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Autore: marinrin    23/06/2015    3 recensioni
[ Benvenuti al Grand Hotel~ ] [ RaMasa | Paring a sorpresa ( eh eh eh ) ]
[ AU ] [ Slice of life | Comico | Sentimentale ] [ Perché tutti vogliamo un Kariya cameriere ♥ ]
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« Domani devo partire per un viaggio di lavoro. » Ammiccò, portandosi la prima polpetta alla bocca.
Ne gustò il sapore, enfatizzando su come l’uso della salsa per farli rosolare fosse a dir poco straordinario.
Dannazione, avrebbe dovuto fare il cuoco da grande, altro che belle arti!
Il diciottenne mancò un battito.

« Masaki, tu ti occuperai dell’Hotel in mia assenza. »
« Cheeee?! »

Spero vi piaccia ♥
Genere: Comico, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Celia/Haruna, Kariya Masaki, Kirino Ranmaru, Sorpresa, Un po' tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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11 Grand Hotel

 レセプション- Resepushon|Reception

When small things make me feel amusing, I easily laugh
I wonder if you’d think that’s too simple
But, as I keep on laughing
You infectiously laugh together.
So, I always feel happy
~

 
 
 
 
 


 
 

~~
 
24 Giugno, venerdì, 8:30
 
Masaki fissò ancora, completamente senza parole, la sua pseudo madre che imitava pose di modelle delle riviste mentre si accingeva, con non poca fatica, a sistemarsi i capelli.
Un qualcosa di scandalizzante.
Le valige già pronte aspettavano all’ingresso, strapiene di vestiti, scarpe, e detersivi.
Già, soprattutto perché la Otonashi aveva una certa mania per la pulizia: finché non aveva disinfettato ogni minimo angolo dei posti in cui andava non si muoveva di un millimetro, capace persino di rimanere come uno stoccafisso in piedi per più di due ore pur di non sedersi.
Rise di gusto, l’azzurro, ripensando alla faccia che Haruna aveva fatto quando, per casualità  - o meglio dire urgenza – , si erano dovuti fermare al bagno dell’area di servizio.
La blu si era rifiutata di entrare e se non era per suo fratello Kidou, che aveva insistito, onde evitare spiacevoli incidenti, non sarebbero riusciti a ripartire.
Per qualche buffa e arcana coincidenza, la donna in questione si girò verso di lui con un’espressione alla ‘ti uccido’ piuttosto agghiacciante.
Ora sapeva pure leggere nel pensiero?
Sbuffò, precipitandosi in cucina a controllare che i toast non si bruciassero.
Si sarebbero fermati a far colazione e poi la trentenne l’avrebbe accompagnato all’Hotel, onde presentargli i dipendenti, come agire o quant’altro.
Era impressionante pensare che in tanti anni, Masaki non fosse mai stato lì se non tre o quattro volte stentate.
Finalmente soddisfatta, si stimò gli occhiali, rivolgendo al diciassettenne un meraviglioso sorriso, impossibile da non ricambiare.
Per un attimo arrossì, sentendosi bambino, come quando da piccolo la Otonashi lo prendeva per mano e lo portava alla scoperta del mondo, facendogli dimenticare tutto il dolore che aveva provato alla dipartita dei suoi genitori.
 
 
~~
 
 
Ok, ce la poteva fare.
 
 
Ma chi voleva prendere in giro?
No, non era assolutamente pronto.

 
Fissò incredulo l’enorme struttura che si ergeva a pochi metri da lui.
Si trattava di un edificio a dir poco gigantesco, con ben otto piani – se la matematica non è un’opinione -, tralasciando piano terra e seminterrato. Un color rossiccio impregnava le pareti, con aggiunta di piccole colonnine finte lungo i lati esterni che donavano un aspetto decisamente sontuoso.
Il tetto era sul castano mogano, da poco rifatto viste le minuscole asticelle che  ne sorreggevano la parte interna.
All’entrata ad accoglierlo c’erano, contando, sei scalini che conducevano all’enorme colonnato dove con  fierezza vi era una porta girevole a vetrata.
Sull'angolo a destra e sinistra, piccole piantine di azalea, per dare un tocco in più di colore.
Il alto, quasi un po’ appacchianata, vi era l’enorme scritta con il nome dell’Hotel.
La Otonashi ridacchiò soddisfatta osservando il giovane rimanere senza parole; eppure, si ritrovò a pensare che quella non era la prima volta che gli parlava del suo lavoro…
Forse Masaki l’aveva presa come una bugia?
Chissà…
Era un po’ intimorito, lo notava dal portamento insicuro, e dallo sguardo fermo, tradito dalle mani tremolanti.
 Sospirò.
«  Su, non c’è da essere così spaventati!  » Lo rimproverò poi, ormai scocciata della sua titubanza.
L’azzurrò capì subito cosa stava per digli, così senza farselo domandare un paio di volte, spinse contro il pannello di vetro, freddo e un po’ umido al contatto ( forse da poco lavato…? ), ritrovandosi dall’altra parte.
Ampie pareti color perla si estendevano davanti ai suoi occhi, insieme col nero brillante, mischiato a ricami dorati, del pavimento.
Notò immediatamente un’ala adibita a tavoli, rigorosamente in ciliegio, come il resto dell’abbinamento, su cui vi era poggiati ampio tulle per dare morbidezza e un meravigliosi centrotavola che consistevano in un curatissimo vaso nel quale spiccavano fiori di narciso e perline.
Di fianco a quest’ultimi, piccole candele profumate, accese, donavano un meraviglioso odore di gelsomino.
Poco ci mancò che urlasse dallo stupore nell’osservare con quanta cura nel dettaglio venisse curata la sala.
Purtroppo per lui però, quel momento idilliaco venne smorzato da una guantiera che lo – letteralmente - cresimò in testa, facendolo strabuzzare a terra.
Un ragazzo dagli occhi verde mela  e dalla buffa pettinatura a codini ( che lo faceva sembrare una specie di coniglio ) della medesima tonalità,  gli corse incontro allarmato.
Aveva un viso niveo e delicato, notò; dalla divisa che indossava intuì che fosse un barman.
«  Mi scusi tantissimo! » Tremolò, tentando invano di aiutare l’azzurro a rimettersi in piedi; in tutta risposta lui sbottò scocciato, osservando le ‘’meravigliose’’ macchie di cibarie sui suoi vestiti ed in testa.
«  Avrò bisogno di un cambio. » Concluse, sospirando.
La sua preziosissima camicia  lavata a mano… Venticinque minuti di strofinio e risciacquo finiti nel gabinetto in meno di una manciata di secondi dalla sua entrata
Ma bene. Quella giornata stava procedendo davvero in maniera eccelsa.
Si trattenne dal maledire quel posto, in memoria della sua buona stella.
« Rune- chan, dovresti fare più attenzione! Immagina se ci fosse stato un cliente importante! Avrei dovuto scusarmi io, lo sai? » Rimproverò Haruna, visibilmente di malumore, mentre controllava il pavimento senza badare troppo al diciottenne frustrato che la fissava con un ghigno inquietante in volto.
« Tutto bene Fey? » Un altro giovane, dai buffi capelli arancioni che ricordavano i raggi del sole e dagli occhi azzurro cielo, si avvicinò ai tre, in panico vista l’assenza del il compagno che non era tornato indietro per le successive ordinazioni.
Masaki si chiese mentalmente se quella fosse una sfilata per capigliature strambe, o cos’altro.
Aveva una divisa molto simile al ragazzo di prima, ergo, andando per logica, dovevano appartenere alla stessa sezione.
Il dipendente sbiancò accorgendosi della blu, lasciando scorrere i suoi occhi dalla trentenne al diciottenne con fare ritmico.
‘Ma era così che appariva sua madre, un dittatore?’ si domandò il giovane dagli occhi d’oro incredulo alla reazione di terrore degli altri due.
Questa lo guardò, rivolgendogli uno dei sorrisi più falsi della storia e no, Masaki non ne fu per niente rassicurato.
« Ragazzi, le buone maniere, su! » Ammiccò la donna, facendo un occhiolino stile Idol – non perfettamente riuscito- verso i due ragazzi che scattarono letteralmente come quel gioco…
Si, 'occhio alla talpa', se non era in errore.
« Io sono Tayou Anemiya, ho diciannove anni, la mia attuale occupazione è cameriere. » Prese un attimo di respiro per poi strattonare l’altro, spingendolo in avanti « … Questo  è invece Fey Rune, diciotto anni, addetto al servizio bar, praticamente il barista. » Aggiunse poi, con una certa sicurezza mentre il verdino chinava il capo rispettosamente, seguito a ruota dal suo collega.
Non aggiunsero altri particolari; l’arancione lo stava guardando male in compenso e ovviamente sentendosi sfidato, l’azzurro lo squadrò nuovamente, serio.



« Ka~ Ri~ Ya-Kun~ »


La voce cantilenante di sua madre gli fece per poco prendere un infarto.
Ah, giusto, doveva presentarsi anche lui; insomma, si trattava di educazione e sebbene avesse dei modi di fare rudi – che riconosceva quasi con orgoglio-, sapeva benissimo come comportarsi in pubblico (o quasi).
« Il mio nome è Masaki, Kariya Masaki, è un’onore conoscerv- » 

Non riuscì a finire la frase che la maggiore già gli aveva rubato la scena.
« Sarà il nuovo direttore dell’Hotel fino al mio ritorno. » 
Le bocche dei due poveretti in ascolto si spalancarono all’unisono.
« Cosaaaaa? »



~~

 
 
« Hai visto? Già hai tutti gli occhi puntati su di te! »
Un commento che per poco non gli fece vomitare la colazione.

 
Era OVVIO che lo guardassero con un misto tra la pietà e la compassione.
Un ragazzo sporco di torta e panna dalla testa ai piedi, con i vestiti andati a quel paese, che passeggia in compagnia di una persona insana mentalmente importante, in quanto direttore, che salutava a destra e a manca,  e gli teneva la ‘manina’ a mo di bimbo di sei anni, sarebbe mai passato inosservato?!
Evitò di fare polemiche. Anche il suo sguardo truce aveva bisogno di ricaricarsi a furia di occhiatacce date a tutti i dipendenti che lo avevano fissato interrottamente.
Poi si ritrovò davanti una ragazza dal color di capelli simile al suo, più sul verde acqua però, dalla pettinatura insolitamente carina, con due occhi color lavanda che immediatamente presero ad osservarlo sospettosamente.
« Okaeri master! » Salutò con tono affabile, inchinandosi di fronte ad Haruna, lasciando che il suo vestito da maid sventolasse leggiadro.
Si, era decisamente carina, tant’è che Kariya si ritrovò ad arrossire impercettibilmente mentre quella rideva sottecchi.
« Sempre deliziosa come sempre mia cara!  Masaki, lei è Beta, una delle nostre migliori dipendenti, non è adorabile? » Aggiunse la blu, con gli occhi praticamente a cuore, tant’è che sembravano formarsi attorno alla sua figura quegli odiosi sbrilluccichii stile anime.
Troppo dolcioso per i suoi gusti.
 
« Haruna-sama, ho saputo che partirete a breve… Se vi servisse aiuto nella gestione, io ci sono… E questo ragazzo? »  Chiese poi, poco convinta dall’espressione pensierosa della Otonashi.
« Oh, lui? E’ mio figlio adottivo, il direttore in mia sostituzione… Il vostro nuovo capo. »
Beta la guadò come se avesse detto qualche genere di blasfemia; si era ammutolita, e non osava parlare, con un’espressione mista tra sconforto e rabbia.
Sua madre non ci fece caso, troppo occupata a controllare il palmare, mentre rimbombavano suoni di messaggini ogni cinque minuti.
Calò il silenzio, si sentiva a disagio. Poi la ragazza gli sorrise affabile.
« Beta, porteresti Misaki nella Cabina a cambiarsi? Io ho da fare giù, in Hall. » Domandò poi, levandosi gli occhiali rossi.
La verde acqua scattò improvvisamente, mormorando un ‘Hai’ con un fil di voce.
 
 
 
 ~~

 
 
Non si dissero nulla per tutto il tragitto.
La porta rossa vene aperta dal mazzo di chiavi che la ragazza teneva con se, rivelando una saletta di media grandezza piena di armadietti.
Notò la maid girovagare un po’ finché aprendone uno iniziò a frugarvi con foga.
Sorrise soddisfatta, porgendo i vestiti al diciottenne; consistevano in una camicia bianca, un paio di pantaloni ed un gilet nero.
Gli vennero indicate poi delle scarpe, e non ci volle un genio per capire che erano in completamento dell’outfit.
Tentò di ringraziare, ma una mano lo artigliò al muro.
« Come ha potuto farmi una cosa del genere la mia adorata nee-san? Tu saresti il mio nuovo capo? Non farmi ridere! Patetico omuncolo, vedi di starmi alla larga o ti giuro che da qui non ne uscirai intero, capito? » Sbottò sadicamente, mentre Masaki riuscì a stento a spostare la mano che la giovane premeva sul suo collo.
Sembrava un’altra ragazza, forse doppia personalità?
« Très bien, a dopo allora Kariya-Kun~»  Continuò lei, sorridendogli affabile.
Si accasciò a terra facendo il punto della situazione.
Cavolo, la cosa era inquietante…
Non solo tutto ciò che gli stava accadendo sembrava una telenovela, - tipo quelle che vedeva Haruna fino alle tre di notte, piangendo a random -, ma ora stava persino subentrando il suo arcinemico.


 
Il francese.


~~
 
 
Scese, tornando al primo piano; riconobbe immediatamente la figura di suo zio Kidou che parlava amabilmente con la Otonashi.
E dire che erano così diversi e uguali allo stesso tempo.
I due non avevano lo stesso cognome, causa separazione dei genitori, ma erano così uniti da essere comunque rimasti  insieme.
Con quegli abiti stava bene visti i risolini soddisfatti.
« Aaaaaaaah, il mio Masaki cresceeee! » Urlò la blu, facendo sobbalzare i presenti per la sorpresa, iniziando a fare migliaia di foto sotto lo sguardo sconcertato di Yuuto e quello sotto shock, a causa della luce negli occhi, del ragazzo.
« Io sto per andare, l’aereo parte tra poco; per oggi ci sarà mio fratello ad aiutarti, ti spiegherà tutto. Da domani, sarai solo. Conto su di te! » Aggiunse poi, sistemando il colletto all’azzurro, che avvampò di botto.
Gli porse poi un mazzo di chiavi.
« C’è quella di casa e quella della suite destinata a te. A volte ti capiterà di dover dormire qui. » Spiegò l’uomo, prima che potessero venir fatte domande.
La blu sorrise ad entrambi e dopo averli abbracciati per bene, imboccò l’uscita.
Poi si fermò, girandosi nuovamente verso i due.
« Misaki, ricordati di avere sempre acceso il cellulare, di non rimanere troppo tempo al computer… E di innaffiare le piante… Di sistemare casa, e ovviamente i compiti...  »  Gridò poi, in piena esaltazione, lasciando  che l’intera clientela osservasse la scena.
« Haruna starai via solo per un paio di settimane, per l’amor del cielo! » Sbottò il diciottenne, rosso come un peperone, mentre il suo stesso zio si stava trattenendo dal ridere.
Voleva sprofondare.


 
« Non dimenticare di pulirti per bene le orecchie, mi raccomando! E poi anche di lavare Tedd- »
« Mamma! »
« Vado, vado! »


~~
 
 
Il taxy l’aspettava già fuori da un buon quarto d’ora.
Posò le valigie, indaffaratissima; mentre si sedeva si rese conto di una cosa: Kariya l’aveva chiamata ‘mamma’.
Sorrise, quasi con le lacrime agli occhi.
Lo avrebbe bombardato di messaggi, come minimo.

 
 ~~

 
« La reception, front office o ricevimento, è il banco che abbiamo qui.
Si nota appena si accede alla zona hall dove avvengono i contatti tra il personale dell'albergo e i clienti.
Questo bancone è un vero e proprio settore che si occupa dell'accoglienza e delle procedure d'ingresso, di soggiorno e d'uscita dei clienti dell'albergo.
E’ spesso collegata, se noti il retro, con il back office, che è accessibile solo al personale e viene usato come sede dell'amministrazione e di direzione delle imprese turistiche.
La sala riunioni è però al terzo piano. »
 
Masaki si zittì, ascoltando con attenzione, mentre Kidou  gli mostrava ogni angolo dell’albergo con il rispettivo ruolo.
Dannazione, era molto più complicato di quello che pensava, ma erano solo due settimane in fondo...

Ce la poteva fare.
 

   
Angolo autrice.
Ma buonsalve! Ovviamente sono le 3 di notte :D ( di nuovoooo )
Perchè la gente normale a quest'ora riposa tranquillamente... E POI CI SONO IO CHE RIMANGO ALZATA A SCRIVERE FICTION.
E DOMANI MI DEVO ALZARE ALLE SETTE.
Ce la farò? Si accettano scommesse xD

Ahem, spero che questo primo capitolo vi piaccia <3
Per ora ci sono giusto un po' di descrizioni ed introduzioni, nel prossimo si entrerà nel vivo dell'inferno di Masaki BD
Mi ci sto impegnando molto, e spero possa davvero piacervi yupupu (?)
In questo abbiamo visto Tayou, Fey, Kidou e la yandere/ sadica Beta.
Il club delle capigliature strane- cit Kariya x''
Dalla prossima apparranno molti più personaggi, e inizierò a delinearne meglio i caratteri, yep!

La canzone è dei Vocaloid, la AMO a prescindere x'D.

Mi raccomando, fatemi sapere cosa ne pensate!
Conto su di voi!

 
Lasciate una piccola recensione: salverete non solo tanti pinguipandanicorni, ma anche il povero Kariya dal suo nemico mortale, il francese (???)
Donate all'associazione Kariya maid in modo da potergli comprare un sacrosanto vestito (?)
Per farlo andar vestito così in giro, ma son dettagli 
 

 
   
 
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