Anime & Manga > L'Attacco dei Giganti
Segui la storia  |       
Autore: _missyjaeger_    18/06/2015    2 recensioni
Questa storia parla di Levi ,un giovane artista di acclamato successo e dei suoi incubi che lo tengono sveglio la notte e lo fanno dormire male. I suoi ricordi di una vita passata lo tormentano e la mancanza del suo amato lo fa soffrire, riuscirà a ricongiungersi dopo tanto tempo a colui che tanto ha amato ma che non ha mai incontrato...almeno in questa vita?!
Genere: Angst, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Eren Jaeger, Rivaille, Un po' tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
 Capitolo 4- Mare
 
Era passata una settimana da quell’incontro. Non si erano più rivisti in quella settimana, per lo meno perché Levi non era più uscito di casa. Le sue notti erano di nuovo perseguitate dagli incubi, non si dava pace, non riusciva a credere che Eren fosse stato in coma per tutto quel tempo. Lui dove era stato?! Lo aveva cercato in capo al mondo ma non avrebbe mai pensato che fosse stato sempre lì vicino a lui.
 
Il coma.
 
Solo il pensiero di quella parola lo faceva rabbrividire. Eren aveva dei validi motivi per soffrire di attacchi di panico e crisi di nervi. Ma la cosa che più lo faceva arrabbiare è che lui non era stato lì. Levi non c’era stato  per lui quando era in coma e non era stata la prima persona che Eren avesse visto al suo risveglio dopo tre anni di sonno, se così lo si poteva chiamare. Eren gli aveva raccontato che era stata Mikasa a salvarlo quel giorno, aveva chiamato la polizia perché i suoi genitori non le avevano mai fatto sapere di essere arrivati al mare, ed era stata lei che era rimasta per tre lunghi anni affianco a Eren, lo aveva vegliato ed era stata la prima persona che Eren aveva visto al suo risveglio.
Perché non poteva essere Mikasa?! Voleva essere lui a prendersi cura di Eren. In fondo Eren era suo anche se lui non se lo ricordava, gli spettava di diritto. Aaaah non ci capiva più niente!!
 
Il campanello di casa suonò e Levi andò ad aprire.
“Buongiorno! Come sta il mio piccolo artista oggi?!” Irvin entrò in casa, come era ormai sua abitudine fare, e teneva in mano un vassoio.
“Irvin non sono in vena di scherzi e sto comunque una merda, come sempre!”
“ed è per questo che ti ho portato i pasticcini…e anche il tè nero! Mettiti comodo che ti preparo tutto!!”
Levi si accasciò sul divano, ormai si era abituato alle scenette di Irvin, non si dava pace finché non gli avresti fatto fare quello che voleva e per questo non protestò.
“Levi hai due occhiaie che potrei scambiarti per un panda! Che è successo?!”
“non dormo più bene” fu la risposta secca e apatica di Levi.
“e come mai?”
“incubi…” il solo pensiero della vista di quell’Eren senza vita dei suoi incubi lo fece rabbrividire.
“sogni di nuovo quelle cose…?” il tono della voce si fece più basso e serio.
Levi tardò a rispondere…non sapeva se dirgli la verità o meno, decise di non tenersi più niente per sé e sputò il rospo. “stavolta l’incubo è cambiato….ma Eren….è sempre morto.”
 
L’acqua nel pentolino iniziò a bollire, Irvin la tolse dal fuoco e la versò in due tazzine, lasciandola in infusione con le foglie di  tè nero per qualche minuto.
“sai Levi, non ti capisco! Per anni hai sognato un ragazzo che dicevi fosse stato il tuo amante in una fantomatica vita passata, e non ti davi mai pace perché non riuscivi a trovarlo da nessuna parte, ora l’hai trovato, ci hai parlato e ci sei pure uscito insieme! Cosa c’è che non va?! Dovresti fare i salti di gioi-“
“Eren è stato in coma.” Levi gli impedì di concludere la frase.
“ah…” Irvin rimase un attimo sconcertato. “beh è vivo e vegeto ora! Non capisco ancora perché tu stai una merda!!”
“è stato in coma….e io non c’ero! Soffre di attacchi di panico…e io non ci sono per aiutarlo!”
“Levi secondo te uno si affida a uno sconosciuto per farsi curare?! Cioè lui non ti conosce come tu dici di conoscere lui! E poi non sei mica un medico! Lo so che vorresti essere di nuovo il suo compagno ma devi essere paziente! È un ragazzino ancora  e anche problematico non puoi andare da lui e pretendere che ti appartenga!”
Levi non rispose, Irvin aveva ragione, come sempre…
“oggi è una bella giornata! Vatti a prendere una boccata d’aria schiarisce le idee! E tu ne hai davvero bisogno!”
 
 
E fece davvero così. Parcheggiò la macchina lontano così che avrebbe avuto tutto il tempo di farsi una lunga passeggiata avendo a disposizione il tempo per riflettere. Aveva bisogno di schiarirsi le idee e l’aria salata del mare lo aiutava molto. Ad ogni respiro i polmoni si riempivano di aria fresca e salmastra, il vento gli rendeva la faccia umida e appiccicosa, ma poteva resistere a quella sensazione di sporco. Pensò alle parole di Irvin, forse doveva ritenersi fortunato ad essere riuscito ad incontrare il ragazzo dei suoi sogni, quello che era stato il suo amante in una vita passata, così era riuscito a dimostrare che tutto ciò che si ricordava era accaduto veramente, che non era un pazzo! Ma quel pensiero che non era riuscito ad aiutarlo gli frullava ancora in mente! chissà magari quando lui era schiacciato in quella macchina e pativa le pene dell’inferno, Levi stava portando le sue statue in giro per il mondo! Come poteva essere così ipocrita? Non poteva vivere di rimorsi, lo aveva imparato vivendo, così si sarebbe corroso da dentro e sarebbe caduto in una spirale di perdizione senza più ritorno e non poteva permetterselo.
 
Passò due ore così: guardando il mare seduto su un telo sopra la sabbia calda.
Era in pace con se stesso, tutti i pensieri che lo tormentavano erano andati via, almeno per un po’, ora voleva solo godersi la brezzolina e contemplare il mare.
“Levi?! Sei tu?!”
Levi si girò verso la voce. Eren era lì, in piedi, tra le braccia teneva un quaderno di schizzi e un astuccio di matite.
“Eren che ci fai qui?!” tutti i pensieri negativi riaffiorarono alla mente di Levi che combatté arduamente per farli ritornare indietro.
“di solito vengo qua a dipingere quando sono stressato o è una giornata storta, vedere il mare mi rilassa…e tu invece che ci fai qua?!”
“vale la stessa cosa per me, sono stressato…fin troppo!”
“e cosa ti fa stressare?”
“i miei incubi… sono ritornati”
“e come mai?!”
“ sensi di colpa…”
“per cosa?”
“per te.”
Eren sgranò gli occhi.
 
“P-posso sedermi?” Eren sussurrò a Levi. Lui annuì e il giovane si mise seduto accanto a lui appoggiando i quaderni con gli schizzi e le matite di fianco a sé. “perché…dovresti sognare me?”
-perché ti amo?! Sei tutto per me! E non posso pensare che ti avrei perduto anche in questa vita per un incidente stradale ?! perchè sei finito in coma e io non ero lì per aiutarti?!-
“non lo so” fu tutto quello che riuscì a dire Levi. “ anzi in verità credo di sapere perché”
“e qual è la verità?” chiese Eren.
“non posso credere che un giovane come te possa finire in coma! Ho i sensi di colpa per quello! Mi sento inutile davanti l’impossibilità e la fragilità umana!”
“mh! Ti capisco anche mia sorella si è sentita impotente quando ero in coma! Di solito lei riesce a tenere tutto sotto controllo ma quando la mia vita è stata appesa un filo era tutto più difficile per lei…deve aver sofferto molto!”
“è stata fortunata….”
Eren sembrò non capire.
“io darei di tutto per stare con la persona a cui tengo più al mondo” riprese Levi “tua sorella è potuta stare con te nel momento in cui eri più fragile! anche se ha sofferto è stata di sicuro felice di starti dietro!”
“fidati quando ti dico che mia sorella non vorrebbe ripetere l’esperienza! Lei è una ragazza forte ma ancora non si perdona l’incidente. Non è neanche stata colpa sua se è successo ma per lei è come se lo fosse. L’unica cosa che vorrei per lei è che non dovesse accudirmi più ogni volta che ho una crisi, non voglio rovinargli ancora di più la vita!”
“Eren sei un ragazzo forte e la vita ti ha messo alla prova duramente! Sono sicuro che un giorno tutte le tue paure e le tue crisi svaniranno e riuscirai a non dipendere più da tua sorella! Io so che ce la farai! Io credo in te.” E detto questo gli prese la mano. Un gesto involontario da cui Eren non si ritirò.
“Grazie…per la fiducia…”
E stettero così, a guardare il tramonto mano nella mano.
 
“si è fatto tardi devo andare” disse Eren alzandosi e staccandosi dal contatto della mano di Levi.
“si sta facendo buio, ti accompagno a casa!”  si alzò anche Levi da terra.
“no tranquillo vado a piedi! Ormai ci sono abituato! Non è un problema!”
“non ti lascio andare da solo! È buio e si sta facendo freddo ti porto in macchina con me non ci metteremo tanto!”
Eren si paralizzò. “Macchina…?”
“certo Eren! non ti lascio andare a piedi! In macchina andremo più veloce e staremo al caldo! Ti prometto che arriverai in un attimo a cas-…ah….tu hai paura delle auto…”
“mi dispiace Levi ma io davvero non ce la faccio…ho provato e riprovato a salire nelle macchine ma non ci riesco proprio!! Troppi ricordi! E poi rischio di nuovo una crisi di panico! Non me la sento di ripetere l’esperienza…davvero!”
Era sull’orlo di una crisi di nervi e Levi non voleva che accadesse ma allo stesso tempo voleva essere d’aiuto  a Eren.
“ti fidi di me?” furono le parole calme che uscirono dalla bocca di Levi. “lo so che sono l’ultimo uomo a cui potresti affidare la vita ma…che ne dici di provare…insieme? Se ti prende il panico ti accompagno a piedi. Promesso.” E si mise una mano sul cuore.
Eren era rimasto lì, immobile, il cuore gli batteva all’impazzata e non sapeva che fare: non accettare significava niente problemi né crisi di panico ma accettare poteva significare oltrepassare un ostacolo e avvicinarsi sempre di più alla cancellazione della sua fobia.
“Accetto.”
Levi sorrise dolcemente, per la prima volta in tutta la sua vita. “ vieni, ti porto alla macchina.”
 
Era lì fermo, lo sportello del passeggero era aperto ma lui non muoveva un passo.
“che fai lì impalato?! Entra!!” Levi era già posizionato sul sedile del guidatore e cercava di spronare Eren ad entrare nell’abitacolo.
“non ce la faccio, ho paura!!” la voce gli tremava, era davvero agitato.
“se dici non ce la faccio hai già perso! Muoviti entra dentro! Ti congeli lì fuori!!”
“lo dice anche il mio psichiatra! No Levi torno a casa a piedi!”
“non fare il bambino Eren! io credo in te e so che puoi farcela!! Guardami!!” 
Eren, tremante, lo guardò.
“Eren, finchè ci sarò io con te non ti succederà mai niente! Te lo prometto!”
“dici davvero?!”
“sì Eren, credimi!”
“ti credo.”
Eren fece un respiro, l’aria fredda della sera gli entrò nei polmoni e lo rinfrescò. Salì con un piede, poi anche con l’altro e infine si sedette sul morbido sedile di pelle e chiuse la portiera.
“Ok….ci sono!!! grazie grazie grazie!! sei il migliore ci sono riuscito!!! sono salito in macchina e senza che il dottor Pixis mi obbligasse!!”
Lo abbracciò così stretto che il povero Levi per poco non finì strozzato.
“ehi piano piano!! Così soffoco!!” Eren allentò la presa. “comunque vedi che ce l’hai fatta?! Sei tu il migliore qui dentro non io!”
Eren si risistemò sul sedile e si allacciò la cintura, era ancora spaventato ma al tempo stesso felice di essere riuscito a superare una delle sue paure.
“posso mettere in moto?” chiese Levi.
“si parti pure!! Sono pronto….credo.”
Il rombo del motore fece urlare Eren che afferrò subito il braccio di Levi. “posso tenerti il braccio….?”
Per Levi fu come se gli stesse chiedendo di sposarlo. “SI!”
E partirono lentamente verso casa di Eren.
 
Quando giunsero a casa di Eren era notte inoltrata, il viaggio a 20 chilometri orari non aveva giovato alle tempistiche ma come prima vera volta in auto da parte di Eren si poteva definire un totale successo.
Levi aprì lo sportello del sedile del passeggero, tentando un approccio da galantuomo, appena Eren scese dall’auto sebbene ancora un po’ scosso, si mise a saltare e gioire urlando “SONO VIVO!!” a squarciagola.
“certo che sei vivo! Guarda che io sono un bravo guidatore che ti pare?! Ahaha”
Eren era tutto un fuoco il fatto di essere riuscito a fare un viaggio in macchina senza paure o angosce lo aveva messo di buon umore. “Grazie!! Senza di te non ce l’avrei mai fatta!!”abbracciò Levi più e più volte, cosa che fu molto gradita” È la prima volta che faccio un vero viaggio in auto! Con il dottor Pixis ho sempre paura e mi deve imbottire di farmaci se vuole calmarmi! Ma con te è tutto il contrario! Appena ti vedo mi sento felice e libero da tutte le pa…”
Levi lo guardava a occhi sgranati. Era vero quello che aveva sentito con le sue orecchie?! Che lo faceva sentire felice e libero dalle angosce? Non poteva crederci. Una luce di speranza si accese in fondo al suo cuore.
“Scusami!! Sono stato troppo invadente! Prima vengo a disturbare quando in realtà volevi un po’ di pace, come tutte le persone che vengono in quella spiaggia, poi mi faccio addirittura portare in auto fino a casa mia e adesso ti parlo di cose che dovrebbero rimanere tra me e me e che sicuramente neanche ti interessano! Che stupido!”
Levi si svegliò dal suo torpore a occhi aperti causato da quelle parole che gli avevano fatto girare la testa per quanto erano belle e soavi da sentire. “Mi interessano invece! Mi interessa ciò che fai! La tua arte, la tua vita…ciò chi sei insomma! Non mi da fastidio darti una mano ad affrontare le tue paure e superarle! Anzi è la cosa più bella e utile che ho fatto in tutti questi anni di vita!”
“Dici davvero?” Eren era sconvolto quanto Levi per quelle parole.
“Certo Eren! voglio aiutarti voglio esserci per la tua vita e se ti va voglio essere anche il tuo mecenate! Anzi tieni è il mio numero chiamami quando vuoi a qualsiasi ora tu vuoi se ci sono problemi se vuoi solo spendere la tua bolletta telefonica o per qualsiasi altra cosa tu  voglia fare!” gli consegnò un biglietto da visita col suo numero.
Eren lo afferrò stretto e se lo portò al petto come fosse un bene prezioso “non capisco perché fai tutto questo! Ci conosciamo appena e ti preoccupi per me quando sei il più famoso scultore sulla faccia della terra e potresti pensare a molto altro di meglio invece che a un giovane con problemi di panico! Però grazie di tutto! Sei gentilissimo non ho mai conosciuto una persona così bella d’animo e altruista a parte mia sorella!”
“Eren a me fa piacere fare questo! E fidati ti conosco abbastanza bene da affermare che non sei il tipo che chiede aiuto molto spesso! Ma mi raccomando chiama! Anche per un solo ‘ciao’! d’accordo?!”
Eren fece cenno di si con la testa. “ora devo scappare mia sorella starà in pensiero! Buonanotte Levi” Fece per andar dentro casa ma si ritirò indietro e gli diede un bacio all’angolo della bocca, poi scappò via.
“Buonanotte Eren” era tremendamente scioccato, ma di felicità.
 
 
Inutile dire che quella notte fu serena per entrambi.
 
 
NOTE DELL’AUTRICE DISGRAZIATA:
Salve salvino!! Chi si rivede! *non aggiorna da 2583907520 anni* si lo so lo so! Sono un’autrice di quelle proprio pessime che nessuno mai vorrebbe avere a che fare…ma eccomi qui! A sfamare la vostra sete di conoscenze su questa storia che a quanto pare (o per lo meno se siete arrivati fin qui) vi intriga!! Beh per farmi perdonare per la luuuuuuuuuuuuuuuuuuunga attesa ho messo un po’ di quel sano fluff che sempre occorre nella vita! Spero che il capitolo via sia piaciuto e che possiate presto leggere il prossimo! Un bacione ciauuuuu
_missyjaeger_
   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > L'Attacco dei Giganti / Vai alla pagina dell'autore: _missyjaeger_