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Autore: Pendragon    17/06/2015    6 recensioni
[ Storia Interattiva | Iscrizioni chiuse | 10 posti liberi ]
Il destino è deciso da tre donne che, rintanate in un luogo inaccessibile agli uomini, tessono il filo della vita e lo recidono quando stabiliscono che ormai è troppo lungo. Il loro controllo garantisce equilibrio e giustizia, poiché le Parche sono donne imparziali e ponderate.
Ma se un giorno il filo dovesse sparire?
♦♢♦
«Hermes!» esclamò Chirone. «Aspettavo il tuo arrivo. Che notizie mi porti?»
Rosalee sentì il dio sospirare. «Non buone, Chirone. Non buone.»
«Ovvero?»
«Avrai senz’altro notato, Chirone, che gli ultimi avvenimenti nel mondo sono stati un po’ strani: gli dèi del vento sono come impazziti e gli altri dèi si rifiutano di comunicare con voi.» rispose Hermes. Rosalee guardò Robin e annuì, mordendosi il labbro.
«Senza dubbio. Vorrei sapere a cosa è dovuto.» disse Chirone.
«Il filo, mio vecchio amico.» rispose il messaggero. «Il filo è perduto.»
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Dei Minori, Gli Dèi, Semidei Fanfiction Interattive
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il filo perduto
 
Dead Man ♣


 
 
Il ragazzo cadde in ginocchio e, subito dopo, la soffice benda che aveva intorno agli occhi venne tolta. Sbatté le palpebre un paio di volte per mettere a fuoco le immagini che lo circondavano: tre troni si ergevano davanti a lui, tre troni sui quali sedevano tre figure.
Due uomini dal sorriso malvagio e divertito sedevano sui troni laterali mentre la donna stava al centro, gli occhi che sembravano tizzoni ardenti e le labbra ridotte ad una linea che lasciava trapelare una completa serietà. David spostò lo sguardo a sinistra, dove trovò una ragazza in ginocchio. 
«Finalmente vi abbiamo trovati!» esclamò la donna alzandosi. Si avvicinò con passo altezzoso al figlio di Persefone e poi girò la testa verso la ragazza.
«Gradirei una spiegazione.» disse David guardando la dea - perchè solo di una dea si poteva trattare! - che si limitò a sorridere divertita. 
«Hm, sei davvero affascinante come avevo sentito dire, David Storm. Vedrò di usare ciò a mio vantaggio.» rise la dea. «In quanto a te, Cora White, sono felice di averti qui. Mi hanno parlato della tua meravigliosa natura sadica!»
Cora arricciò il naso, guardando con aria di sfida la dea e quelli che, a rigor di logica, dovevano essere dei. «Ebbene? Che cosa volete?»
«Non è ovvio, figlia di Ade?» disse l'uomo sulla destra. Ogni lettera che usciva dalla sua bocca era intrisa d'odio, David lo sentiva. Quando, poi, udì il nome del dio dell'Oltretomba si portò una mano sulla cicatrice che aveva sulla clavicola, cicatrice causatagli proprio da Ade che lo aveva pugnalato in quel punto, intenzionato ad  ucciderlo, considerandolo la prova del tradimento della sua amata Persefone. Odiava Ade, così come odiava tutti gli dei.
Serrò i pugni mentre il suo corpo veniva invaso da un forte odio, probabilmente amplificato a causa di quell'uomo. Lo trovava intimidatorio, quel tipo di persone da cui dovresti e vorresti stare alla larga, ma, in un certo senso, era attratto dall'aura di quell'uomo come un pezzetto di metallo è attratto da una calamita.
«Noi vogliamo la caduta degli Olimpi.» spiegò l'altro uomo. David spalancò gli occhi, che vennero attraversati da un lampo di interesse, di malvagio interesse.
«Abbiamo cercato dei semidei interessati ad unirsi alla nostra crociata ma, a quanto pare, il numero dei semidei avversi ai loro genitori è diminuito.» disse infastidita la dea.
L'uomo che sputava odio parlò, sistemandosi i crespi capelli neri. «Tutta colpa di quel Percy Jackson e compagnia bella.» sbuffò.
«Già, quei semidei ficcanaso!» rincarò l'altro dio, sbattendo con un pugno sul bracciolo del trono.
«Sì, sì, ma non importa! Abbiamo trovato questi due validi alleati.» gongolò la dea che, dopo aver mosso leggiadramente le mani, si era ritrovata con un pugnale in mano. Guardò prima la lama e poi i semidei, sorridendo divertita. «Ora, miei cari, siete con noi o no?» chiese gelidamente.
Cora si alzò in piedi, fermandosi in una posa altezzosa, con il mento sollevato e le braccia incrociate al petto. «Io ci sto.» disse con fermezza.
Gli occhi dei presenti finirono su David che, dopo aver lasciato dipingere sul suo viso un sorriso sghembo, si alzò in piedi. «Non c'era neanche il bisogno di chiederlo.»

 
 
 
 
 
Neal Olsen
 
Neal Olsen si avvicinò lentamente a Rosalee Burkhardt e Robin Hoshizora, che erano accucciati sotto ad una finestra della Casa Grande, probabilmente ad origliare una conversazione che Chirone stava avendo con qualcuno. Erano abbastanza concentrati a spiare la situazione dalla finestra e, di conseguenza, non si stavano guardando le spalle.
Il figlio di Asclepio sorrise mentre si piegava sulle ginocchia, portandosi allo stesso livello dei due ragazzi. «Che state combinando?» sussurrò, poggiando le mani sulla schiena  dei ragazzi, che sobbalzarono emettendo un sussulto. Rosalee si portò una mano sul cuore, guardando male il ragazzo. «Neal! Ma che ti salta in mente?» mormorò fingendo di essere su tutte le furie.
«Potrei chiedervi la stessa cosa.»
Neal alzò lentamente lo sguardo, trovandosi Hermes affacciato dalla finestra. I millenari occhi azzurri passavano da lui a Rosalee e da Rosalee a Robin. Sembrava stanco, così stanco che il figlio di Asclepio pensò che avesse corso una maratona, ipotesi sostenuta anche dagli abiti sportivi del dio. Al dio si aggiunse anche Chirone che aveva gli occhi che trasudavano disappunto. Sospirò e, con il suo migliore tono di rimprovero, disse: «Che cosa ci fate voi qui?»
Rosalee guardò Robin, cercando appoggio per una scusa. «Noi, um, stavamo… controllando le finestre?» tentò. Neal represse una risata perché, bisogna dirlo, Rosalee quando mentiva era uno spettacolo comico.
«Sì, ci hanno mandati i… figli di Efesto.» disse Robin, dando man forte alla figlia di Persefone.
Neal, non trattenendosi più a stare zitto, parlò. «Certo, Chirone. La sicurezza prima di tutto!» sul suo viso c’era un sorriso divertito e allegro e Chirone, da parte sua, gli rifilò uno sguardo piuttosto serio.
«Anche prima di una punizione, chiaramente.» disse Chirone. In quel momento Neal realizzò che, date le circostanze della scena, lui sembrava coinvolto e quindi, mettendosi in piedi frettolosamente e mettendo una mano aperta, con il palmo rivolto verso Chirone come a dire frena, diede le sue spiegazioni. «Ehi, io non c’entro nulla. Sono appena arrivato, non ho sentito nulla!» e poi fece un teatrale inchino. «E con la coscienza pulita mi allontano da un’ingiusta punizione!»
Fece per andarsene ma fu bloccato dalla risata di Hermes che, in seguito, posò una mano sulla spalla di Chirone. «I giovani sono curiosi, Chirone, lo sai. Sei stato giovane anche tu, dopo tutto.»
«Tipo nella preistoria.» mormorò Neal a Robin, che cercò di trattenersi dal ridere.
«Tra l’altro,» continuò il messaggero degli dèi. «lo avrebbero scoperto comunque, risparmiali.»
Chirone sospirò, acconsentendo alla richiesta del dio, ordinando poi ai semidei di ritornare alle loro attività. I tre ragazzi si affrettarono ad allontanarsi dalla Casa Grande e, ad un certo punto, Robin si congedò per andare a sparare, cosa che avrebbe dovuto fare prima di essere trascinato da Rosalee ad origliare i discorsi fra Chirone ed Hermes, e rimasero solo la figlia di Persefone e Neal.
La ragazza scrutò il suo amico con fare attentò e poi spalancò gli occhi e la bocca. «Ti sei tinto di nuovo i capelli!» notò, rendendosi conto che i capelli del figlio di Asclepio non erano più dello stesso colore del cielo ma erano di un biondo chiarissimo, quasi bianco. Neal annuì e Rosalee, con un sorriso, disse: «Ti stanno davvero bene.»
Neal sorrise e si sistemò gli occhiali sul naso, dato che erano scivolati un poco, e disse «Oh, tesoro,» fece uno schiocco con le dita. «a me sta bene tutto.»
Rosalee scoppiò a ridere, dando una spinta a Neal che, però, non servì a smuoverlo di molto. Il figlio di Asclepio le mise un braccio sulle spalle, iniziando a ridere. «Ridi pure, io dico solo la verità.» dichiarò. La figlia di Persefone annuì, mormorando qualcosa come "se lo dici tu"
Camminando arrivarono ai campi coltivati dai figli di Demetra e gli occhi di Rosalee si illuminarono.
«Ragazzi!» esclamò Phoebe Hill, una figlia di Demetra dai capelli castano chiaro legati in una coda alta. Le labbra rosee della ragazza erano piegate in un sorriso che colpiva i limpidi occhi azzuri e sulle guance, di un colore rosso così diverso dal bianco che usava dominarla, una macchietta di terra faceva la sua comparsa.
«Ciao Phi!» esclamarono i ragazzi.
«Ti fermi qui, Lee?» chiese allegra la figlia di Demetra. «A proposito, quelle rose bianche ti stanno benissimo!» aggiunse, facendo riferimento alla coroncina della ragazza che, con un largo sorriso, ringraziò Phoebe, confermando poi il suo intento di unirsi alla figlia di Demetra.
«Neal, ti unisci a noi?» chiese dolcemente Rosalee. Il figlio di Asclepio scosse la testa.
«Passo, Lee. Credo che andrò a dare una mano in infermeria.» disse. La figlia di Persefone annuì e, alzandosi sulle punte, diede un bacio sulla guancia al figlio di Asclepio. «A dopo!» disse allegra, andando da Phoebe che, a sua volta, lo salutò con un sorriso e con un cenno della mano.
Il figlio di Asclepio cominciò a camminare verso l'infermeria con le mani in tasca e un sorriso rilassato sulle labbra. Salutava gli altri semidei che gli passavano accanto finché, ad un tratto, non si ritrovò faccia a faccia con Alec Baldwin, figlio di Hermes, che si teneva la spalla. Inarcò un sopracciglio e, dopo aver squadrato il ragazzo, disse: «Alec, che hai fatto questa volta?» il suo tono era quello di un medico che vede lo stesso paziente almeno cinque volte a settimana - cosa che, a pensarci bene, con Alec succedeva davvero.
«Um, non ne sono del tutto sicuro. Mi stavo allenando e, improvvisamente, mi sono ritrovato a terra con la spalla che mi faceva un male cane.» disse il figlio di Hermes per poi sospirare sonoramente. «Tyche mi odia, lo so. Le avrò fatto qualcosa di male inavvertitamente, sicuro.» 
Neal alzò gli occhi al cielo, togliendo la mano di Alec dalla sua spalla e poggiandoci la sua. Chiuse gli occhi e mormorò qualcosa in greco, guarendo la spalla di Alec.
«Ma non essere così esagerato, Al!» disse Neal. «Vedi? Non era nemmeno tanto grave.» 
Il figlio di Hermes guardò la spalla con fare scettico. «Tanto me ne succederà una peggiore fra un po'. Grazie, comunque.» e si allontanò. Neal si voltò a guardarlo e alzò i pollici. «Figurati e sì, vivi sempre con ottimismo, amico mio!» esclamò per poi ritornare alla sua marcia verso l'infermeria.
Quel giorno era proprio una bella giornata, con un bel sole che splendeva nel cielo e tutti - o quasi - i semidei allegri e pimpanti. Non poteva desiderare di più!
Però, dopo qualche altro passo, si chiese perchè non avesse desiderato che quella pace continuasse! 
Infatti, mentre si godeva la bellezza apparente di quella giornata, un urlo squarciò l'aria e gli gelò il sangue. Era un urlo disperato, di terrore. Un urlo terribile.
Dopo una paralisi momentanea Neal si riscosse, correndo verso la fonte di quell'urlo. Suppose, dalla quantità di Mezzosangue che c'erano, che quell'urlo proveniva dal bosco così si unificò alla folla che correva per arrivare al luogo dell'accaduto. 
Data la muraglia di ragazzi che si stagliava davanti a lui non riuscì a passare, neanche a furia di spinte e gomitate. Ad un tratto, poi, vide una ragazza dai capelli quasi bianchi e spettinati che, in un attimo, riconobbe come Anja Truegeeps, figlia di Efesto. 
Mentre tutti spingevano per farsi strada nel bosco lei andava nella direzione opposta, con gli occhi azzurri attraversati da paura. Neal la fermò, prendendole il braccio.
La figlia di Efesto si irrigidì a quel contatto, facendo scattare lo sguardo sul ragazzo.
«Ehi tranquilla, sono solo Neal.» disse con fare rassicurante il figlio di Asclepio. «Che è successo? Che c'è li?» chiese poi.
Anja lo guardò in viso per qualche secondo per poi abbassare lo sguardo, prendendo con movimenti estremamente rigidi un blocchetto ed una matita. 
Neal sapeva del problema di Anja alle corde vocali, problema che le impediva di parlare, costringendo la ragazza ad utilizzare un pezzo di carta ed una matita come mezzo di comunicazione. Neal avrebbe voluto fare qualcosa, curarla, ma era una cosa che andava oltre i suoi limiti. 
Anja scrisse una singola parola in una calligrafia frettolosa e poi mise il blocchetto sotto al naso del ragazzo.
"Morto"





Pendragon's Notes

Heeeey! What's up guys? Pendragon is here 
Avrei dovuto aggiornare domani but... non sono riuscita a resistere so... here I am! :'3 ok sta mania di parlare inglese mi sta sfuggendo di mano send help
Ecco a voi il primo capitolo ufficiale de "Il filo perduto"! Yay, inauguriamo questa cosa con una morte!...  siamo al primo capitolo ed ho già fatto schiattare qualcuno, ok. what is wrong with meeeeeeee?

Direi che iniziamo bene! 
Come avrete notato, eccetto per il paragrafo iniziale - che metterò sempre per descrivere anche la situazione fuori dal Campo e lontano dagli eroi -, il capitolo è narrato con il pov di un singolo personaggio anzichè un po' e un po'. Questa decisione è stata presa per comodità, così per ogni capitolo dovrò concentrarmi su una sola ottica, cosa che mi riesce meglio dato che, per esperienza personale, cambiare pov un po' mi rallenta/frena perchè devo impersonare una persona del tutto diversa dalla prima. Ok, tutto ciò probabilmente è espresso in maniera alquanto ostrogota ma vabbè, l'importante è che tutti avranno un proprio pov e tutti comparirano, ye. E, a proposito, let's see chi abbiamo incontrato in questo capitolo!


Neal Tyler Olsen, il sassy figlio di Asclepio che domina il pov di questo capitolo di _little_sweet_things_;
 Phoebe Jaimie Hill, la pimpante figlia di Demetra di tama_chan_;
• Alec Baldwin, l'adorabile pessimista figlio di Hermes di Sabaku No Konan Inuzuka;
• Anja Truegeeps, la timida figlia di Efesto di _Littles_;


Per quanto riguarda i villains che abbiamo visto a inizio capitolo abbiamo:

• David "Dave" Storm, l'amabile figlio di Persefone di King_Peter;
• Cora White, la fredda figlia di Ade di LolaKastle22;


Che bei personaggi che mi avete mandato, aw *^*
Grazie davvero per aver partecipato a questa fanfiction interattiva affidandomi a vostro rischio e pericolo dei personaggi tanto bellini :3
Spero che il capitolo vi sia piaciuto! Lasciatemi un vostro parere perchè mi farebbe troppo piacere eeee... ci risentiamo al prossimo capitolo!
Baci,
 
Pendragon 

 
  
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