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Autore: FairySweet    21/06/2015    1 recensioni
Non sei mai stato bravo a raccontare bugie. Non l'hai mai fatto, non a te stesso per lo meno, come puoi pensare di ingannarti così? Dimenticare i suoi occhi, il suo sorriso, dimenticare il battito accelerato che ti sconvolgeva il petto ogni volta che l'avevi vicino.
Eppure ci hai provato, hai cambiato vita per lei, per te stesso, per la tua famiglia ma era bastata una telefonata, era bastato il suo nome per convincerti a scappare via di nuovo ...
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Elliot Stabler, Olivia Benson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Signore, con tutto il rispetto per …” “Non è facile nemmeno per noi” mormorò l'uomo invitandolo a sedere “Perché ha chiamato me?” “Perché la conosci” “Non sono l'unico” “No è vero ma sei l'unico di cui si fida” “Non vuole parlare con me” esclamò mentre Cragen prendeva posto davanti a lui “ Lo so. Non vuole parlare con nessuno” “La mandi in congedo forzato” “Già fatto, è rimasta a riposo per due giorni! L'ho ritrovata in ufficio sommersa da carte e fascicoli, è tornata a lavorare come se niente fosse e forse, ciò di cui più mi rimprovero è che glil'ho lasciato fare” “Scherza?” ribatté stupito ma l'altro sorrise “Ho bisogno che torni la stessa di sempre. Che sia di nuovo il detective di cui tutti si fidano” “È sempre lei, è solo un po' più arrabbiata e stanca ma da qualche parte lì dentro c'è ancora Olivia” “Non posso averla così. Non mi serve” “Signore non … non capisco cosa …” “Sai cos'ha passato, ti ho informato per telefono e …” “Non ho bisogno di sentirlo di nuovo” esclamò gelido alzandosi in piedi “Meno sento parlare di questa cosa e meglio è” “È cambiata, è diventata arrogante, irriverente. Ottiene confessioni sul filo della legalità e ha chiuso gli ultimi due casi con un ammonizione! Non parla, a malapena riposa, copre turni lunghissimi. Passa ore, giorni interi ad allenarsi in palestra, con la pistola, con …” si fermò qualche secondo riprendendo fiato “ … non può andare avanti così” “Non posso cambiarlo” “Non è vero” “Non mi ascolta signore, è arrabbiata con me più di quanto immagina. Se non ci fosse stata altra gente attorno a noi mi avrebbe spaccato la faccia in quella palestra!” “Da quando hai così paura di lei?” domandò stupito ma lui non rispose “Non ti ho chiesto di tornare per restare. Solo …” si alzò in piedi raggiungendolo, aveva negli occhi la stessa preoccupazione che da giorni si mangiava vivo ogni parte dei suoi pensieri “ … resta accanto a lei per un po'” “Come una balia? Mi ucciderà” “No” puntualizzò l'altro “Come un angelo custode” fece un bel respiro provando ad ignorare quello sguardo insistente che scorreva sul proprio volto “Che … che tipo di incarico sta seguendo?” Cragen annuì leggermente allungando verso di lui un fascicolo.
C'erano pagine e pagine di resoconti, ricerche e profili di criminali di cui conosceva a malapena il nome.
Ma quella foto la conosceva bene “Colman? Ma non era …” “No, i suoi avvocati hanno trovato una scappatoia. Fuori per mancanza di prove” “Mancanza di prove? Il suo dna era sul corpo e nel corpo di Emily. È un caso che abbiamo seguito anni fa e quando sono andato via ho seguito lo sviluppo del processo ma non arrivava mai la sentenza” “Beh, ora ne conosci il motivo” “E cosa c'entra Olivia con lui?” domandò confuso fissando Cragen “Olivia lavora sotto copertura da un mese e mezzo, da prima che quell'uomo la rapisse. È riuscita ad entrare nelle grazie di Colman. Lavora per lui nel locale più rinomato di New York” “Ed esattamente cosa …” “La ballerina” “La ballerina?” scoppiò a ridere divertito da quell'immagine che prendeva forma nella sua testa “Elliot, non so che tipo di ballerina ti sia venuta in mente ma sono sicuro che il tipo di incarico che svolge Olivia è il più lontano possibile dai tuoi pensieri” “Capo, inizio a non capirci più niente sa?” “Lavora di notte, per l'esattezza danza sul cubo” “Cosa?” esclamò cercando di non far uscire i polmoni dal torace “Olivia balla … è impazzita? Che diavolo pensava?” “Quello è il modo più veloce per arrivare a Colman. È un depravato, uno stupratore, ama le belle donne e predilige le giovani ragazze vergini ma con Olivia è stato tutto molto più veloce. Probabilmente è grazie al suo modo di entrare nella mente delle persone. È brava a capire chi ha davanti e Colman ne è rimasto affascinato” si alzò in piedi continuando a spiegare quel mistero enorme, perché quello era un mistero bello e buono.
Non aveva mai nemmeno immaginato Olivia in quella veste, non era parte di lei, non era fatta per saltare da un club all'altro lasciandosi accarezzare dagli sguardi viscidi degli uomini.
Odiava quel mondo, odiava quegli uomini ma per il suo lavoro, si era spinta oltre quella dannata linea di sicurezza dalla quale ora, non riusciva più a tornare indietro “La porta ovunque, alle cene importanti, agli incontri d'affari. Olvia è la più libera delle sue ragazze, come tutte ha l'obbligo di lavorare nel locale per sei sere alla settimana ma per lei ha fatto un'eccezione” lasciò cadere sul tavolino delle fotografie continuando a parlare “Come vedi, la sua vicinanza lo rende alquanto allegro” “E le sue mani sono sempre sul sedere di Olivia” sbottò irritato appoggiandosi allo schienale della poltrona “Abbiamo registrazioni audio e perfino video. L'ho costretta a restare costantemente in contatto con la centrale. Il suo partener lavora nel locale come buttafuori per tenerla sotto controllo e Fin è in costante contatto con lei” “Cosa dovrei fare?” “Entra nell'indagine. Avrai di nuovo il tuo distintivo per tutto il tempo che resterai qui. Rientrerai in forze alla nostra squadra e sarai il nuovo ponte tra lei e noi” “Uao” ribatté ironico “Sarà contentissima” “Sarà come decido io” “Signore, io sono in forze ad un'altra squadra, in un'altra giurisdizione” “Ho già parlato con il tuo capitano. È un mio buon amico e mi deve un favore enorme” “D'accordo” sussurrò passandosi una mano in viso “D'accordo, ma solo per qualche mese” Cragen tese la mano verso di lui sorridendo “Ben tornato detective Stabler”.




“Non ho bisogno di un baby sitter” “No?” ribattè divertito sedendosi di fronte a lei “Il capitano la pensa diversamente” “Cosa?” “Già, sarò il tuo baby sitter per tutto il tempo che riterrò necessario quindi ora, tu ed io facciamo una bella chiacchierata sul tuo incarico sotto copertura” “Scordatelo” “Andiamo Olivia, lo sai che abbiamo bisogno di tutto l'aiuto possibile” “Tu da che parte stai?” Fin sorrise sedendosi sul bordo della scrivania “Michael Francis Colman, lo so che lo conosci ma cerca comunque di fingere stupore d'accordo?” sorrise annuendo appena mentre il collega si avvicinava alla lavagna “Colman, uno dei peggiori relitti umani in circolazione. Gestisce otto club, dodici centri benessere e sei ristoranti” “E cosa c'è di strano in questo? Faceva la stessa cosa anni fa” “Beh ecco, diciamo che i suoi clienti non vanno lì per i prezzi convenienti” “L'abbiamo arrestato dodici volte e per dodici volte ci ha fatto causa vincendo” “Stai scherzando?” domandò sbalordito ma Munch scosse leggermente la testa lasciando cadere davanti al collega un fascicolo pieno di cartelle e fogli “Gestisce il più grande traffico di giovani donne dall'Europa, per lo più Ucraina e Romania ma non disdegna la Russia anche se per ora, non abbiamo fonti certe. Ama il potere, è affascinato dalle donne intelligenti e per intelligenti non intendo brave nelle parole crociate” Olivia contiunava a scrivere senza curarsi molto dei loro discorsi, la vedeva sorridere di tanto in tanto ma niente di più “Ha una discreta bravura nell'uso dei computer ma il suo vero talento sono gli affari. È una specie di re Mida, trasforma in oro tutto quello che tocca” “Peccato che tocchi solo schifezze” mormorò Elliot sfilando una foto dalle carte “Questo è lui?” i colleghi annuirono appena “Una delle foto più recenti che abbiamo di lui” “Beh, è belloccio” “Ed è anche molto bravo nel commercio della cocaina e di una nuova droga chiamata k82. È una droga sintetica che se assunta senza controllo, è in grado di bruciare il cervello in pochi minuti. La usa per le sue ragazze, per costringerle a giocare con i suoi clienti o con i suoi amici” “E Liv cosa fa?” ma lei sorrise sollevando qualche secondo lo sguardo “Sono una meravigliosa ballerina” “Classica?” “Con borchie e corpetti di pelle” “Si, si lo so che hai perso il cervello da qualche parte, probabilmente sul pavimento di uno dei suoi locali altrimenti come si spiegherebbe la tua idiozia?” “Andiamo Elliot lei è …” “Pazza? Credevo di saperlo ma ho sempre rinnegato tutto dicendomi: non farà mai sciocchezze, tiene alla sua vita” chiuse di colpo il fascicolo piantando gli occhi nei suoi “Stai scherzando?” “Questo è l'unico modo. Posso avvicinarmi a lui più di chiunque altro” “E la tua vita?” Munch e Fin si guardarono qualche secondo decidendo d'improvviso che quel discorso non era per loro.
C'era una tempesta in arrivo ed era meglio lasciare a quei due l'uragano che sarebbe scoppiato tra poco lì dentro.
Si allontanarono lentamente, quasi con il terrore di essere scoperti all'improvviso lasciandoli a discutere come due bambini “Per tre anni non ti sei mai interessato alla mia vita, perché dovresti iniziare ora?” “Stai scherzando?” ribatté allargando le braccia, rideva, sapeva di farlo ma era nervoso, arrabbiato e tremendamente preoccupato “Liv, questo non è un gioco! È pericoloso! Non stai seguendo un ladruncolo di quartiere ma un pericoloso capo del …” “Senti” si alzò in piedi sospirando “So che è pericoloso, so che è difficile e probabilmente fa paura ma è tutto quello che ci serve. Colman è attratto da me, non so nemmeno io come mai o perché accada ma è così! Mi tratta bene, molto bene e mi da libero accesso ai suoi pensieri” “Per questo è pericoloso” la mano si chiuse attorno al suo polso tirandola leggermente in avanti “Sei troppo vicina a quell'uomo e non posso proteggerti” “Non devi farlo” mormorò confusa “Non devi per forza restare qui” “Non sei tu a deciderlo” sbottò gelido lasciando andare di colpo la presa “Ripetimelo fino allo sfinimento detective Benson, puoi anche prendermi a calci o minacciarmi di morte ma non andrò via da qui fino a quando il mio capitano dirà il contrario!” non sapeva nemmeno lui che diavolo fosse successo, perché le aveva risposto in quel modo.
Aveva visto nei suoi occhi un piccolissimo raggio di speranza, un'apertura così sottile e delicata, era una crepa nel ghiccio che lasciava trasparire luce, una crepa oltre la quale riusciva a vedere Liv eppure, per quanto avesse voglia di spaccare quel muro, era riuscito a soffocare la ragione cementando quella piccolissima via di fuga con rabbia e paura.
  
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