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Autore: Egomet    14/01/2009    3 recensioni
Seguito de 'La macchina del capo ha un buco nel...motore'. Davide e Alice sono tornati, ma non sono soli. Tra Calvin Klein, i genitori, gli amici e una casa da ridipingere... come andrà a finire?
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Spiegata la situazione, Alice guarda il lavoro che hanno fatto i due. Ora il salotto è ricoperto, sul pavimento, da giornali vari, carte e pezzi enormi di cartone. Le due scrivanie sono addossate al muro di destra, accanto al divano e il tavolino. La parete scoperta rivela molte crepe.

Alice sorride e sposta lo sguardo ora alla stanza, ora al ragazzo.

-E io che pensavo… e tu invece hai lavorato tutto il tempo-

-Visto che bravi?-

-Non è stato facile, eh?- aggiunge Luciano.

Poi nota l’espressione sul volto della ragazza e capisce che è meglio tagliare la corda e lasciarli in pace.

-Io vado, che è tardi e domani in ufficio chi lo sente… se ti servo, io ci sono- saluta Davide e scompare dietro il portone.

Davide si infila le mani in tasca.

-Com’è andata la festa?- non la guarda, ma tiene gli occhi sul muro.

-Insomma, poteva andare peggio- alza le spalle lei.

Silenzio in casa. Nessuno dei due parla. Poi lei si decide a fare la prima mossa.

-Ora iniziamo a dipingere?- chiede con un sorriso larghissimo.

-Ora? Sei pazza? Io vado a dormire…- annuncia lui, indietreggiando.

-E dai… hai già sonno?-

-Beh sai… tre ore passate a sistemare giornali, spostare mobili e soprattutto togliere tutte le cose che stavano sopra le scrivanie… mica è una passeggiata-

-Beh, non importa; posso farlo sola- Alice avanza verso il pennello nuovo di zecca, ma un braccio la avvolge e la tira via.

-Che faresti tu? A quest’ora di notte? Non lo sai che le brave bimbe vanno a letto presto?-

-Lasciami! Perché, ti sembro una brava bimba io?-

Dice così ma ride.

-A letto-

-No!-

Davide è costretto a prendersela in spalla, fra le risate e le finte proteste della ragazza.

-Lasciami, lasciami stupido!-

Gli molla qualche pugno leggero sulla schiena, ma si rassegna e lascia che la lanci letteralmente sul letto.

Atterra sul materasso, un po’ male, ma si siede. Sposta i capelli dal volto e lo guarda.

Si inginocchia, si avvicina e lo bacia.

Lo prende per il bavero della maglietta e lo trascina sul letto.

Davide si ritrae, ad un certo punto.

-Bleah- commenta.

Si pulisce il labbro col dorso della mano.

-Sai di alcol e fumo. Che schifo…-

-Dai non fare il cretino…-

Si sdraia sul letto, appropriandosi del cuscino, e lo tira a sé.

Si nasconde nello spazio fra il suo collo e la spalla.

Lui sorride, si toglie le scarpe ed è subito accanto a lei.

-Ho lasciato il lavoro in pasticceria- dice.

-Perché?- mormora la ragazza assonnata.

-Non mi piaceva. Non te l’ho detto che sennò ti arrabbiavi…-

E anche perché non te l’ho mai detto che non mi piaceva, aggiunge mentalmente.

-E ma… adesso?-

Alice si tira su e lo guarda mezza addormentata mezza interessata, strizzando gli occhi.

-Adesso me ne devo trovare un altro-

-Che ci compriamo coi soldi del primo mese?- domanda.

-Direi che metà e più se n’è andata per i pennelli, i colori e varie cose. Ma tanto domani dovrebbe arrivarmi la busta coi soldi da mamma e papà- si stiracchia e sbadiglia.

-Dovremmo andare a trovarli, qualche volta…-

-Sì, può darsi…-

Sorride e con un braccio si allunga e spegne la luce della lampada.

Alice sbadiglia, stringendosi di più contro di lui. Non sa se deve dirglielo o meno.

-Lo sai che mi ha toccato il culo?-

-Ma chi?- sorride il ragazzo, e anche se sono al buio può sentire un piccolo sbuffo divertito uscire dalle labbra.

-Oscar- dice, divertita, mentre si allontana e inizia a togliersi la maglietta tanto odiata da sua madre.

-Davvero? E tu ci sei stata ovviamente…-

-Scherzi? Sono fuggita-

-Brava…-

Si alza un attimo, per infilarsi sotto le coperte.

-Sei fredda- nota poco dopo quando si toccano sotto le lenzuola.

-Pure lui fuma- lo informa -e…- sbadiglia -…e… si fa altre cose…- la sua voce si fa più debole.

-Basta che non lo segui, sai? Sennò già tua madre non mi può vedere, poi se pensa che ti ci ho trascinata io in quello…-

Si interrompe, osservandola dormire. Ha gli occhi chiusi, indossa solo la biancheria intima. È raggomitolata su se stessa e si sfrega contro di lui.

Gli viene da ridere.

E meno male che lei non aveva sonno.

 

Alice apre gli occhi, ancora assonnata e leggermente infreddolita. Rabbrividisce e si mette a sedere. Si scompiglia i capelli, portandoseli sopra la testa. Guarda Davide dormire beato sdraiato accanto a lei. Sorride, si china e lo bacia sulle labbra, senza svegliarlo.

Poi scivola giù.

Va verso l’armadio della stanza, lo apre e cerca. Cerca… e trova una scatola.

Era sicura di averla messa lì.

È uno scatolone, e dentro ci trova un ricambio adatto per la scuola.

Infilatasi le Adidas, alza la serranda, lasciando entrare la luce del sole, e va in bagno a prepararsi.

Dopo cinque minuti è pronta, diciamo, per il mondo.

Torna in camera da letto e prende il cellulare.

Invia un messaggio al ragazzo, poi controlla l’orologio. Cavoli, meglio muoversi.

È indecisa se svegliarlo o meno. Poi però lo guarda dormire. Sorride e lo lascia così.

Scende sotto e inforca la bicicletta.

Ora il problema è non svegliare mamma o papà.

Arrivata sotto casa, apre il portone, arriva all’appartamento. Pianissimo, infila la chiave nella toppa, e altrettanto lentamente la gira.

Poi si infila dentro, premurandosi di non far nessun rumore. Con passi calcolati e lenti, cerca di arrivare alla sua stanza.

Controlla l’orologio, sono le sette e mezza. Infatti papà dorme, ne sente il russare.

Ma il problema non è lui, è la mamma.

Prega intensamente che non si sia ancora svegliata, altrimenti… sono dolori.

Ce l’ha quasi fatta. Sorride e si allunga per abbassare la maniglia.

-Alice!-

La voce della madre la fa scattare come una molla. Si volta di scatto e si poggia la mano sul petto.

-Ma’… madonna mia…- riprende fiato e prova a sorridere -… m’hai fatto prendere un colpo-

-Alice che diavolo ci facevi fuori da casa?- la mamma abbassa la voce per non svegliare nessuno e si acciglia.

-Mica stavo fuori, io!- la ragazza fa la faccia offesa.

-E allora come mai non ti ho sentito rientrare?-

-La festa è finita tardi e Oscar mi ha riaccompagnato che erano le… le due- decide che due ore in più non guastano, per coronare la bugia.

Sua madre la guarda dal capo ai piedi.

-Come mai sei vestita allora?-

Uffa, non demorde.

-Perché devo andare a scuola, magari?- cerca di buttarla sull’ovvio, non facendosi beccare impreparata. Mai mostrarsi titubanti quando si dicono le bugie. Meglio essere convinti.

Ma sua madre non sembra berla. La guarda, sospettosa, piegando la testa da un lato proprio come farebbe la figlia. Indossa solo il suo pigiama.

-Finito di guardarmi? Sono bella, vero?- dice, per smorzare la tensione.

-è facile scoprire se mi hai mentito-

La mamma, trionfante, la supera.

-E sarebbe?- la voce le vacilla un po’, ma riesce a non apparire in crisi.

Va verso la camera.

-Vediamo… vediamo…-

Alice impallidisce e allarga gli occhi.

Cerca di trattenerla, ma non può evitarlo. Si prepara alla gridata da migliaia di decibel in arrivo.

-Alice!-

Argh! Eccola……

Si azzarda ad aprire gli occhi, nervosa, e si morde un labbro.

Sua madre esce dalla stanza.

-Non hai fatto il letto! Che cavolo aspetti, la donna di servizio? Fila a fartelo!- con un dito le indica la sua camera, poi la supera e va in cucina.

-E potevi anche svegliarmi, sai? Che è tardi!- aggiunge scomparendo nel bagno.

Alice rimane incredula e confusa in mezzo al salotto, a metà fra la camera e la cucina.

Non capisce. Poi si porge oltre la porta.

Che culo………

Il letto è totalmente disfatto, con vestiti buttati all’aria, un pigiama, magliette e pure una gonna.

Si ricorda e ringrazia i santi che ha pregato.

Prima di andare alla festa non aveva rifatto il letto. Mamma se l’è bevuta.

 

-Allora, proviamo così, che dici?-

Davide si sposta verso l’angolo della parete, e mima il movimento da sotto a sopra del pennello che ha in mano. Indossa una maglia nera, dalle maniche tirate su, e dei jeans. Sotto però, novità, ha delle scarpe nuove. Levi’s.

Alice guarda pensosa il ragazzo. Lei ha una camicia aperta di un po’, e un jeans. Le maniche arrotolate, ovviamente.

-Non so… sai, dopotutto non è più facile se…?-

-Se?-

Lei lascia il pennello sul tavolo, prende con due mani il barattolo di vernice bianca e lo solleva.

Con un po’ di fatica, riesce a tenerlo su.

-Potremmo semplicemente fare così…- fa il gesto di buttarlo contro la parete -e poi spalmiamo la vernice-

Sorride invitante, poi la presa le cede e il barattolo sta per cadere dalle sue braccia.

Ma Davide è pronto e lo afferra prima che si combini il disastro.

-Ehm… scusa…- sorride lei.

Lui lo poggia al sicuro a terra. Poi le rende il pennello.

-No, si fa a modo mio. Allora… - strappa la carta che imprigiona l’attrezzo e legge.

-“Non lasciare residui di pittura, specialmente antimuffa, perché corrode le setole…”- poi lo bagna sotto l’acqua.

-Vado?-

-Vai vai…-

Intinge il pennello nel barattolo, si china a terra e lo spalma sul muro rovinato. Quello si tinge di un bianco candidissimo, del tutto diverso dal resto.

Alice batte le mani.

-Ora io! Aspetta…- si rimbocca le maniche e compie lo stesso gesto del ragazzo.

-Non male… dai cominciamo così poi…-

-Oh senti… sai stamattina mia madre mi ha beccato mentre tornavo a casa- dice.

-Davvero?-

-Sì, però per fortuna l’ho convinta…-

Parlano mentre iniziano a colorare la prima facciata di quel muro vecchio e ammuffito.

-Ma perché arancione e verde?- domanda lui, scuotendo la testa.

-E perché no? Devi essere artistico, creativo…- ribatte la ragazza.

-Ma dico… non andava bene farlo… per dire… bianco?-

-Bianco, bianco… bianco è scontato- fa Alice, con voce ovvia -arancione è brillante, vivace, imprevedibile…-

-Allora l’arancione sei tu…- commenta piano Davide.

-Il verde è più tranquillo, no? È rilassante…-

Si ferma e lo guarda attenta, come a scrutarne qualche cosa di particolare.

-Che ho?- domanda.

-Sei poco fiducioso nelle mie capacità -

-Si vabbé- ride e riprende a dipingere.

-No, non scherzo… che ficata! Sì, il verde e l’arancione. Però mica uniforme la pittura…- aggiunge, ripensandoci.

-E come scusa?-

-Aspetta-

Va verso lo zaino che ha posato in camera da letto, e cerca fra i libri. Poi ne trova uno, quello di filosofia, e lo sfoglia. Trova quello che cercava.

Torna di là. Davide la guarda mentre con una mano si torce un capello e tutta concentrata fissa il foglio. Pensa a quanto è bella.

-Guarda…- mormora lei, avvicinandosi e porgendoglielo.

Il ragazzo lo prende e lo guarda.

-Vedi… prima facciamo tutto bianco, di sotto… poi dipingiamo dei rettangoli… a casaccio…-

Indica il foglio. C’è un riquadro bianco, poi a tratti sono disegnati dei rettangoli arancioni e verdi. Non è male, l’insieme.

Allontana il foglio, guarda prima quello, poi la parete.

Poi sposta gli occhi su Alice.

-E questo quando l’hai fatto?- domanda strafottente.

-Nell’ora di filosofia, mi rompevo…-

Lei gli si avvicina e gli batte una mano sul ventre.

-Oh, sai che sei ingrassato?- sorride riprendendosi il foglio.

-Sì, lo so…- ricambia il sorriso -devo riprendere a correre…-

-No che hai capito? Io intendevo un altro tipo di esercizio…- 

Si fa maliziosa e gli allaccia le braccia attorno al collo; poi sposta la bocca al suo orecchio e gli mormora qualcosa.

Davide sorride, poi la prende in braccio.

-Pure tu non scherzi, sai?- ridacchia.

La appoggia alla parete dell’ingresso, separato dal salotto da una porta scorrevole.

-Ahia!- si lamenta.

-Scusa…- fa lui, fra un bacio e l’altro e la sistema meglio.

Poi la bacia sul collo, scendendo sempre più giù; cerca di intrufolarsi più sotto, ma l’ostacolo della camicia glielo impedisce.

Allora ride e Alice se la sbottona, sorridendo.

Lascia che la baci dappertutto, chiudendo gli occhi e aggrappandosi alla sua schiena.

Fa un leggero sospiro quando una mano di lui va a scoprirle il seno.

Rischia anche di farla cadere a terra.

-Ce l’hai?-

-No… ma che cavolo! Che ti frega…?- sbuffa leggermente seccato.

Lei alza un sopracciglio, poi cerca qualcosa nella tasca dei jeans.

-Visto che anche Oscar serve a qualcosa?- tira fuori i famosi preservativi di un mese fa.

Gli apre il pantalone, facendolo scorrere a terra, poi fa lo stesso con i boxer.

Lo aiuta a spogliarla, e si stringe di più contro il suo bacino.

Lui la sostiene con un braccio solo, mentre la mano destra si poggia sulla sua guancia.

La guarda dritto e intenso negli occhi.

Alice arrossisce e sorride imbarazzata, poi abbassa lo sguardo. Davide ricambia il sorriso e ricomincia a baciarla.

-Madonna da quant’è che non lo facevamo?- domanda con voce roca poco dopo.

-Tanto… - fa lei con lo stesso tono.

 


Dunque...
Per giunigiu95: povero Oscar. Grazie per i complimenti, anche se non sono così bravo. Continua a leggere.
Per demetra85: direi che immagini bene entrambe le volte. Sia su Davide, sia su Alice. Forse sarà lei a commettere qualche errore e farsi prendere dal "nemico"?
Per Jiuliet: caspita, mi sa che ci hai preso ancora. Diciamo che nessuno dei due aveva molta voglia di litigare. Grazie di aver recensito e spero di non averti fatto aspettare troppo.
  
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