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Autore: Doomsday_    26/06/2015    3 recensioni
Draco è solo. Dovrà eseguire ciò che l'Oscuro Signore gli ha ordinato di compiere. E non ha nessuno... nessuno tranne lei.
Astoria farà qualsiasi cosa è in suo potere per restargli accanto. Perfino quando sarà lui stesso ad allontanarla.
Il loro amore è come una stella che, nel buio della notte, brucia in tutta la sua intensità fino a distruggersi.
Dal capitolo dieci:
- Ripensare alla biblioteca diede a Draco un senso di forti brividi: ancora gli era ignoto quel che lo aveva trattenuto dal baciarla quando, per la prima volta dopo mesi, aveva finalmente potuto tenerla tra le braccia. Nel toccarla ogni tentativo di starle distante era crollata, e un intenso malumore l'aveva colto nel godere di quel suo sguardo insolitamente luminoso. Stelle aveva definito quegli occhi, stelle di quel suo cielo buio.
Genere: Drammatico, Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Astoria Greengrass, Blaise Zabini, Daphne Greengrass, Draco Malfoy, Pansy Parkinson | Coppie: Draco/Astoria
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
Capitoli:
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Sectumsempra.





Asteria sorrideva appena, sotto lo sguardo vigile e attento di un inquieto Sean. Si trovavano nella sala comune dei Serpeverde, accanto al grosso camino dal quale si irradiava un calore rassicurante.
Fuori dal castello una tempesta infuriava, ma nella profondità sicura dei sotterranei non si udiva il minimo turbamento di quel tempo ostile.
« Sean, mi stai fissando di nuovo » gli fece notare, con tono tra il divertito e l'annoiato.
Il ragazzo arrossì, distogliendo immediatamente lo sguardo.
Borbottò uno « Scusa » imbarazzato e tornò a scrutare le pagine del libro di Storia della Magia, con occhi ancora persi nei suoi stessi pensieri.
Poi, dopo neppure una manciata di secondi, tornò a guardarla di sottecchi. Sapeva di infastidirla in questo modo, ma non poteva farci nulla. Asteria era sempre così calma, gentile, positiva. Così normale, che Sean si aspettava vederla crollare da un momento all'altro.
Non aveva potuto presentarsi al funerale di Doron Greengrass. Fu una cerimonia circoscritta solo ai famigliari e, in ogni caso, sua sorella non gli avrebbe mai permesso di correre un rischio simile. Eppure Sean non riusciva a perdonarsi il fatto che quel giorno non fosse a sostenere le sorelle Greengrass nel loro dolore. Così, da quando erano tornati a Hogwarts, le faceva da ombra, assicurandosi che stesse bene, che mangiasse a sufficienza o che riposasse abbastanza. Asteria cercava di fargli capire in tutti modi di sentirsi oppressa dalla sua eccessiva preoccupazione, ma Sean si sentiva in dovere di comportarsi così; soprattutto perché era l'unico a passare realmente del tempo con lei.
Daphne non si vedeva mai e, quando per caso appariva in Sala Comune, non degnava Asteria di un solo sguardo.
« Vuole solo starsene per conto suo, Sean. Non è una brutta cosa, ha i suoi tempi » la giustificava lei.
E Draco era assente. Assente con i pensieri. Anche quando stava insieme ad Asteria – cosa che oramai accadeva di rado -, sembrava trovarsi altrove, tant'è che spesso restavano semplicemente in silenzio, lui con lo sguardo perso nel vuoto e lei a studiare per gli imminenti G.U.F.O.
« Ehm... come va? Tutto bene? » tentennò lui, quando notò una leggera increspatura sulla fronte della ragazza.
Asteria fissò gli occhi nei suoi, arcuando tanto le sopracciglia che quasi scomparvero « Scusa? ».
« Volevo dire che... Sì, in somma... Se tu... »,
« Sto bene, Sean » tagliò corto lei.
« Stai bene? » gli fece eco il ragazzo, con tono che rasentava il sarcastico.
Asteria preferì ignorarlo.
« Lo sai che con me puoi parlare, vero? Io sono qui e... »
« Lo so. Per la millesima volta, Sean, lo so. »
Le parve tanto turbata che preferì cambiare discorso « E con Draco? Va tutto bene con Draco? ».
« Sto studiando, Sean! » sbottò, scocciata. « E, sì, va tutto meravigliosamente con Draco ».
« Sarà, ma a me non sembra proprio. Se ne sta sempre per conto suo. Non è giusto, dovrebbe starti vicino ».
« Ha tante cose per la testa a cui dover pensare. Non ho bisogno che mi stia vicino ».
Parli del diavolo, penso Sean quando vide Draco salire dai dormitori. Si dirigeva a passo svelto verso il ritratto, per uscire, e chiaramente non aveva alcuna intenzione né di salutarli e né tanto meno di fermarsi a parlare con loro.
Con uno sbuffo, Sean si alzò e lo seguì.
« No, Sean! Fermo! » sibilò Asteria, ma il ragazzo era già partito di gran carriera, con tale sicurezza che neppure un Dissennatore avrebbe potuto fermarlo.
« Ehi, Draco! Draco, aspetta! » lo inseguì per il corridoio deserto per un lungo tratto, prima che il ragazzo decise di fermarsi. Sembrava che il giovane Malfoy avesse tutta l'intenzione di ignorarlo.
Lo attese con espressione impaziente e piuttosto tirata: « Cosa diamine vuoi, Jugson? » lo apostrofò con una nota di certo qual disprezzo che a Sean non sfuggì affatto.
« Ho bisogno di parlarti ».
« Sì, questo l'avevo già intuito »,
« Riguarda Asteria », specificò allora Sean.
Draco alzò gli occhi al cielo. « Ho cose più importanti a cui pensare in questo momento. Lei sta bene. Smettila di preoccuparti »,
« Ha appena perso suo padre! Lei non può stare bene. »
Draco sbuffò, riprendendo a camminare, ma Sean fu lesto a restargli alle calcagna « Si comporta come se lo fosse, ma lei non sta bene. Lo so, Draco. La conosco ».
Malfoy perse definitivamente la pazienza, afferrò Sean per il colletto della divisa e lo spinse contro il muro «Questo è ovvio. Ma lei è forte e sa come si deve comportare. Esiste il momento della guerra e il momento in cui i morti possono essere pianti. Ti darò una notizia, Sean: stiamo ancora in mezzo alla guerra. Quindi non biasimarla se tiene duro, perché lei sa quali sono adesso le priorità, sa che il peggio deve ancora venire. Sua madre e sua sorella sono ancora vive: è per loro che adesso si preoccupa. Perciò lasciala stare e smettila di ricordarle ogni singolo maledettissimo momento che suo padre è morto davanti ai suoi occhi!».


Quando, quella sera, Draco uscì dalla Stanza delle Cose Nascoste, per poco non gli venne un colpo. Ad attenderlo, davanti alla porta, stava Daphne Greengrass. Il volto pallido e ben più ossuto di quanto riuscisse a ricordare.
Era cambiata da quanto aveva ricevuto il Marchio Nero. Ma se tutto quello era solamente una facciata, Draco non sapeva dirlo. Un'oscurità profonda era scesa su di lei a cancellare la ragazza frivola e solare che era sempre stata.
« Ciao » mormorò lui, circospetto, senza sapere bene come comportarsi. Erano passate settimane dall'ultima volta che le aveva parlato.
Daphne avanzò verso di lui, l'espressione cupa. « Sto per dirti una cosa, Draco. E non ti piacerà »,
« Forse allora non dovresti dirmela. »
« Già, forse non dovrei... » deglutì, « Penso che non dovresti farlo. Fare ciò che ha chiesto il Signore Oscuro, intendo. »
Draco rise, sentendosi quasi preso in giro « Tanto varrebbe buttarmi subito dalla torre di Astronomia. Cosa pensi che farà quando saprà che mi sono tirato indietro? »
« E tu cosa pensi succederà quando non ci sarà più nessuno capace di contrastarlo? » la voce di Daphne giunse rotta alle orecchie di Draco.
« Non posso, Daphne. E neppure tu dovresti parlare in questo modo, lo sai ».
« Sto pensando a mia sorella. Devo proteggerla, Draco, lei è tutto ciò che ho, è l'unica persona di cui davvero mi importa! E lo sai che la userà contro di me, come la userà contro di te. Vi ha visto insieme, sa cosa provi per lei e, lo sai, il Signore Oscuro non perde occasione di divertirsi a nostro discapito. »
La fissò dritto negli occhi, con spavalderia: « Casa vuoi che ti dica? Vorrà dire che cercherò di non affezionarmi troppo ».
Daphne strinse le labbra « Smettila di scherzare ».
« Non capisco cosa tu pretenda da me. Quello che mi chiedi è una pazzia, Daphne, e Hogwarts non potrà tenerci per sempre al sicuro. Perciò puoi provare a proteggere Asteria quanto vuoi, ma la verità è che siamo tutti vulnerabili difronte a lui. Nessuno di noi può essere salvato, Daphne. Siamo le sue pedine sacrificabili, il suo gioco d'intrattenimento. E lo sai benissimo anche tu, sennò non saresti qui ».
« Ho paura... è mia sorella, Draco. E lo so che non è la tua priorità... »,
Draco fece una smorfia sofferente « Non dirlo. Sai che non è vero ».
Daphne sembrò ammorbidirsi « Non volevo sminuire il tuo affetto per lei. Ma... è la mia sorellina... » gli occhi le si riempirono di lacrime, mentre quelle parole restarono sospese, tra di loro, pesanti come macigni.
Draco, a capo chino, se ne andò senza dir nulla.
Pensava a suo padre, ad Azkaban, a sua madre, rinchiusa a villa Malfoy insieme a Voldemort e ai suoi Mangiamorte. Pensò anche a Doron Greengrass e allo sguardo che gli aveva rivolto poco prima di morire, alla signora Greengrass, a Daphne, agli studenti di Hogwarts e ad Asteria. Infine pensò a Silente, a quei suoi occhi penetranti incorniciati dagli occhiali a mezzaluna, e all'anatema che uccide, con il quale avrebbe posto fine alla vita del vecchio preside. Ai Mangiamorte che, sempre grazie a lui, avrebbero invaso Hogwarts.
Si sentì come un naufrago, perso alla deriva di uno sterminato oceano, con la sola prospettiva di non poter mai più sentire la terra sicura sotto ai propri piedi.


Asteria stava scendendo per la cena, quando vide passare Potter, con i mano uno strano giornale dietro cui teneva nascosta la faccia. Non gli avrebbe dato alcuna importanza se non fosse stato per quel suo strano modo circospetto di muoversi per il corridoio. Si fermò davanti al bagno dei ragazzi. Non vi entrò, ma si addossò contro la porta, come se volesse ascoltare ciò che stesse succedendo all'interno.
Dapprima ad Asteria parve un comportamento alquanto bizzarro, poi d'improvviso capì e le si gelò il sangue nelle vene. Pensò a Draco, a quando gli aveva detto, con aria scocciata, che Potter continuava a seguirlo ovunque andasse.
E allora Asteria iniziò a correre, mentre Harry Potter entrava di slancio nel bagno.
Il corridoio sembrava non avere mai fine, come in un incubo, le sembrò di rimanere sempre nello stesso punto, di non avanzare, di vedere il corridoio allungarsi di propria volontà. Ma poi raggiunse la porta del bagno e la spalancò, fiondandovisi all'interno.
Mirtilla Malcontenta urlava; Draco, addossato contro il lavandino, evitava una fattura di Potter.
« No! » gridò Asteria, parandosi davanti al corpo di Draco, le braccia spalancate, priva di alcuna difesa, pronta a proteggerlo incurante delle conseguenze.
Per un attimo Harry abbassò la bacchetta, nel vedere un tale gesto, e Asteria pensò a cosa potesse avervi visto. Sua madre? Un'altra donna che, come lei, si fa scudo vivente di ciò che ama.
Asteria tremava, il respiro affannato. Per un lungo istante sembrò che il tempo si fosse fermato, poi Draco le cinse la vita con un braccio, cercando di spostarla, intimandole di andarsene via, e il tempo allora riprese a correre veloce, Harry scattò lanciando un Incantesimo delle Pistoie che rimbalzò sulla parete dietro l'orecchio di Malfoy e colpì il vetro che andò in frantumi addosso al corpo della ragazza. A quella vista Draco, il volto deformato dalla rabbia, urlò: « Cruci... », ma Harry Potter fu più veloce.
Il Sectumsempra colpì Draco in pieno, dal volto e dal petto schizzarono copiosi fiotti di sangue.
Un grido strozzato, quasi un singhiozzo, si levò dalla figura ancora accasciata a terra di Asteria. Aveva il volto ferito da leggeri graffi, ma non erano nulla in confronto alle condizioni di Draco.
Si trascinò verso il corpo del ragazzo, il quale tremava in maniera incontrollabile, dei fievoli « No, no, no, no » la seguirono, mentre con le mani provava a tamponare le profonde ferite. Ma erano troppe, e sapeva di star compiendo solo gesti inutili, vani. Harry si lasciò cadere in ginocchio accanto a loro, farfugliando scuse incoerenti, mentre Mirtilla prese a urlare a pieni polmoni: « ASSASSINO! ASSASSINO NEL BAGNO! ».
Asteria, con la vista offuscata dalle lacrime, prese ad accarezzare il volto di Draco, sempre più pallido, con la sola immagine davanti agli occhi di sua madre che cullava tra le braccia la testa del marito ormai deceduto.
Serrò gli occhi, respirando a fondo, li riaprì e trovò quelli di Draco a restituirle lo sguardo « Va tutto bene » mormorò allora, prendendo la propria bacchetta dalla tasca « Resisti, Draco. Mi senti? Va tutto bene ».
Ma ogni incantesimo di guarigione che pronunciava sembrava totalmente inutile. Il sangue continuava a fluire, inarrestabile. Gli occhi di Draco si fecero opachi.
Poi la porta del bagno si spalancò e Severus Piton apparve sulla soglia, scuro e minaccioso, il volto livido.
Spinse via Potter e disse ad Asteria di allontanarsi. Iniziò a praticare la contromaledizione e subito fu visibile l'efficacia.
Asteria si concesse un sospiro di sollievo poi, cogliendo di sprovvista sia Piton che lo stesso Harry, si scagliò contro quest'ultimo, puntandogli la bacchetta alla gola: « Cosa ti aveva fatto? Eh? Rispondimi, Potter! » Asteria urlava e, mentre urlava, le lacrime si riversavano a fiumi sulle sue guance. Harry Potter la guardava terrorizzato, senza riuscire a rispondere.
« Stava in bagno, non faceva nulla di male. Perché l'hai attaccato? ».
« Greengrass! » la ammonì Piton, ma era ancora troppo impegnato a salvare Draco, per poter gestire anche lei.
« Voi Grifondoro e i vostri deliri di grandezza. Ti dirò una cosa, Potter: se aggredisci una persona, mentre questi è indifesa, in un momento di debolezza, non sei coraggioso, non sei leale: non sei niente, eccetto che un codardo presuntuoso ».
« Ora basta, Greengrass. » Piton le afferrò il braccio della bacchetta, allontanandola.
Lei si voltò, il viso ancora infervorato dalla rabbia e, con un gesto di stizza si liberò dalla sua presa, « Non mi tocchi » sibilò.
Con sorpresa di Harry, Piton non replicò a quella protesta, bensì aiutò Draco ad alzarsi per accompagnarlo in Infermeria, fermandosi solo per dire: « E tu... », squadrando Potter dall'altro al basso, « tu aspettami qui ».
Asteria stava per seguirli quando Harry la fermò, con tono titubante e ancora agitato.
« Io non sapevo... non avevo idea degli effetti di quell'incantesimo ».
Asteria sbatté le palpebre, perplessa, di fronte a quel patetico tentativo di scuse.
« Ascoltami, Harry, perché questo » e indicò loro due, vicini, che parlavano, « non si ripeterà mai più.
« Non esiste soltanto il male e il bene, né persone buone o cattive, come non esistono scelte giuste e sbagliate. Purtroppo il mondo non può essere diviso con un taglio così netto. Quello che noi stiamo vivendo è probabilmente fuori dalla tua comprensione, perché nessuno che non l'abbia provato sulla propria pelle potrebbe capirlo. Alcune volte la vita ci impone di scegliere il male minore, e questo non ci renderà certamente delle persone buone o giuste, ma ci permette di salvarci, forse, e di proteggere chi amiamo. Voi combattete, mentre noi cerchiamo di sopravvivere; è triste, ma è così che vanno le cose, quando un mostro tiene in pugno tutto quello a cui tieni di più, compresa la tua stessa esistenza. »
Asteria sorrise appena, gli occhi ancora lucidi di lacrime, e si affrettò a raggiungere Draco e il professor Piton, lasciando Harry solo nel bagno, ad aspettare la propria punizione.





Angolo Autrice: Salve a tutti! Sono emozinatissima per aver pubblicato finalmente questo capitolo *^* Per me è un punto davvero fondamentale, a cui mi premeva molto arrivare. Ed essere giunta finalmente qua mi rende davvero felice e soddisfatta :3 Spero che il capitolo sia piaciuto a tutti e che, chi vorrà, lascerà una piccola recensione per dirmi cosa ne pensa!^^ E ora passiamo ai ringraziamenti: Grazie a AlexisVictorie per la sua bellissima recensione, che non manca mai di lasciarmi! Grazie, il tuo sostegno è davvero importante per me!
Inoltre ringrazio le 21 persone che hanno messo la storia tra le preferite, le 43 che l'hanno messa tra le seguite e le 8 tra le ricordate! Grazie grazie grazie a tutti!! :3



   
 
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