Cap.21: Lacrime e sangue
“L’amore è la cosa più forte...”
Hermione si divincolò, ma
le catene premevano troppo sulla pelle perchè riuscisse a fare un movimento
diverso dal scuotere le spalle muovere la testa, appoggiata malamente com’era
all’albero.
Davanti a lei, Malfoy e Morris aspettavano, bacchette levate,
Harry.
Si sentiva lo scalpiccìo dei piedi del ragazzo che arrivava.
La ragazza aveva il cuore in gola, e mille domande le si
affollavano nella mente.
Perchè è qui?, si chiedeva. E poi... E’ tutta colpa mia. Se lo
uccideranno, non me lo perdonerò mai.
“Harry!” si sentì poco distintamente. Ron.
Ad Hermione salirono le lacrime agli occhi. Quanti pesi avrebbe
ancora dovuto avere sulla coscenza?
E intanto, Voldemort stava arrivando.
Hermione lanciò uno sguardo alla figura distesa accanto a lei, e
stavolta le lacrime non si fermarono.
“Com’è possibile che voi siate qui? La mia insegnante...”
“Tra un po’ finirai come lei, non avere fretta, mia cara...”
Malfoy scoprì la persona che si celava sotto un mantello accasciato sopra essa.
Laura stava ferma, immobile al suolo. Non un respiro usciva dal
petto.
L’Avada Kedavra.
Lacrime per il sangue.
Le sue guance erano
paonazze. Quante altre morti l’avrebbero vista protagonista?
“Io prendo Weasley” sibilò Morris. Malfoy ebbe un’esitazione;
evidentemente gli dispiaceva lasciarsi sfuggire l’occasione d’uccidere il
figlio dell’odiato conoscente. Ma poi... “Sì, d’accordo. Anche perchè il nostro
padrone sarà qui a momenti e voglio eliminare la Mezzosangue.”
Alzò la bacchetta su Hermione, che non emise lamento. Che senso
avrebbe avuto la vita, senza Harry e senza Ron? Meglio farla finita...
...meglio...
“Ricorda, Hermione. Non devi mai pensare di essere debole,
altrimenti sei debole. Combatti sempre, non arrenderti mai per ottenere
qualcosa, ma entro un certo limite. Ricorda... non c’è limite al peggio... ma
neanche all’amore.”
Lei invece aveva sempre
usato l’odio. E aveva funzionato... giusto?
“Fermo!”
Harry stava davanti a Malfoy, bacchetta sguainata, sguardo
assassino. Era pieno di rabbia... era come lei. Doveva farcela.
Il Mangiamorte lo guardò, mentre un sorrisetto provocatorio gli
aleggiava sul volto. Poi si girò e, noncurante dell’urlo del ragazzo, mormorò
qualcosa diretto ad Hermione.
“Avada Ked...”
“NO! Crucio!”
Malfoy cadde per terra, e per una frazione di secondo il dolore,
quello puro, gli scintillò negli occhi. Poi si rialzò tremando.
“E bravo Potter...” sussurrò. “usi l’arma del Signore Oscuro... ma
in un giovane mago, quanta rabbia vuoi che ci sia?”
“Lascialo a me, Lucius.”
* * * * *
Ron ansimò. Si guardò
attorno; il buio imperlava il terreno, gli alberi, le foglie, il cielo. E c’era
anche nel suo cuore.
“Ehi, Babbanofilo...”
Si voltò di scatto; davanti a lui un grassone gli sorrideva.
Cos’aveva fatto a Hermione? Se le aveva anche solo torto un capello lui...
lui...
“Paura? Ne avrei anch’io, al tuo posto... come la tua amichetta,
del resto.. già bella che morta...” alzò la bacchetta, ma Ron fu più veloce:
“Avada Kedavra!”
Sangue per le lacrime.
“Crucio.. ah!”
Lord Voldemort fissò
Harry, sorridendo. Poi il ghigno diabolico gli scomparve, quando vide Hermione.
“La Mezzosangue...” bisbigliò. “Non l’avete eliminata?”
“P-padrone...” singhiozzò Lucius. Era orribile a vedersi.
Voldemort alzò la bacchetta e, fissando un punto imprecisato e
noto solo a lui, mormorò: “Avada Kedavra.”
Poco lontano...
“Sei troppo giovane e debole per uccidermi” sghignazzò Morris. In
quel momento una scarica di luce verde gli oltrepassò il corpo.
Cadde a terra. Di fianco a lui, Ron svenne, sconquassato dai
tremiti provocati dal Crociatus.
Voldemort si girò verso Malfoy.
“Tu sei piuttoso acuto, Lucius... eliminarti mi sarebbe
d’impiccio. Perciò... suppongo che..” alzò nuovamente la bacchetta. “Crucio!”
Malfoy si buttò a terra,
urlando. Rimase così anche dopo pochi secondi. Quando poi tentò di rialzarsi...
“Crucio!”
Hermione assisteva orripilata. Poco lontano da lei, Harry era
immobile, concentrato.
“Crucio!”
Una leggera pioggerellina cominciò a cadere dal cielo. Era
totalmente inadeguata alla situazione.
“CRUCIO!”
Il silenzio, rotto solo
dai singhiozzi grotteschi del Mangiamorte. Voldemort abbassò il braccio, del
tutto intoccabile.
“Penso che possa bastare. E ora a noi due, Harry Potter.”
* * * * *
Harry era agitatissimo, Hermione lo vedeva perfettamente. E
Voldemort, invece, pareva così sicuro di sè... come avrebbe fatto a
sconfiggerlo?
Uno dei due sarebbe
dovuto morire per forza... sì...
O assassino o vittima. Harry sarebbe stato uno dei due. Non poteva
sopportarlo...
“Avada Kedavra” disse tranquillamente Voldemort.
“Pietrificus Totalus!” urlò Harry.
Perchè avesse pronunciato un incatesimo basiliare e tanto debole,
Hermione non lo capiva...
“Nulla è debole se visto sotto diversi occhi.”
...già.
Voldemort rise
sguaiatamente, mentre la magia sembrava rimbalzargli contro,... ma almeno aveva
protetto Harry dalla morte.
“Sei più pivello di
quanto credessi! Beh, allora facciamola subito finita. ... anzi, no... voglio
farti prima soffrire un po’.”
E, con orrore del
ragazzo, puntò la bacchetta contro la bruna.
“Crucio.”
“Aaagh!” Hermione fece
un’espressione di dolore, ritorcendosi come poteva sulle catene, che però, in
questo modo la strinsero di più e il sangue sgorgò a fiotti dai tagli e i
graffi che comparivano sulle braccia.
“NOO!” Harry fece per
correre verso di lei, ma Voldemort lo fermò. “Ehi, calmo, rubacuori. Io e te
abbiamo una partita da completare.”
Il ragazzo lo guardò con
odio.
“Io ti ucciderò.. se la
tocchi ancora.” Mormorò il ragazzo.
“Questo è da vedere”
commentò Voldemort. Puntò di nuovo la bacchetta contro Hermione, ma stavolta
Harry era preparato.
“Crucio!”
Voldemort ebbe un
tremito, uno solo. Poi alzò la testa.
E la sfida a colpi di
bacchetta ricominciò.
Hermione la seguiva con
ansia. La tensione si poteva tagliare col coltello e lei si sentiva peggio che
mai.
“Crucio!”
“Avada Ked...”
“Imperio!”
“No! Avada Kedavr...”
“Crucio!”
L’ultimo colpo partì
dalla bacchetta di Voldemort ed Harry non riuscì ad evitarlo. Si accasciò al
suolo, non riuscendo a trattenere un grido sulla smorfia di dolore.
Hermione ormai non capiva
più se quello che le bagnava le guance era pioggia o lacrime.
E poi, si accorse di una
cosa.
Lo capì dallo sguardo del
Mangiamorte.
Lo stesso sguardo che aveva
lei... quando lanciava un incantesimo... quando aveva sconfitto il Molliccio...
uno sguardo d’odio.
Voldemort combatte
come me... anzi, io combatto come lui... mi servo dell’odio per vincere. Sono
come lui... e so bene quant’è potente l’odio...
Hermione strinse gli
occhi, sopraffatta dal dolore.
... è troppo
potente... Harry non ce la farà... sarà battuto...
... a meno che...
“Non c’è limite
all’amore...”
“L’amore è la cosa più
forte...”
“Nulla è debole se
visto sotto diversi occhi...”
E lei li chiuse, chiuse i
suoi, mentre una possibilità remota si affacciava alla sua mente...
...non era possibile...
...non ce l’avrebbe
fatta...
...oh sì?
Doveva provarci. Ormai,
non c’era altra scelta.
“Io...”
avanti.
“Io ti...”
Doveva farcela!
“IO TI AMO, HARRY
POTTER!”
Il ragazzo si alzò per la
millesima volta da terra.Gli faceva male dappertutto, e l’orrenda visione di
Hermione agonizzante tornava ad affiorargli alla mente...
E poi... quelle parole...
Non poteva essere
possibile!
No?
Hermione lo amava... era
così?
Il suo sguardo era
sincero... sì, lo amava...
E d’incanto il dolore
svanì...
Non sentì più nulla...
Non vide più nulla...
Provava solo un’immensa
gioia... un senso di pienezza e completità che lo sovrastava... era come una
droga... ma non aveva niente a che vedere con le WeWinners.
Percepì come offuscata la
voce di Voldemort...
“Avada Kedavra!”
Che senso aveva
continuare ad uccidere, continuare quel combattimento?
Appoggiò la bacchetta a
terra, mentre il Mangiamorte lo fissava allibito.
“Avada Kedavra! Avada
Kedavra! Avada.. Avada...”
Nulla...
“E’ come sedici anni
fa... non riesco ad ucciderti...” mormorò Voldemort guardandolo pieno di
panico.
Harry sorrise. Non c’era
più odio nel suo cuore.
E gli tese la mano,
sempre sorridente. Ma Voldemort aveva procurato troppo dolore, fatto troppo
male. Non poteva più tornare indietro.
Non c’era più amore in
lui.
La figura girò le spalle
e fuggì.
“Non tornerà più.”
Harry si voltò: Silente
lo fissava ebbro d’orgoglio.
“L’hai sconfitto... senza
versare sangue.” Il preside chinò la testa, come ad inchinarsi. “E non da
solo.” Sorrise ad Hermione.
“Harry, soccorri la
signorina Granger. Io penserò al signorino Weasley.” E sparì.
Era come un’ombra. Harry
non gli chiese come fosse arrivato lì... la sua attenzione era volta a qualcun
altro...
“Hermione...” mormorò.
Poi si precipitò a liberarla dalle catene.
“Dio, sei piena di
sangue...”
“Non ha importanza...
ora.”
La ragazza alzò la testa
tremante. Harry incrociò i suoi occhi.
“Senti, Hermione,... tu..
tu eri sincera... eri sincera prima? Oppure... l’hai fatto solo per aiutarmi?
Non mi offendo, eh, puoi dirmelo tranquillamente se non...”
“Harry” la bruna gli mise
un dito sulle labbra. “Mai stata così sincera in vita mia.”
Harry sorrise raggiante.
“Piuttosto...” la ragazza
iniziò a torturarsi i capelli, “Tu... beh... poco fa eri ubriaco... e mi hai
detto... beh, lo sai, no?, lo so che eri sotto effetto delle pastiglie, ma...”
“Era la verità” mormorò
il ragazzo, arrossendo.
Hermione sentì le lacrime
pizzicarle sotto gli occhi. Harry l’amava. Harry l’amava....
Non potevano dire che
tutta quella morte, la memoria persa della ragazza, fosse stata di buon
auspicio e fosse stata a loro favore.
Ma, venne loro da pensare
quando finalmente unirono le loro labbra morbide in un bacio tanto sofferto e
desiderato, non tutto il male vien per nuocere...
Ron sospirò. Perfino la
mano che il preside gli aveva poggiato sulla spalla per tirarlo su gli sembrava
un peso immane.
“E’ così, Ron” sospirò
Silente. “Quando si è in tre... c’è quasi sempre il rischio che uno venga
escluso. In questo caso... Hermione si è innamorata di Harry. Non è colpa di
nessuno, nè tua, nè di Harry, ne di quella ragazza. Mi dispiace.”
“Io la amo...” gemette
Ron.
“Ma proprio per questo
devi cercare di andare avanti e di comprendere la sua scelta... e, magari, in
futuro essere felice per lei. Lo so che ora sembra impossibile... ma il tempo
cura tutte le ferite, quasi sempre.”
Ron annuì, fissando la
coppia che si staccava per un momento guardandosi con un’espressione gioiosa e
felice.
“E ora, ragazzo” disse il
preside “Andiamo al castello. Lasciamoli soli... e Dobbiamo portare Malfoy in
infermieria... dopodichè... Azkaban lo aspetta. Prima però faremo uscire i
Dissennatori.”
E, mentre i due si
incamminavano verso Hogwarts, un raggio di sole faceva infine capolino dalle
nuvole grigie.
Ringrazio:
“Chihiro”
§Maripotter§
#Anonima#
+Hermione91+
-Dargor
the shadowlord-
°Sailor
Mercury°