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Autore: XsoraXchanX    19/06/2015    0 recensioni
"...Maree di voci si sovrappongono nella mia mente come echi lontani, ognuno cerca di attirare la mia attenzione ripetendo, più e più volte le medesime parole. Gradualmente aumentano il tono di voce. Da lievi sussurri si trasformano in urli, un'unica voce squarcia la confusione ammutolendo tutte le altre “NON PUOI SCAPPARE”..."
( tratto dal ATTO IV)
Non è la solita storia di amore dove tutti sono felici e contenti. E' una storia incentrata più sulle difficoltà di rapporto che qualsiasi coppia deve affrontare dal primo momento.
Spero di riuscire ad introdurre il mio pensiero di amore e di riuscire a far trapelare emozioni dalle mie parole.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
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Act II *new version*
 
 
 
Di una cosa ero certo, quel whisky era davvero forte, non lo dico solo per i pesanti postumi che ho avuto il giorno successivo ma poiché dopo solo un paio di bicchieri iniziai già a sentire il suo effetto sulla mia mente. E bene si avevo ottenuto, con facilità, ciò che desideravo, abbandonarmi completamente e dimenticarmi, anche se per un breve periodo, di Kyle.
 
L‘atmosfera raffinata del locale ormai non mi metteva più soggezione, anzi mi sentivo, quasi, del tutto a mio agio.
Nell’intero ambiente risuonava dolcemente la voce di Michael Bublé con la canzone Feeling Good, sentendo le parole della canzone, mi scappò una piccola risata, non c’era canzone più adatta per descrivere la mia vita. Sentendomi ridere il barman tornò all’attacco cercando la mia attenzione.
<< Allora sai anche ridere >>
Mi disse facendo un grande sorriso. Stranamente non ero irritato dalla sua intenzione di instaurare un discorso, sarà per via dell’alcol che aveva annebbiato la mia mente? Chissà. Avevo comunque deciso di stare al suo gioco, mi ero stufato di rispondergli male.
<< Con un bicchiere o anche due chiunque migliora il suo umore >> Gli risposi alzando il bicchiere e porgendolo verso di lui per un istante per poi riposizionandolo sul bancone.
<< Vedo >> disse, con tono scherzoso. << Sei molto più carino quando sorridi sai >>
Rimasi scioccato nel sentire quelle parole. In quel m omento la mia attenzione fu’ catturata totalmente da giovane che era difronte a me.
<< Allora dimmi come ti chiami? >> mi chiese appoggiandosi al bancone. Mi guardai intorno, non capivo come mai quel ragazzo invece di lavorare, cercava di iniziare una qualche specie di discorso con me. Basto che mi guardarsi leggermente in torno per capire. Il locare anche se era leggermente pieno, era tranquillo, nessuno si avvicinava al bancone per ordinare, tutti erano concentrati su i propri partner per distrarsi, decisi quindi di stare al suo gioco.
<< Shaun >> dissi facendo un piccolo sorriso.
<< Shaun eh? Che nome insolito >> Disse sorridendo. Un brivido percorse la mia schiena, sentendolo ripetere il mio nome. Dovevo ammetterlo, quel ragazzo era proprio il mio tipo.
Perso nel suo sguardo non senti bene le sue parole.
<< Cosa? >> gli dissi scuotendo la testa
Sorrise socchiudendo leggermente gli occhi, poi ripeté le sue parole.
<< Io mi chiamo Frank. Come mai qui Shaun? >>
<< Dimentico? >> gli dissi con una nota di malinconia nella voce.
Le ultime 48 ore si erano susseguite in maniera così rapida che non ero neanche riuscito ad assimilare la situazione. In quell’istante mi ricordai di quelle ultime ore:
 
I polsi legati sul mio capo, bruciavano dal dolore di quelle corde strette. Il mio viso soffocato sul lenzuolo, stropicciato e bagnato dalle mie lacrime calde che rigavano il mio volto, contorto dal piacere e dal dolore di quell’atto di violenza. Frammenti di parole urlate con forza uscirono soffocate
 << K…Kyle …S…Smettila…Ah…Nnh ti prego… smettila... Io… Nh… No…Aah >>
Furono totalmente ignorate dal mio aggressore che invece di violarmi con quella brutalità, doveva amarmi, aveva promesso di amarmi, di non abbandonarmi, di essere la mia forza ma era riuscito solo ad essere crudele, era diventato il carnefice di una brutalità continua.
Dopo, il buio.
Rinvenni dopo qualche minuto, Kyle mi aveva slegato i polsi e mi aveva coperto con il lenzuolo.
Mi alzai con fatica dal letto e mi diressi verso il bagno, prima di entrare vidi Kyle nel soggiorno seduto sulla poltrona, con tutte le luci spente. Piangeva. Singhiozzando ripeteva
<< Mi dispiace Shaun… Mi dispiace così tanto…Io non… >>
Quelle parole che avrei voluto sentire da sempre mi colpirono al cuore facendomi aprire gli occhi e capendo il dolore che stava creando il nostro amore malato.
<< Mi dispiace Kyle, così non possiamo continuare >> dissi sussurrando da dietro la porta. Dopo essermi lavato e cambiato, con decisione raccolsi tutta la mia roba che era in quella casa. Presi i borsoni e mi avvii verso la porta d’uscita.
<< Cosa fai? >>
La voce di Kyle mi fece bloccare sulla soglia della porta. Ormai avevo preso una decisione, non sarei tornato indietro, mi ripetevo che era un bene, per entrambi.
<< Me ne vado >> gli dissi con tono risoluto guardandolo dritto negli occhi. << E meglio così >>
<< COSA? Te ne vai? Che signIFICA >> disse urlando le ultime lettere della sua frase.
<< Calmati, e ascolta Kyle >>
<< NO! Io non mi calmo… TU non PUOI andartene via >>
<< Non decidi TU! >>
<< Non te lo permetterò >>
<< Ho smesso di farmi comandare da te… basta è finita >>
<< NO! >> Urlò spingendomi contro il muro
<< LASCIAMI >> Gli urlai spingendolo via. Prima d’ora non avevo mai risposto con tanta forza e caparbietà a Kyle. Kyle rimase scioccato dalla mia risposta.
Presi le mie cose da terra e varcai la soglia d’ingresso.
<< Addio Kyle. E la cosa migliore per entrambi >> gli dissi smorzando il mio tono di voce che stava diventando tremante.
<< No ti prego…Aspetta…Parliamone… Se sono io il problema…Cambierò te lo giuro… I...Io >> mi disse singhiozzando.
<< No! Addio Kyle >> dissi girandomi e bloccandolo. Cercai di sorridergli. I miei occhi annebbiati dalle lacrime guardarono il suo volto, rigato da piccole lacrime che scendevano interrotte sul suo volto. Senza indugiare mi avviavi lungo il buio corridoio del nostro appartamento, luogo che ormai racchiudeva solo il dolore di due cuori infranti.
<< No! Tu non puoi scappare via da me…Io ti troverò sempre… Non puoi scappare >> quelle parole rimbombavano nel corridoio colpendomi nel cuore, lacerandolo ancora di più.
 
 Perso i qui bui ricordi delle calde lacrime iniziarono a sgorgare dai miei occhi, cercai di fermarle coprendo il mio volto con le maniche della camicia, guardai di nascosto il volto di Frenk. Era stupefatto. Chi non lo sarebbe vedendo un uomo di ventisette piangere all’improvviso come un bambino.
<< Ehi tutto bene? >> mi disse porgendomi un fazzoletto di carta.
<< Si si tutto bene… Sarò il tipico ubriacone triste >> gli risposi cercando di smorzare la situazione e sforzandomi di sorridere.
Frank mi squadro per un istante. Poi scrivere qualcosa su di un biglietto e me lo consegnò
<< Tieni… questo è il mio numero… se hai bisogno di qualcosa o anche semplicemente di parlarmi chiamami. >> disse accarezzandomi il volto, e asciugandolo da una lacrima. Rimasi senza parole da ciò che stava succedendo. Raccolsi il biglietto e me lo infilai in tasca.
<< Grazie >> gli sorrisi, prima di prendere il mio bicchiere e berne un sorso.
Frank ed io parlammo a lungo, eravamo interrotti solo dai pochi clienti che lo chiamavano per chiedergli una bevanda. Chi avrebbe mai immaginato che quel piccolo momento di sollievo sarebbe stato, ben presto, interrotto da qualcosa che in futuro mi avrebbe fatto più male di quanto Kyle mi aveva mai fatto in quegli ultimi 3 anni.
 
  
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