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Autore: brendy    26/06/2015    1 recensioni
tell me where’s your hiding place
I’m worried I’ll forget your face
and i’ve asked everyone
I’m beginning to think I imagined you all along
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Imaginary girl
Capitolo tredici: Apologize
 


 
Harry ha la musica nelle orecchie, il pullman è troppo affollato e il fatto che si sia seduto due sedie dietro, rispetto al suo posto fisso, gli fa capire quanto quella giornata sia iniziata male.
Giza però riesce a vederla benissimo.
Il maglione nero che si intravede da sotto la sciarpa e dal solito giubbotto in pelle scura.
È impegnata a scrivere sul quaderno rosso; a cosa pensi adesso, che a dividerci sono cinque sedili e delle strade che si intrecciano?
Perché la verità è che Harry ci pensa —-a lei, al bacio, alle sue labbra e ai suoi occhi; ha tentato di scrivere quello che ha provato ma non ce l’ha fatta, perché per Giza non ci sono parole giuste, non c’è una melodia che riesce a descriverla o un libro che possa parlare di lei.
Giza, che adesso osserva davanti a se quel posto vuoto dove prima lo vedeva, è completamente sola, chiusa nella sua tristezza che non permette a nessuno di condividere, di portare via.
Tin, tin.
Le porte si aprono, si spinge tra quei corpi che non conosce, fin quando il tram riparte e la sua immagine non sparisce, rimane immobile sul marciapiede grigio di questa mattina fredda di Parigi.
I loro occhi si incontrano per un breve istante e Harry ha il cuore in gola, le labbra che bruciano e la sensazione di non essere poi così lontano dal raggiungerla come credeva qualche ora fa.
“Pianeta Terra chiama Styles, riesci a sentirmi?”
Da quanto è in classe? Perché il tempo è passato così maledettamente in fretta?
La voce di Niall è fastidiosa come quella del prof Johnson, che non la smette un secondo di parlare di formule, incognite e problemi.
“Cosa?”
“Dio amico, ma si può sapere dove hai la testa oggi?”
“Horan, Styles i bidelli sono sempre felici di avere un aiuto extra!”
“Stiamo benissimo così prof, la ringrazio”
Harry non nota la battuta di Niall, che ha lasciato di stucco metà della classe, non nota nemmeno le sue guance colorarsi di rosso e coprirsi il volto con il quaderno macchiato da una calligrafia inleggibile.
“Che gioia la matematica”
“La odio”
“Alla fine dobbiamo solamente capirla Haz, non dev’essere poi così male”
“E’ piena di numeri e calcoli, regole.. troppe regole”
Niall annuisce, controlla che l’attenzione non sia più rivolta a lui e torna ad ignorare l’amico, che al momento, sembra davvero essere in un’altra galassia.
Harry ha il quaderno aperto e diverse parole scritte a caso, prive di un vero senso. Ripensa alla sera del Vesuvio’s, agli incontri sul tram e alla notte della festa, al bacio –ancora- e al suo continuo cambiamento d’umore, al suo modo di nascondersi agli occhi degli altri. Lei, è un po’ come la matematica; complicata e misteriosa, ma riesce anche a risultati affascinante —e ti piace, una volta capito il suo meccanismo.
Altro che scomposizioni e frazioni, Giza è il vero caso complicato che la gente dovrebbe studiare; un’equazione di cui l’incognita è così lontana dalla soluzione che non fa altro che aumentare il tuo desiderio di impegnarti a risolverla.
Giza è una fottuta ‘x’ sconosciuta ed Harry, giura, di poter spendere tutti i suoi giorni pur di scoprirla, perché vuole essere l’unico a farlo, perché non può permettersi che qualcun altro gli freghi il posto, non quando è bloccato in quel punto di non-ritorno da cui non sa se è in grado di salvarsi.
 
 
 
Iris, che dei mesi freddi proprio non se ne fa nulla, soprattutto quando c’è l’umidità e i capelli le si gonfiano troppo -specialmente sulle punte-, controlla gli impegni segnati sul promemoria dell’Iphone e sente il cuore fare qualche battito in più, quando nota il nome di Niall sulla data di domani.
La casa odora di cannella e arancia, ha il retrogusto di cenere, fumo e quel dopobarba di Zayn un po’ troppo forte ma che non le dispiace affatto.
“Buongiorno”
Giza ha meno trucco in viso, il quaderno rosso tra le mani e con la bocca tiene la sciarpa mentre cerca di infilarsi quegli stivali consumati.
“Sei in ritardo?”
“Già, devo passare da Leo a prendere degli appunti per Louis, andare al Vesuvio’s e poi aspettare Andrew che mi chiami per dirmi qual è il programma di stasera”
“Usciamo?”
“C’è la gara di skateboard, non ricordi?”
Iris annuisce, le manda un bacio volante e aspetta di sentire il rumore della porta chiudersi prima di incamminarsi verso il bagno, desiderosa doccia calda e buona musica.
E mentre il vapore caldo riempie la stanza e i vestiti cadono sulle mattonelle fredde, il cielo è stato coperto dalle nuvole e una leggera pioggia si confonde con il getto dell’acqua.
Iris, che dei mesi freddi e tristi non se ne fa proprio niente, sta pensando a domani, a un sorriso fatto da denti leggermente storti e una tendenza al farneticare che trovi solo in poche persone.
Sta pensando agli occhi color ghiaccio, alla pelle candida proprio come la neve o le nuvole scure che premettono tempesta.
Ci pensa, anche se sa bene che non dovrebbe farlo, perché fondamentalmente il problema è proprio questo; più Niall Horan entra nella sua mente, più sa già, non ne uscirà molto facilmente —sempre se ne uscirà.
 
 

“Quindi spiegami”
“Cosa?”
“La tua non-voglia di andare alla gara di skate”
“Sono stanca”
“Mia nonna è stanca Giza e con ottanta e rotti anni addosso, posso capirlo ma tu sei stanca di cosa?”
Giza alza gli occhi al cielo e stringe le mani nel giubbotto in pelle, perché quando Louis si fissa su una cosa è veramente impossibile fargli cambiare argomento e da quando ha rotto —che poi rotto, non è la parola esatta- con Andrew, è impossibile gestirlo.
“Dobbiamo per forza parlarne?”
“Certo! Dato che Harry mi sta particolarmente simpatico e mi piacerebbe se uscisse con noi qualche volta”
“Che felicità”
“Non capisco quale sia il problema”
“Non capisci perché non sai”
“Se tu non parli”
Dal Gramsci proviene un brano abbastanza commerciale di Macklemore, segno che la gara sta per cominciare e che Chad si è offerto, anche questa volta, di fare da DJ.
“Non mi sembra il momento adatto a farlo”
“Con te non è mai il momento”
“Lo so”
“E fidati, un bacio non è poi la fine del mondo”
Giza stringe la sigaretta tra le dita, mentre Zayn e Iris, che è seduta proprio al suo fianco, urlano i loro nomi a gran voce per farsi notare.
“Ragazzi”
“Siamo in ritardo?”
“Come al solito Lou”
Iris ridacchia, Giza aspira un’altra boccata di fumo e Zayn punta gli occhi sulla pista illuminata da diverse luci, dove i capelli blu di Michael spiccano tra la confusione che c’è.
“Ci siamo persi qualcosa di importante?”
“No, solamente Frida che pregava Liam di spostarsi avanti perché non ci vedeva e Leo, che è andato a prendere da mangiare al chiosco”
Louis annuisce, mentre con lo sguardo cerca Andrew, che non sente da poco e gli manca un po’ troppo.
Non lo trova e riesce a togliere quella strana malinconia che ha nel petto, solo quando la voce di Chad annuncia che il prossimo concorrente è Harry Styles.
“Non.Dire.Una.Parola.”
Il bisbiglio di Giza lo fa sorridere, mentre osserva il modo in cui le guance si colorano leggermente di rosso alla vista del ragazzo.
Harry è più bello del solito e il fatto che abbia così tanti occhi addosso è uno dei motivi che fa rimanere Giza, sempre un po’ alla larga.
“Lasciati andare”
“L’ho ignorato”
“Gli ho dato il tuo numero, a scuola, martedì mattina”
“Ti odio”
“Mi stai ringraziando dentro”
“Bugiardo”
“Non è affatto male il ragazzo”
“Sfortunatamente hai ragione”
Giza come sempre, ha l’ultima parola, anche perché Harry ha appena fatto un salto impossibile, due ragazze sedute sopra loro hanno commentato la sua bellezza e bravura e lei si è appena accesa la quarta sigaretta da quando è arrivata.
“Gli parlerai?”
“Non ho tempo per l’amore Louis”
“E’ qui che ti sbagli, sei tu che non lo vuoi”
“…”
“Sei spaventata”
“No”
“Si invece, ed è una cosa normalissima”
“Cosa dovrei dirgli?”
“Inizia con delle scuse, al resto ci penserai”
“Non ti assicuro niente”
Louis non risponde, si limita a sorridere sornione e a guardare Andrew, che è appena entrato nel suo campo visivo bello come solo lui sa essere e lo sta osservando, mentre si tortura il labbro inferiore più rosso del solito.
 
 
 
Zayn invece non pensa.
Non gli piace pensare a troppe cose, gliene basta semplicemente una e al momento è proprio li accanto.
Iris sta mangiando dei popcorn, commentando le esibizioni e ride, ride con quella voce che di triste non ha nemmeno l’ombra, come se in quel momento, non avesse problemi.
“Mi hanno detto che ti piace molto viaggiare”
“Assolutamente, voglio vedere tutto il mondo”
“E’ un bel progetto il tuo”
“Anche difficile”
“Difficile?”
Iris annuisce, prende un sorso dalla coca zero –perché dice che non ci sono zuccheri- e aspetta qualche secondo prima di continuare, come se volesse creare quella suspance da libro.
“Devo lasciare le amicizie, anche se rimango sempre in contatto con loro, ma è diverso. Mi perdo quello che succede, i litigi, le stranezze di Giza che non migliorano e le parole, i momenti che vivono ogni giorno. Mi perdo serate come queste, le maratone di Harry Potter a Gennaio” osserva Josh ringraziare tutti e andarsene, raggiungendo Harry accanto al muro “Insomma, per quanto io ami stare lontana da casa, delle volte sento il bisogno disperato di non trovarmi a chilometri di distanza. Quindi è difficile ma ho scelto io questo stile di vita e non me ne pento”
Zayn annuisce e ancora non pensa, perché con Iris che si tocca i capelli blu e si tortura il piercing, è quasi impossibile pensare.
“Quando parti?”
“Ancora non lo so, al momento è un argomento tabù”
“Mi piacerebbe visitare l’Italia”
“Venezia è molto bella”
“Romantica”
“Non sono una da smancerie e frasi poetiche”
“A me non dispiacciono”
Lei si sofferma a guardarlo, non dice niente, perché ha già capito due cose di Zayn; la prima è che non deve assolutamente chiedere niente del suo passato, la seconda, invece, è che è più fragile di quanto gli altri possano immaginare.
E mentre Chad cambia canzone, Leo va in mezzo alle rampe con il megafono per elencare i tre vincitori, loro due si soffermano in chiacchiere.
Si soffermano sui libri che hanno letto, i posti che lei ha visto e che lui ha voglia di sentire; dei film, delle vie più belle di Parigi e di quegli strani amici che si ritrovano, che però, non cambierebbero affatto perché con loro ne hanno passate tante e stanno ancora vivendo la loro giovinezza e di parlare del futuro non ne hanno voglia, perché paurosi.
 
 
 
Se ne sono andati tutti e quel silenzio stranamente le sta stretto.
Harry è li, nel silenzio e la sta guardando, mentre Louis le ha appena scritto che la aspetterà alla fermata del tram.
“Sei stato grande prima”
“Me la cavo”
“Anche se non hai vinto, per me eri da primo posto”
Lui sorride, Giza lo nota grazie alla foca luce della luna che ha illuminato il suo volto che mostra le solite fossette da bambino.
“Pensavo mi odiassi”
“Cosa?”
“Sai dopo quel giorno..”
“Non ti odio Harry”
“Allora perché mi hai ignorato?”
Perché se ciò continua, finirai col starci male.
Perché oltre a non essere brava con le parole, sono incapace anche di gestire quelli come te, o forse te in generale.
Perché forse mi piaci.
Perché forse ti penso un po’ troppo spesso.
Perché mi confondi.
Perché mi manchi e sono spaventata, terrorizzata da ciò.

“Mi dispiace”
Nel silenzio del Gramsci, sente i suoi passi, la distanza che si accorcia e i suoi occhi che la guardano attenti, mentre le mani aperte aspettano le sue.
“A me non mi dispiace se mi ignori Giza, non se questo serve a farmi capire come sei e i limiti che non posso superare. Non mi dispiace se questo mi farà avvicinare a te, ma ho bisogno che tu mi spieghi; perché adesso non sono più capace di fingere che tu non esisti”
“Non è facile”
“Niente lo è” sorride.
“Finiresti con il farti male”
“Starò attento”
“Stai giocando con il fuoco”
Lui si limita a sorridere, ancora e Giza sente le gambe farsi leggermente più deboli, la gola è secca e ha caldo, mentre la sua mano stringe quella di Harry.
Ed è strano, perché la sua mano è così piccola e quel contatto è così sconosciuto che si sente fuori luogo.
“Stai bene?”
“Non è poi così male”
Si morde l’interno guancia e abbassa lo sguardo quando raggiungono Louis, che rimane in silenzio davanti alla scena.
Si permette di osservarsi attorno solo quando il tram arriva ed Harry le bacia la guancia, augurandole la buonanotte.
“Ha accettato le scuse?”
“Tu dici?”
E il tram vuoto si riempie della risata di Louis, dell’imbarazzo di Giza e al momento va tutto bene, nonostante senta ancora la sensazione di doversi allontanare da quei sentimenti.




 
ecccomi quiii -dopo una lunghissima assenza di mesi, perdonatemi, ma tra la scuola, la patente e altre cose varie il tempo è volato e il computer non l'ho proprio calcolato per mesi, mi dispiace molto- comunque, com'è andata la scuola?, le vostre vacanze come stanno procedendo?
prometto che da oggi in poi sarò molto più presente per il semplicissimo fatto che ci tengo a concludere questa storia e spero molto che qualcuno di voi abbia ancora voglia di leggerla e sapere la sua fine (cosa che mancano ancor un po' di capitoli ma va beh)
ancora mi scuso per l'enorme ritardo, sono assolutamente imperdonabile lo so hahahah
ad ogni modo, siete sempre dei cuoricini dolcissimi e le vostre parole mi danno sempre una carica positva, davvero, grazie mille.
spero che il capitolo vi piaccia, alla prossima
un bacione immenso 
<3
<3
<3
  
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