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Autore: Amanda FroudeBlack    18/06/2015    2 recensioni
Vi voglio raccontare una storia, e lo farò al meglio delle mie capacità. Sarà lunga, spossante, e non so dirvi se alla fine ne sarà valsa la pena.
Vi racconterò di famiglie che non pretendono di essere le migliori al mondo, ma saranno quelle che non puoi fare a meno di ammirare perché ti spiegano il mondo attraverso l'amore. Ci saranno famiglie che, al contrario, useranno l'odio per dividere, accecate dal potere e rese folli dall'odore del sangue.
Poi, vi racconterò di chi sa da che parte stare, ma non giudica chi ha dovuto attraversare il male per comprendere la via del bene.
Vi parlerò di seconde possibilità, del dolore della morte e della sconfitta. Spiegherò il sacrificio, il sudore, la frustrazione.
E forse, vi racconterò una vittoria.
Genere: Angst, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio, Famiglia Black, Famiglia Potter, I Malandrini, Un po' tutti | Coppie: James/Lily, Rodolphus/Bellatrix
Note: What if? | Avvertimenti: Contenuti forti | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Capitolo XIII: “Frattura” parte I
 

 
REGULUS
“Con la rabbia ci si nasce o ci si diventa
e tu che sei un esperto non lo sai,
 perché quello che ti spacca e ti fa fuori dentro
forse parte proprio da chi sei.”
“Metti in circolo il tuo amore” – Fiorella Mannoia
 
 
2 ottobre 1976
 

Quella mattina si sarebbe potuto scordare l’appuntamento.
Ripiegò il giornale con stizza e lo gettò sul tavolo della sala comune, ancora vuota. Probabilmente qualcuno l’aveva lasciato appositamente in bella mostra per rendere pubblica la notizia. Restò a fissare le lettere che troneggiavano sulla prima pagina a caratteri cubitali.
 
 
“HECTOR AVERY CONDANNATO
JOE SEAMUS FROUDE: ‘SENTENZA NECESSARIA’
 
Una sentenza choc per il candidato favorito alla direzione dell’Ufficio per la Cooperazione Magica Internazionale.
La doccia fredda è arrivata nella serata di ieri. Il processo, presieduto dal giudice Joe Seamus Froude, che ha sostituito Albus Silente, ha avuto esito sfavorevole per Avery, responsabile di aver manipolato alcuni membri della Confederazione Internazionale dei Maghi al fine di reclutare seguaci delle Arti Oscure da far entrare nel Paese.
Avery è infatti risultato colpevole per l’uso della Maledizione Cruciatus e Imperio, con conseguente alterazione della memoria per i poveri malcapitati.
L’imputato si dichiara innocente e indignato per i risvolti del processo; solo la settimana scorsa aveva risposto a chi chiedeva delucidazioni in merito alle voci ufficiose giravano sul suo conto: “È  indecente che un cognome antico e rispettabile come quello degli Avery sia accostato a simili invettive.”
Il Ministro della Magia Harold Minchum non nasconde la sorpresa – e anche qualche perplessità – per la sentenza, ma si dice fiducioso del lavoro del Wizengamot. Froude, che ha espresso il voto decisivo per la condanna di Avery, sostiene: “È un giudizio frutto di un grande lavoro di indagine interna tenuta segreta fino alla fine per evitare una fuoriuscita di informazioni. Si tratta di una sentenza necessaria a lanciare un forte messaggio ai cosiddetti ‘Mangiamorte’: sappiamo che esistete, non ci spaventate, vi scoveremo tutti.”
La notizia ha fatto tremare l’intero Ministero. Numerose indagini a catena sono partite dopo queste dichiarazioni.
Albus Silente – meno presente nell’ultimo periodo perché attualmente impegnato in “affari che non vi riguardano” cit. – si dichiara orgoglioso del lavoro del giudice Froude, svelando una sua possibile candidatura a Capo Stregone del Wizengamot nell’anno venturo.
 
H.J.

 
 
Si guardò intorno, accigliato. Molti compagni non si erano ancora alzati, probabilmente era troppo presto per incontrare persino Amanda, spesso mattiniera come lui.
Per tutta la settimana erano stati distanti, e dall’ultima discussione non avevano avuto ancora alcun chiarimento. Aveva saputo della tensione che c’era stata il sabato prima con Marcus, e da allora aveva notato lui e Amanda provocarsi continuamente. Lei si era circondata di compagne del dormitorio e ragazze di altre Case, l’aveva vista anche in compagnia di McKinnon, Evans e Jaded Potter, e aveva notato Sirius girarle intorno troppo spesso.
Tamburellò le dita sul giornale, insofferente. Quella notizia sulla Gazzetta non ci voleva, tra i suoi compagni l’equilibrio era già alquanto precario. Joe Froude aveva avuto un tempismo pessimo, e ora destreggiarsi tra tutti loro cercando di mantenere anche i rapporti con Amanda e Layla sarebbe stato molto più complesso.
Layla.
La sua mente vi si soffermò sopra un po’ troppo a lungo, come accadeva sempre quando si trattava di lei.
 
 
*** FLASHBACK ***
 
28 aprile 1976
 
“Allora? Come va con mio fratello?” aveva chiesto Regulus, sedendosi accanto a Layla all’ombra di un faggio. Le giornate avevano finalmente cominciato ad allungarsi e le temperature, sempre meno proibitive, permettevano di trascorrere i pomeriggi liberi al Lago.
Layla, intenta a leggere un libro, trasalì. Poi, una volta compresa la sua domanda, sbiancò.
“Come? Di che parli?” domandò con un filo di voce.
Regulus rise, divertito.
“Vi ho visto la scorsa settimana a Hogsmeade! Stranamente, proprio nel sabato in cui Amanda è rimasta al castello!” 
“Reg, non dirle niente!” lo pregò a mani giunte, terrorizzata. Quell'immagine lo divertì ancora di più, e pensò che fosse bellissima anche col volto contratto dall'ansia.
“Ma certo che non le dirò nulla, vuoi farla morire?” la rassicurò, sorridendo.
Layla distese il volto, ad un tratto più rilassata.
“Grazie, anche perché abbiamo smesso di uscire, fortunatamente!”
Una piacevolissima sensazione di leggerezza lo pervase all'altezza dello stomaco e si propagò in tutto il petto.
“Fortunatamente?” le fece eco, perplesso.
Layla gli sorrise; si legò i capelli biondi in un gesto veloce e distratto. Regulus gettò un’occhiata veloce sul suo collo scoperto, e fortunatamente lei parve non accorgersene.
“Oh sì, non hai idea che tortura sia stata, non capisco cosa ci vedano tutte le ragazze in lui! Insomma sì, è carino, ma è talmente preso da se stesso e da Potter che credo abbia un'ossessione per lui! Decisamente, non fa per me!” confessò, come se si fosse tolta un peso.
“Se mi avessi consultato, prima di uscirci, ti avrei detto che non è il ragazzo per te!” esclamò, guardandola con rimprovero.
Layla strinse gli occhi e con uno scatto chiuse il libro che teneva tra le mani.
“Perché avrei dovuto disturbarti, sei sempre così impegnato con Loraine Dempsey!” esclamò, calcando il nome della ragazza con fastidio. Tuttavia, appena se ne rese conto, arrossì e distolse lo sguardo.
Inarcò le sopracciglia, sorpreso.
“Io non sono impegnato con Dempsey.” spiegò, perplesso.
“A sentire lei sembrerebbe di sì. Le piaci.”
“Beh, a me no. Non è lei che voglio.” confessò, voltandosi a scrutare il lago.
“Ah.” la sentì mormorare. Si schiarì la voce, e gli sembrò che stesse cercando il coraggio per chiedergli qualcosa.
‘Avanti. Chiedimelo.’ pensò, mordendosi il labbro inferiore.
“Tu… tu vuoi Amanda?” domandò in un sussurro.
Si voltò a guardarla, stupefatto.
“Cosa?” fece, senza riuscire a trattenere una risata divertita.
“No, Lay, stai sbagliando sorella.” ammise poi, scuotendo la testa.
A quella confessione lei schiuse le labbra e arrossì visibilmente, senza riuscire a sostenere il suo sguardo. Regulus notò che aveva gli occhi lucidi, ma non capì per quale motivo.
“Non scherzare con me, Reg.” mormorò a testa bassa, riaprendo il libro.
Regulus sospirò, spazientito, e con un gesto deciso le chiuse il volume.
“Non sto scherzando, Layla.”
 
*** FINE FLASHBACK ***
 
 
Non seppe per quale motivo Layla fu così restia a credergli, perché, a dirla tutta,  a lui era piaciuta dal primo momento in cui aveva varcato la soglia della Sala Grande al primo anno. Amanda aveva indicato una testa bionda tra la folla di nuovi studenti e gli aveva detto, entusiasta: “Quella è mia sorella!”.
Si era stretto nel proprio posto, sperando di poterle fare spazio accanto a sé nel caso fosse stata smistata tra i Serpeverde. Tuttavia, la delusione nel vederla salutare Amanda mentre si dirigeva tra i Corvonero fu cocente.
Si alzò, tornando alla realtà. Si sentiva incapace di stare fermo, così uscì dalla sala comune, oltrepassando il passaggio. Camminare lo avrebbe aiutato a pensare ad una soluzione.
Non avrebbe rinunciato a Layla, non ora che aveva scoperto di essere corrisposto da lei, non ora che avevano iniziato a frequentarsi. Non aveva nemmeno intenzione di troncare i rapporti con Amanda, se ne rendeva conto soprattutto ora che non si parlavano da una settimana.
Aveva valutato l’ipotesi di confessarle che lui e Layla uscivano insieme da qualche mese e che durante l’estate si erano scritti parecchio, ma temeva la sua reazione. Nonostante fossero amici da tanti anni, Amanda era e rimaneva una sorella gelosa e molto protettiva nei confronti di Layla, la quale era stata la prima a vietargli categoricamente di informarla.
Era ormai arrivato nei pressi della Sala Grande quando, girato l’angolo, vide Avery  inveire contro qualcuno che non riuscì a scorgere, perché completamente coperto dalla sua figura.
Brandiva la Gazzetta del Profeta in una mano e gridava, furioso. Si avvicinò in fretta, temendo stesse litigando proprio con Amanda. Tuttavia, si accorse, agghiacciato, che la persona contro la quale stava urlando era Layla.
“Sai dove può mettersela la sua dannata sentenza quel traditore del sangue di tuo padre?” sbottò, livido di rabbia.
“Marcus!” esclamò Regulus, subito accanto a Layla, con un braccio tra loro due come per dividerli. Lei lo sfiorò, e Regulus si accorse che stava tremando.
“Che succede?”
“Me lo domandi anche? Hai letto il giornale?” fece. Non ricordava di aver mai visto il compagno così infuriato.
“Sì, ma non capisco perché te la stai prendendo con lei.” rispose, calmo. Avvertì lo sguardo di Layla addosso, ma evitò accuratamente di incrociarlo.
Avery!
Non ebbe bisogno di voltarsi per capire che quel tono perentorio apparteneva ad Amanda.
Raggiunse rapida tutti e tre, frapponendosi tra Layla e Marcus.
“Pensi di cominciare ad importunare mia sorella, visto che ti è andata male con me?” chiese, fredda.
Regulus approfittò di quel momento per avvicinarsi a Layla. La tirò leggermente per un braccio e avvicinò il viso al suo orecchio.
“Va’ via.” le sussurrò.
I suoi occhi azzurri lo fissarono, atterriti. Senza dire una parola si voltò in direzione della Sala Grande e se ne andò, stringendosi nelle spalle.
“Non ne sapevi niente, tu, vero?” proruppe Marcus, velenoso, agitando la prima pagina del Profeta davanti al volto di Amanda.
A quanto pare la compagna non l’aveva ancora letto, quella mattina. Strinse gli occhi sul titolo, poi li allargò, e infine gli strappò dalle mani il giornale e lesse l’articolo, avida di informazioni.
Dal volto di Avery, da qualche giorno, era sparita qualsiasi traccia di indulgenza nei confronti della ragazza.
Amanda finì di leggere e lo guardò, crucciata. Si voltò anche nella direzione di Regulus, prima di rispondere. Sembrava a disagio.
“Non lo sapevo, Marcus.” dichiarò, porgendogli nuovamente il giornale. Lui, in un gesto di sdegno, lo buttò a terra.
“Calmati!” intervenne Regulus “Non risolverai nulla se aggredisci lei!”
“Parli bene, tu, Black!” gli urlò a pochi centimetri dalla faccia “Tu non hai un padre ad Azkaban! Anche perché mi meraviglierei se tuo padre si rivelasse davvero utile alla comunità magica!”
Regulus si sentì avvampare e avvertì un vuoto allo stomaco, per quelle parole. Anche la voce gli morì il gola, ma non se ne accorsero perché Amanda intervenne immediatamente.
Suo padre” calcò, aspra “Sarà anche poco utile, ma è migliore del tuo, dal momento che non va in giro a torturare le persone!”
Il volto di Marcus fu deformato da una smorfia di rabbia, e in uno scatto tirò fuori la bacchetta; Amanda fu veloce almeno quanto lui, ed entrambi ora si guardavano con sfida puntando le bacchette l’uno al volto dell’altra.
“Via le bacchette immediatamente!” strillò una voce che Regulus riconobbe essere quella di Lumacorno.
Si voltò e lo vide apparire dalla porta della Sala Grande, piuttosto sconvolto, rosso in viso. Dietro di lui, Regulus scorse Layla, accompagnata da Lily Evans e Remus Lupin.
Amanda e Marcus abbassarono le bacchette senza smettere di lanciarsi occhiate malevole, mentre il professore si avvicinava fino ad essere accanto a loro. Doveva aver appena letto il giornale, pensò Regulus, perché gli parve più angosciato che arrabbiato.
“Avery, venga con me!” esclamò, autoritario, prendendolo per un braccio.
Non finisce qui.” soffiò Marcus ad Amanda.
Lei fece uno scatto verso di lui, gli occhi ridotti a due fessure.
“Ci puoi scommettere.” sibilò, bellicosa. A Regulus non sfuggì il lungo sguardo che la compagna e il professor Lumacorno si scambiarono.
Una volta che si furono allontanati, ci fu un lungo momento di silenzio, che Regulus percepì con imbarazzo e disagio, tra i ragazzi che li avevano raggiunti.
“Stai bene?” le chiese Regulus.
“Sì, certo. Sapevo che sarebbe successo, prima o poi.” confessò. Si avvicinò a Layla e l’abbracciò, prendendole il volto tra le mani.
“Come stai? Ti ha fatto qualcosa?” domandò, seria. Gli era sempre piaciuto il rapporto che avevano tra di loro; Amanda, alcune volte, sembrava non riuscire a provvedere nemmeno a se stessa, ma quando si trattava di Layla cambiava completamente, diventando responsabile e molto protettiva.
“No, sto bene, Reg è arrivato in tempo…” rispose Layla, girandosi verso di lui e riservandogli uno sguardo grato ma troppo fugace.
“Amanda, forse non dovresti stare al tavolo con loro, oggi.” sentenziò Remus, serio.
“Se ti va, puoi stare con noi!” esclamò Lily, seria.
Regulus scosse il capo, deciso: “No, assolutamente. Sarebbe addirittura peggio, credetemi.”
“Forse è meglio che stiate un po’ insieme. Ai tuoi compagni dispiacerà se Amanda si unisce al vostro tavolo?” aggiunse, rivolto a Layla.
Lei fece un sorriso – uno dei suoi preferiti – e annuì.
“Certo che no” rispose, guardando Amanda “Che ne pensi?”
Amanda sbuffò, un po’ in difficoltà si grattò la nuca. Gli sembrò un po’ spaesata per tutta la situazione.
“Credo di sì, per oggi è meglio così.” disse, facendo spallucce “Dovrò parlare anche con Penelope e Miranda, ma penso che capiranno, insomma, ormai tutti avranno letto il giornale!”
Remus strinse le labbra e Lily sospirò, preoccupata.
“Sei sicura di non aver bisogno di nulla?” chiese quest’ultima.
Amanda scrollò le spalle e le sorrise: “Vorrei solo sentire mio padre, nel pomeriggio cercherò Silente e chiederò notizie a lui…”
“Ci andremo insieme, okay?” la rassicurò Layla “Ora torniamo in Sala Grande.”
Amanda annuì, facendo un sorriso tirato.
“Hey, Reg.” gli sussurrò, mentre varcavano la soglia della Sala Grande.
“Grazie.”
Si voltò verso di lei; Lupin ed Evans si erano già allontanati al loro tavolo, mentre Layla andava verso il suo e si era fermata qualche metro più avanti e aspettava che Amanda la raggiungesse.
“Ho capito cosa intendevi l’ultima volta che abbiamo discusso. Io… non ti voglio mettere in difficoltà, non devi starmi accanto per forza.” mormorò, e Regulus si rese conto con quanto dispiacere stesse dicendo ciò.
“Non voglio smettere di essere tuo amico.” affermò, convinto “Tu sei stata la prima persona che mi ha teso la mano quando sono entrato qui. Non lo dimentico, Amanda.”
Lei lo guardò, sorridendo.
“Preferisco che gli altri pensino che non siamo più amici, così non dovrai passare quello che probabilmente passerò io.” sentenziò.
Regulus la guardò, crucciato.
“Che cosa intendi?”
Il suo sorriso si allargò, sembrava quasi compiaciuta di vederlo preoccupato, come se avesse bisogno di sentirsi importante.
“Voglio dire che preferisco essere tua amica di nascosto da loro, piuttosto che non esserlo affatto.”
Regulus sorrise, sollevato; dopodiché accennò a Layla, ancora in attesa, così si salutarono e Amanda la seguì al tavolo Corvonero.
A lui non rimase che sedersi svogliatamente al suo tavolo, completamente solo, a guardare le due sorelle da lontano.
Layla, senza che Amanda se ne accorgesse, ad un certo punto si voltò verso il suo tavolo e gli sorrise, un po’ malinconica.
Per il loro appuntamento ci sarebbe stato tempo.
 
 
 
AMANDA
 
“Shake it out, shake it out,
Shake it out, shake it out…
and it’s hard to dance with a devil on your back,
so shake him off.”
[Scuotilo, scuotilo,
scuotilo, scuotilo,
ed è difficile danzare con un diavolo sulla schiena,
 quindi scuotilo via.]
“Shake it out” – Florence+The Machine

 
 
Il sabato mattina in Sala Grande era il momento migliore per fare i compiti e mettersi avanti con lo studio in tutta tranquillità. Fortunatamente, si trovava anche in un tavolo piuttosto disposto a simili passatempi, per cui non fu difficile, per Amanda, riuscire a terminare tutto quello che aveva da fare nel giro di un paio d’ore.
Lei e sua sorella provarono a lasciarsi alle spalle il brutto episodio di quella mattina scrivendo assieme la risposta alla lettera dei loro genitori. Amanda la infilò in una busta e Layla si offrì di passare nel pomeriggio dalla Guferia per spedirla.
“La lettera che ti ho dato la settimana scorsa l’hai con te?” chiese Amanda.
“Oh, sì, la rivuoi?” rispose Layla, cercando tra i libri alla rinfusa nella borsa. La tirò fuori e gliela riconsegnò.
Amanda controllò l’orologio sulla parete della Sala, scoprendo con sorpresa che erano già quasi le undici. Per quell’ora, la Sala Grande era ormai gremita di studenti che finalmente scendevano dal letto, ristorati da qualche ora di sonno in più.
Si concesse un toast e un succo d’uva, chiacchierando allegramente con Norah Storm, una Corvonero dell’età di Regulus molto simpatica. In un angolo della sua mente, la preoccupazione per suo padre continuava ad alimentare in lei un perenne stato d’ansia.
Sussultò quando sentì qualcuno toccarle la spalle. Si voltò e vide Jaded.
“Come state?” chiese, preoccupata, guardando entrambe.
Appoggiò il toast che stava mangiando nel piatto e le sorrise.
“Va tutto bene, eravamo pronte a un evento del genere!” rispose, indicando anche la sorella.
“Come pensi che reagiranno i tuoi compagni?” domandò, accennando con fastidio al tavolo oltre quello di Grifondoro.
“Male. Marcus ha sempre avuto un forte ascendente su di loro.” rispose, facendo spallucce.
“Ma non mi interessa, non ho paura. Mio padre ha fatto la cosa giusta.” aggiunse, orgogliosa.
Jaded le sorrise, scuotendo il capo.
“Non saresti dovuta stare tra loro.” mormorò Jaded, risentita.
“L’ho voluto io.”
“Hey, Amanda!”
Guardò oltre Jaded e vide Sirius avvicinarsi, nervoso. Sperò non avesse saputo della scenata di Avery, non aveva le forze per affrontare una discussione con lui, in quel momento. Quei pochi morsi dati al toast già protestavano nel suo stomaco.
Quella settimana era gradevolmente passata senza alcun battibecco tra loro, anzi, Amanda era rimasta sorpresa di come Sirius si fosse spesso offerto di accompagnarla alle lezioni che frequentavano insieme senza schernirla per il suo pessimo senso dell’orientamento.
Aveva conosciuto un lato del ragazzo che prima di allora sembrava essere assopito. Le piaceva il modo gentile e curioso in cui le chiedeva le cose, la genuina sorpresa con cui accoglieva le sue stranezze senza deriderla. Quella situazione continuava a farla sentire un po’ a disagio, abituata com’era sempre stata ad odiarlo e a pensare quanto poco avessero da spartire.
Le compagne accanto sua sorella iniziarono a bisbigliare tra loro, concitate. Sirius salutò con un gesto della mano Layla e poi si rivolse a lei.
“Ho letto la notizia, come mai sei qui?” domandò, indicando il tavolo.
Amanda si guardò intorno, notando che tutto il gruppo di sua sorella si era zittito per ascoltarli.
“Dove vuoi che stia? Mi sembra rischioso far finta di nulla.” rispose, perplessa.
“Con noi!” esclamò, come fosse ovvio.
Fece un suono a metà tra uno sbuffo e una risata.
“Sì, certo, poi mi toccherebbe guardarmi le spalle persino quando vado in bagno. No, ti ringrazio, ma sto bene qui!” esclamò, divertita.
“Evitiamo di dare ad Avery un’altra scusa per fare loro una scenata!” intervenne Jaded, incrociando le braccia.
Cosa? Che ha fatto quell’idiota?” chiese immediatamente Sirius, ostile. Allungò immediatamente il collo verso il gruppo dei Serpeverde in fondo alla Sala, probabilmente per controllare se fosse presente.
“Jade!” la rimproverò Amanda, seccata “Avrei preferito che non lo sapesse!”
“Che non sapessi cosa?” insistette, caparbio, tornando a loro.
“Lascia stare, non ti intromettere, non ti riguarda.” sentenziò, seria.
“Non ti avrà minacciato ancora, spero!” esclamò, facendo una smorfia irritata.
Amanda schiuse le labbra, sorpresa. Anche Layla e Jaded parvero non afferrare quello che aveva appena detto.
“Di che sta parlando, Amanda?” le chiese immediatamente Layla.
“Non ne ho idea.” mormorò, gelida, mentre dentro si sentiva infuocare.
Come era possibile che fosse venuto a conoscenza del litigio con Avery? Non aveva raccontato a nessuno del loro scontro, né quello che lui le aveva detto, né tantomeno della sua reazione. O della crisi sopraggiunta dopo.
Era un bluff? Aveva immaginato che tra loro ci fossero attriti tali ed aveva provato a dare aria alla bocca? Sirius poteva essere il tipo da fare una mossa del genere, ma possibile che l’avesse fatto davanti a tutti?
No, Amanda aveva notato con quale sicurezza Sirius avesse parlato. Soprattutto, lo vedeva ora continuare a tenere le labbra serrate, come se temesse di lasciarsi scappare qualcos’altro.
Si alzò, sotto gli sguardi confusi degli altri commensali e dei due Grifondoro in piedi accanto al tavolo.
“Dove vai?” le chiese sua sorella, perplessa.
“A fare due passi, mi sento soffocare” borbottò, lanciando un’occhiata obliqua al ragazzo in piedi accanto a lei.
“E tu vieni con me.” aggiunse, guardando Sirius dritto negli occhi.
Fu evidente che il ragazzo non seppe come reagire a quella richiesta. Non doveva avere un’espressione rassicurante in volto, perché lo vide deglutire, in difficoltà.
“Perché?” chiese, sospettoso.
Non gli rispose, bensì si limitò a tenere lo sguardo fisso su di lui anche mentre raccoglieva la propria borsa.
Si incamminò senza voltarsi indietro, ma sentì i passi di Sirius seguirla.
Superò la grande porta e imboccò il largo corridoio. Andare fuori sarebbe stato perfetto, ma quella mattina il cielo era plumbeo e minacciava di piovere con tuoni continui.
Trovò la prima aula vuota e vi entrò dentro, tenendo la porta aperta in modo che anche Sirius la seguisse. Dopodiché la chiuse ed iniziò a inveire contro di lui, colpendolo con la borsa.
“Di un po’, brutto stupido, mi segui? Mi spieghi come fai a sapere di quello che è successo con Marcus?” sbottò, arrabbiata “Sei un maniaco, per caso?”
“Ahia! Ma che ti prende?! Lascia che- ahia… Amanda!” sbuffò, strappandole la borsa dalle mani.
“Mi lasci spiegare o come al solito devo essere l’unico su cui devi infierire?” soffiò, offeso.
Amanda incrociò le braccia, diffidente.
“Come puoi darmi torto?” chiese “Sei la persona più invadente che abbia mai conosciuto! Qual è il tuo problema?!”
Sirius sospirò, appoggiando la borsa a terra.
“Sabato ti ho incontrato per caso a Hogsmeade, ma… mi sono nascosto.” raccontò “Però volevo chiederti scusa per – beh, lo sai – così ti ho seguito, ma poi ho visto avvicinarsi Avery e sono rimasto a guardare.”
“Hai sentito tutto?” chiese, evitando il suo sguardo. Si sentì avvampare.
Sirius si schiarì la voce, prima di rispondere: “Ecco… sì. Stavo per intervenire ad un certo punto, ma… quel cane è stato più veloce di me!” esclamò, compiaciuto “Lo trovo parecchio simpatico, sai?”
“Ti sembra il caso di parlarmi di Othello?!” proruppe.
Sirius alzò gli occhi al cielo, esasperato.
“Smettila di chiamarlo così, hai visto che non gli piace!” esclamò.
“Lo chiamo come mi pare!” rispose a tono, seccata “Fai sempre così, pensi di aiutarmi ma non fai che essere d’intralcio! E smettila di seguirmi, per l’amor del Cielo! Si può sapere cosa vuoi da me?”
Si accorse solo dopo di aver alzato troppo la voce. Era apparsa più arrabbiata e cattiva di quanto in realtà non fosse. Aveva esagerato, e l’espressione ferita di Sirius ne fu la prova. Il suo stomaco fece una capriola, si sentì enormemente in colpa.
“Io… scusami, ho esagerato.” borbottò, arrossendo.
“Ho parlato a sproposito.” aggiunse, contrita “Sei… sei carino a preoccuparti per la mia situazione. Ma… Sirius, devi darmi il tempo di abituarmi.”
“A cosa?” chiese, confuso.
“Beh… a questa cosa… A me e te che parliamo!” spiegò, indicando entrambi, un po’ sconcertata “Fino a due settimane fa ti avrei lanciato volentieri una fattura, devi darmi modo di abituarmi al fatto che probabilmente non ti odio più.”
Non riuscì a incontrare il suo sguardo, ma se lo sentì prepotentemente addosso, poteva giurare che stesse sorridendo. Recuperò la sua borsa e si avvicinò alla porta. Appoggiò la mano alla maniglia, e prima di aprire si volle togliere un ultimo dubbio che la attanagliava.
“Hai visto anche quello che è successo dopo che Avery se n’è andato?” chiese, continuando a dargli le spalle.
Lo sentì sospirare.
“Sì.” fece una piccola pausa, incerto.
“Ti capita spesso? A cosa è dovuto?”
Si voltò a guardarlo, e si sorprese nel constatare che non sembrava spaventato, quanto più curioso.
“C’è chi nasce senza una goccia di sangue magico nelle vene, e chi con troppo.” rispose, facendo spallucce.
Sirius aggrottò la fronte.
“Che vuoi dire?” chiese.
Amanda sospirò, appoggiando nuovamente la borsa. Si guardò intorno e si avvicinò ad un banco, appoggiandovisi sopra. Sirius le si avvicinò, occupando il banco accanto a lei. Le creava disagio parlarne proprio con lui, ma dal momento che aveva visto ciò di cui era capace, non aveva senso tenergli nascosta la verità.
“Ho mostrato segni di magia precocemente.” cominciò “Per intenderci, già durante la gravidanza la mia magia interferiva con quella di mia madre. Mi raccontò che ero capace di appellare cibi dalla dispensa, quando le venivano voglie particolari, e non ero ancora nata!”
Sirius la guardava, le sopracciglia erano inarcate per la sorpresa, e lei continuò: “Inizialmente pensarono che fosse una cosa positiva. Sai, mio zio Patrick - il fratello di mia madre - era un Magonò, e pensarono che la magia che non era spettata a lui si fosse riversata in me. Sarei stata una strega potente, pensavano, ma tanta magia come quella che possiedo bisogna saperla controllare, perché risente dei miei cambi d’umore: se mi arrabbio troppo, le cose esplodono o prendono fuoco, se sono in ansia o impaurita posso fare incantesimi senza volere… Insomma, in situazioni particolari come in questo periodo devo continuamente prendere una pozione calmante. E comunque non sempre ha effetto, da quanto hai potuto vedere.”
Tacque, lo sguardo basso, aspettando una risposta. Anzi, più che una risposta si aspettava la fatidica domanda la cui risposta non amava dare.
“Ho visto che hai allontanato il cane, prima che la panchina prendesse fuoco. Avevi paura di colpirlo?” chiese.
Amanda annuì, mesta.
“Sì, quando avevo sei anni mi arrabbiai con un bambino, nostro vicino di casa, che prendeva in giro mia sorella… ma preferisco non parlarne.” mormorò, alzandosi.
Si sentì trattenere per un polso.
“Chi sa di questo?” chiese ancora.
“Severus, tuo fratello, Jade, Lily, Remus, e ovviamente mia sorella. Sarebbe meglio se non dicessi a nessuno quello che ti ho raccontato.” rispose, atona. Provò a lasciare la sua presa, ma lui la trattenne ancora.
“Non scappare.” disse “Non voglio sapere di quel bambino, se non vuoi raccontarmelo, ma questa tua condizione non fa di te una persona malvagia.”
Lo guardò dritto negli occhi.
“E tu che ne sai?”
Sirius la lasciò e le rivolse uno di quei sorrisi che le procuravano giravolte incontrollabili allo stomaco.
“Amanda… cucini i dolci più buoni che io abbia mai mangiato, li regali a chiunque senza aspettarti nulla in cambio, collezioni foglie e quando sei felice fai le piroette! Considerando il tuo equilibrio precario, credo che l’unica persona a cui tu possa fare del male sia te stessa!” esclamò, ridendo.
Amanda provò ad imbronciarsi, ma fallì nel tentativo e, anzi, fu contagiata dalla sua risata.
“Mi piace fare le piroette!” esclamò, a mo’ di scuse.
Sirius si alzò e le passò la borsa. Poi, insieme, si diressero alla porta.
“E a me piace vedertele fare.” sentenziò, sorridendo.
Amanda oltrepassò la porta che Sirius aveva aperto senza togliergli gli occhi di dosso.
“Non prenderti gioco di me, Black.” sibilò, con un’espressione di finta minaccia.
“Non lo faccio, Froude.” rispose lui, con un sorriso divertito, scuotendo il capo. Amanda intercettò poi il suo sguardo e rimase senza fiato nel rendersi conto di un fatto assolutamente sorprendente, che la destabilizzò non poco.
Quello era esattamente il modo in cui suo padre guardava sua madre.
 
 
 
Note:
 
Okay, non uccidetemi per aver troncato così il capitolo, ma sono arrivata piuttosto lunga nella stesura e c’è ancora una parte da scrivere che non so quanto tempo e pagine mi prenderà; quindi, piuttosto che ritardare l’aggiornamento, preferisco dividere il capitolo in due parti!
Che ne dite? Ho iniziato a scoprire un po’ le carte, a voi le considerazioni del caso, io comunque ne lascio alcune di seguito:
  • Colpo di scena: gli infiltrati al Wizengamot non sono bastati!
  • Colpo di scena n.2: due Black su due! Joe non la prenderà per niente bene XD;
  • Curiosità: la citazione che ho usato per il POV di Regulus è parte di una canzone di Fiorella Mannoia che mi è piaciuta tantissimo e mi ha ispirato molto perché in ogni strofa ho trovato le sensazioni e i pensieri di Regulus, di Severus e persino di Barty! È stato straordinario ascoltarla perché mi ha proprio fatto entrare nella loro testa. C’è un’altra canzone della Mannoia che è stata una grande fonte d’ispirazione, non mancherò di proporvi altre citazioni più avanti.
  • Curiosità n.2: la canzone “Shake it out” mi carica tantissimo in momenti particolarmente no, e ho pensato si addicesse al momento difficile di Amanda, è un invito a reagire, a scuotersi via di dosso il torpore e l’ansia.
  • La ship a sorpresa: vorrei sapere cosa ne pensate. È parte integrante della prima stesura della trama, e non voglio che vi appaia come una relazione-copia di quella che potrebbe essere un’eventuale Sirius/Amanda. Il loro rapporto sarà molto diverso, non dico altro per non inciampare nello spoiler! – non ve ne potrà fregare di meno, ma la lettera del primo capitolo che Layla aspettava era quella di Regulus :3! E… sì, Layla è uscita con Sirius con l’unico scopo di far ingelosire Regulus xD
 
Ecco, ho terminato. Come al solito vi ringrazio <3, vi mando un bacio e vi aspetto al prossimo aggiornamento!
p.s.: sotto prezioso consiglio di risa lilian badwolf ho cambiato la presentazione della storia! Mi ha fatto giustamente notare che sarebbe stato carino, anziché inserire una citazione della storia, dare una spiegazione più ampia, data portata che avrà la fan fiction! Grazie ancora! :*
-Amanda 
   
 
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