Ogni progetto era destinato a svanire nel più recondito degli angusti buchi della mente di uno di quei ragazzi, o forse nell'infinito universo, destinato ad una qualche qualsiasi mente più prolifica e meno otturata.
Ognuno di loro era finito a suonare per conto proprio, nessuno sembrava davvero interessato a continuare un progetto che non avrebbe mai dovuto esistere sapendo loro il perché. Non c'era stato spazio alla collaborazione, all'intesa, alla musica e alla passione. Era tutto rimasto nelle trappole della psiche, in un violento conflitto interiore inevitabilmente corrosivo per ogni spazio alla fantasia. E' inutile provare a descrivere ciò che correva tra la vita di uno e dell'altro perché nessuno di loro in realtà aveva una vita, si erano trovati, erano quasi tutti perfettamente uguali in carattere, stile, modi di fare e di pensare ma questo, in realtà, lo sapevo solo io, nessun altro fuorché me perché, escludendo le quattro chiacchiere che si sono scambiati in condizione d'obbligo, e quelle per buttare giù due parole per un finto album, non hanno avuto altre interazioni.