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Autore: Cosmopolita    23/06/2015    2 recensioni
[Raccolta di coppie crossover Disney]
Capitolo 1°: Milo/Jane
Capitolo 2°: Jim/Ariel
Capitolo 3°: Jafar/Malefica/Ade
Capitolo 4°: Cenerentola/Biancaneve [Au]
Capitolo 5°: Flynn (Eugene)/Anna
Capitolo 6°: Peter e Alice
Per quanto fosse di conforto ricordare la follia del Paese delle Meraviglie, le montagne Europee e il viso abbronzato di suo marito che le sorrideva dalla prua, sapeva già come sarebbe andata a finire.
Tuttavia, con Peter… con Peter era diverso.
Genere: Romantico, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash
Note: AU, Cross-over, Raccolta | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
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L’area egizia

[Milo/Jane]


La porta si aprì e, per un istante, i fumi vaporosi della caldaia si piegarono verso destra.
Smise di parlare –dopotutto, era sicuro che al Signor Howard e al resto dei suoi studenti non sarebbe dispiaciuto affatto se avesse fatto una pausa- e si affacciò verso l’ingresso, chiedendosi a chi mai fosse venuto in mente di entrare nella Sala Caldaie.
Uno spiraglio di aria fresca gli asciugò il sudore sulla fronte: in fondo, prendere una bella boccata di aria, anche se solo per alcuni secondi, non poteva fargli che bene.
-C’è nessuno?- sentì chiamare una voce gentile, appena mossa da un tremito di insicurezza.
Ed ecco che, davanti a lui, stava una ragazza, gli occhi curiosi vagavano dalla tubatura principale della caldaia, fino alla lavagnetta su cui lui faceva il resoconto di tutte le sue “lezioni”.
Si grattò la cima della testa e, sulle prime, fu tentato di toccare a tastoni il naso per controllare se avesse ancora gli occhiali: che ci faceva una ragazza lì?
Tra l’altro, sembrava quasi una di quelle dall’aria elegante e composta; non aveva per nulla i modi di una ragazzina avventata e frivola.
Il profilo di lei si alzò in alto, verso il soffitto, e Milo pensò che avesse proprio un bel naso. E dei bei capelli.
E anche una bella bocca.
–Ehm… questa non è l’area egizia, temo- sussurrò lei, muovendo appena alcuni passi verso la stanza. Il suo sguardo si soffermò su una cartina: la parola “Atlantide” ne occupava tutto lo spazio.
Milo annuì, incapace di rispondere. I suoi occhi saettarono verso il signor Howard; la sua faccia azteca era in parte nascosta dalla penombra, ma sperò con tutto se stesso che lei non lo vedesse.
La risata della ragazza lo risveglio dai suoi pensieri –Questo museo è troppo grande. Come fate a non perdervi?
Si girò verso di lui e, finalmente, Milo poté guardarla dritto negli occhi.

Chissà quanti posti avrà visto, questa ragazza. Chissà se, oltre questa porta, c’è qualcuno che l’aspetta. Chissà se anche lei, come me, ha un sogno.

E rimase a osservarla per un tempo che gli parve interminabile. E si sentì un idiota.
-Dopo un po’ ci si abitua- rispose soltanto, accennò appena un sorriso imbarazzato.
La raggiunse, era ancora impegnata a scrutare la cartina, le labbra sottili strette in una smorfia pensierosa, quasi come se stesse cercando di ricordare a se stessa conoscenze perdute nel tempo.
Deglutì. Avrebbe voluto dirle tante cose: prima di tutto, come diamine aveva fatto a finire là.
E poi, perché mai era così tanto interessata a quella cartina. Nessuno era mai stato interessato ad “Atlantide”, a parte suo nonno.
Ma l’unica cosa che fece, fu porle la mano –Mi chiamo Milo, comunque.
–Jane– sorrise, radiosa, voltandosi appena verso di lui.
Rivolse un’ultima occhiata alla cartina, poi mormorò –Mio padre è un esploratore. Ma il nome “Atlantide” mi giunge nuovo.
-Beh, sa…- balbettò, lo sguardo fisso sul parquet –E’ una storia lunga e non credo…
-Sono quelle che adoro di più- lo interruppe Jane, quasi urlando. Come se desiderasse davvero sapere qualcosa di più e non glielo stesse chiedendo per pietà.
Anche Milo, quella volta, sorrise.
Malgrado il Signor Howard e le altre maschere Azteche stessero ancora attendendo con pazienza la fine della sua lezione, pensò che non sarebbe stata affatto una cattiva idea invitarla a bere qualcosa.



E ci andarono davvero a prendere un tè.
Lo presero una, due, tre volte.
E Jane rimaneva ogni volta assorta, ad ascoltare le sue storie su quella terra meravigliosa che, ne era certo, sarebbe piaciuta anche a lei.
Poi, toccava a Milo ascoltare rapito, con la testa poggiata sulla mano e gli occhi fissi su di lei, dei mirabolanti viaggi che Jane faceva insieme a suo padre. Ogni volta, i posti diventavano sempre più esotici e la voce di lei sempre più soave e appassionata.
-Sarebbe bello,- un sorriso illuminava ogni volta il volto di Jane -fare un viaggio con te. Magari, per trovare quella tua isola, Atlantide.
Milo lo avrebbe voluto, lo avrebbe voluto davvero. Ma poi, lei partì per l’Africa.
-Tonerò.- gli disse -e quando lo farò, troveremo Atlantide.
Era stato bello vivere quei giorni nella speranza che Jane tornasse da lui. E già immaginava, nella sua mente, il giorno in cui loro due avrebbero fatto quel viaggio, finalmente insieme.
Sospirò, Milo, mentre il Nautilus si preparava a salpare.
La mano, poggiata contro il vetro appannato, sembrava ormai aver perso qualsiasi sensibilità, così come il ricordo che aveva di lei. Con il tempo, aveva smesso di far male.
Jane non era più tornata. Non avrebbero mai scoperto Atlantide insieme.







Salve a tutti!
Questa è la prima storia che scrivo in questa sezione, spero sia piaciuta a qualcuno. Intanto, ringrazio chiunque sia arrivato a leggere fin qui.
Questa storia è una raccolta. Quindi, questo vuol dire che ci saranno altri crack pairing di cui tratterò, uno diverso per ogni capitolo.
Spero di avervi incuriosito, o quantomeno che almeno questo capitolo vi sia piaciuto.
A presto,
Cosmopolita

   
 
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