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Autore: truppappa    24/06/2015    6 recensioni
[AU]
Blaine Anderson, a soli 35 anni, è già un cantante sulla via del tramonto. Si trova a Tokyo per girare una pubblicità per una nota marca di whiskey. Non parla il giapponese e odia un po' tutti.
Kurt Hummel ha 25 anni ed è pieno di vita. Anche lui è a Tokyo, per motivi ben differenti, e anche lui non parla il giapponese.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel, Sebastian Smythe | Coppie: Blaine/Kurt
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Buonasera popolo di EFP!
Ebbene si, sono ancora qui a rompervi le palle :D
Non mi dilungo in queste note iniziali perchè non ho molto da dire, se non tre/quattro piccoli punti:

1) Mi dispiace tantissimo non essere costante con gli aggiornamenti, però ringrazio quelle bellissime persone che, nonostante tutto, hanno pazienza e seguono ancora le mie storie.
2) NON ODIO SEBASTIAN, LO GIURO
3) Sono particolarmente soddisfatta di questo capitolo magari a voi farà schifo, ma shhhh
4) Vi amo e vi adoro come la pasta al pomodoro che tra cinque minuti andrò a prepararmi. Buon appetito!
E se non avete di meglio da fare, io e la bravissima AmonAmarth abbiamo creato una pagina su FB: https://www.facebook.com/pages/TruppappaAmonAmarth/1583456885252296


Ale


 





Roma?




 

Fuori è tardi ed è già buio, dalla finestra della camera di Blaine si vede la luna, che brilla e spicca nell'oscurità del cielo.
«La luna è bellissima stanotte» dice Kurt, steso su un fianco sul letto e con la faccia rivolta verso la finestra.
Blaine, alle sue spalle, con un braccio mollemente poggiato sul suo fianco, sorride e «Tu sei più bello» sussurra.
Kurt rabbrividisce leggermente quando sente il fiato caldo del riccio sul retro del suo collo.
Rimangono il silenzio per un po' poi, perchè non c'è nulla da dire, perchè è tutto perfetto così com'è.
Passano minuti, o forse ore, ma Kurt e Blaine non si rendono conto del tempo che passa. In realtà non si rendono conto di niente a parte loro due.
«Domani mattina voglio parlare con Sebastian, voglio sapere che diavolo ha intenzione di fare» mormora ad un certo punto Kurt, interrompendo quel dolce silenzio che impregnava la stanza.
«Mmh» bofonchia il riccio girandosi sul letto, a pancia in sù e con le braccia incrociate dietro alla nuca.
«Non voglio che tu vada a Roma senza di me» continua il più piccolo mentre anche lui si gira e poggia la sua testa sul petto di Blaine.
«Nemmeno io voglio andare a Roma senza di te» dice Blaine.
«Voglio passeggiare per le strade di quella città con te nelle nostre notti insonni...e voglio trovare un muretto anche lì. Un muretto tutto nostro» sussurra il castano alzando leggermente la testa e lasciando un piccolo bacio sopra la maglia di Blaine, proprio all'altezza del suo cuore.
Il riccio comincia allora ad accarezzare i capelli di Kurt e «Voglio trovare un nostro muretto in ogni città che visiteremo, Kurt» ammette.
«Blaine?» dice Kurt dopo qualche secondo.
«Si?»
«Vorrei...ecco...uhm-pensavo che...mi piacerebbe...t-tu...» comincia a balbettare Kurt e Blaine smette di giocherellare con i suoi capelli e aggrotta le sopracciglia, leggermente confuso.
«Kurt?» lo richiama quindi.
«E-Ecco...io...non lo so cosa succederà domani, cosa mi dirà Sebastian...insomma, se dovremo separarci o...non lo so, ma- ma vorrei...stanotte-» mormora allora Kurt arrossendo furiosamente e Blaine non ha bisogno di altre parole per capire ciò che vuole il ragazzo.
Blaine sorride leggermente mentre Kurt va avanti nel suo discorso sconclusionato e balbetta parole del tipo: "Almeno stanotte", "Io e te", "Mi piacerebbe se...", "Ma non devi, se non vuoi" o "Solo che vorrei-".
E mentre Kurt continua a delirare, soffocandosi con le sue stesse parole, Blaine prende un respiro e «Kurt?» lo interrompe.
Il castano ferma il fiume in piena che stava uscendo dalla sua bocca e «S-si?» sussurra.
«Anche io voglio fare l'amore con te»

Mentre bacia il collo del castano e si spinge dentro di lui, Blaine pensa che fare l'amore con Kurt è come suonare un pianoforte.
E Blaine ama suonare il pianoforte. Ama far scorrere le sue dita lungo quei tasti neri e bianchi, così come ama far scivolare le sue mani lungo la schiena e le cosce pallide di Kurt.
Ama chiudere gli occhi e perdersi in una melodia che le sue stesse mani stanno componendo, così come ama sentire i gemiti di Kurt e sapere di essere lui stesso l'artefice di quei suoni meravigliosi.
Solo che con Kurt gli occhi li tiene aperti, perchè non vuole perdersi nemmeno una delle sue espressioni facciali.
E infatti gli occhi dorati di Blaine, resi liquidi e scuriti dal piacere, rimangono fissi sul volto del più giovane durante tutto l'atto: lo guardano quando strizza con forza gli occhi o quando si morde il labbro inferiore o quando apre le labbra senza fiato.
Solo quando Kurt viene tra i loro corpi, solo grazie alle sue spinte, Blaine si concede di chiudere gli occhi e di riversare il suo piacere dentro quell'antro caldo che lo ha accolto fino ad allora.
E mentre il castano si accoccola al suo fianco nudo e sospira un "Sono felice, Blaine", il riccio arriva alla conclusione che fare l'amore con Kurt non è come suonare un pianoforte. No, è molto meglio.
  

La mattina dopo, Kurt sbatte un paio di volte le palpebre prima di mettere a fuoco ciò che lo circonda.
Blaine è letteralmente abbarbicato al suo petto e i suoi ricci scuri gli solleticano piacevolmente il mento.
Il castano infila una mano in quei capelli e giocherella con un riccio mentre richiude gli occhi.
Respira piano, cercando di non fare troppo rumore e pensa che ha passato la notte più bella di tutta la sua vita. 
Non vuole che tutto questo finisca. Non vuole andare via. Non vuole lasciare solo Blaine. 
Vuole solamente passare altre mille e mila notti esattamente come quella appena trascorsa.
Proprio mentre pensa a questo, Blaine comincia a muoversi leggermente e a bofonchiare qualcosa.
«Buongiorno» dice allora Kurt, un piccolo sorriso che nasce spontaneo sulle sue labbra.
«'Ngiorno» sbadiglia Blaine, ancora con gli occhi chiusi, mentre strofina dolcemente il suo naso contro il collo del più piccolo.
«Sai di buono» aggiunge poi stringendo un fianco di Kurt con una mano.
«Dici così solo perchè non hai ancora sentito il mio alito mattutino» scherza il castano accarezzando pigramente la schiena di Blaine con la mano che non è impegnata a giocherellare con i suoi capelli.
Blaine apre lentamente gli occhi, ancora annebbiati dal sonno, e alza leggermente la testa per poter fissare Kurt negli occhi.
«Sarebbe un privilegio sentire l'odore del tuo alito mattutino» dice poi con tono serio. Kurt, però, scoppia a ridere e gli tira leggermente i capelli.
«Ahia!» esclama Blaine «Che ho detto di male?»
«Smettila di dire idiozie e spostati un po' che voglio andare a lavarmi i denti» dice Kurt ridacchiando, ma Blaine non accenna a muoversi, anzi.
Alza ancora un po' la sua testa, così che le sue labbra siano ad un soffio da quelle di Kurt, e «Non stavo scherzando. Voglio tutto da te, anche il tuo alito mattutino» sussurra.
«E se io non volessi sentire il tuo, di alito mattutino?» chiede il più giovane cercando di deglutire e perdendosi negli occhi di Blaine, che lo fissano con una tale intensità da fargli tremare leggermente le ginocchia.
«Beh, in quel caso...diciamo ch-» comincia a dire Blaine, ma Kurt manda al diavolo tutto e tutti e annulla la minima distanza che lo separava dalla bocca di Blaine.
«Mi aspettavo di peggio» mormora Blaine quando Kurt si allontana dalle sue labbra «tipo...odore di cipolla andata a male o di toma stagionata»
«Idiota» lo apostrofa Kurt prima di rifiondarsi sulla sua bocca e Blaine ride e sorride nel bacio.


Kurt si alza dal letto e mentre si infila un paio di boxer guarda la figura dormiente di Blaine, arrotolata nelle lenzuola.
Il ragazzo si porta una mano al petto e sente il suono del battito del suo cuore impazzito.
Impazzito perchè ha paura di andare a parlare con Sebastian.
Impazzito perchè è sicuro che ciò che ha detto Artie corrisponda alla verità.
Impazzito perchè Blaine è troppo bello, anche mentre ha la faccia spiaccicata contro il cuscino, le labbra socchiuse e i capelli che hanno la forma di un nido di passerotti.


Blaine infila gli spartiti nella tasca interna della valigia, si guarda intorno per essere certo di non essersi dimenticato niente e solo quando è certo di aver preso tutto, si lascia andare sospirando pesantemente.
Abbassa le palpebre e si massaggia le tempie.
Fra meno di mezz'ora dovrà lasciare l'hotel e avviarsi verso l'aereoporto con Wes e...
e senza Kurt, forse.
Un leggero bussare alla porta gli fa riaprire gli occhi.
«Si?» chiede.
«Sono io» risponde la voce di Kurt.
Il riccio allora si affretta ad andare ad aprire la porta.
«Hey» dice non appena lo vede sulla soglia.
«Hey» sussurra Kurt, senza guardarlo negli occhi.
«Ho parlato con Sebastian e-» continua poi, ma «E tornerai in America con lui, vero?» conclude Blaine al suo posto.
Kurt stringe le labbra tra loro e annuisce lentamente.
«Per quanto?» chiede allora il cantante.
«N-non lo so...ha detto che non c'è bisogno della sua presenza qui. I lavori procedono bene e lui può tornare a casa ai suoi affari...» risponde il castano.
«Lui può tornare a casa, ma tu-» comincia a dire Blaine.
«Ma io sono costretto ad andare con lui» sussurra Kurt.
«Costretto?»
«Glielo devo, Blaine...mi ha anche offerto un lavoro, non posso rifiutare»
«Non puoi o non vuoi?» chiede allora il riccio mentre sente formarsi un groppo alla gola.
Kurt rimane zitto e, per la prima volta da quando si conoscono, Blaine odia questo silenzio.
Perchè non è uno dei loro soliti silenzi.
«Ho capito...» mormora allora Blaine dopo un po'.
«Tornerai a vivere con lui, vero?» chiede subito dopo, giusto perchè è un masochista e vuole sentire la lama del coltello premere fino in fondo al suo cuore.
«Blaine...» lo supplica a quel punto Kurt cercando di prendergli una mano.
Il riccio però fa un passo indietro e «Blaine cosa?» chiede e una risata amara gli scappa dal profondo della gola.
«Non dire così, ti prego...lo sai che non provo più niente per lui» pigola il più piccolo.
«Ma lui ancora ti ama e...e ti porta via con sè e...e sono sicuro che cercherà di riconquistarti e...e io sarò troppo lontano per impedirglielo» mormora sconfitto Blaine.
Kurt scuote la testa, qualche lacrima comincia a rigargli il volto, e «Voglio solo te, Blaine» dice.
«E allora non partire! Rimani con me!» grida allora Blaine accasciandosi per terra e coprendosi il volto con le mani. Dio, si sente così fragile e...stupido.
«Blaine...non posso, ti prego...» mormora Kurt. Poi si inginocchia e abbraccia il corpo tremante di Blaine.
«Allora vattene» piange il moro cercando di divincolarsi dalla presa di Kurt, che però insiste e con forza lo tiene stretto a sè.
«Vattene!» urla tra i singhiozzi, ma Kurt non se ne va. Rimane fermo lì in quella posizione per un tempo infinito. Si stacca solamente quando Wes compare davanti alla porta, ancora aperta, della camera di Blaine e «Dobbiamo andare, Blaine» dice schiarendosi la voce con un colpo di tosse.
Solo allora Kurt lo lascia andare. Solo allora si rialza da terra. E solo allora se ne va veramente, senza dire una parola.


«Non era così che dovevano andare le cose» si lamenta Blaine mentre sorseggia un bicchiere di whiskey al bar dell'aereoporto di Caselle esattamente un'ora prima della partenza del loro volo per Roma.
Wes, seduto al suo fianco, gli lancia una brevissima occhiata e sospira.
Gran bella fregatura l'amore, pensa.


Jeff guarda l'ora sul cellulare, poi punta lo sguardo sull'entrata del Politecnico, poi torna a guardare l'ora sul cellulare.
«Cazzo, Nick, ma quanto ci metti?» sussurra tra sè e sè. Dopodichè apre lo zaino che portava sulle sue spalle e tira fuori una bottiglia di vino.
La sta stappando con i denti - o meglio, sta provando a stapparla con i denti - quando una voce divertita giunge alle sue orecchie.
«Devo preoccuparmi? Sono appena le due del pomeriggio e tu stai già bevendo» dice Nick affiancandosi a Jeff, che sorride e «Dobbiamo brindare al tuo esame!» esclama.
«Non sai nemmeno se l'ho passato!» si lamenta Nick.
«Pfh! Sei una secchia, ovvio che l'hai passato!» dice mentre passa la bottiglia ancora chiusa al suo ragazzo e «Aprila tu, che io non ci riesco» aggiunge.
Nick rotea gli occhi e tira fuori un accendino dalla sua tracolla.
«Sei un caso perso» mormora mentre stappa la bottiglia.
«Ma mi ami comunque» osserva Jeff afferrandolo per un fianco e baciandogli una guancia.
«Effettivamente...»
Il biondo ride e nel frattempo gli frega il vino dalle mani.
«Vedi che sei un alcolizzato?» gli dice Nick cercando di usare un tono di voce serio, ma finendo a ridere come un imbecille.
Jeff non gli risponde, troppo impegnato a bere direttamente dalla bottiglia.
«Senti, ma...andiamo a pranzare da qualche parte o vuoi rimanere a fare il barbone qui davanti?» chiede allora Nick.
«Andiamo a prenderci un pezzo di pizza, va!» propone Jeff.
Poco dopo, quando sono seduti su una panchina con un trancio di pizza in mano, Jeff assottiglia lo sguardo oltre le spalle di Nick e «Quello non ti sembra Kurt?» chiede con la bocca ancora piena.
Nick si volta immediatamente e vede un ragazzo che ciondola come uno zombie poco distante da loro.
«Effettivamente sembra lui» dice.
«Kuuuuurt!» urla allora Jeff alzandosi in piedi per farsi notare dall'altro ragazzo, che effettivamente alza lo sguardo e li saluta con la mano, ma non si avvicina e continua per la sua strada.
«Kuuuuuuuuuuurt!» lo richiama allora il biondino e Nick si tappa le orecchie per precauzione. Non ci tiene a diventare sordo così giovane.
«Vieni qui!» urla ancora Jeff agitando un braccio come un pazzo.
Kurt si guarda intorno spaesato e si incammina nella loro direzione.
«Sembra un morto vivente» sussurra Jeff all'orecchio del suo ragazzo.
«Hey» li saluta Kurt due secondi dopo. Il ragazzo ha un sorriso pallido e sbiadito dipinto in volto.
«Tutto bene?» chiede educatamente Nick e «Dov'è Blaine?» chiede contemporaneamente Jeff, meno educatamente.
«Blaine è partito» si limita a rispondere Kurt.
«Cosa vuol dire che è partito?!» gracchia Jeff.
«Vuol dire che è partito, Jeff...vuol dire che in questo momento è all'aeroporto» sussurra Kurt giocherellando con i lembi della sua maglietta.
«E quando aveva intenzione di dirmelo?!» esclama offeso il ragazzo «Pensavo fossimo amici!»
«L'ha scoperto solo ieri sera e...insomma, non è che-» prova a dire Kurt, ma «E perchè tu non sei con lui?» lo interrompe Nick.
«Perchè io torno in America con Sebastian, per lavoro e Blaine invece continua a girare la pubblicità a Roma» risponde Kurt con gli angoli della bocca piegati in giù.
«Cristo!» esclama Jeff, senza riuscire a contenersi.
«Ho fatto un casino, ragazzi» sussurra a quel punto Kurt passandosi una mano tra i capelli e sospirando.
«Lui mi ha chiesto di rimanere e io...io gli ho detto che non potevo» aggiunge poi.
«E non puoi veramente?» chiede Nick.
«Si, che posso! Diamine se posso! Anzi, voglio rimanere! Voglio stare con lui, ma non volevo far stare male ancora Sebastian...lui mi ha offerto un lavoro e-»
«E lo sai che puoi trovare anche altri lavori, vero?» chiede a quel punto Jeff.
«Si, ma...non so fare nulla! Non ho mai fatto nulla...sono sempre stato con Sebastian e non ho mai pensato realmente al mio futuro» dice Kurt sull'orlo delle lacrime.
«Posso essere sincero, Kurt?» domanda Nick posandogli una mano sulla spalla per cercare di tranquillizzarlo.
Il castano annuisce e «Devi seguire il tuo cuore, Kurt. Non tornare in America con Sebastian. Lo sai anche tu che non vuoi lavorare per lui, ti stai solo accontentando. Stai vivendo passivamente la tua vita, come hai fatto per tutti questi anni...ma ora, ora è il tuo momento. Tira fuori le palle, ti prego, tira fuori le palle» dice Nick.
Kurt scoppia a piangere dopo aver sentito le parole del ragazzo perchè sa che ha ragione. 
«M-mi accompagnate all'aeroporto?» chiede tra un singhiozzo e un altro.
Nick e Jeff si sorridono complici e cinque minuti dopo sono tutti e tre infilati dentro ad un taxi.


«Ultima chiamata per il volo...» annuncia la voce metallica all'interno dell'aereoporto e Wes scuote la spalla di Blaine.
«Dobbiamo andare, Blaine» dice.


«Che ore sono?» chiede Jeff al tassista.
Kurt si morde il labbro inferiore mentre le sue gambe tremano. Sinceramente non ha capito una parola di ciò che ha detto Jeff, dato che ha parlato in italiano, ma non gliene può fregare di meno perchè ha una paura fottuta di non riuscire ad arrivare in tempo.
«Le 15:15» risponde annoiato l'uomo.
«E allora prema quel maledetto pedale che abbiamo fretta!» esclama il biondino.
«Jeff...» lo riprende dolcemente Nick.
«Guarda che siamo quasi arrivati, ragazzino» bofonchia intanto il tassista guardando male Jeff dallo specchietto.


Kurt si catapulta fuori dal taxi non appena l'auto si ferma e comincia a correre.
Sente in lontananza le voci di Nick e Jeff che lo esortano a correre ancora più in fretta.


«Mi dispiace, il volo sta per decollare» gli dice una ragazza quando Kurt si presenta davanti al gate.
Kurt, ancora con il fiatone, si gratta il retro del collo e «La prego, mi faccia passare» la prega.
«Signore, lei non ha nemmeno il biglietto» gli fa notare la ragazza.
«Ma non voglio salire su quell'aereo! Voglio solo far scendere una persona»
«Mi dispiace, non posso proprio fare nulla» lo liquida lei.
Kurt impreca mentalmente e si allontana.
Tira fuori il cellulare e compone il numero di Blaine. Ovviamente ha il telefono spento, esattamente come un'ora, mezz'ora e quindici minuti prima.


Nick e Jeff sorridono tristemente quando vedono tornare indietro Kurt.
Speravano che ce l'avesse fatta e invece...
«Ci dispiace» dice Jeff prima di coinvolgere il castano in un abbraccio.
«Jeff?» chiede Kurt con il viso affondato nel suo collo.
«Si?»
«Non vorrei passare per una pessima persona, ma...non ho con me molti soldi e...mi faresti un prestito?» chiede a bassa voce, vergognandosi da morire per quella richiesta.
Jeff si allontana leggermente e «Se mi stai chiedendo un prestito per andare ad ubriacarti ti dico di no, ma se me lo stai chiedendo per comprare un biglietto aereo per Roma...beh, cazzo si!» dice.
Kurt scoppia a ridere e «Non so nemmeno come ringraziarti» mormora.
«Non voglio niente in cambio, Kurt...voglio solo che tu e Blaine vi facciate sentire ogni tanto, okay? Tanto Blaine ha il mio numero di telefono» lo tranquillizza Jeff.
Il castano gli rivolge un sorriso e annuisce.
«Bene!» dice allora il biondo prendendo a braccetto sia Kurt che Nick «Andiamo a comprare sto biglietto!»
«Ma la mia valigia è ancora in hotel»
«E che problema c'è? Adesso mandiamo Nick a prenderla!» dice Jeff e «Heyyy! Perchè io?» esclama il diretto interessato.
«Daiiii, io non ci salgo più su quel taxi! L'autista mi odia» mormora il ragazzo sbattendo le ciglia come un cerbiatto.
«Okay, okay. Voi andate a comprare sto biglietto, io vado all'hotel, prendo la valigia e torno qui» 
«Si lascia convincere facilmente il tuo ragazzo» mormora divertito Kurt.
«Fin troppo!» ridacchia Jeff mentre Kurt tira fuori la chiave della sua camera e la consegna a Nick.
«La stanza l'ha già pagata Sebastian, quindi...» dice poi.
«Quindi vado e torno. A dopo!» dice lasciando un bacio sulla guancia a Jeff e correndo verso il taxi ancora parcheggiato lì davanti.  


«Kurt?» chiama Sebastian mentre bussa contro il legno della porta della camera di Kurt.
«Kurt? Dobbiamo andare...l'aereo non aspetta noi, eh!» aggiunge poi «Eddai...lo so che ci sei, aprimi la port-» e la porta si apre, ma...
Ma non è Kurt quello che Sebastian si trova davanti.
«E tu chi diavolo sei?!» esclama.
«Nick!» risponde il ragazzo.
«Nick? E chi diavolo sei?!» chiede ancora Sebastian alzando il tono di voce.
«E perchè tieni in mano la valigia di Kurt?» aggiunge poi quando nota il borsone del suo ex ragazzo nelle mani dello sconosciuto.
«Perchè...uhm...sono...il fattorino?» 
«Se non mi dici chi sei veramente, giuro che chiamo la polizia» lo minaccia allora Sebastian.
«SonounamicodiKurttipregononchiamarelapoliziaperchèhounpoderbanelmiozainoenonvogliofinireingalera» dice tutto d'un fiato il ragazzo e Sebastian aggrotta le sopracciglia.
«Cosa cazzo hai detto?» chiede.
«Che...s-sono un amico di Kurt e di non chiamare la polizia» dice allora Nick, evitando di menzionare l'erba nascosta nel taschino del suo zaino.
«Dove devi portare la sua valigia? Kurt deve prendere un aereo con me fra esattamente tre ore»
«Ehm...ecco...penso che lui non verrà» mormora Nick abbassando lo sguardo.
«Cosa vuol dire "penso che lui non verrà", mh?»
«Significa che non verrà con te»
«Dov'è adesso Kurt?» chiede allora Sebastian, decisamente spazientito.
«All'aeroporto...»
«Dimmi che non sta andando a Roma, ti prego» chiede a quel punto Sebastian crollando davanti agli occhi di Nick.
«S-si, sta andando lì» conferma Nick.
«Cazzo!» sbotta allora l'altro tirando un pugno contro il muro «Cazzo, cazzo, cazzo!»
«Ehm, se-» comincia a dire Nick, ma Sebastian alza una mano per farlo tacere e «Sparisci immediatamente, tu e quella stupida valigia» sibila.
Nick annuisce velocemente e altrettanto velocemente scappa fuori da quell'hotel.


Sebastian torna nella sua stanza e prende a calci la sua valigia.
«Fanculo!» urla «Fanculo a Kurt e fanculo a Blaine. Andatevene a fanculo insieme!»
Lacrime di rabbia escono dai suoi occhi e Sebastian se le asciuga con le mani mentre si dà dell'idiota da solo e capisce di aver perso veramente quello che credeva
essere l'amore della sua vita.


Una volta atterrato alla stazione di Fiumicino, Kurt viene spintonato da almeno tre persone nell'arco di mezzo minuto.
Sbuffa leggermente mentre accende il suo cellulare e compone immediatamente il numero di Blaine.
Il telefono squilla a vuoto per un po', poi, quando ormai Kurt sta perdendo tutte le speranze, Blaine risponde.
«Cosa vuoi?» dice con tono duro.
«Dove sei?» chiede Kurt mordicchiandosi il labbro inferiore.
«Secondo te?» chiede ironicamente il moro.
«Cosa vedi davanti a te?» chiede allora Kurt.
«Perchè lo vuoi sapere?» domanda Blaine.
«Perchè vorrei essere con te»
«Potevi venire con me, ma hai preferito Sebastian, o sbaglio?»
«Blaine...»
«Sono nella mia camera d'albergo» continua Blaine con un tono un po' meno duro di voce.
«E cosa vedi dalla finestra della tua camera?»
«Il Colosseo...il sole sta tramontando e mi piacerebbe che tu fossi qui con me in questo momento» si lascia finalmente andare Blaine.
«Mi dispiace, Blaine»
«Dispiace anche a me...mi sono comportato e sto continuando a comportarmi come un idiota»
«Avevi tutto il diritto di prendertela con me» ammette Kurt.
«No...non ne avevo il diritto» ribatte il riccio.
«Blaine?»
«Mh?»
«Possiamo non parlarne più?»
«Okay»
«Blaine?»
«Mh?»
«Stiamo ancora insieme»
«Anche se io sono a Roma e tu presto sarai in America? Si, Kurt»
«Blaine?»
«Mh?»
«Potresti fare una cosa per me?»
«Cosa?»
«Fra mezz'ora vai davanti al Colosseo e chiamami, così guarderemo il tramonto insieme...in un certo senso»
«Kurt?»
«Si?»
«Suono troppo sdolcinato se ti dico che mi manchi da morire nonostante siano passate poche ore?»
Kurt sorride, anche se Blaine non può vederlo, e «No, Blaine perchè anche tu mi manchi da morire» sussurra.
«Avrei voluto baciarti un ultima volta prima di partire e invece...»
«Non importa, Blaine...adesso devo staccare. Chiamami tra mezz'ora, okay?»
«Okay»
Kurt chiude la chiamata e si avvicina ad un taxi parcheggiato di fronte all'aereoporto.
«Quanto ci si mette ad arrivare davanti al Colosseo?» chiede al tassista non appena appoggia il fondoschiena sul sedile dell'auto.




 






 
  
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