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Autore: Rory_chan    14/01/2009    5 recensioni
Lei sorrise, senza muoversi, e lo fissò con lieve imbarazzo. «dopo mi fai vedere il ritratto?».
«Sì, Sakura, sì. Adesso stai ferma e soprattutto zitta». La sentì ridere, per nulla offesa.
«come posso stare ferma e zitta se ho voglia di urlare e spaccare tutto per la felicità?».
{Focus On SasuSaku; accenni ShikaTema&NejiTen. Tracce angst}
{Fanfic classificatasi Seconda al contest "Into the Book" di Bambi88 e Kalanchoe, e vincitrice del premio "Giuria"}
Genere: Triste, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Sakura Haruno, Sasuke Uchiha
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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Seconda Parte

Seconda Parte

[L’Urlo e il Furore]

 

10 Dicembre 2008; ore 00.14

 

Sakura camminò a passi felpati verso la porta della sua camera, per uscire in sala.

Da quando era arrivata, Naruto si era offerto volontario di portarle le valigie e di farle fare un rapido giro di perlustrazione della casa. Insieme a Naruto aveva scoperto che Neji e Tenten avevano una relazione di quasi due anni e perciò condividevano la stessa stanza. Avevano chiacchierato in sala comune fino alle dieci passate, ed ormai tutti avevano abbandonato i loro studi per interessarsi a lei e stringere amicizia, tranne Sasuke. Al contrario delle sue aspettative, per quanto taciturni potessero essere, anche Gaara, Neji e Shino le erano risultati vagamente simpatici.

Infine, alle dieci e mezza, si erano rintanati tutti nelle rispettive camere, causa lavoro mattutino.

Sakura però non riusciva a dormire, era ancora lievemente stordita da quel viaggio disarmante in treno, e da tutti i nuovi avvenimenti della giornata trascorsa. Sulle punte dei piedi, si era alzata silenziosamente dal letto, raggiungendo con brevi saltelli la porta ed aprendola. Sporse la testa quel che bastava per assicurarsi che il corridoio fosse deserto – era (s)vestita in lingerie – e poi corse tacitamente fuori. Con piccoli quanto muti passi, s’incamminò verso la sala comune per raggiungere la cucina. Metaforicamente parlando, la gola implorava per un bicchiere d’acqua. Aprì la porta della sala con decisione, sicura di non trovarci nessuno, ma la figura seduta rigidamente su una poltrona la fece sussultare, e quindi ricredere.

I capelli d’ossidiana erano arruffati in ciuffi scomposti, che ricadevano disordinatamente sulle guance pallide, rese ancora più spettrali dal lieve bagliore dell’abat-jour accesa. Gli occhi, del medesimo colore dei capelli, erano nascosti dietro di questi, sicuramente impegnati in un’attenta lettura di un’opera di Wilde.

«che ci fai qui, a quest’ora?» bisbigliò sorpresa Sakura, completamente dimentica di essere in reggiseno (o reggicostole, dipendeva dai punti di vista, secondo lei) e in mutande.

Sasuke alzò pigramente la testa per dedicarle un’occhiata superficiale.

«non sono affari tuoi» le rispose apaticamente, ritornando a leggere il libro che tratteneva fra le sue mani dalla pelle cadaverica. 

«leggi?». Che domanda idiota.

Sasuke dovette pensarla allo stesso modo, e lo notò dalle sopracciglia sottili e scure inarcate insù, e dal lieve ghigno che s’era formato sulle sue labbra affusolate.

«da cosa lo hai capito? Dal libro? – sospirò debolmente – non ti facevo così sagace» rivelò tristemente sornione, battendo ciglio con aria altezzosa.

Di sicuro, se si fosse trattato di qualcun altro, Sakura lo avrebbe preso sonoramente a schiaffi. Evidentemente qualcosa la trattenne, perché rimase ferma sulla porta ad osservarlo come inebetita.

«diciamo che il libro è un buon indizio. Mi chiedevo perché leggi qui e non in camera. E poi non hai manco il pigiama, cioè… ahem, non dormi?».

- stupida, stupida. Una ragazzina alle prese con la sua prima cotta, e dall’intelligenza smarrita nelle parti dei polmoni, forse vicino al cuore -

«io invece mi chiedevo perché non fai quello che devi fare e non te ne vai» rimbeccò l’Uchiha pacato, chiaramente infastidito da quelle ingenue domande. Sakura scrollò le spalle, rivelando il suo corpo nascosto dietro alla porta, ed entrando in sala con camminata lenta e scomposta. Si guardò intorno alla ricerca della porta della cucina, impresa che, improvvisamente senza Naruto, divenne impossibile. Strinse le labbra desolata, girandosi verso Sasuke.

«per caso mi… potresti dire dove si trova la cucina? Naruto me lo aveva detto, ma credo di essermelo dimenticato, sai com’è, ho un sacco di cose per la…».

«di là» troncò il suo discorso il moro, alzando svogliatamente il braccio destro ed indicando la prima porta a sinistra a quella dell’entrata. Sakura ammutolì, trattenendo uno sbuffo, e si diresse verso la cucina fino a quando non si ricordò, casualmente, di non essere adeguatamente vestita.

«ah! Sasuke…» cominciò, arrossendo prevedibilmente e coprendosi alla meno peggio con le mani.

«non ti sto guardando, muoviti ad andare in cucina e poi va’ via, per Dio». 

La ragazza storse il naso, ed improvvisò una lieve corsa fino a sparire dietro l’uscio della cucina. Lo richiuse velocemente, non riuscendo ad impedirsi di appoggiarci le spalle e chiudere gli occhi.

“Oh beh, come prima chiacchierata non c’è male” pensò sarcasticamente affranta, la mente demolita dall’imbarazzo ed i sensi offuscati dalla vergogna. Certo, da quando aveva visto Sasuke un neurone tentava di farla mettere in mostra per farla notare. E se quel neurone in quel momento aveva gioito perché, in un modo o nell’altro in mostra si era messa, i restanti neuroni avevano tentato un suicidio di massa. Questione di neuroni, quindi, che lei aveva studiato fin troppo bene.

“che figura di merda. Non penso di avere il coraggio di uscire nuovamente. No, non ce l’ ho infatti” strinse le palpebre, sperando vivamente di scomparire in quel preciso istante.

Sentì il freddo pungente del pavimento congelarle i piedi nudi ed il legno della porta gelarle la schiena.

“che razza di situazione. Sono in Francia da manco un giorno e già mi faccio riconoscere! Piuttosto muoio assiderata qui. Magari aspetto che se ne vada… chissà che cosa pensa di me, adesso”.

Aprì gli occhi, ritrovandosi nella penombra di una stanza con le tapparelle chiuse e la porta sigillata. L’interruttore della luce, come le aveva mostrato Naruto, si trovava al di fuori della stanza.

“fantastico” pensò moralmente distrutta “fantastico!”.

L’orologio appeso poco più in alto della porta ticchettava fastidiosamente i secondi, rendendola più nervosa di quanto già non fosse. I secondi, per quanti potessero essere, non passavano mai.

Sarà stato un lungo flusso di coscienza interiore, o forse lo stravagante colorito bluastro delle dita dei piedi che la convinse a voltarsi lentamente fino a toccare con il seno acerbo la porta. Posò su di questa l’orecchio, cercando di captare un qualsivoglia rumore che le provasse la presenza di Sasuke in sala. Non sentendo ovviamente nulla, si obbligò a fare scattare la maniglia, socchiudendo la porta. Fece capolino con la testa, come aveva fatto indeterminato tempo prima con l’uscio della sua stanza, e scrutò nel silenzio della camera, notando come l’abat-jour fosse ancora accesa. Per evitare di sfigurare ulteriormente di fronte a Sasuke, uscì dalla cucina e s’avvio verso il centro della sala.

Sulla poltrona non c’era nessuno.

«non c’è» sussurrò, come se dirlo servisse ad infonderle calma. Deglutì rumorosamente, sospirando sollevata e tirando sulle labbra rosee un sorriso rilassato. S’avvicinò alla poltrona, osservando il libro di Wilde capovolto a tenere il segno ed un plico di relative dimensioni per terra, sul tappeto.

Incuriosita, si chinò a raccoglierlo, quando sentì le forze mancarle improvvisamente. Anche se non era propriamente nel suo stile, si lasciò cadere seduta per terra, troppo stanca per rialzarsi subito. Afferrò quella cartelletta di cartone ingiallito e spiegazzato, sicuramente provato dal tempo, e lo appoggiò sulle cosce nude. Sulla copertina non vi era scritto nulla, tanto meno il nome del proprietario, e facendo leva su ciò, Sakura non si fece molti scrupoli di coscienza ad aprirlo e curiosarci dentro. Sgranò gli occhi sorpresa, tirando fuori dalla cartella una quantità abbastanza elevata di fogli sia vecchi che nuovi.

L’odore della carta e dell’inchiostro invecchiato le inebriò per un breve momento i sensi, convincendola a sparpagliare quei fogli sul tappeto ed osservarli uno ad uno.

Erano dei disegni, precisamente dei ritratti fatti a mano, chissà da chi.

Sakura passò le dita dalla pelle vellutata sul primo, scorrendo i contorni di un viso da donna dai lineamenti dolci e rilassati in un sorriso. I capelli lunghi erano colorati col carboncino, ed alcuni ciuffi le adombravano la fronte e le guance. L’espressione degli occhi era rappresentata meravigliosamente: sebbene fosse disegnata solo col carboncino, gli occhi erano vivi, accesi di quello che sembrava amore. Con lo sguardo cercò delle scritte ai contorni del ritratto, trovando la parola “Mamma” sul fondo del foglio, e la firma di colui che doveva essere l’autore, S.U.

che sia…?” non fece in tempo a pensare a quel nome, che un qualcosa sbatté violentemente.

«che cosa stai facendo?!» sbottò visibilmente alterato Sasuke, piegandosi velocemente accanto a lei e strappandole con apparente forza il ritratto dalle mani. La porta, dietro di lui, si richiuse tale era stata la veemenza per aprirla. La ragazza prese velocemente i disegni, impilandoli disordinatamente, le labbra dischiuse come se volesse dire qualcosa, il “scusa” aggrappato alla gola, angosciosa.

«chi…chi ti ha dato il permesso di curiosare, eh?» domandò iroso l’Uchiha, prendendo i fogli di lei ed unendoli a quelli che aveva raccolto lui.

«nessuno, mi dispiace. Li ho trovati lì, non pensavo fossero tuoi» si giustificò prontamente Sakura, spaventata dalla reazione del giovane e pronta a supplicare il perdono piangendo.

A quelle parole Sasuke sembrò calmarsi un poco, diminuendo la foga nell’ordinare tutti i suoi disegni ed infilarli nella cartelletta. Sospirò pesantemente, evitando di alzare lo sguardo per incontrare gli occhi di Sakura divenuti sicuramente acquosi.

«quella… era tua madre?».

La voce incrinata dal pianto della giovane fece fermare Sasuke, incapace di controllare l’improvviso tremore delle mani che lo aveva colto. Lo guardò di sottecchi, impaurita dalla probabilità di essere colta mentre lo osservava e, allo stesso tempo, di incontrare i suoi occhi di tenebra. Al contrario delle sue aspettative però, la paura si trasformò in preoccupazione. La carnagione del moro era divenuta più pallida, le mani tremavano involontariamente e, quando egli alzò lo sguardo, le sembrò febbricitante. Il completo contrario di quando si erano visti per la prima volta.

«Sasuke… stai bene? Sei… sei strano» sussurrò delicatamente, mentre non trovava affatto stravagante paragonare l’Uchiha ad una bomba ad orologeria. Un minimo movimento errato e… boom. Un’esplosione fatale. 

«Sì, sì. Era mia madre» borbottò Sasuke, placata la sua ira esagerata, e piuttosto sbrigativo. Sakura soppesò le parole, e non stracciò l’idea che lui stesse tentando di ignorare l’ultima affermazione.

«capisco. Era molto bella» si complimentò l’Haruno, avvicinandosi sulle gambe al moro per osservargli sopra le spalle il ritratto della signora Uchiha. Probabilmente lui non se ne accorse subito, rimase qualche secondo a guardare insistentemente il volto di sua madre.

«ti assomiglia. Vagamente» aggiunse poi, controllando i movimenti delle mani, adesso ferme e strette avvolte ai contorni del foglio. Sakura si morse il labbro inferiore, indecisa.

«le labbra, il naso e lo sguardo» spiegò poi Sasuke, giusto per specificare. La ragazza assentì con un mugugno, tesa, appoggiando le braccia sulle spalle del ragazzo. Stava azzardando davvero troppo e lo sapeva bene. In quelle poche ore – quantificabili in minuti, poi – aveva imparato bene o male cosa fare e cosa non fare in presenza di Sasuke Uchiha. Francamente non ci voleva un genio.

Fece scorrere le dita sulla stoffa morbida della maglia scura, sfiorando le spalle robuste e larghe coperte da questa, sentendole stranamente roventi. In quell’istante lo vide irrigidirsi, e voltarsi quel poco che bastava per scrutarla con l’occhio di antracite.

«non starmi appiccicata» ordinò lui, masticando parecchie parole e facendo sfumare l’ultima sillaba in un borbottio incomprensibile. Sakura trattenne uno sbuffo, maledicendo se stessa per essere stata così audace in quel tocco che aveva del materno e della troppa confidenza sfacciata insieme.

Ma non si fece sfuggire la pupilla, distinguibile appena dall’iride corvina, pericolosamente dilatata.

«scusa – cominciò, mugolando – non vedevo bene il ritratto. Sicuro di stare bene? Sei pallido» sottolineò senza contenere una nota preoccupata nella voce, spostandosi appena dalla schiena del moro e piegandosi leggermente in avanti, in modo tale da poterlo guardare negli occhi. Se prima Sasuke sosteneva tranquillamente lo sguardo, improvvisamente, dopo quell’affermazione, tentava di rifuggirlo, ritornando a fissare i lineamenti di sua mamma.

«lascia perdere. Non sarebbero comunque affari tuoi» concluse velocemente Sasuke, decidendosi infine a nascondere nuovamente il suo disegno all’interno della cartelletta in cui si trovava prima e di alzarsi in piedi, barcollando appena. L’Haruno si morse il labbro, sperando che quei barcollamenti fossero dovuti alla troppa veemenza impiegata nell’alzarsi, e non a qualcos’altro.

«beh, io me ne vado. ‘Notte».

«Sasuke?».

Non capì nemmeno lei il motivo per il quale lo aveva chiamato, ma sentiva solo le corde vocali agire per fatti loro, facendole pronunciare quel nome che era divenuto la chiave della sua attrazione.

«che vuoi?» rispose, burbero come al solito.

«se… se stai male o hai bisogno di aiuto, beh, fammelo sapere. Io… credo, cioè, sì, penso che mi piacerebbe davvero aiutarti a stare meglio» balbettò inizialmente incerta su ciò che voleva esprimere, e poi vagamente più sicura, alzando lo sguardo verde bosco sulla figura del ragazzo.

Sasuke inarcò entrambe le sopracciglia scure, senza preoccuparsi di mettere a posto il libro che aveva preso dalla libreria lì addossata al muro. Sorrise, enigmatico, prima di andarsene.

«sei proprio strana, Sakura».

E lei, rimasta lì da sola illuminata fiocamente dall’abat-jour, con il cuore in gola e le mani tremanti, capì che non era possibile innamorarsi di una persona in un solo giorno. Ma di adorarla completamente, infatuandosi nella peggior maniera, sì.

E dopo che ebbe sentito il suo nome pronunciato da quella voce calda e fredda insieme, non poté che dimenticare il pallore allarmante della pelle del giovane, delle pupille dilatate e del tremore delle mani. E si concesse un urlo soffocato, e poi, all’interno del suo cuore, il furore totale.

 

…continua.

 

 

Vi chiedo di perdonarmi se questa seconda parte è assai corta.

Si ha un primo approccio diretto fra Sasuke e Sakura e, sebbene questo evento sia già importante di per sé [?], fra le righe ci sono molte più cose di quante ne possiate immaginare. Ci sono situazioni nascoste capibili dando un’attenta lettura a queste scene, molto implicite.

Perciò mi è sembrato doveroso staccare questa scena dalla prossima, che sarà il triplo più importante ed interessante! <3.

 

Grazie a:

Laly: sono felice che t’ispiri, mi ci sono impegnata tanto tanto =D ed eccoti qui il seguito, spero che ti piaccia ancora e che sia più interessante della prima parte xD. Un bacio!

Aurora_Argentea: grazie mille, è molto importante per me sapere di essere ancora in grado di scrivere decentemente xD e mi pare più che ovvio, SasuSaku ruleZ! Bacio!

Nomiemi: uhuh, sono contenta che ti abbia colpito. Diciamo che la prima impressione ha un’importanza relativa, ma è meglio se è buona xD. Grazie mille per la recensione, bacio!

Deliaiason: oh, Delia-sama! Sono davvero orgogliosa di avere una sua recensione u.u diciamo che Gaara e Temari non sono la mia specialità (leggi: se vuoi qualcosa su di loro ti conviene andare da Rò-sama – in arte bambi88 – che lei sa come soddisfarti xD), ma amando Gaara un qualcosina glielo dovevo dedicare, seppur minimo! E comunque sì, Shi no Mori is love xD. E non siamo pessimiste: mi rendo conto che Naruto s’è parecchio addolcito in quella parte di manga, almeno, nelle scene fra Sasuke e Sakura *si scioglie* un bacio!

Bambi & Kalanchoe: grazie mille del giudizio <3.

Hika_chan: ecco qui il continuo. Spero continui ad interessarti! Grazie e un bacio!

Memi: oddio, sono le recensioni come le tue che mi fanno gonfiare il petto! So che ultimamente sono mancata da EFP, proprio per dedicarmi totalmente a queste fic. Perciò sono felice che ti abbia preso ed entusiasmato così tanto solo al primo capitolo. Dunque, ti do ragione: Sasuke ultimamente è difficile da mantenere IC, ma riguardo lui sono abbastanza soddisfatta. È riguardo a Sakura che sono critica, sai? XD a volte ti concentri più su ciò che ritieni difficile (tipo mantenere bene Sasuke) e tralasci ciò che sarebbe più facile (Sakura) ottenendo un risultato disastroso. Poi sono punti di vista, spero di aver dato un effetto buono. Per quanto riguarda l’incipit della fic, sono davvero felice ti sia piaciuta O.O attenderò la tua reazione per il finale, visto che si ricollega a quello iniziale <3. grazie mille per aver recensito, un bacio.  

 

 

  
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