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Autore: zouisheart    22/06/2015    1 recensioni
Sta nevicando, le punte degli alberi ormai spogli sono bianche, i tetti delle case stanno quasi scomparendo tra la foschia e il vento nel cielo. Le nuvole sono limpide.
I bambini stanno ancora dormendo, è mattina presto.
Si svegliano con il rumore dei soffici fiocchi di neve che si posano sul lucernario delle loro camere, dal quale, la sera prima, guardavano le stelle e sognavano un mondo diverso.
Si alzano e dopo essersi vestiti adeguatamente, sono pronti per trascorrere una giornata tra la neve fredda, ma spettacolare.
Prendono un carretto, su cui sale la più piccola e gli altri due la accompagnano sul lato.
Si dirigono verso il bosco dove l'immaginazione e tutto ciò che sognano può diventare realtà, dove niente é impossibile. Tutti intorno a loro è magico, la neve continua a cadere e i loro occhi iniziano a brillare davanti a tale meraviglia.
Giocano e ridono, ma sanno di non essere mai stati così felici e sanno che non lo saranno mai più fino a quando tutto questo non si ricreerà.
Genere: Drammatico, Generale, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 1 

È una ragazza semplice, di quelle che sognano dietro ai libri o alle poesie e anche se la vita è carogna non importa. Una buona ragione per sorridere la trova sempre. È un tipo così. Ed è carina, questo bisogna dirlo. Non del genere vistoso, quelle che ti giri a guardarle. Più semplice, ma ha qualcosa che ti accapiglia, niente da dire, ce l'ha. Come una specie di limpidezza, di trasparenza. È quel tipo di donna che quando ce l'hai tra le braccia, sai che è lì, proprio tra le tue braccia e da nessuna altra parte. Non so se avete presente, ma è una cosa rara e bellissima, nel suo genere.
La gente la descrive così Cheryl Knox.  Come una ragazza felice, piena di attenzioni e nessuna sofferenza. Eppure nessuno lo sa che, proprio dietro a quel dolce sorriso spensierato, si trova tanta tristezza. Ma nessuno riesce ad accorgersene. Le poche persone che la conoscono realmente la classificano come forte, piena di energie. Ed è vero. Vero perché Cheryl è forte. Ha saputo superare tante sofferenze. È caduta, ma è ancora intatta. Si è rialzata e ha raccolto le sue forze ed è tornata più potente di prima.
A volte sembra un po' esaltata. Le scappa qualche battuta di troppo o ride a vanvera senza un significato ben preciso. Ci sono alcuni momenti in cui sembra cupa, ma in realtà è solo assorta nei suoi pensieri o in un libro. E se c'è una persona che conosce ogni suo particolare, ogni sua fissazione è quel ragazzo che le è stato accanto. Quel piccolo uomo che l'ha sorretta in ogni momento, che l'ha aiutata a sopportare tutti i mali e l'ha fatta rivivere molte volte. E, forse, è proprio lui a renderla così, unica, potente. Lui, la roccia su cui si è appoggiata e continuerà a farlo per sempre, sicura di trovarla sempre pronta a sorreggere il suo peso.
-Sono a casa- la voce di Cheryl risuona nell'aria e l'abitazione sembra riprendere vita.
Chiude la porta prima di poggiare delicatamente le chiavi e appendere il giubbotto. Dal corridoio arrivano rumori e grida. Non fa in tempo a girarsi che si ritrova di fronte a due occhioni castani.
-Mamma- urla il piccolo.
Lo prende in braccio facendolo roteare in aria prima di strofinare tra loro i nasi e dargli un piccolo bacio sulla fronte.
-Piccola peste, hai fatto il bravo?- gli chiede prendendogli la manina e incamminandosi verso il salotto.
-Mi sei mancata mammina- risponde ignorando la domanda postagli.
Gli scompiglia i capelli sorridendo. Intanto sulla porta della cucina, appoggiato allo stipite, c'è il baby-sitter di quel piccolo scricciolo.
-Controllare questo bambino è una cosa impossibile- con voce esasperata si butta sul divano.
Cheryl, con un sorriso, si siede accanto a lui.
-Che ci vuoi fare è una peste, ma dai mica sarà stato così terribile-
-I cartoni non li ha voluti vedere neanche un minuto, non ha voluto fare merenda e mi ha costretto a giocare ai pirati tutto il pomeriggio. E ti assicuro i pirati sono difficili da fare- risponde con fare di chi ha tanta voglia di relax.
La madre di quel furbetto che adesso gioca con le macchinine tira indietro la testa ridendo a crepapelle.
-I pirati non li ho mai provati-
-Te li sconsiglio-
Entrambi scoppiano in una sonora risata mentre il piccolo si avvicina ai due saltando sulle gambe della madre.
-Tu invece, com'è andata l'intervista?- le chiede puntandogli gli occhi.
-Stupendamente, ma senza di te non ce l'avrei mai fatta ad andare. Grazie Lì- gli fa gli occhi dolci.
-Sono contento. Lo sai che per te farei di tutto pur di vederti sorridere. Poi il minimo per ripagarmi è preparare la cena-
-Non ci allarghiamo troppo, Payne- gli risponde prima di stringerlo in un abbraccio e sussurrargli "Grazie".
-Mamma, ma lui è il mio papà?- li interrompe il bambino.
Si scambiano un veloce sguardo colpevole per poi puntarlo sul piccolo che attende la risposta.
-No lui non è il tuo papà- Cheryl, con tono gentile, risponde.
-E allora  chi è il mio papà?- chiede con il classico tono dei bambini curiosi.
Cheryl non ha mai affrontato quell'argomento con il figlio ed è uno dei pochi che la fa tremare. È suscettibile su quel discorso e parlarne con un bambino lo rende ancora più complicato. Cerca di parlare più volte, ma non riesce a trovare le giuste parole per esprimersi. Il bambino la fissa interrogativo prima che il ragazzo seduto accanto a lei prenda parola.
-Wyatt, io sono Zio Liam e questo lo sai già. Non sono il tuo papà, ma è come se un po' lo fossi- afferra dolcemente il piccolo facendolo sedere sulle sue gambe -Vedi, a volte avere un padre non è essenziale. Poi tu hai la mamma, hai me, c'è Arleen. Non ti bastiamo?- gli sorride.
Il piccolo annuisce con la testa e, nonostante la sua espressione non sembra essere molto convinta, sorride per poi tornare di nuovo ai suoi giochi.
I due ragazzi rimangono per un attimo perplessi dal discorso appena avvenuto, ma cercano di non pensarci dirigendosi in cucina per preparare la cena.
E mentre il pomodoro inizia a scoppiettare sulla pentola la voce di Cheryl spicca nell'aria -Dici che dovrei dirgli di suo padre?-
-Ma non ti montare la testa, ti ha fatto solo una domanda, se va bene non ci penserà più. Quando sarà più grande gli dirai quello che senti, è ancora troppo piccolo. In fondo ha solo due anni.-
La ragazza si fa scappare un sospiro, mentre incomincia a mettere la tovaglia sul tavolo -Già, solo due anni e mi chiedo come faccia ad essere così intelligente-
-In effetti, chissà da chi avrà preso? Sicuramente non dalla madre!- Liam non riesce a concludere la frase che si ritrova inzuppato -Ma sei scema?- gli chiede mentre cerca di asciugarsi.
-Sicuramente tu mi superi- risponde divertita.
-Cos'é che sono?- con un ghigno in volto si avvicina a lei per afferrarla dai fianchi.
-No Liam, il solletico no- sorridendo cerca di dimenarsi, ma i robusti muscoli di lui la trattengono impedendole di scappare.
Inizia a muovere le mani provocando la sua risata -Smettila, ti prego- per poi ridere ancora più forte e accasciarsi a terra.
Le risa di Cheryl si espandono nell'aria confondendosi con quelle di Liam. I due hanno da sempre, pur conoscendosi da poco più di due anni, avuto un rapporto basato sul semplice concetto di amicizia, ma c'è qualcosa che va oltre quel tipo di legame. Qualcosa che li vede quasi come due fratelli.
I due, ormai, si sono ritrovati accasciati a terra a ridere come due ragazzini -Lo sai vero che ti odio?- si volta verso di lui sorridendo.
-Oh si, poi con quel sorrisetto ti credo proprio- ricambia anche lui -Lo sai che mi piace farti ridere-
-Magari, però trova un altro modo, invece di straziarmi ogni volta- gli risponde provocando la sua risata.
-Si può sapere cosa state facendo?- l'immagine di Arleen, con le mani sui fianchi, compare nella vista dei due. La sua faccia è contatta in una smorfia perplessa e, quasi, maliziosa.
-Qualcuno ha avuto la brillante idea di farmi il solletico- risponde, con un leggero strato di imbarazzo, Cheryl alzandosi in piedi e riprendendo ad apparecchiare.
-Voi due avete degli atteggiamenti troppo ambigui negli ultimi giorni.- lascia quelle parole prima di dirigersi nella direzione di Wyatt.
-Ti sembra ambiguo fare del solletico?- con una smorfia indecifrabile le chiede Liam, dopo essersi rialzato.
Arleen evita di rispondere andando a baciare il piccolo.
-Comunque,cara Arleen, qua quella ambigua sei tu- urla in modo tale che lo senta ricevendo, di tutta risposta, un bell'insulto.
 
Arleen Styles , una ragazza con un carattere particolare, non sei mai sicuro di conoscerla bene.
È sempre stata quella ragazza poco sicura di sé, abbastanza timida e dalle lacrime sensibili.
Vive con un duro passato alle spalle, raccontato soltanto in un quaderno dedicato all'unica persona che ha amato davvero. Fa fatica a mostrare quella che è veramente, ha pochi amici veri dei quali si fida ciecamente.
É sempre pronta ad aiutare tutti, ma é la prima che non si occupa di se stessa.
Ogni mattina la vedi sempre con gli occhi stanchi di qualcuno che ha pianto tutta la notte, ma questo non lo ammette mai.
Nell'ultimo periodo l'unica cosa  che la convince è il suo corpo ed è la cosa più strana, non si mette in mostra però cerca sempre di vestirsi in modo tale da sembrare carina.
Il suo viso è rigato da ricordi indelebili che si notano in particolar modo nei suoi occhi..
La sua dolcezza però è unica, si possono definire cattive soltanto le sue battutine, ma non sono un problema.
Dopo l'insulto dedicato con il cuore a Liam, Arleen si dirige verso il piccolo e salutandolo esclama - Ragazzi ci vediamo dopo -
Non ricevendo risposta si dirige verso la porta, prende il parka, la borsa ed esce.
Un fiocco di neve le cade sulla guancia e un sorriso compare sul suo viso. Inizia a camminare fino ad arrivare alla buca delle lettere più vicina alla casa. Si affretta a frugare nella borsa alla ricerca di una lettera sigillata scritta qualche mese prima. Rilegge l'indirizzo della casa che fino a qualche anno fa aveva rappresentato la sua tana, l'accarezza e la infila con delicatezza nella fessura apposita. Chiudendo la borsa inizia a camminare sulla strada di casa ripensando al suo ultimo gesto.
Entrando dentro sente  la risata di Wyatt rimbombare tra le pareti.
Senza dire niente torna nella sua camera dalle pareti ricche di scritte e disegni pieni di significato che lei stessa ha disegnato frutto del suo grande senso artistico.
È così stanca d'aver bisogno di una bella doccia calda e di un bel letto dove dormire.
Prende l'asciugamano e i vestiti di ricambio e si dirige verso il bagno davanti alla camera di Liam.
Entra e chiude la porta a chiave.
L'acqua calda le scorre tra i capelli e il bagnoschiuma scivola sul corpo delicatamente.
Dopo circa mezz'ora di puro relax la voce di Liam fuori dalla porta urla qualcosa, a lei incomprensibile e di poca importanza.
Inebriata dal profumo dello shampoo al cocco continua a far la doccia finché una chiave  non si inserisce nella toppa della porta.
 La voce di Arleen urla il nome del ragazzo in segno di rimprovero, ma lui, come se niente fosse, si sistema i capelli specchiandosi. Arleen più irritata che mai, gli ordina ferocemente di uscire, ma ciononostante Liam inizia una conversazione.
-Arleen stai sempre da sola, dovresti passare più tempo con noi. Ti chiudi sempre in camera, vieni solo a mangiare e qualche volta a vedere un film. Scrivi sempre sul quel quaderno. Sarebbe ora che smettessi di tenerti tutto dentro e iniziassi a raccontare qualcosa anche a me, a noi volevo dire-
Alla parola quaderno una scintilla scatta nella mente di Arleen.
Con una lacrima pronta a scendere sul suo zigomo perfetto implora Liam - Esci ti prego, lasciami qui da sola-
A queste parole Liam alzandosi lascia un biglietto appoggiato all'asciugamano e esce dal bagno.
Qualche secondo dopo Arleen sgattaiola fuori  dalla doccia e prendendo l'asciugamano fa cadere il biglietto per terra.
Con la solita malinconia si veste, ma stavolta, al posto di andare a rinchiudersi nella sua camera "piena di pensieri ", decide di scendere, anche se ad ogni gradino c'è un pezzo di rimorso in più.
Arrivando in salotto vede negli occhi di Liam accendersi una luce e con un sorriso la invita, gesticolando, a sedersi di fianco a lui, ma lei decide di mettersi sulla poltrona più lontana  da tutti .
Liam passandole vicino le sussurra un felice "Grazie".





Ciao a tutti. Vi proponiamo questa fan fiction che scoprirete pian piano. Speriamo vi piaccia e fateci sapere il vostro parere con una recensione.
Vi aspettiamo in tanti.
A presto con il secondo capitolo.
Un bacio. 

Ariele e Alessia


 
   
 
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