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Autore: Jules_Kennedy    20/06/2015    3 recensioni
"Killer ascoltava ormai rassegnato i battibecchi dei due capitani dalla sua cabina, sfogliando un romanzo con fare svogliato. Un tonfo, forse due provennero dalla stanza accanto, ma il massacratore cercò di non preoccuparsene. Che quei due non sapessero stare senza litigare non era poi una novità, e dopo mesi di navigazione ormai anche il vicecomandante dei Kidd Pirates si era rassegnato all'evidenza."
Genere: Demenziale, Generale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Eustass Kidd, Killer/Penguin, Trafalgar Law, Un po' tutti | Coppie: Eustass Kidd/Trafalgar Law
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Problemi da Massacratore
(Le cronache di Killer)
 
Nella gioia e nel dolore.
 
 
 

Nonostante le prive avvisaglie del clima primaverile si facessero sentire, annunciando alla ciurma dei Kid Pirates l'imminente attracco in un'isola dal clima mite, sul ponte della Jack Skull l'atmosfera era praticamente congelata. La tensione era alle stelle, e la cosa poteva anche essere comprensibile, considerando l'umore nero che da qualche giorno assediava il rosso capitano a capo dell'imbarcazione.
Il silenzio praticamente religioso ne era una dimostrazione perfetta: nessuno osava metter bocca sulle decisioni di Eustass normalmente, figurarsi quando con un solo sguardo quegli occhi d'ambra sembravano capaci di sciogliere le retine di chi osasse incrociare il loro tragitto.
Meglio la vita, questo pensavano i mozzi e chiunque avesse la sfortuna di trovarsi sulla nave in quei giorni.
 
L'ennesima esplosione provenne dall'interno della nave, facendo sobbalzare sul posto i marinai abbarbicati sulle sartie e quelli che si trovavano sul ponte per svolgere le solite faccende quotidiane.
Ormai non c'era nemmeno più da stupirsi di quegli scossoni violenti, considerando che Kid aveva un modo tutto proprio di sbollire la rabbia, la frustrazione, l'incazzatura, la sbronza.
 
A pensarci bene aveva sempre lo stesso modo per far svaporare ogni tipo di emozione.
 
Si rintanava nella propria cabina, bevendo senza ritegno per poi sbraitare a se stesso e spaccare qualche mobile. Nelle situazioni meno gravi solitamente gli sfoghi duravano qualche ora, per poi rivelare un Capitano ancora visibilmente iroso, ma più disposto ad avere attorno a se altri esseri umani.
Il trattamento che riservava a chi osasse anche solo cercare di contraddirlo, inutile dirlo, non era comunque dei migliori.
 
Eppure c'era qualcosa di strano, di diverso nel modo in cui Kid da giorni martoriava le pareti della propria cabina, urlando di rabbia al vento e rifiutandosi di vedere nessuno che non fosse il suo vice, e anche per il Massacratore c'erano delle restrizioni pesanti sulla sua permanenza in cabina.
Killer aveva deciso da giorni il da farsi, cercando una scusa plausibile per disturbare il suo capitano e cercare di comprendere le ragioni del suo isolamento, anche se in realtà il biondo immaginava bene cosa avesse scosso Kid fino a quel punto.
 
E a dirla tutta, l'argomento era quanto di più spinoso potesse esistere per il rosso, ragion per cui la faccenda andava trattata con estrema attenzione.
Erano infatti mesi che un certo personaggio non si faceva vedere attorno alla nave, e gli ultimi eventi tra alleanze e operazioni losche avevano impressionato tutti, Kid compreso.
Tuttavia Killer aveva bisogno di conferme, e finchè non ne avrebbe avute, ogni riferimento ad un certo chirurgo maculato erano pura speculazione.
 
Anche se in realtà il biondo ci avrebbe messo una mano sul fuoco, che quello stronzo c'entrasse anche stavolta.
 
Lasciato quindi  il ponte nelle mani di Heat, Killer si diresse sottocoperta, percorrendo quella strada che conosceva a memoria verso la cabina del suo capitano. Giunto sul posto bussò con delicatezza ma allo stesso tempo decisione, aspettando una risposta. Un grugnito gli diede il via libera per entrare, rivelando agli occhi del Massacratore qualcosa che già si era aspettato di vedere: la cabina versava in condizioni pietose, bottiglie frantumate giacevano al suolo e schegge di legno di ogni grandezza costellavano le pareti. Il rosso era seduto su un lato del letto, la pesante protesi abbandonata in un angolo.
Gli dava le spalle, e Killer potè notare come anche la pelliccia fosse abbandonata al suolo, lasciando la schiena nuda e pallida del capitano in bella vista. Le cicatrici che si arrampicavano dal moncherino gli segnavano il retro della spalla sinistra, scendendo lungo la linea dei dorsali e intrecciando una macabra danza rossastra sulla pelle bianca.
 
Non appena Kid si rese conto che alla fine Killer era entrato, con un gesto stizzito della mano fece segno di chiudere la porta, appoggiando poi l'avambraccio sulla coscia e puntando lo sguardo di fronte a se. Killer non parlò subito, sapendo che qualsiasi tentativo di rompere il ghiaccio avrebbe fatto chiudere il capitano a riccio, mandando a monte ogni speranza di tirarlo fuori da li dentro senza rimetterci la salute. Si sedette sulla sedia che si affiancava allo scranno di mogano, intrecciando le mani e sganciando il casco. Prese tra le mani l'oggetto, poggiandolo per terra con delicatezza.
 
Killer non levava mai la maschera a righe, se non in momenti molto particolari. E se il biondo voleva avere almeno una possibilità di ottenere risposte dal rosso, allora tanto valeva mostrarsi per com'era veramente, senza filtri, dimostrando a Kid che in quel momento, non c'erano vice ne capitani.
 
Solo due persone come tante, con i propri pensieri ed i propri problemi.
 
Si tese in avanti, gravando il peso sulle braccia abbandonate sulle ginocchia, in un'attesa che non durò poi molto.
Kid parlò con voce roca, emettendo più che altro un sibilo strozzato che differiva molto dalla voce imponente con cui di solito emetteva le sue sentenze o dava ordini.
 
-Quel coglione. Quel fottutissimo coglione.- sputò contraendo le sopracciglia senza voltarsi. Killer capì immediatamente a chi fosse rivolto l'epiteto, ma decise di chiederlo lo stesso, più per sfizio che per altro.
-Trafalgar?- disse infatti con voce casuale, aspettandosi un insulto per aver nominato la sua nemesi più acerrima tra quelle pareti.
 
Ciò che fece invece Kid al sentire quel nome lo sconvolse oltre ogni dire.  
 
Il rosso si prese la testa con la mano, affondando nel palmo e stringendo forte gli occhi. La bocca piegata in una smorfia di rabbia mista a dolore, le dita che si stringevano spasmodicamente ai capelli, artigliandoli senza tregua. Quella era l'immagine di un uomo distrutto, altro che rabbia.
 
Che diavolo era successo a quel dannato chirurgo?
 
Quasi a rispondere al suo interrogativo, Kid si voltò finalmente verso il suo vice, sgranando gli occhi leggermente al vederlo senza casco. Non disse nulla, ma apprezzò il gesto dell'uomo di mostrarsi senza difese, appianando qualsiasi differenza potesse esserci tra loro, esponendo le cicatrici come lui esponeva le sue. Inspirò profondamente, passandosi una mano stancamente sul viso. Distogliendo lo sguardo dal biondo, il rosso decise finalmente di parlare, sciorinando quasi come una macabra e tetra cantilena la notizia che arrivava direttamente da Dressrosa, luogo dove Law aveva deciso di dirigersi per ottenere la sua vendetta.
 
-Gliel'avevo detto di non fidarsi. Doveva andarci con me da quel fenicottero, porca puttana! Come hanno permesso che quel bastardo in rosa gli tagliasse via un braccio?! Come?! - latrò con voce risentita, facendo spalancare la bocca al biondo che ora aveva puntato lo sguardo su di lui, sgranando gli occhi al sentire quelle parole.
 
Che diavolo stava dicendo? Era completamente impazzito? Non esisteva che Trafalgar Law, il "Chirurgo della Morte" si facesse tagliare via una parte del corpo, dannazione era lui quello che si divertiva a smembrare e riassemblare le persone, non di certo il contrario!
 
-Pensi che stia scherzando, Killer?- chiese Kid, stizzito dal silenzio dell'amico. Si voltò nuovamente verso il proprio vice, trovandolo con l'espressione sbigottita che si era immaginato. Ghignò appena, soffocando la rabbia che minava di esplodere insieme alle lacrime, lacrime che non avrebbe mai versato ma che sembravano pronte a spaccare gli argini del suo orgoglio e a sbriciolarlo completamente.
 
-Quel coglione ha fatto il mio stesso errore, e io non ero lì per impedirglielo! Mi aveva promesso che non avrebbe fatto cazzate.. me l'aveva promesso, cazzo..- sputò rauco, coprendosi la bocca con una mano, per poi tornare a fissare il vuoto davanti a se.
 
Killer percepiva ogni sfumatura nella voce del suo capitano, e sapeva che stava lottando con se stesso per non crollare. Capiva che Trafalgar fosse importante per Kid, tuttavia non immaginava che quel legame che si era andato a formare tra il rosso e quel Chirurgo dall'aria inquietante fosse intenso fino a quel punto.
 
Che non si trattasse semplicemente più di una semplice scopata ormai l'avevano capito tutti, Killer compreso.
 
Ma da quello a vedere Eustass Kid, il terrore dei sette mari, la Supernova con 470.000.000 di Berry di taglia sulla testa tormentarsi per il non aver impedito al suo nemico giurato di provare la sua stessa sorte, c'era un abisso. Abisso che il biondo vide negli occhi dell'uomo di fronte a se, percependo la difficoltà con cui quelle parole erano finalmente venute a galla dopo giorni di buio, dimostrando quanto Kid alla fine, alle prese con cose come i sentimenti, fosse una vera frana.
 
Ci pensò un po' su Killer, indeciso sulle parole da dire. Sapeva di camminare sui carboni ardenti, ma era deciso più che mai a tirare Kid fuori da quella storia. Si alzò facendo pressione sulle gambe, riprendendo il casco da terra ed avvicinandosi alla porta. Con una mano già sulla maniglia, voltò di tre quarti il viso, constatando che anche Kid aveva assunto la stessa posizione, guardandolo di sbieco. Prese un respiro silenzioso, socchiudendo gli occhi.
 
-Trafalgar è un demonio fatto persona Kid, non dimenticartelo. Potrà anche aver perso un braccio, ma conoscendolo escogiterà qualche diavoleria per riattaccarselo, e probabilmente ti sbatterà la cosa in faccia con quel suo ghigno irritante. Non potevi sapere come sarebbero andate le cose, nessuno di noi, lui compreso, poteva saperlo. E' un uomo adulto e ha fatto la sua scelta. E se non ha voluto che tu lo accompagnassi, una ragione c'era. Come pensi che sarebbe stato combattere al suo fianco, vederlo ferito, inerme, morto?- chiese deciso, senza intenzione di fermarsi. Erano parole dure e difficili, ma andavano dette. - Non sono bravo in queste cose Capitano, e nemmeno tu lo sei. Ma su una cosa puoi star certo: quello ha la pellaccia dura. E con un braccio in più o in meno, tornerà.- si fermò un momento, schiarendosi la gola. Rivolse lo sguardo alla porta, mentre girava la maniglia cigolante. - So per esperienza che un braccio in meno non leva nulla ad un uomo, anzi. E quando quello li tornerà, ci dovrà pur essere qualcuno che glielo tenga ben a mente.. giusto, Kid?- chiese prima di uscire dalla camera, voltandosi per una frazione di secondo verso l'uomo seduto sul letto, scorgendo, forse per sbaglio, un ghigno sul viso pallido.
 
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Tornò lentamente sopracoperta e notando l'avvicinarsi imminente di un'isola, si preparò a redarguire gli uomini per gestire l'attracco, ma una voce lo sollevò da tale incarico riempiendolo di gioia e stupore(ovviamente ben nascoste dalle maglie impenetrabili del casco).
 
-Muovete il culo, dannazione! Heat, controlla la posizione delle navi della Marina più vicine, e.. ehi, ehi, Wire! Piantala di cazzeggiare e vira, tutta a babordo!- ordinò la voce imponente del Capitano Eustass Kid, che sebbene smunto e più pallido del solito si dirigeva verso la polena a passi grossi, e raggiunto il suo posto preferito,  troneggiava a prua con la sua pelliccia addosso e un ghigno perturbante in viso.
 
L'agitazione tra gli uomini aumentò, mentre tutti rispondevano positivamente alla rinnovata presenza del rosso sul ponte. Il vicecapitano gli si affiancò, poggiando le mani sul bordo del parapetto. Stavano vicini senza guardarsi, Kid e Killer, ma in fondo non ne avevano bisogno. Quando il rosso parlò, il biondo sapeva già cosa avrebbe detto.
 
-Quando tornerà, lo ammazzerò. Anzi, prima lo aprirò in due. E poi lo ammazzerò.- sibilò cupamente con uno strano sorriso in viso, fissando il porto dell'isola farsi sempre più vicino. Killer dal canto suo emise un sospiro impercettibile e sorrise, anche se nessuno poteva vederlo.
 
Quando avrebbe rivisto Trafalgar gliene avrebbe dette quattro.
Dannazione a lui e al suo braccio.
Perchè finchè si parlava di Kid, okay... ma era mai possibile che quei due fossero uniti anche nelle sfortune?!
 
Aaaaaah, cose da innamorati...
 
 
 
 
 
 
 
 





ANGOLO AUTRICE
Signori e signore, sono tornata. Cioè forse. Nel senso che dovrei studiare come al solito ma ascoltando Yiruma mi partono le ispirazioni e tipo boh, escono queste cose semi-malinconiche. Per la cronaca, una piccola precisazione.
 
Kid sa del braccio perchè in una mia immaginaria follia il Den-den mushi di Law è rimaso sintonizzato sulla chiamata che accidentalmente aveva attivato con Kid, mentre lo scontro con Doflamingo si faceva più acceso. Quindi Kid ha sentito tutto, compreso il "taglio" e quello che è venuto dopo.
 
Faccio questa premessa perchè so che Doflamingo aveva interrotto ogni comunicazione dell'isola con l'ambiente esterno, quindi come faceva Kid a sapere di Law?
Ecco la risposta xD
 
So che è una cosa assurda, ma nella mia mentre queste cose funzionano così. Uniti nella morte e nella vita u.u
 
al solito, grazie a chi legge e recensisce, non sapete quanto mi fate felice! <3
Vi aspetto alla prossima per un capitolo un po' più allegro.. un bacio come sempre e un saluto!
 
Jules
   
 
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