Anime & Manga > Rossana/Kodocha
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Autore: ReginadeiSogni    25/06/2015    7 recensioni
< Si sono Akito il fratello di Natzumi, ma penso che tu lo sappia già! > rispose lui freddo e distaccato, girandosi verso la chiesa. I suoi occhi si bloccarono sull’immagine dei due sposi felici che sorridevano, per il riso che la gente tirava addosso a loro. Tra quelle grida mancava la risata della sua Sana, mancava lei con la sua chioma ramata e il suo dolce profumo.
“Oh Sana.. mi senti? Ho bisogno di Te…” pensò Akito guardando il cielo.
****
Nello stesso momento due occhi color cioccolato stavano fissando lo stesso cielo, per un attimo avvertì un brivido e poggiò la mano al cuore, come se quella richiesta fosse arrivata fino a lei. Ma nessuno dei due poteva sapere che, le loro strade si sarebbero incrociate di nuovo.
Genere: Drammatico, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Akito Hayama/Heric, Fuka Matsui/Funny, Natsumi Hayama/Nelly, Nuovo Personaggio, Sana Kurata/Rossana Smith | Coppie: Sana/Akito
Note: Lime, OOC, What if? | Avvertimenti: Spoiler!, Triangolo
Capitoli:
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Erano passate due settimane da quel bacio, che in Akito aveva riacceso sentimenti ormai spenti. Sin dal primo incontro al matrimonio di sua sorella, la vicinanza di quella ragazza era un vero toccasana. Non avrebbe mai pensato di provare certe emozioni con una persona che non fosse Sana, e per quanto la cosa lo sconvolgesse, stava bene e aveva davvero bisogno di quel senso di pace interiore, che aveva perso quella notte.
In quei giorni senza darsi appuntamenti, si era visto con Reira molto spesso al pub di Gomi, la voce melodica di lei era il centro dei suoi pensieri da quando si svegliava, a quando poteva finalmente sentirla. Dopo aver cantato lei si avvicinava al gruppo dei suoi amici, e passavano il resto della serata tutti insieme. Era una ragazza davvero simpatica,e lo rendeva felice sapere che anche le persone più importanti della sua vita, l'avessero accettata e ci andassero daccordo. Non c'erano più stati baci, ma ogni volta seduti vicini si scambiavano sguardi,e Reira con una scusa gli sfiorava spesso le braccia mentre parlava. Spesso in quelle serate avrebbe voluto prenderla e portarla via, sopratutto quando il suono della sua risata gli scaldava il cuore, e accendeva in lui voglie che per la sua salute mentale doveva reprimere. Non era giusto pensare a queste cose, a volte si sentiva un ragazzino alle prime armi, ma sopratutto per quanto questa passione che sentiva dentro lo faceva sentire vivo, anche in quei momenti il ricordo di Sana lo faceva risvegliare, e provava rabbia perchè non poteva credere che stava provando le stesse cose che provava per lei. In quelle settimane si era reso odioso con tutti, il solo sentirla nominare sopratutto nei momenti che la sua mente era libera da tutto ciò che faceva male, lo facevano scattare e litigare con i suoi amici. Si era promesso che l'unico modo di stare meglio fosse quello di non voler sentire il suo nome, e dopo una violenta discussione con Gomi, anche tutti gli altri avevano smesso in sua presenza. Ma fare il duro non voleva dire stare bene, o dimenticarla. L'avrebbe sempre aspettata, ma nel frattempo doveva tornare a  vivere, e questo voleva dire tornare ciò che era prima di averla al suo fianco. Sarebbe tornato l'Akito menefreghista, senza sentimenti, dove il sesso sarebbe stata l'unica via d'uscita dal dolore.


                                                      *****

Quella domenica mattina l'aria era molto più calda, l'estate stava arrivando e l'odore del mare durante la corsa era meraviglioso. Il silenzio che avvolgeva Tokio era un vero toccasana, ed era il momento migliore della giornata. Con la musica che cancellava ogni minimo suono intorno a lui corse senza una vera meta. Ma proprio in quel momento si ritrovò davanti a quella casa, e in contemporanea iniziò una canzone che sembrava proprio ricordargli  quello che cercava di mettere da parte.


 

Forse cadrò, ma sempre comunque,
in piedi mi rialzerò.
Tu che non sai più niente di noi,
tu che di me non hai capito mai,
che sono qui,
da sempre ti sento vicino,
anche adesso che non ci sei.
Tu che non hai più niente di noi,
Tu che mi dai assenza e non lo sai.
Che gli occhi si abituano a tutto,
e i piedi si alzano in volo.*

 

Si fermò all'improvviso piegandosi e appoggiando le mani sulle gambe, riprendendo un pò di fiato. Il destino stava giocando ancora con lui, più cercava di voltare pagina, di allontanarsi da quello che ormai sembrava irraggiungibile, e più c'era qualcosa che puntualmente glielo doveva ricordare. Quella canzone continuava a ronzare nelle sue orecchie, e preso dalla rabbia lanciò l'ipod a terra, e corse di nuovo cercando di placare i mille sentimenti contrastanti che provava in quel momento.
Raggiunse senza fermarsi un secondo la spiaggia, e asciugandosi il sudore che gli bagnava la fronte, si sedette sulla morbida sabbia e si prese la testa tra le mani. Era cosi stanco di stare male. Aveva sofferto cosi tanto, e grazie a Sana era ritornato in vita. Si era innamorato, ma ora sembrava che quel dolore non andasse mai a scemare, e più lui lo metteva da parte e più si intensificava. Ogni giorno si autoconvinceva che sarebbe cambiato, che avrebbe fatto di tutto per rialzarsi, ma ancora una volta era a pezzi.


< Akito stai calmo. Hai una grossa ferita sulla gamba, e non puoi correre. Che succede? Sana sta bene? >.
< Calmarmi Nat? Cosa vuoi che me ne freghi di uno stipido taglio eh? L'hanno portata via. >.
Akito aveva perso molto sangue dal taglio che si era procurato alla gamba, cercando di liberarsi per salvare Sana da quella trappola mortale. Dopo averla tirata fuori, e aver urlato il suo nome nella speranza che lei si rimanesse sveglia, all’arrivo dell’ambulanza chiamata dai passanti che si erano fermati per soccorrerli, perse i sensi. Si risvegliò poche ore dopo, ma il dolore che provava era passato in secondo piano, dopo che gli ritornò in mente le loro mani intrecciate, due fari, i fischi delle ruote e una botta fortissima,gli provocò dei brividi su tutto il corpo. Dopo aver saputo che Sana durante l'incidente aveva sbattuto la testa e che era ancora priva di sensi, imprecando silenziosamente corse verso la sua stanza, ma i dottori gli dissero che non poteva entrare, e che appena avessero avuto notizie li avrebbero subito avvisati. Cosi attesero tutti in quel corridoio che lei si risvegliasse. Dopo essersi addormentato, quando la luce del sole proveniente dalla finestra di fronte lo fece svegliare, sua sorella gli  disse subito che Sana si era svegliata finalmente. Misako e Rei erano dentro la stanza con i dottori, e senza pensare alla sua gamba dolorante corse zoppicando verso la stanza e apri la porta, nonostante Natzumi gli dicesse di non muoversi e di aspettare, Akito la vide , era viva e stava parlando con i dottori, e appena la chiamò lei si girò a guardarlo, ma Misako gli andò subito incontro e lo portò fuori dalla stanza. Gli disse che ora non poteva vederla, e che appena sarebbero finiti i controlli lo avrebbe subito chiamato. Akito con la consapevolezza che lei stesse bene tornò nella sua stanza, e cercò di riposare attendendo il momento in cui l'avrebbe vista.
Passarono due giorni e ogni volta Misako inventava la scusa dei controlli, e che ancora non poteva entrare nessuno se non i genitori. L'unica cosa che gli avevano detto , era di stare tranquillo che tutto si sarebbe sistemato, ma lui non capiva bene il senso di quelle parole. Fino al mattino dopo, che stufo delle scuse dei genitori di Sana, spalancò la porta, ma quello che trovò dentro fu solo una stanza vuota, con un bigliettino appoggiato sul letto.
< Perchè l'hanno portata via? Magari l'hanno solo spostata! Aspetta ce un dottore, Mi scu... >
< Non c'è bisogno di un fottuto dottore. Leggi. >

Ciao Akito.
So che ci odierai dopo che avrai letto questo biglietto, ma un giorno capirai te lo prometto. Sana sta bene, si e svegliata ed è stata una notizia meravigliosa per tutti. Ma ora dobbiamo portarla via. Ha perso la memoria, e ci hanno consigliato di allontanarla fin quando la sua testa non sarà in grado di affrontare tutto questo. Se l'avessi vista le cose sarebbero peggiorate, e lei si sarebbe spaventata proprio come ha fatto con noi, e potrebbe essere un grosso trauma rivedere tutti. Quindi ti chiedo di non cercarci, di non cercarla per ora. Se la ami devi lasciare che il tempo guarisca le sue ferite, e che il destino decida quando sarà di nuovo il vostro tempo. Perdonaci Akito. A presto Misako.

Mentre Nat leggeva il biglietto, Akito era corso verso il medico che aveva visto nella stanza di Sana, e dopo averlo preso per il colletto lo sbattè contro il muro.
< Dove diavolo l'hanno portata? Me lo deve dire >.
< Ragazzo si calmi, io non so dove sono andati. E se anche lo sapessi, sono tenuto a rispettare il segreto professionale. La sua ragazza ha subito dei seri danni al cervello. Non ricorda nulla, ha bisogno di tranquillità. >
Akito aumentò la presa.
< Dove cazzo sono andati? >
Nel frattempo arrivarono tutti gli altri, e vedendo la scena Gomi e Tsu corsero verso di lui e cercarono di allontanarlo.
< Lasciatemi. Subito. Devono dirmi dov'è Sana. Ora. > L'ultima parola tuonò in tutto il corridoio, un suono che fece rabbrividire i presenti, per il tanto dolore che trasmetteva quell'urlo.
< Starà bene ragazzo. La prego solo di capire le scelte che abbiamo preso per lei. >.
Dettò ciò il medico scappò via, e Akito corse verso sua sorella in lacrime tra le braccia di Demon, e le strappò il biglietto dalle mani, e si allontanò.
< Akito dove stai andando? >
< Nat me l'hanno portata via, io devo trovarla. Non fermatemi, non dite niente, lasciatemi in pace. >




< Ciao straniero. >
Una voce dietro di lui, lo riportò alla realtà, e cercò di darsi un aspetto migliore alla vista di una chioma lunga e bionda.
< Reira! >.  Rimase paralizzato di fronte alla sua bellezza cosi naturale, anche solo con una semplice tuta addosso, senza un velo di trucco sapeva come farti rimanere senza parole. Ma ciò che colpiva di più erano i suoi occhi verdi, che grazie ai raggi del sole brillavano.
< Sai ti stavo osservando da un pò, pensavo dormissi. Eri immobile, non davi segni di vita. Ma vedo che nonostante il tuo aspetto orribile, tu sia vivo! > Akito sapeva benissimo quello che la sua faccia stava trasmettendo. Stava ricordando il momento ancora più brutto dopo quel maledetto incendente, che faccia avrebbe potuto avere? Distrutta forse?
< Mattinata movimentata! E tu? Ti alleni per bruciare tutti i dolci che ti sei mangiata questa settimana al pub? >
< Ammetto i miei peccati! > si sedette accanto a lui sbuffando sonoramente.. < Come si fa a dire di no ai dolci di Fuka? > gli disse rivolgendogli un meraviglioso sorriso. Portò all'indietro la testa alzando gli occhi al cielo, e Akito fece scivolare il suo sguardo su tutto il profilo della ragazza, era passata una settimana da quel bacio e non si erano più toccati, e in quel momento ne aveva una gran voglia. Ma era ancora scosso da quei ricordi e da quella canzone che ancora gli rimbombava nella testa, e non era il momento giusto di buttarsi tra le braccia di un altra donna.
<  Hai ragione! E' davvero un ottima cuoca. >. Rimasero per alcuni minuti avvolti in un silenzio imbarazzante. Era la prima volta dopo tanto tempo che si ritrovavano soli,  l'attrazione sessuale tra loro era palpabile nell'aria, ma per fortuna la voce di Reira li fece ritornare con i piedi per terra.
< Che dici, colazione? >
< Ok, andiamo >.
Una volta raggiunto il bar  a pochi metri da loro, presero posto e diedero le loro ordinazioni alla cameriera. Reira iniziò a raccontare di quanto fosse felice che il suo gruppo aveva trovato un bellissimo posto, dove poter cantare. Nel frattempo arrivarono i due caffè, e rimasero in silenzio, avvolti dal suono delle onde del mare.
< Sai stasera è il compleanno di Brandon il chitarrista del mio gruppo, ti piacerebbe venire? >
< Ah si? E dove festeggiate? >
< Festeggia a casa sua, ha una grande villa con piscina. Penso che tu abbia bisogno di staccare da tutta la merda che hai dentro giusto? Vieni con me, e per una sera dimenticati chi sei. >. Akito spostò lo sguardo dai suoi occhi, alle loro mani unite sopra il tavolino, e ritornò di nuovo a lei, e si allontanò bruscamente da quel contatto. Era una sensazione bella che non voleva,e non doveva provare con una donna che non fosse lei. Ma aveva maledettamente ragione, doveva allontanarsi da tutto ciò che gli ricordava lei. Non aveva detto quello stesso giorno che doveva tornare a vivere? Era ora di ricominciare. E non erano parole buttate al vento come quelle passate, sta volta lo avrebbe fatto. Ci sarebbe riuscito. Forse.
< Ok ci sarò! Dimmi dove abiti, passo a prenderti. >
< Ci vediamo davanti al pub va bene? Tanto abbiamo le prove oggi, partiamo direttamente da li. Alle 21? >
< Perfetto. A dopo Reira. > Iniziò a correre. Doveva scappare da quelle labbra, erano un richiamo troppo grande.
< Aspetta Akito. > La sua voce lo fece fermare e voltare verso la ragazza, che gli stava correndo incontro. Quando arrivò di fronte a lui, Reira si avvicinò lentamente al suo viso, e unì le loro labbra, in un morbido bacio.
< Non vedo l'ora! >. Lo superò, lasciandogli il sapore di un bacio troppo veloce sulle labbra.


                                                     *****

Erano passate ormai tre settimane da quel pranzo disastroso. Doveva essere una giornata bellissima, finalmente avevano scoperto di aspettare un bambino. Nat non aveva più visto il fratello, come poteva dirgli quanto era felice dopo averlo visto in quello stato? Si loro dovevano andare avanti con la loro vita, ma non poteva sbattergli in faccia che per lei e Damon tutto era perfetto, mentre lui stava ancora soffrendo. Quella mattina si svegliò prima di suo marito, erano 13 settimane che dentro di lei cresceva una nuova vita, e se tutto fosse andato bene, avrebbero scoperto il sesso. Si girò verso il comodino, e prese in mano la foto di lei e Sana alla festa del diploma, e una piccola lacrima silenziosa rigò il suo viso. I momenti più importanti li stava vivendo senza la sua migliore amica, quanto avrebbe voluto chiamarla come pochi mesi prima, e dirle che sarebbe diventata presto zia, ed essere stretta tra le sue braccia. Sapeva che li da qualche parte nel mondo Sana c'era, ma le mancava cosi tanto la sua voce, la sua risata, la sua presenza. L'aveva sentita il giorno del suo matrimonio, e anche oggi la sentiva più che mai.
''Oh amica mia, torna da noi. Torna da Akito. Torna. ".
I suoi pensieri vennero spezzati, da due forti braccia che la imprigionarono in un abbraccio dolcissimo, posò la foto e si rannicchiò contro il petto di Damon intrecciando le loro mani.
< Buongiorno amore mio! >
< Buongiorno piccola. Pronta per la visita? Io si, non vedo l'ora! >
< Anch'io Damon! Quindi alziamoci e corriamo allo studio. >
Dopo essersi alzati, si prepararono velocemente e in dieci minuti erano gia pronti, e partirono di casa con un immensa emozione dentro i loro cuori. Arrivati in sala d'attesa, trovarono due posti liberi presero posto, e contarono i minuti che li dividevano da un piccolo schermo dove avrebbero rivisto, la loro più grande gioia.
< Hayama. >
Finalmente toccava a loro, pochi istanti e forse avrebbero saputo il sesso del loro bambino.
< Buongiorno Dottoressa. >
< Buongiorno a voi. Come sta signora? Pronti a vedere vostro figlio? >
< Si! Non vediamo l'ora! >
< Bene, allora si stenda sul lettino e si tiri su il vestito. >.
Nat aveva il cuore che batteva all'impazzata, mentre stringeva la mano di suo marito, un gel freddo veniva spalmanto sul suo ventre, e in pochi secondi su uno schermo gigante apparì un piccolo fagiolino che faceva un sacco di capovolte, e tante bollicine nuotavano intorno a lui.
< E magnifico. Grazie amore mio! > Damon strinse ancora più forte la mano di sua moglie, e le diede un dolcissimo bacio, e con l'altra mano asciugò le piccole lacrime di gioia che le rigavano il dolce viso. Il suo cuore batteva fortissimo, un altra grande emozione che li fece emozionare ancora di più.
< Allora siete pronti a sapere il sesso? >.
Natzumi e Damon si guardarono negli occhi e sorridendo dissero in coro un grande si, che fece sorridere anche la dottoressa.
< Dopo varie capovolte, e moltissime foto questa piccola peste, non è riuscita a nascondersi. Vi presento vostra figlia. >.
Se fino a quel momento il volto di Nat era velato da dolci lacrime, dopo quella notizia scoppiò in un sonoro pianto di felicità. Guardò intensamente suo marito, e si baciarono calorosamente, e dopo si voltarono verso lo schermo che raffigurava la loro principessa.
< Ciao piccola Rossana. > . Lo dissero insieme, felici che fosse proprio la bambina che avevano tanto desiderato.


                                                       *****


Akito era fuori dal pub appoggiato alla portiera della macchina, era in anticipo di dieci minuti cosi decise di accendersi una sigaretta.In quelle due settimane era riuscito ad accantonare in un angolo il dolore, ma quella mattina il destino per lui aveva altri programmi, e aveva risvegliato tutto. Non sapeva bene se era giusto che quella sera si doveva presentare ad una festa di gente sconosciuta, ma si era perso negli occhi di Reira e la consapevolezza che avesse maledettamente ragione, lo aveva spinto ad accettare. Avrebbe staccato dai soliti amici, dai soliti posti e magari si sarebbe anche divertito. Un po quello che faceva prima di incontrare Rossana. Ragazze e nessun pensiero. Dopo aver buttato la sigaretta a terra, alzando gli occhi vide uscire dalla porta Reira, in un bellissimo tubino attillato nero e capelli ricci che ondeggiavano ad ogni passo. Era uno splendore.
< Akito! Avevo paura che tu non venissi. >. Prendendolo alla sprovvista, avvicinò il viso a suo e le loro labbra si toccarono di nuovo, ma per la seconda volta un contatto troppo breve.
Senza dire altro salirono in macchina, e Akito seguì le indicazioni della ragazza e dopo una decina di minuti arrivarono di fronte a una villa immensa stracolma di gente e musica altissima. Parcheggiarono la macchina e si incamminarono verso la casa.
< Questo Brandon è dannamente ricco! >
< Già Tesoro. Ancora mi chiedo il perché suoni con un gruppo di principianti come noi. Potrebbe avere tutto ciò che vuole. >
< Magari si annoia, e con voi stacca un po’ da questa vita. >
< Può essere! >. Prima di entrare in casa Reira infilò il braccio a quello di Akito, e si avvicinò di più a lui, facendo rabbrividire il corpo di Akito per quel contatto.
Quelle erano feste in cui Akito aveva passato i suoi anni da adolescente, e rivedere tutta quella gente lo riportò indietro nel tempo, a quando tutto era spensierato senza problemi. Fin quando non vide Sana, che ballava con sua sorella. Ricordò che gliela presentò, e lei arrossì. Era vestita semplice, non come tutte quelle ragazze che gli saltavano addosso appena lo vedevano, trucco leggero, e lunghi capelli ramati ondulati che la rendevano una dea. Ma quello che la rendeva ancora più bella, erano le sue gote di un rosso naturale,che illuminavano i suoi grandi occhi cioccolato.
< Prendi da bere Tesoro? >
< Si una birra va bene! >. Si era perso ancora una volta nei ricordi. Menomale che doveva andare in posto che non le ricordava lei, era proprio in una di quelle feste che l’aveva vista per la prima volta. Il destino si burlava ancora di lui.
< Ciao Brandon siamo arrivati!!! Ti ricordi Akito no? >. L’amico di Reira non si fermava mai a parlare con loro dopo aver suonato, scappava sempre via. Ora finalmente poteva guardarlo meglio, aveva capelli corti castani, occhi grigi e corporatura muscolosa, uno che se la tirava poco insomma. Una cosa non sfuggì ad Akito il modo in cui stringeva Reira in modo possessivo, e come la guardava. Se la stava mangiando con gli occhi, classico comportamento da amico di band secondo lei.
< Si si. Piacere Brandon. Non abbiamo mai avuto modo di parlare. >
Nello stringergli la mano, la stretta fu molto salda e nervosa, e Akito capì subito quanto quell’uomo di fronte a lui fosse irritato per la sua presenza.
< Piacere mio! Gran festa. >. Gli disse Akito facendo roteare la testa intorno alla stanza.
Poco dopo si ritrovarono appoggiati al bancone improvvisato, con Reira che chiacchierava animatamente con Brandon, e lui invece si ritrovò ad accendere una conversazione piacevole con Chase il cugino del festeggiato, che a prima impressione sembrava molto più simpatico. Avevano entrambi la passione per la palestra e il Karate, cosi Akito decise di invitarlo a fare una prova nella sua palestra.
< Certo Amico.  Dammi il tuo numero cosi ti chiamo quando passo, almeno mi dici dove si trova. >. Una volta che si scambiarono i numeri, Chase lo salutò con una pacca sulla spalla.
< Perdonami, le donne chiamano. A più tardi. >
< Divertiti! >. Ma vedendo come correva verso un gruppo di ragazze in centro alla sala, Akito immaginò che la sua risposta non l’avesse neanche sentita.
Poco dopo aver finito la seconda bottiglia di birra, si avvicinò Reira e si aggrappò al suo braccio. Non si erano calcolati molto negli ultimi minuti, e la sua vicinanza lo faceva sentire meno solo in mezzo a tutte quelle persone che neanche conosceva.
< Ti ho lasciato solo con quello stupido di Chase. Immagino ti avrà stressato su quante donne si porta a letto ad ogni festa!! >
< Mi dispiace doverti contraddire, ma è molto simpatico e abbiamo parlato di cose molto noiose. E non si avvicinano neanche un po’ alle donne! >
< Wow! Lo hai per caso drogato? La cosa più seria che dice di solito è “Salve razza di idioti”.>. Scoppiò a ridere subito dopo aver imitato il tono di voce di Chase, e anche ad Akito scappò un ghigno divertito per quella scena.
Era gia alla terza birra, ma nonostante la sua testa si sentisse un po’ leggera, ai suoi occhi non scapparono le occhiate di fuoco che gli lanciava Brandon da lontano, e mentre lo osservava lo vide avvicinarsi al deejay della serata e prendere il microfono.
< Salve amici! Siccome è il mio compleanno, vorrei che tutta la mia band mi raggiungesse! >. Nella sala rimbomarono urli, e fischi di apprezzamento per il cambio serata.
< Forza Reira, facci sognare con la tua voce straordinaria. >.
Sentì la ragazza sbuffare al suo fianco, e dall’espressione che aveva Akito capì che lei non avesse per niente voglia, ma voleva ascoltarla di nuovo. La sua voce era una dolce melodia, e più la sentiva e più ne rimaneva affascinato.
< Corri da Brandon! >
< Ma non voglio lasciarti da solo, e Brandon è un cretino! Sa che odio queste improvvisate. >.
< E’ un piacere sentirti, ci vediamo dopo qui! >.
Non disse nulla, lasciò con rabbia il suo braccio, e gli sfiorò delicatamente il viso e corse verso la sua band pronta a far innamorare tutti i presenti.
< Allora cosa ci canta la nostra principessa? >.
Akito notò anche che mai si era rivolto cosi a Reira durante gli spettacoli al pub di Gomi, capì che era un altro modo di fargli capire quanto la desiderasse, come se marcasse il territorio solo con le parole. Si sentiva minacciato dalla sua presenza, e lui l’aveva capito sin da subito.
< Canterò “ Se tu non torni”. E’ una festa allegra, ma possiamo far unire un po’ di coppie innamorate e non, in un dolce lento. Che ne dite? >.
Akito ebbe una fitta al petto, sapeva già che quella canzone non prometteva nulla di buono. Avrebbe tanto voluto stare li e ammirare Reira cantare, ma il suo istinto gli diceva di scappare. Così afferrò un'altra bottiglia di birra, e si incamminò verso il terrazzo. Aveva bisogno d’aria, ma appena arrivò fuori la canzone cominciò, e tutto intorno a lui svanì.

 

Se tu non torni, non ci sarà speanza
Ne ci sarà nient’altro.
Camminerò senza di te,
con la mia tristezza bevendo pioggia,
che era cosi bella, cosi grande, cosi infinita.
E ogni notte verrà una stella a farmi compagnia,
e ti racconterà come sto affinchè tu sappia
cosa accade.
Dimmi amore, amore, amore, sono qui non vedi?
Se non torni non ci sarà vita, non so cosa farò*.

 

Non era una canzone che ricordava un loro momento insieme,era la descrizione del dolore che ancora provava dentro. Appoggiato alla ringhiera del terrazzo alzò gli occhi al cielo, osservando l’orrizzonte attorno a lui illuminato da fulmini, e dolcemente una goccia di pioggia gli si adagiò sul viso.Davanti a quello spettacolo molte immagini gli passarono davanti. Lei che correva tra i prati, sorrideva sotto la pioggia. Lui era nascosto sotto un albero per non bagnarsi, e Sana continuava a chiamarlo e diceva che era bellissimo stare li sotto. Non era un tipo molto aperto, ma si era innamorato di lei dal primo momento che la vide, si innamorò delle sue gote che ogni volta arrossavano. Vide lei avvicinarsi con il broncio, e si posizionò di fronte a lui, incrociando le braccia al petto guardandolo di storto.
< Sei proprio un brontolone Hayama! >.
Cosi gli aveva detto prima di fargli la linguaccia è correre via.  In quell’istante decise di lasciarsi andare per la donna che amava, la rincorse e la bloccò per un braccio e si voltò di scatto incatenando i loro occhi. I loro respiri diventarono affannati, i loro cuori battevano all’unisono. Akito le accarezzava dolcemente il viso, ignari entrambi di quanta acqua inzuppasse i loro corpi, si avvicinòe fece sue quelle piccole labbra rosa, che bramavano quel contatto proprio come lui.


                            
                       *****

Ogni immagine di quel giorno gli passava davanti, senza saltare nessun particolare. Era come se loro fossero ancora li su quel prato sdraiati, i loro corpi intrecciati, la pioggia che non voleva cessare, e baci che non volevano proprio finire. Un tuono fece scomparire le loro immagini, e lasciò Akito da solo con la consapevolezza che forse tutto ciò non sarebbe mai tornato. E ogni ricordo avrebbe fatto male, la sua ferita non si sarebbe mai chiusa. Da quel momento avrebbe odiato la pioggia, avrebbe odiato qualsiasi cosa avesse fatto con lei. La rabbia prese il sopravvento e si scolò tutta la birra che ancora non aveva toccato. Quando si voltò Reira stava ancora cantando con il suo gruppo, sarebbe stato il momento giusto per tornarsene a casa, ma quando guardò la bottiglia in mano vuota decise che forse lasciarsi andare davvero per una notte era proprio ciò di cui aveva bisogno. E cosi fece.
Dopo due ore Reira era tornata accanto a lui al bancone, e insieme a tutti gli altri continuarono a bere. Akito se ne fregò di chiunque, anche di Brandon che lanciava sguardi di fuoco ogni volta che Reira gli sfiorava il viso. Non sapeva in quale punto della serata lui si alzò andando via, e fu proprio in quel momento che Akito prese il volto di Reira e diede inizio a un bacio senza freni, un bacio che forse era sbagliato ma nello stesso momento giusto. Era troppo ubriaco per pensare, e stava cosi bene che desiderava che quella serata non avesse mai fine. Passarono il resto della notte continuando a bere, quando poi Chase cominciò a parlare di tatuaggi, e nella testa ormai annebbiata di Akito passò un idea che avrebbe cambiato la sua giornata il mattino dopo, ma che in quel momento non aveva alcuna importanza.
< Liam perché non ci fai un tatuaggio? Che ne dici Amico >. Chiese Chase ad Akito.
Liam era il fratello gemello di Chase aveva uno studio in paese, che avrebbe aperto solo il mattino dopo, ma non voleva aspettare. L’alcool che scorreva nelle sue vene, non lo faceva ragionare, e doveva buttarsi in quella pazzia.
< Si io ci sto. Andiamo sono pronto. >.
Dopo una decina di minuti si ritrovarono dentro il negozio, Reira non era molto convinta di ciò che lui stesse facendo. Aveva paura che quella scelta lo avrebbe fatto pentire un giorno. Ma nessuno poteva fare nulla erano tutti ubriachi compresa lei, non poteva permettersi di giudicare le scelte altrui.
< Chase prima gli ospiti. Akito cosa vuoi che facciamo? >.
Non ci mise molto a rispondere, per quanto non fosse in grado di ragionare, dentro di lui sapeva gia cosa incidere la sua pelle, e lo avrebbe fatto quella notte stessa,  anche se si sarebbe pentito. Lo voleva davvero.
< Akai Ohoh. Altezza cuore. >
< Significa guance rosse amico, sicuro? >
< Cominciamo o no? >.
Non si accorse neanche che il tatuaggio era finito, o che cosa avessero fatto subito dopo, che una luce accecante lo svegliò il mattino dopo con un peso sopra il suo petto, e un forte mal di testa. Dopo qualche minuto che i suoi occhi finalmente si aprirono, trovò una chioma bionda accanto a lui che ancora dormiva profondamente. Reira.
Continuava a chiedersi cosa fosse successo quella notte. Si ricordava solo la canzone, la pioggia, il temporale, i ricordi e la birra che aveva in mano. Già quella birra la quarta della serata di tante altre. Cercando di togliersi il peso della donna accanto a lui, si alzò lentamente dal letto, che riconobbe suo. Erano nella sua stanza.
“ Come diavolo ci siamo arrivati qui? “.
Continuò a pensare Akito notando di indossare solo un boxer e niente più. Alzandosi notò i loro vestiti gettati a terra in tutta la stanza. Per quanto provasse un grande desiderio verso Reira, non poteva essere capitato cosi in una notte di depressione e alcool.
Quando il giramento di testa cessò un pochino, si incamminò in bagno e si avviò al lavandino buttandosi in faccia una grande quantità d’acqua fredda. Ma quello che trovò una volta essersi asciugato il viso davanti allo specchio, lo paralizzò. Un grande tatuaggio con due Kanji giapponesi “Akai ohoh”. Guance rosse.
< Merda. >.
Tirò un forte pugno contro il muro, e immagini della notte passata ritornavano lentamente. Non aveva gia il suo ricordo dentro il cuore, doveva tatuarsi anche il nome che li aveva uniti sin dal primo momento? Il nome che ogni santo giorno gliel’avrebbe ricordata ancora di più.






Ciao Ragazzi e ragazze e a chiunque legga questa mia nuova storia! Finalmente dopo un mese passato riesco ad aggiornare sono brava eh! Ahah Non odiatemi ma questo capitolo e concentrato solo su Akito e Reira. Non quanti di voi li apprezzano, ma so che Love Kodocha li odia profondamente, quindi sono pronta a ricevere tutti i suoi insulti vero?? Haha Da notare Brandon e Chase nella mia storia ahah. IN questo capitolo troviamo un Akito ancora tormentato, forse risulterà noioso, e spero che voi non lo pensiate. Se lo sto rendendo ancora cosi e perché lui ama davvero Sana, non potrebbe mai diventare un'altra persona in un giorno, il suo dolore e vivo, lo sente, non può cancellarlo. Non voglio scrivere la solita storia banale dove tutto viene buttato via come l’amore. Anche Akito presto avrà i suoi momenti sereni, una vita normale. Ci va solo del tempo! Nel prossimo capitolo troveremo Sara/Roxie e Brian.. li l’amore e vero sincero, ci si incontra, ci si innamora non sapendo cosa si nasconde al di fuori della loor felicità. Spero che questo capitolo non vi annoierà, e passerete minuti silenziosi che vi emozioneranno!!!! Un grazie a Stefy che con i suoi consigli mi ha aiutata a sbloccare la fine del capitolo! Buona lettura un bacio e a presto! Vostra Saretta <3
* Io ti aspetto di Marco Mengoni
* Se tu non torni di Miguel Bosè
E l'immagine in alto rappresentano Reira e Akito com eio li immagino nella mia testa oltre che all'anime! Spero di non deludere le vostre aspettative a prestoooo!

  
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