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Autore: Elisabeth_Ice    18/06/2015    6 recensioni
Elizabeth è dura, dura con gli altri e con se stessa. Affronta le situazioni di petto. È terribilmente diretta.
È bellissima e lei lo sa, forse è anche presuntuosa ed è sola.
La sua vita cambierà tantissimo quando verrà mandata in Inghilterra con il fratello maggiore è la sorellina di quasi due anni. È bravissima a disegnare ed il foglio è l'unico suo sfogo.
Se cercavate la solita storia in cui lei è la ragazza debole che ha bisogno di essere protetta e che si innamora del puttaniere della scuola...beh avete sbagliato genere.
Loro si odiano, non si sopportano. Ognuno ha una vita diversa dall'altro. Entrambi non danno conto a nessuno. Sono terribilmente uguali...
Genere: Drammatico, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson, Nuovo personaggio, Un po' tutti, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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Valigie, cartoni, pacchi: ci sono scatoloni ovunque. Sono riempiti con ogni genere di cose: portaoggetti, cornici, DVD, per non parlare di tutti i miei libri di testo della scuola; per fortuna ne ho venduto la maggior parte ad una ragazzina di sedici anni che frequentava la mia stessa scuola. 
Cammino per la casa ormai vuota in cerca del caricabatterie del mio cellulare (se così poteva essere definito), finalmente lo trovo, è ancora inserito nella presa accanto al mio letto privo di tutte le lenzuola. Mi guardo intorno. Tutto ciò che mi circonda è un ricordo. 


Tanto per intenderci, mi chiamo Elizabeth e ho 17 anni, sono la seconda di tre fratelli.
Mio fratello maggiore Daniel ne ha 18 infatti non riesco a capire perchè venga con noi. 
Continuo a piegare le tutine di mia sorella nella valigia. Ho già provveduto alle mie cose ieri sera. 
Io e i miei fratelli stiamo per partire, andremo a Londra. Andremo a vivere da nostro padre.
Gli assistenti sociali sono fuori la porta di casa pronti per farci abbandonare il nostro luogo di nascita. È triste dover lasciare tutto: la casa, gli amici, la mamma. Già....la mamma.

Mi accorgo di essere seduta sul letto a piangere solo quando Daniel mi rivolge la parola
-Va tutto bene?!- si avvicina e si siede accanto a me.
Mi asciugo le lacrime e cerco di fare un sorriso forzato che mi viene piuttosto bene.
Sono sempre stata brava a mentire.
-Si....tutto bene- sussurro cercando di contenere altre inutili lacrime.
-Non ci lascerà mai! Tu lo sai vero?- 
Lo conosco, quando fa così cerca di tirarmi sempre su il morale peccato che non gli riesce tanto spesso.
-Ci ha già lasciati! Ha lasciato me, Holly ed anche te, perché continui a dire che non ci lascerà?- 
Non ho mai pianto così in tutta la mia vita, sono una fontana!
-Non dire così! Ti prego!- il suo sguardo è una muta preghiera nei miei confronti.
Lo abbraccio, è l’unica cosa che ormai posso fare.
Holly si unisce a noi correndo con la sua buffa camminata da pannolino che ci fa sorridere. 
Per fortuna esiste quella piccola peste.


Holly è una bambina dolcissima e sia per me che per Daniel vale il “Guai A Chi La Tocca”.
 È l’unica in famiglia ad avere i capelli biondi, gli occhi scuri e la pelle color latte a differenza nostra che siamo tutti bruni e con gli occhi  azzurri, a volte mi dicono che io e mio fratello abbiamo gli occhi praticamente uguali, io non ci credo: i miei sono sicuramente più belli. 
Daniel ed io assomigliamo a nostra madre mentre Holly è l’unica ad avere ogni tratto del viso identico a suo padre Miguel. 
Tornando ad Holly, non farebbe male ad una mosca, ha sempre dei modi delicati anche se si intristisce per ogni piccola cosa che va storta secondo i suoi piani. 
Ha quindici mesi ed è morbidissima, e non lo dico solo perché è mia sorella!
Nonostante sia così piccola è molto intelligente! 

Il nostro abbraccio viene sciolto dalla voce del signor Rossi ( l’assistente sociale) che ci chiede se ci va di mangiare prima di partire alla volta della Gran Bretagna. Tutti rispondiamo di no.

Dopo circa mezz’ora preparo del latte per Holly e la metto a letto. Faccio un giro per la casa.

Entro nella stanza accanto alla mia, quella di Danny, sul letto c’è una valigia ed un grosso borsone, mi volto per osservare le pareti azzurre: sono spoglie, sono abituata a vederle ricoperte di poster e fotografie. Prendo un colpo quando vedo Daniel spuntare da una tenda impolverata, urlo facendo un passo indietro.

Dio che paura!! Lui scoppia in una fragorosa risata alla quale dopo poco mi aggrego anche io, ci sediamo sul suo letto ed iniziamo a parlare.
-Sei pronto per Londra?- chiedo senza girarci troppo intorno
-Credo di si, e tu sei pronta ?- mi sorride
- No! Insomma siamo  costretti ad andare in un paesino vicino Londra con Holly. Anzi io sono costretta. Sei maggiorenne! Perché non vai in un college?! Mi deludi!-  lo spingo facendolo scivolare completamente sul letto, ridiamo.
-Io non vi lascio sole con lui!- ci stringiamo in un altro abbraccio. 
È l’unico che può starmi accanto adesso. L’unico che può comprendere il mio dolore.
Holly è piccola per capire certa cose. Per fortuna.
-Non lo farà di nuovo. Almeno lo spero!- dico con un po di dubbio.
Lui continua a stringermi, io faccio altrettanto. Ho bisogno di lui ora più che mai. 
E pensare che litigavamo sempre....ora siamo così uniti.
Indossa solo il pantalone del pigiama
-Danny, posso dormire qui?- gli domando dolce. E lui annuisce  alla stessa maniera.  
Metto il pigiama; Holly dorme.
 
Vedo Danny che si mette a letto senza maglia. È incorreggibile!

-Ma come fai, non hai freddo?!- mi copro con il lenzuolo  
- Fa caldo, qui!- risponde stanco.
Lo colpisco giocosamente con un cuscino, lui risponde al mio colpo con una cuscinata in viso. 
Ci sistemiamo meglio sotto le coperte..
Notte Daniel!- mi volto verso la finestra e chiudo gli occhi.
- Buonanotte scema!- sorrido e gli mollo una leggera gomitata, sento un risolino e poi il silenzio ovunque. La notte.
Che sonno! Oahhhh *sbadiglio*



-Sveglia... Sveglia!- sento una voce nel dormiveglia. È Daniel e con lui c’è Holly,
Danny mi picchietta sul braccio più volte, è già vestito,  afferra un lembo della coperta e la tira velocemente via dal mio corpo.  Un  brivido di freddo che sembra non terminare mai. BRR!!!!🌀
Daannyyyy!!!!- urlo come una pazza.
 Mio fratello ed Holly scoppiano a ridere come due stupidi!
Insomma c’è da capire che sono piuttosto incazzata vista la maniera del mio risveglio!
-Tirati su sorellina, dobbiamo portare i bagagli in auto!- Daniel mi tira su per un braccio facendomi sedere in mezzo al letto,  sbuffando mi dirigo in bagno. Che rompipalle.
Dopo essermi lavata indosso un paio di Jeans a sigaretta ed una maglietta a maniche corte.
Fa terribilmente caldo! Lego i capelli alla meglio ed evito di truccarmi. Mi scoccio adesso.
Esco.. Il signor Rossi è in giardino, sta mettendo i bagagli nel taxi che ci accompagnerà all’aeroporto. Osservando la scena rifletto su tutto quello che sta succedendo. 
Stiamo davvero lasciando l’Italia. Sto per rivedere mio padre dopo circa dieci anni.
Stringo i pugni restando immobile, mio fratello se ne accorge. 
Mi da una spinta giocosa ed io come al solito mi incazzo e inizia così una delle nostre litigate.
Almeno mi ha distratto dai tristi pensieri.
Mi incammino verso la casa per evitare di picchiare Danny, quando qualcuno mi chiama a gran voce; è Eleanor!!
È venuta a trovarmi come promesso. Voglio un bene dell’anima a quella ragazza, ha l’età di Daniel ma è molto più matura di quel capoccione con cui mi ritrovo imparentata. 
Da quindicenni hanno avuto anche una specie di “storia d’amore” ahahah
Con lei ho fatto tutte le pazzie possibili sia fuori che all’interno dell’ambiente scolastico. Ricordo quando ci beccammo una punizione dal preside per aver disegnato alla lavagna una caricatura della professoressa di letteratura. Se ci penso mi viene ancora da ridere.

La abbraccio forte. So già che mi mancherà!

-Stai partendo eh?!- mi domanda appena ci stacchiamo
-Già! È tutto così sbagliato!- non credo che accetterò mai tutto questo.

-Come state? Intendo tu Daniel ed Holly-
-Si va avanti! Abbiamo trascorso periodi migliori- fingo un sorriso 

Nel pieno della nostra conversazione arriva quel deficiente di mio fratello che con la scusa di salutare scocca un bacio sulla guancia a Eleanor. Come se non sapesse che ho capito il suo gioco.

-Va via Daniel, stiamo parlando di cose serie!-
-Ad esempio?- Dio quant’è irritante!!!
-Tipo che tua sorella è stata chiamata per fare un provino in un agenzia fotografica a Londra!- 
Ditemi che ciò che ha appena detto non é frutto della mia immaginazione...
- Dici sul serio??!!- chiedo incredula
- Mai stata così seria tesoro- dice sicura. 
Non posso crederci! Qualche settimana fa ho fatto un provino come “modella pubblicitaria” visto che il mio corpo me lo consente e a quanto pare mi hanno accettato. Sarò una specie di modella esordiente inglese. Wow! Non immaginavo mi avessero tenuto in considerazione.

-Devo andare adesso!- mi informa piuttosto dispiaciuta.
-Ma come, sei appena arrivata!- sbuffo.
-Lo so, ma tra un po' dovrete andare ed i miei mi hanno già fatto la predica!- 
-Promettimi che verrai a trovarmi quando ci saremo sistemati!- sono seria, lei fa cenno di sì con la testa. Mi mancherà davvero molto mia cugina. Esatto avete letto bene.Cugina.
Mi abbraccia e dopo poco la vedo andare via.

Qualche minuto dopo il Sig.Rossi ci chiama per partire. Danny si occupa delle nostre valigie mentre io provvedo ad Holly, fortunatamente dorme ancora. Mi siedo sui sedili posteriori del taxi con mia sorella tra le braccia. La osservo....vorrei poter essere spensierata quanto lei... Vorrei poter non capire tante cose, più la guardo e più mi convinco però che essere innocenti ed ingenui a questo mondo non serve a niente ne ora ne mai. Sembrerò drastica ma è ciò che mi è stato dimostrato dagli avvenimenti negli ultimi mesi.

Si parte. Probabilmente non rivedrò mai più casa mia. La cosa non mi rattrista più di tanto.
L’importante è lasciare tutto indietro e andare, partire per ricominciare. Ricominciare senza preoccupazioni o almeno lo spero. 

Rimango impietrita nell’osservare tutto ciò che c’è oltre il finestrino fino all’arrivo all’aeroporto:
la casa, il parco giochi accanto alla stazione, distese di sterpaglie che affiancano i gard reil sull’autostrada. Se penso che da piccoli io e Danny non stavamo mai chiusi dentro anzi si può dire che la mamma spesso ha perso la voce a chiamarci per farci rincasare. Sorrido ricordando quei momenti.

Mi risveglio dal mio “sogno ad occhi aperti” quando sento un forte rumore: un aereo è appena atterrato, siamo all’aeroporto. Prendo il borsone il cui ci sono le cose di Holly e la mia valigia mentre Daniel porta la piccola che si è appena svegliata. Circa ¼ d’ora dopo, l’imbarco chiama il nostro volo.
Entriamo finalmente nell’aereo e dopo aver sistemato i bagagli prendiamo posto. Appena dopo il decollo Holly inizia a piangere tra le braccia di Daniel, il che non è una grande cosa visto che Danny ha paura dell’aereo; figuriamoci se deve tenere sotto controllo una bambina di due anni....

-Dai, dammela. Ci penso io.- prendo mia sorella e cerco di farla calmare dandole il ciuccio.
Oh yess ce l’ho fatta. Non piange più. 
Noto l’espressione di Danny; è ansiosa. È terribilmente rigido.

-Ehi, va tutto bene?- gli stringo la mano. Annuisce solamente.

- Danny!- non risponde – Danny guardami!- finalmente ottengo il suo sguardo –Non succederà di nuovo ok?! Nessuno ci farà male- lo rassicuro.

-Se vi toccasse io...-
-STOP! Fermati. Non succederà. Siamo grandi. Fino a che punto potrebbe farci male!?- chiedo un po' malinconica.

-Anche la mamma era grande- effettivamente ha ragione. Quando nostro padre iniziò a picchiare la mamma io e Danny eravamo piccoli, lo faceva anche con me.
 Solo con me e mamma perché non voleva un’altra figlia quindi noi avremmo dovuto pagarla cara....”pagarla cara” già erano proprio queste le parole che usava.

Mi appoggio alla sua spalla cercando di dormire un pochino. Metto le cuffie nelle orecchie e imposto la radio sul cellulare. 

Si! So che i telefoni non possono essere usati sugli aerei ma non importa.

Chiudo gli occhi e dopo un paio di minuti parte una canzone che non avevo mai sentito.


-Elizabeth! Svegliati- mi chiama mio fratello. Mi strofino gli occhi e scosto la testa dallo schienale del sedile.

-Quanto tempo ho dormito?- domando sbadigliando. Lui sorride per poi rispondermi.
-Tutto il volo. Stiamo per atterrare. L’hostess ha appena annunciato l’arrivo- mi volto e trovo Holly comodamente seduta sulle gambe di Daniel a giocare con il ciuccio. 

-Che stai facendo con quello?!- mi fa un sorrisone e dopo qualche minuto trascorso in silenzio sporge le braccia verso di me: la prendo in braccio ed inizio a parlarle.

-Holly perché non provi a dire il mio nome! Liz. L-I-Z. Dai prova piccola mia.- provo a scandire il mio nome più volte ma si rifiuta categoricamente. Da quando la mamma non c’è più ha smesso di dire anche quelle poche parole che conosceva tipo “mama; bau; aua(acqua)” o roba del genere.

Nel momento in cui l’aereo atterra mi si forma un vuoto nella pancia come quando si va nelle giostre alte. Che figata!!!  Sono nel Regno Unito . Addio Italia. Addio passato. Addio mamma.

-Danny ho fame. Andiamo in un bar?- uso il mio sguardo da cucciola che con il mio fratello e funziona sempre.
- E d'accordo- ci dirigiamo verso il bar dell’aeroporto.
Entriamo nell’area bar e Daniel si poggia al bancone ed ordina un caffè. 
Prendo dalla borsa la bottiglia di latte per Holly e gliela dò. 
Prendo il telefono. 
Cavolo! Si è scaricato! 
-Cosa vuoi Elizabeth?- mi è passata la fame....a dire il vero in questi giorni non sto più mangiando. Rispondo con un semplice “Niente”.
Appena Danny termina di sorseggiare il caffè usciamo da quell’enorme luogo dove c’è una confusione pazzesca e aspettiamo un taxi.

Il viaggio in auto dura circa una mezz’oretta. 
Il caldo sta lentamente diminuendo, lasciando posto allo spettacolare panorama, visibile dai finestrini della macchina: il sole tramonta ed il cielo è colorato da milioni di sfumature arancioni, rosse, gialle, rosa e lilla. 
Spero mi trovi bene con la lingua diversa. Credo di si. Mamma quando stava ancora con papà parlava inglese visto che lui viene da Bradford, lei non ha mai avuto problemi con la lingua nonostante abbia vissuto solo due settimane a Londra.
Sono cresciuta parlando due lingue: italiano, ovviamente, e inglese.
Parlo l’inglese e l’italiano allo stesso modo.
Ora che ci penso a scuola in lingua straniera ho sempre avuto 9.
Il tassista accende la radio e guarda caso becchiamo il telegiornale .....
  
                                          
Benvenuti all’edizione pomeridiana del nostro telegiornale!
Con la tristezza nel cuore informiamo gli ascoltatori di un altro attacco terroristico nello stato di New York negli Stati Uniti avvenuto poche ore fa. Dalle fonti che ci sono arrivate l’attacco è il terzo in una settimana, a quanto pare la bomba è stata posta all” esterno di un centro commerciale. Terribile è stata la notizia della morte di quattro bambini, tredici donne tra cui la ventenne Kate Fox, e due uomini sulla quarantina. La polizia locale ha spiegato che da un certo punto di vista è stata una fortuna che l’arma sia stata messa nel parcheggio esterno della struttura e non in quello sottostante. Nessuna traccia dei terroristi che da una settimana piazzano bombe in luoghi pubblici: ricordiamo la scuola media ad Atlantic City e la chiesa esplosa a Jackson. Ed ora le notizie sul clima!
Caldo sole nel sud Italia. Verso nord invece ci saranno delle forti perturbazioni causate dai venti e dalle piogge che incomberanno sull’Austria e la Germania, Tanta neve e gelo sulla penisola scandinava. Clima caldo in Spagna, Portogallo e in Francia meridionale. Nel Regno Unito il tempo non sembra volersi stabilizzare, aspetteremo le ultime informazioni dai nostri satelliti. Grazie dell’ascolto!

 

Dopo le solite sconfortanti notizie parte una canzone di quel cantante americano che piace tanto alle ragazzine, come si chiama?... Ah giusto Justin Bieber. Non l’ho mai sopportato, ha la voce di un bambino e per di più ha l’atteggiamento di chi si sente un dio. Spengo la radio a causa di quella canzone insopportabile che non cessa di ripetere le stesse parole.

Intorno a noi c’era solo la strada è la campagna, appoggio la testa al finestrino, osservando la strada scorrere indietro..
É tutto così strano, il trasloco, gli amici che non rivedrò. 
Stento a convincermi che tutto stia cambiando così rapidamente.
Spero solo che tutto possa cambiare in modo positivo!
Holly inizia a fare i capricci, così la faccio  accomodare sulle mie gambe, stringendola forte forte.
È terribilmente soffice! ....e rilassante!
I movimenti della macchina fanno sì che si rilassi e dopo pochi minuti crolla appoggiata con la testa su un mio braccio.

Ci facciamo lasciare davanti ad un palazzo del quale gli assistenti sociali ci hanno consegnato l’indirizzo  qualche giorno fa.


Holly dorme ancora, credo che si sveglierà direttamente domattina. Esco dall’auto subito dopo di lui. Esco dall’auto subito dopo mio fratello.

-Liz va a bussare per cortesia!- mi dice mentre è intento a prendere le valige dal cofano.
Non scapperò. So che chi aprirà questa porta è mio padre, ma io lo considero un estraneo. 
Un estraneo con cui siamo obbligati a vivere fino ai diciotto anni.
Faccio un lungo respiro e poggio il dito sull’interruttore del campanello.
Dopo qualche secondo una donna apre la porta. Aspetta! Una donna?!!
-Dimmi cara. Posso esserti d’aiuto?- mi sorride. Sembra una persona gentile.
-Cercavo Andrew Hall... Abita qui?- 
- Si e tu sei....- proseguo la sua frase  - Elizabeth Hall!- quando sente il mio cognome distacca le labbra e mi invita ad entrare. Chiama a gran voce Andrew. Nessuna risposta.
La donna lascia entrare anche Danny dopo averle detto che è mio fratello.
Mentre aspettiamo l’arrivo di mio padre noto Daniel molto nervoso. Continua a contorcersi le mani. Vorrei dirgli che non succederà nulla ma non sono sicura che andrà molto bene questo incontro.
 
-Ahi!!!- Holly si è svegliata e mi sta chiamando tirandomi i capelli....quanta delicatezza!!
-È vostra sorella?- chiede la donna che si alza dalla poltrona e si siede accanto a noi tre sul divano.
Io e Danny annuiamo sorridendo.
-Quanto c’ha?- le poggia una mano sulla testa accarezzandola lentamente.
Holly sembra felice. Continua a muovere le manine.
-Quindici mesi...- risponde mio fratello
-Posso prenderla?- dopo qualche attimo di dubbio annuisco.
Mi sembra una tipa apposto.
–Oh ma è stupenda, che cucciolotta meravigliosa- le accarezza piano la testa. Sorrido.
-Che maleducata...non mi sono presentata. Io sono Trisha.- io e Danny le stringiamo la mano 
 
 Sono qui neanche da un’ ora è già conosco gente nuova.Grandi passi Liz.


La nostra attenzione si sposta sulla voce che proviene dal corridoio. La sua voce. 
Sono passati anni dall’ultima volta.
-Tesoro chi era alla p....- si ferma davanti alla porta del soggiorno, appena  ci vede smette di parlare. Silenzio, un silenzio vero, abissale. Uno scambio di occhiate tra lui e mio fratello e il mio sguardo fisso nei suoi occhi. Cosa provo? Rabbia, semplicemente pura rabbia.
-Andrew cos’ hai?-Trisha spezza il silenzio tombale che si era formato.
-Tesoro, vai di là. Ho bisogno di stare solo con loro.- lei annuisce e si dirige verso l’uscita quella che credo sia la porta della cucina.

Si accomoda difronte a noi tre guardandoci uno ad uno....i suoi occhi si fermano su di me.
-Che cosa ci fate voi qui?- dopo anni che non ci vede è tutto quello che riesce a dire???
-È tutto ciò che dici?- chiede Danny. Probabilmente abbiamo pensato la stessa cosa.
-Che ci fate voi qui? E chi è quella bambina?- ditemi che ha dei problemi...ha posto la stessa domanda di prima!!! Come fa ad essere così indifferente.
-Lara è morta.- sono il più diretta possibile. Lara era mia madre.
Trisha sbuca da una porta avvicinandosi a noi. Lui rimane fermo. Non riesce a reggere il mio sguardo così lo sposta su mia sorella, cambiando argomento.
-E lei?- la indica con disprezzo. Trisha si volta verso mio  padre stupita. Forse con lei non si è mai comportato come ha sempre fatto con noi. Lo spero...
-È nostra sorella- afferma Daniel alzandosi
-Gli assistenti sociali ci hanno mandati qui. Dobbiamo stare con te che tu lo voglia o no! Holly verrà a prenderla suo padre appena avrà terminato un viaggio d’affari. Quindi ti propongo di mostrarci la nostra camera visto che per quel poco che ti conosco non ti importerà come sia morta la tua ex o roba simile, quindi....procedi pure Andrew!-  dico fissandolo.
- Voi...-  ci indica - anzi tu-  mi indica –tu sei l’ultima persona al mondo che vorrei avere come figlia-
-ANDREW!- sbotta la donna piuttosto irritata da quell’affermazione.
-Non preoccuparti Trisha. – faccio una pausa e mi rivolgo all’uomo. Che mi è difronte –Neanche io vorrei avere un padre come te...ma guarda un po'! Temo che dovrai soffrire un po'!- termino la frase con un risolino sulle labbra e lo vedo agitarsi... Ops! Ho fatto incazzare papino!...ma per favore... La sua affermazione non mi ha dato alcun fastidio anzi, sono abituata. Non basta una frase per farmi soffrire. Non più.
-Vai fuori da casa mia! Adesso!- ordina incazzato.
Gli mostro il cellulare –lo vedi questo? È il mio telefono è se tu mi sbatti fuori, io chiamo gli assistenti sociali, ti faccio causa, chiedo un risarcimento per danni psicologici e ugualmente dovrai tenermi con te dopo il processo ! Non so fino a che punto ti conviene- uso un tono pacato.


Non mi ha più risposto. Trisha ci ha indicato le camera da letto dove dormiremo tutti e tre insieme.
Danny mi abbraccia sussurrando – Non è andata così male – rispondo con un veloce “già” per poi addormentarmi.










   
 
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