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Autore: deborahdonato4    23/06/2015    2 recensioni
Seguito di "Avere una seconda vita è una cosa. E' renderla migliore, il trucco"
Nico di Angelo e Will Solace hanno deciso di lasciare il Campo Mezzosangue per vivere insieme nel mondo umano. Le avventure non sono finite, e per Nico la prima nuova avventura è alle porte: conoscere la famiglia Solace...
Genere: Avventura, Fantasy, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: I sette della Profezia
Note: OOC, Otherverse | Avvertimenti: nessuno
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Mentre Will, fischiettando, preparava i sandwich per il picnic, Nico cercava qualcosa da mettersi che potesse sporcare di erba. Nel corso degli anni i suoi vestiti si erano accumulati, come quelli di Will, in un unico e gigantesco armadio. A sinistra spiccavano i capi scuri di Nico, a destra quelli colorati di Will.
Ed erano capi firmati. Una volta Nico avrebbe indossato volentieri anche i jeans smessi di un barbone. Ma ora che frequentava i Solace, e uno in particolare, si era costretto a vestirsi meglio. E poi, al lavoro lo prendevano più seriamente se non portava maglioni scuciti o jeans strappati. Alla prima lezione di volo gli avevano anche fatto i complimenti per la camicia.
Nico trovò dei vecchi jeans - neri - infondo all'armadio e li indossò, lanciando un'occhiata a Will, che riusciva a scorgere vicino al tavolo della cucina. Come al solito, Will aveva indossato dei vestiti molto casual, come una vecchia maglia arancione del Campo Mezzosangue, e dei pantaloni corti fino al ginocchio. E scarpe da ginnastica.
Will non era poi così cambiato da quando avevano lasciato il Campo Mezzosangue. In dodici anni era cambiato ben poco, molto meno rispetto Nico. Forse vestiva in modo più sobrio - quando andava al lavoro indossava sempre un completo blu senza cravatta, e le infradito erano solo più un lontano ricordo - e sembrava molto più adulto. Un po' come Leo Valdez.
«Sai, non credo di esserci mai andato, alle giostre.» disse Nico, indossando una maglia avviandosi in cucina.
«Sì, ci siamo andati tre anni fa, con Jason e Piper.»
«Non me lo ricordo.»
«Siamo andati nel tunnel dell'amore!»
«Ehm, no.»
Will sospirò. «Controlla Christal.»
«Agli ordini.»
Nico si chiese perché non riusciva a ricordarsi di quel pomeriggio alle giostre con Jason e Piper, e pensò che forse era stato così imbarazzante che il suo subconscio aveva eliminato da sé il ricordo. Gli era capitato altre volte.
Christal stava giocando con le bambole sul suo letto. Nico si fermò sulla soglia della stanza, osservandola pensieroso. Lui e Christal non avevano fatto molti progressi nelle ultime settimane. Si comportavano come due estranei costretti ad abitare sotto lo stesso tetto, e il fatto che lei lo chiamasse "papà Nico" non cambiava di certo le cose.
«Sei pronta?» domandò Nico.
«Sì.» annuì Christal. Indossava un abito bianco a pois rossi. Uno dei tanti vestiti che Will le aveva comprato colmo di gioia e felicità. E Christal somigliava proprio a Will sotto molti punti di vista. Il colore dei capelli, la stessa vivacità, e anche lo stesso modo logorroico di parlare quando era in vena di chiacchiere.
Nico tornò da Will, domandandosi come avrebbe reagito il marito se avesse scoperto che lui e Christal si sopportavano a malapena, e non si consideravano per niente padre e figlia. Nico parlava con Hazel con tono molto distaccato quando riferiva di Christal, e nemmeno la chiacchierata con Alec Solace gli aveva tirato su il morale. Stava ancora aspettando il giorno in cui si sarebbe svegliato proclamando "quella è mia figlia!"
Nico vide Will lanciare un'occhiata al cellulare e subito impallidì.
«Il lavoro?» gli domandò, quasi urlandogli in faccia. «Devi andare al lavoro?»
«No, è un messaggio di Leo. Una foto di lui e Calypso con un enorme gelato blu. Immagino che Percy non ne sarà molto contento.»
Nico sorrise, leggermente sollevato. Si era preoccupato per nulla. Will non lo avrebbe abbandonato quel giorno, non dopo tutti quei preparativi.
Will lo sondò con lo sguardo. «Non puoi metterti una di quelle camicie che ti ho regalato il mese scorso?» gli chiese.
«No.»
«Sono più... vivaci.»
«E per quello che non le metto.»
Will si trattenne dall'alzare gli occhi al soffitto, e Nico tolse senza fare commenti Zen che tentava di entrare nella borsa frigo.
«Siamo tutti pronti?» domandò Will, occhieggiando Christal sbucare dalla sua camera.
«Sì.» annuì Nico, lanciando il peluche di Zen lontano dalla porta. «Chiederò a Jem di passare in casa a dare da mangiare al gatto, più tardi.»
«Giusto. Christal? Hai preso tutto?»
Christal indicò il libro che teneva in mano e annuì.
«Prendiamo la mia auto.» disse subito Nico, afferrando il suo mazzo di chiavi. «È più veloce. E ieri ho fatto il pieno.»
«Sai, credo che uno di questi giorni potremo anche andare a trovare Austin.»
«Cerchiamo di arrivare sani e salvi alla fine di questa giornata, prima di organizzare altri viaggi.»
Will sorrise.
Mentre Christal correva nel pianerottolo e pigiava il bottone di chiamata dell'ascensore, Nico afferrò la borsa frigo e guardò il marito chiudere la porta di casa.
«Hai il tuo cercapersone dietro?» domandò Nico, controllandogli la cintura.
«Sì.» Will gli lanciò una rapida occhiata. «Credevi che non mi sarei messo a cercarlo tra le tue mutande?»
«Mentre lo nascondevo, un po' ci speravo.»
Will scosse la testa, controllò che la porta fosse chiusa e afferrò il marito per la t-shirt, costringendolo a baciarlo.
«Non mi baciavi così da tre giorni.» notò Nico, mentre le loro labbra si separavano.
«Credo di essere stato impegnato.» rispose piano Will, spingendolo contro il muro. Entrambi avevano dimenticato Christal, che attendeva impaziente l'ascensore.
«Per questo ci siamo incontrati per un certo periodo in ospedale.»
«Già. Mi dispiace che abbiamo dovuto smettere.»
Nico scoccò un'occhiataccia a Christal. Era tutta colpa di quella bambina, di lei e delle sue assurde trovate. Lui che tradiva Will? Bah...
«È arrivato!» lì avvertì Christal, entrando in ascensore e tenendo le porte aperte.
Will e Nico si separarono e la raggiunsero.
«Potremo invitare anche zio Jem e zia Caroline!» esclamò Christal, pimpante.
Will storse il naso. «Zia Caroline è in un periodo molto delicato, e deve rimanere tranquilla...»
«Perché non dici che aspetta un bambino? Io lo so come si fanno i bambini.»
Nico fece un sorriso tirato. «No, io non credo.»
Christal gli fece la linguaccia. «Lo so, invece!»
Will zittì entrambi. «Be', se sai come si fanno i bambini, Christal, tienilo per te. Non voglio scandali a scuola, più di quanto non ce ne siano già...»
Come Nico e Will avevano pensato, i genitori degli altri bambini amici di Christal non erano stati molto entusiasti nello scoprire che quella tenera bambina dai capelli biondi era stata adottata da una coppia omosessuale. Me né Nico né Will ci badavano. Uno era troppo impegnato in ospedale, e l'altro aveva mostrato il suo carattere irascibile in un paio di occasioni.
«Lo sai che è Raphael che rompe sempre l'ascensore?» disse Will ad un tratto, osservando i pulsanti che si illuminavano man mano che scendevano.
«Sì, lo so.» sbuffò Nico. Raphael, figlio di Ecate e amico dei Solace da molti anni, si divertiva a bloccare l'ascensore ogni volta che andava a visitare Jem.
«Come fa?» domandò Christal, innocente.
Will le arruffò i capelli mentre le porte si aprivano. «Te ne parleremo quando sarai più grande.»
Will e Nico avevano deciso di non dire nulla riguardo alla loro discendenza divina, anche perché Christal era ancora troppo piccola per capire la gravità della situazione, e sapevano che non avrebbe resistito dal comunicare ai suoi nuovi amichetti il segreto dei genitori.
Christal non fece storie riguardo alle parole di Will, e Nico ebbe il forte sospetto che se fosse stato lui a dirle una frase del genere, «Te ne parleremo quando sarai più grande», la bambina avrebbe piantato i piedi per terra e si sarebbe messa ad urlare fino a quando Nico, stufo della scenata, non le avesse parlato per tranquillizzarla.
Erano quasi arrivati alla macchina quando la tasca di Will iniziò a squillare. Christal sospirò, Will si immobilizzò e lanciò una rapida occhiata al marito, che teneva lo sguardo puntato verso la strada, indeciso se lanciare o meno il cercapersone sotto un pullman.
«Non credo sia importante.» disse infine Will, recuperando le chiavi dalle mani di Nico e aprendo una portiera.
«Se non fosse importante, non ti cercherebbero.» gli fece notare Christal.
«Will, ne abbiamo già discusso.» brontolò Nico, mentre Will lanciava la borsa frigo nei sedili posteriori. «Il tuo lavoro prima di me.»
«Sì, ma oggi mi hanno lasciato la giornata libera, e...»
Anche il cellulare di Will cominciò a squillare e lui, imbarazzato e arrabbiato, lo tolse dalla tasca. Si scostò di qualche metro per rispondere.
«Un'altra bella giornata solo io e te, papà Nico.» disse Christal, senza enfasi, senza guardarlo.
«Possiamo fare quello che ci viene meglio.» le rispose Nico, gli occhi puntati sul sedere di Will. «Guardare la televisione ed ignorarci.»
«Okay, ma la tv è mia. Voglio vedere i cartoni.»
«Okay, tanto devo studiare.»
Nico tolse la borsa frigo dalla macchina e chiuse la portiera, ricordandosi di inserire l'antifurto.
Will tornò verso di loro, affranto.
«C'è stata una sparatoria.» disse, a disagio, guardando il marito dritto negli occhi. Nico non aveva voglia di guardarlo. Di strozzarlo sì, ma di guardarlo no. «Tre agenti feriti, e uno deve essere operato con urgenza. E hanno chiamato me. Non credo che ci metterò molto...»
«Be', noi saremo a casa, se ti vuoi aggiungere.»
«A casa? E perché?» Will li guardò stranito. «Potete andare lo stesso a fare il picnic senza di me!»
Nico e Christal si lanciarono un'occhiata sbigottita.
«Solo io e lei?» gracchiò Nico, mentre Christal scuoteva la testa.
«Mi sono ricordata che ho un mucchio di compiti da fare...»
«Ho guardato il tuo diario, e non è vero.»
«Anch'io ho degli esercizi da fare...»
«Ho guardato la tua agenda, e non è vero.» Will li studiò. «Mi state nascondendo qualcosa?»
«Oltre che non sarebbe una bella giornata di picnic senza di te?» disse Nico, sorridendo. «O che non saremo in grado di divertirci?»
Will gli strappò le chiavi di mano, tolse l'antifurto e riaprì la portiera. «Vi prego di divertirvi anche per me.» disse, posizionando la borsa frigo tra i sedili. «E cercate di vincermi un peluche, alle giostre. Qualcosa di bello.»
«Ma...» provò Nico, ma Will lo interruppe.
«Niente ma. Divertitevi, e godetevi questa giornata. Quando tornerete a casa, vorrò tutti i particolari.»
Nico annuì, esausto. Era stupido continuare a discutere con Will, che aveva già deciso. Di sicuro, da un momento all'altro, gli avrebbe ricordato che erano ordini del dottore.
«E scattate qualche foto.» aggiunse Will, dando un bacio a Christal sulla fronte e voltandosi verso Nico. «E voglio vedervi sorridere entrambi. Ordini del dottore.»
Nico sospirò, lanciando un'occhiata al cielo azzurro e alla giornata che si preannunciava stupenda. Will gli scoccò un bacio sulle labbra prima di avviarsi verso la sua macchina.
Nico fu tentato di seguirlo e prenderlo a calci. Will si era aspettato di venire fermato prima di partire con loro per il picnic, perché altrimenti non avrebbe avuto in tasca le chiavi della sua auto. Ma riuscì a trattenersi e salì al posto del guidatore. Attese che Christal, tra uno sbuffo e un borbottio, allacciasse la cintura e lasciò il parcheggio.
   
 
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