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Autore: zaynseyes_    19/06/2015    1 recensioni
Quando lo sfacciato e testardo Louis Tomlinson, stella del calcio del liceo, incontra il suo nuovo allenatore rompiscatole Harry Styles, scoppia un'animata rivalità fra i due, ed è evidente che l'imminente stagione sarà sicuramente una delle più movimentate.
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[questa storia non è mia, ma solo una traduzione. Tutti i crediti vanno a @larrys_fedora]
Genere: Comico, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Liam Payne, Louis Tomlinson
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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I lividi sul viso e quelli nella parte della gabbia toracica, sopra il fianco sinistro, e quello a forma di dita sul braccio erano di un viola intenso e doloroso al tatto. Non poteva vedersi la nuca, dal riflesso dello specchio del bagno, ma faceva così male che sapeva che non era messa bene. Nella guancia aveva un taglio con i bordi screpolati, un'altra macchia di un viola nauseante era nato nel punto dove era stato colpito. Tornò a guardare il suo riflesso, vedendo le lacrime ai bordi degli occhi, e fu in quel momento che si rese conto che stava piangendo. Imbarazzato di se stesso, si allontanò dallo specchio e si strofinò gli occhi fino a quando le lacrime smisero di scendergli dagli occhi. La voce di Ryan gli rimbombò in testa "I froci non giocano a calcio, non ci giocano". Si costrinse a calmarsi, camminando lungo il corridoio verso la sua camera, dirigendosi dritto verso l'armadio per cercare il pigiama. Dopo aver cercato per un pò, afferrò un paio di mutande pulite e cercò poi qualcosa che lo tenesse al caldo, visto che non aveva acceso i riscaldamenti in casa per risparmiare soldi. Trovò poi una felpa larga sul fondo del suo armadio e se la mise, lasciando che le sue mani scivolassero dentro le maniche e che i suoi orli cadessero fino ai polsi. Poi si accoccolò nel letto e tirò su la morbida coperta fino le spalle, addormentandosi profondamente con in mente l'immagine di un ragazzo alto con un paio di occhi verdi.

°°°°°°°°

"No Liam, davvero, sto bene" insistette Louis mentre si toglieva la maglietta dei Nirvana, nello spogliatoio dei ragazzi.

Liam gli diede un'occhiata che sembrava volesse dirgli 'ovviamente non "stai bene" se ti hanno spaccato la testa nello spogliatoio e se una serbatoio umano ti ha pestato a sangue'. Roteando gli occhi, Louis si mise la sua maglia da calcio.

"Ti sei dimenticato che tutto il tuo corpo è praticamente nero e blu?"

"Fanculo Liam, pensi che me lo sia dimenticato? Ogni respiro che faccio me lo ricorda" lo schernì Louis, mettendosi le calze.

Dopo aver scosso la testa, il ragazzo dagli occhi marroni finì di allacciarsi le scarpe e balzò su dalla panchina.

"Non fare tardi o Styles ti picchierá più forte di quanto abbia fatto Ryan" disse oltre le sue spalle, uscendo dalla porta.

Frettolosamente, Louis si mise i parastinchi e le scarpe in tempo record, allacciandosele più in fretta che le sue dita potevano. C'era ancora un altro ragazzo con lui, nello spogliatoio, con un'espressione di panico nel viso e si affrettò ad uscire dalla porta, proprio prima di Louis. Fece del suo meglio per correre verso la parte laterale del campo dove tutti i giocatori erano in fila con un Harry, impaziente, in piedi di fronte a loro, le sue mani nelle tasche del cappotto. Ma a ogni passo che faceva, la sua testa pulsava e scosse di dolore gli colpivano la schiena e i fianchi. Alla fine riuscì a raggiungere la fine della fila, le lacrime bruciavano ai lati dei suoi occhi. Era in piedi vicino Isaiah, che gli aveva lanciato un'occhiata di compassione. Ma Louis non voleva la sua compassione. Convinse se stesso che stava bene. Harry stava camminando con il suo lungo, lento ed elegante passo lungo la fila, e si fermò davanti Isaiah. I suoi occhi esaminarono la fila di giocatori, ma non si posarono neanche una volta su Louis.

"Se non lavorate sodo in questo allenamento, non giocherete alla partita di domani" disse brutalmente onesto, i suoi occhi verdi severi e taglienti, come era abituato a vederli.

"Capito?"

Tutti i ragazzi annuirono intimiditi. Louis notò come gli occhi di Harry guardarono intenzionalmente Ryan, le sue sopracciglia aggrottate e le sue labbra curvate in un cipiglio. Questo lo fece sentire Louis in modo strano, come se a Harry importasse qualcosa di lui. Ma era anche preoccupato che Ryan l'avrebbe capito, e che avrebbe scoperto che Louis avesse spifferato ogni cosa. Fortunatamente Harry riuscì ad attenuarlo, in modo che lui non avrebbe capito nulla.

"Isaiah, guida tu il riscaldamento" ordinò Harry, e così tutti si posizionarono al loro posto e si misero in fila.

Quando Louis cercò di seguire la sua squadra, praticamente zoppicando su un piede, una grande mano si poggiò sulla sua spalla. Non poteva dire che non se lo aspettava. Girandosi, Louis alzò lo sguardo su Harry, impaziente, con un piccolo broncio sul viso. Voleva giocare e mostrare a Ryan che non era un bambino che se ne stava in panchina per colpa di qualche livido o taglio. Gli occhi verdi di Harry lo osservarono dall'alto con le sopracciglia unite con convinzione, mentre faceva cadere la mano al suo fianco.

"Hai bisogno di stare in panchina" disse. A Louis piacque la sua voce intensa e profonda, ma non aveva intenzione di andarsi a sedere in panchina.

"No" è tutto quello che disse, distratto dal modo in cui Harry fece uscire uno sbuffo dalla bocca e frustrato si fece passare le mani tra i capelli.

"Porta il culo su quella panchina, Tomlinson, prima che lo faccia io per te" ringhiò Harry, i suoi freddi occhi verdi ridotti a due fessure.

Louis sentì dei brividi scendergli lungo la spina dorsale mentre velocemente cambiava le parole di Harry dentro la sua testa. Sentì un calore sulle guance quando si rese conto a cosa stava pensando e Louis subito avvertì i suoi occhi. Riluttante, zoppicò poi pateticamente verso la panchina, più per coprire il suo viso, che adesso era di un rosa acceso. Quando si sedette sulla panchina con una smorfia di dolore, Harry lo stava guardando attentamente, con un lieve e insolente ghigno che si alzava agli angoli della sua bocca. Louis si fissò le gambe e restò seduto per quello che sembrò un'eternità, guardando Harry per tutto il tempo, mentre passeggiava vicino il campo con le sue deliziose, toniche gambe, il labbro inferiore tra i denti e le sopracciglia aggrottate con grande concentrazione mentre guardava attentamente ogni mossa dei giocatori. Louis lo guardò mentre urlava ordini, le sue labbra perfettamente rosa e il suo lento e percettibile accento mentre parlava. Lo guardò mentre si portava una mano tra i capelli ricci e come se le tirava leggermente all'estremità. Louis desiderò poterlo fare al posto suo. Per tutto l'allenamento, Harry fu tutto quello a cui prestò attenzione, e fu piacevole.

Finalmente, Harry chiamò la squadra-- che si precipitarono da lui con un imbarazzante ansia-- con un semplice gesto della mano, e questi formarono poi un ordinato cerchio intorno a lui. Harry sembrava il loro re. Gli parlava con sguardo serio e intenso, gesticolando con le sue grandi mani che sembravano intimidatorie. Dopo un paio di minuti della sua ramanzina, i giocatori fecero una piccola corsetta verso la panchina dove era seduto pazientemente Louis, le loro facce erano piuttosto provate e pallide. Suppose che Harry fosse stato duro con loro. I ragazzi afferrarono le loro bottiglie d'acqua, Liam gli lanciò un'occhiata di scuse, e velocemente se ne andarono dal campo per dirigersi nello spogliatoio. Louis restò seduto perchè doveva chiedere una cosa a Harry. Voleva assolutamente giocare alla partita di domani, perchè sapeva che era bravo abbastanza per dare una mano alla sua squadra, e questi avrebbero potuto usarlo a loro favore. Louis si sollevò dalla panchina e gemette di dolore per tutta la strada verso il centro del campo, dove Harry era chino sul suo telefono, tenendolo così vicino al viso che quasi quest'ultimo gli toccava il naso. Doveva essere cieco o qualcosa del genere. Quando Louis si fermò davanti a lui, lui non alzò nemmeno lo sguardo. Solo quando si schiarì la gola ostinatamente gli occhi di Harry si sollevarono per incontrare i suoi. Il loro chiaro, stupendo verde fu abbastanza per Louis da fargli dimenticare momentaneamente cosa aveva intenzione di dire. Riordinò i pensieri nella testa, dopo un secondo di solo stare in piedi di fronte a lui con la bocca aperta come un idiota, e cercò di sembrare deciso.

"Domani hai intenzione di farmi giocare, no?" disse, spostando il peso del corpo su una sola gamba e posizionandosi una mano sui fianchi, in un gesto molto femminile.

Un'espressione comparì nel viso di Harry quando le sue sopracciglia si aggrottarono e il suo naso si arricciò un pò e probabilmente quello sguardo era supposto per farlo sembrare irritato, ma per Louis era così fottutamente carino.

"Perchè dovrei?" replicò, tornando a guardare il suo telefono.

Louis immediatamente eliminò ogni pensiero su Harry e del suo essere adorabile e si accigliò incredulo per la sua maleducazione.

"Uhm, perchè posso" rispose Louis, abbastanza impertinente da far alzare lo sguardo di Harry dal suo cellulare.

"Oh, davvero?" disse, inarcando un sopracciglio "Perchè l'ultima volta che ho controllato, non potevi fare neanche due passi senza trasalire"

Per un momento Louis si bloccò perchè la formulazione di quella frase suonava un pò divertente, e probabilmente l'avrebbe potuta interpretare in diversi modi, uno dei quali poteva includere Harry. Ma si fermò prima che il pensiero potesse solo formarsi nella sua mente e prima che potesse imbarazzare se stesso.

"Beh, adesso posso." scattò Louis, seccato quando Harry roteò gli occhi "Pertanto, domani giocherò nella partita"

Con questo, Harry finalmente alzò lo sguardo dal telefono, i suoi occhi adesso erano concentrati unicamente e intensamente su Louis, e in qualche modo lo fecero rabbrividire e si sentì come se fosse così trasparente che Harry poteva vedere attraverso di lui. Notò un piccolo ghigno sollevarsi da un angolo della bocca di Harry, si intravedeva l'ombra di una fossetta.

"Cosa ti fa pensare che tu sia l'unico a comandare?" disse, la sua voce così profonda e sorprendentemente calma, adesso.

Guardarlo negli occhi era così difficile che sembrava che stesse guardando il sole, quindi Louis dovette distogliere lo sguardo. Non era per niente sicuro su cosa dire e realizzò che questo non gli succedeva mai, a meno che non stava parlando con Harry.

"Uhm-"

"Sono il tuo coach, Louis Tomlinson, e posso farti fare tutto quello che voglio, lo capisci questo?"

Louis si sentì senza fiato e il ghigno di Harry era ancora piazzato sul suo viso, come se gli piacesse fare l'altezzoso con lui. Louis lo sapeva che lo faceva, perchè non era la prima volta che l'aveva fatto. Ma Louis non sapeva mai come reagire o come sentirsi. A volte lo irritava, questa volta però lo fece sentire incredibilmente imbarazzato.

Harry non aspettò che lui gli rispose. Qualcosa però cambiò in lui, le sue spalle si abbassarono e i suoi occhi si addolcirono solo per un momento, e sembrò un pò esausto.

"Ascolta, Louis, se hai intenzione di fare il testardo o quello che vuoi, solo....riposati e prenditi cura di te stesso, va bene?" disse con un sospiro "Domani se starai meglio, penserò se lasciarti giocare"

"B-Bene, okay." disse Louis, in modo sbrigativo "E comunque, sto perfettamente bene"

Harry roteò gli occhi e lo schernì "Okay"

Ma prima che Harry potesse sbraitargli ordini o farlo irritare più di quanto non avesse già fatto, Louis si diede una spinta sui talloni e se ne andò pavoneggiandosi, cercando disperatamente di non zoppicare perchè sapeva che Harry lo stava guardando. E con questo, Louis afferrò la sua bottiglietta d'acqua dalla panchina e camminò dritto verso lo spogliatoio, senza guardarsi indietro neanche una volta. Domani, non gli sarebbe importato cosa Harry voleva che faceva, perchè qualcuno aveva bisogno di insegnargli che non era sotto il comando di nessuno. E Louis credeva di poter essere quella persona.





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Piccolo Tomlinson che fa l'aggressivo, arrrrr

Nel prossimo capitolo sarà descritta la partita e awww, non vedo l'ora di tradurla!

Un bacione grande!💖
  
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