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Autore: roby_lia    18/06/2015    3 recensioni
Breve raccolta di OS a tema Nagron ovviamente
Il primo bacio lo colse di sorpresa.
Il secondo lo aspettava con più impazienza di quanto lui stesso volesse ammetterlo.
Il terzo decise lui di prenderselo.
Genere: Angst, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Agron, Nasir
Note: Missing Moments, Raccolta, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Living for

La fuga da Roma e dai suoi lunghi artigli non era stata semplice. Alcuni avevo deciso di prendere strade differenti, ma quelli rimasti li avevano seguiti nelle vecchie terre di Agron, dove speravano che il suo nome avesse ancora un po’ di valore.
E così era stato, erano riusciti ad ottenere terreno ed aiuto, avevano potuto assaporare per la prima volta la libertà senza dover tenere un’arma tra le mani.
Giorno dopo giorno il sorriso di Agron si faceva più sincero, le sue mani impararono nuovi modi di stringere.
Tutta la vita di cui erano circondati aiutava molto. Dopo un’esistenza di sola guerra, la risata di un bambino può sembrare il suo più bello del mondo.
 Il peso sulle sue spalle si alleggeriva e il dolore delle perdite era meno straziante, ma il ricordo persisteva, e certi giorni reclamava più attenzione di altri.
“Cosa volevi dirmi prima che seguissi Crixus? Ti ricordi? Avevi promesso che se fosse tornato mi avresti detto una cosa importate”
Nasir corrugò la fronte, continuando ad occuparsi del cervo che aveva cacciato quella mattina. Se lo ricordava troppo bene quel momento di cui parlava Agron. Ricordava l’angoscia e la voglia di fare di tutto per impedirgli di andarsene.
 
Erano stretti in un abbraccio, più vicini che potevano, cercando di tenere a contatto più pelle possibile.
Si erano liberati entrambi dei ciondoli che di solito indossavano, in quel momento anche solo l’aria stessa a dividerli sarebbe stato un dolore troppo grande.
Il silenzio era pesante tra loro, e Nasir voleva solo trovare le giuste parole per farlo restare per sempre tra le sue braccia. Ma sapeva che se ci fosse riuscito, Agron non glielo avrebbe mai perdonato. Aveva fatto una scelta, e si aspettava che lui la rispettasse.
Per questo premeva con forza le labbra contro la pelle del compagno, in baci dolorosi, se non morsi, quando la voce premeva dentro di sé per uscire, piangere ed urlare finché non avesse acconsentito a restare.
Per questo riviveva ogni momento che avevano passato insieme, ogni sguardo, ogni carezza, ogni bacio, ogni parola. Ogni singola cosa, ogni singolo istante che riusciva a renderlo così libero.
Se ne rese conto tra un battito di cuore e l’altro. Quelle sarebbero state le parole giuste, per quelle sarebbe riuscito a farlo restare.
“Ti devo dire una cosa”
Agron si girò su un fianco, tirandolo con sé, e distanziandosi appena per riuscire a guardarlo in viso.
“Tutto ciò che vuoi”
Nasir rantolò di dolore contro il suo petto, scuotendo la testa “Non ora. Quando tornerai”
“Nasir…”
Quando tornerai, sazio del sangue dei romani e sporco delle ceneri di Roma caduta. Quando tornerai tra le mie braccia con la promessa di non lasciarle mai più già sulle labbra. Allora te lo dirò. Oppure mi lasci venire con te”
Lo sentì espirare, mentre la stretta su di lui si faceva più forte “Non voglio che tu venga con noi perché non sarebbe davvero una tua scelta. Il pensiero di lasciare Spartacus non ti ha mai sfiorato la mente da quando Crixus ha annunciato la sua decisione. Non finché non ti ho detto che io l’avrei seguito”
“Ma sarebbe una mia scelta se decidessi di seguire te”
“Così che ogni cosa che ti succeda mi senta colpevole? No Nasir, ti prego questo non chiedermelo”
Il siriano strinse gli occhi, trattenendo il respiro.
“Tornerò da te. E allora mi dirai ciò che desideri. Spero che sia qualcosa di bello” può sentire il suo sorriso spezzato contro la tempia, la presa sul suo corpo che improvvisamente si fa più tremante.
“Lo è. Credimi, lo è” mormorò.
Ma questo non aiutò, una volta alzato il sole, a rendere l’allontanarsi dalle braccia l’uno dell’altro meno doloroso.
 
“Oh, quello”
“Sì, proprio quello- Agron incrociò le braccia sul petto, continuando a guardarlo dall’alto- Allora, cosa devi dirmi?”
“Sei stato il primo che ho baciato” rispose semplicemente, senza nemmeno sollevare lo sguardo, troppo impegnato a tagliare la carne.
“E l’unico” si affrettò poi ad aggiungere, conoscendo fin troppo bene il temperamento dell’altro.
“Il primo che…”
Nasir si passò una mano sulla fronte, cercando di spostare una ciocca ribelle “Sì, il primo che ho baciato. E che mi ha baciato, veramente”
“Pensavo che il tuo Dominus…” non riuscì nemmeno a finire la frase, facendo una smorfia.
“Tutto ciò che voleva da me era piacere, Agron. E quindi dalla mia bocca chiedeva tutt’altro” si rialzò in piedi, scacciando con una scrollata di spalle lo spiacevole ricordo.
Negli occhi di Agron passò un lampo scuro, come ogni volta quando si parlava del suo passato, e gli prese il volto tra le mani, unendo le loro labbra con forza.
Nasir non nascose il sorriso, mentre Agron lo stringeva a sé con la sua ritrovata forza. Era dai fraintendimenti con Castus che il germano non lo cercava con così tanta passione e ruvidezza.
La notte prima della sua partenza con Crixus era stata piena di malinconia, paura e dolcezza: avrebbe potuto essere la loro ultima notte insieme, ma farsi trascinare dalla passione l’avrebbe fatta solo passare troppo velocemente.
Le notti che seguirono erano state più incerte, le mani di Agron non erano più le stesse, dovevano imparare di nuovo a stare insieme, a fidarsi totalmente l’uno dell’altro.
Quel giorno invece sembrava più simile a ciò che c’era prima. Erano loro due, alla luce del sole incurante di tutto. Agron avrebbe quasi dato la colpa al sangue con cui Nasir si era sporcato per sbaglio, ricordava troppo le loro vittorie gloriose, il sangue che scorreva con forza e il cuore che batteva in modo forsennato.
E dei, Agron lo voleva così tanto, lo voleva direttamente lì e-
“Agron!” la voce allegra del bambino che lo chiamava lo fece grugnire frustrato contro il collo di Nasir a cui stava dedicando tutte le sue attenzioni in quel momento.
“Laeta ha detto di chiamarti, stanno nascendo i capretti!” continuò imperterrito il bambino, saltellando da un piede all’altro esaltato.
Agron aveva già sulla punta della lingua tutta una lunga serie d’imprecazione in tutte le lingue che parlava, ma poi Nasir rise, gli prese la mano e iniziò a tirarlo, con un sorriso bellissimo sul volto.
“Dai, andiamo, la capra non può aspettare, e ancora meno Laeta” rise ancora, sfuggendogli dalla presa per obbedire al bambino
Agron lo seguì di corsa borbottando fra sé e sé “Fottuta Laeta e fottute capre”








Note
Goat farm forever ù.ù
Comunque, un grazie a chiunque abbia letto e in particolare a chi ha trovato due minuti per farmi sapere cosa ne pensa, spero di aver reso degnamente questi magnifici personaggi :)

Alla prossima (sì, è molto poco velatamente una minaccia)
roby_lia

 
  
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