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Autore: LadyVaderFrancy    23/06/2015    12 recensioni
Questo è uno dei due seguiti della FF la Maledizione. Racconta la storia di come due maghi Severus Piton ed Harry Potter, vivono l'ascesa inevitabile del Signore Oscuro. Uno dei due pienamente consapevole del suo destino, mentre l'altro si troverà a combattere non solo con il mortale nemico, ma anche con ciò che è stato indotto a credere. Una storia piena di momenti introspettivi dei due protagonisti assoluti. (NB Tutto quello che avreste voluto sapere su Severus Piton, che non è stato raccontato)
Dal Capitolo 8
Alla fine quando Piton uscì dalla stanza era distrutto dalle orribili rivelazioni, e dalle infinite richieste del vecchio. Silente praticamente si era strappato il vessillo di condottiero che sfoggiava con tanto onore e gloria, lo aveva cacciato a forza sul suo petto e lo aveva ricoperto con una veste da Mangiamorte. In un prossimo futuro lui, Severus Piton avrebbe dovuto guidare nascosto nell’ombra, l’intero lato della luce.
Genere: Guerra, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Harry Potter, Severus Piton | Coppie: Harry/Severus
Note: Otherverse | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
Capitoli:
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~~Capitolo 27 La profezia…

Le raffiche di vento soffiavano con forza, generate dall’enorme quantità di magia concentrata in un unico luogo. Era al fianco destro del Signore Oscuro su quell’altura dalla quale poteva vedere il castello, l’unico posto che avesse mai considerato casa.
 All’interno di quelle mura le poche persone che inspiegabilmente tenevano a lui e che lui, si può dire, ricambiava più o meno. Alle sue spalle si estendeva l’enorme esercito di creature orripilanti fedeli a Voldemot. La maggior parte di loro erano esseri abietti senza anima né coscienza, poteva sentire la loro brama di sangue, volevano uccidere, distruggere e torturare solo per il gusto di farlo. Mentre i suoi “colleghi Mangiamorte” smaniavano per avere le briciole di quel potere, della fama e della gloria, con la quale il loro Signore li aveva attirati a sé ed era riuscito ad intrappolarli nella sua spirale di menzogne costringendoli invece alla schiavitù eterna.

 Severus osservava costantemente l’enorme serpente mentre strisciava ai piedi del suo Maestro; se solo fosse riuscito ad avvicinarsi abbastanza per provare ad attaccarlo! Era cosciente che Voldemort aveva lanciato degli incantesimi su di lei per proteggerla, e quindi doveva essere certo di riuscire nella suo intento al primo tentativo perché in caso contrario l’Oscuro lo avrebbe giustiziato seduta stante senza la minima esitazione. ((Dovrò aspettare un momento più propizio, durante la battaglia voleranno maledizioni di ogni genere e arriveranno da ogni direzione, nessuno noterà da chi è arrivato l’attacco)). Si voltò alla sua sinistra per guardare il volto serpentino dell’Oscuro: la sua magia crepitava per l’impazienza finché udì l’ordine “Date inizio all’attacco!”. Severus rabbrividì sentendo l’urlo di incitamento che proveniva a pochi passi da lui ((Albus, non hai idea di quanto vorrei che tu fossi qui in questo momento… Ho mantenuto la mia promessa, li ho tenuti tutti al sicuro almeno fino ad oggi, li ho preparati al meglio delle mie possibilità per affrontare questo momento. Ho riportato Draco dalla nostra parte strappandolo all’oscurità proprio come tu avevi fatto con me… E per quanto riguarda Potter… Farò tutto ciò che in mio potere. Lui non morirà)).
I suoi pensieri si soffermarono poi sull’altra persona a cui aveva fatto la promessa di proteggere il ragazzo ((Lily… Mia cara dolce Lily, presto, molto presto potrò finalmente rivederti… Spero che tu possa perdonarmi per quello che ho fatto in passato… Sappi che proteggerò tuo figlio fino al mio ultimo respiro, per te Lily… anche per te)). Chiuse gli occhi per un solo istante cercando di allontanare il dolore che provava per la mancanza della donna che aveva sempre amato, sperò con tutto se stesso di non essere ucciso dai suoi stessi alleati prima di riuscire a portare a termine il suo compito, del tutto ignaro che i suoi giovani protetti avevano risolto la questione rivelando a tutti che lui era il condottiero e l’emblema stesso del lato della luce.
 

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 Harry era all’interno del castello: i suoi amici erano al suo fianco, presto avrebbe dovuto affrontare Voldemort, il mostro che per sua sfortuna lo aveva designato come suo pari. Da una parte voleva che tutto finisse il più presto possibile, ma dall’altra aveva molta paura, troppe cose potevano andare storte, c’erano troppe vite in gioco. Mentre rifletteva sentì un primo forte scoppio che lo fece irrigidire, poi una serie infinita di boati; dunque la battaglia era iniziata. Subito il prescelto e un folto gruppo di studenti del quarto e quinto anno corsero al portone d’ingresso, per vedere cosa stava succedendo. Fortunatamente gli incantesimi di protezione erano ancora forti, nessuno dei Mangiamorte era riuscito a superare la cupola iridescente che difendeva Hogwarts.

 Hermione alzò gli occhi al cielo, sopra le loro teste una miriade di maledizioni colorate si infrangevano sullo scudo, sembrava quasi uno degli spettacoli pirotecnici di Fred e George, peccato che una volta infrante le barriere, invece di una grande festa piena di allegria ci sarebbe stata una furiosa battaglia e nessuno era sicuro di poterne uscire vivo e di avere la certezza di poter rivedere i propri cari.

 Voldemort guardava i suoi servi accanirsi sugli incantesimi di protezione del castello, erano forti ma avrebbero ceduto con il tempo. Silente era stato l’unico mago in grado di opporsi a lui, ma ormai era morto, era stato talmente sciocco da tenere accanto a se proprio il suo servo più fedele assoldandolo come spia, credendo almeno in parte in una sua redenzione. Oh si, perché il vecchio credeva in una marea di sciocchi sentimenti e nelle seconde opportunità, e dunque alla fine si era fatto uccidere dalla mano di Severus. Ora che nessuno all’interno di quelle mura poteva contrastare il suo enorme potere voleva spazzare via tutto ciò che si opponeva alla sua grandezza. Era sempre più impaziente, così fece un passo avanti, puntò la stecca del destino in direzione del castello e senza dire una parola lanciò una maledizione di straordinaria potenza. Non appena la sua magia sfiorò la cupola si sentì uno scoppio assordante e la terra tremò scatenando un potente terremoto, un solo istante dopo tutte le barriere che avvolgevano Hogwarts si infransero. Una risata malvagia si diffuse nell’aria seguita dal suono amplificato della sua voce “So che sei nel castello Ragazzo Che È Sopravvissuto. Mi è bastato un solo gesto per spazzare via tutti i vostri ridicoli incantesimi. Voglio che tutti voi sappiate che sono qui per prendermi ciò che è mio di diritto. Voglio la tua vita Harry Potter, preparati a morire… Sto arrivando”. Poi con gli occhi che trasudano odio fece un solo cenno con la mano e un orda di creature malvagie invase il perimetro del castello che fino a pochi secondi prima era invalicabile.

 La battaglia era terrificante, le maledizioni volavano in ogni direzione. Sul campo di battaglia maghi, streghe e ogni sorta di creatura magica si attaccavano senza sosta, perché la minima esitazione avrebbe sancito la propria fine, ogni incantesimo lanciato sia da una parte che dall’atra era mirato a uccidere o a ferire mortalmente.

 Harry si era ritrovato in molte battaglie nella sua giovane esistenza, ma non aveva mai assistito ad una lotta così feroce: dopo solo pochi minuti molti avevano perso la vita, i corpi esanimi erano lì a testimoniare la follia di Voldemort. ((Devo fermarlo… Devo distruggerlo prima che altri muoiano invano)) pensò stringendo i pugni al suo fianco. Fece un passo avanti cercando di uscire dal cancello, ma una forza invisibile lo lanciò indietro, facendolo cadere a terra. Ron ed Hermione corsero al suo fianco.

“Stai bene amico?” il moro semplicemente annuì infuriato. Hermione poteva vedere la grande ansia e la preoccupazione negli occhi del suo migliore amico, sapeva che voleva correre fuori ad aiutare, che voleva vedere conclusa quella inutile e assurda guerra una volta per tutte.

“Ma che è successo? Perché non posso uscire?” ringhiò Harry.

“Che diavolo pensavi di fare Potter?” sibilò Draco freddamente avvicinandosi al moro.

“Andare a dare una mano Malfoy… Guarda quello che sta succedendo! Io-io non posso restare qui ad aspettare… mentre là fuori… ”.

“Non puoi fare nulla la Mc Granitt e il Lupo hanno messo un incantesimo su di te… Non puoi attraversare le porte”.

“Cosa? Perché?....E tu come lo sai?”.

“Davvero pensavi che dopo quello che hai fatto prima nella Sala Grande, non si aspettassero un altro colpo di testa da parte tua? Comunque li ho visti prima mentre lanciavano l’incantesimo su di te”.

“Perché non me lo hai detto? Idiota! Come faccio a spezzarlo per uscire?” urlò il ragazzo.

“Semplicemente non puoi. Rassegnati… Li ho sentiti dire che Severus ha predisposto la cosa, ha usato la magia del castello… Nessuno è in grado di spezzarla senza il suo consenso… O nel caso in cui lui…”

 “Io devo…”. Poi frustrato urlò “Pensavo fossi dalla mia parte Malfoy, dovevi dirmelo!”

 “E lo sono, infatti sto facendo esattamente quello che ho promesso a Severus… Controllare che tu non faccia pazzie infondate… Arriverà il tuo turno Potter, ma prima il serpente deve essere distrutto, lo sai”. Poi gli si affiancò restando in silenzio insieme agli altri due Grifondoro.
 Harry guardò con apprensione e tristezza il campo di battaglia, odiava stare con le mani in mano, ma non aveva scelta per ora, così prese la sua bacchetta, la strinse con forza pronto a gettarsi nella mischia appena possibile. Si voltò un secondo a fissare prima i suoi amici, poi i ragazzi più giovani e infine Malfoy, tutti avevano sul volto espressioni tese e preoccupate: non era il solo ad avere paura per coloro che amava.
 

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Severus vide i seguaci dell’Oscuro lanciarsi come un orda di furie sul castello, stava per seguirli quando sentì il suo padrone ordinargli di restare al suo fianco perché aveva bisogno delle sue abilità. ((Dannazione, questa non ci voleva! Non sarò in grado di distruggere quella maledetta bestia se devo restargli a fianco come un cagnolino obbediente…)).

Voldemort si lanciò come un demone vendicatore sul ponte di pietra, con l’intento di raggiungere la sezione centrale del parco, quella proprio di fronte all’ingresso principale: doveva entrare per recuperare i suoi preziosi Horcrux che erano ancora celati e custoditi all’interno del castello. Ogni maledizione che lanciava andava a segno decretando la dipartita di uno dei suoi tanti e fastidiosi oppositori. Ma prima di tutto doveva trovare il ragazzo, lui era la causa di tutto questo enorme spreco di tempo e risorse. Silente lo aveva trasformato in un simbolo di speranza e una volta spazzato via quegli idioti che osavano contrastarlo non avrebbero avuto più né la forza né le motivazioni per opporsi. Molti dei suoi Mangiamorte erano a terra, ma non gli importava gran che, presto tutti i maghi e le streghe inglesi avrebbero portato il suo marchio arricchendo il suo esercito… La Gran Bretagna era solo l’inizio, poi avrebbe assoggettato tutta l’Europa e infine l’intero Mondo Magico sarebbe stato suo; era solo una questione di tempo e quella era l’unica cosa che non gli mancava essendo praticamente immortale grazie ai suoi Horcrux.

 Severus era appena a due passi dietro a Voldemort, alzò la bacchetta per lanciare una maledizione senza perdono su Nagini ma non fu abbastanza veloce, in quanto il Signore Oscuro lo richiamò bruscamente a sé ordinandogli di tenere il passo per restare al suo fianco. Il pozionista allora avanzò nella mischia infernale che si era creata, mentre continuava a lanciare incantesimi piuttosto innocui sui suoi avversari-alleati, poi il lontananza vide Minerva e il Lupo che combattevano con impeto e una certa spregiudicatezza contro un gruppo di Mangiamorte del cerchio interno: se la cavavano piuttosto bene ((Grifondoro… Non possono proprio fare a meno di mostrare tutta la loro spavalderia… Spero che sopravvivano, Draco e Potter avranno bisogno di loro quando tutto questa assurdità sarà cessata)). I suoi pensieri furono bruscamente interrotti da un gruppo di maghi dell’Ordine che lo circondò: li conosceva quasi tutti. Ringhiò furiosamente. Non voleva ferirli, ma non era nemmeno disposto a farsi ammazzare senza difendersi, e poi doveva fare attenzione al Signore Oscuro, se non li attaccava avrebbe intuito che c’era qualcosa di strano nel suo modo di combattere. Così lanciò un paio di maledizioni pericolose indirizzandole unicamente ai membri più esperti che potevano quindi difendersi meglio, ne colpì un paio arrecandogli delle profonde ferite, ma non abbastanza gravi da nuocergli realmente. Poi vide arrivare i gemelli Weasley ((Dannazione, ci mancavano solo quei due idioti adesso!!)).

“Così ci rivediamo Piton” disse sprezzante Fred Weasley e poi con uno sguardo furbetto si rivolse al fratello “Direi che finalmente è arrivato il momento di divertirsi un po’ con lui. Dobbiamo pareggiare i conti per tutti i calderoni che ci ha fatto grattare durante la nostra carriera scolastica. Non trovi sia giusto George?”

 “Oh, più che giusto Fred, e non gli piacerà affatto” ghignò il rosso con una certa malizia.

 Il pozionista non rispose, fece solo una smorfia disgustata pensando all’idiozia che ancora una volta quei due dimostravano. ((Ringraziate Merlino che sono dalla vostra parte, razza di teste di legno senza cervello! Chi diavolo ha permesso loro di entrare nell’Ordine? Molly e Arthur devono essere impazziti dopo la morte di Albus. Questi due non sono altro che due pivelli arroganti senza arte né parte… Provocare in questo modo un Mangiamorte esperto durante una battaglia: si meriterebbero una bella lezione… ma non ho tempo, devo sbarazzarmi di loro in fretta ho cose più importanti da fare)) e parò senza sforzo alcune maledizioni, notando che erano piuttosto blande anche per due novellini come loro.

 Poi Fred tirò fuori dalla tasca un sacchetto di polvere Buiopesto, ne prese una manciata generosa e la lancio vicino a Severus. Improvvisamente una fitta nebbia nerastra circondò quella parte del campo di battaglia, lasciando tutti i combattenti che si trovavano in quell’area disorientati e confusi nella totale oscurità. Il pozionista si sentì afferrare per le spalle da dietro, qualcuno gli teneva le braccia. Poi sentì un sussurrò al suo orecchio destro “Tutto il lato della Luce sa la verità su di te… Alexanderuccio. Harry ci ha chiesto di coprirti le spalle. Quindi puoi recitare la parte del malvagio e cattivo Mangiamorte quanto e con chi vuoi, tutti staranno al gioco: ordini tassativi della Mc Granitt”.

“Di che diavolo parli Weasley? E… Toglimi immediatamente le mani di dosso” sibilò malvagiamente a bassa voce in modo che nessuno potesse ascoltare. No, non poteva essere vero… Potter non poteva aver rivelato che lui… Dopo tutte le raccomandazioni… E Minerva che c’entrava? Lei di certo non poteva aver svelato una cosa così importante poco prima del confronto finale, ne era quasi certo. ((Dannati Grifondoro! Li ho lasciti da soli per poche ore e hanno mandato all’aria tutti i miei piani. Grazie a loro non ho scelta: devo uccidere Nagini prima che il Signore Oscuro invada la testa di qualunque idiota qui presente e scopra che io sono la spia)).

“Dicci che dobbiamo fare? Possiamo aiutare, siamo qui per questo. Però sbrigati l’effetto della polvere svanirà tra pochi istanti” sussurrò George.

“Il serpente… Uccidete il serpente del Signore Oscuro. Dovete usare la spada di Grifondoro per finirlo. Questa è la priorità assoluta, altrimenti non potrà mai essere sconfitto in alcun modo”.

“Ai tuoi ordini generale Severus… Ora scusami, ma devo proprio andare, sai la festa comincia a farsi un po’ troppo rumorosa e poi non vorrei incontrare dei tuoi amichetti Mangiamorte”. Poi George si allontanò dal suo orecchio e mentre il pozionista sentiva la presa sulle spalle alleggerirsi, percepì la mano del ragazzo arruffargli i capelli “Ho sempre desiderato farlo… Fred, mi devi dieci galeoni, l’ho fatto! Hai perso la scommessa!!” e poi rise allontanandosi velocemente.

“Tu, razza di squilibrato senza cervello! Dì pure addio a quell’idiota di tuo fratello, perché stai per fare una fine orribile!” ((Come osa quella testa di legno mettermi le mani addosso! Non solo mi ha chiamato per nome… Ma ha avuto addirittura l’ardire di… di to-toccare i miei capelli…. Ah, ma qualcuno pagherà per questo…oh, si. Se sopravvivo che Merlino li aiuti, TUTTI QUANTI!)).
Poi la nube oscura si dissolse completamente e Severus si rese conto che era a molti metri di distanza da Voldemort e che i gemelli si erano smaterializzati per unirsi al gruppo di Lupin e Minerva.

 Notò che poco dopo alcuni dei membri dell’Ordine si erano radunati vicino all’Oscuro e stavano dando la caccia a Nagini, mentre Voldemort continuava la sua avanzata inesorabile verso l’ingresso senza rallentare la sua corsa e senza curarsi minimamente di quello che capitava intorno a lui, voleva solo una cosa: Harry Potter.

 Ogni incantesimo lanciato sulla bestia era inutile proprio come aveva ipotizzato, ma lui aveva sempre un piano di riserva così, in gran segreto aveva preparato qualcosa in grado di oltrepassare le protezioni, era una pozione complicatissima di sua invenzione che purtroppo non aveva avuto modo di sperimentare anche se era certo che avrebbe funzionato perfettamente. ((Se solo riuscissi a lanciargliela contro senza essere visto, ho ancora un mio compito importante che non si conclude con la distruzione di quell’orribile bestiaccia, manca ancora Potter)). Poi con la coda dell’occhio vide il lupo avvicinarsi a lui con la spada di Grifondoro agganciata alla vita: si, quella era la sua occasione.

 Remus lanciò un incanto dritto alle spalle di Voldemort che si infranse inutilmente sul suo scudo, il mago si voltò per spazzare via dalla faccia della terra chiunque lo avesse attaccato, ma udì il suo servo ringhiare “Mio Signore, non sprecate il vostro tempo con questa feccia, penserò io a lui se non vi dispiace… Abbiamo dei conti in sospeso da troppo tempo.”. Il mago Oscuro annuì e si voltò per affrontare un altro gruppo di Auror, ignorandoli entrambi.

“Piton, comincia a pregare, tra poco ti spedirò all’inferno… Pagherai caro il tuo tradimento”.

Severus rise malvagiamente “E immagino che speri di poter essere tu a farlo. Illuso… Sei solo un mago di terz’ordine lupo”. I due maghi si avvicinarono lanciandosi ferocemente delle innocue fatture pungenti, ma dall’esterno sembrava un duello mortale. “Che diavolo stai facendo Lupin? Sei impazzito? Attaccare il Signore Oscuro in quella maniera sconsiderata... Se volevi una morte prematura bastava chiedere… Ti avrei accontentato volentieri” ringhiò Severus.

“Smettila Severus, non c’è tempo per questo! Dovevo parlare assolutamente con te, so che hai detto ai gemelli del serpente. Dato che sta ancora strisciando a piedi del suo padrone e che da quello che ho visto lui si fida ancora di te presumo che non hai nemmeno provato ad attaccarlo… Così ho pensato che era meglio se me ne occupavo io visto che ho più esperienza di Fred e George”.

“A proposito di quei due… Non ti avevo detto di tenere a bada Potter? Perché tutti sanno che sono Alexander!”

 “E’ complicato… Ehmm le cose ci sono sfuggite di mano, non abbiamo potuto evitarlo. Cambiando argomento, hai un’idea per il serpente?” I due continuavano a girare in tondo sembravano due belve in gabbia, mentre invece si stavano guardando le spalle a vicenda controllando che nessuno arrivasse da dietro per sorprenderli.

“Ovviamente ho una soluzione”. Gli allungò un paio di fiale “Prendile, distruggeranno sia il serpente che qualsiasi protezione che lo circonda, contiene il veleno del basilisco, ma ad ogni modo tagliagli anche la testa, giusto per sicurezza”.

“D’accordo, ora chiamo i gemelli. Fingeranno di combattere con te mentre io mi occupo della creatura immonda…” Poi prese la moneta che aveva in tasca, la stessa che usavano per convocare gli incontri dell’ES attivandola; poco dopo arrivarono con espressione più che belligerante Fred, George, Ginny, Neville e Luna. Remus si allontanò dal gruppo lasciando i membri dell’ES a combattere contro Severus Piton.
 

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 La battaglia era terrificante, c’erano maledizioni che volavano in ogni direzione. A guardare il cortile del castello sembrava quasi uno spettacolo pirotecnico di straordinaria magnificenza, ma la dura realtà era ben diversa, ogni luce rossa o verde poteva significare la morte di qualcuno a cui tenevi, o di qualcuno che avevi intravisto nei corridoi a scuola, magari la ragazza carina che una volta casualmente si era seduta vicino a te in biblioteca, o le riserve degli avversari di Quidditch o qualcuno che non avevi mai nemmeno notato o incontrato prima d’ora.

 Harry era ancora all’interno del castello fremendo per poter correre a dare il suo contributo nella lotta: era assurdo che fosse l’unico a non poter varcare la soglia del portone principale, bloccato da quegli stupidi incantesimi che lo obbligavano a restarsene con le mani in mano. Ma che aveva in testa Piton? In fondo era lui il dannato prescelto, non era quello il suo ruolo? Combattere Voldemort e i suoi seguaci e farla finita una volta per tutte. E come pretendevano che svolgesse il suo compito se non poteva mettere un solo fottutissimo piede fuori della porta d’ingresso! Intravedeva in lontananza alcune delle persone a cui teneva, le aveva viste lottare con le unghie e con i denti mentre lui si sentiva frustrato ed impotente. Aveva adocchiato Piton, Remus, la Mc Granitt, i gemelli, molti dei suoi compagni Grifondoro e dell’ES…
Aveva paura, paura di perderli mentre lui era impossibilitato ad agire, dannazione tutti gli altri affrontavano il loro destino con coraggio e lui non poteva! Odiava sentirsi così.
 Hermione e Ron e Draco erano al suo fianco altrettanto ansiosi e frustrati, ma avevano l’ordine di non abbandonare Harry e la loro postazione per nessun motivo, ma non era facile per nessuno di loro stare a guardare perché tutti avevano qualcosa da perdere.

 Ad un certo punto l’attenzione del biondo che era in prima fila proprio accanto al sua ex nemesi fu attirata dalla vista di suo padre che stava duellando con due maghi dell’Ordine della Fenice. Sapere che i membri della sua famiglia erano ormai dei nemici era una cosa, ma vedere con i suoi stessi occhi l’uomo che aveva cercato di rendere orgoglioso per tutta la vita mentre rischiava la pelle per seguire un folle esaltato era estremamente difficile. Vide un raggio verde sfiorare la testa di Lucius e senza rendersi conto delle sue azioni, iniziò a correre all’esterno del castello in direzione di suo padre, ignorando le urla del trio che gli intimavano di tornare indietro. Poco prima di raggiungerlo, vide l’uomo lanciare un’imperdonabile, e un istante dopo i due giovani maghi che stavano duellando contro di lui caddero a terra come due bambole di pezza.

“Padre!!” urlò inorridito.

“Draco, hai avuto finalmente la decenza di mostrarti. Perché non ti sei presentato alla convocazione? Mi hai messo personalmente in imbarazzo davanti a tutti e hai messo la nostra famiglia in cattiva luce…” commentò con distacco Malfoy Senior, e dopo avergli lanciato uno sguardo glaciale aggiunse “Muoviti e vieni con me, se il Signore Oscuro ti vedrà combattere al mio fianco, sono certo che ti perdonerà. È l’unica occasione che hai per redimerti ai suoi occhi… Una volta che avrà vinto dimenticherà la tua impudenza”.

“NO! Cosa?! Non sono venuto qui per unirmi a te! Io… Non voglio essere un Mangiamorte. Padre ascoltami… Potter può garantire l’immunità a tutta la nostra famiglia… Ho fatto un accordo con lui … Ragiona, non è troppo tardi!”

Lucius rise senza gioia e poi con tono sprezzante sibilò “Tu hai un accordo con Potter? E cosa ti fa pensare che voglio unirmi a quella… marmaglia di luridi Mezzosangue e di traditori del loro sangue? Ora ascoltami bene perché non lo ripeterò una seconda volta, IO non tradirò mai il Signore Oscuro. Tu sei mio figlio e quindi farai come ti ordino. Ora smettila di dire sciocchezze Draco e vieni con me, non costringermi a maledirti”. Vedendo la determinazione nello sguardo del figlio, gli puntò la bacchetta contro e sibilò “E sia come vuoi… Imperio”.

Il giovane Serpeverde non riuscì nemmeno ad afferrare la sua bacchetta che si ritrovò a camminare verso il padre incapace di opporsi. “NOOO!!!” ringhiò il biondo con furia.

“Smettila di resistere! Non puoi sottrarti alla maledizione. Ora, che tu lo voglia o no combatterai al mio fianco proprio come si conviene al mio unico Erede, e quando tutto sarà finito la nostra famiglia sarà di nuovo unita e più potente che mai”.

“NO! Non succederà Padre… Sarà Potter a vincere, lo so per certo! Prendi mia madre e venite con me” urlò disperato cercando di fermare i suoi piedi inutilmente.

 Severus aveva appena abbattuto un paio di Mangiamorte fingendo di voler colpire Paciock, quando con la coda dell’occhio vide Draco camminare rigidamente verso suo padre. “Dannazione! Perché non è all’interno del castello con Potter?” imprecò furioso, poi si smaterializzò proprio dietro le spalle di Lucius, alzò la bacchetta e sibilando “Stupeficium” l’uomo cadde a terra privo di sensi. Guardò il suo figlioccio e lo vide sospirare sollevato. Il pozionista avanzò a grandi passi verso di lui e lo afferrò brutalmente per il colletto “Che diavolo ci fai qui, razza di idiota?! Non ti avevo ordinato di sorvegliare Potter?”

 “Io-io ho visto mio padre… stavano per ucciderlo… Volevo solo provare a fargli cambiare idea …” balbettò con aria afflitta il platinato.

“Come ti è saltato in mente di fare una sciocchezza simile? Pensavi davvero di riuscire a convincere tuo padre a tradire il Signore Oscuro nel bel mezzo della battaglia? Ahhh! Torna subito indietro, marmocchio deficiente! Dimmi, stare a stretto contatto con Potter ti ha reso un Grifondoro testa di legno come lui!” urlò lanciandolo con forza nella direzione del castello facendolo cadere a terra. Mentre lo stava pugnalando con lo sguardo di punto in bianco lo vide contorcersi a terra urlando a squarciagola, si voltò e vide Bellatrix con la bacchetta puntata contro suo nipote.

“Tu disonori la nostra famiglia Draco. Non hai idea di che grande onore ti è stato concesso. Poter servire il Signore Oscuro, godere della sua fiducia e TU, tu lo hai tradito!” poi si voltò con gli occhi spiritati a guardare il pozionista. “Ma io so di chi è la colpa… Piton, tu sei la spia! L’ho sempre saputo, eri sempre attaccato alle gonne di quello sporco babbanofilo di Silente. L’ho detto più volte al nostro Signore… Ma lui è così infinitamente magnanimo che non ha voluto credermi… Ma adesso ne ho la prova!”

 “Tu non sai di cosa parli Bella. Sei solo una pazza invasata, il Signore Oscuro…”

 “NON osare pronunciare il suo nome, sporco Mezzosangue! Lui si fidava di te. Ti considerava addirittura il suo servo più fedele, ti ha concesso onori e privilegi inimmaginabili e tu da sudicio marciume quale sei lo hai ripagato con il tradimento!! Non meriti di vivere un secondo di più” sputò con tutto il veleno di cui era capace e poi lanciò un Avada nella sua direzione.
Severus si spostò di lato sulla sua sinistra e riuscì a schivare la maledizione lanciando a sua volta un’imperdonabile; quella fu solo la prima di una lunga serie di incantesimi mortali che si scambiarono i due Mangiamorte.

 Poco dopo da dietro le loro spalle si sentì una voce urlare “Basta Bella! Smettila, quelli sono mio figlio e il suo padrino!”. Era Narcissa Malfoy che avanzava lentamente verso la sorella, aveva il braccio sinistro gravemente ferito che sanguinava copiosamente.

“Madre! Va via… Tu- tu sei ferita. Ti prego, entra nel castello: Potter ti aiuterà, me lo ha promesso” urlò in preda al panico il giovane Serpeverde che era riuscito a mettersi seduto facendo un enorme sforzo.

“Narcissa, anche tu” sputò con disprezzo la Mangiamorte lanciandole un’occhiata disgustata “Siete una banda di luridi traditori e io vi ucciderò tutti perché non meritate altro che la morte!”

Draco si alzò e si affiancò a Severus pronto a difendere sua madre dalla zia, mentre Bellatrix afferrò la sorella che era a soli pochi passi da lei puntandole la bacchetta alla gola. “Buttate le bacchette, altrimenti la uccido!”

 “NOOO zia…” urlò Draco cercando di fare un passo avanti, ma fu prontamente afferrato per il colletto e trattenuto da Severus “Sta fermo Draco… Resta dietro di me e non ti muovere” ((Dannazione… Non posso salvarli tutti e due)).

“Avanti le bacchette… Lanciatele a terra verso di me” intimò la riccia.

 In quello un confuso e dolorante Lucius Malfoy aprì gli occhi e vide una scena surreale: Bellatrix che teneva sua sorella per la gola, mentre puntava la bacchetta in direzione di Severus e suo figlio.

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 Contemporaneamente in un'altra zona del cortile del castello, Remus affiancato da alcuni Auror, vide con la coda dell’occhio Nagini che uccideva una ragazzina che aveva partecipato ad alcuni incontri dell’ES: una giovane Corvonero del quarto anno. Una sensazione di grande dispiacere lo invase ((Era solo una bambina, aveva tutta la vita davanti)). Tutto questo doveva finire, troppe vite erano state spazzate via quella notte. Fece dunque un balzo felino, sentiva la potenza del lupo agitarsi dentro di sé; si ritrovò a soli due passi dal pitone, così si concentrò usando tutti i suoi sensi e gli lanciò con assoluta precisione la fiala che Severus gli aveva affidato. L’aveva tenuta stretta in mano per tutto il tempo perché doveva essere rapido e pronto in qualsiasi momento… E quel momento era finalmente arrivato. Non appena il vetro si infranse sugli incantesimi che proteggevano la bestia, si sprigionò un fumo violaceo, ma nulla di più, poi dopo un paio di secondi l’orrenda creatura iniziò a contorcersi nel dolore, le iridi di Remus erano totalmente dorate, aveva lo sguardo di un predatore famelico e senza il minimo indugio afferrò la spada di Grifondoro e con un unico potente fendente tranciò di netto la testa di Nagini facendola rotolare di alcuni passi proprio vicino ai piedi del Signore Oscuro, che barcollò vistosamente restando quasi senza fiato.

 Voldemort aveva sentito il sibilo allarmato della sua amata Nagini che gli chiedeva di aiutarlo, ma non era riuscito a voltarsi in tempo: aveva intorno un orda di nullità che continuavano ad opporsi a lui. Poi improvvisamente e solo per pochi istanti sentì la sua forza e la sua magia venirgli meno, seguita da un dolore straziante che proveniva dal suo interno: quella sensazione fu breve ma molto intensa. Quando riprese il pieno controllo di sé si voltò e quando il suo sguardo si posò su di lei, i suoi occhi cremisi si incendiarono di furia: il corpo di Nagini giaceva esanime a pochi passi da lui, orrendamente mutilato. Vide Lupin che impugnava la spada insanguinata di Grifondoro. Aprì le braccia stringendo la bacchetta di Sambuco tra le dita nodose, e subito dopo nell’aria si udì un assordante e stridente sibilo. A quel punto tutte le persone presenti nel raggio di un paio di chilometri furono costrette a coprirsi le orecchie. Voldemort sprigionò tutto il suo immenso potere, creò un enorme sfera l’acqua che inghiottì indistintamente tutte le creature che gli erano di fronte e senza nessuna esitazione la lanciò contro le mura del castello con una forza più che brutale.
 La sfera d’acqua si infranse sul muro di pietra lasciando cadere a terra una ventina di corpi inerti. Non erano stati colpiti solo gli Auror, c’erano molti ragazzini, e anche due dei suoi Mangiamorte. Era imbestialito, come era potuta accadere una cosa simile? Il suo prezioso Horcrux distrutto proprio a pochi passi da lui, chi poteva aver fatto una cosa simile? Il lupo era solo uno scherzo della natura e non era così potente… Qualcuno lo aveva aiutato… la spia… Quella maledetta serpe che si nascondeva tra i suoi seguaci. I suoi pensieri furono interrotti da un lamento che proveniva dalla massa di cadaveri accasciati a terra, qualcuno era miracolosamente sopravvissuto.

 Harry aveva visto tutta la scena: Remus aveva distrutto Nagini, e subito dopo Voldemort lo aveva intrappolato in una sfera d’acqua enorme che poi aveva lanciato ad una velocità impressionante contro il muro di pietra. Gli ci volle solo un attimo per riprendersi dallo shock e da quella sensazione di mancamento  e poi senza indugiare iniziò a correre in direzione dell’uomo seguito dai suoi amici che gli urlavano di fermarsi, non rendendosi minimamente conto che l’incantesimo che lo intrappolava nel castello si era sciolto.

 Voldemort si avvicinò lentamente, Remus stava cercando di alzarsi ma non aveva un briciolo di forza in corpo, probabilmente aveva tutte le ossa rotte e gli mancava il respiro: era quasi affogato nella sfera! Cercò di afferrare la bacchetta ma non riusciva nemmeno a tenerla in mano. ((Se non fossi stato un lupo mannaro sarei morto sul colpo come tutti gli altri)) pensò guardandosi intorno consapevole che avrebbe fatto forse una fine peggiore.

“Tu, lurida bestia, come hai osato? Crucio!!”

Lupin si accasciò e urlò con tutto il fiato che aveva in corpo, il dolore era insopportabile, il respiro sempre più corto, la testa in fiamme. Quando Voldemort sciolse finalmente l’incanto era a pezzi, si sentiva sempre più debole, la vista si stava appannando. Poi un pensiero lo colpì: non aveva visto Dora da nessuna parte da ore ormai, così alzò il capo con uno sforzo disumano sperando con tutto se stesso di potere rivedere il suo dolcissimo sorriso solo per un attimo prima della fine. Perché lo sapeva con assoluta certezza che stava morendo. Si rammaricò profondamente consapevole del fatto che non avrebbe mai visto crescere suo figlio proprio come James, non sarebbe stato accanto ad Harry dopo la battaglia come aveva promesso a Piton e non avrebbe mai più potuto riabbracciare la donna che amava; infine pensò ai suoi amici che lo avevano preceduto vide i loro volti e sussurrò “James, Sirius…”

Harry era ancora distante da Remus, e mentre correva a perdifiato nella sua direzione lanciava maledizioni a qualunque servo dell’Oscuro fosse sulla sua strada, voleva raggiungerlo il prima possibile (( No… no… Remus, resisti per favore! Non puoi andartene anche tu… Ti prego! Ti prego!)).

 Voldemort ghignò con estrema malvagità, vide esattamente ciò che stava cercando da quando era arrivato ad Hogwarts. Il ragazzo sopravvissuto stava correndo dritto nella sua direzione come un forsennato, probabilmente per cercare di salvare invano il lupo mannaro ((Mi divertirò con te prima di ucciderti Harry Potter)).

 Così alzò la bacchetta di Sambuco e guardando dritto in quelle pozze verdi che si avvicinavano gridò “Avada Kedavra”. Dopo aver visto un lampo di luce verde Remus Lupin si accasciò a terra senza vita.

 Un urlo angosciato si levò sul campo di battaglia “NOOOOOOOOOOO!!!!”

Una risata innaturale si mescolò alle grida del Grifondoro, poi l’Oscuro alzò la stecca del destino, sibilò “Crucio” ed Harry cadde a terra a pochi metri di distanza dimenandosi mentre urlava sia per il dolore inflitto che per la perdita di un caro amico. Il Signore Oscuro circondato da uno scudo a dir poco impenetrabile si avvicinava senza fretta alla sua preda godendosi il momento in cui lo avrebbe visto supplicare ai suoi piedi.
 

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Lucius Malfoy si alzò faticosamente in piedi, era ancora frastornato dallo schiantesimo, a una decina di passi da lui sulla sua destra c’erano sua cognata e sua moglie. “Bella, lascia andare Narcissa”.

“NO, è una traditrice proprio come tuo figlio e quel lurido mezzosangue di Piton!”

Il Mangiamorte socchiuse gli occhi “Tu… Tu sei la spia… Dovevo capirlo. Come hai osato trascinare nell’infamia la mia famiglia confondendo e ingannando mia moglie e il mio erede? Pagherai per questo Severus”.

“Si vede che nonostante la sua giovane età Draco ha più sale in zucca di te Lucius. Sai bene quanto me che non otterrai nulla dal Signore Oscuro: lui non dividerà il suo potere con nessuno di voi... Allora perché restare a umiliarsi ai suoi piedi? Godi nell’essere il suo cagnolino obbediente? Dimmi, vuoi davvero che tua moglie e tuo figlio vivano la loro vita nel terrore di un folle?” sibilò Severus cercando di risvegliare l’orgoglio dell’uomo. ((Avanti, non sei mai stato un idiota… Per una volta, una sola volta fa che io mi sbagli sul tuo conto… Lo sai che non esiterò ad ucciderti se me ne darai motivo Lucius)). Severus sperava con tutto  se stesso di assistere ad una sorta di miracolo, non voleva uccidere Lucius erano stati veramente amici un tempo, e soprattutto non voleva farlo davanti a suo figlio.

“Lucius ti prego fallo per me e per nostro…” lo implorò sua moglie, ma fu interrotta bruscamente da sua sorella che strinse la presa sul suo delicato collo color alabastro.

“Sta zitta Cissi… Non dire un sola parola” ringhiò furiosamente la donna dai capelli corvini nell’orecchio di Narcissa.

 Il Platinato alzò le mani e sibilò freddamente “Calmati Bella, non è Cissi il problema, ma Piton. Lasciala andare e sistemerò la cosa, mi occuperò io di mia moglie e mio figlio”.

“Davvero Lucius? Tu non sei in grado di risolvere nulla… Sei solo un codardo… Se li avessi tenuti in riga tutto questo non sarebbe successo… Ma ora è arrivato il momento di mettere a posto le cose” poi alzò la bacchetta e successe l’impensabile. Lucius, Bellatrix e Severus lanciarono simultaneamente un incantesimo mortale gli uni verso gli altri.

 Severus conosceva Malfoy Senior come le sue tasche, e quindi aveva la certezza assoluta che non avrebbe rischiato di maledire per errore né sua moglie né suo figlio, era un uomo senza scrupoli ma amava la sua famiglia anche se in modo tutto suo. ((Uhm, nonostante Lucius mi consideri un traditore, sa per certo che non metterei mai la vita del mio figlioccio in pericolo, e poi ne ha avuto la conferma solo cinque minuti fa… Al contrario teme per sua moglie e con ragione quella pazza di Bellatrix è imprevedibile... Dalla posizione leggermente arretrata in cui si trova, credo che l’ attaccherà sul fianco o facendo un unico passo indietro potrebbe perfino a colpirla alle spalle… così facendo spera di liberare prima Narcissa e poi probabilmente proverà a riprendersi Draco, ma a quel punto saremo tre contro uno e forse si arrenderà. Bene, lancerò anche io una maledizione su quella cagna assassina, così se Lucius dovesse fallire… E poi lei attaccherà me per primo, ha sempre desiderato farlo: glielo leggo negli occhi… Mi sposterò sulla sinistra per essere sicuro di non colpire Narcissa)).

 Bellatrix, che era un ottima combattente aveva intuito le intenzioni del pozionista, così arretrò di un passo mentre si faceva scudo con il corpo della sorella. Draco istintivamente si gettò sul braccio del suo padrino per deviare il decorso della sua maledizione temendo che potesse colpire sua madre invece della zia.

 Il risultato fu terrificante.

 Il Sectumsempra deviato lanciato da Severus colpì Lucius in pieno petto facendolo crollare in ginocchio. Il capostipite Malfoy vedendo che la follia della cognata era ormai fuori controllo lanciò un Avada Kedavra ma la donna arretrando aveva esposto alla maledizione sia lei che la sorella che infatti si accasciarono entrambe a terra esanimi.

 Severus così diede per scontato di doversi preoccupare solo di quella squilibrata di Bellatrix , ma mentre lanciava l’incanto sentì un colpo improvviso al braccio destro e vide il fascio di luce della sua bacchetta colpire per errore Lucius in pieno petto. Mentre stava per imprecare cercando di capire cosa fosse successo sentì qualcosa appoggiarsi sul suo fianco destro per poi scivolare lentamente a terra. Draco, cercando di deviare il suo colpo si era messo sulla traiettoria della maledizione della zia ed era stato colpito dalla maledizione di Dolohov.

Dunque nessuno a parte lui era rimasto in piedi. Con orrore si rese conto delle condizioni disperate del suo figlioccio e con il cuore in gola urlò “Draco!!”

 “Zio Sev… Fa male” rantolò il biondo.

 Severus si inginocchiò immediatamente al fianco di Draco, gli afferrò delicatamente la testa, prese un paio di fiale dalla sua veste e cercò di fargliele ingerire, ma il ragazzo riuscì a deglutirne poco più di un misero sorso. Allora iniziò disperatamente a cantare una nenia in latino: era un potentissimo incantesimo di guarigione che gli aveva insegnato Albus quando aveva iniziato a spiare; infatti lo aveva salvato un infinità di volte. Ma quando vide lo sguardo del suo figlioccio farsi sempre più vitreo capì che non c’era più nulla da fare, la sua mascella si irrigidì e il suo sguardo si fece cupo. ((No, no, dannazione Draco! Perché ti sei messo in mezzo?)).

“Zio-zio Sev… Ho freddo”.

Severus allora lo strinse forte al suo petto e iniziò a massaggiargli il tronco e le braccia cercando di riscaldare il corpo del giovane Serpeverde “Meglio?” chiese cercando si sembrare calmo mentre dentro il suo cuore urlava.

 “S-si… Mia madre… sta bene?” chiese il giovane con il terrore stampato sul volto ricordando la figura di sua madre che crollava a terra.

 Il pozionista mentì vedendo l’apprensione del ragazzo “Sì Draco, è ferita ma tuo padre si sta occupando di lei, si riprenderà”.

“Grazie a Salazar… Perché è così buio? Non- non riesco a vedere quasi più nulla”.

Severus se lo tirò in braccio con e gli sussurrò con gentilezza “Sarà di nuovo quella diavoleria dei gemelli, tra poco svanirà, vedrai”. Il suo cuore batteva all’impazzata mentre osservava il respiro del suo figlioccio farsi sempre più affannoso, sapeva che mancava poco e voleva che gli ultimi istanti di Draco fossero sereni.

 In quello il giovane Serpeverde sentì delle gocce bagnargli il volto “Zio Sev dobbiamo spostarci… Sta iniziando a piovere… Ho ancora molto freddo”.

Severus gli spostò delicatamente una ciocca di capelli dorati dal viso ormai esangue, e con le lacrime che scendevano copiose dal suo volto gli sussurrò teneramente “Sì Draco sta iniziando a piovere, ma non devi preoccuparti… Non devi preoccuparti più di nulla, penserò io a tutto… Riposati, quando ti sveglierai sarà tutto finito… Sei stato bravo e molto coraggioso… E io sono davvero molto orgoglioso di te, e lo sono sempre stato”.

Il ragazzo fece una smorfia di dolore seguita da un rantolo “Sto così male allora?” sussurrò sforzandosi di fare un sorriso, poi dopo un attimo di silenzio sussurrò “Io… Io ti voglio bene, volevo dirtelo prima di… Ho paura… Non mi lasciare” e alzò con fatica la mano verso il volto dell’uomo.

 Severus ormai in preda alla disperazione più profonda gli afferrò la mano e gliela strinse con amore, e singhiozzando sussurrò “Ti voglio bene anche io marmocchio viziato… Hai commesso una vera pazzia… Quando tutto questo sarà finito...”

 “Zio Sev, grazie di tutto, gli ultimi mesi sono stati i più belli della mia vi…”

Severus sentì la presa nella sua mano affievolirsi e contemporaneamente vide la testa del giovane abbandonarsi all’indietro, allora lo abbracciò con forza e urlò con tutto il fiato che aveva in corpo. ”No, no noooo! Draco… Resta con me… Avanti, resta con me Draco”. Ma non ci fu nessuna risposta, nessun segno di vita, Draco, il suo Draco era morto tra le sue braccia riducendo a brandelli il suo cuore e la sua anima.
 Un forte ringhio come quello di una bestia ferita si levò nell’aria, i suoi occhi color ossidiana erano oscuri, mortali e sentì ansimare alle sue spalle: Lucius era ancora vivo, così poggiò il corpo del giovane Serpeverde al suolo, si alzò in piedi e gli si avvicinò, fissò quello che una volta aveva considerato un amico e sibilò con crudeltà “La tua stupidità e la tua cecità hanno ucciso tua moglie e il tuo unico figlio… Il mio figlioccio!”. Poi si voltò e senza la minima esitazione liberò tutto il suo dolore urlando “Ardemonium!”. Dalla sua bacchetta scaturì dunque un enorme drago infuocato che incendiò tutto ciò che lo circondava creando un muro di fiamme circolari altissime che sembravano voler toccare il cielo. Sentì le urla di Lucius, vide i corpi di Narcissa e di sua sorella bruciare e accartocciarsi mentre si consumavano lentamente come fogli di pergamena. Poi prese in braccio il corpo inanimato di Draco, alzò uno potente scudo protettivo su entrambi e uscì dal cerchio. La sua aura era più potente e oscura che mai, agli occhi di coloro che lo osservarono in quel momento apparve come un demone che attraversava il fuoco dell’inferno.


 

Angolo dello Scribacchino:
Questo capitolo decisamente necessita di un commento da parte mia, sappiate che quando ho iniziato a scrivere questa FF avevo un unico personaggio preferito, che ho amato e sempre amerò, vabbè lo dico ancora una volta Severus. Una cosa che assolutamente non mi aspettavo era di affezionarmi anche ad altri personaggi.
Sappiate che non è stato affatto facile scrivere questo capitolo, e che per circa due mesi ho pensato di cambiare la trama questo è stato il motivo principale per cui l’uscita dei capitoli si era drasticamente ridotta. Poi grazie al consiglio della mia Beta Charlotte che ringrazio vivamente, ho avuto il CORAGGIO di immaginarlo nel dettaglio e infine di scriverlo.
Devo confessare che questo è stato l’unico capitolo di quanti… (oltre 70 brani) che avevo paura di scrivere, ma posso assicurarvi che mi sento orgogliosa di averlo fatto. Forse vi state chiedendo perché? Ho superato un limite oggi io sono una persona che si affeziona: alle cose, alle persone e anche ai personaggi.
Spero che vi piaccia nonostante la scomparsa di due figure alla quale penso tutti ormai ci sentivamo emotivamente legati. Aspetto i vostri commenti per sapere che effetto ha avuto su di voi, e ricordate che la storia non finisce qui.
A presto con affetto
Lady V

   
 
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