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Autore: Viltynes    17/06/2015    0 recensioni
"Quale sogno stai inseguendo? O meglio, quale incubo insegue te?"
Shard non capisce. Quel sogno continua a tormentarlo, ad opprimerlo. Quale significato si nasconde nella figura dietro allo specchio? E poi quegli ululati, quella belva famelica... cosa vogliono da lui?
La notte si porterà via l'umanità del ragazzo, il quale, nel suo nuovo corpo da lupo, cercherà in tutti i modi di restare aggrappato alla vita.
Genere: Avventura, Fantasy, Horror | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Shard non smetteva di correre. Da quanto tempo non si fermava? Ore? Giorni? Settimane, mesi, forse? Non lo sapeva. Tormento. I dolorosi ricordi di quella sera così lontana eppure così vicina gli pulsarono nella mente, strappandogli un uggiolìo di dolore. Tormento. Il lupo abbassò la testa e digrignò i denti, cercando di non pensare e di concentrarsi solo sulle sue zampe che divoravano il terreno. Non poteva fermarsi. Tormento. Già, ma cos'era che lo tormentava? Quegli occhi sanguigni puntati addosso? Il fatto che aveva visto il cielo tingersi di rosso? Le fiamme che avevano preso vita? Tormento. Ecco, ci stava nuovamente pensando! Un altro attacco di emicrania fece riaffiorare nella mente del rossiccio le parole del capobranco "L'Anima che può porre fine a tutto questo è in trappola… Il RagazzoLupo morirà." L'Anima ed il RagazzoLupo erano la stessa persona? E soprattutto, lui ed il RagazzoLupo erano la medesima creatura? In trappola, in trappola… Non lo sapeva, non comprendeva… tormento, Tormento, TORMENTO! Quante cose non sapeva! Infondo lui era solo un povero essere umano precipitato per errore nell'immensa ed aggrovigliata tela oscura di un ragno, un ragno con un'insaziabile sete di buio e di… sangue. Un aracnide? Ma cosa diceva, un lupo! Un lupo che uccideva per divertimento, non per sopravvivere. Un lupo che, prima di uccidere la sua preda, la faceva soffrire, soffrire dentro. La corrodeva dall'interno, con la paura, con il terrore… Però… davvero era tutto un errore? Davvero era stata una casuale sfortuna che proprio lui venisse trasformato in una belva tanto famelica? Davvero… poteva capitare a tutti? Tormento. Shard vide che le sue zampe stavano perdendo velocità. No, no, no! Non poteva fermarsi, lo avrebbero raggiunto! In trappola… si sentiva davvero in trappola, come aveva detto il capobranco. L'emicrania si fece sentire ancora più forte ed il RagazzoLupo batté ripetutamente le palpebre. Ripensò ancora alle parole del lupo dallo sguardo smeraldino, poi sentì qualcosa solleticargli la coda… le catene la avvolsero e cominciarono a strisciare lungo il suo corpo, bloccandogli le zampe posteriori, avvinghiandosi al suo ventre ed al suo dorso… esse continuavano a salire, paralizzandogli i legamenti ed i muscoli… finalmente arrivarono al collo e, come serpenti a sonagli, ticchettarono e sibilarono infilandosi nella pelliccia del lupo color ruggine… No, Shard! Attento alla giugulare, attento alla… la voce  dell'istinto gli morì nella mente appannata e confusa, mentre questa veniva invasa da una nenia familiare… sì, ricordava! Era la stessa melodia che aveva udito quando era stato trasformato in lupo! Le catene erano finalmente arrivate al muso e, stringendosi, bloccarono il respiro al rossiccio. Gli coprirono le folte orecchie, gli serrarono gli occhi, gli immobilizzarono il muso che ringhiava debolmente. Buio. Sangue. Sì, sapore di sangue in bocca, ecco cosa sentiva. Sentiva il sapore dolce del liquido rosso sulla lingua, percepiva l'oscurità circondarlo ed opprimerlo, udiva la dolce nenia che lo invitava a riposare i muscoli dolenti e le palpebre pesanti. La melodia, ora sentiva solo più quella. In trappola… il RagazzoLupo si abbandonò alla stanchezza e cadde rovinosamente a terra. Tormento.
 
I due lupi balzarono sulle rocce davanti a loro ed il primo si fermò su uno spuntone che dava sulla vallata. La pelliccia grigia ondeggiò al vento, mentre il gli occhi cerchiati i nero ed il muso sfumato del medesimo colore si contrassero, concentrati. "Xo'.." mormorò al compagno il quale, però, non gli rispose. "Xoris!" ripeté allora più forte e leggermente seccato. "Cosa c'è?" domandò con scarso entusiasmo il canide con il manto color paglia e la coda arrotolata tipica degli husky. "C'è odore di sangue." Xoris si girò a guardarlo con i soliti occhi affusolati e seri "Ash, mi sembra normale. Nel bosco gli animali si mangiano a vicenda per sopravvivere. Dovresti saperlo, tu che sei un lupo." L'angolo della bocca del grigio si piegò in una smorfia un poco ironica. "Xo', capisco che la tua parte di cane sopprima il tuo istinto naturale, ma ascolta bene. Non è sangue normale." Ash vide immediatamente le pupille immerse nell'oro degli occhi del compagno ridursi a due fessure, mentre il naso nero ed umido guizzava a destra ed a manca. Il cane lupo si allungò sulla roccia per catturare meglio gli odori, i fianchi magri che si muovevano freneticamente in cerca di qualcosa… quando la trovò, s'immobilizzò. "E' sangue di lupo e…" gli occhi di Xoris si sgranarono ancora di più, mentre cercavano una conferma dal compare. Il grigio annuì, grave. "E di umano." "Dobbiamo avvisare Odino. Ora." Ed i due, silenziosi com'erano arrivati, si dileguarono.
 
Shannon lanciò un latrato rabbioso, contraendo le corde vocali e sfogando tutto il suo odio con quei mostruosi ringhi. Doveva uccidere o ferire qualcosa, altrimenti sarebbe impazzita. Se l'era lasciato scappare! E si era appena ripromessa di non perderlo d'occhio!! Un altro latrato, un altro ringhio. Con gli artigli graffiò il terreno e lasciò su di esso un solco profondo. Dov'era andato? Cosa gli era successo? Cominciò a correre, ma poi si fermò di colpo e scosse la testa. No. Non poteva essere preoccupata per lui. Oppure…? Balzò sul balcone di una casa abbandonata e, con un potente colpo di reni, si issò sul tetto. Prese la rincorsa e saltò di edificio in edificio, sfogando ogni tanto la sua rabbia con brevi e perforanti ululati. Senza volerlo si ritrovò nella piazza dove i suoi compagni stavano riposando. Si fermò un attimo a scrutare lo spazio a lei sottostante, la pelliccia che scintillava in controluce. Doveva trovare una vittima sulla quale sfogare la propria rabbia… intravide un'ombra muoversi pigramente lungo il marciapiede e non ci pensò due volte. Dopo essersi accovacciata, prese lo slancio e si buttò dritta sullo sventurato, le zanne fameliche ben in vista e le zampe artigliate tese davanti a sé. Queste ultime si strinsero convulsamente sulla pelliccia di un robusto lupo bianco e grigio e la spalla di Shannon lo scaraventò a terra per la forza dell'impatto, sebbene lei fosse la metà dell'altro canide. Questi rotolò sul cemento e, datosi una spinta con le zampe dalla parte destra del suo corpo, si alzò subito in piedi ringhiando ferocemente e mostrando le zanne all'aggressore. Quando vide però chi era quest'ultimo, abbandonò l'atteggiamento battagliero e, drizzate le orecchie, si mise a scodinzolare debolmente. La lupa bianca e castana ravvivò il tono del suo ringhio come ammonimento, ma il lupo non accettò la sfida ed anzi, si sedette sulle anche con fare tranquillo. Shannon era indignata. Heller. Tra tutte le vittime che avrebbe potuto colpire, proprio lui! Era da un po' che il canide le faceva la corte, ma lei non apprezzava le sue attenzioni. Combatti, gli intimò con lo sguardo. L'altro non fece una piega, allora la lupa scattò in avanti e gli azzannò la collottola per poi saltare subito indietro. Heller si limitò a barcollare un po' spaesato, ma poi riprese immediatamente l'atteggiamento allegro. Fatto che a Shannon diede un certo fastidio. Ella ricominciò ad attaccare, sempre più velocemente, sempre più costante, sempre più aggressivamente. Niente. Nemmeno quando gli colpì il muso con una zampata, il bianco maculato di grigio non reagì. La lupa mostrò le zanne e soffiò indignata, poi, con un salto all'indietro, sparì nell'ombra di una casa abbandonata. Non aveva neanche avuto la soddisfazione di veder soffrire qualcuno. Che compagnia poteva avere? Avevano tutti visto che non era di buon umore quel giorno e chiunque lì sapeva che cosa poteva fare se alterata. Aveva una certa fama da cacciatrice e combattente, era vero. Questo però portava il branco a non starle troppo vicino. La sua velocità e la sua imprevedibilità erano sin troppo conosciute. Se solo Shard… no, doveva smetterla di pensare a lui. Doveva svegliarsi. Lui se n'era andato. Per sempre. Probabilmente sarebbe morto di fame o sarebbe stato sbranato da qualcuno più forte di lui. A lei non doveva importare. A lei non doveva mancare. Lei non poteva distrarsi. Infondo quell'anima era solo una marionetta del Fato, una marionetta degli dèi. Come tutti loro del resto. Nessuno poteva decidere chi essere o cosa fare. Shannon si affacciò alla finestra, scorgendo attraverso il vetro crepato il calare del sole. Aggrottò le sopracciglia. Eppure…
 
"Catene!!" Shard spalancò gli occhi colmi di terrore, il fiato corto come se gli avessero serrato la gola. Il lupo mosse convulsamente le zampe e brontolò debolmente prima di riuscire a mettere a fuoco ciò che era intorno a lui. Era in un bosco ed a giudicare dall'altezza del sole era pomeriggio… che cosa ci faceva lì? Non rammentava… I ricordi gli bombardarono dolorosamente la mente. Ah già… ecco che cos'era successo. Abbandonò ogni tentativo di muoversi e sospirò rumorosamente. Alzò la testa di lato, giusto per darsi un'occhiata. Si era immaginato le catene. Stava diventando pazzo. E qualcuno avrebbe potuto biasimarlo? Infondo era solo stato trasformato in un lupo, aveva solo assistito ad una truculenta battuta di caccia contro una donna ed un neonato, aveva solo visto le fiamme create da un lupo nero prendere vita e fissare il loro sguardo color rubino sopra di lui. Ah già, dimenticava della frase "Il RagazzoLupo morirà" Ma no Shard, si disse con un'espressione ironica, non fare la vittima, stai come al solito esagerando, c'è chi sta molto peggio di te! La morsa della fame gli strinse lo stomaco, distraendolo dalla sua conversazione mentale. Bravo Shard, inizia a parlare da solo adesso, mi raccomando, si disse stringendo i denti e sforzandosi di rimettersi sulle zampe. Ancora intontito dall'agitato e profondo sonno, il lupo color ruggine mosse alcuni passi incerti verso una roccia, ma subito si fermò e spostò il peso sulle zampe posteriori, piegando la testa in mezzo a quelle anteriori tese dinnanzi a sé. Odiava i giramenti di testa, li odiava quasi quando la sua vita, pensò mentre la visuale gli si riempiva lentamente di quadratini neri, i quali poi cominciarono a sparire poco dopo. Ma che diceva. La sua vita meritava un odio persino superiore a quello per Fenrir, Hati, Skoll e per tutto il resto del branco. Già, tutti quei lupi lo disgustavano, non capiva come potessero servire quei mostri. Tutti quanti, nessuno escluso. Nessuno… una dolce euforia cercò di spiccare il volo al di sopra delle altre emozioni, ma queste la ricacciarono giù in modo crudele, lasciando a Shard solo l'immagine sfocata di una figura che scomparve insieme ai giramenti di testa. Cosa sto dimenticando…? E, con un sorriso amaro dipinto sul muso, il RagazzoLupo si avviò nella vegetazione.
Lo stomaco del rossiccio brontolò ed il canide gli ringhiò contro. "Sta' zitto, o farai scappare le prede come poco fa." Shard infatti aveva avuto poca fortuna. Dopo qualche ora di ricerca era solo riuscito a trovare una tana di piccoli topi di campagna e aveva divorato tutta la cucciolata, ma non era abbastanza. Le piccole pernici ed i vivaci ermellini erano troppo scattanti per lui, ridotto in quelle condizioni. Anche un incontro con una semplice volpe gli sarebbe potuto risultare fatale. Quando finalmente aveva trovato uno scoiattolo concentrato nella ricerca di alcune noci e si era appostato dietro ad un cespuglio, pronto a balzare addosso alla preda, essa aveva udito il rumore dello stomaco affamato del cacciatore e, svelta come una saetta, si era arrampicata sull'acero più vicino, deridendo il lupo affamato. Oh, se solo avesse avuto le mani per arrampicarsi su quell'albero… ma non le aveva e così era rimasto a bocca asciutta. Un rumore di fronde spezzate catturò la sua attenzione ed egli si fermò in ascolto, le orecchie drizzate e frementi. Ci fu un altro rumore proveniente da sopra di lui, questa volta più forte, e Shard fece appena in tempo a spostarsi di lato con un balzo che un ramo spezzato si abbatté dove poco prima si trovava. Il RagazzoLupo si spostò cauto verso di esso per esaminarlo: non era secco, anzi. Non poteva essersi rotto da solo… Il rossiccio percepì qualcosa che lo fissava ed in un battibaleno si ritrovò scaraventato contro una roccia, qualche metro più in là. Riaprì gli occhi e vide un lupo color paglia molto simile ad un husky scrutarlo concentrato, quasi stesse decidendo in che modo ucciderlo. Shard batté le palpebre un paio di volte e riuscì a scorgere, solo dopo aver ricevuto una zampata al capo ben assestata, un lampo giallognolo. Quel cane lupo non si perdeva in ringhi od arruffamenti di pelo come tutti gli altri come lui, no. Attaccava e basta, lasciando il canide color ruggine sconcertato dalla velocità, dalla silenziosità e dalla propria precisione. In breve il RagazzoLupo si ritrovò a girare debolmente su se stesso, il flebile ringhio battagliero che gli moriva in gola. Che fare? Nulla. Non poteva competere contro quella sottospecie di guerriero. Ancora una volta, Shard si ritrovò a terra, le zampe insanguinati per i profondi morsi dell'altro. Una rabbia cieca lo invase. Non era ancora finita. No, non poteva morire così… dopo tutto quello che era successo…. Sarebbe stato un semplice cane lupo ad abbatterlo? Il rossiccio si rialzò, malfermo, ma ringhiante. Non si sarebbe arreso. L'avversario si fermò davanti a lui, i muscoli irrigiditi, pronto a scagliarglisi contro. Una risata proruppe dietro di lui, risonante fra gli alberi. Il canide ferito non smise di ringhiare, ravvivò anzi il tono con fare minaccioso. Un lupo grigio con il muso sfumato di nero uscì dal suo nascondiglio formato dalla chioma di un albero e balzò di sotto, vicino al cane lupo. "Hai visto, Xoris? Non si arrende, il piccoletto." disse poi a quest'ultimo accomodandosi sulle anche. Il compare si rilassò "Già, è uno che non molla. Peccato che dovremo ucciderlo." Shard li guardò con gli occhi semichiusi. Già uno era difficile da battere, figurarsi due! Doveva almeno sfruttare l'effetto sorpresa. Senza pensarci troppo si slanciò contro il nuovo arrivato, il muso contratto e pronto a spalancarsi ed a colpire con le letali zanne. Xoris scattò all'indietro, mentre il grigio rimase ad aspettare comodamente seduto. Solo all'ultimo istante, quasi riluttante, decise di muoversi. Egli si spostò agilmente verso il basso, schivando il colpo dell'altro lupo, poi, spostando il peso sulle zampe posteriori e dandosi una leggera spinta, colpì con la spalla Shard e lo immobilizzò a terra, gli artigli lucenti pronti a perforare il tenero collo dell'aggressore. "Ash…" la voce del canide color paglia bloccò i movimenti dell'amico. "Cosa c'e'?" chiese questi spazientito. Si udì un frullar d'ali, poi un gracchiare e tutto fu silenzio. Il RagazzoLupo vide le pupille del nemico restringersi ed il suo respiro farsi più veloce. Quando finalmente egli mosse la testa verso l'alto, restò paralizzato nel vedere un corvo sostare sul ramo di una quercia. Il nero volatile gracchiò ancora, fissando lo sguardo color muschio negli occhi del lupo grigio. "Non farlo!" una voce roca ruppe il silenzio "Lascialo andare" Un canide alato e moro planò nella radura, seguito da un altro identico, solo un po' più piccolo e con gli occhi di un blu grigiastro. Un altro corvo con lo sguardo del medesimo colore continuò a volteggiare sopra di loro. "Ash. Ora." continuò il lupo con le piume splendenti, gli occhi verde scuro sempre più socchiusi. Il muso sfumato di nero del grigio si contrasse, ma dopo ancora qualche secondo la pesante zampa artigliata liberò Shard dal terreno. "Huginn, Muninn. Qual buon vento vi porta?" Il corvo sull'albero inclinò la testa di lato e, gorgogliando, si andò a posare sulla spalla di Huginn, colui dagli occhi color muschio. "Ha ragione lui" disse scettico quest'ultimo indicando con un cenno del capo l'uccello "Se questa doveva essere una battuta sulle nostre ali, non era per niente divertente. In ogni caso, il 'vento', come dici tu, non è affatto buono" "Che cosa intendi?" si intromise Xoris, facendo un passo avanti e spostando le orecchie in avanti. "Sta succedendo qualcosa di grosso con Loki, lo sapevamo tutti. E lui ci serve." Ash mosse la coda di scatto, come infastidito "Il morto di fame? Viene dal branco di Fenrir, ho sentito il suo odore, e deve anche essersi cibato di umani, la loro puzza gli sta appiccicata addosso. Però è troppo stupido, lo devono aver abbindolato come tutti gli altri. Pur di non parlare potrebbero tagliarsi le corde vocali una ad una, conoscendo il tipo di addestramento al quale Loki li sottopone, quei poveri bastardi." Muninn annuì "Hai ragione, il figlio di Odino ha progettato bene ogni mossa. Come al solito, insomma. Lui però è diverso. Non è stato addestrato. E' scappato, non è venuto qui per spiarci." "E questo tu come lo sai?" chiese in tono sarcastico Ash, non del tutto convinto. "Il lupo dubita di Odino! Il lupo dubita dell'All Father!" gridò il corvo, sbattendo le ali. Xoris, affiancato il compagno, chinò leggermente la testa. "Se questo è il volere del Padre del Tutto, lo porteremo da lui" disse poi girandosi verso il grigio. "Vero?" chiese con sguardo serio e riprovevole ad Ash. "Va bene" mugugnò egli contrariato. Shard era rimasto tutto il tempo in disparte ad osservare ed ascoltare. I due lupi alati non lo avevano stupito molto, oramai niente avrebbe potuto colpirlo. In più era stanco. Ed affamato. Huginn e Muninn erano due nomi a lui familiari, ma non ricordava esattamente dove li avesse sentiti. Invece, qualcosa gli era rimasto impresso nella mente. Loki. Quel nome… sentiva una potenza oscura e… fredda. Freddo, freddo. Quando pensava a quel nome sentiva solo freddo. Paura, freddo… tormento. Quasi non si accorse che si stavano muovendo, lui scortato da tutti gli altri. Quei canidi non erano amichevoli nei suoi confronti, ma non sentiva nemmeno il timore che aveva provato di fronte ai suoi vecchi compagni ed al… capobranco. Loki. Ancora quel nome. Ancora freddo. Ebbe una visione. Durò un decimo di secondo, ma fu chiara, nitida. C'era un palazzo dorato gigantesco, circondato da case, case, case… per un attimo il cielo splendette d'azzurro limpido, poi… Una risata maschile esplose come un tuono, il cielo si tinse nuovamente di rosso, quasi fosse stato macchiato di sangue. Una nebbia verdognola circondò il castello e… nulla. Il RagazzoLupo si sentì scuotere dai suoi compagni, mentre si ritrovava davanti una costruzione simile a quella appena vista, solo più piccola e con una forma più… spigolosa, in un certo senso. Shard non riuscì a concentrarsi bene su ciò che di spettacolare aveva davanti, continuava a sentire quella risata. Loki. Freddo. Tormento.
   
 
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