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Autore: lillilola    23/06/2015    2 recensioni
Camille è semplicemente bella, Daphne invece, è semplicemente sua sorella; le due hanno una cosa in comune oltre al sangue, il fatto che non si sopportano.
La guerra fredda in casa Shane dura da anni, e come tutte le guerre è destinata a finire prima o poi, e forse, se non fosse stato a causa di una caviglia storta nel momento sbagliato, le conseguenze non sarebbero state così dolorose, ma la teoria del caos è semplicemente questa: quella che a causa di un errore fa credere Daphne di essere la seconda scelta di tutti e come conseguenza fa credere a Camille di poter rubare il cuore a chiunque con il suo sguardo blu.
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E' stata un scena epocale, soprattutto perché continuava a vantarsi di avere vinto la possibilità di poter parlare con il suo idolo, per poi inciampare su uno dei vestiti che avevo lasciato per sbaglio sulle scale, e ruzzolare come un pesce lesso giù per tutta la rampa.
E indovinate chi ha visto tutta la scena? Io.
Indovinate chi ha potuto riprendere tutta la scena? Purtroppo nessuno.
-Camille Shane? – mi chiede la receptionist distraendomi.
Annuisco e mi giro.
-Carta d’identità per favore –.
Spero solo non si accorga che non sono io.
Genere: Commedia, Malinconico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ashton Irwin, Calum Hood, Luke Hemmings, Michael Clifford, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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CAPITOLO 6 : Fake Plastic Trees
 
                                                                                    She Looks like the real thing.
She tastes like the real thing,
My fake plastic love.
 
But I can't help the feeling.
I could blow through the ceiling.
If I just turn and run.
And it wears me out.

 
 
Ci pensa la sveglia delle sei e un quarto a ricordarmi che la pausa di primavera è finita, e siccome una sveglia non basta, ecco che a voler ribadire il concetto ci pensa Maya che mi chiama in preda a una probabile crisi isterica da “Daphne a scuola non ci voglio tornare. La macchina del tempo che mi avevi promesso di costruire in terza elementare dove diamine è?”.
La morale in tutto ciò, è mai fare promesse alle elementari.
 - Ti prego dimmi che è un incubo – dice mentre non so quale funzione vitale attiva in me mi dà la forza di portare il telefono all’orecchio.
 - È un incubo – bofonchio nel dormiveglia.
Maya sbuffa e poi scoppia a ridere, il che mi fa dubitare della sua sanità mentale; insomma chi è che ride a quest’ora?
 - Passo a prenderti tra venti minuti. Non mangiare troppi cereali e non bere troppo caffè. Volevo offrirti la colazione – ecco perché è la mia migliore amica.
Metto giù il telefono e sorrido. 
Lo so che lei vorrebbe alzarsi più tardi invece di venirmi a prendere ogni mattina, ma lo fa per prendersi cura di me, e io vorrei che non lo facesse, ma ho anche paura che smetta di farlo.
Se c’è una ragione per cui alla mattina mi sveglio è per lei e per non vedere più la delusione nei suoi occhi. Non voglio che mi guardi più in quel modo. Mai più.
Una volta mi alzavo per fare il Margarita mattutino a mia madre, poi il suo fegato ha salutato questa casa e ho cominciato ad alzarmi alla mattina per controllare che papà non decidesse di lasciarci anche lui, non mi sarebbe piaciuta una combo di genitori morti.
Mi sono alzata dal letto alla mattina per tanti motivi e per tante persone, finché un giorno ho smesso di farlo, non trovavo nessuna motivazione, nessuna persona per farmi alzare dal letto; Maya non riusciva a fare nulla per aiutarmi, non riusciva a trovare un valido motivo per farmi uscire dalla stanza, ma nonostante milioni di buchi nell’acqua non ha ceduto, e ora è la mia costante motivazione, e gliene sono grata.
Scendo dal letto, e mi trascino in cucina, so di essere in pigiama, e so altrettanto bene che non ho voglia di svestirmi per mettermi qualcosa che sicuramente non sarà comodo come il mio pigiama.
Scendendo per le scale vedo mia sorella che allegramente fa colazione, poi mi intravede e il suo buon umore svanisce.
Ma buongiorno anche a te Camille.
È da anni che io e lei non ci diamo più il buongiorno, c’è una guerra fredda che non mi ricordo come mai è iniziata, ma una cosa la so di certo: voglio che smetta, o meglio, è arrivato il momento di farla finita.
 - Buongiorno – sussurro più a me stessa che a lei una volta arrivata in cucina.
So che Maya aveva detto niente caffè, ma se vuole che io mi metta qualcosa di diverso dal pigiama che ho addosso, ho bisogno di un caffè.
Camille ha già la sua divisa da cheerleader e il suo sguardo freddo puntato su di me.
Ignora il mio buongiorno e si alza verso la mocha del caffè.
 - C’è ancora un po’ di caffè, oppure l’hai finito? – chiedo mentre prende la mocha e si avvia verso il lavandino.
 - È finito – dice rovesciando quello che poteva essere la mia tazza di risveglio per i miei neuroni.
La cosa che mi fa incazzare non è quella che lei non mi abbia dato il suo caffè avanzato, ma il fatto che abbia preferito buttarlo. Il caffè non si butta, è una delle regole d’oro per chiunque con un po’ di buon senso, o con una dipendenza da caffeina come la mia.
Sapevo che avrei dovuto guardare il video su youtube su come togliere un rene senza che il paziente se ne accorga.
Mi alzo da lì prima che Camille mi spruzzi addosso altro veleno, ora dovrò cambiarmi per forza, la paperella sul mio pigiama è tutta avvelenata.
Torno in camera, e faccio appena in tempo a cambiarmi che Maya mi chiama di nuovo, significa che sta partendo da casa sua.
Sono in astinenza da caffeina, il che mi rende piuttosto irascibile e con intenti omicida verso il mondo esterno.
Prendo lo zaino ed esco di casa prima di incontrare mia sorella che magari ha voglia di farmi uno sgambetto e farmi baciare il pavimento.
Esco di casa e la prima cosa che vedo è un macchinone dell’FBI.
Il mio primo impulso è quello di correre in camera e buttare nel cesso quello che di illegale mi sono procurata, poi vedo Michael che sorseggia un caffè, e il mio secondo impulso è quello di rubargli il caffè, e andare a chiudermi in camera a fumare quello che di illegale c’è nel mio cassetto.
 - Perché sei ancora qui? – chiedo seccata.Mi fa un lieve cenno di saluto, mentre tiene un occhio ancora chiuso. Probabilmente non sa nemmeno di essere al mondo in questo momento, il che significa che rubargli il caffè sarebbe semplice come rubare caramelle a un bambino: ma in fondo mi dispiace di rubare caramelle a Michael, nonostante possano rendermi decisamente felice e migliorare la giornata.
 - Buongiorno Daphne – mi dice Ashton mentre osservo lo stato vegetativo di Michael.
Quel tipo non sta nemmeno bevendo dalla parte giusta del bicchiere.
 - Che ci fate qui? Non siete stanchi di girare nel ghetto? –
 - Tua sorella mi ha chiesto di portarla a scuola – dice sbuffando.
 - Non dovevi mica portarti dietro la SWAT – indico il furgone.
Alzo lo sguardo e noto che al momento, Ashton, non è esattamente il ritratto della felicità, sbuffa e si porta una mano tra i capelli.
Inizio un po’ a sentirmi in colpa sinceramente, anche perché tutto questo non sarebbe mai successo se io avessi seguito il copione quando c’era il meeting con lui. E non so nemmeno se si chiama meeting, ma non ha importanza.
 - Ti fai di cocaina? – chiedo ripensando alle occhiaie del nostro primo incontro. Finalmente potevo chiederglielo.
Scoppia a ridere.
 - Soffro di insonnia – certo, come no. E io sono allergica alle graminacee per questo a volte ho gli occhi rossi.
Annuisco poco convinta, e sento suonare un clacson.
La 500 di Maya è appena entrata nel mio vialetto.
La mia migliore amica mi guarda confusa dalla sua postazione di guida e scende a vedere che sta succedendo. Quel macchinone dell’FBI è preoccupante per tutti.
Riconosce Ashton e sospira.
 - Credevo fosse l’FBI – dice sorridendo e portandosi una mano al petto.
Viene verso di noi e si ferma anche lei a guardare Michael confusa.
 - Perché sono a casa tua a quest’ora? – chiede curiosa ma relativamente felice.
 - Credo tu sia l’unica contenta di vederci al momento – dice Luke sorridendo e onorandoci della sua presenza.
 - Ma lui fa sempre così alla mattina? – chiedo osservando Michael che ancora non sembra essersi accorto di star bevendo dalla parte sbagliata del bicchiere.
 -  In realtà Mike non è proprio abituato alla mattina – dice Luke – probabilmente crede che le ore prima delle otto di mattina siano una specie di mito -.
Sento il mio livello di irascibilità aumentare, e inizio a trovare irritante ogni essere vivente che si trova nel raggio di un kilometro da me; che poi pensando a persone irritanti sento la porta di casa sbattere, ciò significa che mia sorella è uscita di casa e significa anche, che è ora di andarmene.
 - Ehi buongiorno – saltellando allegra come una capretta va da Ashton, e gli bacia la guancia, investendo tutti i presenti dei suoi feromoni – grazie per essere venuto a prendermi – si gira a guardarci, e ci invita con lo sguardo ad andarcene all’istante.
Cosa che mi fa ricordare che voglio della stra maledetta caffeina.
 - Maya caffeina, ora – prendo la mia migliore amica per mano e la trascino verso l’auto.
Sono troppo in astinenza da caffeina per salutare i presenti che come degli stalker si sono presentati alla mattina davanti a casa mia.
Sono quasi arrivata alla macchina, che Luke ci placca, questa mattina sta diventando un inferno, e inizio a diventare gelosa di Michael che sembra ancora essere convinto che la mattina sia solo un semplice mito.

 - Se volete possiamo dare uno strappo anche a voi – sorride guardando Maya.
Oh ma davvero? Siamo seri?
Nessuno ha mai detto a questo cretino che è illegale flirtare con le persone prima delle nove di mattina?
La mia bella amica mora, sembra essere ancora con un piede nel letto per accorgersi di quello che le sta succedendo intorno.
 - Mi spiace – la sento dire – noi andiamo -.
E non so se l’ha fatto perché è addormenta, se ha rifiutato per me che non posso stare vicino a Camille, o se l’ha fatto per lei e il suo ragazzo, Kyle, l’amore della sua vita.
Mi trascina in auto liquidando Luke, e andiamo a fare colazione.
 - Luke ti violentava con gli occhi – dico una volta arrivate al parcheggio della scuola.
Mossa sbagliata: mai dire cose simili se qualcuno sta guidando.
Inchioda di colpo, e per poco il mio cervello non si sfracella nella sua auto, sarebbe stato davvero un problema dover ripulire l’auto dalla mia materia grigia. O meglio dalla mia esorbitante quantità di materia grigia… e modestia.
 - Non dire stronzate. Non avevi ancora assunto caffeina, probabilmente hai visto cose che nemmeno c’erano – riprende a parcheggiare.
Effettivamente ha ragione. Non sono una fonte proprio affidabile senza caffeina in corpo.
Scendo, e accendo la prima sigaretta della giornata, che si sa, la prima è sempre la migliore.
Ci dirigiamo verso l’ingresso per aspettare Kyle, quando all’orizzonte vedo un auto della SWAT piuttosto conosciuta.
Kyle o no, da qui dobbiamo andarcene prima che una folla di ragazzine impazzite precipiti qui.
Nemmeno a dirlo quel bastardo di Calum parcheggia proprio davanti a noi, afferro un braccio a Maya, sto quasi per iniziare a correre, ma poi sento quello che non vorrei mai sentire.
 - O MIO DIO! – grido acuto – quello è Ashton Irwin – un altro grido acuto.
Le mie orecchie iniziano a implodere e sento un’emorragia ai timpani, manderò il conto del mio dottore a questi bastardi.
Un gruppo di ragazze inizia a correre verso di noi, e poi arriva Kyle, il mio salvatore che trascina me e la sua ragazza fuori dalla direzione di quella mandria di ormoni impazziti che erano dirette verso di noi.
Mia sorella tiene per mano Ashton, che ha lo stesso sorriso convinto del marito di Barbie, è lì solo per presenza.
Camille sorride mostrando a tutti Ashton, al quale ho appena deciso di dare una settimana massimo per innamorarsi di lei, perché in fondo è quello che succede sempre: Barbie e Ken stanno insieme.
Sento qualcuno bussare tra le grida della folla, mi giro e vedo Calum che tenta di chiamarmi bussando al finestrino. Entro in macchina dalla parte non assediata dalle fan, lasciando che Maya spieghi il tutto a Kyle.
 - Sei un bastardo – gli tiro un pugno sul braccio – hai parcheggiato davanti a noi. Potevo morire di overdose di ormoni! – gli tiro un altro pugno – comunque dimmi, che vuoi? –
Calum sbuffa.
 - Odio il fatto che tu non sia una di quelle ragazze che ci ama tanto. Non mi daresti i pugni – si lamenta, e inizio a notare nelle sue affermazione un che di incoerenza visto che la prima volta che ci siamo visti mi ammirava per non lanciargli degli ormoni addosso come mia sorella – comunque, pensavo che adesso che hai bevuto del caffè e sembri più tranquilla – questo ragazzo ha ragione – hai degli attrezzi da meccanico sotto il letto, ciò significa che o collezioni attrezzi, oppure sai qualcosina sui motori e… -
 - Devo smontarti la macchina? E se stai per dire che sono una ragazza e non dovrei sapere nulla riguardo il mondo delle macchine giuro che scendo e dico alla folla che c’è tutto il resto della band nascosto nella macchina – mi giro e noto Michael ancora con quel bicchiere in mano.
Ma nessuno ha dato una mano a quel povero ragazzo?
Guardo un attimo fuori dal finestrino come sta andando la sceneggiata, e sembra stia andando bene. Camille è molto convincente, e Ashton, sembra convincente anche lui adesso mentre sorride alle fan e fa foto con loro.
 - Non sembra tanto felice – dice Luke notando il mio sguardo.
 - A me sembra di sì a dire il vero – e forse Luke non stava parlando di Ashton.
Calum ride per quello che ho appena detto.
 - Ash sta facendo quello che gli riesce meglio, stare tra le fan, è quello che lo rende davvero felice – mi soffermo un attimo a guardare quel ragazzo che sorride in mezzo alla folla.
Sembra irradiare una luce tutta sua, e io sono una stupida a continuare a fissarlo.
 - Cosa volevi chiedermi? – mi giro verso Calum.
 - Sto ricostruendo una moto, ma mi sono fermato. Ti va di venire a vedere cosa sbaglio? – chiede con gli occhi da cucciolo quasi supplicante.
Sorrido.
 - Voi ragazzi non sapete proprio nulla di motori. Ti darò una lezione di vita e… - la campanella suona.
Se non voglio arrivare tardi, con conseguente segnalazione di ritardo, mi vedo costretta a nuotare nella folla che ancora non sembra diramarsi.
 - Senti io dovrei andare a scuola, non è che puoi aiutarmi a passare? – chiedo indicandogli la gente fuori dal finestrino.
 - Ci penso io piccina – dice Luke tirando un pugno sul clacson.
Piccina a chi?
Ashton si accorge che deve andarsene, e che è arrivato il momento cruciale della sua vita da attore.
 - Ciao amore – dice con la stessa convinzione e lo stesso tono di uno che sta espiando i suoi peccati al prete, lascia la mano di mia sorella e poi la bacia delicatamente.
È un bravo attore, devo ammetterlo.
Quel bacio ammutolisce la folla.
 - Ci sentiamo – la lascia andare e apre la portiera dalla quale io dovrei uscire – oh – dice sorpreso – non ti avevo visto -.
 - Non preoccuparti. So che mia sorella tende a non far accorgere alle persone della mia presenza – scendo decisamente scocciata dall’auto e raggiungo Maya per varcare la soglia della scuola.
Avrei dovuto ber più di un caffè questa mattina.



Hola ciambelline . 
Sono in ritardo. Lo so.
Ma capitemi, dovevo riprendermi dalla festa fuori controllo a cui sono andata sabato. Per la cronaca, on dormite mai sugli alberi. MAI. 
Anyway, scusate ancora il ritardo.
Allora, ve gusta come sta procedendo questa (spero decente) storiella? Ho notato inoltre che vi ho fatto venire il dubio delle gru e.e Sono una Bad Girl, e faccio venire i dubbi a voi anime sante che leggete ciò che scrivo nei miei momenti di ritardo mentale (visto? Ritardo sia fisico che mentale. Una combo da invidiare insomma).
Ora che ci penso, nella storia ci sono un sacco di riferimenti a serie tv\videogame e cose simili, è perché la mia vita sociale non è proprio attivissima diciamo, vedetela positivamente, se non li capite significa che aavete più vita sociale di me. EVVIVA.
Okay, ora la smetto e me ne vado.
Mangiate cioccolata piccole ciambelline.
Un bacio,
Lily


 
   
 
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