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Autore: ToscaSam    19/06/2015    1 recensioni
importantissimo!
Come il precedente Nate Babbane e l’Impropria Proprietà, questa storia seguirà la trama di uno dei libri della saga di Harry Potter, solo da un punto di vista diverso. Stavolta sarà Harry Potter e l’Ordine della Fenice a fare da sfondo alla vicenda che mi accingo a narrare.
Si tratta del secondo capitolo di quella che vuole essere una gigantesca fanfiction, regalo per le mie più care amiche.[...]. In secondo luogo, sarà un percorso attraverso i libri di Harry Potter, solo da un’altra prospettiva, un po’ meno in luce. Il punto di vista sarà quello di studentesse “normali”, che non hanno a che fare niente con le vicende eclatanti che gravitano attorno al trio protagonista della serie.
Vorrei specificare che cercherò di essere più fedele possibile ai romanzi, nel senso che leggerò accuratamente e riporterò in chiave personalizzata tutti i momenti “generali” presenti nei libri. Voglio dire che quando si nominerà “la Sala Grande gremita di studenti”, probabilmente i miei personaggi saranno lì presenti, o che quando si parlerà di “partite di Quidditch” le mie protagoniste si uniranno al resto della scuola per fare il tifo. [...]
Genere: Avventura, Fantasy, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Nate Babbane (OLD VERSION)'
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Fine e inizio
 
Avvicinandosi giugno, si avvicinavano anche gli esami: altra preoccupazione in più e altre occasioni in meno per riuscire a riconciliarsi.
Irene non aveva altre premure se non il parlare con Alice, ma la vedeva di rado e quando capitava era un incontro fugace nel corridoio, dove a malapena si scambiavano un cenno di saluto.
Come l’anno precedente, Alice prendeva molto sul serio gli esami e per questo passava gran parte del suo tempo in biblioteca o in Sala Comune.
Quelle del secondo anno, oltretutto, erano anche immerse nella preoccupazione di scegliere le materie per l’anno successivo.
Tutte le mattine Eulalia, Viktor e i gufi della scuola portavano alle ragazze depliant e fascicoli informativi sull’utilità dei vari percorsi di studio.
Sara si segnò ad Antiche Rune, consigliata da Samantha, e Aritmanzia. Appena consegnato il foglio alla McGranitt se ne pentì e passò pomeriggi di agonia a rimuginare sul fatto che avesse preso le materie sbagliate.
Dara e Alice scelsero di comune accordo, così da poter frequentare ogni lezione insieme come già facevano e all’occorrenza, consigliarsi a vicenda. Scelsero Babbanologia (non per spianarsi la strada, ma perché se si possedevano bei G.U.F.O. in quella materia si sarebbero potuti trovare in futuro ottimi posti di lavoro da maghi, ma a contatto con i Babbani) e, come Sara, Aritmanzia.
Dario, in crisi piena, si fece consigliare da Irene, che, come accade sempre a chi è indeciso, gli mise più che altro confusione in testa: optò per Divinazione e Cura delle Creature Magiche, pensando forse che fossero le materie più semplici.
« Potevi scegliere Babbanoligia» gli disse Irene, quando ormai aveva consegnato il foglio alla Sprite: « Sei un Nato Babbano, saresti stato bravissimo».
Anche per Dario, ci fu un gran dilemma di ripensamenti.
Laura optò per Aritmanzia e, con un po’ di riluttanza, Divinazione. Bianca appoggiò l’ultima scelta dell’amica, aggiungendoci Cura delle Creature Magiche (memore dell’allergia misteriosa ai draghi, sperava che ne avrebbe saputo di più).
 
Unico momento di svago, fu la partita finale della stagione di Quiddicth.
Grifondoro a sorpresa di tutti, giocò meravigliosamente. Le tribune rosse e oro erano esplose in una gloriosa variante della canzoncina Perché Weasley èil Nostro Re, inventata dai Serpeverde; stavolta però, il portiere Weasley veniva acclamato per davvero come l’eroe della squadra. Aveva avuto una giornata particolarmente fortunata, dal punto di vista sportivo, tanto che era riuscito a parare praticamente ogni tentativo di attacco da parte dei Cacciatori di Corvonero.
Irene si scostò dalla fila dei Tassorosso, perché le era parso di scorgere Samantha e Sara nella fiumana di tifosi che scorreva in direzione del castello.
« Sara! Sara!» urlò.
Ma Sara era impegnata a cantare gli elogi per il Portiere insieme a un gruppetto della sua classe.
Irene tirò allora per la manica Samantha, che con l’espressione meno consona al messaggio che l’amica le doveva riferire, l’ascoltò; un sorriso radioso sulla faccia dipinta in oro e rosso.
« Sama! Bisogna parlare con Alice … Vale mi ha detto …»
Samantha le fece segno di no con le mani, come quando si scaccia una mosca. Nel vocio circostante, Irene colse le parole:
« Oggi niente Corvonero! Oggi solo Grifondoro! Mai vista una ripresa così! Perché Weasley è il nostro re…..!»
Samantha raggiunse Sara e si unì al coro in festa.
Irene, stufa, ripescò la sua fila di Tassorosso e si ritrovò con Dario.
« Maledetto anche il Quidditch! Ora non si può nemmeno parlare, perché hanno vinto loro e non hanno voglia di rivolgere parola a quelle di Corvonero!»
Dario la guardò un po’ sconvolto dalla sfuriata isterica.
Il loro gruppo era più silenzioso rispetto a quelli che erano direttamente interessati nella partita.
Tegamina rotolava all’interno della tasca di Dario.
« Cosa dovevi dire di tanto importante?» chiese, abbastanza curioso.
« Niente, accidenti! Io non dico proprio niente a nessuno! se la sbrighino fra di loro!».
 
**
 
Irene era troppo irritata dalla noncuranza delle compagne per sforzarsi di consegnare il messaggio di Valentina.
Pochi giorni più tardi, quando erano cominciati gli esami per accedere agli anni successivi, circolarono strane voci che servirono a rimettere quel giusto pizzico di angoscia negli animi delle studentesse.
 
« La McGranitt è stata aggredita, stanotte, mentre quelli del quinto anno facevano i G.U.F.O. di Astronomia!»
Bisbigliavano le voci in Sala Comune di Grifondoro.
« Ho sentito dire da Dean Thomas» disse Sara al gruppetto con cui condivideva un morbido divanetto, vicino alla finestra: « che sono stati uomini della Umbridge!».
Era diventata molto rossa, nel dare quest’informazione.
« Si! Pare che l’abbiano spedita al San Mungo!» disse una ragazza, spaventata.
« Ma glielo lasciano fare impunemente a questa donna?!» si arrabbiò Samantha, con il libro di Antiche Rune sulle ginocchia – anche se non lo stava leggendo – .
« Certo! Ha il Ministero dalla sua parte! Una sera ho sentito un Prefetto che ne parlava!»
Il gruppetto si stava facendo più consistente, e sempre più persone si aggregavano.
Vennero fuori anche esclamazioni ardite, del tipo:
« Io ho sentito dire che erano Mangiamorte, quelli che hanno attaccato la McGranitt! Hanno anche cercato di uccidere Hagrid!»
Come disse una ragazza del terzo anno, timidamente ma sentitamente.
« Dai! Mangiamorte nel castello!»
« Chi vi ha detto che erano con la Umbridge?» chiese quella, fermamente convinta della sua teoria.
« Dean Thomas» ripeté Sara, le cui guance iniziavano a mimetizzarsi con i capelli color fiamma: « e lui stava facendo il G.U.F.O. di Astronomia. Lui ha visto la Umbridge».
« Ah» disse quella del terzo anno, con un sorrisetto: « il ragazzo di Ginny Weasley».
Si aggiunsero risolini da altre ragazze, molte delle quali dell’anno di Samantha.
 
La questione della professoressa di Trasfigurazione schiantata, fece rapidamente il giro della scuola. Molte versioni diverse si aggiungevano alle precedenti, tanto più che somigliavano a fantasticherie.
Gli esami stavano per finire. Le giornate erano limpide e calde.
I prati di Hogwarts luccicavano così tanto che sembravano dipinti con vernice fresca.
Fu un caso che, senza pensarci, Irene e Dario decisero di andare a fare gli ultimi ripassi all’ombra del faggio vicino al lago.
Mentre chiacchieravano sentitamente dell’esame scritto di Storia della Magia che Irene aveva appena dato – e aveva profondamente odiato –, videro in lontananza un gruppetto consistente dai distintivi verde e argento bloccarsi e cambiare direzione.
« Guarda» fece Dario, riluttante: « sono loro».
L’inconfondibile capigliatura nera con le punte blu elettriche di Bianca, figurava fra quegli individui.
Irene guardò e, forse fu soltanto la sua immaginazione, colse uno sguardo supplichevole di Valentina.
Si sentì bruciare dalla vergogna per non aver portato ancora a termine il suo compito.
« Tsé» continuava, monologando, Dario: « volevano andare a studiare al faggio anche loro. Ah, guarda! Menomale! Ci sono le altre bimbe! Ecco perché i Serpeverde hanno tagliato la corda … eravamo in troppi!».
Irene, senza ascoltare davvero quello che il suo compagno di Tassorosso stava blaterando, posò lo sguardo sulla riva del lago e davvero vide le sue amiche di Corvonero e Grifondoro.
Come un miracolo, Irene sentì che non ci poteva essere occasione migliore e prese la rincorsa, tanto da far cadere Tegamina dalla spalla.
« Alice!» gridò: « Alice! Devo assolutamente parlarti. Cioè, devo parlare a tutte …».
Il gruppetto si destò dai libri: Sara aveva portato Palla, che faceva sonore fusa sulla schiene della padrona, mentre lei studiava Pozioni a pancia ingiù.
Samantha e Alice discutevano anche loro di Storia della Magia: la prima aveva dato l’esame, come Irene, quella mattina; la seconda l’avrebbe affrontato il giorno dopo.
Dara era piena di libri, ma al momento stava scrivendo una lettera piena di cuoricini, mentre Hoo-Hoo ed Eulalia volavano bassi sul prato, a caccia di qualche piccolo roditore.
Dario raggiunse Irene, con in mano una spaventata Tegamina, tutta tremante.
« Ma sei impazzita?» le disse.
Alice, che si era sentita chiamare, fissava Irene con gli occhi a punto interrogativo e così tutte le altre.
« Alice, Valentina mi ha parlato. Ha detto che lei crede a noi, cioè, a Harry Potter. Joe le ha mandato una lettera, del tempo fa, dove la mette in guardia che Tu-Sai-Chi si è davvero messo in moto. Pensa anche che stiamo litigando per una cosa molto stupida e che Bianca agisce così non tanto perché pensa davvero che siamo feccia, ma perché vuole dare contro a sua zia, con ogni mezzo».
Dario rimase ammutolito.
Alice non si scompose. Chiuse il libro di Storia della Magia e prese un sospiro:
« Ma questo lo sappiamo» disse, tranquilla.
Dara riprese a scrivere la sua lettera, in silenzio, senza scomporsi troppo.
« Il punto non è la certezza del ritorno di Voldemort.» Continuò Alice. Quello è palese, ormai. Anche i più stupidi se ne sono ammoscati. Quello che io non tollero è l’atteggiamento di Bianca. Non mi interessa se sta facendo l’allegra purista del sangue solo perché crede di essere diversa dalla zia – che tra parentesi, invece, si sta comportando esattamente allo stesso modo –. Se si sta pentendo di quel che fa, basta che smetta. Io sono qui che l’aspetto e non ho intenzione di andare a farle discorsi lacrimevoli».
 
**
 
Qualche giorno più tardi, il caos che da un po’ di tempo regnava nella scuola (anche se pareva sopito) si risvegliò con gran clamore.
« Harry Potter! Harry Potter un’altra volta!»
Warrington entrò nella Sala Comune dei Sepreverde sbattendo su uno dei tavoli il Profeta della Domenica .
« Che è successo?»
Chiese Pucey accigliato. Era comodamente seduto su una poltrona di pelle lucida, vicino alle vetrate che davano sul fondo del lago; stava giocando con Laura, Bianca e Valentina a chi faceva avvicinare di più qualche creatura acquatica.
Bletchley sonnecchiava ancora, lì vicino a loro, rammaricandosi di essersi alzato troppo presto.
« Che ha fatto Harry Potter?» incalzò Laura, interpretando il silenzio di Warrington come monito del suo stato umorale alterato.
Warrington non rispose e gettò loro la copia del Profeta della Domenica.
« Non l’avete sentito dire da nessuno, cos’ha fatto?»
Aggiunse poco dopo, acido.
« Qualche voce in giro, si» mormorò Bletchley, con gli occhi chiusi, contratto in un espressione simile a quella che si fa quando si pensa a qualcosa di molto fastidioso.
« Dicono che è scappato a Londra, un paio di giorni fa. Credo sia anche colpa sua se la Umbridge è in infermeria».
« Miles …» fece Pucey diretto all’amico, sdraiato poco distante: « possibile che tu stia sempre a farti gli affaracci tuoi, ma poi sei quello che sa tutte le dicerie? Sei una maledetta pettegola!».
Bletchley ignorò la manifestazione d’affetto e perseverò nella ricerca del sonno perduto.
« Senti che roba!» esclamò Bianca, che intanto aveva iniziato a leggere il giornale insieme a Laura: « “È con profondo rammarico che devo confermare la ricomparsa fra noi del mago che si fa chiamare Lord… be’, sapete a chi mi riferisco” ha detto Caramell ai cronisti, stanco e sconvolto. “Quasi con pari rammarico dobbiamo informarvi che i Dissennatori di Azkaban si sono rifiutati di proseguire il loro lavoro per conto del Ministero e riteniamo siano ora passati agli ordini di Lord… Coso.
    “Invitiamo alla vigilanza tutto il popolo magico. Il Ministero sta già preparando guide alla Difesa elementare — casalinga e personale — che nel corso del mese prossimo saranno distribuite gratis a tutte le famiglie di maghi”.
    L’annuncio ha suscitato sgomento e allarme nella comunità magica, che appena mercoledì scorso aveva ricevuto dal Ministro l’assicurazione che non c’era «la minima verità nelle persistenti voci che Voi-Sapete-Chi sia di nuovo fra noi».
    Ancora vaghi sono i particolari degli eventi che hanno condotto a questo spettacolare voltafaccia, ma si nutrono fondati sospetti che giovedì sera Colui-Che-Non-Deve-Essere-Nominato e un gruppo di suoi seguaci (noti come Mangiamorte) si siano introdotti nello stesso Ministero della Magia.
    Albus Silente, reintegrato nella posizione di Preside di Hogwarts (Scuola di Stregoneria e Magia), di membro della Confederazione Internazionale dei Maghi e di Stregone Capo del Wizengamot, si è finora rifiutato di rilasciare dichiarazioni. Durante lo scorso anno aveva più volte affermato che Voi-Sapete-Chi non era morto, come tutti avevano sperato e creduto, ma aveva ripreso a reclutare seguaci per tentare nuovamente di impadronirsi del potere. Intanto, il Ragazzo-Che-È-Sopravvissuto, diventa il nuovo simbolo di speranza e forza. Dopo aver sopportato un anno di calunnie e maldicenze, riesce ora a far sentire la sua voce e con coraggio inaudito pare abbia avuto un ruolo fondamentale nella scoperta della verità».
« Ed eccolo lì … il santarellino» bofonchiò Pucey, abbandonandosi allo schienale della poltrona, mentre un Avvincino lo guardava, al di là del vetro.
« Si, ha fatto parecchio macello ..» si rianimò Bletchley: « Ho sentito Malfoy che diceva di essere nei guai. Penso che suo padre sia in prigione».
Nel breve attimo di silenzio che seguì, Pucey si voltò lentamente.
« Te l’ho detto Miles. Sei una pettegola».
Bianca ridacchiò con Laura.
Valentina in tutto questo, si era dissociata dall’aria leggera con cui gli amici affrontavano l’argomento ed aveva assunto un atteggiamento molto grave.
« Dai, porcellana ..» le disse Pucey, accorgendosi della sua depressione.
Valentina si scosse, solo per il leggero turbamento di essersi sentita chiamare “porcellana”.
« Tu non sei figlia dei Martin? I tuoi sono già andati, a quel che so, no? E i tuoi nonni non sono brava gente? Che ti preoccupi?».
Valentina biascicò qualche scusa, poco convinta, così che Pucey decise di desistere e di andare a chiacchierare con Laura e Bianca.
« Ma la Umbridge è in infermeria, hai detto?» chiese d’improvviso Warrington, ancora tutto arrabbiato.
Bletchley fece cenno di si con la testa: « Non so bene cosa le sia successo. Qualcuno parlava di Centauri»
« Bisognerebbe chiedere al ronzino che fa Divinazione» sbuffò Pucey, compiacendosi di aver fatto sorridere Laura e Bianca.
 
La fine della scuola era ormai imminente.
La professoressa Umbridge lasciò Hogwarts il giorno prima della fine delle lezioni. Sgattaiolò fuori dall’infermeria all’ora di cena, nella chiara speranza di allontanarsi inosservata, ma purtroppo per lei incontrò Pix, che afferrò al volo l’ultima possibilità di obbedire ai gemelli Weasley e la inseguì allegramente fino al cancello, picchiandola un po’ con un bastone da passeggio, un po’ con una calza piena di gesso. Molti studenti corsero nella Sala d’Ingresso per assistere alla sua fuga, e i Direttori delle Case tentarono con scarsa convinzione di fermarli. Per la precisione, dopo qualche fiacca protesta, la professoressa McGranitt tornò a sedersi al tavolo degli insegnanti esprimendo a gran voce il disappunto per non poterla inseguire personalmente dal momento che Pix le aveva preso il bastone.
Ristabilitosi l’ordine, le tavolate rientrarono nel clima di chiusura dell’anno scolastico.
Dai Corvonero, Alice e Dara conversavano con aria austera e intelligente con Terry Steeval e Anthony Goldstein. Un attento osservatore avrebbe potuto cogliere piccoli movimenti dell’occhio di Alice, che si dirigeva fugacemente nella zona dei Serpeverde.
Valentina si era seduta poco distante da Laura e Bianca, dicendo di voler chiacchierare con Harper, suo amico e compagno di classe. Le altre due avevano fatto combriccola con l’abituale squadra di Quidditch e parevano spensierati, nonostante molti seduti al loro tavolo fossero mogi e preoccupati.
Le Grifondoro coglievano la loro occasione di salutare Nick-Quasi-Senza-Testa.
Sara rivolse poi un’occhiata di una certa violenza in direzione di un gruppetto di compagne più grandi, fra le quali figurava Gunny Weasley.
Infine i Tassorosso, Dario e Irene, intenti a giocare con Tegamina.
 
« Pensi che riusciranno mai a fare la pace?» chiese Irene, visto che Tegamina l’aveva casualmente messa in linea d’aria con Bianca e si erano scambiate una veloce occhiata.
« Perché “riusciranno”? Tu non vuoi fare pace con loro?»
Chiese Dario, azzannando una succulenta coscia di pollo.
Era preoccupante quanto poco lo sfiorasse la preoccupazione per l’annunciato ritorno di Voldemort. Era un Babbano di nascita, quelli come lui erano i primi a venir presi di mira.
« Io non ho mai litigato con nessuna di loro. E nemmeno ho voglia di fare l’elemento rappacificante. È una cosa loro …» rispose Irene mogia, ripescando Tegamina che si era tuffata in una ciotola di macedonia.
 
« Che farai quest’estate, Alice?»
Chiese Terry, dall’altra parte,  in un momento in cui Dara stava mostrando ad Anthony un incantesimo particolarmente difficile che aveva imparato a Trasfigurazione.
« In … in che senso …? » fece Alice, inizialmente spaesata.
« Non sei preoccupata? Voglio dire … devi raccontare ai tuoi genitori tutta questa faccenda di Tu-Sai-Chi. Mi pare di ricordare che sono Babbani …?»
« Oh, si! Certo. Non so nemmeno se gli spiegherò la cosa» rispose la ragazza, arrossendo: « quello che mi preme è, anzitutto, sapere se riabiliteranno la scuola anche il prossimo anno. Da quello che si sa, Hogwarts è uno dei luoghi più a rischio. In secondo luogo … ehm … avrei bisogno di aggiornamenti frequenti dal mondo dei maghi. Ho l’abbonamento alla Gazzetta , ma mi farebbe piacere anche scambiare opinioni personali con persone fidate …»
Terry sorrise, smagliante: « Ti capisco. Per fortuna hai Dara, che credo non ti lascerà in pace!».
« Eh già. Dara mi scriverà».
Alice schiacciò con la forchetta la patata della sua insalata di polpo.
Terry riprese:
« Se quella matta però dovesse essere troppo impegnata a scrivere al caro, com’era? François, fammi un fischio. Spedisci Eulalia e io ti rispondo, ok?».
 
**
 
Era finita.
Un altro anno a Hogwarts si concludeva con un sapore amaro.
L’anno precedente, le ragazze avevano sopportato il dolore per la morte di Cedric Diggory e la separazione da Antòn e François.
Quest’anno la divisione era fra loro stesse, e la paura per qualcosa di misteriosamente pericoloso e ignoto.
Il Cappello aveva avuto ragione.
La forza di Voldemort stava nel seminare discordia anche dove non ci si sarebbe mai aspettato di trovare terreno fertile.
  
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