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Autore: ReVeNgE NiNeTAlEs    18/06/2015    1 recensioni
*Contenuti forti dal 23 esimo capitolo in poi*
*
ATTENZIONE! Human!PokèMoN
*
Questa è una storia di affetto materno, di amore coniugale, di pericoli e di demoni.
Questa è una storia drammatica raccontata in chiave comica nei primi 20 capitoli.
Questa è una storia di una Kitsune abbandonata a sé stessa, che riesce a sopravvivere solo grazie all'aiuto dei suoi amici PokéMoN e di alcuni umani, ma che poi tornerà nel suo mondo.
Questa è la storia che racconta come solo l'amore di una ragazza può salvare il Mondo dei PokéMoN.
Questa è la storia che spiega le conseguenze.
Questa è una storia di Rivoluzione.
Questa storia ha un inizio e una fine.
Questa storia si chiama Battle World New Revolution.
ReVvY
Genere: Drammatico, Mistero, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shoujo-ai | Personaggi: Altri, Kyouhei, N, Nuovo personaggio
Note: OOC | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate | Contesto: Anime, Videogioco
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Cap. 21 BWNR

 
Ninetales si risvegliò con un gran mal di testa.
Aprì gli occhi, sbattè ripetutamente le palpebre, ancora assonnata.
Credette di trovarsi nel bosco nel quale si erano rifugiate lei e Beatriz, e invece…
E poi, dov’era Beatriz?
Solo dopo essersi assicurata di aver gli occhi aperti ed essere ben sveglia, fece come per alzarsi, ma qualcosa la bloccava sulla schiena.
Sicuramente non si trovava più nel bosco, o in un bosco qualsiasi, bensì in un salotto.
Un salotto di una casa che conosceva fin troppo bene.
Ad un certo punto, scorse un piccolo piede che faceva avanti e indietro, proprio come un pendolo, dalla sua schiena.
Una scarpetta di colore rosso con delle strisce bianche, una gambina tozza e non molto sviluppata.
Non c’erano più dubbi, quella era la gamba della piccola Beatriz, di quando aveva quattro anni, forse cinque.
Poi, di nuovo, una sensazione strana, come se il suo corpo si stesse dividendo a metà.
La Volpe spalancò gli occhi, e non potè trattenere il grido di dolore, che in quel momento le stava attanagliando la gola, rendendola muta.
Ma nessuno sembrò ascoltarla, né vederla, né curarsi di lei, sdraiata a terra, ansimante, mentre gettava un’occhiata velenosissima all’altra parte di sé, Vulpix, quel piccolo ammasso di pelo e malvagità, che ricambiava il suo sguardo con uno altrettanto velenoso, solo c’era una punta di cattiveria, in quello sguardo rosso.
Rosso come il sangue. E l’odio.
Non sapeva percvhè stava pensando quelle cose, in fondo quella era stata lei molto prima, molti anni fa…
Sopra Vulpix, una bimba con un maglione rosso, fiocchi bianchi su entrambe le maniche, sguardo curioso.
Grandi occhi color dell’ onice, capelli castani, corti, oppure non abbastanza lunghi per essere definiti tali, un naso all’insù e le orecchie, almeno così parve a Ninetales, erano leggermente appuntite.
Il suo sguardo era perso, come se non la vedesse per davvero.
-B..Bea, sono io. Sono qui, non mi vedi? Apri gli occhi!- gridò la Volpe Dorata, senza però ricevere risposta alcuna.

Si avvicinò, barcollando, alla sua forma base e alla bambina…

-Vulpix, vieni qui!- ordinò una voce femminile alle loro spalle.
Sebbene Ninetales non la riconobbe subito, giurò di conoscere quella voce tanto familiare, tanto più femminile di quella della sua piccola padrona…eppure così tanto rassomigliante.
I quadri tutt’attrono erano quelli che tutt’ora troneggiavano nella sala di ristoro della villa, che un tempo era la sua, la loro casa.
Solo che le pareti avevano un colore più chiaro di quello della loro casa, di quella che lo fu.
Sembrava quasi un colore… come dire… assente.
“I ricordi sbiadiscono nella memoria…” si sentì dire da una voce lontana, né maschile né femminile.
-BEA! BEA! Sono qui!- continuò a gridare la Volpe, invano.
La voce era strana. Come faceva, una qualsiasi creatura, a non avere un timbro di voce specifico?!
Improvvisamente, la Volpe Rossa, quella che fu lei un tempo, prese a camminare verso Antonella, la voce femminile, la madre di Beatriz.
Così uguale…eppure così diversa…
“…se la si lascia da sola, rischia di perdere la sua innocenza, quella a cui TU tieni così tanto!” parlò una seconda volta la Voce Senza Voce.
In quelle parole, Ninetales colse un tono di sfida, seppur incolore. Qualcosa di maligno si stava avvicinando. Qualcosa di orribile. Qualcosa di nero. Qualcosa di pericoloso.
E, a suo parere, quel QUALCOSA andava assolutamente distrutto, qualunque cosa fosse.
-Chi sei?!- sbraitò con forza, rizzando il pelo sulla schiena e aprendo “a ventaglio” le code.
Ad un tratto, in seguito a un lampo nero e a una risata malefica, tutto si fece scuro.
Tutto si sciolse, si storse. Si disintegrò, si avvinghiò a dell’altra pece. Tutto divenne nero.
I quadri non avevano più né forma né colore, i mobili appassirono come fiori marci, cadendo a pezzi, come anche l’immagine distorta della Volpe Rossa e della bambina.
-No, Bea…non lasciarmi…NOOOO!- si affannò a gridare, a bucare il silenzio, Niny.
Allungando impaurita il braccio, una volta assunta la sua forma Umana, vedendo tutto diventare nero.
“Sai bene che cos’hai visto, Kitsune. Lo sai bene.” Continuò lui\lei.
-Fatti vedere, verme.- sibilò la donna\volpe, gli occhi scintillanti, rossi come la lava. –Osa soltanto dire che lei…che lei…-.
In un angolo non ben definito, una massa scura si contorse su sé stessa, e prese forma.
Alla prima impressione , a lei parve una specie di fantasma.
Non fece in tempo ad avvicinarsi a quella massa di pece informe che un braccio lunghissimo, con delle unghie affilate come spade, la afferrò per la gola, bloccandole il respiro.
-Cacchio…- mormorò lei, e quella fu l’ultima cosa che fece prima di venir trafitta brutalmente dall’altro braccio oscuro, e svenire.

***

 Nonappena la donna\volpe si svegliò, la prima cosa che udì furono dei gemiti lontani, ovattati.
Solo in un secondo momento si accorse di aver la pancia squarciata, e il dolore l’assalì all’improvviso.
Giaceva in un’enorme pozzanghera di sangue, ma non se ne curò più di tanto.
L’unica cosa che attirava l’attenzione della donna erano quei gridolini tanto distanti, in quel mare nero che si era trovata a dover affrontare.
Aprendo ulteriormente gli occhi, si accorse che il suo corpo era tenuto a terra da tante piccole liane, che più esse stringevano, più si faceva sentire il dolore, più colava sangue.
Ma lei era forte, non aveva bisogno di urlare. Con uno strattone dato grande potenza, riuscì a liberarsi, pagando la sua spavalderia a caro prezzo. Con altro sangue.  Tanto.
-Ma dove sono?- si chiese, asciugando il braccio. Non dolevano più, le ferite. Anzi, grazie alla sua forza rigenerante, stava già cominciando a far cicatrizzare le ferite. Aspettò un paio di minuti, le ferite erano completamente rigenerate.
-Finalmente! E ora, usciamo di qui!- esclamò, seppur sottovoce, alzandosi in piedi e stupendosi del fatto che le sue gambe non sprofondassero nella pece dell’oscurità.
E la Voce Senza Voce? Che fine aveva fatto?
Era scomparsa? Forse era morta? Perché si preccupava così?
In quel momento, la sua unica preoccupazione era questa: Uscire da qui!
Iniziando a correre su quella spece di trampoli che erano le sue scarpe, verso cosa poi non si sa, agitando il braccio in aria, disse ad alta voce:
-Ciao, chiunque tu sia. Me ne torno nella foresta!-.
Detto questo, riprese la forma Pokèmon e squarciò, in qualche modo, lo spazio oscuro.
E ne uscì. Viva.

 

 
I gemiti divennero più forti, quasi delle urla. E provenivano dalla bocca di Beatriz.
Ninetales se ne accorse quando riuscì a riprendere i sensi.
Allora era tutto un sogno? O meglio, era tutto un incubo?
Beh, ora però doveva salvare la sua padroncina, ovunque si trovasse.
La Volpe cominciò a curiosare tra un albero e l’altro, annusando ogni punto che potrebbe contener traccia del passaggio di lei, come un vero segugio.
-AAAAH! NO, BASTA!- un urlo più forte degli altri squarciò l’aria, facendo sussultare Niny.
Poi, le venne in mente una delle poche frasi pronunciate dalla Voce Senza Voce. 

“…se la si lascia da sola, rischia di perdere la sua innocenza, quella a cui TU tieni così tanto!”.
 
Poi, ripensò alla condizione dell’amica. Incinta. Quindici anni. Fidanzata. Lei e il suo fidanzato trom…scopavano abbastanza spesso.
Forse era questo il concetto di innocenza cui accennava la Voce Senza Voce.
-Sei capace di stare ferma?!- sbraitò una voce maschile, piuttosto adirata. Quella voce era di…Nate!
Ninetales lo aveva riconosciuto. Ma come aveva fatto Nate a scoprire il nascondiglio?
Vabbè che non era poi un nascondiglio così segreto, però…
Scansando un paio di rami abbastanza ampi, vide finalmente perché Beatriz urlava e gemeva così tanto spesso. Lei era stesa sotto e Nate era sopra di lei, che la baciava. O almeno, ci provava.
-CHE CAZZO FATE!?!- urlò lei, con le guance tinte di porpora dalla rabbia.-N…Niny! C…come ci hai trovati?- mormorò Nate, imbarazzatissimo. Con una mano afferrò i pantaloni e la camicia, crecando di coprire il copribile.
-NON CHIAMARMI
NINY! NON SONO TUA SORELLA! ARG!- era sempre più imbuffalantita.*
-Scusa, ma non potevo fingere con lui. Non ti pare?- disse Beatriz, imbarazzata anche lei. Diversamente da Nate, non cercò di coprirsi. In fondo, che ragioni aveva per farlo?
“Ecco cosa intendeva con “innocenza” quella Voce strana…” si tormentò interiormente Ninetales, il viso ancora sui toni del rosso più acceso.
-E io che ho rischiato un infarto! Bastardina!- continuò a dire, un pochetto più calma.
Con una mano sul viso, si avvicinò all’albero più vicino per sbatterci la testa contro.
Il ragazzo riuscì a vestirsi abbastanza velocemente, al contrario di Beatriz, che se la prese molto comoda, seppur sotto gli occhi scandalizzati di Ninetales.
Uno scroscìo li distrasse dal loro imbarazzo.
Una siepe lì vicino si muoveva, scrosciante, come la pioggia, solo meno fastidiosa.
O almeno, così la pensava Beatriz.
Dalla siepe uscì Cortes, una delle Kitsune Rivelatrici del Segreto di Bea e Ninetales (vedi cap…ehm…indietro insomma!XD), scrollandosi di dosso quelle foglie smeraldine che si erano appiccicate alla
sua pelliccia.
-Accidenti! Quanto è fastidioso!- fu un suo aspro commento.
-Chi? Che cosa?- domandarono in coro i tre.
-Che qui ci sia uno scomodo umano! Levati subito o te la farò pagare!- esclamò, puntando feroce il dito verso il ragazzo.
-No, io non lascerò mai sola la mia fidanzata!- esplose, agitando il pugno.
Cortes spalancò gli occhi, stupita.
-N…Ninetales. Sei caduta così in basso?- chiese, ribrottita.
-IO!?! MA CHE COSA TI PASSA PER LA TESTA!?!?- urlò talmente forte che riuscirono a sentirla persino i morti del cimitero. –E’  CON  BEA  CHE  STA!-.
La Volpe passò lo sguardo da lei alla ragazza\volpe, ancora non decente.
-Ah…- sibilò a fior di labbra. –E così… tu staresti con un essere Umano?-.
Beatriz annuì convinta, seppur fosse arrossita di nuovo.
Proprio come Eva*, anche lei si vergognò di essere nuda…o almeno, mezza nuda.
-Non va bene, non va affatto bene. Umani e Kitsune non possono mischiarsi tra loro.- sentenziò, accomodandosi, sedendosi come fanno i cani, sorriso da ebete in faccia.
-BEH! Allora ti farà molto piacere sapere che sono incinta di un mezzo umano!- disse con fare altezzoso la ragazza\volpe, che aveva cominciato a vestirsi.
La Volpe Argento spalancò ancora di più gli occhi rubino.
-C..che cosa?-.

 

*** Hello, I’m Mz. Hyde! ***

Ringrazio il poco tempo che ho avuto per scrivere, e anche chi recensirà la storia.
Il titolo del capitolo è una stupida trovata mia, una canzone degli Halestorm, “Innocence”, e una degli Skillet, “Everything goes black”.
E ora spigo gli asterischi gialli nel capitolo.

IMBUFFALANTITA: siccome in Italiano si dice IMBUFALITA|O riferendosi all’animale, il bufalo, io mi sono riferita al PoKéMoN, Buffalant.

EVA: una specie di immagine “Biblica”, Eva infatti si vergognò di essere nuda, ma solo dopo aver mangiato la Mela.
Inoltre, il titolo della rubrica, “Hello, I’m Mz.Hyde” è un’latra canzone degli Halestorm, che una mia amica mi ha consigliato tempo fa e che mi è piaciuta, e poi  capirete perché l’ho scelta per la “rubrica”.
Alla fine il mio Nick non ha completato la “presentazione”, se avete letto il 1’ capitolo capirete il perché.
Allora lo spiego io ora.

WHITE: Mi piace il bianco.
DARK:Ninetales (Beatriz nella storia) ha un lato oscuro (più avanti).
NINETALES: (mi sembra logico ma lo scrivo comunque) Amo i Ninetales.
Alla prossima.
ReVengE
P.S.: Domani ho l’ultima prova. Auguratemi buona fortuna.

 

   
 
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