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Autore: didi_95    19/06/2015    3 recensioni
Dal testo: "La sua voce...non credevo che l'avrei sentita di nuovo; non qui, non adesso.
Eppure è lei: unica, testarda e dolcissima..è lei il mio personale richiamo alla vita."
Questa storia parla di amore, coraggio e grandi azioni; ma anche dei piccoli passi avanti fatti giorno per giorno nella grande palestra della vita, dove ogni errore serve a migliorarsi.
Jari, il padre di Fili, ripercorrerà i momenti salienti della sua vita, fino al momento per lui più importante: l'incontro con Dìs, la madre dei suoi figli.
Genere: Avventura, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Dìs, Dwalin, Nuovo personaggio, Thorin Scudodiquercia
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Sono contento di non essermi sbagliato



La figura minacciosa di Thorin avanza implacabile sul sentiero.
Dìs mi prende per mano.
< Credi che ci abbia visti? > mi sussurra all'orecchio.
< Non lo so, ma a giudicare dalla sua espressione, non è venuto per fare un pic-nic. >
< Che facciamo? >
Il viso di Dìs, a pochi centimetri dal mio, appare lievemente preoccupato.
< Forse è meglio che trovi un posto per nasconderti... io non posso continuare ad evitarlo per sempre; è il mio Principe dopotutto. >
< Io non voglio affatto nascondermi! > replica lei, tirando fuori un adorabile cipiglio.
< Se ci trova insieme, sarà peggio. Vorrei cercare di spiegargli le cose con calma, credo che capirà. Dammi retta, amore... non farti vedere. >
Dìs sbuffa contrariata.
< Come vuoi, ma non posso assicurarti che ci resterò a lungo, Thorin non è Balin, non ha capacità diplomatiche. >
< Correrò questo rischio. > le sussurro, baciandola.

Dopo essermi assicurato che Dìs sia nascosta bene, mi avvicino alla riva del fiume, facendo finta di nulla.
Qualche attimo dopo, i passi pesanti di Thorin riecheggiano nella radura.
< Jari! Devo parlarti... adesso. >
La sua voce bassa ed autorevole tuona alle mie spalle; un leggero brivido mi attraversa la schiena.
Mi volto, cercando di sostenere i suoi occhi di ghiaccio, cosa che si rivela un'impresa alquanto difficile.

< Thorin... è un piacere vederti. >
"Inizio originale davvero, Jari...i miei complimenti."
Tuttavia Thorin non sembra accorgersi del tono impostato della mia voce, forse non mi sta nemmeno ascoltando.
I suoi occhi indagatori vagano qua e là come in cerca di qualcosa o di qualcuno e, lentamente, sul suo volto si dipinge un'espressione di sconcerto e sorpresa... forse anche sollievo.
Evidentemente si aspettava di trovarmi con Dìs.
< Di cosa volevi parlarmi? > chiedo, tastando il terreno.
< Lo sai benissimo. Mi hai disobbedito. >
< Ho fatto ciò che ritenevo giusto. >
Thorin alza le sopracciglia, come se non si aspettasse un'ammissione così subitanea.
< Sei proprio un pessimo nano se credi che sia giusto tradire la parola data al tuo principe... fabbro. >
Thorin calca la voce sull'ultima parola, provocandomi una fitta allo stomaco; era da molto tempo che non sottolineava la mia condizione sociale, e non lo aveva mai fatto con così tanto disprezzo.
Taccio, cercando di contenere la rabbia e l'umiliazione che mi scorrono nelle vene.
Thorin invece continua a parlare:
< Non avresti dovuto avvicinarti a lei. Non mi interessa come hai fatto o ciò che le hai detto. Sono qui per una ragione: avvertirti.

Non voglio che vi frequentiate più, non può venirne fuori nulla di buono. Mi hai capito bene? >
Spalanco gli occhi; Thorin non ha la minima idea di quanto sia potente il sentimento che mi lega a sua sorella, non potrei nemmeno immaginare la mia vita senza di lei.
Cercando di controllare la rabbia, ribatto:
< Ho aspettato, Thorin. Ho aspettato... anni che tua sorella si riprendesse. Non hai idea di quante volte avrei voluto aiutarla, parlarle; ma ho mantenuto la mia parola ed ho aspettato. Ma ci sono cose che nemmeno il tempo può aggiustare, non sarebbe mai cambiato nulla se lei non avesse saputo la verità. >
Thorin sbianca.
< Tu... le hai detto di Litr? Come hai osato? Avevi promesso! >
Il nano moro fa qualche passo verso di me, la rabbia negli occhi.
"Ma come fa a non capire?"
< Tua sorella si è sentita responsabile della sua morte per tutto questo tempo! Si sentiva in colpa di essere viva! Ho dovuto dirle tutto, come avrei dovuto fare quello stesso giorno. Non ho rimorsi! Ed ascoltami bene... io AMO Dìs e non la escluderò dalla mia vita. Ti ci dovrai abituare. >
< TU COSA? >
Adesso Thorin sembra davvero infuriato.
< Hai capito bene. >
Accade talmente veloce che neanche il mio addestramento mi permette di accorgermene.
Appena un secondo dopo aver parlato, mi ritrovo a terra con un cocente dolore allo zigomo ed il metallico sapore del sangue sulle labbra.

Thorin è davanti a me, ansimante; il pugno con cui mi ha colpito è ancora chiuso e contratto.
Sputo per terra e mi massaggio la mascella, cercando reprimere la rabbia.
Con tutta la tranquillità che riesco a trovare, gli rispondo:
< Puoi picchiarmi quanto vuoi, ma le cose non cambieranno. >
< Vogliamo verificare? > ruggisce Thorin, tutt'altro che calmo, afferrandomi per il bavero e cominciando a scuotermi violentemente.

< BASTA!! >
La voce acuta ed arrabbiata di Dìs risuona nella radura, superando il rumore della corrente del fiume.
Thorin, preso di sorpresa, mi lascia all'improvviso.
Sul volto del nano moro, per un solo attimo, passa un velo di rimorso; ma poi, ritornano trionfanti la rabbia ed il rancore.
< Non osare più fargli del male! > continua Dìs, mettendosi tra me e lui.
< Ti schiereresti contro di me? Per uno sconosciuto di rango inferiore al tuo? >
Sibila Thorin, fulminando la sorella.
Dìs non cede terreno e la sua voce è ferma:
< Io lo amo, Thorin... e non è uno sconosciuto, nemmeno per te. Ti prego, non obbligarmi a fare una scelta, perché perderesti. >
A quelle parole, che avevano avuto il potere di annullare quasi del tutto il mio dolore, Thorin vacilla leggermente, come se anche lui avesse ricevuto un colpo.
Tuttavia, dopo qualche secondo, sembra riprendere il controllo.
Con la voce ridotta ad un sibilo, lo sento rivolgersi a me.
< Tu non sei e non sarai mai degno di mia sorella. >
Dìs apre la bocca per ribattere, ma Thorin la zittisce con un gesto.
< Quanto a te, torna quando sarai rinsavita oppure non tornare affatto. Non avrò sorelle sposate a fabbri qualsiasi. >
Dette queste parole, Thorin si volta e se ne va seguendo il sentiero, come se non fosse accaduto nulla.

< Fammi vedere la faccia... > mi ordina Dìs, non appena Thorin sparisce alla vista.
< Sto bene. > sussulto, quando la sua mano tocca delicatamente il mio zigomo.
< Sta diventando viola... dobbiamo metterci del ghiaccio. >
La nana mi prende per mano, avviandosi a sua volta sul sentiero.
< Dìs... >
< Cosa? > mi chiede, voltandosi verso di me.
< Mi dispiace... non volevo che accadesse una cosa del genere. >
< Ti avevo detto che Thorin non è un tipo diplomatico. > replica sorridendo.
< Si... ma non doveva prendersela anche con te e poi... > mi interrompo, mentre le parole del nano che ho sempre ammirato, mi rimbombano nella mente...
Io sono un fabbro, non sono degno di lei.
Dìs, indovinando subito i miei pensieri, mi guarda negli occhi.
< Non pensarlo nemmeno, Jari. Sono sicura che non lo pensa nemmeno Thorin.
Lo ha detto solo perché era arrabbiato; lo sai quanto è impulsivo.
Tu sei... il meglio che mi potesse capitare e Thorin lo capirà prima o poi. >
La stringo a me, lasciando che le sue parole e la sua presenza scaccino via le ombre della mia mente.
< Vuoi venire a casa mia? E' molto piccola, ma... >
Dìs mi posa un dito sulle labbra.
< Non credo che Thorin tornerà a casa stanotte, ma comunque posso sopportare la sua arrabbiatura. Ti rivelo un segreto: sono molto più testarda di lui. >
< Me ne sono accorto. >
Sussuro prima di baciarla.


                                                                           *****************************************************************


Sospiro guardando i locali anneriti e pieni di cenere che solo qualche giorno fa ospitavano le fucine.
Non è rimasto quasi nulla purtroppo e non ci resta che cercare di fare del nostro meglio per rimettere tutto in funzione al più presto.

"Tu non sei e non sarai mai degno di mia sorella."

Scuoto la testa con forza per scacciare la voce di Thorin che mi rimbomba ancora nelle orecchie; eppure sono passati tre giorni dalla nostra discussione.
Frerin non è ancora tornato; mi manca il suo appoggio ma sono contento per lui e voglio che si goda questo periodo con le persone che ama.
Dìs, anche se non lo dà a vedere, è provata da questa guerra psicologica portata avanti dal fratello... Thorin non le ha più rivolto la parola.
Quanto ricambierei volentieri quel pugno in questo momento.
< Stupido nano ostinato! > urlo, scagliando a terra un pezzo di legno annerito.

< Per la mia barba, Jari! Stai attento! Eri quasi riuscito a disintegrarmi con quel pezzo di legno! >
Mi volto di scatto, vergognandomi del mio improvviso scoppio d'ira.
< Perdonami Bofur... è che a volte sembra proprio andare tutto storto. >
< Oh si... a volte è così. E a vedere la tua faccia mi sa che hai ragione; allora è vero quello che si dice in giro. >
< Cosa si dice? > chiedo stancamente, sedendomi su un ceppo di legno.
< Oh... beh. Che hai avuto un diverbio con Thorin e che lui ha perso la pazienza. >
< A grandi linee direi che è così. > sospiro.
< Tuttavia, il motivo del suddetto diverbio non lo sa nessuno... tante ipotesi ma nessuna esatta. Sta' tranquillo, Dìs è al sicuro dai pettegolezzi. >
Bofur mi fa l'occhiolino, calzandosi il cappello sulla testa.
Mi prendo la testa tra le mani.
< Non so come finirà questa storia, Bofur. >
Il giocattolaio mi regala uno dei suoi sorrisi smaglianti, posandomi una mano sulla spalla.
< Come vuoi che finisca? Tu e Dìs vi amate... e l'amore vince sempre su tutto. In ogni caso ero venuto per dirti che ho visto Dwalin andare a parlare con Thorin. >
Alzo la testa.
< E questo come potrebbe aiutarmi? >
< Bhe... sembra che Dwalin e Gloin avessero scommesso sul tuo coraggio nel rivelare la verità a Thorin. Insomma, Dwalin ha puntato su di te ed ha vinto; in più credo che ti fosse favorevole fin dal principio. Forse la vincita lo ha messo così di buon umore da tentare un approccio con Thorin... sembra che Thorin rispetti quasi sempre le sue opinioni. >
Una lieve fiammella di speranza mi si accende nel cuore insieme ad una segreta soddisfazione per la scommessa fatta da Dwalin.
< Grazie Bofur! Credo che tu sia riuscito a tirarmi su di morale. >
Bofur sorride di nuovo mentre si alza per andarsene.
< E' il minimo che io possa fare per tutti coloro che non possiedono un cappello porta fortuna! Ti aspetto in negozio, vieni quando vuoi. >
Prima o poi dovrò chiederglielo per quale motivo tiene così tanto a quel cappello...


Guardo il cielo punteggiato di stelle; è ora di staccare.
Mi avvio verso casa, beandomi nel venticello fresco della sera.
Arrivato in vista della casa di Thorin rallento il passo, cercando di immaginarmi la mia Dìs, tutta indaffarata nella preparazione della cena.
Cena che nessuno dei due fratelli potrà godersi.
Per dare sfogo alla mia frustrazione, dò un calcio ad un sassolino e mi avvio di nuovo di buon passo verso casa.

Non lo scorgo subito; è solo un'ombra in mezzo ad altre ombre.
Ma poi, aguzzando lo sguardo, lo vedo meglio.
E' proprio Thorin e sembra mi stia aspettando all'inizio del sentiero.
Mi avvicino cautamente, fingendo indifferenza e mi fermo proprio davanti a lui.
Il suo volto è concentrato in un'espressione del tutto indecifrabile.
< Jari. > sussurra, la voce pesante come pietra.
< Thorin. > rispondo, facendogli un cenno con la testa.
< Devo parlarti. >
< Intendi usare sempre i pugni o ti limiterai alle corde vocali questa volta? > chiedo con un sarcasmo che non mi appartiene.
Thorin stringe le labbra, come per sforzarsi di non ribattere.
"Oppure in ricordo di qualcosa che non avrebbe voluto fare... "
< Vuoi parlare o no? > insiste il nano.
< D'accordo. >
Thorin si siede lentamente sull'erba ed io, dopo poco, lo imito; poi, il nano comincia a parlare con la voce profonda e piena che conosco tanto bene.
< Già una volta io e te ci siamo ritrovati a parlare guardando le stelle.
E guarda... è lo stesso cielo di quella notte, quando il fuoco del Drago divampava e bruciava ancora sotto le nostre palpebre; eppure quante cose sono cambiate. >
< Quel fuoco non si è mai spento, Thorin. Non per me. > sussurro, dimenticando per un momento il vero motivo per cui siamo qui.
Thorin mi guarda e vedo nelle sue pupille che per lui è esattamente la stessa cosa.
Dopo qualche minuto di silenzio, passato con lo sguardo perso nelle stelle, sento Thorin mormorare.
< Non sono orgoglioso di ciò che ho fatto, Jari. >
Resto in silenzio, aspettando che continui.
< Quella notte, ancora vicini al cuore pulsante di Erebor, guardai mia sorella e pensai che era l'unica cosa veramente mia che ancora potevo proteggere. Avevo un popolo da guidare, una casa da ricostruire; ma quando lei si addormentò piangente tra le mie braccia, pensai che avrei dovuto proteggerla ad ogni costo e che questa volta non mi sarei permesso di fallire. Quella notte vidi anche qualcos'altro che mi spiazzò completamente: il tuo sguardo posato su di lei... mi accorsi che ti aveva colpito profondamente e la cosa un po' mi spaventò. Volevo proteggerla e ti chiesi di non parlarle, di non dirle nulla, credendo che così sarebbe stata al sicuro, non solo dalla verità sulla morte di Lìtr, ma anche da te. Mi sbagliavo in entrambi i casi e l'ho capito quando vi ho visti abbracciati dopo l'incendio.
Non pensavo ciò che ho detto su di te, ero infuriato.

Ad Erebor mi hai salvato la vita ed hai dimostrato più volte di essere un nano d'onore.
Come ho detto, non sono orgoglioso di ciò che ho fatto; non avrei dovuto cedere alla rabbia. >
Thorin stringe di nuovo le labbra e tace.
Sorrido, continuando ad osservare le stelle.
< Sono contento di non essermi sbagliato. > sussurro.
< Su che cosa? > borbotta Thorin.
< Su di te. Sei ancora in tutto e per tutto il nano che ho ammirato, conosciuto e seguito. Un paio di pugni tra amici non sono poi questo dramma. >
< Allora è questo che siamo? Amici? > mi domanda il nano.
< Puoi essere amico di tuo cognato? > dico con una risatina.
Con la coda dell'occhio mi sembra di vederlo sorridere, ma la cosa dura un attimo.
< Posso sempre provarci... In ogni caso sappi che non lo faccio per te! Lo faccio per non perdere mia sorella! Sono molto contrario a questo tipo di unione! >
borbotta Thorin contrariato, come per riportare la conversazione su un territorio a lui più consono.

< Ma certo... è naturale. > ridacchio.

Un rumore tra i cespugli ci fa voltare entrambi di scatto e sul volto di Thorin si dipinge una smorfia divertita ed esasperata.
< Dìs! Vieni fuori. Non ti è mai riuscito di seguirmi senza farti scoprire, nemmeno quando eravamo piccoli. >
Dalle fronde emerge un brontolio sommesso, subito seguito dalla scura massa di capelli neri della mia futura moglie.
< E' il vestito! Si impiglia sempre! >
La nana borbotta contrariata, ma sul suo viso noto un debole sorriso; probabilmente ha ascoltato parte della nostra conversazione.
< Allora? Cosa fai lì impalata? Sono tre giorni che aspetti una buona occasione per dirmi tutto quello che pensi. > sbotta Thorin con falso cipiglio.
Riesco a stento a trattenere una risata per l'enorme sorpresa che gli si dipinge sul volto, quando Dìs gli salta al collo, stampandogli un bacio sulla guancia.
Dwalin si meriterebbe di essere qui solo per vedere l'esilarante faccia stupita e scandalizzata del suo fedele e burbero compagno d'armi, nonchè futuro Re dei nani di Erebor.
< Dìs! Ma insomma! Datti un contegno! > Sbotta Thorin, palesemente compiaciuto.
La nana dai riccioli neri si getta poi tra le mie braccia, intrecciando le sue mani con le mie; l'espressione di Thorin si fa di nuovo indecifrabile.
< Sei davvero sicura di quello che fai? > le chiede severamente.
< Oh sì. > risponde Dìs con un sorriso.
< Sei testarda... come me. > borbotta il nano, stringendosi nelle spalle.
"E' l'ombra di un sorriso quello che ho visto sul suo volto?"
Qualunque cosa fosse, scompare un attimo dopo.
< Jari mi renderà felice, fratello. > sentenzia la mia Dìs, stringendomi lievemente.
Thorin mi squadra con disapprovazione e poi ringhia:
< Sarà meglio per lui. >
 
   
 
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