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Autore: aki_penn    14/01/2009    2 recensioni
Lei è una stronza di facili costumi, lui è biondo ed enigmatico, entrambi sono bellissimi,ma non hanno alcuna intenzione di innamorarsi, bensì di far innamorare gli altri...magari traendoci qualche beneficio... Stupid Cupid...
Genere: Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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Stupid Cupid

 

Capitolo uno

La Prima grande opera

Coppia uno

[ovvero]

Come togliersi dai piedi due scocciatori

 

 

 

 

 

 

Ore 7.45 am

 

“Non posso davvero credere che mi abbia tradito con quel tipo? Santo cielo! Sembra un topo! Ma l’hai visto? E lei cosa fa? Va con lui!” sentenziò agitato un ragazzo slanciato, con gli occhi verdi infiammati di rabbia, mentre addentava una pasta, seduto al tavolino di un bar dall’aria liberty. Davanti a lui il suo interlocutore sembrava particolarmente interessato a un articolo sulla riproduzione dei coleotteri, pubblicato sul quotidiano di qualche giorno prima, che qualcuno aveva dimenticato al bancone e di cui lui si era prontamente impossessato.

“E poi tutti quei corsi? Sì, sì il corso di cucina , una come lei che non saprebbe nemmeno cucinare un uovo fritto di certo non poteva fare un corso di cucina! E io sciocco le andavo a credere…credo che mi sia stato quasi bene! Sono davvero così stupido… non mi sono accorto che mi tradiva finché… Alex? Alex mi stai ascoltando…?” chiese a un certo punto sentendosi decisamente ignorato.

Il ragazzo che aveva di fronte riapparve da dietro il giornale che aveva usato quasi come barriera, masticando la sua pasta.

“Certo che ti sto ascoltando…” rispose tranquillo il ragazzo biondo e pallido. Imperterrito rialzò il giornale e infilò il cornetto nel cappuccino. Il moro rabbrividì di rabbia e lo guardò con gli occhi ancora più infiammati di prima.

Allungò il braccio e gli strappò il giornale di mano per darci un’occhiata.

“Vedo che la riproduzione dei coleotteri è molto più interessante delle mie faccende” brontolò tirandosi su le maniche del maglioncino. Con tutto quell’agitarsi gli era venuto caldo.

“Su, su… non rammaricarti, ti stavo ascoltando, come potrei non ascoltarti sei il mio migliore amico e…” cominciò a sviolinare il biondo accavallando le gambe strafottente.

L’amico lo interruppe “risparmiami la scena Alex… dimmi che ti stavo raccontando?” lo interrogò deciso.

Alex ebbe un momento di indecisione prima di rispondere, ma quando lo fece il tono era lo steso di sempre “Beh, mi parlavi della tua ragazza..

“Ex ragazza” precisò l’interessato.

“Sì, Ivan, ci stavo arrivando, dicevo: mi stavi parlando della tua EX ragazza che ti ha fatto le corna…

“E come si chiama?” domandò Ivan impaziente di coglierlo in fallo.

“Calma, calma, ci arrivo anche lì, si chiama Loride… è la tua ragazza più carina che abbia mai baciato, è ovvio che me la ricordi!”  disse alludendo alla stravagante pratica secondo la quale, Alex doveva baciare tutte le ragazze dell’amico prima che le baciasse lui stesso.

Ivan si irrigidì un poco non avendo altre armi per dimostrare che non era stato ascoltato.

Alex lo guardò strafottente per un po’  puntando gli occhi cerulei dritti in quelli dell’amico, per il puro gusto di farlo, prima di parlare nuovamente. “E che ne diresti di chiudere la finestra Loride, per aprirne un’altra, magari con una ragazza più fedele?”. Ivan sbuffò.

“E’ mai possibile che tu sia così insensibile? Io amavo Loride!” esclamò lui scocciato incrociando le braccia.

“Sì, certo, certo…ma dovresti darti una svegliata…” brontolò con un sorrisetto che non prometteva niente di buono. Si alzò e si stiracchiò.

“Chi arriva ultimo alla cassa paga!” urlò lanciandosi verso il bancone.

“Ma…? Maledetto!!” sbraitò Ivan lanciandosi alla rincorsa dell’amico.

 

Ore 8.05

 

“Lui è così bello, così affascinante… con quegli occhi azzurri…e…e …” sproloquiava inascoltata una ragazza bassa inguaiata in abiti di cinque taglie più larghe del necessario, e una cresta dipinta di verde.

“Davvero stupendo…” soffiò sarcastica la ragazza che le camminava accanto, la quale sembrava decisamente sul punto di strangolarla.

“Ma io sono innamorata!”

“Amore platonico vedo…” bofonchiò infilando qualche moneta nella macchinetta delle merendine, la ragazza con la cresta strinse i denti fissando l’amica che invece non la degnava di uno sguardo, interessata al cibo.

Loride? È mai possibile che non te ne freghi mai niente dei miei sentimenti?” sbottò con la voce vagamente rotta.

“Non è che non me ne freghi nulla, è che so che con uno come lui non avresti mai neanche la minima possibilità…” sentenziò drastica e decisamente senza cuore, tracciando una ferita invisibile nel cuore dell’altra. Lo sapeva, ma non le importava che l’amica soffrisse. E poi? Era un’amica?

“E comunque quel tipo…come si chiama…? Beh secondo me non è questo granché…” disse raccogliendo le patatine che erano precipitate nel cassetto apribile della macchinetta automatica.

“Ma se non l’hai mai visto!” sbottò amareggiata Sara stringendo forte la borsa che portava a tracolla, dello stesso verde dei suoi capelli.

Loride alzò le spalle. “Me ne hai parlato così tanto che è come se già lo conoscessi… biondo , alto molto magro enigmatico, con degli occhi che incanterebbero chiunque , sempre vestito di bianco…insomma… un idiota pomposo!”

“MA COSA DICI!” urlò Sara dandole una gomitata, mentre lei rideva “Dai, dai, sto scherzando! Ti prendevo in giro!” ridacchiò gioviale mentre l’espressione dell’amica si allietava di nuovo.

“Oggi voglio confessargli il mio amore!” sputò fuori alla fine come se avesse del veleno in bocca. Rimasero per un secondo a guardarsi , la prima a parlare fu Loride “Ma non glielo avevi già confessato e lui aveva detto lasciami stare?” domandò aggrottando le sopracciglia.

Sara si ricompose “Oh, sì ma questa volta gli porterò una lettera…è una tecnica infallibile!” spiegò lei convinta complimentandosi da sola per il diabolico piano.

“Se lo dici tu…” concordò scettica Loride alzando le spalle ed entrando in classe.

 

Ore 14.45

 

Alex avrebbe voluto spararsi. Ma quella tipa era davvero una sanguisuga! Non lo lasciava in pace. Aveva cercato di rimorchiarlo otto volte, e tutte le volte si era beccata un perentorio no. dopo l’ottava imboscata tutte le volte che la vedeva cercava di nascondersi ed evitarla, ma quel giorno era spuntata a tradimento da dietro gli scaffali e gli aveva allungato una busta decorata con leziosi cuori rossi. tutto ciò accompagnato da una mielosa dichiarazione d’amore orale, che continuava all’infinito, mentre lui cercava di strascinarsi via da quella lagna con la cresta.

“Ma perché non ci vuoi neanche provare a stare con me Alex? Sono davvero così brutta per te?” domandava con le lacrime agli occhi aggrappandosi alla sua camicia candida.

“Non sei brutta, ma ti ho detto di No! e no, vuol dire NO!!” sbuffò ormai allo stremo delle forze riuscendo finalmente a uscire dalla biblioteca  traditrice.

La situazione non era però di molto migliorata dato che Sara continuava imperterrita a seguirlo e a parlargli del suo amore.

“Ma dammi un motivo! Un motivo!” chiedeva sull’orlo delle lacrime. Alex prese un volantino che pubblicizzava un’agenzia per cuori solitari, da un tipo ,che per poco non venne investito dalla ragazza che non aveva occhi che per lui.

Non era facile come ignorare Ivan, quella Sara sì, faceva sproloqui eterni, ma erano sproloqui interattivi, pieni di domande.

Per un secondo pensò ad Ivan , e lo vide uscire solo da un bar poco più avanti. Aggrottò le sopracciglia perso nei suoi pensieri, mentre la voce di Sara con le sue suppliche faceva da sottofondo.

O la và o la spacca.

Prese per mano Sara e si mise a correre “Vieni con me”, le guance della ragazza si imporporarono.

“IVAN!!” strillò con tutto il fiato che aveva in corpo, era più un richiamo d’aiuto che un semplice saluto. Il moro salutò con la mano facendo un sorriso all’amico “Ciao Al…” non fece in tempo a finire la frase perché per poco non gli venne scaraventata addosso una ragazza dall’aria punk. Che quando si ebbe riavuta dallo strattone alzò gli occhi su di lui e sorrise arrossendo.

“Ti presento la mia AMICA, Sara…lui è Ivan”. Ivan la guardò incerto, poi sorrise e arrossì prima di stringerle la mano.

Alex guardò il cielo e fece un sospiro di sollievo. Due piccioni con una fava. Decisamente.

 

 

 

 

 

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SO che è una follia cominciare una nuova fic, ma mi è balzata in mente così e volevo metterla su “carta”, questo non impedirà però alle altre di essere proseguite.

Spero vi possa piacere, storia nata dalla follia di un mio amico di voler accasare tutta la sua squadra e dalla meravigliosa allitterazione tra Stupid & Cupid

La storia è mia e i personaggi sono miei, perciò ogni analogia con persone reali è puramente casuale^_^

Grazie a tutti per aver letto fin qui… ^____^

Aki_Penn

 

 

 

 

 

 

   
 
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