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Autore: Inquisitor95    24/06/2015    2 recensioni
"Caro diario,
so che probabilmente ti sembrerà strano che io ti scriva, è molto strano anche per me in effetti però ho pensato che fosse un bel modo per narrare la mia storia. La storia dell'Inquisitore Suyveil Trevelyant dei Liberi Confini. "
Questo è un racconto molto diverso da quelli che ho già scritto e pubblicato, questo racconto prende spezzoni della vita dell'Inquisitore, uomo di valore e forte, umano e pieno di virtù ma debole anche ai vizi. Questi sono ricordi, pezzi del suo personale diario che lo accompagna nella lotta contro il male. L'ultimo capitalo del gioco che tutti noi amiamo.
Genere: Avventura, Dark, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Altri, Cassandra Pentaghast, Custode, Hawke, Inquisitore
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Leggende del Thedas'
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CAPITOLO PRIMO

UNA CICATRICE SUL CIELO



Caro diario,
so che probabilmente ti sembrerà strano che io ti scriva, è molto strano anche per me in effetti però ho pensato che fosse un bel modo per narrare la mia storia. La storia dell'Inquisitore Suyveil Trevelyant dei Liberi Confini.
Voglio parlare di come tutto è iniziato, di come ho acquistato il mio titolo e di come ciò mi ha portato dove sono ora. Ricordo ancora quel giorno come fosse ieri, Cassandra Pentaghast, Cercatrice della Chiesa, mi aveva portato in una squallida e buia prigione. Ricordo ancora le sue ardue parole.
« I nostri uomini ti hanno trovato poco dopo essere uscito da uno squarcio che si affacciava sull'Oblio! » aveva la voce dura, fredda e distaccata e per questo l'ammiravo. « Dietro di te dicevano di aver visto una donna... » una donna... una figura divina a loro parere, figura che successivamente venne nominata come Andraste in persona.
Ammetto di essere stato contento quando fui definito l'Araldo di Andraste. Come membro di una nobile casata, anch'io ero fedele al Creatore anche se non lo veneravo come facevano i miei cugini. Io non ero destinato all'eredità della mia famiglia, ero destinato alla vita da chiesa! Per questo ero stato mandato al Conclave convocato dalla Divina Dorothea, ormai chiamata Justinia dal popolo di Thedas.
« Il tuo prigioniero non è un mago Cassandra! » disse Solas, un brillante elfo mago dall'aspetto misterioso, i suoi occhi indagavano su di me come molti avevano già fatto, incuriosito dalla mia natura, forse anche dalla bellezza. « Inoltre nessun mago avrebbe potuto generare quel Varco! » indicò il grande squarcio dal quale uscivano i demoni, una cicatrice grande miglia nel cielo. Metteva i brividi.
« Potrei comunque rendermi utile... » l'attimo prima avevo chiuso uno squarcio dal quale dei demoni cercavano di venire nel nostro mondo. Mi fissai la mano stordito.
Un lungo taglio solcava il mio palmo. « Buono a sapersi! » mi voltai verso l'origine della voce, un nano si presentava davanti a noi, la prima volta che conobbi Varric.
Di certo un personaggio... particolare. Varric aveva una balestra di nome Bianca al suo fianco. « La tua balestra... si chiama Bianca? » chiesi con sarcasmo. Lui sorrise ma deviò sul perché quel nome. Lo capii solo mesi e mesi dopo.
« Se il tuo marchio ha chiuso quello squarcio allora potrà anche chiudere il Varco nel cielo! » disse Cassandra, la osservai negli occhi, scuri come i capelli corti, più corti dei miei ma ciò non le toglievano la grazia femminile.
Cassandra era una donna bella, formosa anche se le sue curve venivano nascoste dalla pesante armatura. Mi sentivo molto attratto da lei, così come lei, stranamente, non sembrava essere attratta da me, o almeno all'inizio.
Non vi ero abituato, nessuno mi ignorava nel mio mondo.
Perché prima di andare al Conclave in molti provavano attrazione per me, in quanto nobile di una potente casata, e giovane di bell'aspetto. Ricordo che da piccolo, mia madre mi lodava per i capelli ricci e ribelli, biondi come il sole raggiante nel cielo. Poi, mentre ci specchiavamo nel suo boudoir, mi diceva di guardare i miei occhi azzurri riflessi allo specchio.
Profondi come l'acqua dell'oceano del Mare del Risveglio. « Guardati Syuveil, un giorno diventerai forte e potente. Guadagnati il rispetto che meriti, anche con la forza! » non sono mai stato cattivo, ma le parole di mia madre mi hanno fatto sempre pensare che chi lo era vinceva.
« Cercatrice Penthagast, finalmente siete arrivata col prigioniero... deduco siate stato voi a chiudere lo squarcio? » era stato ormai Alto Comandante Cullen a parlarmi. Allungai le mani in segno di pace visto che il tono che aveva usato nei miei confronti sembrava poco amichevole.
« Dammi pure del tu, chiamami Syuveil! » allungai la mano e lui fu riluttante nello stringerla, l'Alto Comandante aveva dei capelli biondi come i miei, un viso scarno e mascolino molto simile al mio, se avessi visto dei quadri a confronto avrei potuto scambiarlo pure per un mio cugino.
« Com'è la situazione intorno al Tempio delle Sacre Ceneri? » chiese Cassandra, i miei occhi vacillarono proprio dietro l'Alto Comandante, un viale conduceva verso l'alto dove si trovavano i resti di una grande struttura, quell'antichissimo tempio era stato costruito molto tempo prima, lì la Custode (e ormai regina) Myalee Cousland aveva scoperto le Ceneri di Andraste dieci anni fa quasi; adesso era tutto perduto, e io non sapevo cosa dire a Cassandra o agli altri quando mi chiedevano spiegazioni.
« Non ci sono demoni per ora. C'è uno squarcio molto grande e pare che sia sotto controllo per ora. Suyveil potrebbe riuscire a chiuderlo... » propose Cullen parlando con me.
Annuii. « Posso provarci... » all'epoca non sapevo ancora controllare il potere che la mia mano possedeva. Solas mi affiancò spiegandomi come avrei potuto servirmene.
« Lo squarcio è chiuso per ora. Dovrai aprirlo in un primo momento e poi dovrei usare il tuo potere per chiuderlo... nel frattempo però qualcosa potrebbe uscire da esso! »
Naturale, i demoni erano sempre in agguato.
« Ci avvicineremo al tempio tutti insieme! » mi voltai mentre Leliana ci veniva contro, che dire di lei... bella, intelligente e astuta come i corvi che usava come messaggeri. I suoi capelli arrivavano fino alle spalle, rossi come il fuoco e dai brillanti occhi verdi, un fisico snello che era però coperto da una veste stretta e nera, somigliava molto alla veste di una suora, solo in seguito scoprire che un tempo lo era.
Prima di diventare una spia molto ambiziosa!
« Assaltiamo e vediamo che succede! » arrivai quindi a conclusione, avevo con me un arco e una faretra piena di frecce, un piccolo dono che il Creatore aveva avuto la grazia di farmi trovare durante la strada, anche se quando li avevo presi Cassandra mi era quasi saltata alla gola.
« Tenetevi tutti pronti! » ordinò Cullen ai propri uomini, intorno a me c'erano Solas, pronto con il suo bastone magico a lanciare incanti magici, poi c'era Cassandra che aveva una spada nella mano e sorreggeva lo scudo nell'altra, infine Varric con la sua Bianca. I soldati di Cullen e gli arcieri di Leliana si mossero coordinatamente.
Allungai una mano verso lo squarcio, notevolmente più grande rispetto a quello che avevo chiuso poche ore prima durante la scalata verso la montagna. A quel punto però la mia mente mi mostrò qualcosa, l'eco di un ricordo, qualcosa che anche agli altri fu accessibile.
« Qualcuno mi aiuti! » era la voce della Divina, invocava il mio aiuto. E neanche lo ricordavo. « Scappa ragazzo, corri e avverti tutti del pericolo! » si rivolgeva a me! Infine quando ero irrotto nella stanza nel tentativo di salvarla, una presenza si era voltata verso di me, mi indicò e mi minacciò.
« Uccidete il ragazzo! Poi tenete il sacrificio fermo così da poter compiere il rito! » la Divina... usata per un rituale. Gli echi terminarono così com'erano venuti, urlai per il dolore e il bruciore che avevo alla mano e infine ci fu un'esplosione.
Lo squarcio divenne largo e imponente e una creatura abominevole ne uscì ruggendo; non avevo mai visto un demone prima, ma ricordo che cosa provai: paura di fronte all'enorme demone della superbia, il suo corpo a scaglie violacee, le spine che ricoprivano il suo corpo e la grande testa cornuta piena di occhi subdoli. Non mi lasciai divorare dalla paura e cominciai ad attaccare la belva scoccando due frecce che lo colpirono in viso, questo prima che con una zampata mi facesse volare via di alcuni metri.
« Syuveil! » urlò Cassandra, ricordo distintamente la sua voce, fu quella a darmi la forza per alzarmi da terra, mentre i miei compagni combattevano il mostro io non potevo stare col viso schiacciato nella pietra.
Scoccai le frecce da una distanza più alta, miravo proprio agli occhi della creatura, centravo il mio bersaglio e il demone sembrava risentirne ma non abbastanza da lasciarsi sconfiggere. Fu così che la mia mente ebbe una rivelazione: osservai lo squarcio e come l'area intorno ad esso sembrava controllare i poteri del demone, corsi contro la creatura.
Un cosa stupida forse, Varric tentò di fermarmi ma sfuggii alla sua presa, non perché volevo morire, ma perché avevo capito come batterlo. Allungai la mano verso lo squarcio che brillò e tremò come la luce di una candela, avvertii una notevole forza scorrere tra me e la cicatrice sospesa nel nulla, poi incanalai quella forza senza volerlo e la rilasciai di botto.
Il demone della superbia urlò per il dolore mentre i colpi dei miei amici lo ferivano, il suo sangue nero colava per terra, poi si trovò in ginocchio e ancora una volta incoccai una freccia per scoccarla, stavolta lo presi in pieno volto e lo trapassai, il demone divenne cenere e scomparve e subito mi voltai per ripetere l'operazione con la mia mano nel tentativo di chiudere il Varco.
Allungai la mano mentre gli altri intorno a me si radunavano, la mia mente era in balia del potere che fluiva al mio interno, non sapevo come controllarlo ma bastò la mia forza di volontà per farlo: un bagliore collegò la mia mano allo squarcio, tremò un'altra volta e si chiuse lasciando quella cicatrice nel nulla, verde e tremolante. Venni sbalzato via dall'onda d'urto che l'esplosione provocò, atterrai addosso a qualcuno ma non ricordo chi fosse, solo che mi tenne stretto a sé e che indossava un'armatura, questo perché l'ultima cosa che ricordo fu il Varco tremare.
Pensavo di esserci riuscito, ma mi sbagliavo di grosso, caro diario. Questo non è che l'inizio di come sono diventato l'Inquisitore. Ora scusami, ma c'è un condannato da processare e il dover mi chiama.
Tuo per sempre,
Syuveil.





Angolo Autore:
Buongiorno a tutti ^^ è da molto che non scrivo in questo mondo e finalmente ho avuto la possibilità di tornarci per completare il ciclo delle tre leggende del Thedas. Dopo Myalee ed Enyalis anche Syuveil si aggiungerà alla lista degli Eroi. Ma come accadrà tutto questo? In questo diario, avremo alcuni ricordi della vita dell'Inquisitore che ci guideranno nello scoprire come il suo nome diventò potente e quali ardue decisioni prese per diventarlo. Grazie in anticipo ai lettori e a chi commenterà, a presto col prossimo ricordo ^^
  
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