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Autore: fede_rica19    24/06/2015    1 recensioni
FanFiction sulla nuova generazione! Un TEEN DRAMA! Amori,tradimenti,amicizie e feste da sogno...ma soprattutto il ritorno del TORNEO TRE MAGHI AD HOGWARTS!
Dal primo capitolo:James Sirius Potter, alto e muscoloso, occhi nocciola e con capelli lunghi e corvini che ricadevano morbidi e scomposti sul collo, quasi fino alle spalle. Sorriso malandrino ed un caratterino troppo strafottente per essere davvero il figlio del Salvatore del Mondo Magico. Oppure forse la celebrità e la ricchezza nelle quali sin da piccolo era stato avvolto, lo rendevano così sprezzante, menefreghista ed arrogante. Sapeva di essere una celebrità appena ebbe messo piede sull’Espresso di Hogwarts, sei anni fa ormai.
Una ff sulla new generation con personaggi di mia fantasia e reali! Dimenticate la Hogwarts diligente e seriosa... fate spazio ad incontri lussuriosi, feste clandestine, a sentimenti non espressi, ed ad amicizie vere!
Vi va di seguirmi in questa avventura? Spero di vincere questa sfida con me stessa e scrivere una bella storia sulla nuova generazione!
Coppie: James Sirius/nuovo personaggio; Rose/Scorpius e tante altre...
Nuovi personaggi: Bart Mclaggen, Octo Thomas, Florinda Jordan e Calliope Rosier (cognomi importanti)
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio, James Sirius Potter, Lily Luna Potter, Nuovo personaggio, Un po' tutti | Coppie: Rose/Scorpius
Note: Lemon, Lime | Avvertimenti: Contenuti forti, Triangolo | Contesto: Nuova generazione, Contesto generale/vago
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Orgoglio&Pregiudizio'
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Capitolo 23
“Sono fiera di te!”
 
Stendardi e scocche da un lato verde e argento e dall’altro nero e giallo, addobbavano il castello. Chi tra le due squadre di quidditch avrebbe vinto quella competizione sarebbe arrivato in finale contro chi nella partita di ritorno avrebbe vinto tra Corvonero e Grifondoro. E come ogni dannata partita a Calliope Rosier non poteva fregar di meno. Ormai mancava solo un giorno alla grande festa in onore del Campione del Torneo Tremaghi e inevitabilmente anche alla partenza delle due delegazioni straniere, e si era arresa all’idea che per l’ennesima volta sarebbe stata un’intera serata al tavolo con Pierre e i suoi compagni serpeverde noiosissimi. Non ne poteva più di annuire alle loro frasi fatte sul quidditch, sugli affari di famiglia, oppure dei loro discorsi sempre così odiosamente razzisti e snob. Si chiedeva come aveva potuto farlo per sei anni ad Hogwarts senza rendersi mai conto della superficialità e della cattiveria di quei discorsi. Eppure sapeva di non avere altra scelta. Isolarsi avrebbe alimentato nuovamente i dubbi di Pierre sulla loro coppia. Tentare di rubare Sirius e nascondersi era oltremodo da dimenticare, specialmente dopo le minacce di Cassia Greengrass. La vedeva che ogni tanto la osservava. Più che altro si sentiva linciare ed oltrepassare dai suoi sguardi di fuoco e verdi di invidia. Ormai erano ventiquattrore che cercava di non pensare a quel bacio, di non pensare a Cassia o a quell’ insopportabile di Pierre che era un fascio di nervi in vista della partita di quel pomeriggio. Ma ora che Sirius le stava di fronte, a lavorare insieme a lei sulle Frullobulbo, nella serra di Erbologia, come poteva non pensare alle ventiquattrore prima mentre il suo cuore tentava di uscirle fuori dal petto quando si stavano baciando?! Era corrucciato, con le labbra serrate in una linea retta, silenzioso. Le aveva solo detto “mettiamoci a lavoro” quando il Professor Paciock lo aveva invitato a prendere posto accanto a lei e poi infilatosi i guanti protettivi era calato il gelo. Era arrabbiato con lei? Si sentiva il sangue gelato nelle vene. Aveva capito che giocare con i suoi sentimenti, se di giocare si poteva parlare, era stato sbagliato, così come rubarlo alla festa e baciarlo, ma davvero si meritava di essere trattata così?

-chiedimelo pure se vuoi…- la sorprese all’improvviso, tanto che sussultò facendo rovesciare un’ ampolla a terra. Sirius fu lesto a raccoglierla prima che cadesse a terra, evitando che si rompesse e facesse baccano. Era chiaro un miglio che non voleva attirare l’attenzione su loro due.
-Cosa?- finse sincera curiosità
-Perché sono così concentrato sul compito e non ho detto una parola…ricordo quando mi prendevi in giro per la mia scarsa intelligenza, a parer tuo!- argomentò bisbigliando
-come siamo rancorosi e comunque no figurati…dobbiamo finire prima dell’ora, immagino sia per questo!- le costava fare la superiore, vista la curiosità, ma un pizzico di orgoglio femminile doveva pur restarle, ecchecavolo!!!
-Ok, allora taglia queste radici per bene, abbiamo quasi terminato!- rispose calmo e sempre bisbigliando. Callie sentì le orecchie infiammarsi ma si morse la lingua per non controbattere ed eseguì l’ordine. Per un momento si risentì la ragazzina che dava spettacolo contro Potter il pagliaccio.
-Effettivamente…- cominciò la ragazza, dopo una pausa di silenzio, -sei strano…- lo vide fare un sorriso furbetto ma manteneva gli occhi fissi sulla sua pergamena. Si, decisamente stava facendo lo stronzo come suo solito, come quando aveva voglia di affatturargli le chiappe. Così Callie non ne poté più e con uno scatto gli afferrò la mano. Preso di sorpresa il ragazzo sollevò lo sguardo su di lei stupito e così finalmente la sua espressione da duro vacillò un attimo. –Che succede?- voleva aggiungere

“sono io che non potrei parlarti perché mi hanno minacciato di farlo, ah si…e perché sono promessa sposa ma in realtà ho una cotta mostruosa per te…”


-Calliope…- cominciò serio –non credo che…-
-Non credi cosa?- quasi abbaiò a denti stretti, per non farsi beccare dal professore a chiacchierare durante la lezione.
-Che vorresti saperlo…-
-centra qualcosa con la Jordan?- biascicò Callie inorridita al solo pensiero
-Si!- altra pausa
-State insieme ora?- non poteva sopportare di non sapere
-no…- si sentì come se un masso di cento quintali le fosse stato tolto dallo stomaco, -vorrei invitarla alla festa di domani…ma…dai non ti importa!-
-Dimmi!- quasi ruggì
-…Ma credo sia arrabbiata con me, o comunque è successo qualcosa! Ho cercato di parlare ieri in Sala comune e stamattina per i corridoi ma è così sfuggente…per ben due volte mi ha detto di aver da fare e che appena avrà due minuti si farà viva! Non ha voluto nemmeno che le accennassi cosa volevo dirle…- si sfogò Sirius come un fiume in piena alla fine. Una doccia gelata o un calcio in bocca avrebbe fatto meno male che sentire quanto Sirius fosse in pena per lei. Per un’altra, una che non fosse lei. Lui la osservò, forse ciò che pensava le si leggeva nella faccia perché il ragazzo sbuffò scuotendo la testa. –Vedi?! Facevo meglio a non dirtelo…che poi non capisco!- commentò scocciato.
-Cosa?- sembrava non sapesse dire altro quella mattina Callie, si odiava per essere così ragazzina.
-Non capisco perché ti interessi così tanto! Pensavo avessimo chiarito: niente più incontri, giochetti e sotterfugi! Sei fidanzata, con tanto di anello al dito!- ed ecco che tornava a rinfacciarle il suo schifosissimo destino.
-Hai ragione! Non mi importa nulla!- gli vomitò in faccia mettendo in scena la sua espressione di ghiaccio migliore. Raccolse la sua tracolla da terra, consegnò il lavoro finito al Professor Paciock, che colto di sorpresa quasi se lo fece scivolare dalle mani, e poi uscì dalla serra impettita.
 
*

Come da accordi Flo si trovava davanti l’ufficio del professor Lumacorno, alle 18 in punto, per la sua punizione. Mancavano ancora due settimane alla fine di quella punizione a lungo termine ma non era quello ad agitarla. Come aveva evitato Sirius, fino a quella mattina, quando era in evidente palpitazione nel chiederle chissà cosa, aveva evitato Octo. Il motivo ancora non lo aveva capito bene nemmeno lei. Di sicuro centrava qualcosa la strana discussione avuta due giorni prima nel ripostiglio della biancheria rosso-oro. Si era sentita imbarazzata, a disagio e… e stranamente emozionata. C’era stato qualcosa di diverso dal solito nel modo in cui Octo le aveva parlato, nel modo con cui l’aveva guardata. Aveva letto rabbia repressa e anche qualcos’altro, ma cosa? E lei? Perché lei aveva sentito battere il cuore nel petto come un eruptment inferocito?! Nel frattempo vide arrivare con la coda dell’occhio il Professore di Pozioni.

-Buona sera signorina Jordan…come vedo il signor Thomas è in ritardo, come al solito! Ma la prego si accomodi, lo attenderemo dentro, magari sorseggiando del succo di zucca, le va?-
-Oh la ringrazio professore, ma credo che lui stia per arriv…- non ebbe il tempo di finire la frase che il diretto interessato fece la sua comparsa. Cravatta leggermente allentata, camicia con stemma rosso-oro spiegazzata e braccio stretto attorno alla vita di Erina O’Connell, Grifondoro del quarto anno. Quando i loro occhi si incrociarono, lo vide serrare le labbra e poi chinarsi per baciare a fior di labbra la ragazza.
-Ci vediamo a cena Erina!!- la salutò alla fine, e lì ne seguì una risata frivola della ragazza che quasi trotterellando andò via. –scusi il ritardo professore, sa…appuntamenti!-
-Come no signor Thomas, anch’io sono stato giovane…ma il dovere la chiama! Questa sera vi toccherà rimettere in ordine, strettamente alfabetico, i miei ingredienti e ripulire da cima a fondo le credenze che li contengono compreso di ampolle, contenitori e via dicendo! Beh, accomodatevi e buon lavoro miei cari!- li informò Lumacorno, uscendo immediatamente dopo dal suo ufficio. Octo entrò oltrepassandola e senza rivolgerle la parole o per lo meno un’occhiata. Indispettita ma decisa a non chiedere spiegazioni, orgogliosa com’era, lo seguì a ruota, richiudendosi la porta alle spalle. In quella stanza Flo sentì immediatamente il gelo, ma ovviamente non dovuto al freddo, visto che la primavera era vicina bensì all’atteggiamento del ragazzo, che gli dava le spalle, troppo interessato improvvisamente agli stracci che Gazza si era premurato di fargli trovare sulla cattedra. Ancora ferma nell’idea di non calpestare il suo orgoglio per domandargli che diavolo gli stesse prendendo, sbuffò affiancandolo per rimediare anche lei uno strofinaccio. Appena gli fu vicino fu investita dal suo profumo, muschio e vaniglia.

Le era mancato…

Le era mancato?! E perché diavolo aveva fatto caso a qual’era il profumo di quell’idiota galetto di Octo?! Si voltò come se si fosse scottata e facendolo inquadrò sul collo del ragazzo un succhiotto. Sentì una fitta allo stomaco e di impeto lo oltrepassò dandogli una spallata. Dritta verso una delle due credenze, la aprì e in silenzio cominciò a disporre le ampolle sul tavolo. Anche Octo era votato al silenzio, perché dopo un’ora circa lì dentro il silenzio era divenuto assordante.
-che cavolo ti ho fatto posso saperlo???- urlò e udì la sua voce come se non le appartenesse. Così isterica, quasi inferocita.
 
*

Già che cavolo gli aveva fatto Florinda per trattarla così? Ignorarsi a vicenda era stato facile, visto che se ne era accorto che lei lo aveva evitato come la peste bubbonica. Ma arrivare stropicciato di “coccole” e poi non rivolgerle neanche un saluto, era stato troppo. Ma anche troppo spontaneo. Non lo aveva previsto, ma era stato più semplice che parlare con lei. La realizzazione che probabilmente era cotto di lei, e non essersene nemmeno reso conto giorno per giorno, ma averlo realizzato come un fulmine a ciel sereno, era stato destabilizzante? Terrorizzante? E che dire del fatto che lei nemmeno a scommetterci potesse ricambiarlo, innamorata come era da secoli di Sirius? E come non essere terrorizzato dal fatto che Sirius era uno dei suoi migliori amici e allo stesso tempo essere cotto della sua di migliore amica, nonché futura…ragazza?

-Allora?- Flo ruppe il filo ingarbugliato dei suoi pensieri con prepotenza, riportandolo alla realtà. Cosa doveva risponderle? Stava facendo la figura dell’idiota.
-Non eri tu quella che odiava la mia voce irritante e sempre tu quella che mi intimava di stare zitto mentre ti concentravi con la pozione?! Volevo lasciarti concentrare mentre pulisci la tua metà di contenitori…- che idiozia, ma non sapeva cosa dirle, davvero. Ed essere senza parole con lei era ancora più terrorizzante. Con nessuna in assoluto gli era mai successo.
-Certo perché tu ti trovi meglio a parlare con una di quelle ochette che ti porti in giro come bottino di guerra, no?!-
-beh può essere almeno lei due parole di seguito me le ha rivolte in questi giorni…- rispose secco e tagliente.
-Io…io sono stata impegnata!- balbettò Flo presa in contropiede. –E comunque fai come credi, se non vuoi rivolgermi più la parola perché sono stata presa dai miei impegni, fai pure…- e gli voltò le spalle riprendendo a smistare i suoi barattolini. Octo fece lo stesso sbuffando stizzito. Così ripiombò di nuovo il silenzio.
-E comunque…- fu lui di nuovo, dopo una manciata di minuti, a riprendere il discorso –se non sono indiscreto, cos’è che ti ha così tenuta impegnata? I compiti? Le amiche? …Sirius?- Flo si voltò a guardarlo. Era visibilmente arrossita, ma il suo carattere impertinente non la fece desistere.
-Credo siano affari miei, no?- fece una pausa abbassando lo sguardo, -e comunque no, non è con Sirius che sono stata impegnata…ultimamente non ci siamo visti come un tempo…- gli diede comunque una spiegazione che, gli seccava ammetterlo a se stesso, ma lo aveva rassicurato.
-Ah le vostre splendide e durature chiacchierate da bravi vecchi amici si sono interrotte? Siete di nuovo in pausa? Non vi stavate baciando in infermeria la scorsa volta?- era più forte di lui essere acido. Difatti l’espressione della ragazza si trasformò e assunse un cipiglio tra l’imbarazzato e il deluso.
-Ti senti meglio quando sei maligno con me? Ti fa star bene mettere in ballo i problemi che io e lui abbiamo… già che ci sei perché non parliamo del fatto che alla festa mi ha lasciata sola per andarsene con la Rosier?!- e ancora una volta la ragazza abbassò lo sguardo, -…oppure del fatto che ho preso io le distanze da lui per pensare…?!- ad un tratto lo stupì con quell’ultima affermazione. Cosa aveva voluto dire?
-Cioè? Ti ha… ti ha chiesto qualcosa su voi due e tu…-
-Non sono pronta a fare quel passo, credevo di esserlo quando ero così gelosa di lui e delle ragazze che aveva, ma ora che una fantasia che ho avuto per tanto tempo su me e lui, si sta realizzando, mi sento frenata…-
-Sei spaventata?- chiese Octo visibilmente curioso e preoccupato.
-Si, si sono spaventata da tutto ciò che potrei perdere se la nostra amicizia diventasse qualcosa di più!- rispose sincera e ritornando a guardarlo negli occhi. Quando lo guardava così, smarrita e preoccupata, a lui si scioglieva il cuore e avrebbe voluto abbracciarla, come quella notte…ma non poteva. C’era la paura, l’imbarazzo, la possibilità che la riccia lo avrebbe picchiato… insomma non poteva. Stava per aprire bocca quando un Lumacorno lievemente alticcio entrò nella stanza.
-Bene ragazzi, vedo che avete quasi finito, a chiudere tutto ci penso io! Ma prima che andiate ho già la prossima punizione per il penultimo dei nostri incontri… come sapete la festa per il Campione del Torneo Tre Maghi si terrà questo sabato e tra i camerieri presi per l’occasione e gli studenti che si sono offerti per un gruzzoletto di galeoni, ci sarete anche voi due!-
-COSA?- fu il primo Octo a realizzare e protestare. Aveva pensato di ubriacarsi a quel party e staccare la spina da tutto e tutti. –Professore la prego… mi accontento di ripulire con uno spazzolino da denti tutti i water del castello, lo sgabuzzino delle scope di gazza, spalare il letame dell’ippogrifo di Hagrid, ma non questo! Per favore!-
-La decisione ormai è stata presa signor Thomas!- ridacchiò Lumacorno.
-Flo di qualcosa anche tu!- la spronò il ragazzo.
-Beh mi risparmierà preoccupazioni per la scelta del vestito, dell’acconciatura e del trucco…forse è meglio così!- lo spiazzò. Non gli restò che sospirare avvilito.
-Bene, allora potete andare per stasera ragazzi miei! Buona notte!- li congedò allegro il professore di pozioni. Una volta nel corridoio fianco a fianco verso la torre grifondoro non si poté trattenere.
-Perché il tuo essere secchiona e noiosa ci impedirà di andare alla festa? Magari se protestavamo tutti e due lui si sarebbe convinto…- protestò ancora.
-perché il tuo essere avventato e impulsivo, nonché infantile e immaturo ci ha costretti ad avere un mese di punizione, ecco perché non puoi andare alla festa... per me una punizione vale l’altra, e questa in particolare mi risparmierà lo stress dei preparativi!- rispose con tono furbetto e saccente, come al solito. Octo la scimmiottò provocandole una risata.
-Ok, brava rinfacciami pure la faccenda della pozione, brava riccia, complimenti!-
-sei tu che hai cominciato!- rispose divertita mentre risalivano le scale verso la sala comune. Fianco a fianco.
-E’ stato un colpo basso, da brava malandrina qual’eri! Ma resti una secchiona noiosa che non andrà alla festa!-
-Oh ma noi andremo alla festa, solo che saremo vestiti da pinguini!- ironizzò con un sorriso ad incresparle le labbra. La trovava così adorabile. Come poteva essere arrabbiato con lei?!
-Beh sai che divertimento, servire gli altri mentre non puoi abbuffarti ne bere il punch corretto da Freddie!- attesero che l’ultima rampa si decidesse a tornare nella loro direzione per permettergli di raggiungere il ritratto della signora Grassa guardandosi e sorridendo con gli occhi. Ma non stavano litigando fino a dieci minuti prima?
-Eccola, andiamo sbrigati, fra poco scatterà il coprifuoco!- Octo la seguì a ruota e quando furono dentro la Sala comune la trovarono quasi deserta, i pochi presenti o studiavano o chiacchieravano davanti ad un leggero fuocherello.
-Beh buona notte pinguino!- gli augurò sorridendo,
-Buona notte riccia!- la vide imboccare le scale, e la voglia di andarle dietro e abbracciarla ricomparve ma restò lì, a vederla svoltare l’angolo. In quel momento capì che le loro strade dovevano separarsi e che sarebbe stato doloroso, ma era la cosa giusta. Non poteva e non doveva spaventarla ancora di più di quanto già non fosse per via di Sirius. Lui sarebbe stato solo il terzo incomodo a cui il suo amico non avrebbe rivolto più la parola per di più.
 
*

La partita era stata vinta dai Serpeverde e ovviamente non si erano risparmiati Pierre e i suoi amici, ed ovviamente tutta la squadra verde argento, di andare a festeggiare ai Tre Manici di Scopa brindando alla finale contro o i Grifondoro o i Corvonero. Per saperlo bisognava attendere l’altra semifinale tra i grifoni e i corvi della prossima settimana. Così mentre il sole stava tramontando, Callie osservava Pierre e i suoi compagni di casa già un po’ brilli prima del ballo di quella sera, che sarebbe cominciato fra circa un’oretta e mezzo. Non le importava cosa avrebbe indossato, ne di come avrebbe acconciato i capelli e nemmeno del trucco o delle scarpe. Non doveva fare colpo su nessuno. Non sarebbe andata al ballo con chi avrebbe voluto, nemmeno avrebbe potuto andare da lui e complimentarsi per la vittoria e la festa in suo onore…nulla. Aveva notato come Cassia la tenesse sott’occhio, ed ora che Pierre aveva smaltito l’ansia pre partita si sarebbe dedicato anima e corpo a lei, come sempre. Quando finalmente furono soddisfatti di far festa, Pierre mano nella mano e continuando ad elencare tutte le azioni da urlo che aveva fatto sul suo manico di scopa, la riaccompagnò alla sua stanza.

-Allora passo a prenderti fra un’oretta, va bene tesoro?- le chiese smettendo per un nano secondo di parlare di quidditch. Eppure sapeva quanto lei lo odiasse lo sport!
-Si, va bene, faccio una doccia veloce e mi vesto!- rispose mascherando un sorriso falsissimo che Pierre o non notava o fingeva di non notare. Il ragazzo comunque annuì e andò a prepararsi a sua volta. Un’ora dopo, puntuale come un orologio svizzero tornò a bussare alla sua porta. Vestita con un elegante ma semplice abito in raso rosso scuro e i capelli acconciati in un treccia laterale, uscì dalla sua camera. Sentiva il chiacchiericcio della Sala Grande sin da lì, dai sotterranei, e presa dalla curiosità di vedere con chi Sirius si sarebbe presentato alla festa in suo onore, ignorò del tutto il complimento di Pierre sul suo aspetto e meccanicamente gli si mise a braccetto, incamminandosi verso la festa. La Sala Grande era stupenda, un palchetto su cui l’orchestra si era posizionata, era stato allestito in prossimità del leggio della Preside, sul soffitto volteggiavano candele rosso oro e stendardi dei grifondoro e infine notò ai lati le due delegazioni straniere, tra cui Françine e Igor, nella loro divisa da cerimonia, eleganti ed emozionati per la partenza che si sarebbe tenuta la mattina successiva alla festa.

-Guarda lì ci sono Romeo e Scorpius, hanno preso il tavolo anche per noi! Andiamo…- la richiamò alla realtà Pierre. Callie lo seguì continuando a guardarsi intorno e poi notò la porticina che collegava la Sala Grande alla Sala professori, accostata. Sirius attendeva li? La curiosità cominciò a salirle e a circolarle nelle vene. Ormai messa la pulce in testa doveva trovare il modo di allontanarsi dal tavolo con una scusa e andare a vedere. È vero avevano litigato a lezione il giorno prima ma la tentazione di essere la prima a fargli gli auguri quella sera, prima della grande festa in suo onore, era troppa. E poi vide proprio le sue amiche sedute ad un tavolo lì vicino alla stanza dei Professori. Come una molla saltò dalla sedia.
-Pierre vado a salutare Judi e Anna! Torno fra poco!- Pierre annuì quasi con disinteresse, preso com’era da uno dei racconti di Romeo sulla sua nuova conquista amorosa, e lei trotterellò velocemente via da lì verso il tavolo delle sue amiche.
-Eccola qui la stella più sorridente!- la accolse Anna con ironia.
-Ah ah…si da il caso che in questo momento sia in missione e voi dovete aiutarmi!- sentenziò Callie.
-Cosa ti sei inventata stavolta per metterti nei guai Callie?- chiese preoccupata Judi.
-Sono quasi certa che Sirius si stia preparando lì dentro e sono intenzionata a scoprirlo ed essere la prima a fargli gli auguri... prima della premiazione ufficiale!-
-Voi eterosessuali mi farete venire l’ulcera prima o poi! Perché diavolo ancora sei fissata con quel pagliaccio?!- sbottò Anna. Callie agitò la mano come a scacciare un insetto nella direzione di quest’ultima e si rivolse solo a Judi. –Voglio che adesso voi due guardiate Pierre e mi direte quando non guarda verso di me, in quel momento correrò verso la Sala Professori come una bolide truccato! Intesi?- spiegò il suo piano, che ad alta voce sembrò un pò da stupidi effettivamente.
-Callie prima o poi Pierre scoprirà cosa nascondi e quello che fai alle sue spalle…- iniziò la predica Judi.
-Ragazze vi prego, se non ho nemmeno voi dalla mia parte mi suicido gettandomi dalla Torre di Astronomia questa notte stessa!- e questo le convinse, forse impietosite. Entrambe si scambiarono uno sguardo e poi annuirono. –Grazie ragazze…datemi il via!- pochi attimi dopo stava sgattaiolando dentro la Sala Professori e si chiuse la porta alle spalle con un gesto lieve, senza far rumore. Scese una scalinata a chiocciola in ferro battuto e poi lo vide, si stava guardando allo specchio ma i suoi occhi erano assenti, chissà a cosa stava pensando realmente. Qualcuno gli aveva consigliato di accorciarsi i capelli. I suoi riccioli erano scomparsi, in favore di un taglio corto e sbarazzino, più da uomo e meno da ragazzino scapestrato. Vestiva un abito da gala di un blu notte elegantissimo e un papillon rosso-oro. Era bellissimo, ma anche molto pensieroso…forse triste. Cercando di farsi sentire grazie al rumore dei tacchi lo raggiunse e lui si stupì nel vedere la sagoma di Callie riflessa nello specchio. Si voltò meravigliato.

-Che ci fai qui Calliope?- le domandò non infastidito però. Si sentiva un po’ stupida lì impalata a due passi da lui. E il rosso del suo vestito non le era mai sembrato così appariscente ed inopportuno. Perché mai nessuno l’aveva mai fatta sentire così insicura ed indifesa e allo stesso tempo così desiderata e bella come faceva quel ragazzo?! Perché non poteva avere tutto quello?!
-Prima della premiazione volevo farti i miei complimenti! Non ero contenta di come ci siamo lasciati l’ultima volta, me ne sono andata come una maleducata e non volevo che avessi questo ricordo di noi prima che la tua festa iniziasse…- rispose avvicinandosi tanto da poter specchiarsi negli occhi nocciola del ragazzo.
-Callie…- sospirò Sirius accarazzandole la guancia. Lei si sentì avvampare. La mano di Sirius scese dalla guancia alla pelle calda della spalla e poi sulla sua schiena. Callie chiuse li occhi eccitata e trattenendo il respiro. –Perché le cose devono essere così complicate…- gli soffiò a fior di labbra lui.
-SIRIUS SEI QUI???- la voce di Cassia li riportò nel presente.
-Devo nascondermi!!- sibilò a denti stretti e con gli occhi sgranati Callie. Sirius sembrava ancora più confuso mentre Callie si chiudeva in bagno terrorizzato.
 
*

Mentre Callie alle sue spalle si era appena barricata in bagno, visibilmente terrorizzata, Cassia faceva capolino nella stanza vestita da un lungo abito rosa confetto, i capelli dorati e mossi le ricadevano sulle spalle e il decolté e le labbra rosso fuoco si aprirono in un sorriso malizioso.
-Ciao Cassia, sono quasi pronto! È già il momento?-
-Oh no manca ancora qualche minuto prima della premiazione e del banchetto…ecco io ero venuta per un piccolo in bocca al lupo speciale!!- rispose la ragazza che passo dopo passo le si era spalmata addosso. La prese per le braccia il più gentilmente possibile e le sorrise impacciato.
-Cassia i nostri incontri si sono interrotti…come ti avevo detto! Ho chiuso con questa storia! Eri stata tu a dirmi che era un passatempo!- ma a Cassia quello che lui aveva da dire proprio non interessava perché gli saltò praticamente addosso stendendolo sul divano in pelle bianca che era lì vicino.
-Non ricordo di averlo chiamato così…Potter tu mi piaci!-
-Non credo…a te piace che sono il campione Tremaghi e vuoi pavoneggiarti un pò, sfoggiandomi come il tuo ragazzo!- la scansò, adagiandola sul lato opposto al suo del divano. Velocemente Sirius si rialzò.
-Ma che ti prende! Ora disdegni?- chiese istericamente la bionda serpeverde sistemandosi il vestito stropicciato e rimettendosi in piedi.
-No, Cassia tu sei bellissima ed io ti sono venuto dietro per un intero anno e quest’anno non ti ho mai rifiutato quando sei venuta a cercarmi ma mi sono stufato! È finita… non mi interessano più queste scappatelle ne con te ne con nessun’altra!- spiegò Sirius e lui stesso si sorprese della serietà del suo discorso e del tono che aveva usato. Era proprio a questo che stava pensando allo specchio prima che arrivasse Calliope. Non era il taglio ma il suo cambiamento interno a renderlo un uomo ormai. Il prossimo mese avrebbe compiuto diciotto anni. Non era più interessato a fare scherzi, a far il rubacuori, ad essere sempre al centro dell’attenzione o a vantarsi del suo cognome. Dopo quella sera, dopo la fine del Torneo a tutti gli effetti, voleva essere un uomo diverso, un Potter diverso. Anzi era già un James Sirius Potter diverso.
-Va al diavolo!- si congedò Cassia, letteralmente fuggendo via dalla Sala Professori. Sentì alle sue spalle la porta del bagno aprirsi e si voltò. Callie lo guardava con occhi nostalgici.
-Che c’è?- le chiese con un sorrisetto sempre malandrino, perché cambiamento o no, quello era nel suo DNA.
-Sono fiera di te!- rispose la ragazza raggiungendolo e stringendogli delicatamente la mano. Le loro dita si intrecciarono. –Mi spiace piombare ogni volta da te e pretendere qualcosa che non devi darmi…e che io non dovrei volere!- la ragazza si sollevò lievemente sulla punta dei piedi e gli lasciò un bacio sulla guancia, gli sorrise. –In bocca al lupo per la premiazione Sirius!- aggiunse prima di andar via anche lei e lasciarlo da solo.
 
*

Era stato commovente vedere tutta la scuola, le delegazioni, i professori e la famiglia di Sirius applaudirlo. Vedere quanto il suo migliore amico era cresciuto, divenuto un campione ed un uomo, e quanto lui fosse fiero di se stesso e felice, l’aveva emozionata. Aveva voluto applaudire come una forsennata, e aveva poggiato chissà dove il vassoio dei calici vuoti che stava portando nel tavolo dove poi gli elfi lo avrebbero fatto silenziosamente sparire. Ma ora non lo trovava più.
-Ti sei persa qualcosa riccia?- sussultò piacevolmente a quella domanda e si voltò verso Octo.
-Non sapevo che i pinguini avessero gli occhi azzurri!- gli rispose divertita. -E comunque si, non trovo il vassoio che avevo in mano!- piagnucolò guardandosi intorno. La gente divisa ai tavoli banchettava allegramente su un sottofondo musicale gradevole intonato dall'orchestra del professor Vitious.
-guarda è laggiù sulla finestra!- ah già nella foga lo aveva poggiato li per avvicinarsi al palco ed applaudire Sirius. Insieme lo andarono a prendere e anche Octo posò il suo vassoio di piatti vuoti.
-Ti stai divertendo?- ironizzò Flo squadrando Octo mentre si esibiva in uno sbadiglio sguaiato.
-Tantissimo!- rispose seccato –almeno c’è una pausa tra una portata e l’altra, non capisco perché non possono fare comparire  e sparire le cose dai tavoli, come avviene quotidianamente qui!- borbottò il ragazzo.
-Perché altrimenti gli studenti che vogliono guadagnare con un lavoretto extrascolastico e chi come noi ha una punizione, non ne avrebbero modo!-
-Sei sempre la solita saccente so tutto io Florinda Jordan!- la prese in giro Octo facendole il solletico. Ridacchiarono insieme mentre a Flo le stavano avvampando le orecchie. Octo l’aveva quasi abbracciata per solleticarle i fianchi e lei sentiva il cuore esploderle nelle orecchie mentre rideva senza possibilità di fermarsi. –adoro sentirti ridere…- quella frase sembrò scappare ad Octo che si fermò improvvisamente di farle il solletico e divenne serio. –Ehm credo che ci siano dei piatti vuoti a quel tavolo… vado io!- tuonò all’improvviso, lasciandola frastornata. Era stata una cosa dolcissima da dire. Un po’ ambigua. Il loro rapporto diventava giorno per giorno sempre più ambiguo e quello che lei sentiva crescere dentro di se diveniva sempre più destabilizzante e strano. Quelle sensazioni le erano familiari…
 
*

La pista da ballo si era scatenata ed era venuto il suo momento. Aveva pianificato tutto grazie a Katrina, che con consigli femminili e sorprendentemente romantici, aveva pianificato con lui ogni cosa. Messa un po’ di Vodka di nascosto nel calice di Gazza, che era addetto al controllo del palchetto della premiazione, il mastro era stato messo KO. Katrina era corsa alla postazione del DJ e fra poco sarebbe stato distratto da una supermega limonata, come l’aveva chiamata Katrina stessa. Adesso doveva solo trovare le palle…ops, il coraggio, di FARLO! Era l’ultima spiaggia per riconquistare la fiducia e la stima di Lawrence. Aveva aspettato dieci minuti come Katrina gli aveva ordinato ed era il momento. Salì i pochi gradini che lo portarono sul palco. Come promesso la sua amica bulgara stava tenendo “impegnato” il DJ. Preso un respiro profondo, corse alla postazione del DJ. Freddie, che aveva deciso di collaborare in un piano romantico (ancora non poteva crederci). era pronto con le luci che avrebbe sprigionato dalla sua bacchetta.

“E allora inizio allo spettacolo!”

Staccò la musica della cassa del DJ e il silenzio piombò nella Sala Grande, un attimo prima in festa. Qualche “oooh”, dispiaciuto e infastidito dalla cosa, echeggiò per la pista da ballo. Prese comunque il microfono mentre adrenalina e sudore lo stavano divorando vivo.

-Ehm prova, prova! Posso avere la vostra attenzione per favore?!- cominciò. –Mi spiace interrompere la festa del mio migliore amico, ma vi ruberò solo qualche istante e potrete tornare a festeggiarlo! AUGURI AMICO MIO!- qualche risata sciolse per poco la sua ansia. –Comunque…volevo dirvi che in mezzo ai voi c’è un angelo, il mio angelo! Una ragazza speciale di nome Lawrence!- in quell’istante Freddie fece sprigionare dalla sua bacchetta un Lumos Maxima di un gradevole rosa fluo che illuminò la ragazza, in un angolo della Sala. Lawrence sgranò gli occhi e si pietrificò sul posto. Le sue amiche attorno a lei ridacchiavano e la spintonavano eccitate.
-Io sono stato uno stronzo, un bastardo, una caccola schifosissima e puzzolente di Troll ed ho tradito la sua fiducia…ed ogni giorno fino a questo momento, lei mi è mancata da togliere il fiato!! Sono qui adesso davanti a lei, che è straordinariamente bella questa sera, per chiedergli perdono! Lawrence io sono ancora innamorato di te e se esiste una sola piccola possibilità che tu possa volermi ancora una volta al tuo fianco, ti prego concedimela! Ti amo!- le ragazze in sala non si risparmiavano in miagolii di romanticismo e di contro i ragazzi incitavano Bart con fischi poco galanti. Vide Katrina intimargli di raggiungere Lawrence. L’ultima parte del piano. Se Lawrence era rimasta impressionata dal suo gesto di li a poco sarebbe stato il ragazzo più felice del Castello, se invece in questo momento lo stava odiando avrebbe solo fatto una figuraccia pessima e sarebbe divenuto lo zimbello di tutto il castello nei secoli. E finalmente tra applausi ed incitazioni dei compagni di scuola, fu di fronte a lei. Era tesa come una corda di violino ma…ma stava sorridendo.
-Sei pazzo…- soffiò Lawrence.
-Sono pazzo di te!-
-BACIO BACIO BACIO!
-AVANTI PERDONALO!!!-
-FORZA BACIALO!!!-
Sembrava che i pianeti, anzi l’intero universo stessero collaborando in favor suo. E fu così. Lawrence lo baciò stringendolo forte a sé, e l’intera sala scoppiò in un fragoroso applauso. Finalmente quell’incubo era terminato.
-E anch’io sono ancora innamorata di te!- gli disse mantenendo le labbra ancorate a quelle sue e gli occhi chiusi.
 
*

-> https://www.youtube.com/watch?v=heuFBVLpVqI

Concluso il siparietto romantico di Bart e Lawrence che magicamente erano spariti, la festa era proseguita tra lenti e balli sfrenati a ritmo di musica babbana e non. Ma ormai la sala si stava svuotando. Sirius era stato per tutta la festa sballottato a destra e sinistra tra la famiglia, i professori, il Ministro, alcuni funzionari del Ministero e i giornalisti, e perciò aveva deciso di fargli i suoi auguri domani mattina. In più lui era stato tutto il tempo occupato con la sua punizione e concentrato a non rovesciarsi i piatti sporchi addosso, tra una portata e l’altra. Ma non si era abbastanza concentrato quei pochi minuti che aveva passato con Florinda, perché gli aveva praticamente rivelato quello che sentiva per lei. Allora aveva deciso di passare il resto del tempo lontano miglia e miglia da lei. Fra poco avrebbero dovuto sistemare una sala da ballo vuota, non appena i più festaioli si fossero stancati di danzare. Adagiato sul muro batteva il piede a terra su un nuovo pezzo babbano orecchiabile che fuoriusciva dalle casse del DJ.

*L’hai presa nel modo sbagliato… Sapevi chi ero in ogni passo che ho fatto verso di te.
Solo giornate tristi e cattive, scegliendo strane perfezioni in ogni estraneo che ho scelto.
Le cose potrebbero essere più facili se ci fosse un modo giusto? Tesoro, non esiste un modo giusto…*


E scorrendo con gli occhi per tutta la sala, pregando che finalmente quella festa terminasse, la vide. Seduta, pensierosa ed annoiata, con la testa tenuta da una mano. Florinda non si era goduta quella festa proprio come lui e per giunta non avevano nemmeno cercato di passare la serata/punizione insieme per lasciare trascorrere più velocemente il tempo e più piacevolmente. Passo dopo passo la raggiunse, le prese la mano e le sorrise mentre lei sgranava gli occhi sorpresa.
-Mi concedi questo ballo riccia?- Flo scoppiò in una risata dolce e melodiosa e lo seguì nella pista da ballo.

*E così io mi innamoro solo un po’, oh un pochino ogni giorno di qualcun altro…*

La strinse forte a sé mentre ondeggiavano al centro della pista, illuminati da una tenue luce azzurrina. Sentiva la guancia di Flo poggiata sul suo petto e quasi il cuore voleva uscirgli da esso, ma finalmente per la prima volta in quella serata, si sentiva veramente bene. Tenerla vicino a sé, ballare con lei, era lontano anni luce da quello che aveva deciso, ovvero rinunciare a lei. Ma allo stesso tempo era così dannatamente bello. E sembrava così dannatamente giusto! E lei appariva così felice come lui. La vedeva sorridere con gli occhi chiusi, e lo stava stringendo anche lei.

*C’è un’arte per le distrazioni della vita, per scappare in qualche modo dall’attesa che brucia,
l’arte di affrontare a stento, qualcuno da immaginare, la carezza oscura di qualcun altro, credo che qualsiasi brivido lo farà…*


E quella canzone sembrava scritta proprio per loro…erano stati due sconosciuti fino a quel momento…fino al momento in cui si erano accorti di quanto fosse piacevole passare il tempo insieme. E chissà se era tutto nella sua testa invece…chissà se solo lui aveva sentito come era bello stare insieme. Perché sapeva cosa c’era nel suo cuore ma non in quello di Florinda. Non poteva domandarglielo, aveva paura di un rifiuto, aveva paura di litigare con lei e di dover rinunciare anche a quel poco che poteva avere dal loro rapporto, dalla loro amicizia.

-Almeno un ballo dovevamo farlo a questa stupida festa, non credi?!- scherzò, perché era quello che meglio gli riusciva, anche quando sarebbe voluto morire dentro.
-Hai avuto una fantastica idea!- rispose sollevando il capo e guardandolo negli occhi. –E sono davvero contenta in questo momento! Odio litigare con te…- anche quella suonava proprio come una mezza dichiarazione o si stava sbagliando?!

*Mi sveglio di prima mattina, ed il mio cuore ha già peccato.
Quanto sia puro il dolce amore, pregheresti per lui…
Perché Dio sa che mi innamoro solo un po’, oh un pochino ogni giorno di qualcun altro…*


-Anch’io…mi dispiace di essere stato acido! Scusami!-
-Scusami tu, anch’io non sono stata proprio uno zuccherino!- ridacchiò lei. E quella canzone sarebbe dovuta durare per sempre, ma così non fu perchè quando finì lei si staccò da lui. Sembrava dispiaciuta nel farlo ma l’aveva fatto ed Octo non sapeva più cosa pensare oramai. –Dovremmo rimetterci a lavoro, ormai siamo rimasti a ballare solo io e te…- e si sentì stupido, pateticamente stupido, a non essersene accorto. Ma mentre la stava stringendo a sé si era dimenticato del mondo circostante. La vide sorridere imbarazzata.
-Ok…allora…- farfugliò imbarazzato
-Allora buon lavoro!- concluse per lei, che a differenza sua sembrava ancora un essere pensante e parlante.
-Anche a te…- e per l’ennesima volta la vide allontanarsi, via da lui.

*L’amore con tutti gli sconosciuti, lo straniero tanto meglio!
Io mi innamoro solo un po', oh un poco ogni giorno di qualcuno di nuovo. (The Hozier; Someone New)*


Buon pomeriggio cari!! ;)
Scusate avrei voluto aggiornare qualche giorno fa ma dovevo assolutamente rileggere e correggere il capitolo che era pronto ma non revisionato!!!
Beh eccolo qui, che ve ne pare?? Ho cercato di coinvolgere un pò tutti...ma si manca qualcuno! ROSE E SCORPIUS?? Beh non me ne sono scordata è che per loro riservo il prossimo capitolo :D
Ringrazio chi ha recensito lo scorso capitolo e vi supplico di farlo sempre, adoro sapere cosa pensate e se ho scritto gran cacate oppure cose piacevoli XD
suppliche a parte ringrazio comunque chi segue preferisce e ricorda la mia fic delirante! ;) Baci e a presto, rory!
PS: corro a rispondere alle recensioni!!!
PS2: Per chi non ricorda Sam Clafin è il mio Bart e Deborah Ann Woll la mia Lawrence !! ^^
 



 
  
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