. Riuscì a sollevare Nishelle di peso, prendendola da sotto le spalle, e a trascinarla contro quel ragazzo che voleva solo suonare in santa pace. Nishelle non sapeva cosa fare, in quel momento si sentì in imbarazzo come non mai: lei non voleva disturbarlo, lui sembrava così tranquillo, con la sua chitarra e la sua musica, che lei aveva paura anche solo di sfiorarlo e rompere accidentalmente quell'armonia. L'occhiataccia che le rifilò Heather le fece capire che, se avesse anche solo provato a non seguire il suo piano, sarebbe finita in guai grossi. A disagio, Nishelle mosse qualche passo, ondeggiando un po', tenendosi sempre a debita distanza dal chitarrista, che pareva non essersi accorto di tutta la confusione che stava avvenendo sul palco. Nishelle si voltò e vide che l'amica aveva cambiato obiettivo, andando a ballare attorno all'altro chitarrista, che al contrario del primo sembrava aver notato eccome il casino che la rossa stava facendo. Il ragazzo continuava a lanciarle occhiatacce, chiedendole silenziosamente di andarsene e di non rompergli le palle, Heather per tutta risposta si avvicinava sempre di più a lui, muovendosi sensuale e mettendo in mostra tutte le carte che sapeva di avere. Quando il chitarrista lasciò andare la chitarra e aprì le braccia, esasperato, Heather decise che era stato abbastanza e mosse qualche passo verso il cantante, che tentava di far sembrare tutto programmato, come se avessero già prestabilito che due tizie sarebbero dovute sbucare dal nulla per importunare il gruppo.


Morgana e Amelia sollevarono la testa in contemporanea quando sentirono Zacky mancare un bel po' di note. Già era strano il fatto che da qualche minuto la voce di Matt sembrasse più titubante e insicura rispetto al solito, ma quelle note perse da parte di Zacky erano l'evidente segno che qualcosa non andava. Le ragazze si scambiarono una rapida occhiata, e con un gesto della mano Morgana fece capire ad Amelia che erano semplicemente emozionati. Amelia scrollò le spalle e tornò al lavoro: Morgana conosceva i ragazzi da sempre, e se lei diceva che erano solo emozionati, probabilmente aveva ragione. Tuttavia a lei non suonava giusta: quei cinque erano spacconi come pochi, e le pareva strano che tutt'ad un tratto, a metà concerto, iniziassero ad emozionarsi e sbagliare note. E soprattutto: Zacky non aveva semplicemente sbagliato, si era capito perfettamente che aveva smesso di suonare. Aveva lasciato andare le corde a vuoto e poi le aveva riprese, sbagliando in pieno l'accordo successivo. Quel comportamento non era da Zacky. Da Brian se lo sarebbe aspettata, da lui si sarebbe aspettata pure una rivisitazione dell'inno inglese nel bel mezzo di Warmness On The Soul, ma Zacky era sempre pulito e preciso.
Amelia guardò di nuovo Morgana, che al contrario non era affatto preoccupata e continuava a seguire i clienti e le loro richieste.

Heather diede una decisa pacca sul sedere a Matt, iniziando poi a ballare attorno a lui. Il cantante cercava ancora di non far notare al pubblico il fastidio che provava, ma di lì a poco sarebbe scoppiato e avrebbe lanciato giù dal palco quella rossa rompicoglioni. Perché erano così ostinate a salire su quel cazzo di palco?
Brian alzò la testa, sorridendo nel vedere Matt esasperato che tentava di scacciare quella ragazza come si fa con le mosche. Osservò la biondina affianco a lui, che non aveva ancora osato avvicinarglisi. Lei lo guardava semplicemente, ferma ad osservare il modo in cui suonava. Le sorrise e si sentì soddisfatto quando la vide arrossire tanto violentemente da notare il colore sulle sue guance nonostante le vivaci luci nella sala. Lo faceva in continuazione; questa cosa lo divertiva immensamente. Lo divertiva provarci spudoratamente con tutte le ragazze, per poi andarsene e lasciarle con un palmo di naso. A volte loro si incazzavano pure, rincorrendolo e dicendogli che era uno stronzo, ma a lui poco importava: alla fine, lo era per davvero. Illudeva le persone e subito dopo infrangeva i loro sogni, il tutto perché, in realtà, era lui il più illuso di tutti, e l'unico con dei sogni miseramente infranti nel momento in cui scoprì che non poteva avere l'unica ragazza per la quale sarebbe valsa la pena innamorarsi.

Matt passò un braccio attorno alla vita della ragazza che, convinta di aver raggiunto il suo scopo, iniziò a ballare in modo ancora più sensuale, beandosi delle attenzioni che Matt sembrava dedicarle. Il cantante si portò il microfono alla bocca e, convinto di quello che faceva e consapevole delle conseguenze, disse: "La prossima la voglio dedicare alle ballerine qui sul palco".

All'annuncio di Matt, Morgana sbatté la bottiglia sul bancone, lo scavalcò e camminò spedita verso il palco, scostando con delle gomitate la gente che la intralciava. Sapeva benissimo chi c'era a importunare i ragazzi e a distruggerle la reputazione.
Nel vedere una Morgana infuriata come non mai avvicinarsi a loro, Nishelle ritenne che la loro non era stata una buona idea e tentò una fuga alla chetichella, ma Brian la fermò subito prendendola per mano. Lei lo guardò scocciata e lui in risposta le sorrise di nuovo, facendola sciogliere. Imbambolata da quel sorriso, Nishelle sarebbe rimasta su quel palco anche se la fine del mondo si fosse abbattuta su di loro.
Morgana fu ben peggio della fine del mondo.
La ragazza lasciò tutti con il fiato sospeso per qualche secondo, mentre saliva sul palco e prendeva per mano le due ragazze. Tutti si stavano aspettando come minimo un duplice omicidio con una semplice occhiata. Niente sangue, niente cose strane, semplicemente Morgana avrebbe guardato le ragazze negli occhi e loro sarebbero crollate sulle assi di legno.
Invece, fortunatamente, non successe nulla. Qualcuno ne fu sollevato, qualcuno ci rimase un po' male, dato che si aspettava una vera e propria rissa. Morgana semplicemente accompagnò le ragazze giù dal palco e le spinse sul retro del locale, dove nessuno poteva vedere che provvedimenti avrebbe preso.
Amelia si preoccupò un po' nel vedere Morgana infuriata che trascinava quelle due ragazze; non tanto per quello che sarebbe successo loro, quanto più per il fatto che la sua ragazza avrebbe preso degli accorgimenti senza di lei. Conoscendola, era perfettamente in grado di ridurle in schiavitù per il resto dei loro giorni, se qualcuno non fosse intervenuto a fermarla.

Nishelle, che continuava a maledirsi per aver seguito l'amica, e Heather, che dal canto suo era piuttosto soddisfatta di come erano andate le cose, si ritrovarono sbattute dentro ad uno stanzino buio e stretto, una specie di magazzino sul retro del locale.
"Divertitevi" le salutò Morgana sbattendo la porta. Una serratura scattò e le ragazze si trovarono al buio, con in sottofondo la musica della festa appena al di là della porta.
Nishelle si guardò intorno spaventata: ritrovarsi chiusa in uno stanzino, al buio, in compagnia di Heather, non era certo tra i suoi programmi per la serata. Heather tirò fuori dalla tasca un accendino e lo fece scattare, riuscendo ad ottenere un minimo di luce.
"Cerchiamo un interruttore" ordinò, avvicinandosi alle pareti e tastando un po' alla cieca. Quando finalmente premette il pulsante giusto, una nuda lampadina che pendeva dal soffitto illuminò fiocamente la stanza con una luce giallastra.
Guardandosi attorno, le ragazze capirono di trovarsi in un ripostiglio: scope, tende, varie casse e scatoloni, assi di legno e altri oggetti erano sparsi lungo le pareti e sul pavimento, alla rinfusa. Ad Heather venne l'ideuzza di dar fuoco a tutto con l'accendino, ma nemmeno lei aveva una mente talmente perversa da mettere in pratica quel piano: si limitò a frugare e curiosare un po' ovunque, senza trovare tuttavia qualcosa di interessante.
"E queste?" chiese la voce di Nishelle dall'altro lato della piccola stanza. Heather si voltò verso l'amica e vide che aveva in mano un grosso mazzo di chiavi.
"Sono tantissime" osservò Nishelle, scuotendo il mazzo e procurando un lieve tintinnio metallico.
"Dove le hai trovate?" chiese Heather. Nishelle le indicò un gancetto che sporgeva dal muro, di fianco alla porta. La rossa strappò le chiavi di mano all'amica e se le rigirò tra le dita. Alcune erano grosse e grigie, altre erano più sottili e leggere, di un bell'oro luccicante.
"Che porte aprono, secondo te?" domandò incuriosita Nishelle. Non che avessero già esplorato tutto il locale, ma da quello che erano riuscite a vedere tutto era concentrato in un'unica sala; tutte quelle chiavi non avevano senso.
Heather continuava a giocherellare con le chiavi, passandosele tra le dita e facendole tintinnare. Si bloccò quando, tra le chiavi grigie, quelle dorate e qualcuna di nera, ne notò una di un rosso acceso. Se la portò agli occhi e la osservò a lungo, riflettendo sul fatto che, se c'erano tutti quei colori, doveva esserci una certa suddivisione per categorie delle stanze. E se di chiave rossa ce n'era solo una, allora doveva aprire una stanza molto speciale.

"Ragazze, c'è un problema"
Amelia alzò la testa guardando Matt, che a quanto pareva era stato scelto come uccello del malaugurio.
"Il problema è che c'è silenzio! Non avete lasciato nessuno a suonare sul palco?" strillò preoccupata Morgana, all'altro lato del bancone. I ragazzi si guardarono l'un l'altro, iniziando a sudare freddo.
"Abbiamo... lasciato lì Brian" mormorò timidamente Matt, che quella sera non portava altro che cattive notizie.
Amelia si portò le mani al viso, Morgana si irrigidì di botto, iniziando a ripetere mentalmente ogni preghiera riuscisse a ricordare. Si girò lentamente verso i ragazzi, ordinando chiaramente di muovere il culo e salire di nuovo sul palco prima che Brian iniziasse a fare la primadonna.
"Ma c'è un problema" ripeté Matt. Le ragazze lo squadrarono e lui, imbarazzato, grattandosi la testa, ammise che avevano finito le canzoni.
"In che senso avete finito le canzoni?" chiese Amelia, non capendo.
"Noi abbiamo una quindicina di canzoni in tutto, non è che suoniamo da anni" protestò Matt.
"E mettetevi a suonare delle cover" Amelia trovò la soluzione in circa un decimo di secondo, facendo sentire tutti incredibilmente stupidi: quello che a loro sembrava un problema insormontabile, lei l'aveva risolto senza nemmeno darci peso.
Morgana porse loro cinque bottiglie di birra, ordinando di tornare sul palco all'istante.

Heather sentì scricchiolare una porta e si spaventò non poco; era impegnata a cercare la chiave del magazzino in mezzo al mazzo, e l'ultima cosa che si aspettava era una porta che scricchiolava.
"Qui si esce" disse semplicemente Nishelle, attraversando il passaggio che si trovava in fondo alla stanza, semicoperto da una pila di scatoloni. Heather si infilò il mazzo di chiavi attorno al polso e seguì l'amica, soddisfatta di aver scoperto con così tanta facilità una via d'uscita.
Appena trovarono un interruttore e accesero la luce, si accorsero però di trovarsi semplicemente in un'altra stanza, per giunta più piccola della precedente. Scaffali e scaffali di legno erano stati fissati alla meno peggio al muro nudo e grigio. Sopra le tavole, c'era più alcool di quanto Nishelle e Heather avessero mai visto in vita loro.
"Nishelle?" chiamò piano Heather, rivolgendo un ghigno preoccupante all'amica, che si preparò al peggio. Invece, Heather afferrò semplicemente la prima bottiglia che vide e la aprì, per poi berne una bella sorsata. Nishelle sospirò di sollievo: si stava aspettando chissà che, e invece ad Heather bastava bere.
Dato che aveva capito che quella stanza non portava da nessuna parte, la biondina tornò nella precedente e si sfilò una forcina dai capelli, intenzionata a scassinare la serratura come facevano in tutti i film. Peccato che quello non fosse un film e che la serratura fosse robusta e ben costruita.
D'un tratto, un rumore di vetri rotti ruppe il silenzio e le lamentele di Nishelle; la bionda si girò lentamente, ma sapeva benissimo chi era la causa di tutto quel trambusto.
"Che cazzo fai?" urlò ad Heather, che stava passeggiando per la stanza, appoggiando la mano all'inizio di ogni scaffale e lasciandola scivolare fino alla fine, trascinando per terra bottiglie e bottigliette. Heather si bloccò al richiamo dell'amica, la osservò, prese un'altra sorsata di rum e ricominciò a mandare in pezzi tutte quelle specie di soprammobili. Nishelle tentò di trascinare via l'amica: le andava bene l'idea di fare qualche dispetto, ma quella era una cazzata grande, che avrebbe avuto conseguenze altrettanto grandi.

"E' la terza di fila dei Guns" commentò Amelia nel sentire le note di Sweet Child O' Mine. Il bancone si era lentamente svuotato e poca gente girovagava lì intorno: erano tutti ad ascoltare incantati Matt che tentava di imitare Axl Rose, ma ben presto si sarebbero stancati, per quanto bravo potesse essere il cantante. Morgana appoggiò i gomiti al bancone e si prese la testa tra le mani, rimuginando su come dare una svolta ad una serata che stava diventando sempre più noiosa. Guardò nervosa l'orologio, che segnava le due; troppo presto per chiudere e sbaraccare tutto, troppo tardi per cambiare il tema della serata e mettere su qualche vecchio disco che tenevano in magazzino. Il tema della serata erano i ragazzi, e i ragazzi avrebbero dovuto suonare fino alla fine.
"Vai tu a cantare qualcosa" suggerì Amelia a Morgana, lanciando un sorriso all'ultimo cliente che lasciava il bancone "Fai una canzone, li fai eccitare un po' e poi torni giù"
Morgana annuì, in fondo le sembrava l'unica soluzione possibile. Si diresse verso il palco, notando lo sguardo di sollievo di Matt quando la vide arrivare: ormai erano più di tre ore che i ragazzi suonavano e non ne potevano più. Forse non era stata una buona idea concentrare tutta la serata unicamente su di loro.
"Ti prego, metti un disco" la supplicò Matt, esausto e quasi senza voce, quando Morgana fu abbastanza vicina a lui. La ragazza scosse la testa, dispiaciuta, e concluse la canzone dei Guns n' Roses, per poi passare prontamente agli Aerosmith.

Amelia si guardò un po' intorno, per poi socchiuse gli occhi, lasciando cadere la testa all'indietro: nessuno chiedeva da bere e lei era libera di godersi la voce della sua ragazza. Amava la voce di Morgana, e insisteva per farla cantare ogni volta che ne aveva l'occasione.
"Scusa?" una voce maschile interruppe la tranquillità di Amelia, che aprì gli occhi e rivolse un'occhiata acida al ragazzo di fronte a lei.
"Cosa prendi?"
"Che cosa mi consigli?" rispose lui sorridendo. L'occhiata acida di Amelia si trasformò in uno sguardo assassino.
"Acqua fresca" suggerì lei senza giri di parole. Il ragazzo non accolse volentieri l'idea e si sedette sul bancone, continuando a sorridere alla ragazza.
"Qualcosa di più forte?" chiese, sporgendosi pericolosamente verso Amelia, che si spostò all'indietro.
"Scendi dal bancone" ordinò lei ferma e risoluta, tradendo però una minima incertezza nel tono della voce. Il ragazzo la colse e ne approfittò per girare su sé stesso e portare le gambe all'interno del piccolo bar. Si avvicinò al viso di Amelia, che sentì il suo respiro puzzare di alcool e sigarette.
"Scendi" provò a ripetere lei, chiedendosi dove fosse il ragazzo che avevano preso per tenere l'ordine lì dentro.

Con estrema nonchalance, Brian si avvicinò a Morgana, mollò la chitarra e lasciò scivolare la mano sul sedere della ragazza, che si voltò e, dopo qualche passo, tirò uno schiaffo al suo. Era una cosa che avevano sempre fatto, e che ormai non consideravano più come intima o provocatoria: semplicemente si toccavano. Da quando si erano conosciuti alle elementari erano sempre stati curiosi l'uno del corpo dell'altra, finché non erano finiti a fare sesso a tredici anni. Da quel momento, ritennero di sapere abbastanza e quella curiosità finì, lasciando solo una certa intimità tra i due. Morgana avrebbe tirato uno schiaffo senza troppe cerimonie a chiunque le avesse toccato il culo, pure a Jimmy o a Matt, ma non a Brian. E ad Amelia, ovviamente.

"Cavatevela da soli" disse Morgana ai ragazzi prima di tornare al bancone dove aveva abbandonato Amelia, lasciandola sola. Quando girò l'angolo, però, notò che la ragazza non era affatto sola: a farle compagnia c'era quel coglione che prima le aveva rotto, ad inizio serata, e che ora stava importunando la sua ragazza.
"Scusa?" chiamò Morgana battendo un dito sulla spalla del ragazzo, trattenendo tutta la sua rabbia. Lui si girò e sorrise nel rivedere la moretta.
"Pensavo te ne fossi già andata" commentò lui fingendosi dispiaciuto, sporgendosi verso Morgana, che non si mosse.
"Pensavo che tu te ne fossi andato" rispose a tono lei, appoggiando le mani sui fianchi.
"No, non me ne sono andato"
"Fallo ora" chiuse il discorso Morgana, afferrandolo per un braccio e letteralmente trascinandolo verso la porta. Arrivati all'ingresso, il ragazzo decise che non aveva ancora creato abbastanza confusione e agguantò la ragazza per la vita, avvicinandola a sé. Morgana non esitò a lasciare uno schiaffo su una guancia del ragazzo, che preso alla sprovvista da quel gesto la lasciò andare e si allontanò di qualche passo.
"Con questo hai sbagliato, signorina" la minacciò lui, mentre ancora si tastava la guancia che iniziava a formicolare. Morgana gli rivolse un sorrisetto compiaciuto, tanto per fare la stronza, quando in realtà sentiva che non sarebbe riuscita a mantenere il sangue freddo ancora a lungo.
Fortunatamente, il ragazzone che avevano chiamato apposta per quelle situazioni arrivò. Dall'alto dei suoi due metri, gli fu facile spaventare il ragazzo e farlo desistere da qualsiasi tentativo di importunare ancora Morgana o Amelia. Uscì dal locale spintonando un paio di persone che stavano entrando e per tutto il resto della sera nessuno lo vide più, grazie anche al ragazzone, che era contento di aver trovato finalmente qualcosa da fare. Lui sarebbe arrivato volentieri a fare a botte, ma una rissa alla prima serata del locale non era proprio la migliore apertura che si potesse immaginare.
"Grazie" gli sussurrò Morgana, aggiungendo che a fine serata dovevano parlare. Detto ciò, tornò da Amelia, che aveva di nuovo una nuvola di persone attorno al bancone: i ragazzi avevano iniziato a suonare cover degli Iron Maiden e il pubblico si era nuovamente scaldato.
Morgana sorrise timidamente ad Amelia e tentò di dirle qualcosa per rassicurarla, ma fu interrotta dalla ragazza, che le diceva di stare ferma al bancone perché lei doveva andare in magazzino a fare rifornimento. Morgana poté solo annuire a quell'ordine così repentino e lasciò che Amelia sparisse in mezzo alla folla, diretta sul retro.

Nishelle e Heather erano sedute per terra a giocherellare con dei cocci di vetro quando sussultarono nel sentire la serratura della piccola stanza scattare. Un'ombra apparve sulla soglia in controluce e si bloccò, guardandosi intorno spaesata.
Nel semibuio della stanza, Amelia vide due figure muoversi per terra e cocci di bottiglia che luccicavano sul pavimento. Istintivamente, cacciò un urlo e sbatté la porta davanti a sé.
Appoggiò la fronte al legno scuro, riprendendo il fiato reso affannoso dallo spavento. Chi cazzo c'era nel magazzino? Avrebbe dovuto chiamare qualcuno? Erano pericolose le persone che erano dentro? In fondo, avevano fatto a pezzi metà della stanza, simpatiche non lo erano di sicuro.

"Cosa facciamo?" chiese Nishelle sottovoce all'amica, che era impegnata a trafficare con le chiavi.
"Intanto nascondo queste" rispose, infilandosi il mazzo nel reggiseno, pregando che le chiavi non tintinnassero in un momento particolarmente delicato.
La porta si aprì lentamente e la figura in controluce tornò. Heather valutò che non poteva essere Morgana, la conosceva bene e avrebbe riconosciuto il suo fisico; doveva essere per forza la sua ragazza, della quale non si ricordava nemmeno il nome.
"Cosa avete fatto?" chiese lentamente Amelia, che nel frattempo aveva collegato le idee e aveva capito che Morgana aveva chiuso le due rompiscatole in magazzino. La domanda era piuttosto retorica e Amelia non si aspettava certo una vera risposta, visto che era più che evidente quello che le ragazze avevano fatto: avevano raso al suolo la stanza dell'alcool.
Heather tentò di aprir bocca per snocciolare una risposta, ma Amelia non volle ascoltarla: prese alcune delle bottiglie ancora integre e richiuse la porta dietro di sé, non senza dire: "A fine serata ne riparliamo" prima di far scattare la serratura.
"Noi potremmo denunciarle, sono ore che ci tengono chiuse in un magazzino" protestò Nishelle rivolta all'amica, che le promise che avrebbero fatto di peggio.

"Le ragazze in magazzino hanno trovato un modo per divertirsi" commentò Amelia scavalcando il bancone, lasciando Morgana perplessa e terrorizzata allo stesso tempo. Sarebbe scattata subito a dare una lezione alle due se Amelia non l'avesse fermata, ricordandole che mancava meno di un'ora alla chiusura e che dopo avrebbero potuto sistemare tutti i conti in sospeso. Morgana annuì poco convinta, iniziando a rimuginare su cosa avrebbe fatto a quelle due troie non appena l'ultimo ospite fosse uscito dal locale.

Morgana fissò il piccolo orologio appoggiato per terra e, notando che mancavano solo venti minuti alla fine di quell'estenuante serata, posò un grande cartello con su scritto 'Chiuso' sul bancone, prese per mano Amelia e la trascinò verso il palco. Amelia continuava a dibattersi: lei odiava i palcoscenici, odiava essere guardata e soprattutto aveva paura di tutti i commenti che la gente poteva fare su di lei, che si sentiva un piccolo brutto anatroccolo affianco a Morgana.
Brian, capendo cosa aveva in mente la ragazza, iniziò a strimpellare qualcosa che gli venne in mente al momento. Ovviamente, dalla chitarra uscì una cosa che nessun essere umano sarebbe stato in grado di imitare, ma visto come aveva suonato durante la serata non ci si poteva aspettare altro.
Morgana iniziò a sciorinare ringraziamenti verso chiunque; ringraziò pure l'architetto che le aveva aiutate a disegnare il Pentacle, anche se a nessuno poteva fregarne di meno. Alla fine si decise a iniziare a cantare e tutti si risvegliarono dal torpore che quel discorso, unito a tutto l'alcool che avevano in corpo, aveva provocato loro.

"E' sempre quel cantante bello a cantare?" domandò Nishelle quando una nota decisamente troppo acuta per Matt arrivò alle sue orecchie.
"No, idiota, questa è Morgana" rispose scocciata Heather, seduta sul pavimento a giocherellare con l'accendino. Non che fosse preoccupata per quello che sarebbe successo una volta chiuso il locale; la cosa che le seccava di più era che sarebbero dovute rimanere ore ad ascoltare le lamentele di quella stronza lesbica, quando lei stava morendo di sonno e l'unica cosa che desiderava era il suo letto. 

Dall'alto del palco, Morgana salutò tutti e annunciò che la sera dopo ci sarebbe stata un'altra, enorme festa proprio al Pentacle. Amelia e i ragazzi la guardarono scioccati: erano miracolosamente arrivati alla fine di quella serata e già Morgana ne stava progettando un'altra? Jimmy già si pregustava un sonno ristoratore di un paio di settimane, e invece in nemmeno dodici ore sarebbe dovuto tornare in quel locale per aiutare le ragazze a preparare tutto. Gli cedettero leggermente le ginocchia, ma si ricompose e sorrise falsamente a tutta la gente contenta all'idea di un'altra festa come quella appena conclusa.

Quando tutto il locale si fu svuotato le ragazze poterono tirare un sospiro di sollievo: tutto era ancora integro, nessuno aveva tentato di imbucarsi in qualche stanza e, tutto sommato, si poteva dire che era stata una bella festa.
"La prossima volta non vi faremo suonare così tanto" si scusò Morgana, imbarazzata. I ragazzi fecero spallucce: in fondo, suonare a loro piaceva, anche se per quasi cinque ore di fila. Morgana fu soddisfatta del fatto che non avessero iniziato a lamentarsi e l'atmosfera poté finalmente rilassarsi: era tutto finito, per quella sera.
"Beviamo qualcosa?" chiese Zacky, facendo di colpo irrigidire Morgana, che si era appena ricordata che aveva due ospiti indesiderate chiuse nel magazzino.

Heather e Nishelle accolsero con gioia il rumore della serratura che scattava; accolsero con meno gioia la faccia contrariata di Morgana, che le accompagnò davanti a tutti gli altri, spingendole con poca grazia.
"Dobbiamo fare un discorsetto" annunciò. Si bloccò un momento, riflettendo, poi partì con l'elencare tutti gli errori che avevano fatto le ragazze quella sera, dall'entrare nel locale nonostante Amelia le avesse cacciate il pomeriggio, al salire sul palco ad importunare i ragazzi mentre suonavano. Ultimo ma non ultimo, concluse dicendo che il giorno dopo sarebbe andata a controllare cosa avevano combinato in magazzino e avrebbe deciso di conseguenza come punirle.
"Tu non puoi punirci" le rispose a tono Heather, incrociando le braccia al petto e guardandola con aria di sfida. Tutti passarono dallo sguardo della rossa a quello di Morgana, pronti ad una sberla ben assestata da parte dell'ultima.
"Stasera loro vengono a casa con voi, e domani le riportate qui" ordinò Morgana, chiamando a sé tutto il suo autocontrollo. Ci fu qualche protesta da parte dei ragazzi, che volevano solo fermarsi e festeggiare, visto che prima non avevano potuto. In fondo, era il loro primo concerto, era la prima notte del locale delle ragazze, si aspettavano una festa enorme, che probabilmente nessuno avrebbe ricordato la mattina dopo. Un'occhiataccia di Morgana, a dir poco furente, spense tutte le lamentele. I ragazzi salutarono educatamente e uscirono a testa bassa, trascinando le due rompiscatole con loro.

Non appena ebbero spento tutte le luci e chiuso a chiave il locale, Morgana salì velocemente le scale per entrare nell'appartamento e si buttò sul letto sfatto della loro camera. Sorrise nel sentire, pochi attimi dopo, Amelia mettersi a cavalcioni del suo bacino e iniziare a slacciare delicatamente i nastri del corsetto. La ragazza si abbassò e si avvicinò lentamente al viso di Morgana, sussurrandole dolcemente che, solo perché quelle due avevano rovinato la festa, non dovevano per forza rovinare tutta la notte.
"In fondo, questa è pur sempre la prima notte del Pentacle" mormorò.

  
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